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Autore: WibblyVale    06/12/2014    1 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il sole stava sorgendo sul piccolo rifugio. Shiori si stringeva le ginocchia al petto affondando la testa su di esse. Era riuscita a trattenersi dallo scoppiare a piangere per tutto il tempo in cui si era occupata dei bambini, ma in quel momento si sentì distrutta.

Kazuki aveva uno sguardo sereno, mentre la sua forza vitale passava al fratello. Shiori gliene strappò a sufficienza per rimettere in forze il piccolo, ma non la prese tutta. Il bambino doveva restare in vita il tempo sufficiente per fare una trasfusione di sangue alla sorellina.
Prese i vari tubicini infilandoli nelle braccia dei due fratelli. Il sangue cominciò presto a fluire dal braccio del maggiore in quella della bambina.
"Andate a cercare del cibo. Quando si sveglieranno avranno bisogno di mangiare qualcosa di meglio delle pillole alimentari." ordinò senza alcuna precisa inflessione nella voce.
"Vuoi che rimanga?"
La voce di Kakashi aveva assunto un tono più preoccupato del solito.
"No, grazie. Aiuta i ragazzi."
Quando i suoi compagni di squadra se ne furono andati si sedette accanto a Kazuki e gli strinse la mano. Non doveva avere più di quattordici anni. Era biondo come i fratelli, il suo corpo era magro e contratto per il dolore.
Shiori prese dentro di sè i suoi sentimenti. Era così forte voleva salvare i fratelli a tutti i costi. Con sua grande sorpresa, sembrava riuscire a vincere la paura grazie all'amore profondo che lo legava agli altri due bambini.
Kazuki puntò i suoi occhi verdi, ormai velati in quelli neri della ragazza.
"Po...sso... chiederti... di pro..mett...ermi u...na cosa?"
Il suo respiro si faceva sempre più pesante, la sua voce più flebile.
"Tutto quello che vuoi."
"Non s...en...tir...ti in... co...lpa... per me. Ho... fatto la m...m...mia sce... lta."
"Non posso promettertelo." disse Shiori distogliendo lo sguardo.
Il bambino chiuse gli occhi. La ragazza strinse più forte la sua mano.
"Co... sa mi acca... drà, dopo?"
"Non lo so."
"Ho... un po'... paur...a."
Shiori ricacciò indietro le lacrime e cercò di fare un sorriso di incoraggiamento.
"Andrà tutto bene. Io sono qui con te."
"Li... ripo...rter...ai a c...casa?"
"Si certo."
"Grazie."
Un sorriso si dipinse sulle sue labbra e Kazuki chiuse gli occhi per l'ultima volta.
Shiori gli posò un bacio sulla fronte e staccò i tubi dal suo corpo. Poi controllò che gli altri due bambini stessero bene, quindi tornò a sedersi accanto al ragazzo, stringendogli la mano.
Gli altri tre ninja l'avevano raggiunta qualche minuto dopo. Lei curò le loro ferite, poi le avevano ordinato di uscire a prendere una boccata d'aria.

Lei ora era lì a piangere. Sapeva che non avrebbe potuto fare altrimenti, che se non avesse fatto così forse li avrebbe persi tutti e tre. La cosa però non la consolava.
Con passi silenziosi, Kakashi la raggiunse e si sedette accanto a lei, per poi abbracciarla. La ragazza smise di stringere le sue ginocchia, aggrappandosi al suo ragazzo con forza. Affondò il volto nel petto dell'Hatake, bagnando con le sue lacrime la maglietta.
"Sono una persona orribile."
"No, non lo sei."
Lei si staccò dall'abbraccio guardandolo negli occhi.
"Se non mi fossi arresa a diventare un ninja medico perchè aveva troppa paura del dolore, oggi forse li avrei salvati tutti e tre. Invece sono stata così debole. Ho... ho ucciso quel bambino."
