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Autore: Persefone3    08/12/2014    4 recensioni
Salve a tutti, ho deciso di mettere insieme una serie di One Shot che hanno per protagonisti i Capitan Swan perché secondo me spaccano davvero e sono senz'altro la migliore coppia di tutto lo Show. Sono essenzialmente dei Missing Moments tra i due che mi sono venute in mente, rielaborando anche parte della trama. Detto questo, bando alle ciance e allo spiegone, vi auguro buona lettura e spero vi piacciano.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Carissimi, nell'attesa della penultima puntata mi sono cimentata in questa nuova stesura. Temo che questa volta mi sia uscita un po' OOC, ma mi piaceva troppo quindi non mi sono fatta troppi problemi. Grazie a tutti quelli che leggono seguono e recensiscono, siete una gioia! Un bacio Persefone
 
Una Carezza 
 
- Esco a portare Henry in barca, tesoro, a meno che non ci sia altro che vuoi che faccia qui.
- Assicurati che Henry indossi il giubbotto di salvataggio.
- A dopo. 

Mentre Killian si sta dirigendo verso il molo, dove ha appuntamento con il ragazzino, non può fare a meno di pensare a tutto quello che è successo in quell’ultimo mese. Mettere fuori gioco Ingrid, paradossalmente, era stata la cosa più semplice da fare. Dopo che lei e il suo dannato incantesimo si erano dileguati, la vita a Storybrooke era tornata a scorrere normalmente.
Ricordava bene quella mattina. Era seduto da Granny e stava aspettando che Emma tornasse dalla fermata dello scuolabus per fare la colazione insieme. In realtà, quella per lei era la seconda colazione, dato che la prima la faceva con Henry. Quando la vide entrare, notò subito che la donna aveva qualcosa che non andava.

- Amore, io e il tuo caffè nero non vedevamo l’ora che arrivassi!

Emma aveva accennato un sorriso tenue.

- Cosa c’è, Swan?
- Killian, ecco io avrei deciso di lasciare casa dei miei e trasferirmi in un appartamento tutto mio, qui a Storybrooke. Però …

Avevano parlato qualche volta della remota, non più di tanto, possibilità di azzardare una convivenza, ma più per gioco che per altro. Un gioco che in realtà era molto serio.

- Però cosa, Swan?
- Insomma, lo sai che tengo molto al nostro rapporto, ma non posso fare passi affrettati. Non posso prendere Henry, piantarlo in una casa nuova e dirti di venire a vivere con noi così, su due piedi. Rischierei di destabilizzarlo con tutti questi cambiamenti troppo ravvicinati e di rovinare tutto. Dobbiamo fare le cose gradualmente se vogliamo farle funzionare.

Killian aveva guardato per un attimo Emma e il disagio che la donna stava provando in quel momento. Era ovvio che capiva benissimo la sua situazione.

- Me ne rendo perfettamente conto, Swan. Anche io ci tengo a non fare passi falsi con il ragazzo. Anche perché al momento andiamo piuttosto d’accordo e non mi sognerei mai di compromettere questo delicato equilibrio. Ho solo una domanda: come mettiamo in pratica questo gradualmente? – sorrise ammiccandole.
 - Per esempio potresti aiutarci a fare il trasloco.

E così quel week-end Killian si era trasformato da pirata a facchino. Henry non aveva avuto nulla da ridire sulla presenza di Killian, anzi. Nel tardo pomeriggio avevano fatto il grosso del lavoro e Henry aveva raggiunto un paio di amici al cinema, lasciando soli in casa sua madre e il capitano. Erano entrambi seduti sul divano sfiniti.

- Bene amore, ora che siete a cavallo, posso anche tornare al mio monolocale sul molo per una doccia ristoratrice – aveva detto Killian alzandosi dal divano.
- Aspetta – disse Emma trattenendolo – è tardi. Perché non rimani qui e mangiamo una cosa insieme? Ti presto un accappatoio e la fai qui la doccia.
- Interessante Swan – le disse chinandosi sul suo viso – cosa hai in mente?
- Ma niente! Sei sempre il solito – sorrise – anzi vado a ordinare due pizze per cena!

