You're my end and my beginning
« Cause all of me
Loves
all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me
I'll
give my all to you. »
Sedicesimo
capitolo:
Liam
non era stato molto presente per il resto della
giornata, svolgeva il suo lavoro con la mente persa tra quel che era
successo
in quei giorni. Partendo da Zayn, dal loro aver consumato un rapporto,
alla
confessione del più piccolo e a quel che era accaduto la
mattina dopo, alla vicina
che li aveva invitati a pranzo e li considerava una coppia. Non sapeva
se
esserne felice o aver ancora più paura. Si sentiva un
bambino fin troppo
timoroso, ma i suoi comportamenti - la sua ritrosia - era sicuramente
dovuta a
quel muro che l’aveva protetto, che stava ancora in piedi in
qualche modo.
Solo
verso metà pomeriggio si decise a mettere da
parte le preoccupazioni e le paure - che
sarebbe potuto succedere quella domenica di così tanto grave?
-,
riprendendo a fare battutine ai bambini per poter ottenere delle risate
e non
dei pianti isterici, evitando così di avere un successivo
mal di testa. Ma,
quel che lo lasciò confuso, fu l’arrivo di Jade
nello studio, nessun bambino
per mano e un sorriso accattivante, mentre chiudeva la porta alle sue
spalle e
si avvicinava a lui. Si trattava di una semplice visita di cortesia,
aveva
giurato con le braccia sollevate, per poi invitarlo ad uscire, le
guance le si
erano fatte rosse e gli occhi guizzavano per la stanza, e fargli il
nome di un
ristorante di cui aveva sentito parlare e che voleva provare.
-
Non.. non penso di essere libero.- inventò una
scusa su due piedi, senza nemmeno specificare il motivo per cui fosse
impegnato, e si passò una mano tra i capelli, sospirando e
dicendo velocemente:
- Aileen ha avuto la febbre in questi giorni e non voglio lasciarla da
sola.-,
vedendola annuire con una smorfia e: - Prima devi fare il
papà, giustamente.-
Solo
dopo qualche minuto si ricordò del non averla
informata della verità sul loro conto, solo Zayn sapeva
tutto sul rapporto tra
lui ed Aileen, infilò le mani nel camice bianco, decidendo
di mordersi le
labbra a sangue pur di non rivelare nulla, e incassò la
testa tra le spalle,
sussurrando: - Mi dispiace, non vorrei peggiorasse.-
Non
era riuscito ad allontanarsi a quel suo
improvviso ridurre le distanze, deglutendo con fare nervoso per la sua
mano sul
braccio e le sue labbra così vicine, e puntò
immediatamente gli occhi sulla
porta, vedendo Louis con una postura rigida e “Poiché
lei non è una paziente, sarei davvero felice se decidesse di
levarsi dalle palle”.
-
Scusalo è.. è un po’..-
tentò di spiegare quella
maleducazioni del ragazzo, lanciandogli un’occhiata
ammonitrice, ma lo sentì
sibilare: - C’è gente che cerca di lavorare, altri
stanno aspettando che la
gentile donzella se ne vada dai coglioni e io avevo detto che non
poteva venire
qui. Solamente perché sono più piccolo non vuol
dire che può fare di testa
sua.-
Rivolse
un sorriso di scuse alla ragazza, che era
rimasta senza parole e spostava lo sguardo da uno all’altro,
per seguirla poi
mentre s’incamminava fuori dallo studio, dopo avergli rivolto
un saluto veloce
e “Questo mondo è pieno
di gente strana”.
Solo quando fu sicuro nessuno potessi sentirli, si voltò
verso di lui e
borbottò: - Ti sembra il caso? Potevi lasciar fare a me.-
-
Lasciar fare a te cosa?- si gonfiò improvvisamente
il più piccolo, puntandogli un dito contro e sfogandosi con:
- Quella stava
flirtando con te, stava per.. baciarti. E io dovevo lasciarti fare? Non
ti
permetterò di rovinare Zayn. È il mio migliore
amico e, se lo stai prendendo
per il culo, io te la faccio pagare. E sì, ti sto
minacciando. Stai attento a
quel che fai, Payne. Ci metterò meno di due secondi a farti
fuori, se fai a
pezzi il cuore del mio migliore amico.- Non ebbe nemmeno il tempo di
rispondergli, di chiedergli che significassero quell’insieme
di frasi ed
accuse, che sentì la porta sbattere e si trovò
nuovamente solo nella stanza.
