Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Amber    06/11/2008    5 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con la terza e ultima parte! No, non è un miraggio, sono proprio io... lo so che è da secoli che non posto e mi dispiace moltissimo, ma questa parte è stata davvero dura da scrivere. Comunque eccomi tornata con altri 29 capitoli pronti per essere pubblicati!! Abbiamo lasciato una situazione abbastanza critica nella seconda parte ricordate? Ebbene, sono passati tre anni, Kagome si è chiusa dentro un guscio di protezione, è diventata fredda e menefreghista continuando però ad andare a scuola e lavorando al pub affiancata da Mikado. Sango e Miroku, in questa parte avrenno un sacco di grattacapi ed enormi problemi... Inuyasha? Beh, lui è di ritorno dall'America... Sposato? Fidanzato? Con una frotta di figli? Tutto da scoprire in quest'ultima parte! Buona lettura a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
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Salve a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo!! Cavolo siamo già al 17!! Abbiamo ormai superato abbondantemente la metà.. atroce! Beh, che dirvi? Questo capitolo è stato scritto dopo avere subito un blocco pauroso.. ma devo dire che mi è piaciuto scriverlo, per prima cosa perché in questo modo si andava avanti, ma anche per la complicità tra due personaggi… anzi, posso affermare che il capitolo è praticamente concentrato su di loro! Ma bando alle ciance e diamo il via alle vostre recensioni ^^

 

pretty: devi sapere che sono un mostro di lettura..e quando comincio non smetto più..quindi non stupirtene!! Ero anche in vantaggio sul fatto che eravamo in vacanza per il 1 di Novembre xD Ohh..va bene, ti avvertirò con un post, fortunatamente in questo puoi stare tranquilla, anzi, l’incazzatura non penso arriverà più! Per i programmi della Grecia..beh, basta leggere!! A presto e alla prossima!

 

pillo: mi prostro in scuse per la scorsa volta..ma purtroppo urgenti impegni mi hanno tenuta lontano dal computer! Beh, Kikyo era impegnata tra pannolini vari..quindi non ha avuto un gran tempo! Non pensi? Beh, Inuyasha non ha ancora finito di “mietere cazzate a tutto spiano”.. purtroppo. Lo so, sono sadica da morire. Grazie della recensione!

 

kaggy95: non preoccuparti, anzi sono contenta che la storia ti piaccia!  Cosa c’è di peggio della attuale situazione? Dunque..dovrei fare due conti ma aspetta ancora qualche capitolo e poi ne riparliamo ok? XD ahahah! Ciao!!

 

smartina86: Inuyasha se le merita davvero tutte..anche se forse ho esagerato..però mi piaceva molto l’idea di Inuyasha che “correva” dietro a Kagome xD devo dire che è venuto divinamente! Cmq hai visto, Giovedì è arrivato e io sono qui solo per voi!!! Alla prossima settimana!

 

Kaggy_Inu91: salve Giulia! Si Kikyo e la sua bella frotta di figli! È un’immagine molto dolce vero? Che amori!! Beh, la segretaria già dal racconto di Miroku si sapeva che lo era!! O no? Ovvio Inuyasha è un cretino, ma anche lui ha le sue ragioni..ma leggere per sapere! Ci sentiamo presto su msn! A presto!!

 

damychan: fidati.. non sei l’unica che la vuole prendere a botte!! Anche se un colpo anche a Inuyasha sta bene! si è vero Naraku e Kikyo insieme sono bellissimi, concordo con te! E poi la famigliola mi piace moltissimo con le gemelle! Grazie della recensione!!

 

Bchan: Kagome doveva decisamente cambiare aria non pensi?? XD alla prossima settimana!!

 

mel_nutella: ovviamente Tom la protegge, sono molto amici quindi la sente molto vicina.. azzarderei a dire come una sorella..per i chiarimenti mi dispiace per te ma c’è ancora un po’ di tempo! Grazie della recensione e al prossimo capitolo!

 

E ora buona lettura a tutti!!! xD

 

***

 

Capitolo 17

Wait

 

Domenica. Ore 10.20

Un silenzio innaturale si espanse nella stanza, come a volere rispondere al ragazzo che aveva appena finito il suo racconto

-No, aspetta un secondo. Credo di avere perso una battuta- Miroku si portò due dita alla tempia chiudendo gli occhi.

Quello che gli era appena stato confidato era tutto un sogno, un bruttissimo, orrendo sogno, che sfiorava il ridicolo, se non l’incubo.

Aprì gli occhi rivelando le gemme blu, identici a quelli della sorella, dove ci si poteva specchiare

-Inuyasha… che cosa hai detto?-

-Miroku…- Il ragazzo sbuffò alzando gli occhi al cielo sprofondando ancora di più nella poltrona, sperando quasi che lo inghiottisse.

