Vi avevo avvertito, Edward e Bella si fanno un Sacco di Problemi Essenzialmente Stupidi e Inutili.
Ma sono anche tanto, tanto dolci! *____* Va, oggi vi ammorbo un po' di più, ma devo spiegare.
Allora, innanzitutto prendo le parti dei piccioncini dicendo che è Tutto Colpa Mia, visto che sono la scrittrice. Ma ora passiamo alle loro colpe. Primo, Edward e Bella sono due Fessi con la F maiuscola, assolutamente negati nel campo dell'amore. Per questo ci fanno tenerezza, sono come due cuccioli smarriti, stimolano in noi il lato materno.
Ma da cosa deriva questo loro Grave Problema?
Dal fatto che, come dice giustamente Jasper, sono stati soli troppo a lungo. Oramai non sperano né credono più di incontrare qualcuno che possa completarli, che possa essere il compagno della loro esistenza. Per questo, non riconosco i loro sentimenti e tendono a isolarsi. Sono Confusi!
E poi, avrete notato in loro una leggera tendenza a farsi carico di colpe inesistenti e illogiche. Loro peculiarità, marchio di fabbrica! U___U Comunque, per ora li lasceremo cucere nel loro brodo. L'avevo detto che attraversavo il periodo Ritorno del Sadismo! Ora farò in modo che si tormentino con dubbi ambletici per un po'!
Ma poi, andrà tutto ok... sempre che mi vada, sia chiaro! (mi va, mi va!)
E che Alice ci metta lo zampirno!
Ma ora, si ringraziano per gli splendidi commenti:
MimiMiaotwilight4e: Patemi mentali incredibili? Ma questo è un complimento! L'ho detto e lo ripeto, questi s'incasinano la vita da soli, forse solo per il gusto di farlo! In quando al pensare in sincrono, è un'altro segno che ti fa vedere quanto già sono presi l'uno dall'altra. Altro che Imprinting, questi si appartengono già dalla nascita (si, quella umana, intendo... non si spiegherebbe altrimenti come mai un vampiro tanto figo come Edward non abbia mai avuto altre storie...); il problema è che sono troppo timidi per dichiararsi, e che sì, hanno un'eccessiva considerazione dell'altro. Si vedono come due dannati, immeritevoli dell'arcangelo che vive al loro fianco.... Eh, certo che sono proprio innamorati persi, eh? Ma, per fortuna, ci sono i fratelli e le sorelle!
mylifeabeautifullie: Emmett e Jasper sono una forza! S'intromettono nella vita di Edward in una maniera assurda, sempre nascondendosi dietro il motto collaudato da Alice "Lo Facciamo Per il Tuo Bene", al quale Edward risponde prontamente con un "Fatevi Un Bel Pacco di Affari Vostri e Lasciatemi Esistere: Già Sono Dannato per l'Eternità Non Vi Ci Mettete Anche Voi". I "Piccioncini" (ehm, ehm) si vogliono rovinare l'esistenza perchè non capiscono che si apartengono (detto in parole semplici, non hanno le p***e per dichiararsi), ma tranquilla, si risolverà. E mi dispiace rovinarti il sonno per la "vocina", ma aspetta tre capitoli tre per ritrovare il sonno!^^
Tokiotwilighters: T____T Grazie, angioletto mio! Se vuoi, il materiale lo compro io. La mia inventiva in questi giorni mi appare carta straccia, ma la ritroverò. Bella, al contrario di me che il solletico lo soffro anche dietro il ginocchio, può evitare di respirare e di morire soffocata (io una volta c'ero vicina... colpa di mia sorella e di mia cugina!), mentre il povero e Sexissimo Edward... Beh, dopo cento anni insieme io me lo sarei aspettato, ma sai, lui è leggermente preso da Bella! ;)
Fin Fish: Ti è piaciuto davvero così tanto quel capitolo? Pensavo di dover implorare pietà, o di postare un capitolo di scuse apposta per i problemi che gli sto causando! Altro che Titanic, neanche... beh, non so, le guerre mondiali hanno causato tanti problemi (alla loro famiglia, s'intende)! Per il sadismo, quasi passato, tranne che per il fatto della discoteca... MWAHAHAHA!!! Aspetta e vedrai!
miki18: Non ti preoccupare, anche se in ritardo posterò sempre! La voglio finire questa storia! A Eddicinino gli prende solo che il virus della stupidità l'ha centrato in fronte, proprio al centro, e quindi si fa un sacco di problemi inutili, ecco che gli prende! Accidenti a lui e alla sua stupidissima mania del sacrificio nobile e cavalleresco! E fatti guidare un po' dagli ormoni, ragazzo! Comunque, non preoccuparti, si risolverà (SE, CON L'AIUTO DELL'ONNIPOTENTE, FORSE!! nd dei fratelli Cullen)
Wind: Famiglia impicciona è poco, ma noi li amiamo per questo. Non ti preoccupare la scintilla scoccherà (Ma ALLORA NON CI ASCOLTI?! LEGGI UN PO' SU!! nd dei fratelli Cullen). Sono lieta che il mio stile ti piaccia, e che ti coivolga la storia. ^^ (ME COMPIACIUTA)
Princesseelisil: Dolcissimo, ma taaaaaaaanto problematico! E si, i fratelli Cullen non conoscono minimamente il significato della parola PRIVACY, e lui ne paga le conseguenze. In quanto a elogiare in continuazione Edward, io ho il record indiscusso. Forse non lo sai, ma quando hanno fatto i servizi sullo spezzone che hanno trasmsso alla Festa del Cinema, su cinque che ne ho visti cinque urli ho lanciato; la vicina si è preoccupata un po'. Sarò leggermente fissata?^^
Helen Cullen: Lo so, lo so. Oltre che problematici, hanno anche una scarsa autostima. E chi può aiutarli se non la Famiglia? E con famiglia intendo I Fratelli (posa da supereroe). Visto che cosa può fare l'Amore Fraterno? (TROPPO, amore fraterno! nd Edward e Bella). E se Alice non ce la fa non devi neanche pensarlo! Se Alice vuole qualcosa, l'avrà, qualsiasi costo essa abbia! E non le importa minimamente se alla fine dovrà combinare un matrimonio non voluto, quei due staranno insieme (uhm, non avevo mai immaginato che potesse andare a finire così... uhm... NAH, è ROMANTICA QUESTA STORIA!)
