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Autore: angelo_nero    02/12/2014    4 recensioni
Family Brief: Vegeta, Bulma, Trunks e Bra. Momenti della vita di tutti i giorni come una comune famiglia.
dal primo capitolo:
Dopo una buona ora e mezza finalmente l'intera tavolata aveva finito di mangiare, c'era ancora chi restava seduto a bersi un bicchiere di vino, mentre altri si intrattenevano chiacchierando o, come i piccoli Saiyan mezzo sangue, si sgranchiva i muscoli tirando quattro pugni. Vegeta era rimasto seduto a tavola ad osservarsi intorno, il suo sguardo passava dalla moglie che chiacchierava con C-18 e la moglie dell'eroe, al figlio che giocava con Goten. Come lui, seduto ancora al tavolo, c'era il suo amico/nemico, forse l'unico, che sorseggiava un bicchiere d'acqua a pasto ormai ultimato. Goku si sentiva troppo spossato per alzarsi da quella sedia diventata improvvisamente troppo comoda: anche l'eroe teneva d'occhio la propria famiglia per assicurasi che nessuno si facesse male o che il Genio non si avvicinasse eccessivamente alla moglie.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Muoveva nervosamente la gamba, cercando di non perdere la pazienza. Si guardava intorno, facendo passare lo sguardo dal pavimento al soffitto, sulle pareti e sull'arredamento. Si alzò di scatto dalla sedia, facendola quasi cadere, e prese a camminare lungo il perimetro della stanza, con le braccia incrociate al petto. Detestava aspettare lunghi periodi, nonostante fosse lei la prima a farsi attendere.

Doveva lavorare ad un progetto particolare quel giorno ma per stare in quella fottuta stanza aveva rimandato di qualche ora. -Quanto ancora dovremo aspettare? Questa è una grave negligenza che dimostra la poco serietà con cui prende il suo lavoro!- esclamò indignata. Vide il compagno alzare gli occhi al cielo, esasperato dai continui lamenti di lei -Non che tu sia molto puntuale...- affermò. Lei lo fulminò con lo sguardo -Quando si tratta di lavoro io sono sempre puntuale. - puntualizzò. L'uomo la guardò perplesso indeciso se lasciar correre, dandole il beneficio del dubbio, o ricordarle che anche sul lavoro non era mai puntuale, rischiando di doversi subire la sua voce urlante per il resto della giornata. Storse il naso, optò per la prima opzione.

La porta della stanza si aprì e un uomo sulla quarantina, non molto alto, fece il suo ingresso porgendo le proprie scuse ai due -Ero in riunione- spiegò sedendosi alla scrivania.

L'azzurra tornò seduta accavallando le gambe, pronta ad affrontare una discussione che si sarebbe protratta per le lunghe. Vide l'uomo dietro la scrivani prendere alcuni fogli -Bene, voi siete i genitori di Trunks Vegeta Prince.- disse ovvio. Fece un'espressione perplessa notando che il secondo nome del ragazzo fosse quello del padre. Si schiarì la voce e cominciò a leggere quei fogli che, a quanto pare, riportavano i pareri degli insegnati e i voti del ragazzo.

Arrivò presto all'argomento di cui avrebbero dovuto discutere in quanto, Trunks, fosse uno studente modello, tranne per quelle due o tre in cui era stato mandato fuori dalla classe per essersi scaldato un po' troppo. - “Sospeso per un tempo di due settimane. Motivo: è stato sorpreso con una potenziale arma la quale è stata collegata a recenti atti vandalici a danno dell'istituto.” Questo è quanto, a voi la parola.-

Di certo il preside non si aspettava due genitori del genere, entrambi caparbi e grandi oratori. Non davano segno di doversi arrampicare sugli specchi per rispondere alle sue affermazioni. Si allentò la cravatta, colto improvvisamente da una vampata di calore: si era reso conto solo in quel momento di non aver argomenti su cui appoggiarsi.

-Quindi non avete visto Trunks mentre distruggeva l'aula, giusto?- chiese l'azzurra guardando l'uomo seduto davanti a lei dritto negli occhi. Lo vide annuire timidamente cercando di spostare lo sguardo altrove -Allora mio figlio è innocente.- affermò Vegeta -A meno che voi non abbiate dei video di sorveglianza che affermino il contrario.- continuò senza mai interrompere il contatto visivo. Non ricevendo alcuna risposta sciolse le braccia e si alzò dalla sedia avviandosi al di fuori della stanza.

