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Autore: Black_fire    04/12/2014    8 recensioni
Bella potrebbe dirsi una normale diciottenne come tante altre sue coetanee, se non fosse per due particolari non proprio indifferenti: il primo è quello di avere una famiglia adottiva, i Cullen, composta da vampiri ultracentenari. Il secondo, e anche il più pericoloso, quello di essersi perdutamente innamorata di Edward, uno dei suoi fratelli che ormai lei non riesce più a vedere appunto come tale.
L'ennesimo trasferimento della famiglia Cullen, Bella compresa, a Forks vedrà comparire all'orizzonte una svolta decisiva nelle vite di tutti loro.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buongiorno!
Apro questo spazio ringranziando tutte voi lettrici che avete inserito la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate, perchè il numero segnato accanto mi ha davvero molto sorpreso, regalandomi ovviamente una grande emozione (credo non sia ipocrita da parte mia dirvi che non davo affatto per scontato che la mia storia potesse coinvolgere un numero di lettrici così alto).

E prima di lasciarvi alla lettura, ci tenevo anche a sottolineare che nel corso della storia, potrebbero comparire (o sono già comparsi) situazioni e personaggi presenti anche nella saga originale, ma che saranno "rimaneggiati" ovviamente in maniera diversa. Ci tenevo a dirlo, perchè la mia idea di "what if" è proprio anche quella di poter inserire a più riprese qualcosa di già conosciuto, però dandogli appunto una veste nuova.
Anche per questo capitolo troverete delle note finali, che forse vi aiuteranno a comprenderlo meglio (il mio timore è che a volte non sia chiara in alcuni passaggi, dando per scontato che si capisca comunque il loro senso).
Buona lettura.
BF



Ti ho deluso?

O ti ho lasciato un gusto amaro in bocca?

Ti comporti come se tu non avessi mai avuto amore

E vuoi che io me ne vada senza

Beh, è

 

troppo tardi

Stanotte

Per rivangare il passato

Riportandolo alla luce

Siamo una cosa sola, ma non siamo uguali

Dobbiamo sostenerci a vicenda

sostenerci l'uno all'altro

"One love - U2"