Railen: Sono felice che ti abbia fornito un altro punto di vista con cui creare i tuoi personaggi. E grazie per i continui complimenti. In più, due cose: uno, non preoccuparti, anch'io sono stata molto presa da Breaking Dawn, perdono tutto. E due, Robert era da favola, infarto! Ma torniamo coi piedi per terra... (tanto non sarà mai mio... è molto più probabile che Edward entri dalla finestra in questo itst......... O____o EDWARD è ENTRATO DALLA MIA FINESTRA IN QUESTO PRECISO ISTANTE!!!!!!!!)
Bella’s pov.
“Sei emozionata, Bella?” chiese Alice voltandosi verso di
me.
“Eh?”
“Sei emozionata, Bella?” ripeté con dolcezza
“Uhm... forse. Sono solo un po’ nervosa...” risposi,
distante
“È la tua prima caccia, non preoccuparti” mi tranquillizzò
lei tornado a fissare la strada “Devi stare calma. Non preoccuparti di niente,
ci siamo qui noi”
“Sta tranquilla. Sarà l’istinto a guidarti” aggiunse Edward
Annuii e tornai a posare la testa contro il vetro, triste.
Tutta l’eccitazione all’idea della caccia era svanita da quando
Edward si era rinchiuso in camera sua. Per tutto il pomeriggio era rimasto
chiuso lì dentro, da solo, senza parlare con nessuno. E da quando era uscito,
non aveva detto che il minimo indispensabile, rispondendo con poche parole o
monosillabi a tutte le domande che gli venivano rivolte, sempre con quella
strana voce atona e innaturale.
Alice era venuta a chiamarmi verso le sette con il solito
sorriso esuberante, e per un attimo mi ero illusa che Edward fosse tornato
normale. Invece, una volta scesa di sotto e aver salutato gli altri Cullen, ci eravamo
dirette verso
“Siamo pronti, Ed!” esclamò Alice allegra
Lui si voltò a fissarci, inespressivo.
“Andiamo?” chiese con voce distante
Io mi sentii morire. Era ancora arrabbiato con me.
“Bella?” mi chiamò Edward, fissandomi
Ti prego, basta,
implorai mentalmente, non fissarmi così,
ti prego. Non ce la faccio. I tuoi occhi...
... fanno troppo male.
Sono troppo simili a quelli... di Marcus. Di Caius. Di Aro.
Mi bruciano troppo.
Ed è colpa mia.
Mi avvicinai alla macchina a testa china, evitando
accuratamente di guardarlo. Aprii la portiera e mi sedetti in silenzio.
Edward fece lo stesso. Alice ci fissò un secondo, poi si
accomodò sul sedile del passeggero. Vani furono i suoi tentativi di aprire un
discorso. Edward non voleva parlare, e ogni volta che si rifiutava di
rispondere io mi avvilivo sempre di più.
Alla fine, Alice aveva rinunciato a fare conversazione, e si
era rinchiusa anche lei nel suo silenzio.
Io continuavo a pensare alla mia colpa, al mio sbaglio verso
Edward.
Era colpa mia se nessun sorriso aveva illuminato il suo
volto.
Era colpa mia se nessuna emozione aveva scalfito quella
lastra d’oro in cui si erano trasformati i suoi occhi.
Era colpa mia se parlare ad Edward equivaleva a parlare ad
una statua di marmo.
Mi sentivo a pezzi.
Sicuramente il motivo del suo cambiamento improvviso d’umore
era dovuto a ciò che avevo detto alle
sue sorelle: l’aveva sentito, e ne era rimasto sconvolto. Lui si dimostrava
gentile nei miei confronti solamente perché vedeva in me la sua nuova
sorellina.
Non ero altro, per lui.
“Certo, Bella, cosa pretendevi? Sei tu che ti sei voluta aggrappare a
una stupida illusione fuori dalla tua portata. È stata tutta colpa tua. Ti
avevo detto che Edward non poteva vederti come tu vedi lui. Sei proprio
un’idiota ” mi aggredì lei, piacevolmente soddisfatta.
Lo sapevo. Era colpa mia. Mia e delle mie stupide, ridicole
emozioni.
Qualsiasi cosa io provassi per lui non era ricambiato.
Edward si sentiva messo alle strette, e non sapeva come comportarsi, con me.
Bel lavoro, Isabella,
hai rovinato la vita di un angelo dopo soli due giorni! Bel colpo!, mi
rimproverai.
“Siamo arrivati” annunciò Edward fermando la macchina in uno
spiazzetto
“Scendiamo” propose Alice
Aprii la portiera lentamente e scesi.
Mi accolse una leggera brezza notturna, annunciatrice di
pioggia. Per ora, però, le nuvole coprivano solamente il cielo notturno.
“Vieni, Bella” mormorò Alice sorridendomi, prendendomi per
mano e guidandomi in mezzo al bosco.
Edward ci seguì, silenzioso come un’ombra.
“Bene, Bella!” esclamò Alce fermandosi.
Mi lasciò la mano e fece due passi avanti, per poi voltarsi
con una mezza piroetta e sorridermi incoraggiante “Iniziamo pure!”
Annuii, concentrandomi su di lei.
Edward era comparso al suo fianco, freddo e distante come la
pietra. Mi studiava distaccato.
Cercai di ignorarlo.
Dovevo ignorarlo.
Quello sguardo era troppo...
... simile a quello
dei Volturi.
“È semplicissimo. Niente di così complicato come sembra”
continuò Alice “È nel tuo istinto, dopotutto. Ti verrà naturale, e...”
“Hai finto Alice?” l’interruppe Edward, in tono cortese e
glaciale
“La stavo solo preparando ad affrontare le avversità che si
potranno presentare!” sbuffò Alice
“Quali avversità?” chiese Edward “Siamo le creature più
temibili della Terra, cosa potrebbe fermarci?”
“Edward, sei sempre il solito materialista!”
“E tu la tiri sempre troppo per le lunghe”
“Ehm... non vorrei interrompervi...” li richiamai
“Ah, è vero” disse Alice tornado a guardarmi “Prima di tutto
Bella”
“Concentrati” ordinò Edward “Chiudi gli occhi e respira
profondamente”
Obbedii.
Mi concentrai sulla brezza che mi accarezzava delicatamente
la pelle del viso, tentando di concentrarmi.
“Devi focalizzare solo gli odori” spiegò Alice “Per ora ti
sembrerà un processo noioso, ma già dalla seconda volta ti verrà naturale. Alla
fine non dovrai più ripetere questa tiritera. Sarà meccanico”
Annuii ancora, fermamente decisa a non commettere altre
idiozie.