Bulma strinse la mano al preside -La invito a rivedere la sospensione di mio figlio. Quando avrà preso la sua decisione la invito a richiamarci. Buona giornata. - uscì dalla porta lasciata aperta dal marito e la richiuse alle proprie spalle.

 

***

 

Essere stato sospeso non era poi così male: poteva dormire fino a tardi, giocare ai videogame o infastidire la sorellina.

Aveva scoperto un nuovo passatempo da qualche settimana a quella parte: il terrestre che girava per casa sua era la sua più favorita delle vittime per i suoi scherzi.

Non che nutrisse qualche tipo di risentimento per Yamcha, si divertiva semplicemente a farlo impazzire usando la sua immaginazione.

Lo adocchiò proprio sul divano intento a guardare una partita, forse per lui, molto importante: la situazione ideale per mettere in funzione il suo cervello per divertirsi un po' alle spalle del guerriero.

Levitò di qualche metro dal suolo quel tanto che bastava per raggiungere l'armadietto posto al centro. Tastò per un po' il fondo, diede un colpetto sicuro e la parte più interna si staccò rivelando un perfetto nascondiglio. Prese il telecomando universale e rimise a posto l'asse che aveva staccato.

Si nascose dietro la parete che sorreggeva l'arco che separava la cucina dal salotto. Premette il pulsante e la televisione di colpo si spense.

Ridacchiò quando vide il povero Yamcha alzarsi di scatto e andare alla ricerca del telecomando -Dov' è finito? Ero sicuro di averlo appoggiato qui!- esclamò buttando all'aria i cuscini del costoso divano. Lo cercò per diversi minuti e, quando si arrese appoggiandosi sconsolato al divano sottosopra, la televisione, come per magia, si accese.

Il gioco continuò ancora per qualche tempo, con il piccolo guerriero che spegneva la tv sul più bello e poi la riaccendeva tempo dopo.

Il culmine della disperazione, per Yamcha, e del divertimento, per Trunks, fu quando quest'ultimo spense l'elettrodomestico a pochi minuti dalla fine della partita. Il terrestre si mise a pregare addirittura l'oggetto inanimato a finché gli lasciasse vedere gli ultimi minuti.

Quando il ragazzo si decise a riaccendere la partita era finita e stavano già trasmettendo un altro programma. Vide Yamcha deprimersi davanti il programma di cucina.

Ridendo a crepapelle si diresse nella propria stanza pianificando un nuovo, cattivo, scherzo.

 

***

 

Portò l'oggetto alla bocca, masticandolo con i denti bianchi come fosse qualcosa di commestibile. Giocò con il pulsante sulla sua sommità facendo sparire e riapparire la punta della penna, scrisse qualcosa al volo e poi riportò l'oggetto sotto la tortura dei denti perfetti. Sapeva benissimo che era un brutto vizio e anti-igenico, così come mangiarsi le unghie ma era più forte di lei, era un qualcosa che si portava dietro dall'adolescenza, quando nel suo astuccio vi erano solo penne mangiucchiate con su impresso l'evidente segno del morso.

Spostò lo sguardo sul marito che stava muovendo la propria penna tra due dita tendo la testa appoggiata sulla mano libera. Si stava inevitabilmente annoiando.

Sentendosi osservato voltò lo sguardo su di lei incrociando un paio di occhi azzurri. Gli ritornarono alla mente i ricordi di quella notte, in cui quelle due pozze azzurre lo imploravano di darle di più. Ghignò facendo arrossire la moglie.

Quel ghigno, quel fottutissimo, sexy e seducente ghigno che modellava quelle labbra che ora bramava di baciare. Quelle labbra che avevo percorso il suo corpo, lasciando una scia infuocata facendole bruciare la pelle.

Quella bocca l'aveva morsa, baciata e leccata durante l'ennesima notte di fuoco che avevano passato. Il ricordo era così nitido.

 

Stringeva le lenzuola con entrambe le mani creando delle grinze e scoprendo il materasso. Si inarcò sospirando forte quando sentì le sue labbra posarsi sul capezzolo, succhiandolo e mordendolo. Avvertì le sue mani torturare la sommità del suo piacere mentre la sua lingua giocava con i capezzoli.

