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Autore: Masayume Pachirisu    08/12/2014    2 recensioni
Chanyeol amava Kai.
Ma Kai non amava Chanyeol.
Questo non perché Kai fosse una persona cattiva, semplicemente non sapeva nemmeno dell'esistenza dell'altro.
Chanyeol aveva 21 anni, era un gigante di un metro e ottantacinque, con un sorriso enorme sempre stampato in faccia, le orecchie a sventola e una capigliatura castana molto sbarazzina.
Kai invece aveva 20 anni ed era un idol della SM Entertainment da due anni a quella parte, ecco perché non aveva idea di chi fosse Chanyeol.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, Kai, Kai, Kris, Kris
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo passava lentamente, talmente lentamente che Chanyeol non riusciva a stare fermo un attimo. Continuava a fissare l'orogologio, maledendo il povero oggetto per non "far passare il tempo più velocemente".
Chanyeol era fuori di sé dalla contentezza per aver avuto quei biglietti. Anche se Kai non era più passato al bar da quel famoso giorno, continuava a pensare che comunque, lui lo aveva visto, ci aveva parlato. 
Sì, aveva avuto la possibilità di parlarci durante le varie sessioni di autografi. Ma quelle che aveva ricevuto in quei momenti erano le solite frasi che Kai dedicava ai suoi fan.

Lui aveva avuto di più.
Aveva avuto il vero Jongin davanti ai suoi occhi, che leggeva Harry Potter, che pensava al suo fratellino, che stava da solo, in giro per Seoul per fare le cose che un semplice ragazzo vorrebbe fare.
Era il 15 novembre e mancavano solo cinque giorni al concerto.
Ogni tanto guardava il suo biglietto - Baekhyun il suo lo aveva già messo in un posto sicuro - per rendersi conto che tutto quello era vero, che stava accadendo sul serio, che non era un sogno.
Sembrava tutto così assurdo, ma alla fine era accaduto. 
In quelle settimane aveva passato più tempo del dovuto al bar, sui libri, in università, tanto da ricorrere a dosi massicce di caffé per evitare di crollare.
Kris ci aveva provato a farlo ragionare ma Chanyeol non riusciva a fermarsi. 
Più tempo spendeva a fare qualsiasi attività, più il tempo sarebbe passato velocemente, più il suo cervello avrebbe evitato di friggere per colpa di Kai.
Non faceva altro che pensarci e quello gli era parso il modo migliore per smettere.
Preso com'era dalle sue fantasie, non si era reso conto che Kris era finalmente tornato a casa. 
Fu infatti risvegliato dallo sbattere della porta stranamente potente. Si alzò dal divano guardando l'amico biondo con occhi gelidi.
Kris sembrava non reggersi nemmeno in piedi e questo gli fece intuire che, forse, aveva esagerato con i drink. 
Non era strano che Kris uscisse con amici a bere, ma raramente tornava a casa con lo sguardo da zombie. 

"Sono le tre del mattino razza di cretino" gridò a denti stretti Chanyeol "Che cavolo sbatti la por-"
Le parole gli morirono in gola.

In una frazione di secondo Kris si era avventato su di lui, spingendolo sul divano, sbattendo le sue labbra contro quelle dell'altro.
Il cervello si era spento.
La testa era leggera.
Il cuore batteva talmente forte che pareva volesse scappare.
Chanyeol era completamente esterrefatto da quel gesto, completamente bloccato da quel tocco morbido e irruento.
Le mani di Kris attaccate ai suoi fianchi, strette in una morsa forte, decisa. Gelide e veloci avanzavano verso la sua schiena, sotto la maglietta, dritte verso i pettorali.
Chanyeol era ancora fermo contro il divano incapace di reagire. 
Gli occhi sgranati e il fiato bloccato mentre la lingua di Kris si infilava nella sua bocca, facendolo tremare.

Un brivido forte.

