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Autore: Manuspirate    12/12/2014    3 recensioni
CaptainSwan spelling:
Scrivere flashfic o oneshot partendo dai seguenti prompt, la pubblicazione può avvenire in qualsiasi momento, l’unica regola consiste nel rispettare la sequenza senza saltare lettere.
C Prompt Chocolate&Comfort
A Prompt Alcool&Angry
P Prompt Pants&Passion
T Prompt Trick&Trust
A Prompt Accord&Apologize
I Prompt Internet&Interest
N Prompt Night&Need
S Prompt Storm&Sadness
W Prompt Wood&Warmth
A Prompt Arms&Ache
N Prompt Neck&Neck
Iniziativa creata da: Alexies, CSLover, Alexandra_Potter, Lely_1324, Clohy e Pandina.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sente sospeso nel vuoto fluttuare nell’aria o meglio galleggiare a dorso in un mare senza onde,  senza peso fino a quando sotto di lui non prende consistenza una superficie dura ma accogliente allo stesso tempo.

Una luce lo investe, piano piano riprende il contatto con sé stesso e con l’ambiente che lo circonda. Le membra stanche ed indolenzite come in seguito ad un lungo viaggio, il corpo disteso, un giaciglio.  I piedi strusciano contro lenzuola,  le mani accarezzano coperte morbide, la testa sprofonda in soffici cuscini.

Apre gli occhi piano … un soffitto bianco, volta la testa, comincia incredulo a guardarsi intorno … una stanza da letto completamente candida.

Dalla vetrata che si trova alla sua destra la luce mattutina innonda la stanza, oltre di essa un balcone ed un cielo azzurro, non una nuvola. Alla sua sinistra una porta con profili di legno scuro dalla quale proviene un aroma di caffè e pane tostato che piano si diffonde per tutto il locale ed una voce indistinta che lo fà trasalire, portandolo a sedersi sul letto.

Una forte fitta alla testa lo costringere a prendersi il capo tra le mani fino a quando il dolore non passa … la vista offuscata, percepisce tutto quasi fosse lontano, quasi gli potesse sfuggire da un momento all’altro … non si ricorda di aver bevuto così tanto la sera precedente … respira a fondo … le lenzuola sanno di fresco, di pulito, sanno di lei … e questo lo tranquillizza …

 “… Buongiorno amici sintonizzati come ogni mattina sulle nostre frequenze! Come avete passato la serata, la nottata? Avete dormito sonni tranquilli?  Vi state infilando sotto le coperte proprio in questo preciso istante magari reduci da una notte di bagordi,  stremati da un  lungo turno di lavoro o chissà dalla caccia ai cattivi che volevano sterminare il mondo all’insaputa dell’intero genere umano? perché in questo caso oltre ad esprimervi tutta la nostra gratitudine bisognerà augurarvi  la  “Buonanotte” oppure oppure  …  su, confessatevi! Chi é colui o colei che stanotte vi ha tenuto svegli con la sua presenza? con la sua assenza? e chissà se avete trovato una risposta a tutte le vostre domande … pazienza ragazzi ci vuole pazienza e tutti i quesiti troveranno una soluzione ... questa è radio KEXP e questi sono i Gun’s and Roses … e questa è  … Patience …”

La sente fischiare al di là della stanza …

 “Colei che stanotte vi ha tenuto svegli con la sua presenza” .. non ha colto il senso di tutto il discorso ma quella frase gli si imprime nella mente …
“Mi è scappata una lacrima perchè mi manchi, anche se sto bene e mi riesce di sorridere …”

Sorride scuotendo desolato il capo una lacrima gli scappa di sicuro … considerato il posto in cui si è risvegliato  è evidente che si sia perso la parte più bella e divertente della serata … mai bere così tanto prima di un appuntamento galante … ammesso che ci sia stato.

Si alza. Si dirige verso la porta finestra  la apre uscendo sul balcone. Quello che vede estendersi fino a delimitare la linea dell’orizzonte non può essere altro che il suo mare, risplendente sotto i raggi del Sole ed in quel momento calmo come fosse un lago. 

