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Autore: OfeliaMontgomery    01/12/2014    1 recensioni
Prima storia della serie "La Clessidra della Morte".
Katie Stokes muore in un incidente d'auto (almeno così sembra) mentre la madre e un'amica rimangono illese. La ragazza si risveglia bloccata dentro ad una clessidra. Scopre di essere nel limbo della Morte e di non avere più l’anima. La morte le spiega che per poter riavere indietro la sua anima ed essere libera, deve uccidere 100 vittime entro il giorno di Halloween. La ragazza accetta senza esitazione. Rimane qualche giorno nel castello della Morte per poi tornare sulla terra per cercare la sua prima vittima. Dopo 49 vittime incontra Lucas e se ne innamora. La morte lo vede ma alla fine decide di lasciar passare. Ma alla fine Katie dovrà scegliere fra la sua vita e quella di Lucas. Quale sceglierà? La sua o quella di Lucas?
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ULgKS-tIEO0&list=PLmk4hgCzbLEDseKJwiGcTc78gbWuixooo&index=2
Genere: Dark, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Clessidra Della Morte'
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«Dorian, che cosa vuoi che faccia?» chiese Katie con il fiatone, a stento riusciva a credere di avere ancora questi riflessi umani che non gli appartenevano più.
Stavano camminando da circa un’ora e lei era impaziente di sapere che cosa avrebbe dovuto fare. Erano in uno dei quartieri più malfamati del New Jersey, Camden. Nell’aria si sentivano solamente il rumore dei tacchi di Katie, al contatto con l’asfalto lurido e bagnato, a causa della pioggia di qualche minuto prima e il costante lamentarsi di Dorian perché ancora non aveva trovato la sua vittima. Di tanto in tanto si scorgeva qualche ubriacone coricato tra la spazzatura, ma l’obbiettivo di Dorian era seduto ad un bar che sorseggiava una bella birra fresca.
«Lo vedi quello lì?» indicò un uomo seduto ad un tavolo fuori da un bar abbastanza lurido. Katie annuì capendo che era quella la vittima da spaventare.
«Bene, fra cinque minuti lui si alzerà da quel tavolino e andrà alla sua auto, è in quel momento che tu agirai poi al resto ci penserò io» disse Dorian guardando attentamente l’uomo ridere con i suoi amici ubriaconi.
«Lo conosci?» domandò schietta Katie, beccandosi uno sguardo inceneritore da parte di Dorian.
Katie si ammutolì, continuando a guardare quel uomo. Era un uomo grasso, viscido - aveva appena toccato il culo ad una cameriera, palpandolo anche - e sudato, persino da quella distanza si vedeva il sudore colarli dalla fronte. I pochi capelli che aveva in testa erano unti e crespi. Gli occhi un po’ troppo vispi e vogliosi, quando si trattava di guardare ragazzine passare per quella strada. Le mani grosse e tozze stringevano il boccale di birra. Stava ricurvo con la schiena sul tavolo e parlava con voce anche fin troppo alta con i suoi amici. Era davvero disgustoso.
Katie non sapeva dove Dorian l’avesse trovato o se lo conosceva, ma aveva promesso di aiutarlo e l’avrebbe fatto. Tanto un uomo così a cosa serviva?
Passarono esattamente cinque minuti, proprio come aveva detto Dorian, quando l’uomo si alzò dal tavolo senza pagare per poi dirigersi verso una vecchia auto grigia, tutta fracassata.
«Non mi immagino gli interni» esclamò disgustata Katie, cominciando ad avviarsi anche lei verso la macchina con al fianco Dorian.
Come pensava, gli interni erano ancora peggio di quanto potesse sembrare orribile già vista da fuori. La macchina puzzava da fare schifo. Odore di alcool, vomito e chissà cos’altro. Era piena di sporcizia e immondizia, carte di barrette di cioccolato, bottiglie di vetro vuote e chissà quanta altra roba.
«Dio, che schifo» esclamò Katie, spostando dal sedile posteriore una bottiglia mezza vuota di Rum poi si sedette, cercando di stare il più immobile possibile. Non voleva toccare nient’altro in quella macchina piena di gemi.
Dorian si sedette senza fare storie, sul sedile dietro al posto di guida, «Così mi sarà più facile sgozzarlo» disse il ragazzo scrollando le spalle. Katie annuì guardandosi in giro con aria schifata.
«Vuoi che comincio?» chiese la ragazza scrocchiandosi le dita. Dorian sorrise malignamente poi con un cenno della testa le diede il consenso.
Katie fissò attentamente la radio che si accese e da cui partì una canzone spacca timpani. L’uomo alla guida balzò sul sedile poi imprecò contro alla radio ed infine la spense. Ma Katie la fece riaccendere, la musica ripartì e il volume si alzò sempre di più. L’uomo imprecava contro alla radio, la picchiò anche, cercando di spegnerla. Di colpo la musica cessò e nell’auto calò un silenzio di tomba.
«Brutta carcassa di merda» esclamò l’uomo tornando a guardare la strada.
Katie rise divertita poi con un cenno della testa, fece partire le spazzole dei tergicristalli. Si muovevano lentamente poi la velocità aumentava, sempre, sempre di più.
«Macchina di merda ma che diavolo ti prende?» domandò furibondo il guidatore. Cercò di bloccarle, spegnerle, ma nulla la velocità delle spazzole aumentava. Poi come con la radio, si fermarono di colpo a metà del loro lavoro.
«Devo continuare?» domandò Katie girandosi verso Dorian che annuì mentre estraeva dalla tasca un coltello da cucina.
Katie fece ripartire le spazzole e la radio poi aggiunse anche i finestrini che iniziarono ad abbassarsi ed alzarsi senza che l’uomo facesse nulla.
Il guidatore iniziò ad avere paura. Stava sudando e il cuore gli batteva all’impazzata. I due ragazzi riuscivano a percepirlo benissimo e questa cosa a loro piaceva.
«Okay, ora puoi fermarti» disse Dorian allungandosi verso l’uomo. Katie bloccò ogni movimento e aspettò che Dorian finisse quello che lei aveva iniziato.
Dorian avvicinò lentamente il coltello da cucina alla gola dell’uomo, gli prese con forza la testa e con un colpo netto, gli tagliò la gola. Il sangue iniziò a schizzare sul parabrezza e sul volante dell’auto. Colava lungo la ferita e scendeva copiosamente sui vestiti, sporcando ogni cosa. L’uomo cercò di tappare la ferità con le mani senza però riuscirci.
I due ragazzi scomparvero dalla macchina e aspettarono che essa si schiantasse contro a qualcosa. Si scontrò con un palo della luce a pochi metri di distanza da loro. Il palo colpì in pieno la parte anteriore dell’auto, accartocciandola su se stessa. Entrambi sorrisero macabramente. Poi la macchina scoppiò in aria e un enorme fiamma di fuoco l’avvolse completamente. Da lontano si sentivano già le sirene dell’ambulanza sopraggiungere sul posto dell’incidente.
«Dorian, posso sapere chi era? Lo conoscevi?» chiese Katie, affiancando Dorian poi si incamminarono verso una casa poco distante dall’auto in fiamme.
«Era mio zio» rispose con un filo di voce senza guardare la ragazza negli occhi ma il cielo stellato.

 
  
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