Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Sam27    08/12/2014    3 recensioni
Ci sono alcune cose che ho imparato da brava fan girl:
1. “Asjdnbvfuhuj” riassume tutto. E con tutto intendo qualsiasi cosa talmente pucciosa da poter essere riassunta.
2. La nutella è la tua migliore amica. Nonché la soluzione a qualsiasi tuo problema.
3. Si può sopravvivere dormendo solo tre ore. E mangiando molta Nutella, mi sembra sottointeso.
4. Libri e computer sono l’ingresso per il paradiso. Potete anche sostituire il computer con uno Smartphone, un Iphone o un tablet. Ed ovviamente aggiungete la Nutella.
5. Quale marca di fazzoletti è più resistente. I fazzoletti Tempo sono eccezionali, me ne servono solo cinque pacchetti a libro.
6. I personaggi immaginari sono migliori di quelli reali. Infatti sembra che il mio ragazzo ideale non esista. Io vorrei solo che avesse la dolcezza di Peeta Mellark, l’umorismo di Fred Weasley, il coraggio di Peter Pevensie, la bellezza di Finnick Odair, il sarcasmo di Jace Shadowhunters e l’intelligenza di Caleb Prior. Forse chiedo troppo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Potremmo Volare'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6.Famiglia Lorenzetti passione Karaoke
“Se non ti piace leggere,
non hai trovato il libro giusto”
J.K. Rowling

 
-Va un po’ meglio?- mi domanda Alessandro accarezzandomi i capelli.
Io annuisco, senza dare cenno di volermi staccare.
Era tanto che una persona non mi dimostrava che conto qualcosa per qualcuno e, anche se a farlo è l’Analfabeta, mi sento bene.
-Sarebbe ora di andare a dormire, che dici?- mi domanda.
Annuisco e mi allontano mentre sento un vuoto riempirmi lo stomaco.
-Forse potremmo diventare amici-
Immediatamente dopo averlo detto arrossisco: non sembrava una frase così stupida nella mia testa.
-Dipende da te- risponde lui facendo spallucce.
-Come se tu fossi un santo- rispondo incrociando le braccia.
Lui non risponde, si limita ad alzare gli occhi al cielo per poi farmi un cenno verso le scale.
Io lo precedo e lui mi segue fino alla mia stanza.
-Beh allora buonanotte- dico facendo una smorfia –E grazie-
-E’ sempre un piacere- risponde lui facendomi l’occhiolino -Buonanotte-
-Notte-
Rimango qualche minuto a fissare il soffitto poi chiudo gli occhi e il sonno mi avvolge tra le sue braccia.
Mi sembra di essermi appena coricata quando due mostriciattoli mi saltano sulla pancia gridando: -Buongiorno!-
Io cerco di difendermi con il cuscino, metà assonnata e metà intontita ma loro continuano e alla fine devo arrendermi ed alzarmi dal letto.
-Oggi si mangia in spiaggia!- esclama Aurora.
-Yeeeeeee!- inizia ad urlare Elena allungando la ‘e’ fino a rimanere senza fiato, io provo a far loro un sorriso ma la mia mente ancora assonnata si rifiuta di trasmettere il comando alla bocca.
Quindi mi butto sotto l’acqua per una doccia gelata dati i miei vestiti appiccicati al corpo, i miei capelli sudaticci e la puzza di sudore che mi circonda.
Davvero non so come farò a dormire con un uomo un giorno: d’estate lui troverebbe sicuramente qualche scusa per stare a distanza di sicurezza da una persona che soffre il caldo a tal punto da sguazzare tranquillamente con un paio di braccioli dentro al proprio sudore. Mi faccio ribrezzo da sola e rabbrividisco.
Mi lavo i capelli e naturalmente mi finisce una buona dose di shampoo negli occhi.
-Argh!- esclamo protendendo il getto d’acqua verso i miei bulbi oculari arrossati.
