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Autore: Lady Moon    12/12/2014    3 recensioni
Ron verrà a sapere da una ragazzina del primo anno, di cui Hermione si era fidata, che il famoso ragazzo di cui Hermione le ha parlato, è lui, nonostante non le avesse rivelato il nome. Ciò comporterà che Hermione dovrà ammettere ciò che prova, ma non sarà così facile, e nemmeno per Ron capire la realtà di ciò che vede.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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   How cold I, Ron?



Era giunto il sole sopra Hogwarts. In quella mattina, tutti erano propensi a rimanere nei loro letti, eccetto Ron ed Harry, che erano già svegli da un pezzo e si accingevano a lasciare il loro dormitorio per fare una buona colazione.
Hermione era ancora a letto, nonostante fosse già sveglia, anch'essa, da un po', la cosa non le infastidiva, a quanto pareva. Non fu molto lieta d'alzarsi, infatti, poco dopo, ma il senso della responsabilità e del dovere allo studio erano più grandi. Ebbene, raggiunse la Sala Grande, insieme a Luna, che aveva incontrato per caso un attimo prima di penetrarvi, sfiorò lo sguardo di Ron, che l'aveva vista, ma non lo salutò, né lui provò a farlo. 

:"Buongiorno!" - disse Harry, contento, e vedendo che nessuno accennava ad un saluto.

:"Buongiorno" - rispose Hermione, in modo del tutto imparziale.

:"Buongiorno a voi..." - aggiunse Luna, serena. Ron, che stava sorseggiando il suo latte, si limitò solo a fare un gesto con la mano, che sarebbe valso a dire "ciao".

:"Che dire... oggi è una gran giornata!" - disse Luna, Ron stava per singhiozzare.

:"Voglio dire, io sono impegnata nei compiti... voi non so, ed Hermione, oh, poverina, so io in cosa sei impegnata! Devo dire che è davvero difficile badare agli altri quando non si ha il tempo nemmeno di badare a se stessi..." - continuò Luna.

:"Ma di che cosa stai parlando?!" - intervenne Harry, stupito.

:"La McGranitt ha chiesto ad Hermione di aiutare ancora una volta una ragazzina, nata babbana, del primo anno con i compiti.  Si vocifera in giro che sia un vero disastro. A mio parere dovrebbe farsi aiutare da studenti della sua stessa casa, cioè Tassorosso. Invece tocca ad Hermione gestire la situazione, a me dispiace dirlo, ma la vedo una cosa ingiusta... da come mi ha raccontato Hermione ha anche lei troppo da sbrigare... solo per questo." - rispose Luna.

:"Beh, sì!" - disse Hermione, all'istante. 

:"Però non importa, le darò ancora una mano. Ha davvero delle difficoltà, ma non credo sia davvero colpa sua..." - 

:"Ah, la conosci?" - chiese Harry, mentre Ron sembrava quasi essersi dimenticato di dover sembrare almeno un po' interessato alla conversazione.

:"Sì, da tempo, abbiamo avuto modo di dirci tante cose. Mi dispiace non avertene parlato. E' una brava ragazza... i suoi modi di fare a volte sono troppo bruschi e impulsivi, spesso è aggressiva se le dici cose che non vuole sentirsi dire, credo che i suoi unici difetti siano questi." -  'Un po' come te...'  pensò Ron, senza rivelare niente e continuando a "fare le sue cose".

:"Tutti infondo sono buoni. Sai, penso che se la professoressa ha scelto te, ci sarà un motivo, senza perìfrasi, sei una brava studentessa! Magari i Tassorosso non l'avrebbero sostenuta..." - rassicurò Luna.

Passarono ore da quella mattinata, e giunse il pomeriggio. L'aria era gelida e il vento che picchiettava e tormentava dalle singole foglie friabili, agli alberi rigogliosi, era così intenso e forte  che rimanere presso le mura della scuola, sarebbe stata sicuramente una cosa saggia. Hermione fu di nuovo nella Sala Grande, ad aiutare la ragazzina di nome Clara, sembrava tutto tranquillo e cauto.

:"E... io... aspetta, credo di aver sbagliato!" - disse Clara, spaesata.

