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Autore: lapoetastra    07/12/2014    2 recensioni
Claire cammina, piano, e d'improvviso sente qualcosa di bagnato sotto la suola delle scarpe bucate.
Abbassa lo sguardo, anche se non vorrebbe farlo.
E' sangue, quello che colora di rosso il pavimento.
Crea una scia, che arriva fino ad una stanza della piccola casa.
Quella di lei.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Buio.
E silenzio.
Troppo.
< Sophia, dove sei? >, chiama Claire, con il cuore già a mille ed il respiro affannoso.
Nessuno risponde, e la paura della donna aumenta.
La casa è vuota.
Perché? Lei dov'è?
< Sophia! Vieni fuori! Non è divertente, signorina >, urla ancora Claire, cercando di dare un tono perentorio alla propria voce, che però inizia a tremare, facendo fallire il suo intento.
Cerca la bambina dappertutto, ma non la trova.
Non vi è alcuna traccia di lei.
Cammina, piano, e d'improvviso sente qualcosa di bagnato sotto la suola delle scarpe bucate.
Abbassa lo sguardo, anche se non vorrebbe farlo.
E' sangue, quello che colora di rosso il pavimento.
Scarlatto e vivido, ancora caldo.
Crea una scia, che arriva fino ad una stanza della piccola casa.
Quella di lei.
Della sua Sophia.
Claire la segue, lentamente, come in un incubo.
Sa bene che dovrebbe correre, perchè magari la bambina è ferita e ha bisogno di cure, ma non riesce ad ordinare alle sue gambe di affrettarsi.
Il suo corpo non risponde a ciò che comanda la mente, e fa ciò che vuole.
Il corridoio è breve, per fortuna.
Claire entra nella camera di Sophia.
E' tutto buio, non riesce a mettere a fuoco nulla.
La donna accende la luce, che miracolosamente funziona ancora, con mani tremanti.
E di colpo la vede.
E' stesa lì, per terra.
Circondata dalle sue bambole, con sul petto poggiato il suo peluche preferito.
Glielo aveva regalato il padre prima di abbandonarle, quando era ancora molto piccola, e da allora la bambina non se n'è mai separata, tenendolo stretto soprattutto nei momenti di paura o disagio.
Ma non è più bello come un tempo, ora.
E' tutto macchiato. Di rosso. Del suo sangue.
Il corpicino di Sophia è squarciato da profondi morsi che le hanno scavato lunghi solchi nella pelle, lasciando intravedere il pallore delle ossa.
Claire la prende in braccio e la culla, come se fosse solo addormentata.
Ma non è così, e la donna lo sa bene, anche se non ha la forza di ammetterlo.
La bambina è morta, uccisa da uno zombie entrato chissà da dove.
Ed è colpa sua.
Lei è - era -  la madre, e non avrebbe mai dovuto lasciare sola la figlia, neanche per un momento, neanche per andare a procurarsi del cibo per entrambe.
Forse la piccola è uscita un secondo sul selciato, ed un morto vivente l'ha colta di sorpresa, o forse l'orrenda creatura è entrata di soppiatto in casa.
Magari ha lasciato la porta socchiusa, prima di uscire.
I dubbi e il senso di colpa le affollano la mente, ma tanto non ha senso rimuginarci su.
Comunque sia andata, ora Sophia è lì, priva di vita, e niente portrà riportarla indietro.
Claire sa bene cosa succederà, tra breve.
La stessa cosa che capita a tutti coloro - uomini, donne e bambini - che sono morsi dagli zombie: vengono contagiati, e dopo un po' divengono morti viventi a loro volta.
Claire rimane ferma e aspetta che Sophia si trasformi.
La disperazione la fa addormentare, involontariamente.
Dopo un po', dei suoni ovattati e lamentosi la destano di colpo, facendola ripiombare nell'orrore della sua esistenza.
Sophia è quasi del tutto mutata, ora.
La pelle, un tempo rosea e morbida, ha assunto una tonalità giallo-verde e si è coperta di squame flaccide.
I suoi capelli, biondi come quelli di una bambola di porcellana, si sono ritratti sul cranio marcito.
Ha fame, la bambina, come tutti gli zombie.
E Claire sa che il compito di una buona madre è quella di nutrire come può i propri figli.
Chiude gli occhi e apre le braccia.
Sophia si butta per terra, solo un secondo, poi sente l'odore di carne fresca.
Si gira, e punta gli occhi opachi e spenti in quelli di Claire.
Per un attimo sembra quasi riconoscerla, ma è solo un'illusione.
Il suo cervello è morto, e non pensa a nient'altro che ad azzannare e sfamarsi.
Si getta sulla donna, che stringe forte le palpebre ed aspetta l'inevitabile.
Quando ciò accade, non ha paura e non prova molto dolore, perchè sa che sta abbandonando la crudeltà della vita e che d'ora in poi rimarrà sempre accanto alla sua bellissima bambina, anche se non in forma umana.
Rimane lì, e sente i dentini di Sophia affondarle nella carne.
Tiene stretto a sè il peluche che la piccola ormai ha dimenticato e si aggrappa ad esso come fosse un'ancora di salvezza, l'unica in grado di rimembrarle il periodo felice della sua vita, quando il virus non esisteva ancora e loro tre erano una famiglia.
Ma quei giorni gioiosi sono finiti, ormai.
I ricordi sfumano.
La mente si annebbia.
Claire spira, e questa volta è lei ad essere tra le braccia di Sophia che, insaziabile, si sta ancora nutrendo della sua carne.
Il peluche cade a terra, dimenticato da entrambe, e porta via con sè una vita serena e tranquilla che, qualunque cosa accada, non potrà mai più tornare.
   
 
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