Strinse maggiormente le lenzuola dimenandosi sotto il suo tocco rovente, sentiva le sue mani dappertutto sul proprio corpo, dalla testa ai piedi era in balia del compagno che giocava con lei.

Ansimò più forte quando avvertì le dita di lui che la esploravano mentre le baciava avidamente il collo, mordendolo e succhiandolo lasciandole anche dei segni. Ma non le importava, in quel momento voleva solo godersi la magia delle sue mani sul corpo.

Riuscì a mala pena ad aprire gli occhi per vedere il suo sorrisetto compiaciuto e quei due occhi color ebano che la guardavano adoranti con uno strano luccichio. Posò le mani sul suo volto avvicinandolo al proprio unendosi in un bacio bollente, trasmisero tutta la loro eccitazione in quel dolce contatto facendo rincorrere le lingue nella bocca dell'altro. Un bacio umido, passionale diverso da quelli che si scambiavano durante il giorno. Questo era molto più animalesco.

Lui tornò a dedicare attenzione al corpo di lei mordicchiandole il collo, le spalle, la pelle delicata del seno fino ad arrivare poco sopra l'ombelico dove lasciò un bacio dolce.

Lei sorrise dolcemente comprendendo la natura di quel gesto: nel suo ventre sono stati concepiti e formati entrambi i loro figli, era come se la stesse ringraziando per ciò che gli aveva dato.

Ansimò il suo nome quando le sue labbra raggiunsero il punto delicato tra le gambe, sentì il suo sorriso sulla pelle e infilò le dita nella sua chioma scura.

Quel gioco era appena iniziato.

 

Si leccò involontariamente le labbra al ricordo della notte precedente causando un cambiamento negli occhi del marito che la stava osservando. Le rivolse un sorriso malizioso ben nascosto agli occhi degli altri, mimando la parola “mia” per poi leccarsi le labbra suadente.

Arrossì di colpo portando la penna alla bocca masticandola cercando di mascherare il nervosismo.

 

Terminata la lunga agonia che era stata la riunione, mise velocemente a posto le proprie cose non vedendo l'ora di tornarsene a casa.

Ripose tutti i fogli nella cartellina blu dentro la quale vi erano tutti i progetti più importanti a cui stava lavorando. -Ehi Bulma! Ti va di mangiare insieme? Ho bisogno di energie, dopo due ore passate qui dentro a sentire quel tizio parlare ho un calo di zuccheri pazzesco. - disse la ragazza mora davanti a lei stiracchiandosi. L'azzurra le sorrise cordiale – Mi dispiace Al, sono costretta a rifiutare il tuo invito. Ho altri progetti per oggi.- rispose guardando verso la porta. Al si voltò nella stessa direzione scorgendo la figura massiccia di un uomo appoggiato al muro fuori, di fronte la porta. Strano, di solito il direttore tornava a rinchiudersi nel proprio ufficio subito dopo la riunione.

-Torni a casa anche oggi? Ma voi due vivete in simbiosi? Ok che siete sposati ma avete due vite differenti, dovete sempre stare incollati?- chiese perplessa Al. Bulma ridacchiò all'affermazione dell'amica. Al Smith era una giovane donna, mora con due stupendi occhi verdi, molto indipendente ed attaccata alla propria autonomia. Nonostante convivesse con la fidanzata, Al era sempre molto autosufficiente, non amava che gli altri si prendessero cura di lei.

-Prima o poi riuscirò a staccarti da tuo marito per un pomeriggio!- urlò la mora mentre l'altra donna si allontanava guadagnandosi un veloce gesto dalla mano in segno di saluto.

Quando lei uscì stava osservando il soffitto come se ci fosse qualcosa di così interessante da catturare la propria attenzione. -Andiamo?- la voce cristallina di lei lo riscosse dai pensieri e i ritrovò ad annuire come in trans.

 

***

 

Incredibile come un'ammasso informe di circuiti, cavi e fili di rame messi, apparentemente, a casaccio possa formare un aggeggio che portava alla dipendenza molti bambini e adolescenti.

Per lui, però, quell'ammasso di fili e pezzi di metallo non era poi così incomprensibile, sapeva benissimo cosa era collegato a cosa e perché. Aveva visto la madre armeggiare con componenti elettronici molte volte, il più delle quali si era anche fatto spiegare cosa collegassero.