Cercò
di nascondere la delusione quando, dopo aver
concluso quella giornata, non trovò Zayn ad aspettarlo. Era
diventata quasi
un’abitudine uscire dallo studio e trovare quel ragazzino, ma
evitò di pensarci
troppo, concentrato com’era ad accelerare il passo e
lasciarsi alle spalle
l’altro suo incubo, che lo seguiva come un’ombra e
“Guarda che sono serio!”.
Fu solo quando raggiunse il sottopassaggio
della metropolitana, che si stancò di scappare da lui,
voltandosi per
affrontarlo e borbottando: - Cosa vuoi da me? Sono cose tra me e Zayn,
tu non
devi intrometterti.-
-
Io mi intrometto, se tu spezzi il cuore del mio
amico e lo illudi.- s’intestardì quello, parandosi
di fronte a lui e premendo i
palmi sul petto del maggiore, continuando poi in un sibilo: - Chi era
quella?
La tua ragazza? La mamma di Aileen? Zayn non è il tuo
giocattolino, non puoi
usarlo a tuo piacimento per provare cose nuove.-
-
Era una mia amica, Jade.- rispose semplicemente,
avendone fin sopra la testa di Louis e delle sue insistenze. - Non ho
mai usato
Zayn, non sto provando cose nuove.- imitò le sue parole con
un tono acido nella
voce, spingendolo via per poter fare i gradini e salire sulla metro,
tornare a
casa e aspettare Zayn, se si fosse presentato. - Abbiamo già
parlato io e lui,
non sono cose che ti riguardano.-
-
Stai attento, Payne. Se viene da me a piangere, a
lamentarsi e a dirmi che avevo ragione sul non fidarsi di te potrai
considerarti morto.- stabilì quello ancora una volta,
facendogli aggrottare la
fronte e chiedere: - Gli hai detto di non fidarsi di me?-, per poi
scuotere il
capo, come se non gli importasse davvero di quella risposta, e fargli
un cenno
veloce, superandolo e lasciandolo solo con quel dito sollevato.
Nonostante
tutto i pensieri continuavano a gravitare
attorno a quel punto, aumentando in lui le paranoie. Davvero Louis
aveva detto
a Zayn di non fidarsi? L’aveva messo in guardia su di lui? E
Zayn era andato a
chiedere consigli a Louis? Quindi persino Zayn aveva paura di un finale
tragico
in quel loro strano rapporto. E forse era proprio quello il motivo per
cui non
si fosse fatto trovare fuori dallo studio, forse si era pentito di
tutto e
Louis l’aveva informato di Jade, del fatto che probabilmente
lo stava prendendo
in giro e non era serio. E lui era serio, non era mai stato tanto preso
da un
ragazzo in vita sua, ma non credeva di essere ancora pronto ad aprirsi
completamente, a dirgli di provare ben oltre l’affetto per
lui. Che sarebbe
successo? L’avrebbe spaventato, fatto scappare e poi? Sarebbe
stato solo, con i
ricordi e i rimpianti, il pensiero di quel che sarebbe potuto essere
tra loro,
di quel che si era rovinato.
Scosse
la testa, appoggiando i gomiti sulle cosce, e
infilò le dita tra i capelli, premendo i polpastrelli contro
la cute per cercare
di calmarsi e non lasciarsi vincere da tutte quelle paranoie. Zayn
aveva
ragione quando diceva che l’unico problema era lui, che era
solo lui a
frenarsi, e che doveva semplicemente ammettere di tenerci. Certo,
voleva vedere
fin dove potevano arrivare, ma c’era sempre una forza dentro
di lui a metterlo
in guardia, a ripetergli che non era compresa una durata e si sarebbe
rovinato.
Lui doveva fidarsi di Zayn, perché gli aveva spiegato
chiaramente quanto
tenesse a lui, a loro.
Era
sceso alla solita fermata, camminando con la
testa piena di quei ragionamenti, e si trovò in poco tempo
di fronte
all’edificio colorato, salendo le scale e maneggiando le
chiavi per far
scattare la serratura, facendo sentire la sua presenza con un
“Sono a casa”
detto con un tono più o
meno alto.
