GINEVRA- MERCURIO

“L'amore è come una goccia di mercurio sul palmo di una mano: lascia la mano aperta e resterà con te, stringila e fuggirà via” (D. Parker)

Ginevra si guarda nello specchio. Il vestito scollato e luminoso sembra riflettere una luce tutta sua. Sistema distratta la spallina destra, poggiata leggera sulla sua clavicola bianca. Non sorride.
Ravviva i capelli rossi con il pettine, un fiume di sangue che le piove sulle spalle, che si insinua nelle pieghe del tessuto, di quella scollatura forse davvero troppo profonda. Le prediche della vecchia zia le fanno alzare gli occhi al cielo.
Non sorride.
Il suo riflesso sembra così serio, quasi austero, quasi non Weasley. Poco adatto al vestito, poco adatto all’occasione, poco adatto a lei. Districa l’ultima ciocca rossa con le dita, sovrappensiero. Il rosso esplode ovunque nella sua mente. Il rosso in cui è nata, in cui è vissuta. Il rosso di quella passione che ora sembra quasi proibita, come un peccato da tenere segreto, da celare.
Non sorride.
La sua mente continua a galoppare veloce, molto più lontana di quell’anonimo riflesso in abito da damigella. Corre al pomeriggio prima, al bacio rubato ad Harry quando per un momento la guerra – il futuro, la paura? – era rimasta fuori dalla porta… rientrata testarda con un Ron fin troppo assennato. Corre ad Hogwarts, ai pomeriggi passati nel parco, mano nella mano, incuranti e – lo sono stati davvero? – felici.  
Non sorride.
Le labbra di Ginevra davanti allo specchio si contraggono appena, una buffa espressione di disappunto dipinta sul volto, in contrasto con quel vestito dorato dalla scollatura profonda. C’è quella domanda che respira tutta l’aria nella stanza, che la soffoca… un punto interrogativo sul passato – sul futuro? – e su quello che è stato – che sarà? – tra loro.
Non sorride.
Fra poco suo fratello giurerà amore eterno a Fleur, alla ragazza francese. E’ un bel giorno. E’ un bel momento – forse l’ultimo di tanti momenti insieme. Dovrebbe sorridere.
Non sorride.
Posa il pettine, sistema i capelli rossi dietro le spalle, liberi come fiamme, come lingue di diavoli assetati di sangue. Quando Ginevra esce dalla stanza, lascia tutti i ricordi lì – per quel giorno, quello soltanto.  Fa un respiro profondo per non soffocare o forse solo per dimenticare – cosa succede all’amore quando scoppia la guerra?
Nello specchio non c’è più alcun riflesso, Ginevra è già lontana, con le labbra rosse piegate armoniose, per un giorno soltanto, per quel giorno.
Sorride.

















Il mio angolo:
Questa storia è nata in maniera alquanto bizzarra per mia pura noia. Spero che vi piaccia... a breve arriveranno anche le altre sei, non temete!!
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... e tutto questo è scritto in verde perchè il verde è il mio colore.