Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Black_fire    15/12/2014    11 recensioni
Bella potrebbe dirsi una normale diciottenne come tante altre sue coetanee, se non fosse per due particolari non proprio indifferenti: il primo è quello di avere una famiglia adottiva, i Cullen, composta da vampiri ultracentenari. Il secondo, e anche il più pericoloso, quello di essersi perdutamente innamorata di Edward, uno dei suoi fratelli che ormai lei non riesce più a vedere appunto come tale.
L'ennesimo trasferimento della famiglia Cullen, Bella compresa, a Forks vedrà comparire all'orizzonte una svolta decisiva nelle vite di tutti loro.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno!
Eccomi ad aggiornare con il ritardo annunciato e di cui mi scuso ancora.
Riguardo al capitolo, anche oggi vi chiedo di spendere due minuti e leggere le note finali che scriverò. Mi sembra importante sottolineare un aspetto della storia che il capitolo di oggi pone abbastanza in evidenza.
Ora vi lascio alla lettura.
BF


PS - Il brano che troverete in apertura è un passo famoso di "Romeo e Giulietta". Lo avreste sicuramente capito lo stesso, però era giusto citare comunque la fonte.



Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile 
E' così un peccato dividerci 
Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile 
Nessuno ha mai detto che sarebbe stata così dura 
Portami indietro all'inizio

"The Scientist - Coldplay"










- Ma quale luce irrompe da quella finestra lassu? Essa è l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perchè tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei. Non servirla, se essa ti invidia; la sua veste virginale e d'un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi. Gettala via! Ma è la mia dama, oh, è il mio amore! Se solo sapesse di esserlo! Parla eppure non dice nulla. Come accade? E' il suo sguardo a parlare per lei, e a lui risponderò. No, sono troppo audace, non è a me che parla. Due delle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle...
- Edward... se ti facessi una domanda un pò... bè diciamo "scomoda"... ora avrei qualche possibilità in più che tu mi rispondessi sinceramente?
Accoccolata sul mio petto, Bella aveva interrotto la mia lettura ad alta voce, sollevando il viso per cercare il mio sguardo e facendomi subito perdere nella profondità del suo.
Mi era sembrato ancora una volta impossibile il poter essere lì con lei, di nuovo intento ad aiutarla nello studiare o almeno a provarci, ma con un'intimità del tutto diversa da quella che c'era stata in passato tra di noi, quando lei era stata solo la mia "sorellina".
Come ancora mi sembrava impossibile che fossi stato così folle da farmi strappare quella promessa soltanto qualche ora prima...
- Penso che mi impegnerei a farlo.
Sicuramente a rendermi tale erano state anche le circostanze che si erano venute a creare la scorsa notte, quando la comparsa di quei due vampiri mi aveva reso certo che i Volturi ci avessero voluto lanciare il chiaro segnale che non avevamo la loro piena fiducia sul fatto che avremmo tenuto fede al nuovo accordo.
- Bene.
Mi era venuto spontaneo sorridere davanti alla soddisfazione dimostrata per la mia risposta, perchè mi era sembrata la versione più adulta della Bella che aveva sempre saputo di poter esercitare un elevato grado di persuasione su di me.
In passato era stato per ottenere aiuto davanti a qualche permesso negato da Esme o Carlisle, ora, ovviamente, per ottenere quelle risposte che prima le avrei sicuramente negato.
- Che aggettivi useresti per descrivere gli anni passati lontano da me? Me ne bastano tre, uno per anno.
Mi ero impercettibilmente rilassato, perchè nel mio inconscio avevo temuto che mi volesse porre una domanda davvero molto più "scomoda".
- Vuoti, freddi e bui.
Nel frattempo si era messa a sedere, le gambe incrociate e il busto leggermente piegato in avanti verso di me, forse per assecondare quel bisogno che sentivo sempre anch'io di non essere mai troppo distanti l'uno dall'altro.
Solo che se prima a provocarlo era stato solo il mio istinto di protezione, adesso si era unito anche un forte senso di possesso che spaventava me per primo.
- Perchè bui?
Non ero riuscito a trattenermi e le avevo posato una mano sulla guancia. Lei aveva reagito strusciandola appena sul mio palmo, trasformando così quel contatto in una carezza leggera.
- Perchè tu hai sempre illuminato l'oscurità che mi porto dentro.
Ero stato più che sincero con quella risposta.
Bella era il sole ed io il pianeta inesorabilmente attratto dal suo calore.
- Allora perchè mi hai lasciato?
- Perchè era la cosa più giusta che potessi fare...
L'avevo vista sforzarsi di non lasciar trapelare le sue emozioni, ma un lampo di frustrazione era passato comunque nel suo sguardo.
- Ma poi sei tornato... perchè?
Perchè, perchè, perchè... ero certo che fossero tutti quei perchè accumulati in quegli anni di lontananza, mentre anch'io cercavo di rispondere invano a quelli che tormentavano me.
- Perchè sono un essere meschino.
- Edward!
Si era raddrizzata di scatto, fulminandomi con uno sguardo che avrebbe reso orgogliosa Rosalie, tanto era stato micidiale.
- Non permetterti più di dire una cosa del genere di te stesso!