Aveva
poggiato le chiavi sul mobile accanto
all’entrata, guardando con fare incuriosito il sorrisino
divertito della donna
anziana, come lo raggiungeva e si copriva la risata con una mano, per
poi
arrossire completamente sulle guance al “Quel
ragazzo è speciale, Liam” e per quelle
voci in lontananza, per la risata di
Aileen e “Dimmene ancora una, Zee”.
Sospirò di sollievo, quando si accorse di essersi perso in
paranoie stupide
mentre Zayn si trovava a casa sua, per poi puntare
l’attenzione su Amber e sul
suo sorriso orgoglioso, su come gli scompigliava i capelli e stringeva
le dita
sulle proprie guance, ammonendolo di “Non
perderlo, tienilo stretto”, a cui rispose con un
cenno e “Non è mia
intenzione farlo scappare”. Si
lasciò baciare entrambe le guance, salutandola e ripetendole
che ci sarebbero
stati quella domenica, che avrebbero portato Zayn e sarebbero stati
assieme
tutto il pomeriggio, per poi chiudere la porta e raggiungere i due in
salotto,
sprofondando nello spazio libero del divano e lasciando che il proprio
viso si
poggiasse contro la spalla del minore. L’aveva sentito
irrigidirsi
improvvisamente, ma aveva deciso di ignorare quel segnale e
concentrarsi sulla
bambina e il suo descrivere quel che avevano fatto assieme, come quel
ragazzino
si fosse presentato un’ora prima del suo arrivo e
l’avesse poi aiutata a
colorare.
-
Ti sei divertita con Zee, eh?- le domandò con un
sorriso felice, vedendola annuire tutta euforica e mostrargli il
disegno su cui
avevano lavorato, per poi indicargli la televisione e “Ora guardiamo il film? Me l’hai promesso,
Lili”. - Certo che
guardiamo il film, scegli il tuo preferito. Se a Zayn non dispiace.- le
rispose, lanciando una veloce occhiata al moretto che sembrava perso in
un
mondo fin troppo distante, scuotendosi improvvisamente e bofonchiando
di essere
completamente d’accordo con qualsiasi scelta della piccola.
Era così ovvio ci
fosse qualcosa di sbagliato in quel momento, ma resistette
all’impulso di fare
domande, aspettando che Aileen scegliesse il film e lo facesse partire,
per poi
appoggiare il braccio sullo schienale del divano e premere la mano
contro la
spalla di Zayn, attirandolo contro il proprio corpo e bisbigliando
contro il
suo orecchio: - Se c’è qualcosa che non va puoi
dirmelo.-
Osservò
con una certa soddisfazione quel suo
rabbrividire ed arrossire, ma aggrottò la fronte al
successivo allontanarsi da
lui e “Ne parliamo dopo, ora non
possiamo”,
insistendo di rimando sul perché si stesse comportando in
quel modo, sul
potergli dire tutto e sul non tenerlo all’oscuro di quel che
aveva l’aria di
essere importante. Sentì qualcosa sprofondare nel petto
all’incrociare i suoi
occhi freddi e “Ho detto che ne
parliamo
dopo”, obbligandolo a chiudersi a riccio,
allontanarsi impercettibilmente
da lui e spostare il braccio dalle sue spalle, tenendo le mani sotto le
cosce
per non farsi vincere dalla voglia di toccarlo.
Fu
un vero e proprio supplizio concentrarsi sul film
- non sapeva nemmeno cosa stava
effettivamente guardando - e non sulle risate di Zayn e
Aileen, su quel
loro interagire e dargli una chiara visione di quel futuro che stava
desiderando con ogni fibra del corpo e della mente. Non poteva essere
così
difficile tenerlo con loro, soprattutto se era una cosa voluta da tutti
e tre.
Doveva accettarlo e smetterla di nascondersi dietro quelle paure, o
avrebbe
rischiato di perdere entrambi. Si sentiva ad un passo
dall’esplodere, perché i
movimenti di Zayn erano tutti un cercare di allontanarsi dal contatto
con lui,
di mettere tra loro una barriera e ignorare allo stesso tempo che fosse
cambiato qualcosa. Più passava il tempo, più si
rendeva conto di non volerlo
perdere, di non riuscire a vederlo andare via e lasciarli soli. Non
solo per
Aileen, per il fatto che si sera legata a lui, ma per lui,
perché era così
assuefatto alla sua presenza da non poterne fare a meno,
così preso da lui e da
ogni suo piccolo gesto. Non poteva permettere che il giudizio di Louis
o quella
paura, lo facesse allontanare da lui; doveva solo combattere e
mostrargli
quanto fosse serio con lui, quanto fosse importante la sua sola
presenza. Sì,
ma come? Confessargli di essere forse
innamorato di lui? Che lo immaginava al suo fianco per un tempo
indefinito? Che
non voleva lasciargli vivere l’adolescenza ma, al contrario,
legarlo a lui in
una relazione duratura?