Dal principio mi arrivarono al naso decine e decine di profumi
fortissimi, pulsanti di vita e assolutamente invitanti. Era tutti talmente
forti che mi fecero girare la testa.
Barcollai in avanti, stordita.
Alice mi sorrise, complice. “Troppi profumi?” chiese “Non
sei abituata, vero?”
“Già” ammisi, imbarazzata
Mi accarezzò una guancia con dolcezza. “Non preoccuparti, è
la tua prima volta. Sei qui per imparare, sei una novizia, ancora”
“Grazie, Alice” mormorai
“Riprova” ordinò Edward, che non si era mosso di un
centimetro “Cerca di concentrarti su un profumo soltanto, e respira lentamente”
“Prova con i cervi” suggerì Alice “Hanno un odore, e
soprattutto un gusto molto dolce. Oppure... vedi se trovi un grizzly. Il loro
odore è frizzante, e il sapore decisamente gustoso! Inoltre, per catturali ci
si diverte di più! Chiedi a Emmy!”
“Forse dovrebbe provare con un cervo, o con un animale
abbastanza tranquillo” disse Edward severamente “Isabella è molto debole,
adesso, sarebbe meglio che prima si nutrisse e recuperasse le forze, prima di
cimentarsi in qualcosa di complesso”
“Edward, ma lo sai che saresti molto bravo in politica?” lo
sgridò Alice acida “Se cinque secondi fa hai detto che siamo, e cito
testualmente, le creature più temibili
della Terra? Hai paura che un orso possa farci qualcosa?”
“Alice, non ti degno neanche di una risposta...”
Alice incrociò le braccia e lo fissò con occhi di fuoco.
Sicuramente stavano parlando con il pensiero. Non erano
fatti miei, allora.
Ora dovevo concentrarti solo...
... sul quel dolce, invitante profumo...
Era dolcissimo, e veniva da... da est.
“C’è... c’è qualcosa” sussurrai “Qualcosa... a est....
cinque chilometri, più o meno...”
Avvertii lo sguardo dei due fratelli spostarsi su di me, ma
non me ne curai.
Qualcosa stava prendendo possesso del mio corpo. Qualcosa di
stranamente noto e sconosciuto, potente e terribile. Ma stranamente, non ne
avevo paura.
Mi resi conto realmente, per la prima volta, di quanta fame
avessi.
Lo stomaco mi si contraeva in modo quasi doloroso, stimolato
da quell’odore maledettamente tentatore, implorando di essere ascoltato, di
bearsi del sapore dell’essenza di quella creatura.
La sensazione di vuoto era resa più acuta dal bruciore
provocato dal veleno che scendeva nel mio stomaco.
Divenni veramente consapevole della potente arma che si
nascondeva nella mia bocca.
Scivolava dolcemente nella mia gola, intensificando la
sensazione di bisogno che proveniva dal mio stomaco.
Fu come se i miei sensi si moltiplicassero a dismisura.
Ero una macchina.
Ero potente.
E per la prima volta, mi sentii veramente una vampira.
Il mio corpo era teso come una corda di violino, vibrante di
impazienza.
Mi voltai verso di loro.
“Posso... posso andare?” chiesi
“E lo chiedi pure?” rise Alice “Guidaci, noi ti seguiamo”
Non aspettai che aggiungesse altro, e mi lanciai nel bosco.
Per la prima volta correvo. Per la prima volta mi rendevo
conto della sensazione di libertà che scatenava in me quella corsa.
Ero libera.
Ero veloce.
Non mi voltai a vedere se mi seguivano, li percepivo
chiaramente dietro di me; non capii se fossero rimasti lontani per lasciarmi i
miei spazi o se non riuscivano a strami dietro. Non mi importava.
Niente importava, eccetto l’odore.
Scattai in avanti e lo vidi.
Un cervo. Brucava tranquillamente l’erba, e non si era
ancora reso conto di non essere solo.
La sete mi invase il corpo.
Non esisteva nient’altro se non io e la mia preda.
Io e il mio istinto.
Non riuscì neanche a capire cosa stava per succedergli che gli
fui addosso.
Intrappolai il povero animale tra le mie braccia, e
spingendo leggermente più forte del normale gli ruppi il cranio. Si afflosciò
tra le mie braccia, morto.
Mi inginocchiai sull’erba e me lo posai sulle gambe,
affondando poi i denti nel suo collo.
Il sangue sgorgò dalle sue vene nella mia bocca copioso. Mi
inondo il palato, insinuandosi sulla mia lingua, nel mio palato, giù per la mia
gola, regalandomi un’estati mai provata prima. Era sublime.
Mi piaceva quella sensazione.
Ma mi spaventava anche.
Non credevo che fosse così facile, per me, uccidere. Non
credevo che mi riuscisse così naturale.
Ma se una parte di me era disgustata da quello che stavo
facendo, l’altra parte era decisamente a favore.
Era la parte dominata dall’istinto, dalla bruciante sete che
dominava il mio corpo in quel momento.
E sarebbe stata difficile da mettere a tacere.
Sono quello che sono,
dopotutto, pensai, sto già dominando
la mia indole, in questo modo. Ora devo sforarmi di restare su questa via. Non credo che possa cambiare la mia natura
più di così
Era questo che cercava di dirmi Carlisle.
Lui ci era già passato, e la tristezza che avevo visto nei
suoi occhi era solo una conferma di quello che provavo io. Avevo fatto una
scelta, ma era sempre combattuto.
Scelta o non scelta, eravamo sempre... vampiri.
Il corpo del cervo si afflosciò tra le mie braccia,
disidratato di tutti i suoi liquidi.
Mi allontanai lentamente dal suo collo, fissando la
carcassa.
“Dissetante?”
Mi voltai lentamente verso Alice, inginocchiata al mio
fianco.
Dovevo avere uno sguardo strano, molto probabilmente triste,
perché nel modo in cui mi carezzò la guancia c’era una nota di compassione.
“Ci siamo passati tutti. Se ne vuoi parlare, dopo, ci
saremo, intesi?” sussurrò “Prima, continuiamo con la tua cena. Non credo che
questo misero spuntino ti sia bastato”
Annuii. “Grazie, Alice”
Mi alzai e mi spazzolai i vestiti.