Il fuoco che le aveva colorato le guance l'aveva resa più desiderabile di quanto già non lo fosse ai miei occhi, e questo mi aveva fatto sentire ancora di più il peso della responsabilità che gravava sulle mie spalle.
Sarei riuscito davvero ad assaporare la felicità che solo con lei avrei potuto avere e poi trovare la forza di lasciarla andare comunque?
- Non ho mai pensato di te che lo fossi... nemmeno quando ti ho odiato davvero... o meglio... quando ho tentato di odiarti davvero...
L'avevo intuito che quell'ammissione doveva esserle costata parecchio e proprio per questo ciò che aveva significato mi aveva costretto ad un maggiore controllo su me stesso.
Sapere quanto fosse grande il suo amore per me disarmava la mia lucida razionalità.
- In effetti mi è giunta voce che dicessi cose molto poco carine sul mio conto...
Rifugiarmi nell'ironia mi era sembrata una buona scappatoia, anche se temevo che sarebbe stata di breve durata.
- E forse ti hanno risparmiato le peggiori.
Per un attimo avevo rimpianto quei momenti in cui una conversazione del genere ci avrebbe portato solo nella direzione di un prendersi in giro sempre più giocoso e senza altri fini, mentre ora era solo il mezzo per rimandare delle verità difficili da gestire.
- Tipo?
- Che i tuoi piedi emanavano un odore sgradevole in realtà...
E aveva rivolto lo sguardo verso i miei piedi nudi, fingendo di doversi tappare il naso.
- Una terribile verità per un ragazzo così bello...
Era riuscita a strapparmi una risata sincera, perchè Bella sapeva essere così, anche imprevedibilmente buffa e spiritosa.
- Bè, credo di aver sopportato di peggio io... ti devo ricordare quando da bambina Esme ti doveva costringere ad entrare nella vasca da bagno? Le volte che riuscivi a scamparla, era il sottoscritto che si doveva tappare il naso per starti vicino lo stesso...
Aveva annuito, una smorfia compiaciuta in viso.
- Sì, forse. Peccato che però ora io non abbia più problemi a curare la mia igiene personale... mentre tu...
Aveva di nuovo finto di tapparsi il naso e davanti a quell'ulteriore provocazione, la mia reazione era stata la medesima del passato, troppo spontanea per poterla reprimere.
- Prova a ridirlo ora, se ne hai il coraggio.
Non avrei saputo dire quante volte l'avevo scherzosamente minacciata così nel nostro giocare tra fratelli, dopo averla ridotta all'impotenza con movimenti troppo veloci da cogliere e una forza impossibile per lei da contrastare.
- Credi di farmi paura?
Anche la sua era stata la risposta di sempre, ma come se fossero stati lo specchio dei miei, anche nei suoi occhi c'era stata la consapevolezza che se la situazione era stata la stessa, non potevamo dire lo stesso di noi.
Il solo contatto delle mie mani sui suoi polsi aveva provocato una scossa in entrambi, proprio come se nel contrasto della mia freddezza con il suo calore risiedesse la potente alchimia che era esplosa tra di noi.
La vicinanza dei nostri corpi, poi, aveva acceso in entrambi una scintilla di passione che sarebbe potuta divampare in un incendio nel giro di poco.
- No, so bene di non esserci mai riuscito.
L'avevo trascinata su di me, imprigionandola dove l'avrei sempre voluta, cioè tra le mie braccia. I nostri visi erano stati di nuovo a pochi centimetri di distanza e il suo sguardo aveva sondato il mio con l'intento di cercare una risposta precisa.
- Capisco che c'è una parte di te che vorrebbe fosse così... quello che non capisco è perchè.
Aveva scosso la testa, seguendo sicuramente il filo di alcuni pensieri che avrei voluto poter leggere per capire in che direzione andassero e quanto si stessero avvicinando alla verità che ancora avevo deciso di tacerle.
- Cosa dovrei vedere di minaccioso in te che non ho visto sinora, Edward?
Non riuscivo a capire come non le risultasse evidente la mostruosità che si celava nella mia natura e di conseguenza ciò che avrebbe perso di sè, perseguendo l'idea di voler condividere la sua vita come me.
- Piedi a parte? Bè, il fatto che conosca una sola vendetta...
Ero un codardo, ne ero cosciente, ma scappare sembrava essere diventata la mia soluzione preferita con lei, così ero tornato a ciò che mi aveva spinto ad afferrarla, ossia vendicarmi delle sue provocazioni nell'unica maniera che avevo sempre messo in atto: farla ridere sino a che non si fosse arresa.
Perciò le mie dita erano affondate in quei punti dove sapevo che avrebbero fatto più danno, ancor prima di riflettere sul fatto che il dimenarsi di Bella sarebbe potuto essere letale per me.
- No... Edward...
Non mi ero fermato davanti alla sua richiesta smozzicata dalle risate, avevo anzi serrato il mio attacco, perchè non ero sicuro di ciò che avrei fatto subito dopo essermi fermato. Il mio pensiero oscillava tra il baciarla sino alla fine dei tempi o lo spingermi ancora più in là, in un territorio che sapevo di non dover nemmeno iniziare ad esplorare.
Come, Edward? Come pensi di riuscirci se ti basta sfiorarla per perdere la ragione?
- Ah... no... basta... ti prego...
