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Autore: AlexVause    02/12/2014    6 recensioni
Henry fece un passo indietro.
- Dove mi porti?
- Non ti farò del male, se questo è ciò che ti chiedi.
La donna tese una mano verso il ragazzino, che abbassò lo sguardo verso essa.
- Mi sarai d’aiuto, nel convincere tua madre a fare una cosa per me.
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Una storia ambientata a Storybrooke dopo l’attivazione della seconda maledizione.
Nessuno ha memoria di come abbia raggiunto nuovamente la cittadina nel Maine.
Non ci sono spoiler perché segue un filo logico proprio :D
SwanQueen.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Malefica, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
 
- Regina…non è meglio se riposi?
Chiese Emma con tono lievemente preoccupato e accarezzando con esitazione la spalla della mora ancora seduta alla scrivania.
Era notte inoltrata ormai e tutti stavano riposando per affrontare la giornata che stava giungendo.
- Davo un ultimo sguardo al luogo che cerchiamo e alla traduzione sulla sua ubicazione...sia mai che ci ritroviamo sperdute nel nulla.
Rispose l’Evil Queen con lieve sorriso.
- Visto dove abitiamo, non lo escludo…
Emma sorrise a sua volta appoggiandosi al tavolo in legno. Il suo sguardo cercava di evitare quello dell’ex Sindaco che proprio in quell’istante la stava scrutando con fare indagatore.
- Cosa ti preoccupa?
Domandò Regina, notando la preoccupazione della bionda davanti a se.
- Niente…solo…
Le parole sembrarono non voler uscire.
- Emma?
La spronò la mora.
- …stai attenta.
Riuscì a dire lo Sceriffo. Sguardo basso. La voce era un sussurro.
- Ti preoccupi per me? Da quando?
Chiese l’ex Sindaco alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto come per alzare una barriera di protezione.
La bionda tacque.
Notando quel silenzio Regina si limitò ad alzarsi dalla sedia dove era seduta e sistemare le ultime cose nella borsa. Non voleva approfondire oltre quel discorso…non poteva
- Da sempre.
Le parole della bionda, alla quale in quel momento dava le spalle, le fermarono il respiro ma non lo diede a vedere. Serrò la mascella, decidendo di seppellire quella parte di “Regina Mills” che sentiva il bisogno di agire diversamente. Sfoggiò il suo sorriso più arrogante e si voltò.
- E perché mai.
Disse poi riuscendo a far infuriare Emma.
- Nulla, lascia perdere.
Sbottò la bionda lasciando la stanza a grandi passi, dandosi della stupida. Non aveva più voglia di lottare contro quell’arroganza che puntualmente la disarmava ogni volta.
- Già…meglio lasciar perdere.
Sussurrò la mora sospirando tristemente.
- Sei un po’ sciocca certe volte, lo sai?
A quella voce alle sue spalle, Regina sobbalzò presa alla sprovvista.
- Malefica! Vuoi uccidermi prima di Zelena?
- Suvvia, che sarà mai…tieni vivo il tuo cuoricino malvagio.
Disse sorridendo la bionda Strega.
- Comunque, non sono affari che ti riguardano.
A quelle parole Malefica alzò le mani in segno di resa.
- Come vuoi…non m’intrometto.
 
Era da poco giunta l’alba, quando due leprotti, giunsero poco distanti da una baracca di legno semi distrutta.
I due animaletti selvatici presero forma umana ma contro il loro volere.
- Protezione dalla magia a quanto vedo. È questo il posto?
Domandò Malefica facendo una smorfia.
- Sì, ho controllato più volte e il fatto che la magia qui non funzioni, direi che è un ulteriore conferma.
Rispose Regina facendo comparire la cartina in una mano e la traduzione nell’altra.
Con cautela e accertandosi che non ci fosse alcun pericolo nei paraggi, le due maghe si avvicinarono alla baracca di legno.