Quando Emma era tornata in salotto, si era seduta di nuovo accanto a lui sul divano.

- Hai tutto il tempo per farti la famosa doccia, il ragazzo dovrebbe arrivare fra un’oretta.
- Mi chiedo come potremmo ingannare l’attesa in modi più produttivi …
- Io forse qualche idea ce l’ho.

Emma si avvicinò suadente al viso del capitano. Quando faceva così, Killian non sapeva proprio resisterle. Si sfilò l’uncino e lo posò sul tavolinetto davanti al divano. Emma trovava quel gesto di una sensualità estrema, sin dalla prima volta che glielo aveva visto fare. Era accaduto una delle prime volte che avevano fatto l’amore. Dopo aver cenato insieme, erano andati nel monolocale di Killian per condividere un po’ di intimità. Da quando avevano messo piede oltre la soglia della porta, non avevano saputo più resistere al desiderio che provavano l’uno per l’altra. Killian la stava baciando e la stava conducendo verso l’angolo letto, dove avrebbero potuto fare comodamente tutto quello che sarebbe loro venuto in mente.

- Piano tigre, non vorrai arrivare subito al dunque – disse Emma maliziosamente.
- Abbiamo fatto una cena di preliminari, non credi basti? Mi hai letteralmente torturato per tutto il tempo, complice anche questo vestitino che porti.
- Ce la fai a resistere un altro minuto?

Killian la guardò interrogativo. Emma allora si mise in punta di piedi per sussurrargli qualcosa nell’orecchio.

- Vado un momento in bagno.

Quando ne era uscita, aveva visto Killian, seduto sul letto, che si stava sfilando trafelato l’uncino e lo stava riponendo in un cassetto del comodino.

- Cosa fai? – chiese raggiungendolo sul letto.

Killian sussultò: non l’aveva sentita uscire dal bagno.

- Non voglio rischiare di ferirti involontariamente – disse abbassando gli occhi.

Emma lo guardò con dolcezza: sapeva avere delle attenzioni davvero disarmanti per lei. Gli accarezzò il viso.

- Non c’è bisogno di farlo di nascosto. Lo sai che lo considero parte integrante di te.
- Lo so, ma non sai quanto vorrei stringerti con entrambe le mani senza preoccuparmi di queste cose.
- Pensa che se non fosse per quell’uncino, tu non avresti mai cercato vendetta, non avresti seguito Tremotino fin qui e noi non ci saremmo mai conosciuti.

A quelle parole il capitano aveva ripreso a baciarla con ancora più desiderio e passione di prima.
Quando era arrivato il fattorino, Emma e Killian si erano rivestiti e la salvatrice stava cercando di spiegare al pirata cosa fosse Netflix. La spiegazione era continuata anche dopo la cena, quando Emma aveva preso una coperta e si erano sdraiati sul divano per vedere un film. Si addormentarono quasi subito stretti in un caldo abbraccio. Ma un brusco risveglio li attendeva: quando Henry era tornato dal cinema non aveva gradito la scena che si era presentata davanti ai suoi occhi.

- Potreste evitare queste cose per favore? Gradirei un po’ di discrezione da parte vostra.

Come sentirono la voce del ragazzo, sobbalzarono come se fossero stati colti in flagrante. Nessuno dei due riuscì a profferire parola.

- Me ne vado in camera mia.

A nulla erano valsi i tentativi di Emma di parlare con suo figlio. La mattina dopo, da Granny, la faccia della Salvatrice era sferzata dalla frustrazione.

- Emma, lascia che parli io con Henry.
- Non parla con me, figuriamoci con te!
- Fammi fare un tentativo, ti prometto che sarò cauto.
- Ammesso e non concesso che tu possa avere ragione, come lo convinco a parlare con te?
- Facciamo così, lo aspetto qui quando torna da scuola.