"Tesoro, non lo hai ucciso tu. L'ha ucciso quell'esperimento."
Il copia-ninja le accarezzò dolcemente il volto.
"Come si fa a spegnare il dolore?"
"Il dolore è ciò che ti rende umana. Posso solo dirti che ci sono due modi per affrontare questa cosa. Puoi decidere di farti distruggere dai sensi di colpa, oppure puoi fare qualcosa per fare in modo che ciò che è successo oggi non accada più. Puoi combattere nella memoria di quel ragazzino."
"Come si fa a non sentirsi in colpa, quando sono le tue decisioni ad aver..."
Tornò a rifugiarsi tra le braccia del suo ragazzo.
"Non so dirti come si smette di sentirsi in colpa. Io non ci sono mai riuscito. Ho imparato a conviverci. Razionalmente parlando se metto le mie buone azioni e le mie cattive azioni su una bilancia, le buone vincono. Io ti..."
Non era quello il momento.
"...Non ti permetterò di farti distruggere da questo. Non ti sto dicendo di non soffrirci, sarebbe stupido. Ti sto chiedendo di reagire."
In quel momento Itachi uscì dal rifugio.
"La bambina si è svegliata."
"Arriviamo." disse Kakashi. Shiori si alzò di scatto.
"Ti amo." gli disse.
"Si, anche io..."
Il ragazzo lasciò che la kunoichi entrasse sola nel rifugio.
"...Ti amo."
Accidenti a lui che aveva fatto diventare quelle due parole così importanti. Era pronto a dirgliele da un sacco di tempo, ma il fatto che lui prima non ne fosse capace rendeva ogni momento inadatto. Erano mesi che cercava un'occasione speciale, ma nessun momento sembrava adatto per esprimere finalmente ad alta voce i suoi sentimenti. Non voleva che si ricordasse che la prima volta che aveva sentito uscire quelle parole dalle sue labbra fosse in un momento come quello. Sospirando seguì il resto della squadra all'interno del rifugio.

Shiori visitò con attenzione i due fratelli: erano stanchi, i loro corpi segnati dalle torture, ma erano come rinvigoriti. La ragazza non potè fare a meno di pensare che fosse il fratello maggiore a sostenerli. Spiegare ai due bambini rimasti ciò che era accaduto fu complicato.
La bambina, Emiko, cominciò ad urlare piena di rabbia contro di Shiori. La giovane ninja si era assunta tutte le responsabilità davanti a quei bambini. Il più piccolo dei fratelli, Fukushiro, invece si limitò a piangere in silenzio, ma per tutto il tempo che rimase con loro non disse nemmeno una parola.
"Cosa facciamo con loro?" chiese Tenzo.
"Stai bene?"
"Il fatto che tutto ciò mi ricordi il mio passato non vuol dire che non lo posso superare. Tranquilla mi passerà. Possiamo concentrarci sui bambini?"
Shiori capì che non era il caso di indagare oltre.
"Ho promesso a Kazuki che li avrei riportati a casa. La bambina sta dicendo a Kakashi dove abitavano prima di essere catturati. Quindi li riaccompagneremo a casa."
"Come la mettiamo con il rapporto da fare all'Hokage?" chiese Itachi che li aveva appena raggiunti.
"Ometteremo tutto quello che è accaduto. Gli daremo i documenti dicendo che i bambini erano già tutti morti." ordinò perentorio Kakashi, mentre si avvicinava a loro. "Non c'è bisogno che sopportino anche un interrogatorio."
"Allora? Dove si va?" domandò Shiori.
Il copia-ninja abbassò la testa. Shiori capì immediatamente.
"Non preoccuparti. Se la dovrebbero cavare anche senza di me. Io comunque dovrei essere a casa per il primo giorno di scuola di Shika."
"Non mi va che te ne torni da sola. Non così." disse allungando la mano per prendere la sua.