Un brivido caldo, freddo, tremendo, spaventoso ma... anche piacevole.
Le mani di Chanyeol corsero verso il petto di Kris e, senza pensarci, lo spinse con forza facendolo ribaltare oltre il divano. 
Si alzò a stento da quel divano, la maglietta completamente alzata fino al petto, i capelli arruffati e le labbra gonfie, mentre tentava di far rallentare il suo cuore. 

Kris era completamente stupefatto.
Rimase immobile sul pavimento, le braccia tese per tenere il tronco alzato, lo sguardo triste, di chi sapeva di aver commesso un grave errore. 
Con gli occhi ofuscati probabilmente dall'alcool, Kris guardava Chanyeol, che lentamente si sistemava la maglietta, guardava a destra e sinistra come per cercare qualcosa o semplicemente per evitare lo sguardo di Kris. 
Il biondo avrebbe voluto parlargli, ma le parole non volevano uscire.
Chanyeol daltro canto non aspettò che l'altro riuscisse a biascicare qualcosa. Cos'avrebbe potuto dirgli tanto? Era ovvio che Kris non sarebbe riuscito a dire chissà quale frase fatta, conciato com'era.
Se ne andò semplicemente in camera sua, chiudendosi dentro a chiave e rimanendo appoggiato alla porta, fissando il vuoto.
Si toccò le labbra che fino a poco prima erano state agganciate a quelle del suo migliore amico.

E il cuore riprese a correre veloce, come se stesse facendo una gara verso una meta sconosciuta.

Merda...

 
**


Era steso su quel pavimento lucido mentre intorno a lui regnava il silenzio.
La musica era finita e si era dimenticato di mettere la ripetizione, ma non aveva voglia di alzarsi e sistemare il tutto.
Non aveva voglia di fare nulla se non rimanere li straiato a fissare il soffito, la ragnatela nell'angolo destro che ogni volta non veniva eliminata dalle donne delle pulizie, e le ragazze dell'agenzia si lagnavano sempre.
Le luci sopra di lui erano fastidiose, ma, sempre per il fatto che non avesse la minima voglia di alzarsi, continuava a fissarle, sentendo gli occhi quasi lacrimare per lo sforzo.
La porta della sala prove si aprì in quel momento, e qualcuno con passo lento e leggero si avvicinò a lui.
Un rimbombo leggero fece capire a Kai che la porta si era chiusa, mentre la figura della persona appena entrata, si era seduta di fianco a lui.
Sapeva chi era.
Avrebbe potuto riconoscere quei passi in qualsiasi momento, come il profumo che in quel momento gli invadeva i polmoni.
Poison di Dior.
Perché un uomo avrebbe dovrebbe mettersi un profumo del genere poi, proprio non lo concepiva.
Era forte, deciso, stranamente pungente all'inizio, quasi avvolgente nonostante non lo avesse lui addosso. 

Kai si tirò su con lentezza, mettendosi seduto e fissando gli specchi davanti a sé. 
Kyungsoo non era mai stato così bello.
Indossava una semplice tuta bianca con dei bordi neri sui lati. I capelli scuri erano arruffati e le labbra a cuore più gonfie del solito. Pareva stanco, visto le borse sotto gli occhi più accentuate che mai.

Kai voltò lo sguardo, fissando sul serio quello del suo "amico".
Amico.
Una parola che vuole dire tutto, ma che per lui non voleva dire proprio nulla.

Kyungsoo era sì un suo amico, da sempre praticamente. Era diventato famoso prima di lui, nonostante avessero cercato di passare le audizioni insieme.
Kai però aveva ricevuto molto più successo di Kyungsoo, nonostante la voce dell'altro fosse decisamente migliore.
Ma le fan questo non lo capivano.
Loro vedevano solo quello che non esisteva. Vedevano la bellezza di Kai ma non vedeva quella di Kyungsoo. Una bellezza decisamente migliore, vera, semplice, pura, che non aveva bisogno di chissà quale trucco o parrucco per venire fuori.