:"Va bene, te lo rispiego, però presta attenzione, ok? Bene. Hogwarts non è stata fondata né da Giorgio, né da Brilla. Bensì da Godric, non Giorgio, Grifondoro, Salazar Serpeverde, Priscilla, non Brilla, Corvonero, e Tosca Tassorosso. Avanti, prova a riscrivere correttamente questi nomi ancora una volta..." -

:"Scusate." - pronunciò una voce, Hermione capì subito di quale voce si trattasse, e se in quel momento non si sentì svenire, era per la semplice volontà di non sembrare agitata quando  Ron era vicino a lei.

:"Sicuro" - soggiunse, poco dopo, Hermione.

:"Stamattina ero proprio qui, dove siete sedute voi. E mi pare di aver perso la mia sciarpa, quindi..." - 

:"Ti pare o l'hai persa veramente?" - domandò Clara, scortese.

:"Oh, Clara... " - farfugliò Hermione.

:"Temo l'abbia persa per davvero. Beh, Ron, qui non c'è niente. Ci siamo da un bel po' e non mi pare di aver visto sciarpe in giro..." - continuò Hermione, tremolante.

:"Allora io... vado, grazie comunque." - disse Ron, in tono malinconico.

:"Hermione, è lui il ragazzo che ti piace?" - proferì subito dopo Clara, emanando un sorrisone curioso e raccapricciante. Hermione si sentì salire il cuore in gola, adesso sapeva che "svenire" sarebbe stato più facile. Questa era una domanda inaspettata, e le cose inaspettate che riguardassero lei e Ron la facevano rabbrividire, perché non sempre poteva gestirle, non sempre riusciva a rimanere nei suoi panni, non sempre poteva evitare di dire cose inappropriate, blaterare o vaneggiare. Ora era in uno di quei momenti, le parve subito che il suo stomaco non tamburasse, ma peggio, le volesse far male, e fu veloce, velocissimo, in un attimo: *bum!*.

:"Come?" - domandò Ron, rigirandosi, poiché era intento ad andarsene un attimo prima. Hermione scoppiò a ridere, poi divenne rossa, e poi finalmente disse qualcosa.

:"Tu straparli! No... che c'entra lui... no..." -

:"Oh sì, certo, certo, allora che è quella faccia tutta rossa? E perché sei agitata? E perché, perché?" - enunciò Clara, solenne.

:"Perc... perché un tubero, cioè, sono calma. Ma che dici..." - le rispose Hermione, vacillante.

:"Edddddaaai! Lo so, lo so, è lui! Sì. Ora ne sono certa." - riprese Clara, che poi guardò Ron.

:"Sai, spesso mi ha parlato di un ragazzo, la costrinsi io all'inizio a farlo, volevo sapere qualcosina di lei e le ho promesso di non dire niente, anche lei conosce i miei segreti, di certo non tutti, ma qualcosina la sa! Tuttavia io ho sempre creduto fosse una storia inverosimile, e ora ho la prova certa che quel ragazzo di cui lei mi ha parlato sei tu! Inoltre non nego di essere stata sempre affascinata dall'idea di scoprire chi fosse! Che bello!" - gli disse, eccitata. Il volto di Ron era incomprensibile, pareva scosso, ma nello stesso tempo divertito, mentre invece quello di Hermione era un misto di paura e concitazione.

:"Adesso basta. Smettila e guardami!" - strepitò Hermione, adirata, alzandosi in piedi. Clara la guardò immediatamente, come un soldato che va sull'attenti per ordine del suo comandante.

:"Io non sono innamo... innamorata di lui. Smettila di dire cose non vere. E non sarebbero nemmeno affari tuoi. E se avessi voluto dirlo a Ron, beh, l'avrei già fatto da un bel po' di tempo." - disse ancora, mentendo, ma dimostrandosi stavolta più convincente. Non voleva essere così scorbutica con Clara, se spesso era aggressiva, infatti, quando Hermione incominciava a parlarle di Ron diventava una statuina incuriosita e docile, una buona amichetta in grado di darle consigli, e aveva indovinato, quel ragazzo che lei tanto desiderava e di cui aveva parlato, era lo stesso che avevano vicino in quel momento, le aveva confidato che non sarebbe stato facile rivelare ciò che provava, per niente facile, purtroppo, ma comunque non potè fare altrimenti. Ron che la stava guardando non seppe che pensare, abbassò lo sgaurdo in segno d'indecisione, ma decise poi di volerle rispondere.