Non mi ero mai comportata in maniera così avventata come avevo fatto con quella ragazza, ma a mia discolpa potevo solo dire che il mix di rabbia e gelosia provata nei confronti di Edward era stato troppo da sopportare e nel timore di fare molto peggio, mi ero resa conto che andarmene sarebbe stata la soluzione migliore.
Subito fuori dal locale non mi ero soffermata nemmeno un attimo nel pensare a cosa avrebbe fatto Edward, in quel momento volevo solo trovare un modo per rientrare a casa senza di lui, così mi ero diretta verso il porto, sapendo che nelle sue vicinanze c'era anche la stazione degli autobus. Avrei preso il primo in partenza, poi una volta a Forks avrei pensato come raggiungere casa.
Non mi ero messa proprio a correre, però avevo tenuto un passo sostenuto, nel tentativo di mettere più distanza possibile tra di noi, anche se sapevo che sarebbe potuto rivelarsi arduo il riuscirci.
Una vocina crudele era subito intervenuta nel sussurarmi che forse avrebbe davvero preferito rimanere in compagnia di quella Amber, risolvendomi il problema, ma una parte di me più ragionevole, forse più lucida, l'aveva messa a tacere nella convinzione che non mi avrebbe mai lasciata andare in giro da sola, per giunta di sera.
La rabbia in circolo però, forse, si era rivelata un'ottima benzina per le mie gambe, perchè erano già passati diversi minuti da quando me ne ero andata e di lui non avevo visto ancora nemmeno l'ombra.
Conoscevo le vie da percorrere per arrivare al porto da lì, ma erano quelle che di solito facevo in macchina, quindi avevo optato per tagliare in un'altra direzione pensando che mi avrebbe fatto risparmiare un pò di strada.
Immersa nel caos dei miei pensieri, non avevo prestato vera attenzione a ciò che mi circondava, accorgendomi troppo tardi che le strade percorse mi avevano portato in una zona praticamente disabitata. Quando lo avevo realizzato, mi ero ritrovata in una specie di parcheggio fiancheggiato solo da capannoni e senza più possibilità di proseguire.
La cosa mi aveva sinceramente più infastidito, che non impaurito, perchè nel mio stato d'animo equivaleva ad una perdita di tempo che mi aveva allontanato dalla mia meta.
A quel punto avevo fatto dietrofront per tornare da dove ero venuta, incontrando però una difficoltà: c'erano più strade che portavano in quel posto e io non avevo idea da quale fossi arrivata.
Mi era sfuggita un'imprecazione piuttosto colorita, perchè sembrava che tutto volesse congiurare contro di me per rendere quella serata più orribile di quanto già non lo fosse stata.
Per un attimo ero rimasta immobile, indecisa tra l'imprecare ancora o lo scoppiare a piangere, poi avevo capito che la cosa migliore sarebbe stata quella di recuperare un minimo di calma, così avevo preso a inspirare profondamente, chiudendo gli occhi e cercando di sgomberare la mente.
- Perchè hai baciato quel cane, Bella?
La mia mente non era stata abbastanza veloce nel riconoscere subito la voce di Edward, quindi il mio corpo aveva reagito allontanandosi di scatto dalla presenza che avevo recepito alle mie spalle nel momento in cui aveva iniziato a parlare.
- Edward!
Non avrei saputo dire nemmeno io se nella mia voce ci fosse stato più rimprovero per avermi fatto spaventare o stupore per la domanda che mi aveva rivolto.
- Allora mi hai seguito per tutto il tempo!
Gli era bastato fare un passo in avanti per arrivare ad incombere su di me, costringendomi ad alzare il viso per guardarlo negli occhi.
- Pensavi davvero che avessi un'altra scelta?
Avevo interpretato quella risposta nell'unica maniera possibile, ossia che era stato solo il suo maledetto istinto di protezione a decidere le sue azioni, niente di più, niente di meno.
- Vai al diavolo, sul serio!
Avevo fatto dietrofront, più arrabbiata di quanto non lo fossi stata prima e altrettanto decisa a mettere fine a quel gioco crudele che lui sembrava voler portare avanti ancora.
Solo che mi aveva sbarrato il passo subito, inchiodandomi con uno sguardo che mi aveva fatto accelerare il battito.
I suoi occhi sembravano diventati la notte stessa, neri e impenetrabili.
- Non hai risposto alla mia domanda.
Che cosa?
- Hai un bel coraggio, sai?
Il mio indice lo aveva accusato ancora prima delle mie parole, piazzandosi al centro del suo torace.
- Io dovrei rispondere alla tua domanda, quandotu invece non ti sei degnato nemmeno di prendere in considerazione le mie!
Il dito era diventato il palmo della mano, con il quale avevo cercato di spingerlo lontano da me, nell'intenzione di fargli capire chiaramente che non ero affatto disposta a giocare. Ovviamente non c'ero riuscita, perchè non solo non l'avevo smosso di un millimetro, ma mi ero pure ritrovata con il polso imprigionato dalla presa ferrea della sua mano.
- Bella, ho bisogno di saperlo.
Avevo cercato di liberarmi, strattonando con forza, ottenendo solo che lui mi attirasse più vicino.
- Ti prego...
Quella preghiera aveva fatto vibrare corde profonde dentro di me, impossibili da ignorare nonostante la rabbia che provavo verso di lui.
- Tu non avevi voluto baciarmi... Jacob invece... bè, lui desiderava farlo... così... gliel'ho permesso.
Mi ero ritrovata con il suo viso a pochi centimetri dal mio, dal momento che si era chinato su di me, le sue mani premute sulle guance.
- Giurami che non succederà più!
- Non hai il diritto...
Ma a zittirmi era stata la sua bocca, che si era impadronita della mia con un bacio che mi aveva lasciato senza fiato, tanto era stato irruente e prolungato.
- Ho tutto il diritto di chiedertelo, invece, perchè la sola idea che possa succedere ancora mi fa impazzire.
- Edward, io... tu...
Era stato davvero difficile pensare, quasi impossibile, perchè aveva ripreso a baciarmi con la stessa passione con cui lo aveva fatto la notte scorsa, risvegliando dentro di me le stesse, intense emozioni. Mi ero di nuovo persa in un mondo dove non esisteva altro all'infuori di noi due, quindi era stato piuttosto scioccante sentirlo all'improvviso respingermi bruscamente dietro di lui.
- Resta dietro di me, Bella.
Lo aveva quasi ringhiato quell'ordine, ma non avevo avuto il tempo di domandare nulla, prima che una voce sconosciuta parlasse.
- Davvero un bocconcino delizioso, amico. Cosa ne diresti di condividerlo con me?
Le giravolte che Edward mi aveva fatto compiere insieme a lui, erano state così veloci da farmi girare la testa.
- Oh, oh... la nascondi bene...  a quanto pare, ho proprio messo gli occhi su qualcuno che non dovevo...
La voce di quello che avevo capito essere un vampiro mi aveva gelato il sangue nelle vene: era stata un misto di sfida e crudele divertimento.
- Esatto, perciò ti consiglio di andartene immediatamente.
Quella di Edward era stata fredda e determinata. Se mi aveva rassicurato da una parte, perchè sembrava non essere spaventato, dall'altra mi aveva impensierito proprio nel timore che potesse raccogliere la sfida del suo simile.
Mi erano venuti in mente alcuni racconti di Jasper, su come potessero essere violente le lotte tra loro vampiri e mai avrei voluto che lui dovesse affrontarne una per colpa mia.
- Allora la stavi davvero solo baciando.
Quell'affermazione era stata accompagnata da una risatina maliziosa che mi aveva procurato altri brividi e di riflesso avevo seppellito ancora di più il viso nella schiena di Edward.
