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Autore: Shine_    05/12/2014    6 recensioni
Liam Payne ha ventisei anni, uno studio da dentista nel centro di Brooklyn e una vita molto più complicata di quel che sembrerebbe. Le cose sembrano andare sempre peggio quando, volendo fare un favore ad un amico di vecchia data, assume come stagista un ragazzino arrogante e pieno di sé, con amici altrettanto particolari.
Dal testo:
Si era vestito lentamente, allacciandosi con cura la camicia, mentre pensava all’identità di questo strano ragazzino di quasi diciotto anni che avrebbe passato con lui tutti quei mesi estivi. Sperava solamente di non finire in casini più grandi di lui.
[Ziam; una leggera sfumatura di Lirry in qualche capitolo e punk!Louis che non ci abbandona mai]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You're my end and my beginning

 

« Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I'll give my all to you. »

 

 

Sedicesimo capitolo:

 

Liam non era stato molto presente per il resto della giornata, svolgeva il suo lavoro con la mente persa tra quel che era successo in quei giorni. Partendo da Zayn, dal loro aver consumato un rapporto, alla confessione del più piccolo e a quel che era accaduto la mattina dopo, alla vicina che li aveva invitati a pranzo e li considerava una coppia. Non sapeva se esserne felice o aver ancora più paura. Si sentiva un bambino fin troppo timoroso, ma i suoi comportamenti - la sua ritrosia - era sicuramente dovuta a quel muro che l’aveva protetto, che stava ancora in piedi in qualche modo.

Solo verso metà pomeriggio si decise a mettere da parte le preoccupazioni e le paure - che sarebbe potuto succedere quella domenica di così tanto grave? -, riprendendo a fare battutine ai bambini per poter ottenere delle risate e non dei pianti isterici, evitando così di avere un successivo mal di testa. Ma, quel che lo lasciò confuso, fu l’arrivo di Jade nello studio, nessun bambino per mano e un sorriso accattivante, mentre chiudeva la porta alle sue spalle e si avvicinava a lui. Si trattava di una semplice visita di cortesia, aveva giurato con le braccia sollevate, per poi invitarlo ad uscire, le guance le si erano fatte rosse e gli occhi guizzavano per la stanza, e fargli il nome di un ristorante di cui aveva sentito parlare e che voleva provare.

- Non.. non penso di essere libero.- inventò una scusa su due piedi, senza nemmeno specificare il motivo per cui fosse impegnato, e si passò una mano tra i capelli, sospirando e dicendo velocemente: - Aileen ha avuto la febbre in questi giorni e non voglio lasciarla da sola.-, vedendola annuire con una smorfia e: - Prima devi fare il papà, giustamente.-

Solo dopo qualche minuto si ricordò del non averla informata della verità sul loro conto, solo Zayn sapeva tutto sul rapporto tra lui ed Aileen, infilò le mani nel camice bianco, decidendo di mordersi le labbra a sangue pur di non rivelare nulla, e incassò la testa tra le spalle, sussurrando: - Mi dispiace, non vorrei peggiorasse.-

Non era riuscito ad allontanarsi a quel suo improvviso ridurre le distanze, deglutendo con fare nervoso per la sua mano sul braccio e le sue labbra così vicine, e puntò immediatamente gli occhi sulla porta, vedendo Louis con una postura rigida e “Poiché lei non è una paziente, sarei davvero felice se decidesse di levarsi dalle palle”.

- Scusalo è.. è un po’..- tentò di spiegare quella maleducazioni del ragazzo, lanciandogli un’occhiata ammonitrice, ma lo sentì sibilare: - C’è gente che cerca di lavorare, altri stanno aspettando che la gentile donzella se ne vada dai coglioni e io avevo detto che non poteva venire qui. Solamente perché sono più piccolo non vuol dire che può fare di testa sua.-

Rivolse un sorriso di scuse alla ragazza, che era rimasta senza parole e spostava lo sguardo da uno all’altro, per seguirla poi mentre s’incamminava fuori dallo studio, dopo avergli rivolto un saluto veloce e “Questo mondo è pieno di gente strana”. Solo quando fu sicuro nessuno potessi sentirli, si voltò verso di lui e borbottò: - Ti sembra il caso? Potevi lasciar fare a me.-