“Devi eliminare sempre le tracce dei tuoi pasti”
La voce era gelida. Mi voltai a fissarlo: li ricambiò il suo
sguardo, privo di emozioni, severo, in qualche modo. Fece un paio di passi
verso di me, lasciandomi basita di fronte all’eleganza con cui si muoveva.
Combinata, poi, con la sua austerità improvvisa, lo faceva apparire ancora più
bello.
Simile a una divinità, maestosa nella sua furia. Implacabile
e bellissimo.
“Non puoi lasciare neanche un simbolo del tuo passaggio,
quando cacci” continuò avvicinandosi “Devi eliminare le prove. Ricorda, la
nostra sicurezza prima di tutto”
“Sta... sta tranquillo” mormorai “Provvederò. Te lo giuro”
Chinai il capo. Non riuscivo a sopportare il nuovo Edward.
Non riuscivo a sopportare che fosse tutta colpa mia.
Dovevo fare qualcosa, altrimenti... sarei impazzita.
Alice spostò lo sguardo da me a suo fratello.
“Riprova, Bella” mi ordinò Edward
Si. Dovevo fare qualcosa, qualsiasi cosa per tenermi
occupata tanto quanto bastasse per pianificare un piano.
Chiusi gli occhi e alzai il viso, concentrandomi sugli
odori.
Questa volta individuai subito un altro cervo, più lontano,
questa volta.
“Ce n’è un altro” annunciai, sempre ad occhi chiusi
“Ottimo, Bella” esclamò Alice. Il suo tono di voce era
stranamente severo. Sembrava arrabbiata “Perché non provi ad andare da sola? Mi
sembra che non hai tutti questi problemi. Vedi se riesci a cacciare da sola.
Noi ti aspettiamo qui”
Mi sorrise incoraggiante, alzando il pollice.
“O... ok” dissi, incerta “Allora... allora vado”
Lanciai un’ultima occhiata ad Edward, che mi fissava sempre
composto e impassibile.
Poi, mi inoltrai nel bosco.
Edward’s pov.
Ero riuscito nel mio intento.
Avevo recluso tutte le mie emozioni dietro un muro di
cemento. Non avrei più annoiato Bella.
Avevo fatto la scelta più giusta, mi ripetevo.
Era la cosa migliore per lei.
Io non avevo speranze, né potevo essere per qualcuno fonte
di aspettative, soprattutto non per lei.
Io ero solo.
Io ero dannato.
Io non avrei assolutamente condannato Bella a un’esistenza
lugubre come la mia. Mai.
Neanche se questo era ciò che più bramavo.
Mi ero sforzato di ignorare i miei sentimenti.
Mi ripetevo che tutto ciò che mi stava succedendo era
illogico.
Ma si stava rivelando piuttosto difficile.
Era stata mia l’idea di interpretare il ruolo di fratello
maggiore; era la scelta più giusta.
E allora perché Bella era così... triste?
La studiavo dallo specchietto retrovisore, ignorando i
tentativi di Alice di fare conversazione. Bella era assente, distratta,
infelice. Era seduta raggomitolata su se stessa, le ginocchia la petto cinte
dalle braccia, il capo posato sul vetro con i capelli sciolti raccolti su un
lato, che le lasciavano scoperto il collo candido; gli occhi neri fissavano
distrattamente il paesaggio, distorto dalla troppa velocità con cui guidavo. Il
suo sguardo era tormentato, velato da un dolore intenso, troppo simile a quello
che era racchiuso nei suoi occhi quando era arrivata; era velato di lacrime, ma
non piangeva.
Sentii una stretta al petto.
Non potevo vederla in quello stato.
Faceva troppo male.
Perché aveva quegli occhi? Perché era così distante?
“Ero… ero in camera di
Rose. Stavamo… chiacchierando”
Per poco non inchiodai di colpo, sbalordito.
“Stavamo…
chiacchierando”
Alice l’aveva visto. Alice lo sapeva.
Jasper gli aveva detto cosa provavo, e i miei fratelli si
erano coalizzati contro di me.
Le avevano detto tutto senza darmi il tempo di negare, di
spiegargli che si sbagliavano.
E ora Bella mi odiava.
Aveva creduto alle loro parole, ma io non...
... non le interessavo.
Io non ero niente, per lei. Forse non gradiva nemmeno la mia
compagnia, le attenzioni che riservavo nei suoi confronti. Le davo fastidio, le
mettevo paura.
Ma lei non me lo diceva.
Era troppo dolce per potermi dire che la infastidivo.
Perciò, teneva tutto dentro di sé, soffrendo in silenzio. Non me l’avrebbe mai
confessato, temendo di ferirmi. O peggio, temendo la mia reazione.
Che sciocca.
Io non le avrei mai potuto fare del male.
Qualsiasi cosa mi avesse detto, non le avrei mai torto un
capello.
Strinsi le mani sul volante, tentando di concentrarmi.
Ecco un altro motivo per seppellire i miei sentimenti.
Stavano creando più fastidio che altro. Dovevano essere
soggiogati, dovevo tornare ad essere lucido.
Per il bene di Bella.
“Edward, tutto ok?”
domandò Alice col pensiero. Non mi ero accorto che aveva smesso di parlare.
Feci un’impercettibile segno del capo.
Continuai a guidare in silenzio, cercando di reprimere la
rabbia e il disgusto che provavo verso me stesso.
“Siamo arrivati” annunciai, facendo manovra per
parcheggiare.
Eravamo lontani dalla città, in un bosco che delineava il
confine.
“Scendiamo” propose Alice
Aprii la portiera con un gesto secco, scendendo. Era una
notte nuvolosa, che presagiva l’arrivo di una pioggia violenta nei prossimi
giorni.
Fissai di soppiatto Bella. Aveva gli occhi chiusi, e si
lasciava accarezzare dal venticello fresco.
Era molto bella, così...
No, smettila, Edward,
mi dissi, non devi provare certe cose.
Lei è tua sorella. Lo devi far per il suo bene. Per il suo bene!
“Vieni, Bella” le disse Alice cordiale, prendendola per mano
e inoltrandosi nel bosco.
Le seguii mantenendomi a distanza.
Il profumo di Bella mi colpiva come uno schiaffo, facendomi
perdere la mia razionalità.
No. Dovevo restare lucido.
Per Bella.
“Bene, Bella!” esclamò Alce fermandosi.
La lasciò andare e avanzò aggraziata, voltandosi poi verso
sua sorella con una piroetta “Iniziamo pure!”