Solo in altre due occasioni ero stata in presenza di altri vampiri, ma si era trattato di amici fidatissimi di Carlisle, che come lui erano stati gli esponenti di spicco di una comunità di "vegetariani".
- Il suo è un modo alquanto strano di giocare con il cibo, non trovi James?
La seconda voce si era materializzata alle nostre spalle, inducendo Edward a porsi di traverso, per poter tenere sott'occhio tutti e due. A quel punto era stato più forte il bisogno di vedere in viso chi ci minacciava, non fosse altro per capire quanta fosse stata la loro determinazione.
Assurdamente il mio cuore martellava di paura più per l'incolumità di Edward che non per la mia. Se ci trovavamo in quella situazione, la colpa era da attribuire a me due volte, primo perchè avevo lasciato il ristorante, secondo perchè ero un'umana.
- Sì, vero, Laurent. Forse dovremmo provare anche noi... chissà, magari potrebbe piacerci.
Non ero riuscita a vederli molto bene, perchè si erano tenuti ai margini del cono di luce che proiettava il lampione più vicino, però il loro atteggiamento era stato inequivocabilmente ostile.
Avevo poi alzato il viso per guardare Edward e i suoi lineamenti mi erano sembrati scolpiti nella pietra, tanto erano stati tesi e concentrati.
Sicuramente stava leggendo i pensieri di quei due e forse questo gli stava fornendo un leggero vantaggio su di loro, o almeno lo speravo.
- Ve lo ripeto, andatevene e non ci saranno conseguenze per voi.
Aveva rivolto quell' ultimatum minaccioso al primo vampiro comparso, ignorando del tutto l'altro. Probabilmente aveva trovato nei loro pensieri che sarebbe stato lui a decidere se lasciar perdere o meno.
- Scimmietta, aggrappati forte.
Nel momento stesso in cui me lo aveva detto, mi aveva anche issato sulle sue spalle, certo che avrei capito perfettamente a cosa mi dovessi preparare. In effetti, nonostante mi sentissi in balia del panico più puro, era stato un riflesso incondizionato quello che mi aveva portato a passargli le braccia intorno al collo e le gambe intorno a fianchi, stringendolo più forte che potevo.
Non avrei saputo quantificare le volte che in passato ero sfrecciata insieme a lui durante una delle tante gare di velocità che aveva sempre vinto contro i nostri fratelli, però potevo giurare che ogni volta era iniziata con lui che mi diceva di aggrapparmi bene, proprio come se fossi stata una di quelle scimmiette che avevo visto da piccola allo zoo.
Avevo sepolto il viso nella piega del suo collo, perchè sapevo che alla velocità a cui saremmo andati, mi sarebbe stato comunque impossibile vedere qualcosa, anche se fosse stato pieno giorno.
La prima volta che mi aveva portato con sè, avevo davvero creduto che stessimo volando, però anche dopo, nonostante sapessi di cosa era capace, la sensazione era rimasta sempre quella.
- Bella, devo andare più forte.
Avevo colto appena la sua voce nel sibilare dell'aria che mi sferzava e se avevo ritenuto impossibile che succedesse, lui mi aveva fatto ricredere, perchè per quanto fossi stata abituata, il mio stomaco si era ribellato all'ulteriore accelerazione di cui era stato ancora capace.
Mentre immaginavo che avessimo già lasciato Port Angeles, sfrecciando in mezzo ai boschi per raggiungere Forks, non riuscivo a smettere di pensare che Edward stesse mettendo a repentaglio la sua vita per colpa mia. Mentre sarei stata pronta a sacrificarmi per lui, il contrario mi era praticamente inconcepibile.
- Bella, resisti, siamo vicini...
Aveva ovviamente sentito la mia presa allentarsi, così aveva rinforzato la sua, vanificando l'idea di lasciarmi scivolare via da lui e fermare così la caccia che i due vampiri stavano dando ad entrambi.
La certezza che ci stessero sempre inseguendo e che fossero vicini, era data dal fatto che non c'era stato da parte di Edward il benchè minimo accenno di rallentamento. Poi avevo avvertito una presenza inquietante affiancarci e iniziare a correre accanto a noi. Non avrei saputo dire cosa pensassi in quel momento, ma l'idea che stessi per morire era la cosa più probabile. Credevo che uno dei due vampiri fosse riuscito a raggiungerci, per cui ero pronta a sentirmi strappare via da Edward.
Avevo chiuso gli occhi più forte, per poi spalancarli l'attimo dopo, nel tentativo di capire da chi provenissero i ringhi furiosi che improvvisamente sembravano essersi moltiplicati in un numero indefinito.
- Sono i lupi, siamo nel loro territorio.
Avevo realizzato che non mi ero limitata a domandarmelo nella mia testa, ma dovevo averlo pensato ad alta voce, perchè Edward mi aveva appena risposto.
Contemporaneamente erano successe due cose, la nostra corsa era rallentata e il latrare incessante che aveva rotto il silenzio della foresta, sembrava si stesse allontanando in direzioni diverse.
- Ora mi fermo, ma tu non provare ad avvicinarti.
- Edward, ma che stai dicendo?
Ero stata sì in preda al panico, ma davvero non avevo trovato alcun senso in ciò che mi aveva appena detto. 
- Non parlavo con te, Bella, ma con Black.
- Jacob?
- Sì, proprio lui.
Okay, Bella, respira.
- Jacob è qui?
- Sì, era lui che ci ha affiancato.
Ci eravamo fermati e nemmeno me ne ero accorta. L'avevo realizzato in quel momento, mentre Edward mi aveva lentamente deposto a terra, passandomi un braccio intorno alla vita e sostenendomi. Se non lo avesse fatto, sarei finita lunga distesa sicuramente, perchè non solo avevo le gambe come gelatina, ma anche lo stomaco sottosopra e la testa che mi girava.
Cristo santo!
Alla vista dell'ombra enorme che avevo colto a qualche metro da noi, non ero balzata via solamente perchè me lo aveva impedito la stretta solida di Edward.
- Ja... Jacob?
Un brontolio cupo aveva accolto il mio momentaneo balbettio, dovuto al mix di stupore e inquietudine che la vista di quel lupo gigantesco mi aveva provocato.
- Abbiamo violato il patto!
D'improvviso lo aveva realizzato, ed ecco il motivo per cui Jacob ci aveva inseguito! Edward era in pericolo!
- Non proprio... pare abbiano capito il perchè sono entrato nel loro territorio... giusto, Black?
Il Jacob in versione licantropo aveva emesso un altro cupo brontolio, compiendo qualche passo in avanti. Istintivamente mi ero schierata tra di loro, come se avessi potuto fare scudo ad Edward con la mia umanità, qualcosa che i lupi sapevo dovessero rispettare.
- Bella, che stai facendo?
Edward aveva velocemente invertito la situazione, ponendosi lui dinnanzi a me. Jacob aveva ringhiato in maniera più minacciosa, mostrando i denti ed avevo intuito, non so bene come, che si fosse infastidito all'idea che io avessi potuto pensare di essere in pericolo per causa sua.
- Jacob non mi farebbe mai del male, giusto?
Ero riuscita solamente a sporgere con la testa per guardare negli occhi quel lupo che mi fissava a sua volta, dato che il braccio di Edward aveva continuato a tenermi al sicuro dietro di lui.
Mi aveva risposto con un uggiolare che era comunque rimbombato nel silenzio della foresta, ma che mi aveva fatto di nuovo intuire che fosse stata una risposta positiva la sua.
- No Black, non ci contare.
Da come aveva sollevato di scatto la grossa testa, e assunto una postura più aggressiva, avevo capito che Edward doveva avegli fornito una risposta chiara ad un suo pensiero. Così ora sapeva che poteva leggergli la mente, una cosa non tanto piacevole da scoprire vista la loro palese ostilità. Come se non bastasse, Edward aveva anche rincarato la dose.
