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Autore: BDiz Ishida Histugaya    12/12/2014    1 recensioni
[Avatar la leggenda di Aang]
[Avatar la leggenda di Aang]Dopo l'Avatar Korra e i due successivi Avatar, nel Tempio dell'aria dell'est nasce Suta
che dimostra subito grandi potenzialità se non che i monaci non vogliono farlo uscire
nel mondo esterno. Una avventura che coinvolgerà più Avatar provenienti dal
passato per salvare il futuro da un destino tremendo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Korra si era avventurata nel fondo della caverna già da una mezz'ora.

I due compagni sorvegliavano l'entrata della grotta.

Nessuno fiatava ma si poteva facilmente intuire che entrambi erano tesissimi.

L'aria carica di tensione era continuamente ferita da gocce d'acqua che cadevano dal soffitto.

Il ticchettio di esse incrementava il nervosismo di Suta.

Continuava a tamburellare le dita su di una roccia.

Oltre preoccupato per la missione una domanda gli stava per uscire di bocca senza volerlo.

Chi c'era veramente dietro la maschera di Jiikan?

Una strana sensazione di famigliarità provava quando era insieme all'altro.

Quasi nostalgia un ricordo lontano ormai perso da tempo.

L'atmosfera era insopportabile, il monaco iniziò a girare in tondo per la caverna.

Per vivere in un monastero non era particolarmente paziente.

Intanto Korra era arrivata da un paio di minuti nel mondo degli spiriti.

Stava uscendo da una palude in cui era caduta inavvertitamente.

Quel posto non era come l'ultima volta, i grandi prati non c'erano. Tutto era avvolto da una leggera nebbia che si insinuava tra gli alberi contorti e sulle superfici melmose. L'odore era insopportabile, un intruglio di puzze indescrivibili che rendeva difficile respirare. La ragazza si guardò intorno ma niente le sembrava famigliare, non sapeva minimamente dove era e quali spiriti abitassero quel luogo. La risposta non tardò a venire, infatti un piccolo batuffolo azzurro si poggiò sulla spalla di Korra che lo accarezzò dolcemente. “ Ciao piccolino, cosa ci fai in un posto come questo?” chiese. Lo spirito rispose stizzito con una voce acuta quasi impercettibile “ Tu piuttosto cosa ci fai qui Avatar, non dovresti essere in giro a salvare il mondo?! E non sono piccolo!” L'altra gli fece una smorfia e rispose “Infatti sto salvando il mondo microscopico essere!” dopo di ciò lo scacciò via.

Iniziava bene il suo viaggio nel mondo degli Spiriti! Quella palude non le piaceva per niente, non per il fatto che ci fosse fango e poltiglia ovunque, più che altro perché si respirava nell'aria qualcosa di strano, come se quel posto fosse ammalato e stremato da un parassita. Si incamminò tra gli alberi contorti e deformi senza chioma con i rami più in alto ricoperti da una leggera foschia che copriva il cielo. Una brezza gelida soffiava contro la ragazza che continuava a guardarsi intorno : niente.

Non si intravedeva un solo spirito nei dintorni, non un rumore se non lo scricchiolare dei piccoli rametti secchi sotto i piedi di Korra. Camminava e camminava ma il paesaggio rimaneva invariato e l'aria diventava sempre più pesante e irrespirabile, i colori si sbiadivano sempre più e le forme iniziavano a confondersi tra loro. Il terreno era diventato come fumo impalpabile, i piedi sembravano sprofondare in esso rendendo difficile continuare a camminare. L'Avatar si fermò e si appoggiò ad un ramo più basso con una mano sulla fronte. Le orecchie fischiavano in modo spaventoso, non riuscì a tenersi e si accasciò a terra con la faccia immersa nella poltiglia. Cosa stava succedendo? La ragazza continuava a chiederselo provando ripetute volte a rialzarsi, niente. I muscoli non rispondevano e la testa scoppiava. Provò anche a chiedere aiuto urlando più forte che poteva ma nessuno era nei paraggi. Guardava con la coda dell'occhio davanti a sé il sentiero che continuava praticamente all'infinito fino a quando una figura nera incominciava ad avvicinarsi. Non sembrava essere un spirito dalle fattezze umane, stava su sei zampe e aveva anche una coda lunga che menava fendenti tagliando l'aria. Camminava verso Korra piano piano...

L'acqua dei rigagnoli che segnavano il terreno roccioso iniziava ad alzarsi e ad essere plasmata da Suta che la rendeva ghiaccio e formava piccoli cristalli di neve che poi faceva sciogliere. Il gioco continuava da un po' e stava incominciando a diventare noioso, non c'era molto da fare e anche la tensione iniziale si era affievolita con il tempo. Jiikan aveva per tutto il tempo cercato di trovare il minerale che occorreva per il campo magnetico dimensionale, aveva trovato qualche pietruzza rossastra che poi aveva limato con le sue spade e aveva inserito nell'orologio. Stava per scalfire un'altra roccia quando Suta chiese “ Da quale epoca vieni?”. Qualche istante di silenzio, nessuna risposta. Ricominciò lo stridere delle lame contro la roccia. Il monaco incominciava a stufarsi di tutti questi misteri. L'altro avvertì la sua impazienza e rispose “Da una epoca passata, da un po' di tempo”. Suta rifletté per qualche secondo “Come fai ad avere allora quell'orologio? hai detto tecnologia avanzata, nel mio tempo non esistono ancora oggetti di questo tipo”. Ancora qualche istante di silenzio poi “Mi è stato consegnato da un'altra persona che viaggiava nel tempo, mi ha spiegato cosa sarebbe successo a te e mi ha dato istruzioni. Non chiedermi chi fosse o come si chiamasse perché non lo so.” Il dialogo sembrava incominciare a diventare interessante ma Jiikan decise di troncarlo lì e Suta dovette accontentarsi”. Ne seguì un altro lungo periodo di silenzio.