Bella annuì, rivolgendo la sua attenzione su di lei. Le
iridi scure rimanevano tormentate, sebbene accese dalla concentrazione.
Affiancai Alice senza riuscire a distogliere lo sguardo da
quel viso angelico.
Gli occhi di Bella saettarono un attimo nei miei, ma
tornarono velocemente su Alice.
Mi fece male.
L’avevo davvero ferita irreparabilmente?
“È semplicissimo. Niente di così complicato come sembra”
continuò Alice “È nel tuo istinto, dopotutto. Ti verrà naturale, e...”
“Hai finto Alice?” la bloccai. Non doveva dipingerla più
difficile di quanto era in realtà, l’avrebbe solo spaventata.
“La stavo solo preparando ad affrontare le avversità che si
potranno presentare!” sbuffò Alice
“Quali avversità?” chiesi “Siamo le creature più temibili
della Terra, cosa potrebbe fermarci?”
“Edward, sei sempre il solito materialista!”
“E tu la tiri sempre troppo per le lunghe”
“Ehm... non vorrei interrompervi...” mormorò Bella
educatamente, come se temesse di disturbarci
“Ah, è vero” disse Alice tornado fissarla “Prima di tutto
Bella”
“Concentrati” le dissi “Chiudi gli occhi e respira
profondamente”
Obbedì docilmente, chiudendo gli occhi.
Dio, con quell’espressione concentrata, con quel corpo così
perfetto, con quell’aria così... era davvero irresistibile. Magnifica.
“Devi focalizzare solo gli odori” disse Alice, riuscendo a
riportarmi sulla terra “Per ora ti sembrerà un processo noioso, ma già dalla
seconda volta ti verrà naturale. Alla fine non dovrai più ripetere questa
tiritera. Sarà meccanico”
Annuì ancora.
Io scossi il capo per allontanare i pensieri.
“Ed, posso sapere che
hai?” pensò Alice, leggermente alterata
Scossi ancora il capo.
Bella barcollò in avanti, riuscendo a riappropriarsi
dell’equilibrio. Tornai a fissarla, preoccupato.
Che la troppa fame l’avesse resa troppo debole? Dovevo
cacciare io qualcosa per lei, prima che potesse farlo da sola?
Alice sorrise. “Troppi profumi?” chiese “Non sei abituata,
vero?”
“Già” ammise; ma il colore non le illuminò il viso.
Era terribilmente dolce.
Mia sorella le si avvicinò e le accarezzò una guancia con
dolcezza. “Non preoccuparti, è la tua prima volta. Sei qui per imparare, sei
una novizia, ancora”
“Grazie, Alice” mormorò
Provai una fitta di gelosia. Avrei voluto fare io quel
gesto, avrei voluto incoraggiarla io.
“Riprova” ordinai, per non impazzire “Cerca di concentrarti
su un profumo soltanto, e respira lentamente”
“Prova con i cervi” suggerì Alice “Hanno un odore, e
soprattutto un gusto molto dolce. Oppure... vedi se trovi un grizzly. Il loro
odore è frizzante, e il sapore decisamente gustoso! Inoltre, per catturali ci
si diverte di più! Chiedi a Emmy!”
“Forse dovrebbe provare con un cervo, o con un animale
abbastanza tranquillo” mi intromisi, severo.
Non potevo credere che Alice le suggerisse di cacciare
qualcosa di così pericoloso la prima volta. Per di più, Bella era molto debole
per l’astinenza forzata. Doveva pensare al suo bene, prima di tutto.
“Isabella è molto debole, adesso, sarebbe meglio che prima
si nutrisse e recuperasse le forze, prima di cimentarsi in qualcosa di
complesso” continuai
“Edward, ma lo sai che saresti molto bravo in politica?” mi
sgridò Alice, acida “Se cinque secondi fa hai detto che siamo, e cito
testualmente, le creature più temibili
della Terra? Hai paura che un orso possa farci qualcosa?”
“Alice, non ti degno neanche di una risposta...”
Alice incrociò le braccia e mi lanciò uno sguardo di fuoco
fissò con occhi di fuoco.
“Stai scherzando con
la persona sbagliata” mi avvisò “Anzi, con le persone sbagliate. Te ne
pentirai presto, se non cambi atteggiamento. Subito”
La fissai sorpreso. A chi si riferiva?
“C’è... c’è qualcosa” sussurrò all’improvviso Bella.
“Qualcosa... a est.... cinque chilometri, più o meno...”
La fissammo. Il suo corpo fremeva, agitato, sentendo il
richiamo della sete. Spostava il peso dal un piede all’altro, eccitata.
Era davvero intrigante questo suo lato.
Capivo che cosa provava, sapevo quello stava provando.
L’eccitazione che stava pervadendo il suo corpo, però,
sembrava quadruplicata.
Ma in fondo, per lei era una cosa nuova.
In qualche modo, potevo capirla.
Stava per lanciarsi in avanti quando, riprendendo il
controllo delle sue azioni, si voltò verso di noi e aprì gli occhi. Non se ne
era resa conto, ma ora le sue pupille erano striate di rosso.
La sete era padrona di lei.
Ma con quello sguardo non mi metteva paura, né mi
disgustava.
Mi eccitava,
piuttosto.
Edward Anthony Masen
Cullen, non avrai pensato davvero quella cosa di Isabella vero?, mi
rimproverai, stupefatto di me stesso, Tu
sei un uomo, non una bestia! Ricordatelo, sempre! Non sei stato cresciuto così,
non sei stato educato così!
“Posso... posso andare?” chiese
Dannazione, quella sua dolce voce stava risvegliando in me
un senso di protezione, di...
No, Edward, no! Non è
così!
Perché Bella doveva chiederci il permesso? Era libera.
E io glie l’avrei fatto capire.
A costo di impiegare l’eternità
“E lo chiedi pure?” rise Alice “Guidaci, noi ti seguiamo”
Non aspettò altro, e iniziò a correre.
Ci lanciammo verso di lei, rimanendo a distanza.
La guardavo estasiato.
Era dannatamente bella.
Si muoveva con l’eleganza di una ninfa dei boschi, correndo
veloce, quei suoi capelli mori che svolazzavano al vento, indomabili.
Il suo profumo mi stava facendo impazzire, non avrei
resistito ancora per molto.
Era libera.
Era potente.
Era magnifica.
“E può essere tua” disse una voce dentro di me “Devi
solo allungare la mano, e prendertela. Che ci vuole?”