- Sono entrato nella riserva sperando che mi aiutaste a proteggerla, togliendoci di dosso quei due vampiri. E ti sono davvero grato del fatto che fossi disposto a farlo sino in fondo, ma questo non cambia il fatto che lei sta con me.
Lei sta con me.
Che significato dovevo dare a quella frase?
Stavo con lui perchè ero una Cullen o perchè ero anche qualcosa di più?
Sapevo che non era il momento giusto per chiedermelo, visto che Jacob stava dando chiari segni di insofferenza davanti alle parole di Edward, però non ero riuscita ad impedire ai miei pensieri di prendere quella direzione.
Mi aveva baciato ancora... mi aveva anche chiesto conto del mio bacio con Jacob...
Già, il bacio con Jacob... che ora era quel lupo enorme e decisamente ostile al vampiro con il quale mi trovavo lì.
- Li avete persi! Maledizione...
Il gesto stizzito di Edward aveva scatenato il potente ululato di Jacob, ma prima che potessi preoccuparmi su come interpretarlo, altri avevano iniziato a risuonare in lontananza, proprio come se fossero stati un eco del suo.
- Uno di loro è rimasto ferito...
Edward aveva dovuto alzare la voce per farsi sentire, perchè l'ululato di Jacob era cresciuto di intensità, arrivando ad assomigliare ad un vero e proprio grido di dolore.
- Il branco si legge nella mente, per quello ho saputo che James prima di fuggire è riuscito a ferire uno di loro... 
Nel dirmelo, Edward mi aveva ripreso in spalla e la cosa non era sfuggita a Jacob. Aveva smesso di ululare ed era tornato a fissarlo, manifestando un'insofferenza maggiore nei suoi confronti. Lo avevo visto nei suoi occhi, si agitava un pericolo che prima era stato più sotto controllo.
- Black, ora riporto Bella a casa.
In quell'affermazione di Edward c'era stata la risposta a quella minaccia, perchè il suo tono era risuonato deciso, duro.
Jacob aveva ringhiato, mostrando i denti e pestando il terreno con le sue enormi zampe, dando segno di non essere d'accordo, o almeno credevo significasse quello.
Prima, però, di potermi preoccupare oltre per quello che sarebbe potuto succedere tra loro due, era risuonato un unico ululato potente, che aveva avuto l'effetto di rendere Jacob ancora più combattuto. Lo avevo visto muoversi irrequieto, spostando lo sguardo da noi alla foresta alle sue spalle, mentre il suo ringhiare era diventato più rabbioso.
- Jacob ascolta...
Avevo appena avuto il tempo di pronunciare il suo nome, senza sapere tra l'altro che cosa gli avrei detto esattamente, quando lui aveva emesso un ultimo latrato furioso prima di fare dietrofront e sparire dalla nostra vista.
- Edward ma che cosa...
- Il suo capobranco gli ha ordinato di tornare indietro.
Mi aveva interrotto intuendo che gli stessi chiedendo spiegazione su quell'improvviso dileguarsi di Jacob dopo che aveva chiaramente mostrato di non volerci lasciar andare via.
- Ordinato?
- Sì, i lupi non possono sottrarsi per nessuna ragione ad un ordine del loro Alfa.
- L'Alfa sarebbe il capobranco... ma perchè...
Mi ero zittita perchè Edward mi aveva colto in contropiede, decidendo di non portarmi sulle spalle ma in braccio.
- Siamo vicini a casa, non abbiamo bisogno di correre come prima, così starai più comoda.
Come logica non aveva fatto una piega, solo che si era rivelato molto più... intimo... essere portata così da lui. Non avrei dovuto provare l'imbarazzo che sentivo, non dopo i baci che ci eravamo scambiati, ma forse ero ancora sconvolta da tutto quello che era successo nell'ultima ora, quindi le mie reazioni erano altrettanto confuse.
- Tutto bene?
Mi ero ritrovata a sollevare il viso nel tentativo di cogliere il suo sguardo, per capire cosa intendesse davvero con quella domanda.
Si riferiva alla mia salute, al mio stato d'animo o a tutte e due? Era preoccupato per tutto quello che era successo da quando erano sbucati quei due vampiri o anche per quanto era accaduto prima?
- Un pò scossa... non è stata proprio una serata tranquilla...
- No, direi di no e ne sono responsabile.
Il mio cuore aveva perso un colpo.
- A... a cosa ti riferisci, esattamente?
Mi aveva stretto un pò di più a sè e non sapevo se fosse stato casuale o voluto.
- Al fatto che ti ho messo in pericolo.
La sua voce contrita mi aveva immediatamente fatto agitare.
- Non è stata colpa tua, Edward! Piuttosto mia, se non mi fossi allontanata dal ristorante... bè, tutto questo non sarebbe accaduto!
Avevo avuto solo un attimo di esitazione perchè avevo pensato anche che se non mi fossi allontanata lui forse non mi avrebbe baciato ancora.
Oppure lo avrebbe fatto lo stesso?
- No, Bella, quella di stasera è solo l'ennesima prova che mi ha dato la certezza di quanto sia pericoloso per te starmi vicino...
- Fermati!
- Bella...
- Edward, fermati e parliamone!
Ero stata categorica nella mia richiesta, ben sapendo che se lui fosse stato dell'idea di non farlo, non avrei avuto nessuna reale possibilità di fermarlo lo stesso.
Invece aveva assecondato la mia richiesta e mi era sembrato un segno positivo il fatto che fosse disposto a parlarne.
- Quello che è successo stasera è stato qualcosa di assolutamente imprevedibile anche per te! C'erano le stesse probabilità che mi investisse una macchina guidata da un ubriaco! Sarebbe stata colpa tua anche quello? 
Edward aveva mostrato un'insofferenza che non avevo pienamente capito.
- Tu non vuoi capire, Bella!
Io capivo, invece, eccome... nonostante tutto, ancora stava cercando il modo di rinnegare quello che sentiva per me! Tutto tornava allo stesso punto!
- No, invece capisco benissimo! Capisco che sei capace di baciarmi come hai fatto anche poco prima, dimostrandomi che provi per me dei sentimenti che vanno oltre l'amore fraterno, ma per qualche motivo che non mi vuoi dire chiaramente, vorresti non provarli!
- Non è il momento giusto per questi discorsi, Bella... non qui, non dopo quello che è successo e che è stato sicuramente traumatico per te...
- Certo che lo è stato! Ma se proprio lo vuoi sapere, avevo paura per te e non per me!
Lo avevo visto irrigidirsi ed ero certa di averlo sorpreso.
- Per me?
- Sì, per te! Se ti fosse capitato qualcosa per colpa mia... la sola idea che tu... Dio, ma non lo capisci proprio che ti amo più della mia stessa vita?
Forse era stata la troppa adrenalina ancora in circolo, o forse la paura provata, o forse la rabbia... senza saperlo nemmeno io, ero scoppiata in un pianto improvviso.
- Bella...
Ma non aveva avuto il tempo nè di avvicinarsi, nè di parlarmi, perchè eravamo stati travolti dalle voci ansiose dei nostri familiari che avevano parlato contemporaneamente.
- Oh mio Dio, tesoro stai bene?
- Edward, tu stai bene?
- La mia visione era incompleta...
- Non riuscivamo a trovarvi...
Mi ero ritrovata tra le braccia di mia madre, ansiosa di capire se fossi ancora tutta intera, mentre gli altri avevano preso a parlare tra di loro, ma così velocemente che non ero stata in grado di cogliere cosa si dicessero.
- Tesoro... adesso ci sono qui io, andrà tutto bene.
L'abbraccio di Esme aveva generato nuove lacrime, proprio come se all'improvviso si fosse aperta una diga che avevo tenuto chiuso sinora.
- Bella, tesoro, ti portiamo a casa.
Erano state le braccia di Carlisle a sollevarmi e in quel momento mi ci ero rifugiata come quando da bambina correvo da lui in cerca di un porto sicuro.