Aveva cercato di liberarsi, ben sapendo che sarebbe stato impossibile sino a che non fossi stato io a volerlo, ma faceva parte del suo carattere testardo e battagliero non arrendersi, perciò la nostra sfida era proseguita. 
- Pregare non ti servirà... rimangiarti quello che hai detto su di me sì!
Le sue risate avevano riempito la stanza di un calore che io, più di tutti gli altri, avevo sempre accolto come un regalo immeritato, e che mai come adesso avrei voluto preservare integro nella sua spontanea umanità.
- No... mai!
- Ti va di lusso che arrivano i rinforzi, altrimenti avresti ceduto...
Detto fatto, la porta della sua stanza si era spalancata.
- Proprio così, sono arrivati i rinforzi!
Avevo provato a sfuggirgli balzando via, ma i miei sensi erano ancora proiettati su Bella, solo per quello Emmet era riuscito ad immobilizzarmi nella morsa delle sue braccia.
- Allora, che si fa adesso, Bella?
Lei, il respiro un pò affannato e gli occhi pieni di un'emozione non proprio riconducibile al solo divertimento, era scesa dal letto parandosi dinnanzi ad un nemico reso impotente. La cosa era dipesa dal fatto che avevo subito rinunciato all'idea di ingaggiare una lotta per liberarmi dalla presa di Emmet, una delle ultime volte che era accaduto, prima che me ne andassi, avevamo distrutto metà stanza di Bella ed Esme, per non parlare di Alice e Rosalie, non ce lo aveva ancora perdonato.
- Solletico? Tortura cinese... o gli facciamo mangiare una bella fetta di pizza?
Quella l'avevo dovuta mangiare per una scommessa persa, in realtà, ma visti gli effetti devestanti che aveva avuto sul mio umore il doverla ingerire tutta quanta, era diventata una ritorsione assai efficace con cui minacciarmi.
Il fatto che io ed Emmet ci fossimo stati sin dal primo momento in cui Bella era entrata nella nostra vita, aveva fatto sì che fossimo stati anche quelli che più avevano giocato con lei in quella maniera.
Per lui, poi, era stato ancora più facile vista la sua natura sempre propensa ad ingaggiare sfide più o meno giocose che fossero state.
- Posso suggerirti qualcosa di nuovo, sorellina?
Prima ancora che comparisse Alice, erano stati i suoi pensieri a raggiungermi, mettendomi a parte anche di quelli di Esme e Carlisle.
Erano stati felici di sentirci di nuovo ridere insieme.
Sapevano che questo non avrebbe comportato ciò che forse speravano in cuor loro potesse avvenire sino in fondo, ma non gli aveva impedito di gioirne comunque.
Avevo pensato di non essere meritevole nemmeno del loro affetto incondizionato, che non mi era venuto mai a mancare nemmeno quando le mie decisioni non erano state del tutto condivise.
- Ma certo, Alice, sono sempre aperta alle nuove proposte.
Sapevo che presto ci avrebbero raggiunti anche Rosalie e Jasper, così dopo tanto tempo ci saremmo trovati di nuovo tutti insieme.
- Shopping... io, te, lui e nessun'altro ad alleggerirgli la pena.
Emmet aveva sghignazzato, iniziando ad augurarmi sottovoce buona fortuna.
- Shopping?
Bella aveva guardato Alice non tanto convinta che fosse una punizione soltanto per me e mi era sfuggito un sorriso divertito, che mia sorella però aveva subito spazzato via con la notizia successiva.
- Sì, shopping! Ti ricordi vero che mi hai promesso che avresti partecipato al ballo di fine anno? Se vogliamo trovare qualcosa di assolutamente perfetto, dobbiamo iniziare a pensarci già da ora!
- Oh, già, il ballo di fine anno... hai ragione, Alice, non sarebbe bello bidonare Mike dopo che ha fatto tanto per invitarmi...
Emmet non era riuscito a trattenermi, forse perchè anche troppo impegnato a sghignazzare per questo nuovo colpo basso che Alice mi aveva sferrato, così ero stato libero di esprimere tutto il mio disappunto.
- Non credo proprio, Bella.
Nel guardarla negli occhi, avevo compreso che la sua non era stata una sfida lanciata per testare quale sarebbe stata la mia reazione, ma piuttosto per capire se ero già disposto a rivelare agli altri quello che era accaduto tra di noi.
Mi aveva fatto sentire spregevole più che mai in quel momento.
Ancor prima che con lei, era al resto della famiglia che avevo dichiarato la mia intenzione di non fingere più che i miei sentimenti fossero stati solo fraterni.
Lo avevo fatto durante il confronto che avevamo avuto quella notte stessa, dopo aver scoperto che i due vampiri di Port Angeles avevano a che fare con la vampira che solo la notte prima aveva condotto i lupi a casa nostra.
L'esigenza di proteggere Bella dalla minaccia dei Volturi si era coniugata a quei sentimenti che si erano fatti incontrollabili dopo il mio ritorno, spingendomi in una direzione che avevo imboccato consapevole del fatto che però non sarei mai arrivato al punto di trasformarla in un vampiro.
Se l'idea di poterla sposare l'accarezzavo come il coronamento di un sogno, la sua trasformazione equivaleva per me alla morte del sogno stesso.
- Se proprio dovrai partecipare al ballo per rispettare la promessa fatta, bè sarà con me che ci andrai!
