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Autore: kikka 05    05/12/2014    2 recensioni
Chanel-una ragazza che ha avuto una grave perdita a soli 3 anni.
Maddison- la sua migliore amica che l'aiuterà ad andare avanti.
Il canto- per molte persone può essere solo una voce e delle parole, ma per lei no.
Un ragazzo- può entrare a far parte delle sua vita? Potrà ottenere la sua fiducia?
Infine? La Musica.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 
 
La musica mi rimbombava nelle orecchie, mi girava la testa a causa degli alcolici che avevo bevuto.
Si , non è da me, però visto che Mad mi aveva trascinato alla festa e ora stava con Jonathan, dovevo far pur qualcosa , così quando un ragazzo, di cui non ricordo il nome, mi aveva chiesto di ballare, ho accettato.
Da sobria non avrei  mai accettato, però, come dice Mad, è sabato e ci dobbiamo divertire.
Per quanto ho capito in macchina mentre stavamo venendo, è il compleanno di un amico di Jonathan e visto che è uno che fa le cose in grande, ha invitato anche me e Mad.
Mi girava troppo la testa, così mi andai a sedere, lasciando da solo il ragazzo.
Appoggiai le spalle al divanetto e chiusi gli occhi, sperando di alleviare il dolore massaggiando le tempie, ma niente, perciò, decisi di uscire fuori.
Vedevo tutto sfocato, e la gente che saltava e si agitava ballando, non aiutava per niente, per non parlare della musica che sembrava aumentare sempre di più.
 Con i gomiti mi aiutavo a spostare la gente, rischiando più volte di cadere addosso a qualcuno, o che mi buttassero la loro bibita tra i capelli, sono bassa quindi, la prima cosa che colpiva il liquido se cadeva, erano i capelli.
Vidi in lontananza una porta nera con su scritto “exit”, tirai un sospiro di sollievo e mi precipitai, sempre barcollando, verso di essa, la spinsi e finalmente ero fuori a respirare aria fresca e non piena di fumo. Mi appoggiai al muro chiudendo gli occhi e buttando la testa all’indietro. Qui si stava decisamente meglio, si sentivano solo le auto che passavano e per essere notte fonda, notai, che ne passavano davvero parecchie.
Chissà che ora era, d’istinto portai la mano, dove si trovava la tasca dei miei jeans, ma appena la mano fu a contatto con il tessuto liscio del vestito, mi ricordai che non avevo i miei comodi jeans e solo dopo qualche minuto realizzai che avevo dimenticato la mia borsa dentro , con il cellulare.
Bene , nottata perfetta direi! Però almeno il mal di testa è quasi sparito e la vista stava tornando normale.
All’improvviso la porta da cui ero uscita si era aperta di botto, girai immediatamente la testa, verso quella direzione, causandomi il milionesimo giramento di testa, mi maledissi mentalmente e cercai di mettere a fuoco la persona che stava uscendo, era un ragazzo che aveva un ciuffo scuro tirato all’insù e aveva una borsa in mano, la guardai meglio e mi accorsi che era la mia borsa! Aspetta, che ci faceva un ragazzo , sconosciuto, con la mia borsa?!.
Si girò prima verso destra e poi nella mia direzione, appena mi vide fece un mezzo sorriso e si incamminò verso di me. Io lo guardavo perplessa mentre camminava, cercando di capire che voleva.
«Credo che questa sia tua» disse alzando il braccio con la borsa e fermandosi  un po’ più distante da me.
«Si è mia, grazie, ma perché ce l’hai tu?» gli chiesi prendendo la borsa e osservandolo meglio, aveva gli occhi castano chiaro tendenti al verde, delle sopracciglia spesse e delle ciglia lunghissime piegate all’insù.  
«Ti stavo osservando dentro e quando ho visto che stavi andando fuori senza portare la tua borsa , ho pensato che ti servisse e poi volevo vedere come stavi, mi sembravi molto disorientata» disse appoggiando la spalla contro il muro, mettendosi in modo che la luce lo illuminasse. Aveva una voce molto profonda e roca.
Portava un gubbino di pelle nero aperto, mostrando il suo corpo muscoloso al punto giusto, avvolto in una  maglia bianca con qualche disegno sopra  con dei pantaloni a vita bassa neri, non riuscivo a vedere le scarpe , era buio.
«Oh, ora che sono fuori va molto meglio, dentro mi girava la testa, colpa dell’alcol» dissi abbassando lo sguardo , il suo mi metteva in soggezione. Mi stupì la sua risposta, insomma non mi conosce nemmeno.
«Non sei una tipa che va  a molte feste, vero?» mi chiese.
 Sembrava molto interessato alla conversazione, la cosa mi incuriosì molto.
Alzai di nuovo lo sguardo ritrovandomi i suoi occhi puntati nei miei.
«Diciamo di no, mi ha trascinato la mia migliore amica qui , altrimenti me ne sarei stata  molto volentieri a casa, al caldo, con qualcosa di più comodo addosso.» dissi indicando il vestito.
Lui rise, e mi guardò divertito.
«Capisco» disse.
«E come hai capito che non sono una ragazza che frequenta spesso le feste?» chiesi incuriosita.