"Loro non mi vogliono e io non starò qui ad aspettare che torniate. Ce la posso fare."
"Capitano? Posso tornare io a casa con lei. Anche mio fratello entrerà per la prima volta in accademia, vorrei esserci."
Kakashi annuì, guardando il giovane Uchiha con gratitudine.

Shiori e Itachi guardarono il gruppo allontanarsi. Kakashi e Tenzo avevano preso i due bambini sulle loro spalle. La kunoichi non potè fare a meno di notare lo sguardo accusatorio negli occhi verdi dei due fratelli. Quegli occhi così simili a quelli di Kazuki, che invece l'avevano guardata solo con gratitudine, nonostante quello che lei stava per fargli. Quando sparirono dalla vista, Itachi raccolse la sua sacca.
"Andiamo?"
Shiori si riscosse dai suoi pensieri, ricacciando indietro alcune lacrime disobbedienti.
"Andiamo."
Corsero per un giorno e una notte arrivando al Villaggio giusto in tempo per raggiungere le loro famiglie davanti alla scuola.
"Zia!!!"
Shikamaru l'aveva vista immediatamente e le sorrideva. Anche lei cercò di mettere un sorriso sul suo volto provato per sostenere il nipote.
"Ti avevo detto che sarei arrivata!" esclamò correndo ad abbracciarlo.
"Papà voleva che entrassi a tutti i costi, ma io sapevo che ti dovevo aspettare."
"Shikaku pensavi che sarei mancata al primo giorno di scuola del mio nipote preferito?"
"E' il tuo unico nipote."
"Sempre a puntualizzare! Hey vedrai che ti divertirai. Ora però entra o sarai in ritardo."
Gli diede un bacio sulla guancia, poi Shikamaru andò a salutare anche i genitori. Accanto a loro vi erano anche Choza, Inoichi e le rispettive mogli che salutavano i loro figli.
Il piccolo Nara era fermo ad aspettare i suoi amici, che lo raggiunsero in fretta. I genitori seguirono con lo sguardo i loro bambini entrare in Accademia pieni di orgoglio.
Dall'altro lato del cortile Itachi stava dando un leggero buffetto sulla fronte di Sasuke che, sebbene stesse sbuffando, era estremamente felice che il fratello maggiore fosse riuscito a raggiungerlo.
"Cosa ti succede?" chiese Shikaku in un sussurro.
Shiori si morse un labbro per evitare di scoppiare in lacrime. Non sapeva quanto ancora sarebbe riuscita a resistere.
"Nulla."
"Davvero? Perchè a me sembra che tu stia male."
Shiori non fece in tempo a rispondere perchè cominciò a sentire un mormorio espandersi per tutto il cortile. Si voltò per cercare la causa di que bisbilgiare e lo vide.
Naruto camminava a testa bassa verso la scuola stringendo forte le spalline dello zaino. Shiori non poteva percepire ciò che c'era dentro di lui, ma era sicura che fosse triste, confuso e furioso. Con determinazione si avvicinò al piccolo Jinchuriki sorridendo per quanto la frustrazione, la tristezza e la rabbia che provava le permettessero.
"Ciao! Io sono Shiori. Tu chi sei?"
Il bambino la guardò diffidente, con un aria di sfida.
"Naruto."
Shiori si inginocchiò di fronte a lui.
"E' il tuo primo giorno di accademia Naruto?"
Il bambino annuì.
"Sai è anche il primo giorno anche per mio nipote. Lo riconoscerai è il pigrone che si sarà sicuramente seduto in ultima fila per poter sonnecchiare."
"Shikamaru?" chiese con minor diffidenza.
"Si, vedo che lo conosci."
"E' l'unico che riesce ad addormentarsi in qualsiasi situazione."
Shiori rise.
"Tu non prendere esempio da lui, mi raccomando."
"No, io voglio diventare un grande ninja. Un giorno diventerò Hokage!"