Le fan vedevano la bravusa nel ballo di Kai, ma non capivano che quella era pressoché inutile se Kyungsoo cantava, se Kyungsoo intonava anche solo un semplice ritornello di una canzone di un cartone animato.
La voce di Kyungsoo era bella, dolce, potente, semplicemente perfetta per qualsiasi cosa.
Avevano fatto un sacco di duetti insieme, ma alla fin fine erano sempre diventati dei veri must solo per la presenza di Kai.
Le vendite di Kyungsoo non erano mai state altissime, ma da quando Kai aveva debuttato erano arrivate al limite minimo. 
Avevano provato con le collaborazioni, puntando anche sulla loro amicizia eterna che i due avevano esternato più e più volte.
Eppure nulla era servito.
Kai era rimasto al top dei top, mentre Kyungsoo piano piano scomparso dai palchi, dall'agenzia stessa.
Kyungsoo però non pareva arrabbiato per questo. Nonostante tutti sapessero il perché del suo flop, lui non se l'era mai presa con Kai, con il suo Jongin, con il suo migliore amico.
Kai però sì.
Kai era arrabbiato con sé stesso, con le sue fan, con l'agenzia che non sapeva fare il proprio lavoro. Voleva dare tutta la sua fama a Kyungsoo, vederlo brillare e ridere felice davanti a una folla immensa, come quelle a cui era abituato lui da quando aveva debuttato.

"Non ti starai ammazzando vero? Penso che le coreografie ormai facciano parte del tuo DNA..." disse Kyungsoo, lasciando che un timido sorriso continuasse a esistere sulle sue labbra a cuore.

Kai si perse completamente in quel sorriso, spostando poi lo sguardo verso il pavimento, per evitare che l'altro si accorgesse del rossore sulle sue guance.
Rimasero in silenzio per un po', beandosi della loro compagnia senza dire altro. Ma in realtà entrambi avevano voglia di parlare, di dirsi qualcosa.

"Io vorrei che..." iniziò Kai sospirando subito dopo, maledicendo il suo cuore che batteva pesantemente.
"Non dire nulla Jongin..." rispose subito dopo l'altro, smettendo di sorridere, smettendo di guardarlo.

Un altro silenzio imbarazzante. Jongin si portò una mano tra i capelli, arruffandoli a caso per tirarli via dalla fronte mentre Kyungsoo lo fissava di nascosto dagli specchi.
Entrambi con un peso sul cuore che non riuscivano a eliminare, bloccati da cose che non si potevano dire, ma che entrambi sapevano.

"Perché Kyungsoo?! Perché non possiamo parlarne..." esasperato Kai si alzò piano in piedi, fissando l'altro con tristezza, una tristezza che nessuno aveva mai potuto vedere davvero.
"Lo sai...".
"No, non lo so...".
"Smettila ti prego...".

Kai sospirò pesantemente, la testa aveva iniziato a fargli male.
Il silenzio intorno a loro era pesante e lui non lo sopportava più.
Camminò a destra e sinistra, sbuffando e maledicendo qualcosa a caso, stringendosi i capelli tra le mani mentre Kyungsoo lo fissava con sguardo serio.
Nessuna traccia del suo sorriso.

"TU NON CAPISCI!" gridò a quel punto.
La sua voce rimbombò per la stanza, si scontrò con le pareti e continuò a esistere nella testa di Kyungsoo, per nulla preoccupato di quel comportamento, per nulla impaurito dalla voce arrabbiata dell'amico.
Negò semplicemente, alzandosi anche lui, rimanendo a fissare gli occhi tristi e pieni di rabbia di Kai. 