-No, no… “Miroku” niente. Che cosa hai detto?- chiese seccato

“Ma perché so tenere la bocca chiusa solo per le cose importanti?” pensò Inuyasha frustrato guardando il soffitto bianco –Ho detto che ho fatto sesso con la mia segretaria- Nero e blu si incontrarono per lunghi istanti senza perdere il contatto visivo, finché Miroku non fece passare una mano tra i capelli neri lasciati liberi dal solito codino

-Ma non volevi riconquistare Kagome?- domandò improvvisamente. Inuyasha lo fissò interrogativo

-Ma che centra?- sbottò

-Tu rispondimi-

-Certo che me la voglio riprendere, è ovvio- l’accontentò

-E sei innamorato di lei no?-

-Miroku…- Inuyasha gli scoccò un’occhiata torva, come se la cosa fosse comunque ovvia e che non aveva bisogno di una risposta –Vuoi arrivare al sodo del discorso?-

-Come puoi dire tutte queste cose adesso che hai iniziato a scoparti una puttana e traditrice? Sei caduto così in basso per andare con una del genere?- lo aggredì

-Non darmi addosso Miroku!-

-Come puoi pretendere che ora lei torni da te, semmai lo farà? Dopo tutto quello che le hai fatto e che le stai facendo tutt’ora passare? Dici che la ami, eppure non ci hai messo più di due secondi a decidere di tradirla!-

-Anche lei fa lo stesso!- esplose Inuyasha raddrizzandosi e stringendo i pugni –Io la sto solo ripagando con la stessa moneta!-

Sapeva che stava dicendo delle stupidate, eppure quella vocina dentro di lui che stava cercando di venire fuori dicendogli che era un imbecille e che Kagome non aveva nessuna colpa veniva sempre messa a tacere dal suo orgoglio, che spuntava fuori sempre, in ogni situazione.

Miroku lo fissò insistentemente, senza parole

-Ma che cosa stai dicendo? Che cazzo stai dicendo Inuyasha!?-

-Io…-

-Pensavi che ti avrebbe sorriso? Che ti avrebbe buttato le braccia al collo? Che ti avrebbe detto… “Inuyasha ti amo!”?-

-No!-

-Ti rendi almeno lontanamente conto di cosa le hai fatto? Ti rendi conto che per la tua indecisione e stupidità Kagome ha perso il suo grande amore, i suoi migliori amici perché loro credevano che tu avresti fatto il maturo? Si Inuyasha, se tu avessi fatto il maturo ora noi COBRA saremmo ancora amici di Kagome! Invece hai rimandato sempre e io come un demente ti ho creduto quando dicevi che glielo avresti detto! Ho pure litigato con Sango per questo!-

-Lo so benissimo! Non c’è bisogno che me lo rinfacci! Volevo solo cancellare il suo viso dalla mia mente e in quel momento fare quello che ho fatto mi è sembrato così giusto… così vero. Eppure improvvisamente, mi sono reso conto che in realtà io non so nulla, che tutto quello che ho fatto è sbagliato e quando l’ho realizzato, mi sono sentito vuoto, con tutti i dubbi che mi premevano sulle spalle chiedendomi cosa lei avrebbe fatto, cosa avrebbe pensato, eppure non posso chiederglielo, non posso farlo perché lei oggi mi odia più che mai, ma io lo vorrei tanto ma so che è impossibile, perché quando ho realizzato che ho fatto una cazzata non sapevo più cosa pensare… Mi odia davvero? Mi detesta davvero? O lo ha fatto solo perché non riusciva a fare ciò che avrebbe voluto fare?- Alzò gli occhi verso il suo interlocutore –Capisci Miroku?- L’interessato alzò il sopracciglio scettico

-No- rispose sinceramente –Ma dimmi, c’è qualche cosa che non mi hai ancora detto Inuyasha?- chiese. Il ragazzo abbassò lo sguardo

-No, niente- Miroku alzò gli occhi sospirando

-Vabbè dai, lasciamo cadere il discorso. Prima ti stavo dicendo…-

-Che sono un coglione?- tentò il moro sbuffando

-Anche, Inuyasha, anche. Ma piuttosto che Tom e Eve sono arrivati ieri, sfornando anche un bel bambino tra parentesi, e alloggiano tutti e tre a casa Higarashi. Non so altro per ora- concluse scrollando le spalle Miroku

-E’ da un pezzo che non li vedo- commentò Inuyasha pensieroso

-Beh, qua in Giappone non sono più tornati da quando se ne andarono tre anni fa, per la loro ultima visita sai. Comunque Sango mi ha informato del fatto che è molto probabile che la famiglia felice e Kagome si siano tenuti in contatto fino a oggi-

-Si, lo sapevo e poi era prevedibile- affermò Inuyasha –Pensi che si siano tenuti in contatto anche con Kikyo e Naraku?-

-Non ne ho idea… però se così fosse mi piacerebbe avere notizie. Ammetto che sono sempre stato un po’ in ansia per loro- commentò. Inuyasha lo guardò sospirare.