- Va bene…prendiamo l’amuleto e usciamo. Ci serve…
- Un’antitetanica…anche doppia.
Sbottò Regina vedendo le condizioni della baracca fatiscente e sporca.
- No…serve qualcosa per aprire la porta.
Disse malefica sbuffando e guardandosi intorno.
Un lucchetto abbastanza grande e arrugginito fungeva da serratura.
- Quell’ascia da falegname credi possa servire allo scopo?
- Credo sia perfetta. Apro la porta. Tu sta pronta a darmi man forte nel caso esca qualcuno…
Regina afferrò l’ascia pronta a distruggere l’unica cosa che le impediva d’entrare.
- …o qualcosa.
Aggiunse poi la mora che con un colpo secco frantumò il lucchetto. L’ascia le si ruppe fra le mani, con vistosa disapprovazione da parte dell’ex Sindaco.
- O il lucchetto era molto resistente o il materiale di cui era fatta l’ascia era pessimo…o…
- O?
Domandò Regina con un sopracciglio alzato.
- O sei dotata di forza bruta e non lo sapevi.
Ironizzò la bionda strega, facendo sorridere seppur di poco l’amica.
- Ne dubito…ma come arma sarebbe stata utile.
Rispose l’Evil Queen prima di bussare alla porta del capanno.
Nessun rumore provenne dal suo interno.
Le due donne erano rimaste in assoluto silenzio. Volevano capire se la via era libera o se qualcuno le stesse attendendo.
Con l’aiuto del bastone, Malefica spinse la porta che si aprì con un sinistro cigolio.
La baracca sembrò vuota e disabitata da anni.
Ragnatele, sporcizia e polvere la facevano da padrone.
Sebbene esitante, l’ex Sindaco di Storybrooke entrò.
Un odore intenso penetrò nelle narici della mora.
Il pavimento di legno marcio scricchiolava sotto i suoi piedi.
- Com’è lì dentro?
Chiese Malefica dall’esterno del vecchio rifugio di legno.
- Beh…come nascondiglio è perfetto…non sono vaccinata contro nulla che c’è qui, ma è perfetto.
Annunciò Regina voltandosi e ritrovando davanti al proprio viso un’ascia affilata.
-…e sicuro…
Aggiunse ironica, spostandosi immediatamente dalla traiettoria della lama.
Malefica anche se riluttante, entrò raggiungendo l’amica.
- Allora…secondo ciò che sta scritto qui, dovremmo varcare la soglia di una porta di luce.
Informò la bionda strega leggendo la traduzione, aiutandosi con la luce che entrava dalla porta d’ingresso.
Un forte vento nato dal nulla chiuse il battente di legno facendo sobbalzare le due donne e lasciandole nella più completa oscurità.
- Porta di luce…come puoi vedere tu stessa, c’è buio pesto qui!
Regina aveva Ragione. Qualcosa non quadrava.
Malefica, a tentoni, si diresse verso la finestra di quella lurida casupola.
Colpendo il vetro con la punta del bastone, tentò d’infrangerlo, ma senza alcun esito.
- Prova con questa.
Regina le porse una mazza ferrata che aveva trovato accanto a sé.
La maga colpì il vetro ripetutamente, ma esso s’incrinava e poi si riparava a una velocità sorprendente.
Sbuffando contrariata Malefica decise di usare un angolo della manica per pulire il sudiciume che ricopriva la finestra.
Finalmente i raggi di sole entrarono a illuminare quella stanza umida e buia.
- Appena torniamo a casa, dovrò bruciare questo vestito.
Sbottò arrabbiata la bionda strega, usando poi la luce che filtrava dalla finestra per rileggere più volte l’iscrizione.
- Porta di luce.
Confermò poi la Maga.
- Davvero… qui dentro non so che cercare.
- Hai già guardato tutta la casa?
Chiese Malefica alla mora amareggiata.
- Tutta? Che vuol dire tutta…c’è solo questa stanza, come puoi vedere.