- Lasciar fare a te cosa?- si gonfiò improvvisamente il più piccolo, puntandogli un dito contro e sfogandosi con: - Quella stava flirtando con te, stava per.. baciarti. E io dovevo lasciarti fare? Non ti permetterò di rovinare Zayn. È il mio migliore amico e, se lo stai prendendo per il culo, io te la faccio pagare. E sì, ti sto minacciando. Stai attento a quel che fai, Payne. Ci metterò meno di due secondi a farti fuori, se fai a pezzi il cuore del mio migliore amico.- Non ebbe nemmeno il tempo di rispondergli, di chiedergli che significassero quell’insieme di frasi ed accuse, che sentì la porta sbattere e si trovò nuovamente solo nella stanza.

Cercò di nascondere la delusione quando, dopo aver concluso quella giornata, non trovò Zayn ad aspettarlo. Era diventata quasi un’abitudine uscire dallo studio e trovare quel ragazzino, ma evitò di pensarci troppo, concentrato com’era ad accelerare il passo e lasciarsi alle spalle l’altro suo incubo, che lo seguiva come un’ombra e “Guarda che sono serio!”. Fu solo quando raggiunse il sottopassaggio della metropolitana, che si stancò di scappare da lui, voltandosi per affrontarlo e borbottando: - Cosa vuoi da me? Sono cose tra me e Zayn, tu non devi intrometterti.-

- Io mi intrometto, se tu spezzi il cuore del mio amico e lo illudi.- s’intestardì quello, parandosi di fronte a lui e premendo i palmi sul petto del maggiore, continuando poi in un sibilo: - Chi era quella? La tua ragazza? La mamma di Aileen? Zayn non è il tuo giocattolino, non puoi usarlo a tuo piacimento per provare cose nuove.-

- Era una mia amica, Jade.- rispose semplicemente, avendone fin sopra la testa di Louis e delle sue insistenze. - Non ho mai usato Zayn, non sto provando cose nuove.- imitò le sue parole con un tono acido nella voce, spingendolo via per poter fare i gradini e salire sulla metro, tornare a casa e aspettare Zayn, se si fosse presentato. - Abbiamo già parlato io e lui, non sono cose che ti riguardano.-

- Stai attento, Payne. Se viene da me a piangere, a lamentarsi e a dirmi che avevo ragione sul non fidarsi di te potrai considerarti morto.- stabilì quello ancora una volta, facendogli aggrottare la fronte e chiedere: - Gli hai detto di non fidarsi di me?-, per poi scuotere il capo, come se non gli importasse davvero di quella risposta, e fargli un cenno veloce, superandolo e lasciandolo solo con quel dito sollevato.

Nonostante tutto i pensieri continuavano a gravitare attorno a quel punto, aumentando in lui le paranoie. Davvero Louis aveva detto a Zayn di non fidarsi? L’aveva messo in guardia su di lui? E Zayn era andato a chiedere consigli a Louis? Quindi persino Zayn aveva paura di un finale tragico in quel loro strano rapporto. E forse era proprio quello il motivo per cui non si fosse fatto trovare fuori dallo studio, forse si era pentito di tutto e Louis l’aveva informato di Jade, del fatto che probabilmente lo stava prendendo in giro e non era serio. E lui era serio, non era mai stato tanto preso da un ragazzo in vita sua, ma non credeva di essere ancora pronto ad aprirsi completamente, a dirgli di provare ben oltre l’affetto per lui. Che sarebbe successo? L’avrebbe spaventato, fatto scappare e poi? Sarebbe stato solo, con i ricordi e i rimpianti, il pensiero di quel che sarebbe potuto essere tra loro, di quel che si era rovinato.

Scosse la testa, appoggiando i gomiti sulle cosce, e infilò le dita tra i capelli, premendo i polpastrelli contro la cute per cercare di calmarsi e non lasciarsi vincere da tutte quelle paranoie. Zayn aveva ragione quando diceva che l’unico problema era lui, che era solo lui a frenarsi, e che doveva semplicemente ammettere di tenerci. Certo, voleva vedere fin dove potevano arrivare, ma c’era sempre una forza dentro di lui a metterlo in guardia, a ripetergli che non era compresa una durata e si sarebbe rovinato. Lui doveva fidarsi di Zayn, perché gli aveva spiegato chiaramente quanto tenesse a lui, a loro.