"No, sei tu che non capisci..." rispose con tono piatto, leggero, semplice "Devi smetterla di pensarci...".
"Come puoi chiedermi di smetterla? Come puoi pensare che io smette di amarti dall'oggi al domani?! Cazzo Kyungsoo... che diavolo è cambiato?! Cosa ho fatto?!".
"Non ti ho detto di non amarmi Jongin!" gridò l'altro sospirando "Ti ho detto che non possiamo... non puoi pensare di dividerti sempre con me. Io voglio lasciare per il bene di tutti. Voglio che questo tuo concerto sia l'ultimo per me per il tuo bene".
"Quante cazzate che spari... sei così fottutamente ottuso Kyungsoo! Io ti sto rovinando non tu! Se tu lasci io mi riterrò il responsabile di tutto questo! Lascerò anche io lo capisci?!"
"Non puoi... è inutile che ci pensi... il tuo contratto non lo puoi bloccare...".

Kai sorrise.
Il solito sorriso strafottente che in molti avrebbero voluto vedere almeno una volta. 
Ma Kyungsoo non lo sopportava quel suo lato, quel Kai inventato dall'agenzia, qualla parte di Jongin che non gli apparteneva.

"Io posso fare quello che mi pare... se decido di non fare più nulla voglio vedere come potranno obbligarmi... inizierò proprio da questo concerto sai? Non mi presenterò".

I grandi occhi di Kyungsoo si aprirono ancora di più, lasciandolo completamente basito.
Davvero stava pensando di fare una cosa del genere? Era davvero tentato di commettere un errore simile?

"Tu sei solo un bambino capriccioso! Hanno ragione gli anti! Hanno ragione i giornalisti! Quando non puoi avere qualcosa diventi uno stronzo! E io che ti ho sempre difeso! Io che ho sempre preso le tue parti! Sei un fottuto bambino!!".

Jongin sentì il mondo crollargli.
Kyungsoo lo guardava con le lacrime pronte a cadere, ma il cuore di Jongin si era spaccato. 
Non batteva più.
Quelle parole se le sarebbe aspettate da chiunque, ma non da lui, non dal suo Kyungsoo. 

"Se è questo quello che pensi di me... allora vattene... vai via e non farti più vedere...".

Kyungsoo impallidì di nuovo, ma ormai il danno era fatto.
Non avrebbe mai voluto dirgli quelle cose. Non avrebbe mai voluto alzare la voce, lasciare che quelle parole prendessero il sopravvento su di lui e scappassero dalla sua bocca.
Lui non ci pensava sul serio. Non credeva a quelle cose. Mai ci aveva creduto perché lui era cresciuto con Jongin, con quel ragazzino tutto sorrisi e ballo.
Cos'aveva fatto?!

"Jongin..." disse impercettibilmente. Ma l'altro si voltò dandogli le spalle.
"Vattene..." 

E Kyungsoo capì.
Aveva superato il limite che Jongin aveva tracciato attorno a sé. 
Lo aveva distrutto.
Gli aveva fatto del male.
Lui.
Il suo migliore amico.
Il suo amante.

 
**


"Cosa è successo tra voi?" gli domandò Luhan quella mattina.

Chanyeol alzò le spalle e continuò a lavare i piatti. Kris invece si era rintanato in camera sua. Non si parlavano da due giorni e Luhan aveva provato più e più volte a farsi dire il motivo, ma nessuno dei due pareva intenzionato a sbilanciarsi più di tanto, anzi, sembrava che gli stessero nascondendo qualcosa. 
Da quando aveva conosciuto Chanyeol, non aveva mai visto lui e Kris litigare una volta. 
Mai, nemmeno da adolescenti, quando i problemi sembrano essere mille e tutti insormontabili.
Luhan voleva davvero capire che cosa li avesse portati a non guardarsi, a non parlarsi nemmeno per dirsi "buon giorno". Sembrano vergognarsi l'uno del l'altro e Luhan avrebbe voluto aiutarli, ma niente sembrava avere successo con loro.
Se ne andò a scuola con mille pensieri in testa, quando notò Sehun proprio incrocio al quale si incontravano sempre.
Alzò un braccio per attirare la sua attenzione e salutarlo, ma appena i suoi occhi incontrarono qualcun'altro vicino al suo amico, si bloccò di colpo abbassando la mano contro il fianco.
Una ragazzina carina gli stava parlando, e ogni tanto sembrava appiccicarsi a lui con interesse, stringendogli la mano, il braccio, mentre Sehun le faceva delle carezze semplici  e le sorrideva.