Lasciò
che fosse Zayn a portare Aileen in camera,
non si era nemmeno accorto del suo essersi addormentata in braccio al
moro, e
mangiucchiò le unghie, non sapendo come scaricare il
nervosismo improvviso, per
poi sollevarsi con uno scatto al ritorno del più piccolo,
osservandolo mentre
indossava la giacca di pelle e “Ci
vediamo, Payne”.
-
Come?- domandò con un’espressione di pura sorpresa
in viso, stringendo le dita attorno al suo polso per bloccarlo. - Che
stai
dicendo? Dove stai andando? Di cosa dovevi parlarmi? Cosa succede?- lo
tempestò
preso dall’ansia di vederlo sparire oltre quella porta,
rafforzando la stretta
ai suoi strattoni e sbarrando gli occhi al suo sibilare: - Vai a
chiederlo alla
tua ragazza.-
Aveva
subito lasciato la presa, sentendo come quel
contatto tra loro fosse diventato improvvisamente soffocante, e si
lasciò
spingere dai suoi palmi contro il petto, ascoltando i “Sei solo un bastardo”,
“Louis
aveva ragione”, “Maledetto
il giorno
in cui mi son fatto vincere dalla tua faccia da cucciolo”
e cadendo sul
divano ad un movimento più brusco dei precedenti, riuscendo
ad afferrare il suo
braccio e portarselo dietro nella caduta. Dopodiché fu una
lotta tra il tenerlo
fermo, sentirlo agitarsi per poter correre via, ignorare le parole
velenose e i
suoi occhi lucidi, cercando di trovare le parole giuste per calmarlo.
Ad ogni
schiudere le labbra per ripetere il discorso nella testa, Zayn
esplodeva con i
soliti insulti e “Ti senti libero,
Payne?
Ti senti libero con me, solo perché puoi star lontano dalla
tua ragazza
perfettina”, rendendo nullo ogni tentativo di farlo
ragionare e spiegare
che aveva sbagliato tutto, che non era da lui, che non sarebbe mai
riuscito a
fare una cosa simile a nessuno, tantomeno alla persona per cui aveva
quel tipo
di interesse.
-
Devi calmarti, Zayn!- esclamò dopo dieci minuti di
insulti vari e colpi contro l’addome, spostando i palmi a
stringergli il viso e
mugolando di dolore nel sentire le sue dita tra le ciocche, a tirare
fino a
fargli male per il gusto sadico di vederlo soffrire. - Non
c’è niente tra me e
Jade, niente. È una mia amica e.. e siamo usciti.. siamo
usciti assieme qualche
volta. Louis è un coglione e mi piaci tu, nessun altro.
Voglio te, Zay.
Credimi.- riuscì a dire, strizzando gli occhi ad ogni
strattone più forte, e
sospirò di sollievo nel sentirlo cessare ogni resistenza,
sollevando una
palpebra e vedendolo mettersi seduto con un’espressione seria
e corrucciata.
-
Voglio solo te, piccolo.- bisbigliò con le guance
in fiamme, sentendo il suo grugnito e “Ti
odio, Payne. Guarda come mi stai riducendo, non riesco nemmeno ad
avercela con
te”. Si sollevò con il busto, avvolgendo
le braccia attorno alla sua vita -
no, non poteva rischiare di vederlo scappare via -, e
allargò lo spazio tra le
gambe per poterlo far stare più comodo, premendo le labbra
contro la sua fronte
e sussurrando: - Non andare via.-
Restarono
in quella posizione per un tempo senza
fine, lui con le labbra ferme in quel punto e Zayn che non accennava a
muovere
nemmeno un dito, e solo dopo fin troppi battiti frenetici del cuore
sentì le
dita del più piccolo risalire lungo i fianchi e stringersi
alla camicia che
indossava. Non era riuscito a trattenere il sospiro di sollievo,
vedendo quel
gesto come un silenzioso perdono, e rafforzò la presa,
spostando le labbra tra
i suoi capelli scuri.