Era sceso alla solita fermata, camminando con la testa piena di quei ragionamenti, e si trovò in poco tempo di fronte all’edificio colorato, salendo le scale e maneggiando le chiavi per far scattare la serratura, facendo sentire la sua presenza con un “Sono a casa” detto con un tono più o meno alto.

Aveva poggiato le chiavi sul mobile accanto all’entrata, guardando con fare incuriosito il sorrisino divertito della donna anziana, come lo raggiungeva e si copriva la risata con una mano, per poi arrossire completamente sulle guance al “Quel ragazzo è speciale, Liam” e per quelle voci in lontananza, per la risata di Aileen e “Dimmene ancora una, Zee”. Sospirò di sollievo, quando si accorse di essersi perso in paranoie stupide mentre Zayn si trovava a casa sua, per poi puntare l’attenzione su Amber e sul suo sorriso orgoglioso, su come gli scompigliava i capelli e stringeva le dita sulle proprie guance, ammonendolo di “Non perderlo, tienilo stretto”, a cui rispose con un cenno e “Non è mia intenzione farlo scappare”. Si lasciò baciare entrambe le guance, salutandola e ripetendole che ci sarebbero stati quella domenica, che avrebbero portato Zayn e sarebbero stati assieme tutto il pomeriggio, per poi chiudere la porta e raggiungere i due in salotto, sprofondando nello spazio libero del divano e lasciando che il proprio viso si poggiasse contro la spalla del minore. L’aveva sentito irrigidirsi improvvisamente, ma aveva deciso di ignorare quel segnale e concentrarsi sulla bambina e il suo descrivere quel che avevano fatto assieme, come quel ragazzino si fosse presentato un’ora prima del suo arrivo e l’avesse poi aiutata a colorare.

- Ti sei divertita con Zee, eh?- le domandò con un sorriso felice, vedendola annuire tutta euforica e mostrargli il disegno su cui avevano lavorato, per poi indicargli la televisione e “Ora guardiamo il film? Me l’hai promesso, Lili”. - Certo che guardiamo il film, scegli il tuo preferito. Se a Zayn non dispiace.- le rispose, lanciando una veloce occhiata al moretto che sembrava perso in un mondo fin troppo distante, scuotendosi improvvisamente e bofonchiando di essere completamente d’accordo con qualsiasi scelta della piccola. Era così ovvio ci fosse qualcosa di sbagliato in quel momento, ma resistette all’impulso di fare domande, aspettando che Aileen scegliesse il film e lo facesse partire, per poi appoggiare il braccio sullo schienale del divano e premere la mano contro la spalla di Zayn, attirandolo contro il proprio corpo e bisbigliando contro il suo orecchio: - Se c’è qualcosa che non va puoi dirmelo.-

Osservò con una certa soddisfazione quel suo rabbrividire ed arrossire, ma aggrottò la fronte al successivo allontanarsi da lui e “Ne parliamo dopo, ora non possiamo”, insistendo di rimando sul perché si stesse comportando in quel modo, sul potergli dire tutto e sul non tenerlo all’oscuro di quel che aveva l’aria di essere importante. Sentì qualcosa sprofondare nel petto all’incrociare i suoi occhi freddi e “Ho detto che ne parliamo dopo”, obbligandolo a chiudersi a riccio, allontanarsi impercettibilmente da lui e spostare il braccio dalle sue spalle, tenendo le mani sotto le cosce per non farsi vincere dalla voglia di toccarlo.