:"Non c'è bisogno di arrabbiarsi. Se tu provassi qualcosa per me, non ci sarebbe nulla di male." - le disse, ponderato. Clara accennò, ma non osò aprir bocca. Era sempre più convinta, esaminando i comportamenti strani di Hermione, che fosse proprio Ron quel ragazzo.

:"Lo so... ma io... niente. Credete a ciò che vi pare e piace credere." - disse Hermione, decisamente più calma e si sedette, ancora con le gote rosse dall'emozione.

:"Io credo a quello che vedo, non a quello che sento dire dagli altri. Quindi tranquilla." -

:"Quello che vedi?" - domandò Hermione, sospirando.

:"Sì." - rispose Ron.

:"Cos'è che tu vedi? Davvero tu riesci a vedere? Non hai mai visto niente, Ron, di quello che avresti dovuto vedere, non dire menzogne, non sei bravo in questo, o forse non vuoi credere affatto." - disse Hermione, con un singulto, e le mani poggiate sul viso in modo da nasconderglielo.

:"Che cosa stai dicendo...?"- domandò Ron, con voce quasi rauca, e impressionato.

:"Un cieco l'avrebbe capito, Ron! E non si sarebbe comportato da cieco. Tu invece che puoi vedere, non hai mai capito niente, e ti comporti da perfetto cieco." - disse Hermione, oramai in lacrime, avrebbe voluto trattenersi, ma invano, così decise di alzarsi e di lasciare la sala, rimanere da sola. Forse non si sarebbe fatta vedere come prima, quando ci sarebbe riuscita, da Ronald Weasley. La sua mente, anzi, le avrebbe voluto suggerire di sparire per sempre, sarebbe stato meglio.

:"Hermione, aspetta. Dove vai!?" - le urlò Ron, intenzionato nel seguirla, non l'avrebbe lasciata andare via, specialmente adesso che era in lacrime. Hermione aumentò il passo, fino a correre e volò via.

:"Mi dispiace, è colpa mia! Volevo aiutarla!" - disse Clara, angosciata e sommessa, Hermione non l'avrebbe aggredita se non si fosse sentita così a disagio, e lei questo era riuscita a realizzarlo.

:"Non è colpa tua. Non è colpa tua, di sicuro." - rincuorò Weasley, e corse via anche lui, per raggiungere Hermione. 

Lei era corsa fuori, quasi nel cortile di pietra, per quanto fosse stato folle uscire dal castello per il freddo. Era poggiata al muro di fianco, e guardava ciò che aveva davanti, ancora con le lacrime che le scendevano. Sperava tanto che Ron la raggiungesse, ma questo pensiero quasi si dissolveva, perché una parte di lei credeva che Ron non l'avrebbe mai fatto, non ne sarebbe valsa la pena per lui, credeva che ancora una volta gliene sarebbe fregato di lei. 

:"Hermione..." - le disse Ron, come un sussurro, e le prese il braccio, per paura che ancora una volta gli sarebbe sfuggita.

:"Che vuoi, Ron?" - gli chiese in risposta Hermione, esausta, ma contenta ed euforica dentro di sè, perché Ron aveva deciso di seguirla.

:"Mi dicevi una cosa, vorrei che continuassi. Cos'è che non vedo? Perché non lo vedo? Ho sbagliato?" - disse Ron in fretta e furia.