Emmet si era concesso una vera e propria risata, che gli era valsa un'occhiata un pò incerta da parte di Bella.
- Povero Newton! Dopo tre lunghi anni in cui si è macerato nella speranza che tu Bella lo degnassi di attenzione, proprio quando pensava di avercela quasi fatta, ecco che gli spunta fuori il "non fratello" peggiore che potesse incontrare sulla sua strada!
Bella era arrossita, soprattutto perchè Emmet aveva messo in quel "non fratello" tutta la carica esplosiva di uno sguardo malizioso che aveva rivolto prima a me e poi a lei.
- Congratulazione, ragazzi! Avete tutta la mia benedizione!
La pacca che mi aveva dato sulla spalla era risuonata come un fucilata, tanto che aveva fatto sobbalzare Bella, ma non aveva avuto il tempo di dire nulla, perchè a lei era toccato finire nella stretta affettuosa di Alice.
- Oh, Bella! L'ho visto arrivare questo momento... ma non ci volevo credere sino a quando non lo avessi vissuto veramente!
L'occhiata che mi aveva lanciato di nascosto era stata così soddisfatta, che mi era stato impossibile non sorridere davanti a quella gioia così sincera.
- Siamo in tempo per mettere la nostra sorellina ancora più in imbarazzo?
Jasper era stato ovviamente l'unico in grado di comprendere il reale stato d'animo di Bella, anche se il suo rossore era stato abbastanza rivelatore su come stesse vivendo quella nuova situazione alla presenza degli altri.
- Bè, se la tua gentile metà non la lascerà respirare come suo solito, non avremo più nessuno da mettere in imbarazzo. 
E con l'arrivo di Rosalie il cerchio intorno a noi si era chiuso, dandomi l'impressione che io e lei fossimo stato l'ultimo anello mancante di un disegno di cui ancora non ne avevamo la piena visione.



XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX




- Tutto bene? Sei molto silenziosa.
Le era comparso un leggero rossore sulle guance alla mia domanda, però aveva anche annuito convinta, sciogliendo quella leggera tensione che mi aveva spinto a chiederglielo.
- Sì... stavo solo pensando che... bè, in un certo senso è... ecco... strano.
Non avevo avuto bisogno di porre nuove domande, sapendo benissimo a cosa si stesse riferendo. La famiglia era di nuovo tutta riunita, però io e lei ci muovevamo diversamente ora al suo interno.
- Hai pienamente ragione.
L'avevo vista scurirsi in volto alla mia risposta e mi aveva preceduto di un soffio nel parlare.
- Questo vuol dire che... bè... che potrebbe farti cambiare idea su di noi?
Ero stato stupido a non pensare che la mia risposta le avrebbe potuto ingenerare quel pensiero.
- No, assolutamente.
Si era ravviata i capelli dietro l'orecchio, facendomi venire la voglia di passarvi le mani come avevo fatto la sera prima, mentre l'avevo baciata.
- E' che... bè... stamattina quando mi sono svegliata tu non c'eri più... così ho pensato che... magari...
A quel punto le avevo preso la mano con cui aveva ricominciato a tormentare la cerniera del suo giubbotto, intrecciando le dita con le sue.
- Sono qui e non me ne andrò, Bella.
Mi aveva fissato intensamente, provocandomi un senso di vuoto che avevo dovuto colmare con altre parole.
- Ti ho promesso che ci proverò ed è vero.
Non avevo mentito, quello che ancora dovevo confessarle è che ero intenzionato a vivere il mio amore per lei per il solo tempo che la sua umanità ci avrebbe concesso.
Non l'avrei trasformata in un mostro assetato di sangue.
Non avrebbe mai dovuto provare l'orribile sensazione di voler uccidere qualcuno di innocente per soddisfare degli istinti bestiali.
Questo avrebbe potuto dividerci di nuovo, perchè non sarei tornato indietro da questa mia decisione.
- E io farò di tutto per farlo accadere...
Aveva preso la mia mano tra le sue, intiepidendola con il loro calore.
- Ecco una sensazione davvero piacevole...
Lei aveva intuito cosa intedessi e un sorrisetto divertito era comparso a rasserenare i tratti delicati del suo viso.
Era sempre stata una bella bambina, ma ora era sbocciata in una bellezza dove innocenza e sensualità si mescolavano insieme, rendendola irresistibile ai miei occhi.
-
Dovremmo andare al caldo, però, ogni tanto. Sarebbe bello che fossi io a beneficiare della nostra diversa temperatura qualche volta.
Mi era subito balenata in testa una meta e avevo pensato che sarebbe stata perfetta come cornice per una determinata occasione, ma ancora non ero stato pronto ad affrontare quella decisione.
- Hai ragione, dovresti chiederci un indennizzo per tutte le volte che ti sei prestata a farci da scaldino...
Aveva riso e io insieme a lei, spazzando via del tutto la tensione residua.
- Diventerei ricca!
- Bè, veramente lo sei già.
Aveva scosso leggermente le spalle, come a voler scacciare quel pensiero.
- Vero, ma sai che questa cosa...
- Ti crea tuttora delle difficoltà.
Ne avevamo discusso molte volte anche in passato ed ogni volta ero giunto alla conclusione che la sua sensibilità riguardo all'argomento era una delle tante doti che Esme era riuscita a trasmetterle.