Successivamente inizio a insaponarmi per bene ma, come di regola, la spugna mi scivola dalle mani e –come di regola- sbatto un ginocchio sul muro nel vano tentativo di afferrarla.
Esco dalla doccia e mi avvolgo in un fresco asciugamano rosa –nonno è daltonico e lo scambia con il rosso, il colore preferito della nonna- ed inizio ad asciugarmi. Sto per restare nuda per vestirmi quando la porta si spalanca ed io afferro con mano salda i lembi del panno esclamando un dignitoso : -Santo koala marsupiano!-
Alessandro entra tranquillamente in bagno senza staccare le mani dal suo frenetico messaggiare, gli occhi dallo schermo o le orecchie dalle cuffie.
-Ehi! Potresti bussare almeno!- esclamo arrossendo furiosamente.
O entrare quando non sto per denudarmi e non ho le occhiaie, gli occhi gonfi per lo shampoo, un livido enorme sul ginocchio ed un asciugamano troppo corto, ridicolo e aderente, aggiungo tra me e me.
Lui si dirige verso la tavoletta –il bagno è piuttosto grande- senza dare il minimo segno di aver avvertito la mia presenza.
Vorrei andare verso di lui, strappargli via le cuffie ed urlargli qualche insulto ma ho l’asciugamano in bilico tra me e il pavimento e, se facessi anche solo un passo, cadrebbe miseramente a terra.
Quando fa per tirarsi giù la cerniera realizzo che non voglio scoprire se è veramente una femminuccia come credevo ed arrossisco furiosamente mentre urlo il suo nome accompagnato da uno sfogatissimo: -Santo Eros* ed i tuoi figli!-.
Lui alza appena lo sguardo, come se avesse sentito una mosca fastidiosa e, appena mi vede, si strappa le cuffie dalle orecchie e sgrana gli occhi.
-Che ci fai tu qui?-
-Stavo facendo una doccia razza di maleducato!-
-La porta era aperta..-
-A casa mia la gente bussa prima di entrare in bagno-
-A casa mia la gente non lascia la porta aperta-
-Ne sono felice per te ma qui non siamo a casa tua!- esclamo stringendo sempre più saldamente l’asciugamano.
-Ed ora fuori!- aggiungo visto che lui non accenna un solo passo.
-Sì.. certo.. sì..- balbetta chiudendosi la porta alle spalle.
Quando esco dal bagno mi limito a lanciargli un’occhiata.
-Ci hai messo un’eternità!- esclama lui saltellando da un piede all’altro.
-Dovevo riprendermi dallo shock di aver quasi visto il tuo..- mi azzittisco improvvisamente mentre entrambi arrossiamo.
Ottima trovata Eleonora: questa sì che è un’uscita di stile! Mi rimprovero tra me e me mentre mi allontano.
Arriviamo in spiaggia e già tutti rimpiangiamo la scelta di mangiare qua, sotto il caldo soffocante. Il sole oggi sembra aver deciso di bruciarci tutti.
-Partita a beach volley?- esclama mio padre che oggi sembra aver deciso di non farmi fare da baby-sitter.
-Io, Elena e Sofia vorremo fare un castello di sabbia!- esclama Aurora prendendo paletta e secchiello.
-Si dice “vorremmo” non “vorremo”- la correggo io prendendo la palla.
-No, noi vorremo- ribatte Aurora ed io scuoto la testa, lasciando perdere.
Decidiamo di fare la prima partita maschi contro femmine: un classico.
So benissimo che perderemo ma non per questo mi sento avvilita, il gioco per me è da sempre una sfida personale: non voglio e non so perdere, ne sono più che consapevole.
-Tieni Beatrice!- dice zio Giorgio lanciando la palla a mia madre. –Iniziate voi: almeno avrete qualche possibilità di batterci-
-Io non ne sarei così sicuro- ribatte mio padre ridendo.
Io digrigno i denti: vogliono la lotta? E lotta sarà.