La kunoichi in quel momento rivide davanti a sè Kushina. Il Jinchuriki aveva la stessa espressione determinata della madre. Quello sguardo avrebbe potuto convincere chiunque a seguirlo.
"Allora non mi resta altro che augurarti buona fortuna! Sono sicura che raggiungerai i tuoi obiettivi."
La ragazza abbracciò il piccolo. Sapeva che poteva sembrare un gesto un po' strano, ma sapeva anche che era quello di cui quel bambino così solo aveva bisogno.
"G...Grazie." balbettò il piccolo arrossendo, per poi dirigersi verso la scuola.
Shiori si rialzò, osservando con uno sguardo furente le persone che fino a qualche momento prima bisbigliavano. Avrebbe sfogato la sua rabbia su di loro, se non fosse stato per Itachi.
"Shiori non credo sia il caso. E' inutile."
La ragazza tremò per la rabbia, ma decise di dare ascolto al giovane ninja. Si voltò per guardarlo.
"Grazie."
"Figurati."
Accanto al ragazzo si trovava il padre, un uomo dall'aspetto severo ed autoritario che la guardava dall'alto in basso come per studiarla.
"Non sapevo che mio figlio conoscesse la ninja solitaria."
"Abbiamo lavorato insieme a questa missione. E' un piacere conoscerla signor Uchiha."
"E dov'è il resto della squadra?" indagò con un tono di voce che mise Shiori in allarme.
"L'ultima parte della missione era semplice, quindi il capitano ci ha permesso di tornare a casa per venire a salutare Shikamaru e Sasuke." rispose Itachi cercando di distogliere l'attenzione del padre.
Fugaku Uchiha fece un verso di disappunto e si voltò, lasciandoli soli.
"Sicura di stare bene?"
Shiori gli sorrise preparandosi a mentire.
"Non ti preoccupare. Ho vissuto esperienze peggiori. Grazie per essere tornato con me."
"Figurati! Non potevo perdermi il primo giorno di Accademia di mio fratello."
I due ragazzi si salutarono e Shiori raggiunse la sua famiglia.

"Ora mi dici cosa c'è che non va?" le chiese Shikaku quando finalmente si sedettero sul divano di casa.
"E' stata una missione difficile. Io... ho dovuto fare scelte d... difficili. Credo che ne porterò il peso per il resto della mia vita."
Le lacrime cominciarono a sgorgare di nuovo. Suo fratello la strinse in un abbraccio, accarezzandole dolcemente i capelli, consolandola in silenzio.

Dopo aver passato una notte insonne a causa degli incubi, Shiori aveva preso una decisione. Quella mattina si diresse all'ospedale di Konoha e chiese di vedere il primario. Una donna alta, dai lunghi capelli viola la accolse nel suo ufficio.
"Allora Shiori, di cosa hai bisogno?"
La ninja-medico appoggiò il mento sulle sue lunghe dita affusolate.
"Aiko-sama, lei sa che anni fa avevo cominciato l'addestramento per diventare ninja-medico con Lady Tsunade. Ho dovuto interrompere perchè i miei poteri mi impedivano di portare avanti la professione. Ora ho un maggiore controllo sulle mie capacità e credo di poter portare a termine l'addestramento, se lei mi permetterà di farlo."
Aiko la studiò per qualche minuto con aria severa.
"Non ti arrenderai stavolta?"
"Sono più che motivata a completare l'addestramento." rispose lei decisa.
"Di solito si comincia più giovani, ma tu hai già qualche infarinatura..."
"Sono disposta a cominciare tutto da capo se necessario!"
La dottoressa sorrise.
"No, non lo è! Ninja-medici determinati servono sempre. Inoltre sei stata iniziata a questo mestiere da Tsunade-sama in persona. Puoi cominciare dalla prossima settimana."
"La prossima settimana?"
"Dobbiamo organizzare il tuo tempo qui con il tuo lavoro nelle forze speciali. Non ci vorrà molto."