Era così frustrato e arrabbiato con tutto e tutti… si sentiva così oppresso che… che…

La figura di Kikyo gli invase la mente e strinse i pugni stringendo gli occhi improvvisamente scuriti

-Se lei… se lei non se ne fosse mai andata… tutto questo…-

-Inuyasha, non dirlo!-

-…tutto questo non sarebbe mai successo!- esplose. Miroku si appoggiò allo schienale scuotendo il capo

-Non lo sapremo mai… non dire stupidaggini Inuyasha-

-Ma è vero! Se non fossimo mai andati ad Amsterdam, se lei non avesse incontrato Naraku, noi…-

-Io e Sango non ci saremmo mai rincontrati, tu Kagome te la saresti sognata e basta, mentre Kikyo sarebbe rimasta triste ed infelice… gran bella trovata amico!- esclamò fulminandolo il morettino con i suoi bellissimi occhi blu. Inuyasha strinse le labbra –Ti ho già detto di non scaricare sugli altri la tua colpa e stupidaggine, dovresti essere grato piuttosto, di avere passato anche solo un giorno in quell’hotel-

Inuyasha ripensò a tutti quei momenti felici e spensierati con un sordo dolore al petto, abbassando gli occhi, sconfitto dall’evidenza.

Miroku si alzò in piedi

-Sarà meglio che vada per oggi, non è proprio giornata-

-Mi spiace Miroku- Lo accompagnò alla porta demoralizzato ma il giovane gli sorrise amaramente

-Non ti preoccupare Inuyasha… spiace più a me  visto che io non posso fare niente per aiutarti, la decisione spetta solo a te- Si fece improvvisamente serio –Ma andando avanti così Inuyasha, non risolverai nulla- concluse. Inuyasha si scostò la frangia distrattamente

-Tu che cosa faresti se fossi al mio posto?- domandò. Lo guardò a lungo, attendendo, in trepida attesa, senza mai incontrare il suo sguardo, finché nel volto dell’amico si fece strada un lento e pallido sorriso

-Cercherei di riavvicinarmi a lei tenendomi a freno, come se dovessi riallacciare i rapporti con un amico. Buttarsi così, alla cieca, come hai fatto tu finora, dopo un torto del genere… si otterrebbe solo l’effetto contrario a quello che si vorrebbe realmente. Infine mi adatterei, giocando bene le mie carte e aspettando pazientemente- Lo guardò male –E tu in questo non eccelli molto… ah, soprattutto, cercherei di non tradirla e anche in questo non riesci molto bene!-

Inuyasha, preso in causa e sentendosi colpevole, abbassò lo sguardo

-Hai ragione Miroku-

-Ho sempre ragione-

-Modesto-

-E’ una delle mie ottime qualità- si lodò. Inuyasha sospirò

-Miroku?-

-Si?- rispose svogliatamente

-C’è un’altra cosa che devo confessarti-

Nell’appartamento cadde un breve silenzio rotto solo dai loro respiri

-Oddio Inuyasha… anche un ménage à trois?-

-Ma che schifo Miroku!- esclamò

-E’ un’esperienza interessante!-

-Miroku!!- esplose scandalizzato Inuyasha

-La mia giovinezza è stata piena di sfumature!-

-E di quante tue sfumature non mi hai messo al corrente?- chiese sospettoso

-Mah… un po’ quello, qualche cosa di là…- spiegò vario

-E io che pensavo di essere stato quello con maggiore esperienza-

-Perché tu non l’hai mai fatto con Kagura!- esclamò

-Ti prego… E Sango? Quante di queste tue sfumature non sa?- domandò maliziosamente

-Sorvoliamo- sussurrò –Mi stavi dicendo qualche cosa a proposito?-

 

Ore 10.30

-Mi spiace tanto Kagome- ripeté l’ennesima volta Eve

-Non preoccuparti per noi Eve! Ci fa piacere!-

-Se hai bisogno chiamaci ok?- sollecitò Tom aprendo lo sportello della macchina della famiglia Higarashi.

Kagome ancora faticava a credere che Tom era, dopotutto, un uomo normale.

La giovane indossava un paio di jeans e un maglia a tinta unita a mezzemaniche e affiancava sua madre e suo fratello davanti alla porta di casa.