Le sorrideva.

Luhan quel sorriso lo conosceva bene. Semplice ma adorabile, che al primo impatto lo rendeva completamente un'altra persona.
Sehun, il ragazzo dall'impenetrabile volto serio e pacato, quando sorrideva si illuminava di luce. 
Lo aveva visto poche volte quel sorriso, e ogni volta gli chiedeva di mostrarglielo, di farsi una risata ogni tanto invece di rimanere sempre così serioso.
Ma nulla.
Ora invece quella ragazza, quella sconosciuta - almeno per Luhan - poteva prendersi tutti i sorrisi che desiderava.

Perché?
Perché lei si e lui no?

Non voleva piangere, soprattutto non in mezzo alla strada e non per lui, Sehun, colui che lo aveva fatto piangere anche troppo per i suoi gusti.
Ok, Sehun manco lo sapeva che lui piangeva a causa sua, ma a Luhan non importava.
Decise di cambiare strada. Non poteva tornare a casa o Kris lo avrebbe rispedito a scuola a calci, quindi decise di fermarsi in un bar e rimanerci per tutta la giornata. 
Ne trovò uno poco distante da dove si trovava, appartato al punto giusto. Nessuno fece caso alla sua divisa e, dopo aver ordinato un Bubble Tea alla fragola, si avviò a un dei tavolini più lontani, posando lo zaino a terra. Tirò fuori uno dei libri di scuola e iniziò a leggere delle parti, sorseggiando di tanto in tanto la bevanda.
Il locale era quasi vuoto e silenzioso, quindi Luhan iniziò a perdersi nella lettura, memorizzando le varie parti in poco tempo.
La porta del locale si aprì con uno scampanellio leggero, ma il biondo non si scompose più di tanto. 
Solo quando una persono si sedette davanti a lui alzò lo sguardo per capire chi potesse essere. Gli occhi seri e gelidi di Sehun però lo lasciarono improvvisamente senza fiato.
Come aveva fatto a vederlo? E dov'era la ragazzina appiccicosa? Non voleva vederli amoreggiare davanti a lui.

"Salti la scuola... senza di me?" chiese Sehun alzando un sopracciglio.
Luhan inghiottì a vuoto. Non aveva scuse da utilizzare, e di dirgli la verità non ci aveva pensato nemmeno per un secondo. 
Alzò le spalle continuando a bere il proprio Bubble Tea, attirando così l'attenzione di Sehun su di esso. 
Luhan sapeva che Sehun era un vero e proprio drogato di Bubble Tea, ma solo in quel momento pensò di aver fatto l'errore più grande della sua vita.
Bere un Bubble Tea davanti a Sehun senza avergliene offerto nemmeno un pochino.
Meglio decidere di attraversare in autostrada!

"Cos'è quello..." domandò semplicemente l'altro, con tono piatto e lo stesso sguardo vuoto.
Luhan inghiottì il liquido. "Un Bubble Tea alla fragola...".
Il preferito di Sehun.
"E il mio dov'è..." domandò di nuovo il più alto, il volto sempre più contratto e la voce sempre più rigida.
Luhan alzò di nuovo le spalle ma non riuscì a trattenersi "Forse ce l'ha quella ragazzina con cui eri tutto sorrisi e carezze...".

In quel momento il volto di Sehun fu invaso da un infinità di facce che Luhan non aveva mai visto fare. Espressioni di stupore passarono una dopo l'altra, mentre gli occhi prendevano la forma di due palline enormi e le labbra rimanevano leggermente spalancate per lo stupore.

"Veramente... cioè..." balbettò Sehun, cercando di mantenere un certo contegno.
"Potevi dirmelo che avevi la ragazza..." continuò Luhan, sempre più coraggioso nel lasciarsi sfuggire tutte quelle frasi. Che il Bubble Tae fosse contaminato? 
"Non è la mia ragazza! Sei scemo?!" 
"Cosa?!"