Fu un vero e proprio supplizio concentrarsi sul film - non sapeva nemmeno cosa stava effettivamente guardando - e non sulle risate di Zayn e Aileen, su quel loro interagire e dargli una chiara visione di quel futuro che stava desiderando con ogni fibra del corpo e della mente. Non poteva essere così difficile tenerlo con loro, soprattutto se era una cosa voluta da tutti e tre. Doveva accettarlo e smetterla di nascondersi dietro quelle paure, o avrebbe rischiato di perdere entrambi. Si sentiva ad un passo dall’esplodere, perché i movimenti di Zayn erano tutti un cercare di allontanarsi dal contatto con lui, di mettere tra loro una barriera e ignorare allo stesso tempo che fosse cambiato qualcosa. Più passava il tempo, più si rendeva conto di non volerlo perdere, di non riuscire a vederlo andare via e lasciarli soli. Non solo per Aileen, per il fatto che si sera legata a lui, ma per lui, perché era così assuefatto alla sua presenza da non poterne fare a meno, così preso da lui e da ogni suo piccolo gesto. Non poteva permettere che il giudizio di Louis o quella paura, lo facesse allontanare da lui; doveva solo combattere e mostrargli quanto fosse serio con lui, quanto fosse importante la sua sola presenza. Sì, ma come? Confessargli di essere forse innamorato di lui? Che lo immaginava al suo fianco per un tempo indefinito? Che non voleva lasciargli vivere l’adolescenza ma, al contrario, legarlo a lui in una relazione duratura?

Lasciò che fosse Zayn a portare Aileen in camera, non si era nemmeno accorto del suo essersi addormentata in braccio al moro, e mangiucchiò le unghie, non sapendo come scaricare il nervosismo improvviso, per poi sollevarsi con uno scatto al ritorno del più piccolo, osservandolo mentre indossava la giacca di pelle e “Ci vediamo, Payne”.

- Come?- domandò con un’espressione di pura sorpresa in viso, stringendo le dita attorno al suo polso per bloccarlo. - Che stai dicendo? Dove stai andando? Di cosa dovevi parlarmi? Cosa succede?- lo tempestò preso dall’ansia di vederlo sparire oltre quella porta, rafforzando la stretta ai suoi strattoni e sbarrando gli occhi al suo sibilare: - Vai a chiederlo alla tua ragazza.-

Aveva subito lasciato la presa, sentendo come quel contatto tra loro fosse diventato improvvisamente soffocante, e si lasciò spingere dai suoi palmi contro il petto, ascoltando i “Sei solo un bastardo”, “Louis aveva ragione”, “Maledetto il giorno in cui mi son fatto vincere dalla tua faccia da cucciolo” e cadendo sul divano ad un movimento più brusco dei precedenti, riuscendo ad afferrare il suo braccio e portarselo dietro nella caduta. Dopodiché fu una lotta tra il tenerlo fermo, sentirlo agitarsi per poter correre via, ignorare le parole velenose e i suoi occhi lucidi, cercando di trovare le parole giuste per calmarlo. Ad ogni schiudere le labbra per ripetere il discorso nella testa, Zayn esplodeva con i soliti insulti e “Ti senti libero, Payne? Ti senti libero con me, solo perché puoi star lontano dalla tua ragazza perfettina”, rendendo nullo ogni tentativo di farlo ragionare e spiegare che aveva sbagliato tutto, che non era da lui, che non sarebbe mai riuscito a fare una cosa simile a nessuno, tantomeno alla persona per cui aveva quel tipo di interesse.

- Devi calmarti, Zayn!- esclamò dopo dieci minuti di insulti vari e colpi contro l’addome, spostando i palmi a stringergli il viso e mugolando di dolore nel sentire le sue dita tra le ciocche, a tirare fino a fargli male per il gusto sadico di vederlo soffrire. - Non c’è niente tra me e Jade, niente. È una mia amica e.. e siamo usciti.. siamo usciti assieme qualche volta. Louis è un coglione e mi piaci tu, nessun altro. Voglio te, Zay. Credimi.- riuscì a dire, strizzando gli occhi ad ogni strattone più forte, e sospirò di sollievo nel sentirlo cessare ogni resistenza, sollevando una palpebra e vedendolo mettersi seduto con un’espressione seria e corrucciata.

- Voglio solo te, piccolo.- bisbigliò con le guance in fiamme, sentendo il suo grugnito e “Ti odio, Payne. Guarda come mi stai riducendo, non riesco nemmeno ad avercela con te”. Si sollevò con il busto, avvolgendo le braccia attorno alla sua vita - no, non poteva rischiare di vederlo scappare via -, e allargò lo spazio tra le gambe per poterlo far stare più comodo, premendo le labbra contro la sua fronte e sussurrando: - Non andare via.-

Restarono in quella posizione per un tempo senza fine, lui con le labbra ferme in quel punto e Zayn che non accennava a muovere nemmeno un dito, e solo dopo fin troppi battiti frenetici del cuore sentì le dita del più piccolo risalire lungo i fianchi e stringersi alla camicia che indossava. Non era riuscito a trattenere il sospiro di sollievo, vedendo quel gesto come un silenzioso perdono, e rafforzò la presa, spostando le labbra tra i suoi capelli scuri.