No!, urlai a me
stesso, io non le farei mai una cosa simile! Non la renderò mai dannata come me!
Bella si lanciò contro la sua preda, un cervo che pascolava
tranquillamente, ignorante della sua fine.
Si nutrì del suo sangue come se stesse bevendo dell’acqua nel
deserto, ma manteneva un atteggiamento regale, stupendo, irreale.
Era troppo bella per essere vera.
La osservai incantato da tanta grazia.
Temevo che quell’illusione potesse svanire.
Quando il sangue fu prosciugato fino all’ultima goccia,
Bella si allontanò dal collo dell’animale con lentezza.
Avena lo sguardo assorto, velato dalle lacrime.
Capivo il suo tormento, c’ero passato anch’io. Avrei tanto
voluto abbracciarla e consolarla.
Ma non mi mossi.
Alice sbuffò, esasperata, e si avvicinò a Bella.
“Dissetante?” chiese.
Lei la fissò, confusa.
“Ci siamo passati tutti. Se ne vuoi parlare, dopo ci saremo,
intesi?” sussurrò “Prima, continuiamo con la tua cena. Non credo che questo
misero spuntino ti sia bastato”
Annuì. “Grazie, Alice”
Si alzò e si spazzolò i vestiti.
Volevo dirle qualcosa, incoraggiarla. Aprii la bocca e...
“Devi eliminare sempre le tracce dei tuoi pasti”
La mia voce era gelida. Mi fissò sorpresa, non capendo.
Dandomi mentalmente dell’idiota, feci due passi verso di lei;
volevo rassicurarla, volevo abbracciarla e complimentarmi con lei.
Per questo, mi fermai e mi imposi di calmarmi.
“Non puoi lasciare neanche un simbolo del tuo passaggio,
quando cacci” continuai “Devi eliminare le prove. Ricorda, la nostra sicurezza
prima di tutto”
Ero uno stupido. Invece di farle un complimento, invece di
fare qualcosa per farla sorridere, facevo... la parte del padre apprensivo,
anzi, del maestro severo. Che idiota!
“Sta... sta tranquillo” mormorò, tristemente “Provvederò. Te
lo giuro”
Chinò il capo.
Non riuscivo a sopportare la vista di Bella così remissiva,
verso di me. Io non la volevo così.
Io la volevo vedere libera, felice...
“Mia”
Non potevo sopportare di scatenare in lei l’effetto... dei
Volturi.
Alice spostò lo sguardo da me a lei.
“Riprova, Bella” le dissi
Ti prego, reagisci. Non posso vederti così....
Urlami contro,
picchiami, dimmi che mi odi, ma ti prego, non chiuderti in te stessa... Dammi
un segno che non ti ho fatto così male... ti prego....
Chiuse nuovamente gli
occhi e alzò il viso, concentrandosi sugli odori.
Questa volta ci mise meno tempo a individuare un’altra preda.
“Ce n’è un altro” annunciò, rimanendo ad occhi chiusi
“Ottimo, Bella” esclamò Alice. Il suo tono di voce era
stranamente severo. Sembrava arrabbiata “Perché non provi ad andare da sola? Mi
sembra che non hai tutti questi problemi. Vedi se riesci a cacciare da sola.
Noi ti aspettiamo qui”
Le sorrise incoraggiante, alzando il pollice.
Che cosa stava macchinando?
Io non voleva lasciarla sola. Non era pronta.
“Non è pronta lei, o non vuoi lasciarla TU?” disse una voce “Che
fai, predichi bene e razzoli male, Ed?”
“O... ok” rispose, incerta “Allora... allora vado”
Mi guardò un’ultima volta, insicura. Volevo dirle di non
andare, di restare accanto a me per sempre, e non potevo.
Tacqui, e lei s’inoltrò nel bosco.
E io avvertii la strana sensazione che qualcosa era in agguato.
Qualcosa di brutto stava per accadere.
Fissai il punto in cui Bella era svanita per un po’.
Alice aspettò che Bella si fosse allontanava tanto quanto
bastasse perché non potesse sentire, prima di voltarsi verso di me e
incenerirmi quasi letteralmente con lo sguardo.
“Si può sapere che diavolo fai?” sibilò furiosa
“Niente” risposi, sorpreso
“Appunto!” ringhiò
“Cosa?”
“Edward, te l’ha mai detto nessuno che sei il più grande
idiota del mondo?”
“Si può sapere di che cosa stai parlando?”
“Se non lo sai tu!”
“Senti, sei la terza persona, oggi, che mi parla pensando
che io sappia ciò di cui parliamo, ma non è così!” sbottai “Quindi, se per
favore mi spieghi...”
“Ma non eri tu quella che sapeva leggere nel pensiero?” mi
ribeccò lei
“Lo farei, ma sai, qualcuno
mi sbarra l’accesso ai suoi pensieri!” ringhiai
Ci squadrammo in cagnesco per alcuni secondi, poi, Alice si
sedette sull’erba e mi invitò a imitarla
con un cenno del capo.
Mi accomodai sul prato e lei sospirò.
“Allora, Edward, si può sapere che ti sta succedendo?”
chiese con calma
“Perché continuate tutti a chiedermelo io sto benissimo!”
mentii, esasperato
Alice alzò un sopracciglio, profondamente scettica.
Sopirai. Con lei non potevo mentire, o meglio, non ci
riuscivo proprio. A volte mi domandavo se non fosse lei a saper leggermi la
mente. Sapeva esattamente cosa mi passasse per la testa con una precisione
allarmante.
Ma infondo, era meglio così.
Era veramente mia sorella, dopotutto.
Io non resistetti più; dovevo confidarmi con qualcuno,
altrimenti sarei esploso. E le conseguenze sarebbero state gravi.
“Cosa ti fa pensare che abbia qualcosa che non va?” mi
arresi, sospirano
Alice si rilassò, rallegrata dalla mia arrendevolezza
spontanea.
Sbuffò, ma con un mezzo sorriso. “Sei più strambo del
solito” disse “E la tua schizofrenia è peggiorata. E di parecchio, oserei dire”
Ridacchiai. “Ma davvero?”
“Edward, seriamente. Mi preoccupa questa... situazione”
ammise, cercando con cura le parole adatte.
“Cioè?”
“Non puoi fare così” mi rimproverò “un minuto prima sei
tutto dolce e simpatico, quello dopo ti chiudi in te stesso e ne esci
trasformato in un automa apatico e asociale. Non è da te”
Le sue parole mi fecero male, perché assolutamente
veritiere.