La playstation era forse la miglior invenzione per tener occupati i ragazzini di tutto il mondo. E lui non faceva eccezione, passava interi pomeriggi appiccicato a quello schermo ad alta definizione sul quale scorrevano le immagini del combattimento che i due personaggi, della storia di turno, avevano intrapreso.

Premeva i tasti quasi con rabbia quando si accorse che la vita del proprio personaggio era poco più della metà. Aggrottò la fronte perplesso, non aveva mai perso a quel gioco.

A testa in giù sull'enorme divano dell'altrettanto grande salone, prese a premere con foga i tasti mentre i suoi occhi scorrevano veloci sullo schermo: cercava di prendere alla testa il giocatore della squadra avversaria con la propria arma, ma esso continuava a scomparire quando il mirino dell'arma puntava alla testa. -Ma cosa..?- disse il ragazzino l'ennesima volta che il personaggio scomparve per poi riapparire sul tetto dell'edificio. -Hai capito questo! Bello giocare con i trucchi è?- disse mettendosi seduto a gambe incrociate e sporgendosi leggermente in avanti, in modo da poter appoggiare gli avambracci sulle ginocchia. Un sorriso sadico comparve sul proprio volto -Beh, adesso i giochi sono finiti. Ti faccio pentire di aver provato ad imbrogliare.- premette una serie di pulsanti in modo automatico finché la scritta “Round Vinto” non apparve sulla schermata. -Sei morti e settanta uccisioni. Ho battuto il mio record.- si portò le braccia dietro la testa.

Lo scatto della serratura lo costrinse a portare la sua attenzione sulla porta di casa. -Ciao mamma, ciao papà!- li salutò dal divano con entusiasmo. Era felice che i genitori fossero tornati a casa cominciava ad annoiarsi in quella casa enorme. -Ciao Trunks, com'è andata la mattinata? Avete distrutto qualcosa?- chiese la donna. Il ragazzino sbuffò prima di rispondere -No, mamma, non abbiamo distrutto niente. Sono in piedi dalle 10 e non ho fatto altro che giocare con i videogiochi, leggere qualche fumetto e..- si bloccò di colpo. Forse quello era meglio che non lo diceva, non sapeva se la madre avrebbe approvato. -E..?- lo incalzò la donna con le braccia incrociate. In quel momento Bra fece la sua entrata, reggendosi a mala pena in piedi, decisa e raggiunse le braccia materne. Quando vide la donna prendere in braccio la sorella credette di essere salvo perciò ricominciò a giocare come se niente fosse. -Trunks, cos'hai combinato?- la voce della donna raggiunse le sue orecchie ma non il suo cervello, solo quando si mise davanti lo schermo che ottenne la sua attenzione nonostante continuasse a sporgersi da tutte le parti per cercare di vedere. -Mamma! Va bene, va bene! Ho fatto qualche innocuo scherzetto a Yamcha! Ora spostati!- ammise cercando di capire dove dovesse sparare. -A Yamcha? Perché proprio a lui?- chiese nuovamente al bambino che continuava a mettersi in tutte le posizioni possibili per riuscire a vedere lo schermo. -Non lo so, era l'unico disponibile, mamma ti prego spostati mi stanno uccidendo!- la pregò alla fine. La donna finalmente si spostò lasciando piena visuale al ragazzino.

Una voce dalla cima delle scale li raggiunse -Siete tornati, com'è and...- Yamcha aveva appoggiato il piede destro sul primo gradino della scalinata. Grosso errore. Il piede scivolò in avanti perdendo appoggio e lui si fece tutte le scale di culo, quando arrivò alla fine e cercò di rialzarsi scivolò nuovamente e si ritrovò faccia a terra.

Trunks aveva cominciato a ridere come un pazzo, stringendosi la pancia con le braccia e le lacrime che gli uscivano dagli occhi. -Non pensavo fossi così cretino da cascarci.- disse tra le risate. Si mise in posizione fetale e, involontariamente, rotolando, cadde dal divano ancora ridendo. Anche la piccola Bra si era messa a ridere -Buffo! Buffo!- aveva cominciato a dire battendo le mani.

Mentre Bulma non sapeva cosa pensare di quella situazione, Vegeta si era messo a sghignazzare appoggiato al divano con le braccia incrociate.