Emma non era molto convinta, ma era ovvio che un tentativo andava fatto.
Nel pomeriggio Killian, come aveva detto, stava controllando nervosamente l’orologio da parete davanti a lui. Mancava poco all’arrivo del bus. Andò un momento in bagno per cercare di domare la sua ansia. Quando tornò in sala, vide che Henry era seduto al suo tavolo.

- Ragazzo, proprio te stavo aspettando – cercò di sorridere – come facevi a sapere che ero qui?
- Quanti hanno una fiaschetta come quella? – disse Henry indicando l’oggetto sul tavolo.
- Mi sembra giusto. Volevi dirmi qualcosa?
- A dir la verità si.
- Sono tutto orecchie – disse Killian sedendosi di fronte a Henry.
- Forse ho un po’ esagerato l’altra sera, mi dispiace.

Killian spalancò gli occhi.

- Non fraintendermi – proseguì Henry – non sono del tutto contrario al fatto che tu e mamma vi frequentiate, ma vedervi così mi ha fatto uno strano effetto.
- Capisco e mi dispiace. Credimi non avevamo intenzione di ferirti, tua madre meno che mai.
- Lo so bene, ma per me è strano avere una figura maschile in casa. Mamma non ha mai permesso che questo accadesse, neanche a New York con Walsh.
- Non volevo invadere il tuo spazio. Sai che tua madre non ha occhi che per te.
- Non lo metto in dubbio, ma il fatto è che non sono abituato a vederla con qualcuno in quel modo. Io sono cresciuto senza un padre ed entrambe le mie mamme hanno sempre fatto in modo di non coinvolgermi in queste cose. All’inizio non ci badavo molto, ma le cose sono cambiate quando ho conosciuto mio padre. Proprio quando pensavo di poter costruire un rapporto con lui, è successo quel che è successo. Emma non ha voluto più nessuno accanto a lei fino a quando è arrivato Walsh. Mi era simpatico, avevamo molte cose in comune.
- Be’ anche noi andiamo piuttosto d’accordo mi pare – Killian si stava irrigidendo per il confronto.
- Sì, ma non è questo il punto. Proprio quando mi stavo affezionando a lui, mamma è dovuta tornare qui a sistemare le cose. E poi sei piombato tu nelle nostre vite.
- Henry, ti assicuro che quello che provo per tua madre non è un capriccio. Quello che provo per lei è una cosa seria.
- È proprio questo che mi preoccupa. E se le cose non dovessero andare nel modo giusto perderei un altro amico, e questo proprio non mi va.

Killian si sorprese nel vedere come il ragazzo, proprio come sua madre, aveva paura di rimanere solo.

- Ragazzo, ti prometto che questo non accadrà. Farò di tutto perché questo non accada. Diamoci un po’ di tempo.

Henry lo guardò per un momento dritto negli occhi.

- Va bene, faremo come dici, voglio fidarmi di te. Ora vado a casa che ho una marea di compiti da fare.

Si alzò dal tavolo e si mise lo zaino in spalla.

- Domani pomeriggio non ho niente da fare, che ne dici se ci facciamo quel famoso giro in barca? Sono davvero curioso di vedere come si navigava una volta.
- Con molto piacere ragazzo, ti aspetto qui dopo la scuola.

Da quella volta di uscite in barca ce ne erano state molte, a volte loro due soli a volte anche con Emma. Tutto sembrava prendere la giusta direzione e il cuore di Emma, e non solo, ne era felicissimo.
Emma sta aspettando i suoi uomini sul molo e sta rileggendo il messaggio che Henry le ha inviato quel pomeriggio.
 
Il mare è bellissimo. Killian può rimanere a cena da noi questa sera?

Era la prima volta che le chiedeva una cosa del genere. Emma aveva passato tutto il pomeriggio in cucina per fare in modo che quella prima cena fosse perfetta.
Il sole sta tramontando e la salvatrice vede il suo uomo e suo figlio camminare spensierati e sorridenti sulla banchina verso di lei. Istintivamente si sfiora la pancia con una mano. No, non è incinta, ma capisce un po’ meglio perché sua madre abbia desiderato così tanto un altro bambino. E forse comincia a desiderarlo anche lei. 
  
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