Attraverso il suo esempio, aveva insegnato a tutti noi che la nostra fortuna meritava non solo di essere divisa con gli altri, attraverso la beneficienza più o meno anonima che faceva la nostra famiglia, ma che non andava nemmeno ostentata in maniera plateale.
- Già... voi siete ricchi, io ho solo avuto la fortuna di incrociare la vostra strada.
Aveva cercato il mio sguardo e non avevo esitato nel ribattere ciò che credevo fosse più vero.
- Su questo punto sai come la penso io, invece. La fortuna è stata più nostra che tua... ci hai reso una vera famiglia, Bella.
Era stato davvero così, per lei i legami che già esistevano tra di noi si erano cementati nel fine comune di rendere la vita di quella piccola bambina la migliore che potessimo darle.
- Già... vera, anche se un bel pò strana agli occhi degli altri.
Ed era tornata a ridacchiare un pò imbarazzata.
- A tale proposito direi che sarebbe meglio mantenere un profilo basso davanti a scuola. Sai, ancora guardano gli altri come se fossero dei pervertiti per il fatto che stanno insieme, se ci aggiungiamo anche noi credo sarebbe il colpo di grazia! Probabilmente ci ritroveremmo lo sceriffo davanti a casa per indagare sulla nostra dubbia moralità...
Ovviamente avevo vissuto molte più volte quella situazione rispetto a lei, perchè sino a quando ero stato con loro, anch'io mi ero finto uno studente insieme agli altri miei fratelli, quindi sapevo quanto fosse difficile essere al centro di una tale attenzione.
- Sicura che non sia, invece, per via di quel Newton?
Avevo deciso di provocarla, perchè dopotutto l'idea che lui avrebbe potuto starle vicino mentre io non c'ero mi infastidiva abbastanza.
- Certo, come se potesse avere qualche speranza contro di te.
Mi ero beato di quella risposta, più che altro perchè avevo visto l'espressione dei suoi occhi, dove non c'ero stato che io e io soltanto.
- Chissà... in fondo lui potrebbe scaldarti molto meglio di me...
Mi ero ritrovato a stuzzicarla in una maniera che non credevo potesse venirmi così spontanea, non dopo che avevo combattuto così a lungo nel reprimere quei sentimenti che ora galoppavano liberi dentro di me.
- Oh, se è per quello conosco qualcun'altro che...
Si era interrotta di botto, stavolta arrossendo violentemente.
- Scusa, davvero. Non so come mi è venuto... giuro che non intendevo... che stupida.
Se una parte di me aveva registrato che fosse stato vero il pentimento esternato per quell'uscita poco felice, l'altra parte era stata troppo gelosa per starsene in silenzio.
- Penso di averti già detto tutto quello che avevo da dire al riguardo, ma aggiungo comunque che non ci sarà più nessuna occasione per quel... cane... di potersi ancora avvicinare a te.
Le avevo rivolto uno sguardo che non aveva potuto fare a meno di essere duro proprio come quel nodo che sentivo formarsi nel mio stomaco al solo pensiero di loro due insieme.
- Anche se lo volessi tu stessa, Bella. Non scherzavo quando ho detto che saresti dovuta passare sul mio cadavere se ti fosse venuta l'idea di volerlo rivedere, fosse solo per dirgli di lasciarti in pace.
Ero geloso? Sì, da morire.
Ero irrazionale? Sì, in maniera spaventosa.
Ero pericoloso? Sì, quel cane avrebbe dovuto fare molta attenzione.
-
Bè, anch'io ti ho detto tutto quello che c'era da dire al riguardo! E sai bene che non c'era molto altro da aggiungere... però sai anche che se la cosa dovesse minacciare tutti voi, sarei disposta sì ad incontrarlo per chiarigli il mio pensiero!
Non era stata aggressiva nel rispondermi, non come lo era stata nei giorni scorsi quando avevamo parlato di lui, ma avevo colto comunque una determinazione che mi aveva indotto a ribattere.
- Non sei tu a dover proteggere noi, Bella! Mettitelo bene in testa una volta per tutte!
Non volevo certo litigare con lei, ma non potevo nemmeno lasciarla nella convinzione che dovesse preoccuparsi per noi nei confronti dei Quileute.
Black  poteva essere un cane sciolto in questo momento, ma il branco lo avrebbe tenuto in riga.
- Okay, okay... non ne parliamo più. Puoi fare finta che non abbia detto niente? Non litighiamo, per favore.
Avevo colto che non fosse del tutto sincera con quella richiesta di armistizio, perchè sapevo quanto potesse essere testarda, ma non volevo nemmeno doverla salutare sapendo che ci avrebbe rimuginato sopra per tutto il tempo che saremmo stati divisi.
- No, hai ragione. Scusami, ho esagerato.
C'era stato un attimo di silenzio, durante il quale entrambi avevamo rivolto lo sguardo all'esterno. Poi ero stato io a cercare di nuovo la sua mano e a stringerla.
- A che ora ce l'hai il compito di letteratura?
Mi ero spinto su un argomento neutro, volendo recuperare terreno con lei.
- Subito, le prime due ore.
- Ti senti preparata?
Anche lei aveva dato segno di voler recuperare, perchè mi aveva sorriso un pò ironica.
- Abbastanza... anche se forse ieri sera avrei potuto studiare di più...