:"Ron, tu... Clara aveva ragione. Ma non te ne sei mai accorto? Non dirmelo... non dirmi che non ti è mai passato per la testa, e non dirmi che quando stavi con Lavanda non avevi capito che mi sentivo persa, e sola, e triste, e volevo tutto tranne che vedervi insieme! Nemmeno di questo? Non ti sei mai accorto che senza di te non stavo bene? Che mi preoccupavo per te, che m'importava, mi è sempre importato, non dirmi che tutto quello che ho fatto, me, la mia immagine, ti è sempre passata indifferente e non ti sei mai sforzato di capirmi! Che volevo che per una volta, una volta sola scegliessi me e avessi il coraggio di dirmelo, perché almeno tu avresti parlato con me, siccome io non riuscivo ad essere così esplicita... Ron, come avrei potuto spiegartelo se tu non hai mai avuto realmente tempo per me? Come avrei potuto raccontarti tutto dal nulla, come avrei potuto guardarti negli occhi come sto facendo adesso senza impazzire, senza esultare, e soprattutto rimanendo me stessa, Hermione Granger. Io, Ron, io come facevo a dirti che ti amavo?" - Ora, Hermione, che aveva il cuore a mille, sentì dopo tanto tempo di essere ritornata in lei, ma soprattutto di esser riuscita a scavalcare le sue paure, le sue paranoie, ciò che le impediva di divulgare a lui tutta la verità, ora sì che poteva sentirsi libera, ora sì che era felicemente riuscita a credere di potercela fare. L'aveva fatto, dopo tutto. E a Ron non importava se era di nuovo mossa, e se era diventata così calda. Perché a sentire quelle parole divenne elettrizzato, erano forti e vere, ed erano belle come Hermione, per quanto sofferenti e atroci. Erano belle perché esprimevano verbalmente tutto l'amore che lei aveva in serbo per lui, e l'aveva capito, se l'era sentito dire finalmente, era quello che forse, una parte di lui, voleva aspettarsi. 
Non disse nulla. Si limitò a guardarla, l'osservava e l'osservava, gli occhi erano fissi su di lei e non volevano muoversi, per nulla al mondo, adesso. Poi volle avvicinarsi a lei ancora un po', guardarla da vicino, vedere i suoi occhi ancora più profondi, e perdersi in quelli ancora di più, liberamente. Ad Hermione, che a sua volta in quel momento, aveva l'opportunità di guardarlo senza problemi, le sembrò di vivere in uno dei suoi sogni, ed erano belli quelli, anche se facevano da contrasto con la realtà, e purtroppo alle volte per questo, era obbligata ad assestarli. Ron la strinse, non ci pensò più di due secondi, la strinse forte, e fu piacevole farlo. Hermione si sentì ancora una volta rabbrividire, ma era una sensazione tutt'altro che fredda e buia, era una sensazione indescrivibile, una di quelle che si provano poche volte, e che non aveva mai provato. Ron Weasley che l'abbracciava, cos'altro poteva desiderare? O meglio, c'era qualcosa che poteva desiderare di meglio?  Ovviamente la risposta la conosceva benissimo. Nelle sue braccia ci sarebbe voluta rimanere all'infinito, era quel poco che sognava. 

:"Ron..." - gli disse, timidamente, come ad invitarlo di non lasciarla andare via, per nessuna ragione.

:"Hermione, rimani con me. Non voglio altro." - le rispose Ron in modo tenero, e poggiò il suo capo su quello di Hermione, delicatamente. Per Hermione non ci fu bisogno di rispondere, era palese che rimanere con lui sarebbe stata una cosa del tutto fattibile e realizzabile, era quello che voleva anche lei! E la dolcezza di Ron fece sì che lei si sentisse ancora più lieta, felice, rassicurata. Ron sperava in questo, lui sperava nel vederla felice, nel rivedere il sorriso sulle sue labbra al posto di quelle lacrime, e per fortuna c'era riuscito, aveva rivisto la causa della sua stessa felicità. Il sorriso di Hermione divenne anche il suo sorriso.

:"Dovrò chiedere scusa a Clara..." - disse dopo un po', come se fosse rinsavita.

:"Direi di sì, meno male che voleva aiutarti." - le rispose Ron, ridendo. 

:"Mi dispiace, Hermione..." - aggiunse, e pian piano, come una foglia che tocca terra in modo mielato e tenue dopo essersi staccata dal suo ramo, Ron poggiò le sue labbra su quelle di Hermione, quel bacio riuscì a scioglierle all'istante il cuore, continuava a battere senza freni, e non sarebbe dispiaciuto a Ron sentirlo.


Quel vento poco gradevole che ancora malmenava la vegetazione, ora s'era calmato, era divenuto più lieve e quieto, per il calar del sole e l'arrivo della luna che si stavan susseguendo... sarebbe sbocciata una serata rosea.
   
 
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