“Le mie personalità multiple mi appartengono, e non è un tuo
problema” esclamai, piccato, spostando lo sguardo verso il bosco.
“Sei mio fratello, Ed. Tutto quello che fai è un mio
problema” ribatté lei convinta “E poi, non sono la sola preoccupata per te”
“Jasper ed Emmett non se la sono presa, e co...”
“Non sto parlando di loro!” mi interruppe lei irritata
“Ah davvero? E di chi?”
“Di Bella”
Raggelai tornando a fissarla preoccupato.
“Che cosa c’entra lei?” domandai
“Tutto” rispose laconica Alice
Tutte le mie buone intenzioni di mantenere sia un
atteggiamento che in tono distaccato con Bella e quando si parlava di lei
svanirono non appena Alice pronunciò il suo nome.
Mi sentii morire dentro, perché Alice aveva uno sguardo
straordinariamente serio.
Che le dovesse accadere qualcosa di grave?
E io che ci facevo ancora là?
Dovevo proteggerla!
“Maledizione, Alice, vuoi spiegarti?” chiesi alzando la
voce, angosciato
Alice inarcò nuovamente un sopracciglio.
“Ma non volevi mostrarti disinteressato, nei suoi
confronti?” chiese, con una nota di arroganza nella voce
Aprii la bocca per risponderle a tono, ma dovetti richiuderla,
spiazzato.
Alice aveva ragione, maledettamente ragione.
Non riuscivo a restare lucido, quando c’era nei pressi di
Bella; anche quando solo il mio pensiero si perdeva nella sua figura tutto il
resto svaniva.
Lei, il suo benessere, la sua felicità... erano diventati
per me vitali. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei, sempre. E ero fermamente
convito di quelle emozioni.
Ma mi spaventavano.
Inoltre, le parole dei miei fratelli mi avevano turbato
molto.
Se veramente il mio sentimento nei suoi confronti (benché
dubitassi fortemente che un qualcosa di più profondo dell’amore fraterno fosse
sbocciato in così poco tempo) fosse davvero così forte, lei meritava di meglio.
Cosa potevo offrirle, io?
Avevo deciso, avrei seppellito subito questi miei
“sentimenti” (se tali erano) per permetterle di vivere nel miglior modo
possibile.
Mi sarei fatto da parte; avrei sofferto, ma almeno lei
sarebbe stata felice.
“E Carlisle è ancora convinto che sia tu l’intelligente di
famiglia” sbuffò Alice incrociando le braccia “Uhm, illuso!”
La fissai accigliato.
“Ehi, è la verità!” rimarcò lei, convinta “Se davvero fossi
il genio che dici di essere, ti saresti accorto che il tuo brillante piano sta
avendo i risultati opposti a quelli sperati!”
“Che vuoi dire?”
“Non capisci? Sei
davvero così cieco?”
Non mi degnai di risponderle, intimandole con lo sguardo una
risposta.
“Non ti è mai passato neanche per l’anticamera del cervello,
fratellino carissimo, che forse, proprio per dire qualcosa, Bella si sta
preoccupando per il tuo atteggiamento scorbutico e asociale ?”
Mi aveva preso in contropiede. “Cosa?”
“Sveglia! Bella non è come te! Ma davvero non ci arrivi?” esplose Alice allungando le braccia verso
il cielo, frustrata “Anche se ti sembra impossibile, Bella è... uhm, come te lo
spiego?”
Si accarezzò il mento, meditabonda “Beh, mettiamola così:
Bella è molto sensibile all’umore di chi le sta attorno, ed ha anche una leggera
tendenza a preoccuparsi per gli altri. Perciò, se tu nello stesso giorno passi
dall’essere tutto simpatico e dolce a un automa spietato, freddo e insensibile,
scusa tanto se si preoccupa per te. È una cosa normale, fesso! In più, visto
che sai quello che ha passato, e sai anche che si sente in dovere di ripagarci,
adesso si è convinta che sia anche colpa sua!”
“Perché mai?!” chiesi, allibito
“Sai, il tuo comportamento da bell’ombroso criptico può
affascinare quelle tre coche della scuola, ma io lo eviterei a casa”
“Io non lo faccio mica apposta!” m’infiammai. Perché voleva
evitare il discordo a tutti i costi?
“Come ti pare, ma ricordati che Bella non ti conosce ancora
bene, non può sapere dei tuoi repentini cambiamenti d’umore”
“Come potrebbe essere colpa sua?” domandai ancora
Alice impiegò una manciata di secondi per rispondere. “Non
posso dirti come. I dico solo che è così” disse, seria “Sta a te credermi o no”
Fissai quegli occhi d’oro, rilucenti di sincerità. Mi
arresi, e sospirai.
“Come posso non farlo?” le dissi con un mezzo sorriso “Sei
la mia sorella preferita, lo sai”
“Oh, che onore!” scherzò lei, sedendosi accanto a me
“È il caso che mi scusi con Bella, vero?” sospirai
“Non me lo starai chiedendo veramente, vero?” replicò lei
“Certo che no”
“Se, se...”
Ridacchiai e alzai il capo per osservare le nuvole
rincorrersi nel cielo scuro.
“Ehi, fratellino...” mi chiamò Alice, anche le con la testa
rivolta al cielo
“Uhm?”
“Si può sapere perché ti preoccupi tanto?” mi chiese
“Perché... beh... non lo so nemmeno io” ammisi, posando il capo
sulle mie ginocchia “Non riesco a capire che cosa mi sta succedendo, ed è la
prima volta che mi sento così confuso.. è tutto così...”
“Meravigliosamente strano?” suggerì lei con un sorriso
comprensivo
“Stavo per dire illogico, ma va bene anche la tua” dissi “Io
non... non capisco. Che diavolo mi prende?”
“Che c’è da capire? Ti sei soltanto inna...”
“Ti prego, Alice” la interruppi, furente “Non. Dire. Quella.
Parola”
“Preferisci che usi colpo di fulmine?”
“No. Non mi piacce nessuna delle due” ribattei acido “Io NON
mi sono innamorato di Isabella. Sono solo e non ho intenzione di cambiare, per
ora. Né di farmi cambiare” aggiunsi, notando lo scintillio furbo nei suoi occhi
“Hai intenzione di trasformarti in un vecchio gufo arcigno e
solo?”
Non risposi.