Ero stato al gioco, anche se una punta di colpa l'avevo provata per essere stato in parte causa della sua distrazione.
- Io mi ero messo d'impegno nell'aiutarti a ripassare. Sei tu che hai iniziato con le domande.
- Io ti avevo fatto solo una domanda veramente...
- E io ti ho risposto... poi, però, sei passata alle provocazioni.
- Bè, quello sì, è vero... però, l'intervento degli altri non è stata colpa mia!
- Di questo te ne devo dare atto.
- Insomma, la buona volontà c'era, solo che poi gli eventi ci hanno un pò trascinato in un'altra direzione...
Sì, decisamente ci avevano trascinato in un'altra direzione, che ci aveva posto anche davanti alla visita dei nostri fratelli, che avevano così voluto risparmiarle la fatica di macerarsi nel pensiero di come li avrebbe dovuti informare di quello che era successo tra di noi.
L'imbarazzo era stato piuttosto forte, e ancora per certi versi c'era, ma la voglia di condividere con loro quella gioia, stava aiutando entrambi a superarlo.
Forse eravamo più noi a viverlo, che non loro, pronti a sostenerci anche in questo frangente.
- Sì, in effetti gli eventi ci hanno un pò fatto uscire dal seminato ieri sera.
Eventi a cui era seguito un parlare tra di noi che ci aveva portato a colmare in parte quegli anni di lontananza, poichè Bella aveva voluto sapere come avessi vissuto presso il clan di Denali. Solo il sonno, alla fine, le aveva impedito di proseguire nelle sue domande.
Era stata indescrivibile l'emozione che avevo provato nel poterle essere di nuovo accanto mentre si abbandonava al sonno tra le mie braccia.
- Comunque, anche se non dovesse andare benissimo, la mia media in letteratura non ne risentirà lo stesso.
Mi aveva riportato al presente e alla scuola, dove nel frattempo eravamo giunti. Avevo parcheggiato la Volvo accanto alla jeep di Emmet, che insieme a Rosalie ed Alice erano lì ad aspettarci.
- Finalmente! Stavamo facendo la muffa qui ad aspettarvi...
- Non guardare me, non guidavo io! Con il mio pick-up saremmo arrivati molto prima...
- Come no, lo vorrei proprio vedere quel catorcio andare più veloce di questa bellezza...
Mentre Emmet, Alice e Bella avevano iniziato a punzecchiarsi nel modo che gli era abituale, io avevo lanciato uno sguardo d'intesa a Rosalie, dal momento che condivideva la maggior parte delle lezioni con lei.
Stai tranquillo, ci penso io.
La fermezza di quel pensiero mi aveva in parte tranquillizzato, anche se di fatto lo sarei stato se fossi potuto rimanere accanto a lei anch'io, insieme a loro.
La presenza di quei tre vampiri aveva innescato ovviamente uno stato di allerta massima in tutti noi, almeno sino a che non fossimo stati certi che la loro presenza avesse avuto il solo scopo di intimidirci e non di nuocere realmente.
Che fossero stati collegati ai Volturi, lo avevamo già accertato grazie ad una visione di Alice, che aveva visto la vampira colloquiare con Aro in persona.
Questo mi aveva messo nella condizione di dover giungere ad una decisione riguardo al fatto che proprio Aro si aspettava di ricevere la notizia che in casa Cullen ci sarebbe stato presto un matrimonio.
- Bella, non vorrei interrompere la tua sentita arringa in difesa di quello che, mi spiace dare ragione proprio a lei, Alice definisce giustamente un catorcio, ma ti ricordo che avremmo un compito di letterattura che ci aspetta. Non vorrei dover iniziare la giornata con una ramanzina della Crafword sull'importanza della puntualità. Potrei davvero non resistere alla tentazione di staccarle la testa!
- Adoro questa donna...
Emmet aveva passato un braccio sulle spalle della sua compagna, l'espressione compiaciuta davanti alla risolutezza che Rose non mancava mai di dimostrare.
- Ecco, allora trascinala via con te, così eviterà di contagiare Bella con la sua acidità...
Alice non le aveva risparmiato la solita stoccata, prima di salutarmi strizzandomi un occhio.
- Mi raccomando, fratellino, fate i bravi tu e Jasper.
Nei pensieri la raccomandazione era stata più mirata, ben sapendo che non saremmo andati a caccia di solo orsi io e lui.
- Non mancherò.
Poi loro tre avevano iniziato ad avviarsi verso l'entrata e io ero rimasto solo con Bella.
- Sbaglio, o state cacciando parecchio in questi giorni?
La domanda di Bella mi era sembrata vagamente sospettosa, per cui avevo cercato di sembrare convinto della risposta che stavo per darle.
- Diciamo che il mio ritorno ha stimolato la voglia di condividere con gli altri qualcosa che era da tempo che non facevamo insieme.
Parlare di "caccia" con lei era sempre stato del tutto naturale, anche se però ci eravamo sempre rifiutati di portarla con noi, sebbene lei avesse provato il desiderio di condividere al cento per cento quell'esperienza con noi.
La sola idea che mi avesse potuto vedere nella mia bestialità mi appariva inconcepibile.
- Giusto... non ci avevo pensato.
Le era sembrata una buona risposta, perchè subito dopo mi aveva sorriso.