-
Sei.. questa cosa tra noi è importante per me. Tu
lo sei.- si decise a parlare, sentendo come le dita tirassero il
tessuto per
invitarlo a continuare. - Non riesco a tenere la mente lontana da te,
dal fatto
che potresti sparire e non voglio. Come farei a riprendere la mia vita
di
prima? Mi sembra qualcosa di orrendo. E forse mi stai insegnando ad
andare
avanti, a superare il mio passato, ma mi stai anche creando dipendenza.
Mi
liberi di un peso, però tu me ne offri uno nuovo e
più difficile. Se decidessi
di andare via ora, io ne morirei. Non voglio che la mia vita dipenda da
un’altra persona, Zayn. Non voglio stare ancora una volta
così male. Non voglio
perderti e perdere me stesso.-
Era
riuscito a trattenere le lacrime, nonostante la
voce roca e il groppo alla gola, mentre affrontava lo sguardo del
più piccolo e
cercava di spiegargli tutto quello che gli stava incasinando la testa.
Zayn
l’aveva invitato ad aprirsi, ma aveva il terrore di poterlo
allontanare a
quelle parole, di fargli intendere cose completamente sbagliate. Non si
sentiva
bravo con i discorsi, con lo spiegare i sentimenti e
quant’altro, anzi era un
incapace e usava termini sbagliati. Ed era ovvio come Zayn avesse
frainteso
tutto il senso di quella confessione, per come si era fatto scuro in
viso e
aveva interrotto il movimento delle dita, obbligandolo a mugugnare un
frettoloso “Non importa, dimentica
tutto”.
Aveva
abbassato il viso a quel punto, perché l’idea
di lasciarsi studiare da lui non gli piaceva, e si era stretto nelle
spalle ai
suoi richiami, per arricciare poi le labbra in una smorfia al pugno
contro il
braccio e “Ho capito, idiota”.
Solo
dopo qualche altro minuto si era deciso a sollevare lo sguardo,
ringraziando
mentalmente Zayn per lasciargli tutto il tempo a disposizione, e lo
osservò con
la fronte corrugata, come a chiedergli conferme ulteriori, vedendo il
suo cenno
del capo e “Avevo solo bisogno di
codificare tutto, parli in modo strano”. Gli
rivolse un sorriso timido e
imbarazzato, tenendo il labbro inferiore stretto tra i denti per non
fiatare
mentre lui continuava con: - Tu però devi fidarti di me,
Lee. Io ti prometto
che non andrò via, che potrai afferrare la mia mano quando
ti sentirai cadere e
sarò al tuo fianco. È un po’ come se
dovessi imparare a camminare di nuovo, o
ad andare in bici. Devi imparare ad essere forte per te e ti
darò volentieri
una mano, togliendoti anche questa fissa della dipendenza.-
-
Non è una fissa.- si lamentò il castano,
sporgendo
le labbra in un broncio e ottenendo solamente delle risate, un bacio a
fior di
labbra e “Sarò sempre al
tuo fianco”,
che lo fece arrossire e distogliere lo sguardo per qualche secondo. -
Odio
tutto questo.- si lamentò subito dopo, ricevendo un pugno
contro lo stomaco e
un invito a parlare. - Che sono sempre io a piangere tra le tue
braccia, mai il
contrario. Mi sento uno stupido a farmi consolare da un ragazzo
più piccolo di
me.- borbottò con una smorfia, roteando gli occhi al suo
commentino su quanto
fosse un sintomo del voler essere accudito e “Vuoi
stare sotto di me”.
-
Vorrei solo dirti che è un bene il piangere.-
richiamò l’attenzione il sussurro serio del
moretto e il suo fare spallucce con
fare vago, quel premere i pollici sulle sue guance, per cancellargli le
poche
lacrime che non era riuscito a trattenere, e infine: - Altrimenti poi
ti riduci
come me, non riesci a dormire e pensi a quanto hai paura di perdere una
persona
importante, al fatto che potresti non essere così forte per
aiutarla. Non
sentirti uno stupido e non smettere di piangere. I buoni piangono
sempre.-
Strizzò
gli occhi, quando sentì le sue labbra
posarsi sulle palpebre, e, non appena li riaprì, lo
trovò a quella distanza
ravvicinata, a rendere evidenti le pagliuzze verdastre nei suoi occhi,
deglutendo e chiedendo in un sussurro: - Come fai a dirlo? E quindi tu
sei
cattivo?-
-
Sono cattivo, sì.- ridacchiò Zayn, rivolgendosi a
lui come ad un bambino, prendendogli il viso tra le dita e lasciandogli
un
bacio sulla punta del naso. - Odio vederti triste, sembri un cucciolo
abbandonato.- aggiunse con una smorfia sulle labbra, spostando una mano
tra i
suoi capelli per massaggiargli la cute. - Stiamo qui ancora un
po’?- gli
domandò l’attimo dopo, ottenendo un semplice cenno
d’assenso da parte di Liam.