«Diciamo che me ne intendo, vado a molte feste e mi piace guardare le persone, da quelle che ballano ininterrottamente, a quelle che sono sempre sedute.»
«Capisco» dissi imitandolo.
Lui abbozzò un sorriso.
«Quindi tu conosci Jem?» disse cambiando argomento.
«Chi?» chiesi perplessa.
«Jem, il festeggiato» disse incrociando le braccia al petto.
«Ah, no, in pratica questo Jem è  un amico, del fidanzato, della mia amica e quindi ha invitato anche noi due» dissi spiegando.
«Ah, lui è un tipo molto espansivo, quindi ha invitato anche persone che non conosceva, per questo» disse.
«Tu invece presumo che lo conosci, giusto?» gli chiesi.
«Direi di si, è il mio migliore amico purtroppo» disse ridendo.
«Ah, come mai “purtroppo”?» gli chiesi.
Aveva davvero un sorriso bello.
«No niente...è pazzo, però gli voglio bene» disse abbassando la testa per un momento, per poi rialzarla subito dopo.
«Concordo con te, anche la mia migliore amica è una pazza, però morirei senza di lei» dissi sorridendo pensando alla sua reazione, quando gli dirò, che ho parlato di lei a un ragazzo molto bello.
«Comunque, io sono Enrico» disse allungando la mano.
«Chanel» dissi allungando anch’io la mano e stringendola.
La mia mano in confronto alla sua era la metà.
Ad un tratto sentì vibrare il mio telefono nella borsa, lascai la sua mano e aprii la borsa, presi il telefono e vidi che Mad mi stava chiamando.
“Chanel ma dove cazzo sei, ti abbiamo cercato in tutta la sala, ma non ti abbiamo trovata, stai bene?” disse urlando e parlando velocemente.
Avevo il volume al minimo, però non serviva a niente mi stava perforando un timpano.
Sentii Enrico ridere, evidentemente aveva sentito tutto.
“ Mad, calmati, sto bene sono fuori al locale, dovevo prendere una boccata d’aria fresca” dissi iniziando a camminare avanti e indietro.
“ Okay, allora non ti muovere da li arrivo” disse
“Mad, no- ”  aveva chiuso.
Imbarazzata, chiusi il telefono e lo rimisi nella borsa.
«La tua migliore amica?» chiese sorridendo.
«Si, la mia pazza» dissi sorridendo anch’io.
«Enrico non è un nome inglese, sei italiano? » gli chiesi ritornando alla conversazione interrotta da Mad.
«Emh si, il mio nonno paterno è italiano e visto che si chiama Enrico, mi hanno chiamato così» disse.
La porta dietro di noi si aprì di scatto, facendo uscire Mad e Jonathan.
«Ecco la fuggitiva» disse Jonathan.
Mad intanto veniva a passo svelto verso di me, ma credo che non aveva visto Enrico, perché eravamo al buio.
«Mad stava uscendo pazza Channel, non si fanno certe cose, no no» disse con il suo solito tono da idiota, facendo di no con il dito.
Poi dite perché mi sta antipatico Jonathan, ecco perché, è solo un cretino che fa battute insensate, se si possono chiamare battute.
Lanciai un’ occhiata ad Enrico, che se la rideva sotto i baffi.
Quello stupido di Jonathan mi fa passare per una bambina di otto anni.
«Mad, che ci fai qui da sola?, Perché non mi hai detto che uscivi fuori?! Mi hai fatto spaventare a morte, pensavo che ti avessero rapita e stuprata» disse gesticolando e urlando.
«Veramente , non è sola, ci sono io con lei» disse Enrico ritornando in piedi .
Mad lanciò un urlo stridulo e indietreggiò andando vicino a Jonathan. Okay , quei due mi stavano facendo fare la figura di merda più grande della mia vita.
Mi misi una mano sulla faccia, scuotendo la testa.
«Io non li conosco» dissi rivolgendomi a Enrico.
Lui scoppiò a ridere e si avvicinò a me.
Intanto Mad si era calmata.
«Non ti avevo visto, chi sei?» disse lei, con il suo tono squillante.
Enrico stava per iniziare a parlare, ma lo interruppi.
«Mi ha portato la borsa che avevo lasciato dentro» dissi facendola vedere.
«E mi chiamo Enrico» disse alzando le sopracciglia verso di me.
Io abbassai lo sguardo, quando lo rialzai, trovai Mad che mi guardava compiaciuta.
Intanto Enrico aveva allungato la mano verso di lei, che a sua volta strinse.
«Maddison, ma chiamami Mad» disse sorridendo.  
«Enrico!» disse Jonathan all’improvviso, con un tono abbastanza sorpreso.
Enrico rivolse il suo sguardo a Jonathan, lo mise a fuoco, e dopo qualche secondo rispose.
«Jonathan?» disse con la sua voce profonda.
«Ma non avevi detto che non saresti venuto?» disse andando vicino ad Enrico.
« E perdermi la festa del mio migliore amico?» disse sorridendo prendendo la mano di Jonathan, che intanto aveva allungato e facendo scontrare la sua spalla con quella opposta di lui.
Ah, i soliti saluti da maschio.
Andai vicino a Mad, che intanto stava osservando quei due.
«Enrico eh!» disse con un sorrisetto stampato in faccia e inclinando leggermente la testa verso di lui.
«Eh» dissi giocando con il bracciale che avevo al polso. «Che ore sono?»
Gli chiesi.
«Le tre e mezza» disse tranquillamente.
«Le tre e mezza?!» dissi sgranando gli occhi.
«Si lo so è tardi, ora dico a Jonathan di andare» disse andando verso il suo ragazzo.
 