Intanto il poveretto era riuscito a rimettersi in piedi e stava bevendo un bicchiere d'acqua gentilmente offerto dalla Signora Brief. Non appena appoggiò le labbra sul bordo del bicchiere una sensazione di bruciore lo accolse ma non ci pensò e mandò giù un sorso d'acqua. A quel punto un fuoco gli esplose in bocca, con gli occhi pieni di lacrime e la lingua di fuori tipo cane si aggirava per il salone in cerca di altra acqua ma trovò solo bicchieri cosparsi di peperoncino.

Mentre Yamcha era alla disperata ricerca di qualcosa che alleviasse il bruciore, Trunks aveva cominciato a ridere più forte, a volte senza respirare. -Oddio... Non ce la faccio più!- disse tenendosi lo stomaco e battendo un pugno a terra in preda alle risate. Quando, sconsolato, Yamcha si andò a sedere sulla prima sedia disponibile a peso morto fece un salto di un metro lanciando un urlo da ragazzina.

Il povero Trunks ormai era in preda alle risate incontrollate e quando persino Vegeta scoppiò in una risata divertita, lei non potè far a meno che seguire il flusso e lasciarsi andare alle risate più sincere.

Il guerriero intanto si massaggiava il didietro con la puntina, che prima era sulla sedia, in mano e la lingua di fuori cercando ancora di farla raffreddare. Non avrebbe più mangiato piccante in vita sua.

 

***

 

Il campanello alla porta suonava insistentemente, quasi qualcuno ci tenesse il dito sopra. Ma quale quasi, c'era veramente qualcuno che teneva premuto quel tasto.

Scese le scale a due a due, impaziente di vedere la faccia tosta di chi si ostinava a produrre quel fastidioso suono, per poi spaccargliela a suon di pugni.

Aprì la porta e, purtroppo per lui, e per fortuna di chi era dall'altra parte dell'uscio, si ritrovò davanti l'enorme sorriso di Evelyn. -Ciao cognatino!- disse la castana. Marco se la rideva alle sue spalle con Keyko in braccio che smaniava per essere messa giù.

Vegeta girò i tacchi tornando in salotto seguito dalla piccola combriccola -Non sono tuo cognato.- disse piatto. Odiava le chiacchiere, non sopportava i vaneggi delle persone su cose futili.

Evelyn gli si parò davanti con un sorriso a trentadue denti; si rese conto che nessun essere consenziente gli aveva mai bloccato la strada tanto convinto. Beh a quel tempo aveva una pessima reputazione in giro per lo spazio, nessuno avrebbe mai osato avvicinarsi figuriamoci sbarragli la strada in quel modo. Ma, in quel momento, non era più al sevizio di Freezer, non era più un mercenario assassino e non era più costretto ad incutere timore per avere rispetto.

La castana gli sorrise -Per me Bulma è una sorella, quindi tu sei mio cognato.- concluse sicura. Vegeta la sorpassò ignorandola -Come ti pare.- la liquidò andandosi a sedere su una sedia attorno al grande tavolo. Afferrò una mela dal porta frutta e, dopo averla lanciata e ripresa un paio di volte, gli diede un morso, poi la rilanciò nuovamente per riprenderla al volo.

Intanto Marco aveva chiuso la porta d'ingresso e si era andato a sedere accanto a lui, Keyko si era fiondata sul tappeto davanti allo schermo da 45 pollici dopo averlo, naturalmente, acceso e sintonizzato sul suo canale preferito. L'aveva fatto in modo molto naturale, quasi fosse casa sua.

Evelyn si guardò intorno, non scorgendo la figura dell'amica pensò di chiedere al suo amato “cognatino” dove si trovasse -Dov'è Bulma? Non la vedo in giro.- disse osservando il proprietario di casa centrare in pieno il cestino con il torso della mela. -In laboratorio. Conosci la strada.- disse autoritario. Evelyn, con un'alzata di occhi al cielo, si diresse verso il lungo corridoio che portava ai laboratori -Si conosco la strada, non che mi aspettassi che tu ti saresti offerto di accompagnarmi.- disse rivolta al Saiyan, il quale cominciò a pensare che quella donna fosse l'amica perfetta per sua moglie.