E
i loro cuori avevano iniziato a battere
all’unisono, nel momento in cui Zayn aveva iniziato a
tracciare delle lettere
sulla schiena del maggiore, sfiorandogli il tessuto e stando attento a
rendere
chiaramente interpretabile il tutto. Il fatto che avesse dovuto
mordersi le
labbra, per tenersi dentro delle parole o un “Anch’io”,
doveva significare sicuramente qualcosa; ma, per il
momento, si accontentava di tenerlo tra le braccia e premere tutto il
viso tra
i suoi capelli, respirando il suo profumo e perdendosi ancora una volta
in lui.
I
giorni erano passati molto velocemente, Zayn non
si era più fermato a dormire da loro per via del padre fin
troppo curioso, ma
erano riusciti a vedersi ogni mattina e ogni sera fuori dallo studio,
lasciando
che Louis sparisse per potersi baciare e ripetersi quanto fosse stata
dura la
giornata a stare divisi. Liam era riuscito persino ad informarlo del
pranzo con
la vicina per quella domenica, mentre il più piccolo teneva
le labbra contro il
collo a lasciargli segni più o meno evidenti.
Quella
domenica mattina si era svegliato con una
strana agitazione nel petto, forse a causa del ricordo
dell’indecisione del più
piccolo ad accettare i progetti per quella giornata, e si era fatto una
doccia
calda, rilassando tutti i muscoli per prepararsi alle ore successive.
Non
sapeva se aveva più paura della mancata presenza di Zayn, o
di quel che avrebbe
potuto combinare Amber per metterlo in imbarazzo. Già il
semplice fatto di
averlo invitato a quel pranzo era un qualcosa di eccessivo, quando loro
nemmeno
avevano chiarito il loro rapporto; stavano assieme o ancora no?
Si
era poi vestito velocemente perché, nonostante
l’essersi svegliato presto e l’abitare ad un piano
di differenza, rischiavano
di fare tardi e voleva evitare che i due si trovassero soli a
spettegolare o
fare amicizia. Non poteva sprecare in quel modo l’occasione
di farlo entrare
nella loro famiglia, mettendolo in imbarazzo e facendolo probabilmente
scappare
via senza ripensamenti. Fu quindi con estrema gioia che, non appena
suonò al
campanello con Aileen per mano, trovò la vicina di fronte a
lui e “Non è ancora
arrivato, siete i primi”.
Erano
passati quasi venti minuti, il ritrovo era
stato fissato per dieci minuti prima, e del più piccolo
ancora non c’era
traccia, Liam cercava di tenersi impegnato ad ascoltare il
chiacchiericcio
della bambina, ma non riusciva a smettere di muovere la gamba in un tic
nervoso, rivolgendo un mezzo sorriso teso alla signora anziana, non
appena
questa posò una mano sul proprio ginocchio. Si
alzò in piedi con uno scatto,
come se il pensiero di restare seduto fosse insopportabile, non appena
sentì
suonare il campanello, e si aprì in un sorriso luminoso nel
trovarsi davanti
quel ragazzino, le guance rosse e le dita che cercava di usare per
acconciare i
capelli in un ciuffo ancora più perfetto.
-
Io.. scusa, non sapevo cosa mettere e poi.. poi ho
iniziato a pensare che forse non dovrei essere qui, che è
come se mi stessi
presentando in famiglia e io non sono proprio il tipo.- aveva iniziato
a
farfugliare, senza nemmeno salutarlo e con gli occhi che faceva vagare
alle
proprie spalle. - Poi non potevo presentarmi a mani vuote, dovevo
portare
qualcosa e mi sono fermato a prendere una torta. Ma c’era
così tanta fila e
io.. scusa.- concluse tutto quel discorso, porgendogli una scatola di
una
pasticceria, venendo accolto immediatamente dal “Hai portato la torta? Ma non dovevi!”
di Amber, che li aveva
raggiunti e aveva preso per un braccio Zayn, trascinandolo
all’interno
dell’appartamento senza ulteriori indugi.