“Ehi, Ed, guarda che non c’è niente di male nell’amore”
disse lei dolcemente, cingendomi le spalle con un braccio “Posso affermare con
assoluta certezza che è la sensazione, l’emozione più bella e coinvolgente del
mondo. È come se ti rendessi conto per la prima volta di esistere. Sai che c’è
nel mondo una persona che ti ha sempre aspettato, che ti resterà accanto per
sempre, a cui potrai donare tutto te stesso sapendo che qualsiasi cosa hai
fatto, farai o stai facendo sarà sempre pronta a perdonarti e a sostenerti. Una
persona che non ti abbandonerà mai...”
La fissai estasiato; le sue parole mi incantavano.
Desideravo ardentemente anch’io quel tipo di legame;
follemente bramavo qualcuno a cui potermi donare, a cui poter dedicare ogni mia
cura, ogni mio pensiero, ogni mio istante di quell’esistenza dannatamente
eterna...
Un raggio di sole tutto per me.
Subito, il suo volto angelico mi apparve davanti agli occhi.
Volevo scacciarlo, essere forte per lei, ma la fulgida
bellezza del suo sorriso mi incantava, facendo emergere la mia parte egoista.
Perché, Isabella?,
mi chiesi, perché non riesco a fare a
meno di te?
“E poi, non ci sarebbe nulla di male se scegliessi Bella”
concluse Alice posando le mani sull’erba.
Mi riscossi, percorso da una scarica elettrica.
“Non dirlo” sibilai, arrabbiato “Non dirlo mai più, Alice”
“Perché?”
“Lei si merita... di meglio” conclusi con sguardo triste,
tentando di scacciare quel sapore amaro di cenere che le mie parole mi
lasciavano in bocca
“Che sciocchezze! Cosa ci sarà mai di sbagliato in te?”
domandò “Beh, a parte la tua schizofrenia, il tuo egocentrismo e la tua insana tendenza
a prendere decisioni idiote senza consultarti con gli altri, ovviamente”
Sorrisi amareggiato. “Io sono dannato”
Alice mi scrutò a fondo con uno sguardo maturo.
“E solo questo?” chiese poi
“Se pensi che ci sia bisogno d’altro...”
Gentilmente, mi posò una mano sulla spalla, posando la
fronte sulla mia.
“Sei dannato solo se ti consideri tale” mormorò delicata.
Eccolo, il vero potere di Alice.
Sapeva rasserenare gli animi dei suoi cari con un semplice
gesto, con una semplice frase.
L’ammiravo molto.
Lei c’era sempre, per me.
E io ci sarei stato sempre, per lei.
“E poi, io credo che l’amore cambi tutto” riprese Alice
allegra, sdraiandosi e accavallando le gambe “Magari Bella potrebbe renderti un
po’ più vivace”
“Alice, per favore, smettila. Io non amo Bella” ripetei,
esasperato
“Dillo pure, se ti piace ripeterlo...”
Quella frase insinuò in me l’ombra del sospetto.
“Alice” la chiamai, metà tra il furioso, l’imbarazzato e il
preoccupato “Non è che per caso TU hai visto QUALCOSA, vero? Su me e Bella,
intendo....”
Si tirò su a sedere e mi fissò con uno sguardo profondamente
offeso. Ma non significava nulla.
Era una bravissima attrice.
“Senti, Edward, solo perché io posso vedere il futuro non
significa che spii il tuo ogni cinque secondi!” esclamò offesa
“E allora perché sono due giorni che mi sbarri l’accesso
alla tua mente?” domandai
“Sai, mi stavo beando dei ricordi della mia recente
serata romantica con Jasper. Volevo evitare di farti assistere, ma se
sei un maniaco...”
“Va bene, stop. Alt. Basta così!” esclamai, chiudendo gli
occhi, in imbarazzo “Non voglio sapere altro! E per inciso, io non sono un
maniaco”
“Ah, è vero, tu sei il figlio discreto che s’impegna con tutto se stesso per non
violare la privacy altrui...” mi
sbeffeggiò Alice “Si vede proprio che Bella non ti conos...”
Si zittì tutt’a un tratto, immobilizzandosi.
Le braccia, rigide lungo i fianchi, le s contrassero,
chiudendosi a pugno. Il corpo le divenne rigido come un pezzo di legno,
immobilizzandola sul posto, mozzandole il respiro. Lo sguardo le si fece vacuo,
nero, oscuro e distante.
Preoccupato, le misi le mani sulle spalle, tentando di farle
capire che c’ero io, con lei. Tante volte l’avevo visto fare a Jasper, tante
volte aveva funzionato.
La sua bocca si muoveva velocissima, mormorando qualcosa che
non riuscivo a comprendere.
Le barriere intorno alla sua menti si infransero si colpo,
permettendomi di vedere ciò che stava vedendo anche lei....
... vidi Bella china
sul corpo di un uomo che beveva con ingordigia il suo sangue, ignorando i
lamenti della sua vittima, gli occhi fattisi crudeli, scarlatti...
.... vidi Bella
correre con tutte le sue forze lontano da qui, le lacrime che le inondavano il
viso distorto dal dolore, gli occhi pieni di disgusto che oscurava le sue iridi
dorate....
... occhi rossi...
... occhi d’oro...
... rossi...
... oro...
... neri....
Io la guardai terrorizzato.
Non per l’uomo.
Non per la sua fine.
Per l’idea di
perderla.
Un dolore mai provato prima mi squarciò il petto.
“Che significa, Alice?” chiesi, ansioso “Perché la tua
visione non è nitida?”
“Perché” rispose lei “Bella non ha ancora deciso”
Ci fissammo un secondo negli occhi, poi iniziammo a correre
verso il punto in cui era sparita Bella.
Angolino - ino - ino:
Bene, piccole informazioncinine.
Leggendo Breaking Down, soprattutto la parte di Jacob, la mia percezione di questo personaggio è salita alle stelle! Perciò, invece di dargli la parte iniziale del "cattivo", lo sconvolgerò un pochettino. Ma di questo non ce ne preoccuperemo almeno per un bel po'. Vi avviso soltanto.
Per il prossimo cap, vedremo cosa farà Bella mentre i due fratellini chiacchierano (Adoro Alice! Forse ora Edward se darà na svegliata!) e come andrà a finire.
Ma poi, eh... Beh, altro che complicazioni!
Comunque, il titolo del prossimo capitolo è
A Caccia... con Sè Stessi - Bella's pov.
Intrigante?
Spero di si!
Un kiss dalla dolce Usagi