Ti penso tutti i giorni. Un tempo ero sicuro e tu hai guarito la mia mente. Senza dubbio ora sei nel mio cuore …”

Tende un orecchio ascoltando quella canzone molto più simile ad una ballata. La cadenza del cantante ha in sé qualcosa di irritante, costringe le mascelle a serrarsi

… Non avere fretta, Donna. Si sistema tutto. Serve solo un po' di pazienza. Non avere fretta, piccola. Torneremo a stare bene assieme . Serve solo un po' di pazienza ...”

Un senso di inquietudine lo pervade.

Stringe la mani sulla balaustra del balcone facendo diventare le nocche bianche.

Respira a pieni polmoni immagazzinando più aria salmastra possibile… è irritante quasi lamentosa ma non può fare a meno di continuare ad ascoltarla come se stesse raccontando di lui ed avesse paura che possa svelare da un momento all’altro le sue paure ed i suoi pensieri più nascosti.

Volge il viso verso la stanza attendendo nuove parole. Una fresca brezza si alza facendolo rabbrividire. Solo allora si rende conto di indossare unicamente  un paio di pantaloni neri, lunghi, leggeri, non sono di pelle e sono larghi, è come non indossare niente. Tanto vale sarebbe andare in giro nudi. Decide di rientrare.
Passi incerti sul pavimento di legno, varca la soglia della porta che separa la camera da letto dal resto della casa … ansia … ha freddo che quasi trema, la vista gli si offusca rendendo i contorni opachi ed impercettibili. Respiro mozzato … la sente cantare … ma non ha nessuna certezza di cosa troverà al di là della stanza bianca, mancano pochi passi ma la porta gli sembra sempre più lontana.

“A volte mi viene l'ansia. Ma non si può mettere fretta al tempo …”

Prende coraggio varca la soglia … viene colpito in faccia dai raggi del Sole, si copre gli occhi con il braccio, abituandoli all’improvvisa luce  ed eccola lì la sua Emma! Finalmente! Unico porto sicuro in quella situazione surreale in cui si vede catapultato.

Il Sole le illumina i  capelli, evidenziandone i riflessi biondi a volte platino fino a dove cadono lunghi e soffici non ancora pettinati.
Le gambe snelle si muovono facendo compiere movimenti decisi e ben contemplati quasi fosse una danza. Il viso pulito, gli occhi verdi la sua espressione concentrata ed assorta la porta a compiere gesti inconsapevoli … scostarsi i capelli dal viso con un leggero gesto della mano, evidenziando la curvatura del collo,  leccarsi il pollice sporcatosi leggermente di burro o marmellata , scottarsi le dita estraendo focacce dal forno soffiando socchiudendo le labbra rosse ed alzandosi in punta di piedi dando slancio alla sua figura snella coperta solo da una camicia da uomo con le maniche rimboccate a tre quarti.

“C'è una grande luce adesso. Tu e io abbiamo quel che serve . Non lo rovineremo, non lo distruggerò. Mi sa che ce la faccio …”

Gli pulsano le tempie. Il vederla immersa in quelle meticolose operazioni, la consapevolezza che stia scrupolosamente agendo così per lui, l’assaporare quella quotidianità lo pervadono di desiderio. Vorrebbe vederla così tutti i giorni, ogni giorno della sua esistenza. Stringe i pugni, le viscere gli si contorcono, il desiderio diventa insopportabile, il sangue gli ribolle nelle vene … il cuore … beh deve essersi fermato molto tempo prima perché non lo sente battere.

“…un po' di pazienza, mm yeah, mm yeah, abbiamo bisogno solo di un po' di pazienza, yeah , solo pazienza, yeah , un po' di pazienza, yeah …”

No pazienza no … non questa volta …. La canzone incalza e lui si muove veloce verso di lei, quasi corre … le tempie gli pulsano, la testa fa male, la vista gli si offusca ma lui la deve avere lì, ora,  in quel momento, ha bisogno di lei,  ha sete di lei.