“Che onore avere qui davanti a me l'Avatar!”. La lucertola gigante aveva raggiunto Korra ancora morente per terra. Aveva una voce roca e profonda che rimbombava fra gli alberi, l'aspetto invece la ragazza non riusciva a definirlo, la visuale era ancora molto sfocata. Lo vide solo abbassarsi su di lei, poi la sollevò come più poteva e se la mise in groppa. “Non devi stare molto bene, non ti reggi in piedi, deve essere a causa dell'aria che si respira qua. Per chi non è abituato è molto difficile proseguire, devi ringraziare lo spiritello azzurro che hai incontrato prima, è stato lui ad avvertirmi del fatto che eri qua”. Korra non stava capendo nulla di quello che l'altro stava dicendo, continuava a sbattere la testa contro la sua pelle squamosa e dura. Aveva intuito che qualcuno la stava salvando ma oltre a una serie di colori e rumori indefiniti non percepiva nulla se non con il tatto. La lucertola continuava a proseguire tra le pozze melmose e le radici secche con le zampe che sprofondavano nel terreno fangoso. “Devi resistere ancora qualche minuto, tra poco saremo fuori da questo posto. Ti porterò in un posto dove l'aria è sicuramente più respirabile” la rassicurò. Infatti dopo poco tempo finalmente si intravide una luce in lontananza. Presto i due vennero travolti da una brezza di vento fresco e rinvigorente. Il territorio era completamente cambiato, delle pianure erbose verdi smeraldo si paravano davanti a loro costelli da alberi di alto fusto con una folta chioma. In lontananza delle montagne rocciose recintavano il posto per poi lasciare lo spazio ad un cielo limpido senza nuvole. Alla ragazza sembrò di risorgere, la vista riprese la nitidezza perduta e poté inquadrare immediatamente il suo salvatore. Si ergeva possente di fianco a lei con la sua corazza nera che risplendeva in tutta la sua magnificenza. Il suo corpo era pressapoco grande come quello della sua amica Naga. Sul muso spiccavano due enormi occhi verdi che fissavano l'incredulo Avatar mentre la coda roteava in aria. Scappò un piccolo urlo di preoccupazione a Korra che subito dopo cadde dal suo dorso e si mise seduta per terra. “Chi sei tu?!” esclamò un pochino spaventata.

“Mi aspettavo come prima reazione un grazie, non ci sono più gli Avatar di un tempo. Roku era il più educato che io abbia mai incontrato anche se anche l'Avatar Wan è sempre stato gentile con me”. Quell'affermazione sconcertò ancor più l'altra “L'Avatar Wan?! Ma quanti anni hai?! Lui è vissuto diecimila anni fa!”. La lucertola fece una smorfia e rispose “ 10.500 anni per essere decisi, quando lo conobbi ero ancora un cucciolo, mi scovò nella foresta degli spiriti mentre stavo attaccando briga con mio fratello, bei tempi erano. Comunque non ho ancora sentito “grazie per avermi salvata”. Korra non capì più niente, troppe informazioni assurde stavano dilagando nella sua mente, riuscì a malapena ad alzarsi ed inchinarsi in segno di gratitudine. “Così va meglio Avatar” commentò la lucertola. “Io sono Tochi no Sangeki*, spirito lucertola vagante. Risiedo nel villaggio qui vicino, come avrai capito adoro fare passeggiate. Tu invece cosa fai qua Avatar?”. Korra era un po' titubante nel dirglielo ma tanto avrebbe dovuto convincere gli spiriti del posto a chiudere il portale. “Sono in missione per il genere umano, dovrò chiedere ai tuoi compaesani di chiudere il passaggio per il mondo degli umani qui vicino, da dove sono passata io”. Adesso era l'altro ad essere perplesso la guardò con uno sguardo severo e poi disse “Noi siamo spiriti pacifici, credo che tutti aderiranno alla tua proposta. Dovresti saperlo, siamo famosi per la nostra quiete”. All'annuire di lei aggiunse “Allora perché ti sei portata dietro il tuo corpo materiale? Sei impaurita da noi Avatar?”.

Suta aveva deciso di andare fino in fondo alla grotta per vedere come il corpo materiale si Korra stesse. Ma era da parecchi tempo che aveva raggiunto il confine tra i due mondi ma il corpo della compagnia non c'era. Jiikan aveva detto che non era un passaggio materiale, allora perché non c'era il corpo? Suta iniziò a percepire dell'ansia fino a quando sentì dei passi dietro a lui. Era l'amico mascherato. “Ah, Jiikan. Stavo cercando Korra ma non la trovo!”. Nessuna risposta. Solo dopo qualche secondo si accorse delle spade che l'altro aveva sfoderato, si avvicinava.

“Jiikan?!”.

 

 

Ciao a tutti, sono tornato dopo un po' di tempo e mi scuso con chi stava seguendo la storia che rileggendo ho giudicato orribile. Spero di aver ricominciato meglio di prima e il nome dello spirito significa letteralmente “Flagello della terra” dovuto perché fin dalla tenera età amava fare passeggiate in solitario. Adesso vi lascio con un capitolo in sé striminzito con la speranza di farne un altro! (Come al solito non l'ho riguardato, risistemerò probabilmente l'intera storia dopo averla finita).

 

  
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