-Vai mamma!- urlo mettendo le mani davanti alla bocca.
Lei grida: -Palla!- e tira.
La palla vola, supera la rete, supera Alessandro, io sto per scoppiare in una risata malvagia ma la palla vola ancora e finisce dritta in testa al signore nella prima fila di ombrelloni che ce la rilancia bonario.
-1 a 0- borbottò saltellando sul posto.
-Palla!- esclama Paolo preparandosi.
Arriva dritta verso di me, faccio un bagher maldestro e la rispedisco dall’altra parte, Alessandro –con uno sguardo di sfida rivolto a me- la lancia a mio padre, lui la alza e zio la schiaccia. Io mi butto di lato finendo tra la sabbia bollente ma la palla mi supera, mamma fa un buffo tentativo inciampando nei propri piedi.
-La prendo! La prendo!- esclama Laura protendendo le mani verso la palla.
E, per un momento, ci credo anche io ma all’ultimo inciampa sulla linea di gomma che delinea il campo e gli “uomini” fanno punto, di nuovo.
-2 a 0- urlo alzandomi in piedi.
Un quarto d’ora, diverse lesioni e scottature, due pallonate in faccia ed una allo stomaco dopo siamo 15 a 2 e i nostri due punti sono stati fatti da zio che è inciampato su papà e dall’appena mancata battuta di Paolo.
Tocca a me battere.
-La ragazza ce la farà Carlo?- domanda zio a mio padre.
-Ho i miei dubbi Giorgio-
Io vorrei prenderli a sprangate in testa ma cerco di concentrarmi sulla palla.
-Secondo me ce la fai Nora- dice Alessandro con un sorriso sbilenco.
Sono troppo preoccupata per la nostra prossima perdita per decidere se mi sta prendendo in giro o cerca di farsi perdonare.
-Sei tutte noi!!- inizia a cantare mia zia improvvisando un balletto sulla sabbia ardente.
-Palla!-
Tiro.
Con mia somma sorpresa la battuta colpisce un punto impreciso nella sabbia, tra zio e papà.
Io, mamma, Laura e zia ci abbracciamo mentre i maschi, dall’altra parte, si scambiano smorfie disinteressate.
Metto a segno altre quattro battute, la sesta viene intercettata da zio ma Laura ribatte ed io grido: -Batte otto risponde quindici, palla!-
Ma sono talmente gasata e convinta della vittoria che la palla colpisce appena qualche centimetro fuori la linea.
La partita continua e, per qualche miracolo sconosciuto a noi comuni mortali, arriviamo al pareggio e all’ultima battuta.
Tocca ad Alessandro, io lo guardo con il sudore che scende lungo la schiena e il viso, lui impassibile e con i capelli castano chiaro perfettamente pettinati si accinge a battere.
Mi guarda e batte.
La palla finisce al centro del campo, mamma la alza in maniera goffa, io mi butto e la colpisco con il pugno chiuso –se mi vedesse il mio prof di educazione fisica mi urlerebbe contro con il suo alito di bagna cauda- e zia schiaccia; papà si butta di lato ma colpisce zio allo zigomo, Alessandro e Paolo corrono in avanti: troppo tardi, noi stiamo già festeggiando la vittoria.
-E le donne vincono!!- esclama zia tornando all’ombrellone.
-Per la prima volta dai tempi del giurassico- la rimbecca papà con un muso che sta sfondando il tetto della casa di un cinese sotto di noi.
-Intanto abbiamo vinto- continua mamma.
-Vedremo alla prossima..- commenta zio.
-Popopopopopo!!- inizio a cantare prendendo sotto braccio zia e Laura a turno.
-Vi abbiamo lasciate vincere ovviamente- dice Paolo.
-E’ meglio che andiamo a mangiare prima che l’orgoglio maschile ferito muoia del tutto- sussurra Laura a mamma, andando a recuperare Elena, Aurora e Sofia.