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Nel poco tempo che era occorso a Carlisle per raggiungere casa nostra, io ero riuscita lo stesso a crollare in un sonno profondo, senza sogni nè incubi.
A darmene certezza era stato il fatto che al mio risveglio, la sensazione provata era stata quella di uscire da uno stato di incoscienza totale.
Infatti era passato qualche attimo prima che capissi perchè mi sentissi così confusa, poi i ricordi della sera prima mi erano piombati addosso tutti insieme, facendomi sollevare di scatto.
- Amore, ciao...
Mi ero subito ritrovata avvolta nell'abbraccio affettuoso di mia madre, che avevo ricambiato stringendola forte.
- Come ti senti? Ero così in pensiero per te...
Mi ero lasciata cullare dalle sue carezze e dalla sua voce melodiosa, traendone un beneficio immediato.
- Ora sto bene, mamma.
- Bambina mia, ti voglio bene.
Mi aveva stretto più forte, ricoprendomi il capo di baci, e sapevo che cosa avesse scatenato quella reazione, ossia l'appellativo con cui mi ero rivolta spontaneamente a lei.
Solo quando ero stata più grande, avevo realmente capito cosa avesse rappresentato per Esme l'avermi adottata, ossia la prova tangibile che era riuscita ad essere una "vera" madre.
Il fatto che a distanza di tempo, io pensassi a lei ancora in quei termini, ogni volta la riempiva di una felicità immensa.
- Anch'io te ne voglio, da qui fino alla luna.
Avevo usato l'espressione che avevamo inventato quando ero bambina e con la quale misuravamo l'affetto che sentivamo l'una per l'altra, rendendomi conto che in quei giorni ero stata così presa da me stessa, che quasi non avevo pensato a lei.
- Ho avuto così paura per te... credo di non aver mai pregato tanto come ieri sera.
A chiunque altro sarebbe potuta apparire come una bestemmia quell'affermazione in bocca sua, ma io sapevo invece quanta purezza d'animo risiedesse in lei, nonostante la sua natura la volesse relegare all'esistenza di "mostro".
Avevo sempre reputato un'ingiustizia il fatto che non potessero mostrarsi al mondo, perchè ritenevo che fossero migliori di tanti "umani" che erano invece dei veri "mostri".
La sua fede non si era spenta con la sua trasformazione, anzi le aveva dato maggiore forza di volontà nell'affrontare il duro percorso che le si era aperto dinnanzi.
La fede e il suo grande amore per Carlisle, ricambiato da lui in eguale misura. Il legame tra di loro era sempre stato motivo di gioia per me, negli ultimi anni mi ero ritrovata però anche ad invidiarlo, perchè era così che avrei voluto che fosse il mio rapporto con Edward.
Solido ed eterno.
- Si vede che Dio era in ascolto, mamma, dal momento che sono qui sana e salva...
La battuta aveva avuto l'effetto sperato, perchè avevo sentito Esme ridacchiare, lasciando correre via un pò della tensione che aveva sicuramente accumulato nello starmi vicino senza sapere come stessi davvero.
- La mia Bella, sempre così forte e coraggiosa...
Mi aveva scostato da lei per guardarmi negli occhi e riservarmi quello che Carlisle chiamava il suo "sorriso speciale", cioè quello che solo io diceva fossi in grado di strapparle.
Forse c'era stato un pizzico di gelosia in lui, perchè pensava di non essere stato in grado, nonostante il bene immenso che gli volevo, di instaurare lo stesso legame che avevo con lei.
- Dici?
Non avevo ancora voluto ripensare proprio a tutto, però di quella fuga con Edward, ricordavo la paura provata.
- Bella, per la prima volta hai corso un pericolo reale... ed hai reagito in una maniera... davvero straordinaria!
Non avevo dovuto pensare che cosa mi avesse fornito il motivo per riuscirci e non avevo esitato nel dirlo.
- C'era Edward con me...
Il suo sguardo dolce mi aveva scrutato a fondo, e la sensazione era stata quella di sempre, che a lei non potessi nascondere nulla, nemmeno se lo avessi voluto.
- In momenti come questo, credimi, vorrei che tutto fosse più semplice nelle nostre vite.
Non aveva avuto bisogno di aggiungere altro, sapevo a cosa si riferisse: alla nostra diversa natura, al grande ostacolo che rappresentava la mia umanità.
Era un argomento che io avevo iniziato a sollevare in quell'ultimo anno, forse anche in ragione del fatto che mi sentivo sempre più indipendente nelle mie decisioni, e che invece tutti loro sembravano voler non affrontare ancora.
- Lo sai, vero, che la soluzione ci sarebbe...
Non avevo voluto usare la parola "trasformazione" perchè i loro ricordi al riguardo erano molto dolorosi, ma il concetto era stato quello.
- Tesoro...
Ma un bussare discreto l'aveva interrotta.
- E' tuo padre.
La porta si era aperta e la presenza di Carlisle aveva portato altro calore nella mia stanza. Non avrei potuto desiderare genitori diversi da loro, mi avevano dato tutto ciò di cui avevo avuto bisogno, facendomi crescere in una famiglia "diversa", ma dove non mi era comunque mancato tutto l'affetto possibile ed immaginabile.
- Ciao, piccolina.
Si era seduto vicino ad Esme, sfiorandola con uno sguardo tenero, prima di prendere la mia mano tra le sue.
- Come ti senti?
Gli avevo stretto la mano tra le mie e come saluto lo aveva baciato sulla guancia.
- E' il papà o il medico a chiedermelo?
Mi aveva sorriso divertito, battendomi affettuosamente sulla mano.
- Il primo, il secondo si è già sincerato ieri sera che non ti fossi fatta neanche un graffio.
E di graffi lui me ne aveva curati parecchio, vista la mia tendenza ad essere goffa e imbranata, oltre che umanamente fragile.
- Sto bene, sul serio. Non preoccupatevi, è tutto passato.
Non proprio tutto... perchè quello che era successo con quei vampiri era stato solo in parte la causa del mio crollo emotivo.
La mia situazione con Edward, quello era il vero motivo del mio malessere.
- Forse sarebbe il caso che ne parlassimo lo stesso...
Avrei giurato che ci fosse stata dell'indecisione nella voce di mio padre, ma forse me lo ero solo sognato.
- Sì, certo. Anche se sono convinta che Edward vi avrà già raccontato per filo e per segno come sono andate... ehm... le cose.
Merda!
Non mi capitava spesso di imprecare, l'esempio che avevo avuto da tutti loro era stato più che rigoroso, nel senso che utilizzavano tutti un linguaggio forbito e anche un pò antiquato, ma in quel momento aveva ben interpretato l'agitazione che mi aveva colto all'idea che Edward potesse aver raccontato loro proprio tutto.
Quei due vampiri ci avevano sorpreso mentre lui mi stava baciando!
- Bella?
Merda!
Dovevo essere arrossita in maniera vistosa, perchè li avevo visti scambiarsi uno sguardo perplesso.
- Bè... ho paura che vi abbia detto che... ehm... sono stata un pò avventata con Jacob...
Avevo deciso di rischiare e imbastire una scusa che avesse potuto giustificare quella mia improvvisa preoccupazione.
- Ti riferisci al fatto che hai pensato di fare da scudo umano ad Edward?
Ecco, questo glielo aveva sicuramente raccontato, perchè quello di Esme era stato un non tanto velato rimprovero.
- Bè, che ci crediate o no, ho sentito che Jacob non mi avrebbe mai aggredito... mentre mi sembrava sul punto di volerlo fare con Edward.
Edward che sapeva che mi ero baciata con lui..
- La mamma ha ragione, forza e coraggio non ti mancano... ma non devi sottovalutare il pericolo che rappresenta Jacob per te.
Avevo annuito, anche se su quel punto rimanevo del mio parere: Jacob non mi avrebbe fatto del male, non volontariamente.
- Per caso avete rimproverato anche Edward per la sua decisione di entrare nella riserva?
Avevo espresso quella domanda con un leggero tono polemico, forse in un retaggio di tutte le volte che mi ero presa una ramanzina per essere stata avventata su qualcosa che i miei fratelli avevano regolarmente fatto. In passato, come adesso, a volte faticavo ad accettare che usassero due pesi e due misure per il fatto che io ero un'umana.
- Sicuramente non ne siamo stati entusiasti... però nella situazione d'emergenza in cui si trovava, va riconosciuto che ha avuto l'idea giusta. I Quileute possono essere nostri nemici, ma non tuoi.
- Sei incredibile, papà.
Mi ero proprio risentita a quel punto.
- L'ho pensato io e sono stata avventata, l'ha pensato Edward ed era una buona idea.
Probabilmente quella discussione tra di noi era l'indice di quanto il nostro fosse un vero rapporto genitori pazienti-figlia ribelle, però in quel momento non vedevo il lato positivo della cosa.
- Tesoro, non ti arrabbiare così.
Mi spiaceva ferire Esme, però a volte davvero avrei voluto che mi considerassero capace di affrontare le situazioni che il loro mondo poteva mettermi di fronte.
- Scusa, non è che volevo...
Un altro bussare mi aveva interrotta.
- Le tue sorelle.
Alice era comparsa alla sua maniera, come un uragano, perchè si era fiondata dall'altra parte del letto e mi aveva sepolto in un abbraccio soffocante, dal quale ero riuscita a sbirciare Rose che aveva alzato gli occhi al cielo per quell'irruenza.
- Ecco, se non si è rotta qualcosa ieri, ora ci pensi tu, Alice.