- Sei.. questa cosa tra noi è importante per me. Tu lo sei.- si decise a parlare, sentendo come le dita tirassero il tessuto per invitarlo a continuare. - Non riesco a tenere la mente lontana da te, dal fatto che potresti sparire e non voglio. Come farei a riprendere la mia vita di prima? Mi sembra qualcosa di orrendo. E forse mi stai insegnando ad andare avanti, a superare il mio passato, ma mi stai anche creando dipendenza. Mi liberi di un peso, però tu me ne offri uno nuovo e più difficile. Se decidessi di andare via ora, io ne morirei. Non voglio che la mia vita dipenda da un’altra persona, Zayn. Non voglio stare ancora una volta così male. Non voglio perderti e perdere me stesso.-

Era riuscito a trattenere le lacrime, nonostante la voce roca e il groppo alla gola, mentre affrontava lo sguardo del più piccolo e cercava di spiegargli tutto quello che gli stava incasinando la testa. Zayn l’aveva invitato ad aprirsi, ma aveva il terrore di poterlo allontanare a quelle parole, di fargli intendere cose completamente sbagliate. Non si sentiva bravo con i discorsi, con lo spiegare i sentimenti e quant’altro, anzi era un incapace e usava termini sbagliati. Ed era ovvio come Zayn avesse frainteso tutto il senso di quella confessione, per come si era fatto scuro in viso e aveva interrotto il movimento delle dita, obbligandolo a mugugnare un frettoloso “Non importa, dimentica tutto”.

Aveva abbassato il viso a quel punto, perché l’idea di lasciarsi studiare da lui non gli piaceva, e si era stretto nelle spalle ai suoi richiami, per arricciare poi le labbra in una smorfia al pugno contro il braccio e “Ho capito, idiota”. Solo dopo qualche altro minuto si era deciso a sollevare lo sguardo, ringraziando mentalmente Zayn per lasciargli tutto il tempo a disposizione, e lo osservò con la fronte corrugata, come a chiedergli conferme ulteriori, vedendo il suo cenno del capo e “Avevo solo bisogno di codificare tutto, parli in modo strano”. Gli rivolse un sorriso timido e imbarazzato, tenendo il labbro inferiore stretto tra i denti per non fiatare mentre lui continuava con: - Tu però devi fidarti di me, Lee. Io ti prometto che non andrò via, che potrai afferrare la mia mano quando ti sentirai cadere e sarò al tuo fianco. È un po’ come se dovessi imparare a camminare di nuovo, o ad andare in bici. Devi imparare ad essere forte per te e ti darò volentieri una mano, togliendoti anche questa fissa della dipendenza.-

- Non è una fissa.- si lamentò il castano, sporgendo le labbra in un broncio e ottenendo solamente delle risate, un bacio a fior di labbra e “Sarò sempre al tuo fianco”, che lo fece arrossire e distogliere lo sguardo per qualche secondo. - Odio tutto questo.- si lamentò subito dopo, ricevendo un pugno contro lo stomaco e un invito a parlare. - Che sono sempre io a piangere tra le tue braccia, mai il contrario. Mi sento uno stupido a farmi consolare da un ragazzo più piccolo di me.- borbottò con una smorfia, roteando gli occhi al suo commentino su quanto fosse un sintomo del voler essere accudito e “Vuoi stare sotto di me”.