Dopo pranzo, per gli adulti di sesso maschile e per le persone inferiori ai dieci anni e superiori agli 80 è ora del pisolino mentre per quelli di sesso femminile della seduta bagno-caffè-bar-pettegolezzi.
Rimaniamo io e Alessandro che decidiamo di approfittare della calma per prendere qualche spicciolo dai portafogli dei nostri genitori e di giocare a calcetto.
Mio padre –come la maggior parte degli uomini italiani- è un patito di calcio e, non avendo un figlio maschio, ha dovuto sfogare su di me la sua passione che non ho rifiutato affatto.
Iniziamo a giocare trovandoci ad essere ad un livello di parità, alla fine vince lui per la mia solita sfortuna.
-Sei ancora arrabbiata per sta mattina?- mi domanda mentre ci riposiamo cinque minuti.
-No-
-Ele?- domanda una voce alle nostre spalle, ci giriamo all’unisono e trovo Luca accompagnato dal bel biondo e la rossa tinta.
-Ciao- sorrido appena imbarazzata.
-Loro sono Matteo e Serena- dice Luca con un cenno di intensa mentre io stringo loro la mano.
-Lui è Alessandro: un amico di famiglia- dico brevemente, facendo una smorfia.
-Partitina a biliardino?- domanda Matteo sfregandosi le mani.
-Io però sto con la piccola Eleonora- dice Luca facendomi l’occhiolino.
Ed io arrossisco guardandolo con gli occhi a cuoricino: sarà omosessuale ma rimane comunque un gran figo, inoltre la mia mente non è ancora riuscita ad accettare la cosa.
-Tu vuoi giocare Serena?- domanda Alessandro gentilmente.
-No, grazie- risponde lei sedendosi sulla sedia ed accavallando le gambe con aria di superiorità.
Non è che se giri tutto il tempo con due ragazzi gay poi devi sfogare le tue voglie sul mio amico eh carina, penso guardandola con le sopracciglia inarcate.
Lei mi lancia un’occhiata infastidita, quasi mi avesse letto nel pensiero.
Iniziamo a giocare ed io e Luca troviamo un immediato feeling, lui mi riempie di complimenti ed io mi sto per sciogliere –e non è per il troppo caldo-.
Senza che me ne accorga il tempo passa in fretta ed arriva Elena a chiamarci per fare il bagno in mare tutti insieme.
Mi chiama appena, intimidita da tutta questa gente grande.
-Ciao- le sorride Luca gentilmente. –Ti ricordi chi sono?-
-Certo: tu sei il fidanzato di Nora- dice lei candidamente per poi lanciare un gridolino e scappare via appena Matteo fa per avvicinarsi a lei a sua volta.
-Fidanzato?!- domanda Serena stizzita.
Io faccio spallucce.
-Beh allora ci si vede Ele- dice Luca lasciandomi un bacio sulla guancia.
Io lo saluto a mia volta.
-Ciao Alessandro- aggiunge poi Luca.
Alessandro grugnisce appena qualcosa senza degnare di uno sguardo Serena e i suoi occhi languidi.
Il pomeriggio trascorre tranquillo tra il caldo afoso, i gelati ed i tuffi in mare per placare il sudore.
La cena viene preparata leggera ed a base di pietanze fresche, dopo zia e Laura ci spediscono a cambiarci e a mettere qualcosa di elegante perché hanno una sorpresa per noi.
Io, che ho una vaga idea su che cosa possa consistere la “sorpresa”, mi avvio mogia mogia in camera mia.
Mi sistemo i capelli usando una pinza, non sopporterei di tenerli sciolti ancora per molto, indosso un vestito che avevo comprato qualche tempo fa: verde chiaro, corto, con i bordi e un simpatico fiocco allegato in vita di colore più scuro così come le spalline. Non trovo i sandali bianchi e così ricordo di averli lasciati qualche giorno fa in quello che era il mio studio e così -un po’ per il fatto che mia madre mi farebbe una testa enorme se sapesse che metto le scarpe da ginnastica con il vestito ed un po’ perché voglio assicurarmi che Alessandro non abbia bruciato i miei libri- vado a bussare alla porta accanto.