Sbottò Regina frustrata, ma poi alcuni simboli attirarono la sua attenzione.
Sullo stipite di una falsa porta davanti alla quale vi era un cubo di marmo, c’erano incise delle parole in latino.
- Lux…Luce.
Disse la mora in un bisbiglio.
- Dove lo leggi scusa?
Domandò la bionda strega avvicinandosi con il volto a quello dell’amica.
La mora le indicò le iniziali delle tre parole scritte in quella lingua antica.
- In effetti…sembrerebbe una porta più che un muro.
Constatò Malefica.
- Idee per aprirla?
Chiese poi sedendosi sul blocco di marmo.
Un rumore attirò l’attenzione dell’Evil Queen che si voltò bruscamente a guardare l’amica seduta.
- Alzati.
Ordinò la mora.
- Perché?
- Tu fallo.
La spronò ulteriormente Regina.
Malefica si mise in piedi e un secondo rumore richiamò l’attenzione, stavolta, di entrambe le donne.
- Il cubo sbloccherà la porta…credo.
- Credi?
Malefica la guardò interrogativa.
- Salici sopra, dai.
L’ex Sindaco la invitò gentilmente per poi sbuffare.
Roteando gli occhi al cielo, la bionda strega obbedì.
Il suono stridulo di un meccanismo che si attivava, fece capire loro di essere sulla buona strada.
La falsa porta tremò e il pannello di muro in marmo davanti a loro si scostò di pochi centimetri per poi bloccarsi.
Regina e Malefica alzarono un sopracciglio.
- Tutto qui?
Domandò la bionda strega un po’ delusa.
Regina sospirò portandosi verso lo spiraglio.
- Magari, essendo il meccanismo vecchio, fatica ad aprirsi. Provo a vedere se spingendo un po’, si smuove.
Disse la mora prima di poggiare la schiena allo stipite anch’esso di marmo e spingere il pannello con tutte le sue forze, ma lo sforzo fu vano.
- Se il cubo apre questa porta, forse serve più peso.
Propose la bionda strega porgendo la mano all’amica.
- Non ci resta che provare.
Rispose Regina afferrando la mano della donna che l’attirò a se.
Lo spazio era esiguo e le due maghe erano costrette a stare l‘una stretta all’altra per non cadere.
L’Evil Queen cinse con un braccio la vita dell’amica che la imitò.
Si udiva solo il loro respiro in quella stanza che sembrava isolata dal mondo.
Dopo qualche istante il meccanismo sembrò rimettersi in moto e il pannello si aprì totalmente mostrando un lungo corridoio immerso nell’oscurità.
- Ed ecco a voi, un corridoio verso il nulla. Perché quando si cerca una cosa, non la si trova mai in un luogo pieno di fiori dai mille colori e splendidi unicorni? Sempre luoghi bui, sporchi e…bui.
- L’hai già detto bui.
Disse sarcastica Regina.
- Volevo rafforzare il concetto.
Sbottò Malefica ancora stretta all’amica.
- Ora, con la nostra fortuna, se scendi la porta si richiude.
- Dobbiamo pur sempre spostarci da qui.
Constatò l’ex Sindaco, ma probabilmente la sua amica di vecchia data aveva ragione. Una volta che il peso veniva a mancare, la porta rischiava di chiudersi.
- Ho un’idea!
Esclamò la mora che scese velocemente dal cubo di marmo e andò a prendere l’alabarda che stava in bella vista accanto alla porta.
Come predetto da Malefica, la porta si era richiusa, anche se vi era comunque lo spiraglio di qualche centimetro.
La bionda strega diede una mano all’amica a risalire sul piedistallo di marmo e la porta si riaprì..
- E ora, aiutami a non cadere mentre cerco di incastrare quest’alabarda fra lo stipite e il pannello in movimento, dopodiché oltrepassiamo la porta il più velocemente possibile. Non so quanto possa reggere.