- Allora buona caccia... e non esagerate con le sfide!
- Grazie.
A quel punto avrei voluto poterla baciare, ma nel rispetto di quanto mi aveva chiesto, mi ero limitato a fissarla intensamente negli occhi.
- Mi mancherai.
- Anche tu.
Aveva ricambiato il mio sguardo, costringendomi ad aggrapparmi al tetto della macchina per non cedere al desiderio di baciarla comunque.
- Sarò qui quando uscirai.
Aveva annuito, anche lei aggrappata agli spallacci del suo zaino forse per non cedere alla mia stessa tentazione.
- Sarà meglio che vada... ho un compito di letteratura che mi aspetta.
Mi aveva rivolto un ultimo sorriso, poi ero rimasto a guardarla dirigersi verso la scuola, sino a scomparire al suo interno.
Bella era davvero il mio sole, la mia vita.



XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX





- Là è il punto dove si sono gettati in mare. A duecento metri c'è il confine con la riserva.
Avevo guardato nella direzione indicata da Jasper, mentre percepivo anch'io l'odore della traccia che quei due vampiri avevano lasciato dietro di sè.
- Ti è sembrato di sentire l'odore anche della donna?
Jasper aveva scosso la testa, lo sguardo attento e concentrato.
- No, nessuna traccia di lei.
Non avevo dubitato della sua capacità di scovare una minima traccia se ci fosse stata, quindi avevo esternato nuovamente il mio parere nell'intento di riesaminare con lui la situazione.
- Sono certo che nei pensieri di quel James ci fosse lei. Sapeva chi fossimo proprio perchè era stata lei a dirglielo. Forse però non immaginava che così lo avrebbe spinto a cercarci ed avvinarci, non fosse altro che per curiosità.
Jasper mi ascoltava con rinnovata attenzione anche da parte sua. La sua mente sicuramente stava elaborando quelle informazioni cercando nuovi spunti.
- Se è davvero un segugio, Edward, ora sarà ancora più stuzzicato dall'intera situazione.
- Sì, lo credo anch'io.
Mi ero concentrato sui ricordi, sui pensieri che avevo avvertito in quei due mentre ci inseguivano.
- Il suo compare, Laurant, lo stava sicuramente assecondando perchè in qualche maniera, pur non essendone succube, lo teme. Lui, invece, era eccitato davanti all'idea che avessi preferito fuggire piuttosto che affrontarlo...
- Non tormentarti così. Mi sarei comportato proprio come hai fatto tu.
Jasper aveva colto il mio esatto stato d'animo nel rivivere la scelta che avevo compiuto, domandandomi ancora se con il mio comportamento non avessi stuzzicato James più di quanto non avrei fatto se mi fossi mostrato meno preoccupato per l'incolumità di Bella.
- Forse ho mancato di lucidità, Jasper.
Si era avvicinato, posandomi una mano sulla spalla e infondendomi quella calma che faticavo a trovare in quei giorni.
- Te lo ripeto, se mi fossi trovato al posto tuo con Bella, non avrei pensato ad altro se non alla sua sicurezza. Perciò non mi sarebbe mai passato per la testa di affrontare quei due, lasciandola indifesa.
Aveva rafforzato la presa, fissandomi negli occhi.
- Tu sai meglio di chiunque altro quanto sia stato più difficile per me affezionarmi a lei. Trovavo inconcepibile che dovessi sottostare a quella tortura che era la mia sete di sangue umano, per una bambina che mi sembrava del tutto insignificante e quindi all'inizio mi sono sforzato soltanto per amore di Alice.
Ricordavo perfettamente anch'io quel periodo burrascoso in cui io e lui eravamo arrivati più volte quasi ad uno scontro fisico, soprattutto perchè i suoi pensieri su Bella erano stati per me inconcepibili. Solo la pazienza e la perseveranza di Carlisle erano riuscite a mediare la situazione tra noi due, rendendo possibile la nostra convivenza.
- Ma sai anche che adesso, sarei disposto a morire per lei, tanto quanto lo sei tu. I Volturi, quei tre vampiri, o i lupi... non ha importanza quanto possa essere grande la minaccia, sappi che io non mi tirerò indietro davanti a niente.
Nei suoi pensieri avevo ritrovato la stessa determinazione che sentivo nella sua voce.
- Però, sai anche come la penso riguardo alla trasformazione di Bella. Ho rispettato e rispetterò sempre la tua volontà, ma proprio perchè voglio bene anche a lei, voglio pregarti di riflettere bene sulle tue convinzioni al riguardo.
I suoi pensieri erano stati ancora una volta lucidi e determinati nel mostrarmi come fosse stato difficile convivere con il dolore di Bella in quegli anni lontani da me.
Perchè nutriva la certezza che ne avrebbe vissuti molti altri ancora, se io fossi rimasto fermo nella mia convinzione che la sua umanità fosse stata più importante dell'amore che sentivo per lei.
-
Ci proverò, Jasper. Ma sai bene che le mie non sono ragioni futili...
- Lo so, Edward. Non hai bisogno di dirlo a chi ha avuto un passato cento volte peggiore del tuo.
I suoi occhi mi avevano davvero scavato dentro, mettendo a nudo i miei incubi peggiori.
- Ma proprio su questo devi riflettere. Se noi siamo stati capaci di redimerci, allora... forse significa che non tutto della nostra anima è andato perso.