 

***

 

Quella casa era decisamente enorme, ci si era persa una o due volte in quel labirinto di corridoi e stanze. Si guardò intorno scorgendo pareti vuote o qualche foto di famiglia sparsa qua e là, nulla che potesse però riportare alla natura un po' fuori dal comune di quella splendida famiglia. Si bloccò , a pochi passi dalla porta scorrevole che separava l'abitazione dai laboratori, davanti una foto in particolare. Forse scattata di nascosto o di fretta, non era dritta ma risultava leggermente piegata verso destra, ritraeva i due coniugi, il giorno del matrimonio, che si scambiavano un dolce bacio, in primo piano, oltre ai loro visi, si vedeva benissimo la mano sinistra di lui sul fianco di lei, con la fede nuziale dorata che brillava illuminata dal sole, e le braccia di lei intorno al collo di lui, come in un abbraccio. Rimase a fissarla a lungo, piegando la testa ora da una parte ora dall'altra, cercando di guardarla da diverse posizioni.

Una semplice foto che testimonia l'amore che quel cupo guerriero prova per la propria moglie -Bella vero? Non immagini quanto ho dovuto discutere con Vegeta per tenerla appesa. Lui non ama dimostrare i suoi sentimenti in pubblico.- Bulma era uscita dal laboratorio e, nonostante la testa chinata sui propri appunti, aveva scorto l'amica fissare quel quadro appeso. -E' veramente molto bella, perché non dovrebbe essere esposta? Non è un modo per dire al mondo intero che, nonostante tutto, ti ama?- chiese la castana guardando l'amica. -E' proprio questo il problema, lui non vuole farlo sapere al mondo intero. Almeno non in modo così palese. È un tipo molto riservato, se per lui risulta poco naturale dimostrare a noi, che siamo la sua famiglia, che ci ama e ci vuole proteggere, farlo sapere agli altri è fuori discussione.- spiegò. Si ritrovò a ridacchiare pensando a quella piccola eccezione alla regola. Evelyn colse subito il risolino dell'amica e, curiosa, le chiese il motivo. -Niente, lascia stare.- disse prendendo a camminare per il lungo corridoio. Evelyn la raggiunse continuando a chiedere il motivo di quella risata -Non è niente, Evelyn. - disse ridacchiando. L'altra, che si era ritrovata a camminare all'indietro per poter guardare l'amica in faccia, aggrottò le sopracciglia non convinta -Non è vero! Tu mi nascondi qualcosa! Avanti, parla!- insistè. -Ok,ok! C'è un'unica piccola eccezione alla regola: Yamcha.- Evelyn guardò l'amica perplessa -Yamcha? Cosa diavolo c'entra il tuo ex?- -C'entra e come. Vegeta, per quanto non voglia ammetterlo, è tremendamente geloso e detesta qualsiasi uomo che mi giri troppo attorno.- cominciò l'azzurra. -E siccome Yamcha è stato il tuo “storico fidanzato”, ha un motivo in più per detestarlo. Giusto?- continuò l'altra. Bulma annuì -Esatto. E non perde occasione per umiliarlo o per ricordargli cosa ha perso. Arrivando anche a baciarmi davanti a lui, per poi andarsene con un sorrisetto soddisfatto.- disse cominciando a ridere seguita a ruota dall'altra. Fu proprio Evelyn che andò addosso a qualcosa, o qualcuno, che fermò la sua bizzarra andatura in retromarcia. -Ciao, Yamcha! Ti ricordi di me?- disse la donna.

Il guerriero terrestre cominciò a cercare nella sua memoria la faccia della donna, quando la trovò annuì energicamente. -Certo che mi ricordo! Eri sempre tu ad avere idee malsane per trascorrere la giornata.- disse l'uomo. -Esattamente. Ma tu cosa ci fai qui? Il terzo incomodo?- gli chiede la donna dagli occhi nocciola. Vide l'uomo di fronte a sé sospirare e grattarsi la testa nervosamente, esattamente come quando frequentava il liceo. -Beh, ecco, ho avuto dei gravi problemi finanziari e, siccome mi hanno buttato fuori di casa, ho chiesto ospitalità qui.- spiegò. Evelyn rimase impassibile -E quanto tempo stai facendo la sanguisuga a casa della tua ex?- disse piatta. Non aveva mai avuto molto tatto, specialmente con chi non le andava a genio. Yamcha abbassò il capo sconfitto. -Due mesi ormai, senza contare i sei precedenti.- si sentiva uno stupido scroccone ricordando il tempo che aveva passato a casa loro. -Vedi di trovarti un impiego al più presto, e di andare fuori da qui. -concluse la castana. Riprese a camminare seguita a pochi passi dall'amica.