Suggerì la mora e Malefica, dopo un cenno di assenso con il capo, l’afferrò alla vita con entrambe le braccia.
Con poca fatica Regina riuscì ad incastrare l’arma medievale e senza perdere nemmeno un istante, le due donne corsero verso il buio corridoio.
L’alabarda si ruppe poco dopo, lasciando le maghe nella più profonda oscurità.
- E ora?
 Chiese Malefica ascoltando ogni rumore proveniente da quel luogo.
- Cerchiamo di non farci uccidere.
 
Il buio e il suono dei loro movimenti, erano gli unici a far compagnia alle due donne.
- Da quel che posso intuire, questa stanza è totalmente vuota.
Fu Malefica a rompere quel silenzio fra loro.
- La dicitura su quei fogli diceva “Mani sapienti sposate all’istinto, trovano ciò che l’occhio non può.”
Rammentò Regina.
- Se solo sapessi che significa.
Aggiunse poi.
Uno scricchiolio diverso si udì improvvisamente.
- Forse qui sotto c’è qualcosa…magari una botola.
Avvertì malefica.
- Provo ad avvicinarmi a te. Parlami.
- Il pavimento è in legno e il muro in pietra. Magari sotto di noi c’è la stanza che cerchiamo.
Mentre la strega parlava, sentì una mano sfiorarle la spalla.
L’afferrò gentilmente accompagnando verso di se la mora che l’aveva raggiunta.
Si udì un nuovo scricchiolio, stavolta più forte.
- Credo che tu abbia ragione Malefica…sotto questo pavimento potrebbe esserci un…
Ma Regina non riuscì a terminare la frase. Le assi di legno marcio cedettero sotto il loro peso, facendole precipitare in una stanza, su un mucchio di terra fangosa.
Alle pareti, lanterne si accesero una dopo l’altra prendendo fuoco.
Regina si mise in piedi guardando contrariata i propri vestiti ormai pieni di fanghiglia.
- Essendo che noi siamo dei cattivi, la dottrina induista definirebbe tutta questa situazione, utilizzando un semplice termine sanscrito.
Disse Malefica cercando di ripulirsi alla meno peggio.
- E cioè?
Chiese Regina ripulendosi anch’essa il più possibile.
- Karma.
- Non ti rispondo nemmeno.
Sbottò la mora guardandosi intorno.
- Là!
Indicò l’Evil Queen una nicchia sul muro dentro cui vi era in bella mostra un amuleto dall’aspetto antico.
- E spero che dopo averlo afferrato, non scatti qualche trappola perché brucio la baracca.
Sbottò Malefica spazientita.
- Ed io ti aiuto.
- Uhm…
La bionda strega si fece pensierosa, avvicinandosi alla nicchia posta troppo in alto per raggiungerla.
- E come ci arriviamo li?
Chiese poi all’amica che le si avvicinò.
- Ti faccio da scaletta, poiché in questa stanza non c’è nulla che possiamo usare come tale.
Rispose Regina seccata, unendo le mani per issare la bionda strega.
- Eh no, non mi freghi. Stavolta tocca a me.
Si offrì Malefica preparandosi per sollevare l’amica.
- Con la magia è sempre tutto più facile.
Disse Regina prima di poggiare le mani sulle spalle della bionda strega che la sollevò.
- Ci sei?
- Quasi. Qualcosa lo blocca e non riesco a staccarlo dal piedistallo incastonato.
- Muoviti, sei vagamente pesante.
Sbottò Malefica con il fiato corto. Non era di certo abituata a sollevare una persona e soprattutto tenerla sospesa per tutto quel tempo.
Un silenzio calò fra le due.
- Mi stai dicendo che sono grassa?
Chiese Regina guardando malamente l’amica.
- Non oserei mai. Muoviti e basta.
Un rumore sordo si udì poco dopo e Regina scese.
- Contenta?
Chiese con una smorfia la mora.