"D'accordo! La ringrazio Aiko-sensei."

Kakashi pensava di aver conosciuto l'apice della tristezza, ma si sbagliava. Lo capì solo quando vide i genitori di quei bambini disperarsi per la morte del figlio maggiore.
La madre si era lanciata contro di lui battendo i propri pugni sul suo petto, mentre il padre era rimasto a bocca aperta, in uno stato di shock per qualche secondo per poi mettersi a piangere, stringendo fra le sue braccia i figli rimasti.
Quando lui e Tenzo li lasciarono avevano riacquistato un po' di calma, ma era evidente che nulla sarebbe stato più come prima.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso. Nessuno dei due ragazzi aveva voglia di pensare agli eventi degli ultimi giorni. Kakashi avrebbe voluto chiedere a Tenzo come si sentiva, ma non ne aveva bisogno. Non servivano i poteri di Shiori per capire che il ragazzo aveva rivissuto i brutti momenti della sua infanzia.
Arrivati a Konoha i due ninja si separarono.
Non appena Kakashi entrò a casa sua, percepì un dolce profumo, immediatamente seguito da un rumore di piedi scalzi che sbattevano sul pavimento.
"Sei tornato!"
La ragazza si lanciò nelle sue braccia e lui l'accolse.
"C...come...?"
"Se la caveranno. Terranno duro per i figli che sono loro rimasti."
Le accarezzò dolcemente i capelli.
"Tu come stai?"
"Fatico a dormire. Ho deciso di riprendere gli studi come medico."
Kakashi sciolse l'abbraccio e la guardò negli occhi, che erano arrossati per le notti insonni e per il pianto.
"Lo sapevo. Sono fiero di te."
La prese per mano e la portò in cucina, dove si mise a preparare il tè.
"Da quanto sei qui?"
"Dal giorno successivo al mio ritorno. Avevo bisogno di stare da sola e qui... mi sento al sicuro. Giuro che non ho messo troppo in disordine!"
"Tranquilla, puoi stare qui quanto vuoi."
Le sorrise e le posò un leggero bacio sulle labbra.
"Credo che Tenzo abbia bisogno di una chiacchierata. Con te si sfogherà più volentieri." aggiunse poi.
"Ci andrò domani."
Stettero qualche minuto in silenzio, i loro sguardi intrecciati, finchè il tè non fu pronto. Kakashi si alzò e versò il tè nelle tazze.
"Naruto ha cominciato l'Accademia. E' in classe con Shika."
"Co... Come sta?" chiese con voce titubante.
"La gente mormorava al suo passaggio, sembrava triste. Ho cercato di tirarlo un po' su di morale. Dice che vuole diventare Hokage."
Kakashi sorrise.
"Entrambi i suoi genitori volevano diventarlo."
"Aveva negli occhi la determinazione di Kushina."
"Ci sono giorni in cui vorrei correre da lui e dirgli tutto!"
"Lo so."
"Tu non approvi le mie scelte, vero?"
"In questo frangente non particolarmente."
"Ho le mie buone ragioni."
"Lo so. Vorrei solo che a volte le cose fossero più semplici."
"Già. "
Kakashi bevve un sorso di tè senza mai distogliere lo sguardo dalla sua ragazza.
"A volte le cose sono complicate, ma piano piano si sistemano. Guarda noi. Non avrei mai pensato che saremmo riusciti a trovare un qualcosa di simile ad un equilibrio, invece... Sono sicuro che se tu non fossi nella mia vita, questa sarebbe così vuota che non sarebbe poi così bello viverla."
Shiori lasciò il suo tè ed andò a sedersi sulle gambe del suo ragazzo. Gli rispose con dolce bacio appassionato. Tornò infine a rifugiarsi nelle sue braccia. Anche la sua vita sarebbe stata molto più vuota senza di lui.
  
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