Avrei voluto proseguire in quel discorso, perchè se c'era stato qualcuno in grado di capire meglio i miei tormenti, forse era proprio lui, ma entrambi avevamo avvertito l'avvicinarsi di un nemico.
Ero stato il primo a capire chi fosse, solamente perchè avevo potuto leggere nei suoi pensieri.
- Si tratta di quel... cane... e non è da solo.
Quasi subito erano comparsi tre lupi, i denti scoperti e l'espressione guardinga. Ovviamente avevano avvertito la nostra presenza, ma non essendo entrati nella riserva non avevano potuto contestarci nulla.
- Stavamo solo controllando la zona per capire se ci fosse stata la presenza anche della donna.
Mi ero sforzato di rimanere calmo nel rivolgermi a loro e avevo avvertito la tensione di Jasper, unita però anche alla volontà di mantenere i nervi saldi per entrambi.
L'ostilità tra me e quel cane era decisamente pericolosa e non del tutto sotto controllo.
Un cupo ringhiare era arrivato da Black e mi ero fatto interprete con Jasper sul suo significato.
- Vuole sapere cosa c'entra la vampira dell'altra notte.
Non avevo avuto bisogno di aggiungere il perchè lo volesse sapere, la mia espressione furiosa lo aveva indotto a chiedermi di mantenere la calma con il pensiero.
- Presumibilmente sono arrivati qui insieme.
Jasper aveva risposto al posto mio, ma i pensieri di quel cane erano già scivolati oltre ed avevano scatenato la mia reazione.
- Il perchè non ti deve interessare, Black!
Lo avevo ringhiato fuori senza doverci nemmeno pensare, inducendo gli altri due lupi a mostrare i denti e a serrare i ranghi davanti alla mia rabbia.
- Resta lontano da lei, capito?
La mia era stata una vera minaccia, qualcosa che avrebbe potuto avere un seguito anche subito se fossimo stati da soli, perchè i suoi pensieri mi avevano sbattuto in faccia l'equivalente di un no secco.
- Edward, andiamocene.
Nella voce di Jasper c'era stata la determinazione ad evitarmi un qualcosa di cui forse più tardi mi sarei pentito, ma che ora mi sembrava l'unica soluzione.
Eliminare il problema alla radice, eliminando quel cane.
Avevo vagamente notato che gli altri due lupi avevano avuto la stessa reazione con Black, inducendolo a pensare che il loro Alfa non avrebbe sicuramente approvato quello scontro tra di noi, facendone pagare le conseguenze anche a loro due.
- Resta lontano da lei, te lo ripeto!
Un'influenza esterna aveva decisamente smorzato la mia ira, insieme ad una mano che mi aveva impedito di compiere un altro passo avanti.
- Edward, ce ne andiamo, ora.
Jasper mi aveva trascinato indietro, impartendomi quello che era risuonato quasi come un ordine. Uno dei due lupi aveva morso Black, forse per indurlo a fare la stessa cosa, ossia sgomberare il campo prima che entrassimo davvero in contatto.
Allora più nessuno ci avrebbe trattenuto.
- Resta - lontano!
Lo avevo scandito chiaramente un'ultima volta, prima di cedere a quel barlume di ragione che ancora possedevo e che mi suggeriva di dare retta a Jasper.
Ma l'ultimo pensiero che avevo percepito in risposta da quel cane aveva spazzato via qualsiasi possibilità che il mio desiderio si avverasse.
"Non ci contare, succhiasangue".





*L'autrice si schiarisce la voce*


Vi confesso che quando ho scritto questo capitolo ho pensato che forse avrei dovuto modificarlo, perchè mi sembrava non apportasse nulla di concreto alla storia. Poi, però, rileggendolo a distanza di qualche giorno ho trovato che dicesse invece qualcosa di importante sui personaggi, non tanto sulla situazione.
Quello che penso abbia messo ben in evidenza, è la grande confidenza che esiste tra Bella ed Edward, sia sul piano fisico che su quello emotivo. In questo possono apparire un pò OOC rispetto agli originali, ma nella mia storia è il loro passato insieme ad averli messi nella condizione di poter condividere appunto un grado di confidenza molto elevato (sotto certi aspetti parlerei anche di complicità). Questo discorso per Bella, vale anche nel rapporto che ha con gli altri componenti della famiglia e che alcune di voi avevano già citato nei loro commenti.
Mi sembrava giusto sottolinearlo, perchè nelle note mi ero fatta scrupolo se inserire l'avvertimento OOC, poi ho deciso per il no, perchè ho anche pensato che in realtà le linee guide con cui avrei tratteggiato il carattere di ognuno non discostavano molto dagli originali. Ovviamente sono più che aperta nel conoscere cosa penserete al riguardo, fornendomi così un ulteriore punto di vista.
Come avrete notato è anche diverso il rapporto che si è venuto a creare tra Edward e Jacob, perchè diverso è il contesto in cui si sono venuti a trovare (devo essere sincera e ammettere che ho instillato in Edward un pò di quella gelosia in più che forse avrei voluto vedergli sfoderare in Eclipse).
Come sempre mi farà piacere leggere i vostri commenti, se avrete voglia di lasciarmeli, ovviamente.
A presto.
BF


  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Black_fire