Lei si trova girata di spalle, le si avvicina e dolcemente posa la mano sui suoi fianchi, la porta  a sé timoroso che il suo “affanno” la possa turbare, lei ride e china il capo, le scosta i capelli dalla nuca come aveva fatto lei in precedenza appoggia le labbra al collo e comincia a percorrerlo controllando il respiro, lei rabbrividisce …

La  volta verso di sé, la stringe contro il suo petto, è calda e forse potrà restituirgli un po’ di quel calore perso, lei appoggia la sua piccola mano sul petto all’altezza del cuore …  con una mano le accarezza la schiena mentre con l’altra  …

“ Ma tu, chi sei!?!”

Un mugolio di piacere … ed abbiamo appena iniziato Love …

Gli occhi verdi sbarrati e spaventati si fissano in quelli di lui …

Ma che cazzo di scherzo è questo?

“ Ho detto chi sei???”

“Love … ma chi vuoi che sia sono io!”

All’improvviso silenzio. La testa comincia a pulsargli i contorni si fanno sfuocati, stringe gli occhi cercando di scacciare quelle sensazioni …

“Eh non chiamarmi Love!”

Si discosta da lui … respingendolo.

“Emma per favore non scherzare! Sono io,  Kilian!”

Apre le braccia tenendole all’altezza dei fianchi cercando di farle mantenere la calma …

“Se sei veramente Hook … dov’è il tuo uncino?”

Si guarda la MANO sinistra un’impovvisa vertigine … e una prima sensazione di vuoto sotto i piedi …

“ … e perché sei completamente freddo … ed il tuo cuore … beh il tuo cuore non batte!!!”

Trema … si appoggia la mano sul petto … guardandosi … e tornando a guardare lei con faccia sgomenta … il cuore non batte perché il cuore non c’è più

“Emma io …”

Cerca di avvicinarsi a lei vuole darle una spiegazione … ma lei non vuole sentire ragioni alza un braccio con un dito intimandogli si starle lontano.
Il mal di testa aumenta, il freddo pure, la vertigine anche. La stanza comincia  a roteare, tutto si muove intorno a lui e la sensazione di vuoto si fa sempre più reale … si accascia a terra, la braccia stese lungo il corpo  … e si sente precipitare in un pozzo senza fine, il pavimento sotto di lui si disgrega sotto la forza attrattiva di un vortice stellato che sta risucchiando tutto quello che si trova intorno a lui … il tavolo, le sedie, l’intera colazione, i fornelli, la cucina, la stanza, la camera da letto, il balcone, il mare … “Emma!”

“Emmaaaa!”

Un buco nero che si chiude su sé stesso. Il nulla.

“Emma!!!!”

Si alza di scatto dalla panchina del molo sulla quale si era disteso. Completamente fradicio di sudore, respira affannosamente. Gli occhi blu impauriti. Si guarda subito le mani … UNA mano ed il suo uncino. Si posa la mano sul petto … ed il cuore non c’è …

Si mette a sedere. Appoggia i gomiti sulle gambe incurvando la schiena e chinando il capo in direzione delle ginocchia …

Cammino in strada alla notte. Cercando di farmene una ragione . E' difficile in mezzo a tanta gente. Sai che non mi piace rimanere nella folla E le strade non cambiano mai se non, piccola, cambiano il nome…”

Quella canzone! Ancora quella stramaledettissima canzone!

“Che c’è, bastardo di un coccodrillo , non ti è bastato togliermi il cuore, la vita e LEI! devi tormentare le mie ultime ore con incubi terribili??? Eh???”

Comincia a camminare nervosamente a lunghi passi sul molo, intenzionato a prendere a calci qualsiasi cosa si frapponga tra lui e la distruzione del locale dove trasmettono quella canzone …

“Non ho tempo per giocare. Ho bisogno di te . Ho bisogno di te . Ho bisogno di te . Ho bisogno di te, Tutto questo tempo...”

 … ma per una volta ancora tende l’orecchio ed ascolta. Si ferma, alza la testa … Ho bisogno … Emma! Ti prego Emma non mi rimane tutto questo tempo ma ti prego … guardami negli occhi, cerca di capire che qualcosa non va abbi fiducia nel tuo istinto e lotta per me. Fallo per me perché io ho veramente bisogno di te … ho bisogno di te.
 
   
 
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