- Oh, sta zitta, Rose! Non hai fatto altro che preoccuparti tutta notte per lei e adesso vorresti fare la dura, invece! Vieni qui anche tu e piantala!
Se Alice non fosse esistita, la vita di tutti noi sarebbe stata sicuramente più triste. Ne eravamo tutti convinti, Rose in particolar modo, anche se non lo avrebbe mai ammesso con nessuno.
Così mi ero ritrovata stretta tra loro due, dopo che Esme e Carlisle avevano deciso di eclissarsi e lasciarci sole.
- Sorellina, non sai come mi sento responsabile.
Alice aveva mostrato un vero e proprio dispiacere, tanto che sembrava non fosse in grado di proseguire nel parlare, qualcosa che mi aveva spinto a guardare Rose per capire che storia fosse.
- La sua visione era incompleta... forse a causa della presenza di quei... cani. Per quello non vi abbiamo intercettato prima...
Avevo abbracciato d'istinto Alice, che ora aveva proprio un'aria del tutto abbattuta.
- Alice, non devi neanche pensarlo!
Lo credevo davvero, perchè sapevo quanto a volte le pesasse il dono che possedeva, facendola sentire doppiamente responsabile verso tutti noi. Come se davvero fosse sempre in dovere di evitarci qualsiasi pericolo o dolore.
- Se vi fosse capitato qualcosa...
Immaginavo che per quanto avessi cercato di rincuorarla, avrebbe continuato a sentirsi in colpa, così avevo cercato di distrarla con altro.
- Sì, ma dal momento che non è capitato nulla, ditemi piuttosto che conseguenze ha avuto la cosa con i Quileute! Uno di loro è stato morso da quel James... e Jacob mi pareva proprio furioso... ritengono responsabile Edward della cosa? Il patto è ancora valido?
All'improvviso mi ero resa conto che avevo in testa un sacco di domande e che volevo delle risposte certe.
- Ehi, ehi, sorellina, calma! In teoria dovremmo essere noi a farti delle domande! Tipo se stai bene davvero...
Avevo interrotto Rose con uno sbuffo sonoro.
- Rose, ti prego! Capisco la vostra preoccupazione, ma sto bene! Sono qui, sana e salva, non si vede?
Alice se l'era ridacchiata, recuperando un pò della sua allegria.
- E poi ero io l'esagerata, vero, Rose?
Per tutta risposta si era guadagnata un'occhiata di fuoco dalla stessa, che poi era tornata a fissarmi.
- E' stata un'esperienza traumatica, Bella. Magari adesso non ti pare, però...
Avevo capito la sua sincera preoccupazione, così mi ero affrettata a rassicurarla.
- Rose, sul serio, adesso sto bene. E' vero, mi sono spaventata, però è passato.
Le avevo sorriso, stringendole la mano.
- E sapere qualcuna delle risposte che vi ho chiesto, contribuirebbe a farmi stare ancora meglio.
- Per il momento mi accontento, Bella, però ti terrò d'occhio...
Non era stata una minaccia, ma una promessa che mi aveva rincuorato, perchè piena di affetto.
- Per le risposte che vuoi, lascio la parola a Miss. Lingualunga... sai che le piace raccontare molto più di me.
Mi avevano fatto ridere davvero, qualcosa che non credevo possibile quella mattina.
- La solita simpaticona... comunque, il patto è ancora valido. I Quileute hanno stabilito che la vostra violazione non ha messo in pericolo la loro comunità, questo perchè Edward è stato bravo nello sconfinare solo di poco, diciamo il giusto perchè loro intervenissero. Il fatto che uno di loro sia stato morso... bè, non è certo stato lui a farlo, quindi anche per questo è stato giudicato non colpevole.
Aveva battuto il pugno sul comodino, nell'imitazione del martelletto del giudice. Solo che l'aveva fatto con troppa enfasi, crepandolo.
- Oh cavolo, Bella, mi dispiace!
Capitava che a volte non dosassero la loro forza, non era poi così sconvolgente per me.
- Tranquilla, Alice, vorrà dire che me lo ricomprerai...
Le erano subito brillati gli occhi.
- Magari cambiamo anche l'armadio... essendo coordinato poi non sarebbe affatto...
- Alice, non cambiare discorso.
L'avevo riportata sulla retta via, perchè mi era parso che fosse troppo contenta di poterlo fare.
- Già... bè, la vera sorpresa è stata che i loro grandi capi hanno chiesto un consulto a Carlisle... nel senso che lo hanno ammesso alla riserva, stanotte, perchè desse un'occhiata a quel... ragazzo che era rimasto ferito. Sai essendo medico, per giunta vampiro...
Quella era stata proprio una vera sorpresa!
- E poi?
- E poi...
Alice si era interrotta ancora.
- Alice?
- E poi quel cane rognoso di Black ha iniziato ad avanzare delle pretese assurde!
Jacob... che poteva diventare quel lupo enorme che nel bosco mi aveva inizialmente spaventato.
- Che tipo di pretese?
"Perchè hai baciato quel cane, Bella?"
"Giurami che non succederà più!"
Le parole di Edward si erano affacciate prepotenti nei miei pensieri.
- Sul fatto che siamo in debito con loro per aver aiutato uno di noi.
- E quindi?
Avevo capito di dover tirare fuori le parole di bocca a mia sorella, perchè l'argomento le era giustamente indigesto.
- E quindi per sdebitarci dovremmo concedergli il permesso di rivederti, ammesso che tu sia dello stesso suo parere!
Era stata davvero arrabbiata e Rose non era stata da meno.
- Assurdo, quel cane sta davvero esagerando con te! Ma non ti devi preoccupare, se solo prova ad avvicinarsi gli stacco la testa con le mie mani!
Non avevo avuto il coraggio di ribattere nulla, perchè una parte di me sapeva benissimo di aver dato modo a Jacob di credere che tra noi potesse esserci qualche possibilità.
E' vero che ero scappata da lui dopo quel bacio, però intanto c'era stato!
- E Carlisle che ha detto?
Alice si era stretta nelle spalle, sbuffando.
- Sai che lui è un diplomatico nato... quindi ha capito che non era quello il momento giusto per dire un no bello secco! Si è appellato al fatto che ne avrebbe parlato con te... per poi fargli sapere.
Rose era stata più categorica.
- Diciamo che il no secco è stato solo rimandato ad oggi.
Qualcosa mi diceva che Jacob non si sarebbe accontentato di un no... che avrebbe provato in qualche maniera a raggiungermi comunque.
- Forse sarebbe il caso che glielo dicessi io di persona...
Entrambe le mie sorelle erano scattate contro di me.
- Stai scherzando, vero?
- E' fuori discussione!
Mi ero risentita della poca fiducia che riponevano nelle mie scelte.
- Ehi, calma. Non è che mi serva esattamente il vostro permesso al riguardo!
- Bella, non essere sciocca! Ormai è chiaro che quel... quell'essere ti sbavi dietro! Non è proprio il caso di avvicinarsi ancora a lui!
- E poi, non credo proprio che Edward te lo permetterebbe...
Rose, consapevole o meno della cosa, aveva giocato la carta da novanta, quella che aveva attirato tutta la mia attenzione.
- Guarda che vale anche per lui il fatto che non debba avere il suo permesso.
Ma c'era stato qualcosa nel suo sguardo che aveva iniziato a far battere più forte il mio cuore.
- Altro che permesso... credo che dovresti trovare il modo di passare sul suo cadavere. E considerate le tue scarse possibilità di riuscire ad ucciderlo... penso proprio che la questione sia già chiusa in partenza.
La mia bionda sorella aveva sfoggiato la sua arma migliore, cioè l'ironia.
- Sul suo cadavere?
Alice aveva annuito, guardandomi seria.
- "Bella dovrà passare sul mio cadavere prima che le permetta di rivederlo ancora". Sono le esatte parole che ha usato Edward quando ha letto nei pensieri di Carlisle che cosa gli aveva chiesto Black.
"Ho tutto il diritto di chiedertelo, invece, perchè la sola idea che possa succedere ancora mi fa impazzire".
Non poteva pretendere di avere dei diritti su di me senza che in cambio mi desse un valido motivo. Ne ero fermamente convinta, specie dopo che aveva ripreso a sostenere che non dovessi restargli accanto.
- Bè, dovrà farsene una ragione se deciderò il contrario.
Alice era stata sul punto di ribattere, ma qualcun'altro aveva deciso che fosse ora di visite. Infatti senza tante cerimonie era entrato Emmet, subito seguito da Jasper.
Entrambi con uno sguardo che mi aveva fatto balzare giù dal letto per andargli incontro e stroncarli sul nascere.
- Ragazzi, non me lo chiedete anche voi. Vi giuro che sto bene!
Avevo sottolineato la cosa mostrando di muovere tutto alla perfezione, braccia, gambe, testa... e li avevo fatti ridere.
- Sei una roccia, sorellina! L'ho sempre saputo!
Era stato Emmet a sollevarmi in un abbraccio che mi aveva fatto davvero temere per le mie costole.
- Grazie Emmet, credo sia merito anche tuo.
Mi aveva rimesso giù, dando modo anche a Jasper di darmi un leggero buffetto sulla guancia.
- E in che modo avrei contribuito?
- Bè, mi sono allenata spesso davanti alla tua brutta faccia arrabbiata...
Lo avevo sorpreso con quella presa in giro, ma come era nella sua natura, era stato subito al gioco.
- Bè, io ho anche pensato che a metterli in fuga sia stata la tua faccia da rompiscatole...
Forse era quello di cui avevo avuto bisogno, qualcuno che mi aiutasse a scacciare per un pò l' ingombrante assenza di qualcuno che aveva evidentemente deciso di non affacciarsi nella mia stanza quella mattina: Edward, l'unico che avrei voluto rassicurare davvero sul fatto che quell'episodio non mi avrebbe fatto cambiare idea su di lui.