Liam
non era riuscito a far nulla, nemmeno a pensare
a quanto fosse tenero con quell’aria intimidita, e si era
trovato di fronte
alla porta a fissare il vuoto con un sorriso stupido, decidendosi a
chiuderla
solo dopo qualche minuto e raggiungerli. Era come se a quella famiglia
mancasse
quel tassello, come se Zayn fosse destinato a farne parte, mentre lo
vedeva
prendere in braccio Aileen per schioccarle più baci sulle
guance e “Come sei bella, principessa”.
Si
era poi spostato in cucina, aiutando Amber con
gli ultimi preparativi, e aveva tenuto un orecchio teso per ascoltare i
discorsi di Zayn e della bambina, come continuasse a ripeterle che era
una vera
artista e amava ogni suoi disegno, o quando le descriveva quel che era
riuscito
a fare con lo skate alla sua età, come le proponeva di
insegnarglielo e “Però
Lili deve essere d’accordo” a cui
la bambina aveva risposto con una serie di sbuffi e “Non deve saperlo per forza, può essere
il nostro segreto”. Si era
morso il labbro per non scoppiare a ridere, rivolgendo
un’occhiata alle proprie
spalle ed incrociando gli occhi del più piccolo e la sua
alzata di spalle, come
a dirgli che non era stato lui a dare quell’idea.
-
Mi piace vederti felice.- sentì dire dalla donna,
che aveva interrotto tutto quanto per voltarsi verso di lui e
guardarlo. - Non
ti ho mai visto sorridere in questo modo.- aggiunse, facendolo
arrossire e
farfugliare qualche parola confusa, per poi arrendersi e bisbigliare: -
Piace
anche a me.-
Non
riuscì ad aggiungere altro, perché si
trovò Zayn
in cucina accanto a loro e Amber che decideva di lasciarli soli, si
passò i
palmi sui jeans e si voltò verso di lui, vedendolo a braccia
incrociate e con
un sorriso timido sulle labbra, mentre sussurrava: - Non mi hai nemmeno
baciato.-
-
Tu non hai baciato me, signorino.- si lamentò il
maggiore, avvolgendo in modo istintivo le braccia attorno al suo corpo,
per poi
premere il viso contro la sua spalla e nascondergli in quel modo il
sorriso
euforico. - Eri troppo impegnato a parlare a vanvera.- lo prese in
giro,
staccandosi per schioccargli un bacio contro la guancia e trovarsi poi
con le
labbra contro le sue.
Non
appena conclusero quel breve bacio, ancora fin
troppo dolce, lo sentì lamentarsi delle prese in giro,
invitandolo a
dimenticare quel primo momento imbarazzante e rispondendogli con un
ennesimo
bacio e “Ma eri tremendamente
adorabile”.
-
Prometti di non farmi fare delle brutte figure?-
gli domandò Zayn con una smorfia ad arricciargli le labbra,
gli occhi ridotti a
due fessure e sfuggenti. - Di starmi accanto e interrompere qualsiasi
discorso
personale? Non voglio fare una brutta impressione con lei.-
mugugnò infine,
deglutendo con fare nervoso e trovandosi tra le braccia del
più grande e “Andrà
tutto meravigliosamente bene, ti
ameranno tutti quanti e non avrai nulla di cui preoccuparti. Sei
bellissimo”.
-
Bellissimo?- gli chiese conferma il moretto, come
se sentire quei complimenti riuscisse a dargli del coraggio, e Liam
annuì,
sporgendo il viso per poter unire le loro labbra e bisbigliare: - Non
ho mai
visto una persona più bella di te e sei mio, il
ché ti rende ancora più bello
ai miei occhi.-
Angolo
Shine:
Vi
informo solamente del fatto che questo sarà
l’ultimo
aggiornamento, riprenderò a gennaio con questa long. No, non
la sto
assolutamente abbandonando - mancano pochi capitoli
all’epilogo - ma preferisco
concentrarmi solamente sull’os per natale. Giusto per non
impazzire con troppi
progetti.
Detto
questo non ho altro da aggiungere, buon fine
settimana a tutti!