Sehun abbassò lo sguardo mordendosi i denti, cercando di non dire nulla che potesse incasinare tutto. Luhan da parte sua non riusciva a capire che cosa fosse preso al suo amico. Era così brutto parlare di una possibile fidanzata? Se ne vergognava così tanto?

"Sehun oppa scusami" disse una vocina alle spalle di Sehun "... puoi dare questo a Kai?" domandò di nuovo la stessa.
Luhan alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di un'altra ragazza, più alta di quella precedente, dagli occhi grandi e il volto piccolo.
Sehun annuì ringraziandola, abbassando il capo più volte per rispetto, mentre lei si scioglieva in sorrisi e ringraziamenti.
Solo quando fu andata via, Luhan sembrò capire.

"Kai?!" disse di colpo "Perché Kai?! Che centra Kai?"
"SSSSSSSSSSSSSSSSSHHHH! Stai zitto o mi farai scoprire"
"Da chi? Siamo solo noi qui dentro..." 

Sehun si morse di nuovo il labbro, guardandosi intorno per evitare di incontrare qualche sguardo sconosciuto.
Erano di nuovo soli in quel bar e questo lo fece calmare.

"Beh... che dire..." continuò Sehun grattandosi distrattamente la testa "em... Kai... cioè... Jongin... è mio... fratello!".
Luhan impallidì completamente. Aprì la bocca per dire qualcosa ma nessuna parola fuoriuscì. Negò con la testa, tentando di fare mente locale, cercando di ricordarsi di un fratello di Sehun, di una persona in più quando andava a casa sua, ma nulla. 
Perché? 
"Fra... fratello?! Che... che COSA?!" quasi gridò.
"SHHHHHHHH smettila di urlare o ti faccio mangiare anche il bicchiere del Bubble Tae... che ancora non mi hai offerto!"
"E mai te lo offrirò! Brutto antipatico stronzo che non mi dice le cose! Sei il fratello di quello la e manco me lo dici! Come hai potuto?! Capisco l'idea di non averlo detto a Chanyeol! Ma io sono... io sono..."

Rimase in silenzio.
Sehun lo guardava mortificato, o guardava il suo Bubble Tea, su questo Luhan non era sicuro. 
Non sapeva che altro dirgli. Non era di certo così arrabbiato da non parlargli più.

"Tu sei il mio migliore amico Luhan... ma non potevo... io davvero... non potevo... oltretutto lui è... più che altro il mio fratellastro da parte di padre, per questo non lo hai mai visto...".

Luhan annuì, passandogli poi con lentezza il proprio bicchiere. A Sehun si illuminarono gli occhi peggio di un bambino che aveva visto dieci regali di Natale sotto l'albero.
Era così bello vederlo felice, vederlo sorridere, anche se impercettibilmente.
Luhan ne era terribilmente e irrimediabilmente innamorato, e quel "sei il mio migliore amico Luhan", gli aveva dolorosamente spaccato il cuore.
Sapeva di essere un semplice sedicenne, che l'amore a quell'età non era di certo forte come quello degli "adulti", ma lui sapeva, ne era davvero consapevole che Sehun era molto di più. Luhan sapeva che a lui le ragazze non sarebbero mai piaciute e che nella sua testa sarebbe rimasto solo quello spilungone apatico.

Fanculo...

"Comunque... quella non è la mia ragazza... non mi serve..." disse Sehun smettendo di bere dalla cannuccia del Bubble Tea.
"Non ti serve? Che vuol dire scusa..."

Sehun sorrise leccandosi le labbra. 
Luhan sentì uno strano calore bloccarsi sulle guance, e maledì se stesso per non essersi portato la mascherina.

Accidenti a Sehun! Accidenti alla sua cazzo di faccia!

"Beh... ho te che mi regali i Bubble Tea... non è quello che fanno le fidanzate?"

Stronzo... stronzo Sehun...


  
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