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Nel corso della mattinata, trascorsa a casa in compagnia dei miei fratelli, avevo più volte pensato di chiedere loro espressamente dove fosse e se mi stesse evitando, ma poi ogni volta non ne avevo trovato il coraggio, anche in ragione del fatto che forse loro per primi non volevano parlarmene.
Sebbene indirettamente mi fossi riferita a lui, specie quando mi era stato chiesto di raccontare anche dal mio punto di vista come erano andati i fatti, avevo ovviamente glissato su tutti quegli aspetti che avevano riguardato solo noi due.
Da quello che mi avevano riferito, avevo capito che anche lui doveva aver omesso le mie stesse parti.
Così una parte del mio cervello era stata impegnata ad elaborare altri ricordi, tra cui quei baci appassionati che ci eravamo di nuovo scambiati.
Cosa sarebbe successo quando si fosse deciso a farsi vedere?
A pranzo, nonostante Esme mi avesse cucinato degli ottimi spaghetti al pomodoro, ne avevo mangiato appena qualche forchettata.
Avevamo parlato ancora io e lei, specie di Jacob, perchè ad un certo punto si era unito anche Carlisle. Mi aveva informato di persona su tutto quello che era successo da quando aveva messo piede nella riserva e avevo pensato, una volta di più, che fosse stato davvero una persona eccezionale.
Non aveva esitato un attimo nell'accettare di visitare il ragazzo che era rimasto ferito, sebbene volesse dire andare da solo tra tanti nemici naturali.
Mi aveva fatto piacere sapere che si sarebbe ripreso senza gravi conseguenze, in fondo mi ritenevo in parte responsabile per il fatto che se quei vampiri erano piombati su di loro era anche per colpa mia.
Su Jacob mi aveva ribadito ciò che mi aveva già detto: sarebbe potuto essere pericoloso frequentarlo, rimaneva pur sempre un licantropo con degli istinti a volte incontrollabili.
Credo si riferisse alla facilità con cui poteva rischiare di trasformarsi se colto da emozioni violente, quali la rabbia... o la frustrazione.
Probabilmente se lo avessi incontrato per parlargli, avrebbe provato entrambe le cose, dal momento che sentivo una certa empatia verso di lui, ma non era del tipo che avrebbe voluto lui.
Lo avevo baciato, ma non era stato altro che un esperimento miseramente fallito. Saremmo potuti diventare amici, se ne avessimo avuto la possibilità, ma nulla di più.
Alla fine di quella lunga chiacchierata con i miei genitori, mi ero sentita un pò stanca. Non tanto fisicamente, quanto emotivamente, così li avevo informati che mi sarei andata a riposare ancora un pò.
Una volta nella mia stanza non ero stata capace di non pensare, così sdraiata sul letto avevo visto scorrere sul soffitto, come in un film, le immagini di tutti i momenti vissuti con Edward da quando era tornato a casa. 
Edward aveva detto e fatto tutto, ma anche il suo esatto contrario. Mi voleva, perchè la sua passione era stata inequivocabile, però nello stesso tempo avrebbe voluto rifiutarmi.
In un moto di frustrazione mi ero girata a pancia in sotto, sprofondando il viso nel cuscino e prendendolo a pugni.
- Sono abbastanza certo che vorresti ci fossi io al posto di quel cuscino.
Mi ero tirata su di scatto e lo avevo trovato appoggiato alla colonna del letto, apparentemente tranquillo. O almeno più di me, che mi ero sentita invece attraversata da una corrente elettrica.
- Forse...
Aveva sorriso alla mia risposta, sorriso veramente, e il mio cuore traditore aveva perso un battito nel vedere quanto fosse stato bello in quel momento.
- Non sei mai stata brava a raccontare bugie.
La dolcezza nella sua voce mi aveva procurato un altro scompenso, forse perchè ci eravamo solo urlati addosso in quei giorni.
Ma anche baciati...
Quel pensiero mi aveva fatto agitare ancora di più, così ero scesa dal letto in cerca di qualcosa da fare per non doverlo più fissare.
- Se lo dici tu.
Avevo iniziato a radunare i libri di scuola che avevo lasciato sparsi sulla scrivania, dandogli così le spalle.
- Pessima mossa, la tua.
Il suo alito fresco mi aveva solleticato il collo e reso consapevole che si fosse silenziosamente portato alle mie spalle.
- Edward, sono sinceramente stanca di...
Mi ero voltata pensando di iniziare un discorso, ma le parole mi erano rimaste incastrate in gola, perchè era stato talmente vicino, da costringermi ad addossarmi alla scrivania.
- Anch'io sono stanco, Bella.
Cosa voleva dire?
L'illuminazione della camera era stata solo quella della mia abatjour, quindi non mi aveva resa certa dell'espressione che aveva accompagnato le sue parole.
- Forse, allora, dovresti liberare entrambi da questo peso e parlare chiaro una volte per tutte.
Si era avvicinato ancora, solo che io non avevo più avuto margine per arretrare, così avevo incrociato le braccia al petto nel tentativo di frapporre una barriera tra noi.
Ero certa che avrebbe ripreso il discorso di quella notte e mi ero preparata al peggio.
- Inizierò col dirti che siamo soli in casa. Gli altri non sono molto lontani in realtà, ma non abbastanza vicini da sentirci.
Non sapevo perchè, ma quella notizia mi aveva agitato più del dovuto.
- Ho detto loro la verità, che volevo parlarti in privato.
Ero stata sul punto di spostarmi, perchè la vicinanza con lui mi stava creando una notevole difficoltà nel respirare, ma doveva averlo intuito l'attimo prima che lo facessi, perchè mi aveva posato una mano sul collo per trattenermi lì dov'ero.
- Sono stanco di mentirti, Bella.
Con il pollice mi aveva accarezzato delicatamente sotto l'orecchio, dove la pella era più sensibile, spedendomi dei brividi lungo la schiena che mi avevano fatto tremare le gambe.
- E allora non lo fare, Edward.
Lo avevo sussurrato appena, nella paura che la flebile speranza accesa da quelle parole si spegnesse con le successive.
- Tu non hai davvero idea di quello che mi stai chiedendo.
C'era stata una tale sofferenza nelle sua voce che mi era stato impossibile ignorarla.
- Prova a spiegarmelo. Se non me lo dici, come posso capire?
Mi ero sforzata di rimanere calma, perchè avevo il terrore di ritornare allo stesso punto raggiunto più volte in quei giorni, quando le emozioni di entrambi avevano preso il sopravvento, impedendoci di parlare e portandoci solo a scontrarci
- Sei così innocente... come posso non desiderare di proteggerti da me stesso?
Avevo scosso la testa, incapace di comprendere quella frase.
- Perchè dovresti proteggermi da te? Io davvero non capisco...
La sua carezza si era spostata sulla mia guancia, accendendo in me altri brividi che non avevo potuto ignorare e nemmeno lui.
- Bella...
- No!
Avevo accompagnato quella negazione voltando il viso dall'altra parte, così le sue labbra erano andate a posarsi sul mio collo, anzichè sulla bocca.
- No, Edward... per quanto lo desideri, non voglio più che mi baci.
Dove le sue labbra erano ancora posate, avevo sentito la pelle incendiarsi ed era stato difficile non abbandonarsi al loro tocco.
- Devi parlarmi, devi dirmi che cosa...
Con una scia di baci leggeri era risalito verso il mio orecchio e contemporaneamente si era anche impossessato delle mie mani, intrecciandole alle sue e portandole dietro la mia schiena.
L'effetto era stato quello di ritrovarmi imprigionata in un abbraccio gelido da cui non sarei mai voluta fuggire.
- Potrei farti delle promesse che non sarò in grado di mantenere...
Non ero riuscita ad essere più molto lucida, perchè l'attacco che aveva sferrato ai miei sensi era stato davvero troppo da sostenere.
- E se... se a me... bastasse...
Mi ero ritrovata senza fiato, perchè lo strusciarsi del suo naso sul mio collo era risultato di una sensualità sconvolgente.
- Se mi bastasse...
Mi ero sforzata di proseguire, cercando di allontanarmi per recuperare lucidità, ma avevo solo ottenuto che lui mi stringesse di più a sè.
- Cosa potrebbe bastarti, Bella?
Il sussurro roco della sua voce aveva spazzato via del tutto la mia razionalità, in favore del solo bisogno di annullarmi in quelle sensazioni meravigliose che la sua bocca mi stava regalando.
- Bella...
Il mio nome era risuonato come una preghiera, alla quale avevo risposto cercando le sue labbra e posandovi sopra le mie.
- Allora, promettimi soltanto che ci proverai ad amarmi...
Glielo avevo sussurrato perdendomi nei suoi occhi, dove avevo trovato la risposta che ero andata cercando in tutto quel tempo.
- Questo posso farlo...
Mi aveva accarezzato le labbra con le sue, ma non mi aveva ancora baciato come desideravo che facesse.
- Ti prometto che ci proverò, Bella.
 