- Vorrei solo dirti che è un bene il piangere.- richiamò l’attenzione il sussurro serio del moretto e il suo fare spallucce con fare vago, quel premere i pollici sulle sue guance, per cancellargli le poche lacrime che non era riuscito a trattenere, e infine: - Altrimenti poi ti riduci come me, non riesci a dormire e pensi a quanto hai paura di perdere una persona importante, al fatto che potresti non essere così forte per aiutarla. Non sentirti uno stupido e non smettere di piangere. I buoni piangono sempre.-

Strizzò gli occhi, quando sentì le sue labbra posarsi sulle palpebre, e, non appena li riaprì, lo trovò a quella distanza ravvicinata, a rendere evidenti le pagliuzze verdastre nei suoi occhi, deglutendo e chiedendo in un sussurro: - Come fai a dirlo? E quindi tu sei cattivo?-

- Sono cattivo, sì.- ridacchiò Zayn, rivolgendosi a lui come ad un bambino, prendendogli il viso tra le dita e lasciandogli un bacio sulla punta del naso. - Odio vederti triste, sembri un cucciolo abbandonato.- aggiunse con una smorfia sulle labbra, spostando una mano tra i suoi capelli per massaggiargli la cute. - Stiamo qui ancora un po’?- gli domandò l’attimo dopo, ottenendo un semplice cenno d’assenso da parte di Liam.

E i loro cuori avevano iniziato a battere all’unisono, nel momento in cui Zayn aveva iniziato a tracciare delle lettere sulla schiena del maggiore, sfiorandogli il tessuto e stando attento a rendere chiaramente interpretabile il tutto. Il fatto che avesse dovuto mordersi le labbra, per tenersi dentro delle parole o un “Anch’io”, doveva significare sicuramente qualcosa; ma, per il momento, si accontentava di tenerlo tra le braccia e premere tutto il viso tra i suoi capelli, respirando il suo profumo e perdendosi ancora una volta in lui.

 

 

I giorni erano passati molto velocemente, Zayn non si era più fermato a dormire da loro per via del padre fin troppo curioso, ma erano riusciti a vedersi ogni mattina e ogni sera fuori dallo studio, lasciando che Louis sparisse per potersi baciare e ripetersi quanto fosse stata dura la giornata a stare divisi. Liam era riuscito persino ad informarlo del pranzo con la vicina per quella domenica, mentre il più piccolo teneva le labbra contro il collo a lasciargli segni più o meno evidenti.

Quella domenica mattina si era svegliato con una strana agitazione nel petto, forse a causa del ricordo dell’indecisione del più piccolo ad accettare i progetti per quella giornata, e si era fatto una doccia calda, rilassando tutti i muscoli per prepararsi alle ore successive. Non sapeva se aveva più paura della mancata presenza di Zayn, o di quel che avrebbe potuto combinare Amber per metterlo in imbarazzo. Già il semplice fatto di averlo invitato a quel pranzo era un qualcosa di eccessivo, quando loro nemmeno avevano chiarito il loro rapporto; stavano assieme o ancora no?

Si era poi vestito velocemente perché, nonostante l’essersi svegliato presto e l’abitare ad un piano di differenza, rischiavano di fare tardi e voleva evitare che i due si trovassero soli a spettegolare o fare amicizia. Non poteva sprecare in quel modo l’occasione di farlo entrare nella loro famiglia, mettendolo in imbarazzo e facendolo probabilmente scappare via senza ripensamenti. Fu quindi con estrema gioia che, non appena suonò al campanello con Aileen per mano, trovò la vicina di fronte a lui e “Non è ancora arrivato, siete i primi”.

Erano passati quasi venti minuti, il ritrovo era stato fissato per dieci minuti prima, e del più piccolo ancora non c’era traccia, Liam cercava di tenersi impegnato ad ascoltare il chiacchiericcio della bambina, ma non riusciva a smettere di muovere la gamba in un tic nervoso, rivolgendo un mezzo sorriso teso alla signora anziana, non appena questa posò una mano sul proprio ginocchio. Si alzò in piedi con uno scatto, come se il pensiero di restare seduto fosse insopportabile, non appena sentì suonare il campanello, e si aprì in un sorriso luminoso nel trovarsi davanti quel ragazzino, le guance rosse e le dita che cercava di usare per acconciare i capelli in un ciuffo ancora più perfetto.

- Io.. scusa, non sapevo cosa mettere e poi.. poi ho iniziato a pensare che forse non dovrei essere qui, che è come se mi stessi presentando in famiglia e io non sono proprio il tipo.- aveva iniziato a farfugliare, senza nemmeno salutarlo e con gli occhi che faceva vagare alle proprie spalle. - Poi non potevo presentarmi a mani vuote, dovevo portare qualcosa e mi sono fermato a prendere una torta. Ma c’era così tanta fila e io.. scusa.- concluse tutto quel discorso, porgendogli una scatola di una pasticceria, venendo accolto immediatamente dal “Hai portato la torta? Ma non dovevi!” di Amber, che li aveva raggiunti e aveva preso per un braccio Zayn, trascinandolo all’interno dell’appartamento senza ulteriori indugi.