-Sì?-
-Sono Eleonora-
-Un attimo!-
Aggrotto le sopracciglia sentendo la sua voce allarmata, quando finalmente mi dà il permesso di entrare ha la faccia di chi è stato colto in fragrante a fare qualcosa di proibito, io scruto i miei adorati scaffali e noto che alcuni libri non sono al loro solito posto ma non dico nulla, mi limito a mordermi il labbro e a cercare le mie scarpe.
Quando scendo in salotto i miei sospetti sono confermati: serata karaoke.
Io sbuffo e sento Alessandro gemere.
-Allora c’è qualcosa che non sei capace a fare- dico sorridendo.
Lui non risponde.
-Con che canzone incominciamo?- domanda zia allegra.
-Non incominciamo?- propongo io con un falso sorriso.
-Non dire sciocchezze Nora!-  esclama Laura mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Esatto: non mangiate schifezze!- ripete nonna togliendo al nonno la barretta al cioccolato che stava rosicchiando, papà fa per aprire la bocca e ribattere ma ci rinuncia.
-Iniziamo con “vivo per lei”?- domanda mamma selezionando la canzone sul menù del televisore, dopo aver schiacciato su “Esperti”.
-Oh certo: la canzone perfetta per degli esperti come noi- commento ironica.
-Non trovi?- mi domanda lei mentre inizia la musica.
Io vorrei sparire mentre lei e zia, stonate come due campane, iniziano a cantare.
-Unitevi a noi! O niente pranzo domani!- ci rimbecca zio.
-Cos’ho fatto di male, Dio? Cosa?- domando guardando il cielo mentre Alessandro mi mette una mano sulla spalla, comprensivo.
Dopo questo grande brano lirico che deve aver rotto anche l’apparecchio acustico male andato della nonna –perché sembra sentire anche peggio di prima- iniziano i grandi classici dei karaoke: “Io vagabondo”, “Salirò”, “50 special”, ecc.. ecc..
Ma credo che il momento peggiore sia quando mio padre balza sul tavolino del soggiorno dicendo: -Ed ora voglio dedicare questo brano a Nora, il mio unico grande amore!- Ed inizia a cantare “Per te” di Jovanotti, mentre tutti restiamo in silenzio ad ascoltare. Sarebbe una cosa tenera, se non stesse urlando così tanto e sarebbe comico –dato il sudore che gli scende giù per il collo e l’espressione fuori dal normale- se non fosse rivolto a me.
Alla fine anche zia Anna deve capire che è un po’ troppo e non adatto ai minori perché prende Aurora, Elena e Sofia e le porta a letto, mentre loro si battono per poter cantare qualche canzone di Violetta.
Un altro momento eclatante è quando decidono che dobbiamo cantare io e Alessandro e noi accettiamo –come se potessimo fare altrimenti- a patto che siamo noi a scegliere il brano e che non sia nel livello esperti.
Mamma e Laura, che si sono appropriate del telecomando, schiacciano su “duetti” e poi “livello intermedio”.
Ovviamente non è uno degli ultimi karaoke sul mercato e perciò fisso le canzoni indecisa.
-Scegli tu- dico ad Alessandro scrollando le spalle.
Lui fissa lo schermo indeciso.
-Che ne dite di “Per tutte le volte che” di Alessandra Amoroso e Valerio Scanu?- propone Laura.
-Perché non “Killer” di Tiziano Ferro e Baby K? E’ molto più..-
-Ma no quella è bellissima- mi interrompe Alessandro.
Io gli lancio un’occhiataccia.
-A che gioco stai giocando?- gli domando in un sussurro.
Lui alza le spalle.