 

Angolo autrice:

 

Ed eccomi qui con un altro capitolo :D Ho avuto un blocco dello scrittore per un luuungo periodo, ecco perché non ho aggiornato prima. T^T

Beh non c'è molto da dire sul capitolo: Bulma è la solita, testarda fino al midollo e pronta a difendere il figlio con la sua parlantina. Vegeta ha finalmente compreso cosa significa fare il genitore, quindi non solo prendere a calci e pugni il proprio figlio aiutarlo con i compiti o educarlo secondo delle regole ma anche difenderlo quando professoresse che non sc****o, quindi acide, lo accusano ingiustamente u.u

Per la gioia di qualcuno, è tornata la famiglia di Evelyn yeeh :D Nel prossimo capitolo (dato che ho finito le idee) vedrete cosa combinerà la nostra amata famiglia Prince con Evelyn di mezzo xD

 

Risposta recensioni:

 

The Writer Of The Stars: eee!! Quanti complimenti v.v Se proprio lo vuoi sapere anche a me le slice of life fanno impazzire, ecco perché le scrivo u__u Il vecchietto io fissi stata in un passeggero lo avrei picchiato, la pazienza ha un limite (specialmente la mia xD). I professori sono tutti un ammasso di stronzi ma ci hanno pensato i genitori del nostro carissimo mezzo Saiyan a rimetterla in riga (e forse le avrebbero dovuto suggerire anche di farsi visitare da uno bravo ù.ù). Veggy è il solito, con una maschera di cattiveria sempre addosso ma con la sua famiglia è tutt'altra storia.

Bra è la principessa di casa e la “cocca di papà”, è femmina dopotutto ed è nata in un periodo più propizio rispetto al fratello. Grazie ancora per i tuoi complimenti. Alla prossima.

 

Kiss

Aral89: Ciao carissima :D Come vedi Evelyn e famiglia, anche se a fine capitolo, sono tornati alla riscossa pronti, specialmente Evelyn, a rendere la vita di Yamcha un inferno yeeh! :D
Si quel mollusco, parassita, egoista, guardone, superficiale, immaturo, (devo continuare?) sotto specie di essere vivente mi sta altamente sulle palle u.u E siccome a mio parere Toriyama-sama è stato troppo buono con lui spetta a me, in quanto fan sfegatata delle BxV ed equivalentemente(???) haters(?) di Yamcha, divertirmi a torturarlo a mio piacimento muahahahahha ò__ò *le fiamme avvolgono il suo corpo * *le lettrici fanno un passo più in la *
Veeeeeggy!! *Vegeta scappa * *lo rincorre * lui è SEMPRE virile in ogni situazione u.u Comincio ad invidiare anche io Bulma T^T
La pigrizia ci sta sempre (soprattutto se devo fare i compiti *fischietta *) ed io ne sono l'esempio vivente.


StarDoll95: Ma ciao :D Sono felice ti piacciano i momenti romantici di questa coppia scoppiata(?). Vegeta è moooolto geloso, solo che non lo ammetterà mai. Troppo orgoglioso. Anche se, se fosse per lui, bacerebbe, abbraccerebbe e toccherebbe (non pensare male) Bulma davanti a Yamcha in ogni buona occasione, si diverte a spiattellargli in faccia ciò che ha perso.
L'amica di Bulma e co. sono tornati e rimarranno anche nei prossimi capitoli, sono contenta che ti sia piaciuta la nuova famigliola.
Per la collana ho pensato al fatto che Vegeta, nonostante tutto, ama i propri figli ma non è capace di dimostrarglielo apertamente, almeno non sempre, e quindi ho pensato “come faccio a far capire ai lettori che il nostro Principe ama i suoi due pargoli?” ed è uscita fuori l'idea della collana :3

alla prossima! Kiss


shadowkiss16:  In effetti è stato un po' baka in quella situazione xD però pure gli insegnanti sono marci dentro u.u
E pensare che Vegeta ti considera intelligente” Ma Trunks è intelligente D: solo che, poro ciccio, per una volta che non si fa i ca...voletti suoi si mette nei guai u.u è stato solo un po' sfortunato.
Si Yamcha è di nuovo fra i piedi e credo che Vegeta e Trunks gli faranno pentire di essere tornato *padre e figlio vengono avvolti dalle fiamme con uno sguardo sadico * *l'autrice fa parecchi passi indietro * non ti preoccupare ci penseranno loro a rendergli la vita impossibile

alla prossima! xoxo

 

 

 

 

  
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