- Alleggerita, più che altro.
Rispose la bionda strega con un ghigno.
 
Uscendo dal bosco, alcune urla provenienti dalla piazza, si udirono ben distinte.
La preoccupazione crebbe nelle due maghe, al pensiero di ciò che probabilmente stava accadendo.
Malefica prese forma di drago, raggiungendo in volo la biblioteca.
Scimmie volanti stavano seminando il panico fra la popolazione.
Con una fiammata l’enorme animale ne abbatté alcune.
Emma, con la spranga di ferro, parò l’attacco di un volatile che poi la costrinse a fuggire per non essere colpita nuovamente.
La sua corsa non fu così veloce. La scimmia volante planò contro la bionda Swan afferrandola con le zampe da un braccio.
Un doberman dal manto nero, corse verso i due velocemente e spiccando un salto da alcuni bidoni in metallo, azzannò il volatile alla carotide facendo si che lasciasse la presa sullo Sceriffo.
Un secondo volatile però, colse il cane alla sprovvista attaccandolo al fianco con gli artigli e scagliandolo lontano da Emma.
Le poche scimmie rimanenti non persero tempo e si lanciarono contro lo Sceriffo, riuscendo così a catturarla.
Vano fu l’intervento di Malefica che si scagliò sui volatili, ma la loro agilità a differenza del grosso drago, fece si che riuscissero a sfuggirle con la bionda, lasciando dietro di loro soltanto la paura degli abitanti di Storybrooke.
La bionda strega riprese forma umana e corse subito verso Regina che svenendo, aveva perso il controllo della magia trasformandosi di nuovo in donna.
- Regina?
Malefica la chiamò, notando con suo sollievo che la mora stava riprendendo conoscenza.
- Sei ferita…
Constatò la maga notando il segno degli artigli sul fianco dell’amica. Poggiandovi sopra una mano la guarì con l’uso della magia.
- Mamma, mamma stai bene?
Henry arrivò correndo, gettandosi fra le braccia di Regina che lo strinse forte a se.
- Mamma…nonna, nonno e Hook sono stati catturati.
Disse il figlio tutto d’un fiato aiutando la madre ad alzarsi in piedi.
- Non ci voleva.
Sbottò Malefica contrariata.
- Emma?
Chiese Regina pur sapendo la risposta.
- Non sono riuscita ad abbatterli prima che la portassero via.
La mora sospirò.
- Henry, devi stare qui al sicuro. Noi andremo a fermare quella donna una volta per tutte.
- Posso aiutare.
Si propose come volontaria Belle dopo aver raggiunto di corsa le due donne.
- Non offenderti, ma sei resistente quanto un biscotto nel latte.
Rispose sarcasticamente Malefica.
Regina afferrò l’amica da un braccio tirandola a se in modo da portarsi con la bocca vicino al suo orecchio.
- Una sola parola. Rumplestiltskin.
Bisbigliò la mora. La bionda strega strabuzzò gli occhi. Aveva effettivamente dimenticato che l’Oscuro Signore era legato a quella fanciulla dai capelli color cioccolato.
- Oh…eh…come non detto.
Riuscì a balbettare poi.
- Che aspetti fanciulla, andiamo.
- Sa…sapete già dove andare?
Non c’è che dire…Malefica la metteva in soggezione, oltre a sentirsi due occhi scuri come la notte, fissi su di lei. Regina la guardava come se Belle celasse un qualsiasi tipo di risposta utile.
- Cominceremo dalla casa di Zelena.
Rispose poi l’Evil Queen.
 
 
 
 
 
Nota di Alex: Non odiatemi :D
Lo so, lo so...molte di voi si stanno armando per fucilarmi in massa, ma la reazione di Regina ha un suo perché.
Nuove avventure per Malefica e Regina...grande coppia le adoro :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie di cuore pe i vostri commenti e per seguirmi ogni settimana.
Alla prox :)
  
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