  






*L'autrice si schiarisce la voce e prepara delle schede da distribuire *

Se doveste esprimere un voto di fiducia nei confronti della promessa di Edward, quale sarebbe?
Io mi astengo, ovviamente, dal dirvelo perchè so esattamente che cosa passa nella testa del nostro vampiro preferito...
Posso dirvi che nel prossimo capitolo potrete verificare voi stesse se avrete esagerato o meno, perchè sarà lui stesso a darvi un quadro più preciso sugli eventi accaduti in questo.
James e Laurent (il gatto e la volpe XD): si tornerà  a parlare anche di loro, come si tornerà a parlare anche di Jake e dei suoi compagni di merende.
Qualcos'altro? Uhm... sì, decisamente. Come avrete notato Edward appare molto meno "rigido", rispetto all'originale, in determinate situazioni con Bella (qui, il mio voto per lui è un 10 pieno!!!!), ma considerate che arriva da anni in cui è già stato fisicamente vicino a lei, quindi ha più controllo su se stesso in questo senso.
Come sempre vi invito a lasciarmi la vostra opinione (e il voto di fiducia... eh eh eh), perchè oltre a farmi spudoratamente felice, mi da modo anche di confrontarmi con voi sul mio modo di scrivere, aiutandomi a correggerlo e a migliorarlo.
Un bacio.
BF
 
  
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