Così iniziamo a cantare ed io non potrei essere di un rosso più acceso quando arriva il ritornello, a lui la cosa sembra non toccare minimamente, continua solo a lanciarmi occhiate oblique. Zio non dice una parola per tutta la canzone ed io sento lo scrocchiare delle nocche di papà quando diciamo: “Come se un giorno freddo, in pieno d’inverno, nudi noi non avessimo poi tanto freddo perché noi coperti sotto il mare a far l’amore”.
Quando finisce la canzone Laura, mamma e zia applaudono con vigore e chiedono il bis, io dico di aver un gran mal di testa e Alessandro mi segue così, scoprendo che è già mezzanotte, li lasciamo al loro karaoke.
-E’ stato divertente no?- mi domanda mentre saliamo le scale.
-Cosa: scoprire che sei bravo anche a cantare?- borbotto.
-Nemmeno tu sei male-
Gli rispondo con un grugnito soffuso.
-Ma spero di non doverlo fare mai più- aggiunge lui scuotendo la testa –Odio cantare in pubblico-
-Io odio cantare e basta, se non sotto la doccia-
Segue un momento di silenzio, prima di separarci.
-Hai toccato i miei libri- dico ad un certo punto.
Non è una domanda e lui lo sa.
Lui arrossisce, è raro vederlo imbarazzato.
-Scusa io..-
-Non li avrai bruciati o rovinati vero?- gli domando accusatoria e preoccupata.
-No li ho solo buttai nel cesso- risponde con una smorfia.
-Cosa?!- la mia voce deve essere salita di un’ottava.
-Scherzavo, ma tanto per te è ovvio che io debba per forza averli rovinati no?-
-Scusa tanto. Ma se io avessi sotto le mani dei videogiochi non li prenderei di certo per baciarli e portarmeli a letto visto che non li sopporto-
-Non li ho rovinati-
-Neanche spostati per farmi un dispetto?-
-Possibile che tu debba sempre essere prevenuta nei miei confronti?- mi domanda stizzita.
Io sbuffo.
-E cosa dovrei pensare?-
Un analfabeta che legge, ridicolo no?
-Quello che vuoi- dice distogliendo lo sguardo dal  mio e  rivolgendolo a terra.
-Non li hai rovinati?-
-No- risponde secco arrossendo di nuovo.
-Okay- sospiro infine –E che ci hai fatto?-
-Nulla che ti interessi- dice arrossendo ancora.
Io alzo le sopracciglia, allibita.
Ci ha fatto sesso che ne è così imbarazzato?
-Come vuoi-
Un immagine assurda trova spazio nella mia mente malata: un certo ragazzo di mia conoscenza nudo di spalle –non è così difficile immaginare il suo fondoschiena- abbracciato ad un mio libro intento a fare cose non adatte ai minori.
Rabbrividisco e mi sale un conato di vomito che reprimo.
-Allora a domani- dico infine tanto per rompere il silenzio.
-Buonanotte- risponde infilandosi in camera.
Un analfabeta non può leggere, giusto?


*= Eros--> una delle quattro forme greche dell’amore, rappresenta l’amore puramente erotico e passionale.

Canzone: Per tutte le volte che


_________________
Eccomi qui!
Volevo scrivere questo capitolo in modo da descrivere più di un giorno, così che somigliasse meno- come mi ha fatto notare qualcuno- a “sprazzi di vita quotidiana” ma il capitolo è sfuggito al mio controllo e, descrivere il giorno seguente che è già stampato nella mia mente, avrebbe reso il capitolo troppo lungo perciò, perdonatemi.
Credo che aggiornerò prima del previsto nonostante sarò più impegnata visto che, come ho appena detto, ho già tutto il capitolo in mente.
Spero di non aver reso la cronaca della partita noiosa e che questo capitolo vi piaccia almeno quanto gli altri.
Sam
P.S.= che ne dite di questo carattere?
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Sam27