Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Mhysa_    07/12/2014    2 recensioni
Raccolta di flash incentrate sull'infanzia, l'adolscenza, e più in generale sulla vita del mio personaggio preferito: Jon Snow.
#01 Winter is coming ~ Non sapeva niente, il piccolo Snow. Non avrebbe mai saputo niente.
#02 Snowflakes ~ Uno, due, tre, quattro. Cadevano dal cielo, i fiocchi di neve, infrangendosi sui mantelli scuri.
#03 Arrow ~ ...troppo sistematicamente assente nella sua presenza.
{Partecipa al contest My fictional crush indetto da Chara sul forum di EFP}
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jon Snow, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                       Let It Snow






                                            #03   Arrow

 

“Prova ancora, Robb!”
“Sì, mio signore”

“Punta al cuore, avanti. Puoi riuscirci”
Il ragazzino strinse le dita intorno al legno e tese l'arco finché la corda quasi non gli sfiorò la guancia.
Il silenzio li inghiottì.
Per un attimo tutti trattennero il respiro. Un attimo che sembrò durare un'eternità.
La freccia partì.
Arrivò dritta al cuore del fantoccio di paglia.
Eddard Stark si lasciò andare a un grido di gioia; Theon Greyjoy si congratulò col suo padroncino, il quale restò immobile a fissare il suo operato. Un sorriso fiero gli curvò le labbra.
“Bravo figliolo!” esclamò il Lord di Grande Inverno, stringendo a sé suo figlio.
Era raro che si lasciasse andare a momenti di esultazione, eppure quella volta lo fece.
Jon Snow restò in disparte a godersi le scena. Poco prima era toccato a lui tirare; ci aveva messo tutto l'impegno possibile, ma era riuscito solo a colpire la gamba e il braccio sinistri.
A lui non fu concessa una terza oppurtunità. Nessuno lo incitò o si preoccupò di incoraggiarlo e rassicurarlo, quando i tiri non andarono a buon fine. Semplicemente, nessuno si preoccupava mai per il piccolo Snow. Sempre troppo silenzioso, troppo solitario, troppo accondiscendente; troppo sistematicamente assente nella sua presenza.
Nemmeno Eddard Stark, che ci teneva così tanto a non mandarlo via, gli dava molta importanza, anche perché Catelyn non lo avrebbe approvato, mai.
E così, spesso il bastardo se ne stava in disparte a osservare gli altri vivere.
Osservava suo fratello essere costantemente migliore di lui, in qualsiasi cosa si cimentassero. Robb pareva avere una marcia in più, una predisposizione naturale.
Predisposizione che Jon non possedeva. E si sentiva in colpa, per questo, ogni giorno. Pensava che, se Catelyn fosse stata sua madre, di certo la sua vita sarebbe stata più semplice. Magari per una volta, una soltanto, sarebbe stato lui il preferito, il migliore.
Ma purtroppo la realtà era ben diversa.
E Robb sarebbe stato sempre più abile con la spada, più preciso con l'arco, più amichevole con gli altri bambini, più bravo praticamente in tutto.
E lui sarebbe stato il bastardo di casa Stark.
Per ora. Per sempre.
“Cosa c'è bastardo? Pensavi davvero che ci saresti riuscito prima di lui?” pigolò Theon; un ghigno malefico gli storpiava il volto, mostrando i suoi incisivi superiori e l'enorme spazio che li separava.
Jon non disse niente, anzi non si degnò nemmeno di guardarlo. Continuava a tenere gli occhi fissi su Robb e suo padre, che ancora parlavano dell'impresa prodigiosa del primogenito. Un bambino di soli nove anni.
“Ci riuscirò anch'io” sussurrò Snow.
“Certo, bastardo. Magari ci riesci prima dei vent'anni!” e detto questo al piccolo Greyjoy scappò una grassa risata.
“Theon, prendi l'arco e le frecce” tuonò Eddard.
“Subito, mio signore” squittì il ragazzo.
Tutti tornarono a casa, tranne Jon. Lui si sedette a terra e per qualche minuto restò immobile a osservare il fantoccio di paglia, che aveva ancora la freccia di Robb Stark che gli trapassava il petto.
All'improvviso Snow si alzò e la sfilò; prese il suo arco malandato, quello che fino a qualche mese prima apparteneva al suo fratellastro.
Studiò bene la distanza che lo separava dal suo nemico. Incoccò la freccia e tese l'arco finché la corda quasi non gli sfiorò la guancia.
C'erano solo lui e il terribile uomo di paglia.
Fece un respiro profondo, l'aria fredda gli turbinò nei polmoni.
Scoccò la freccia.
Peccato che non ci fosse nessuno ad acclamarlo, perché quella colpì il fantoccio esattamente nel punto da cui Jon l'aveva estratta.

 

  
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