 Stavamo andando in macchina e con “stavamo” intendo: io, Mad, Jonathan ed Enrico.
Gli diamo un passaggio a casa, per la felicità di Mad, che continuava a darmi gomitate sul braccio, ogni volta che Enrico si girava a guardarmi.
Mad appena vide la macchina iniziò a correre, e voglio precisare che aveva dei tacchi alti a spillo, comunque, arrivata allo sportello del passeggero si piazzò davanti e aspettò Jonathan che aprisse la machina.
Io intanto stavo andando in panico perché la strada del parcheggio era fatta tutti a quadretti separati tra di loro, a prova di tacco direi!.
Mad era andata sull’erba, però, non volevo rischiare di sporcare le sue scarpe preferite, così decisi di aspettare lì.
«Non vieni?» mi chiese Enrico.
«Emh, se vengo, rischio di slogarmi una caviglia, aspetto qui» gli risposi.
«Allora aspetto con te» disse girandosi e venendo verso di me.
«No, no , tranquillo, vai pure in macchina, almeno eviti di congelarti» gli dissi io rabbrividendo.
«Si, così ti lascio sola, alle quattro di notte, in un parcheggio buio, faciliti troppo le cose alle persone ubriache Chanel!» disse arrivando difronte a me.     
Sorrisi e abbassai la testa. Dopo pochi secondi mi ritrovai un giubbino di pelle nero sulle spalle.
«Non ce n'è biso-» ma fui interrotta da lui.
«Oh si che ce n’è bisogno, hai un misero vestito addosso, ci sono 16 gradi e stai congelando» disse aggiustando il giubbotto.
«Grazie» dissi iniziando a sentire il calore che emanava, e il suo profumo.
Amo i profumi da uomo, in qualche modo, mi piacevano tutte le attenzioni che stavo ricevendo da lui.
Jonathan era andato a fare il giro, però doveva arrivare a momenti, infatti ecco la machina.
 Come pensavo Mad era al posto del passeggero, così io dovevo stare dietro con Enrico.
Enrico si avviò alla macchina, mi aprì lo sportello da gentiluomo e lo richiuse, fece il giro ed entrò dall’altro lato.
«Possiamo andare?» chiese Jonathan, guardandoci dallo specchietto.
«Si si» rispose Enrico.
 
 

 
 

 
*Angolo Autrice*
Salve a tuttiii!!
Ecco qui il secondo capitolo :D.
Voglio precisare che ho aggiornato la storia tardi apposta, perché volevo far conoscere il primo capitolo, un po’ a tutti e che i capitoli successivi, saranno pubblicati prima.
Comunque, che ne pensate? Chanel si può fidare di Enrico? Gli interessa?. Secondo me si :D ahahah.
Fatemi sapere se vi è piaciuto, o vi è sembrato banale, cosa ve ne pare dei personaggi, quello che volete, attraverso le recensioni ovviamente.
Bene, ora mi dileguo, una bacio a tutti e vi aspetto al prossimo capitolo.
P.S. Vorrei ringraziare:
- ImLimitedEdition
- NiallDest
- Francee
Per aver recensito la storia, dandomi consigli e complimenti per il capitolo e vorrei ringraziare anche i lettori silenziosi. Grazie ancora xoxo <3.
 




                                                          

Vestito Chanel

 
 
 
                                                                                                 Vestito Mad 
 
   
 
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