Liam non era riuscito a far nulla, nemmeno a pensare a quanto fosse tenero con quell’aria intimidita, e si era trovato di fronte alla porta a fissare il vuoto con un sorriso stupido, decidendosi a chiuderla solo dopo qualche minuto e raggiungerli. Era come se a quella famiglia mancasse quel tassello, come se Zayn fosse destinato a farne parte, mentre lo vedeva prendere in braccio Aileen per schioccarle più baci sulle guance e “Come sei bella, principessa”.

Si era poi spostato in cucina, aiutando Amber con gli ultimi preparativi, e aveva tenuto un orecchio teso per ascoltare i discorsi di Zayn e della bambina, come continuasse a ripeterle che era una vera artista e amava ogni suoi disegno, o quando le descriveva quel che era riuscito a fare con lo skate alla sua età, come le proponeva di insegnarglielo e “Però Lili deve essere d’accordo” a cui la bambina aveva risposto con una serie di sbuffi e “Non deve saperlo per forza, può essere il nostro segreto”. Si era morso il labbro per non scoppiare a ridere, rivolgendo un’occhiata alle proprie spalle ed incrociando gli occhi del più piccolo e la sua alzata di spalle, come a dirgli che non era stato lui a dare quell’idea.

- Mi piace vederti felice.- sentì dire dalla donna, che aveva interrotto tutto quanto per voltarsi verso di lui e guardarlo. - Non ti ho mai visto sorridere in questo modo.- aggiunse, facendolo arrossire e farfugliare qualche parola confusa, per poi arrendersi e bisbigliare: - Piace anche a me.-

Non riuscì ad aggiungere altro, perché si trovò Zayn in cucina accanto a loro e Amber che decideva di lasciarli soli, si passò i palmi sui jeans e si voltò verso di lui, vedendolo a braccia incrociate e con un sorriso timido sulle labbra, mentre sussurrava: - Non mi hai nemmeno baciato.-

- Tu non hai baciato me, signorino.- si lamentò il maggiore, avvolgendo in modo istintivo le braccia attorno al suo corpo, per poi premere il viso contro la sua spalla e nascondergli in quel modo il sorriso euforico. - Eri troppo impegnato a parlare a vanvera.- lo prese in giro, staccandosi per schioccargli un bacio contro la guancia e trovarsi poi con le labbra contro le sue.

Non appena conclusero quel breve bacio, ancora fin troppo dolce, lo sentì lamentarsi delle prese in giro, invitandolo a dimenticare quel primo momento imbarazzante e rispondendogli con un ennesimo bacio e “Ma eri tremendamente adorabile”.

- Prometti di non farmi fare delle brutte figure?- gli domandò Zayn con una smorfia ad arricciargli le labbra, gli occhi ridotti a due fessure e sfuggenti. - Di starmi accanto e interrompere qualsiasi discorso personale? Non voglio fare una brutta impressione con lei.- mugugnò infine, deglutendo con fare nervoso e trovandosi tra le braccia del più grande e “Andrà tutto meravigliosamente bene, ti ameranno tutti quanti e non avrai nulla di cui preoccuparti. Sei bellissimo”.

- Bellissimo?- gli chiese conferma il moretto, come se sentire quei complimenti riuscisse a dargli del coraggio, e Liam annuì, sporgendo il viso per poter unire le loro labbra e bisbigliare: - Non ho mai visto una persona più bella di te e sei mio, il ché ti rende ancora più bello ai miei occhi.-

 

 

 

 

Angolo Shine:

Vi informo solamente del fatto che questo sarà l’ultimo aggiornamento, riprenderò a gennaio con questa long. No, non la sto assolutamente abbandonando - mancano pochi capitoli all’epilogo - ma preferisco concentrarmi solamente sull’os per natale. Giusto per non impazzire con troppi progetti.

Detto questo non ho altro da aggiungere, buon fine settimana a tutti!

   
 
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