Quella mattina, dopo colazione, Tom aveva ricevuto, tra le imprecazioni della moglie, una chiamata di lavoro e ora, doveva correre dall’altra parte della città per risolvere quel piccolo imprevisto. Eve avrebbe dovuto seguirlo, ma Jhonny, non avrebbe mai potuto affrontare un viaggio del genere in auto e per di più, quando sarebbero arrivati, non ce l’avrebbero fatta a prendersi cura di lui, così la famiglia Higarashi aveva proposto di badare al piccolo fino al ritorno dei genitori.

Eve non era felice per niente, mentre Tom dal suo canto era piuttosto ansioso. Cosa decisamente normale per due  genitori alle prese con il loro primo figlio ancora piccolo

-Jhonny qui sarà al sicuro, lo coccoleremo per bene, non gli mancherà nulla-

I due coniugi guardarono il piccolo tra le braccia di Eve poi si sorrisero

-Sono tranquilla se lo saprò con voi. Non so proprio come ringraziarvi- disse la donna grata –Amore della mamma? Fai il bravo cucciolo ok?-  mormorò dolcemente al figlio

-Maaaaa… aaaaaah!!- Jhonny mosse le braccina verso l’alto, entusiasta, e dopo avergli scoccato un bacio lo diedero alla madre di Kagome che lo strinse  delicatamente

-Allora noi andiamo- concluse Tom salendo, imitato dalla moglie che sventolò la mano

-Allora a dopo, grazie a tutti e ciao!-

-A dopo!- Li salutò Sota sbracciandosi mentre la macchina spariva dietro l’angolo alzando un po’ di polvere al suo passaggio, inghiottita dalla strada e dal traffico mattutino

-Speriamo se la cavino- ingiunse preoccupata Kagome –Dopotutto questa è Tokyo… non esattamente una cittadina che si gira in due minuti!-

-Non preoccuparti Kagome, gli abbiamo dato anche la cartina per sicurezza e poi sono certa che se avranno difficoltà chiederanno in giro- la consolò la donna guardando il piccolo affettuosamente. Kagome sorrise

-Hai proprio ragione ‘ma. Mi preoccupo per niente-

-Va bene- annunciò improvvisamente Sota –IO rientro che faccio i compiti- decise rientrando tutto trafelato

-Però… uffa, è solo il primo giorno e l’hanno già chiamato per lavoro- commentò sconsolata la giovane senza prestare attenzione al fratello

-Beh, non scordare mai che Tom è un imprenditore-

-Lo so mamma, non l’ho scordato-

La donna sorrise alla figlia scuotendo leggermente il capo

-Io ora devo fare delle faccende in casa, mi farò aiutare da Sota. Perché intanto tu non ti vesti e non fai una passeggiata con il bimbo?-

Kagome fissò Jhonny che si guardava assorto la piccola manina paffuta, come se l’avesse vista per la prima volta

-Ma non è un po’ piccolino?- domandò titubante

-Sciocchezze. Dai prendilo- la incitò

-Oh no, no no- disse scuotendo il capo e facendo un passo indietro

-Non essere sciocca Kagome. Tieni-

In un istante, Jhonny sentì il profumo intorno a se cambiare e l’abbraccio caldo e rassicurante di quella donna venire sostituito da uno rigido e insicuro appartenente ad un profumo totalmente diverso e più delicato.

Alzò gli occhi verso la nuova persona che lo stringeva e vide la morettina del giorno prima guardarlo terrorizzata.

Eppure le era sembrata così bella e dolce…

Gli occhi gli si riempirono di lacrime che una dopo l’altra scivolarono sulle sue guance rosse dallo sforzo, rotte da forti singhiozzi che si espansero nell’aria.

-Mamma!!- esclamò Kagome agitata guardando il piccolo tra le sue braccia piangere forte. La donna scosse il capo alzando brevemente gli occhi al cielo

-Sei così agitata che il bambino si è spaventato, è una cosa ovvia. Perché non provi a calmarti? Non gli farai del male- disse cercando di tranquillizzare la figlia che la fissò insicura

-Va bene…- sussurrò respirando profondamente tentando di rilassare i muscoli. Jhonny avvertì l’improvviso cambiamento, sentendosi cullare dolcemente, e i singhiozzi diminuirono fino a sparire del tutto

-Ecco fatto, brava Kagome- La donna sorrise orgogliosamente mentre la giovane tirava un sospiro di sollievo. Sorrise al piccolo

-Ehi… ciao piccolino… ma lo sai che sei pesantuccio?- ridacchiò la giovane mettendogli l’indice davanti al nasino

-Naaaaa- rise Jhonny prendendo il dito della ragazza, come a volerlo studiare ancora più da vicino.

La donna sorrise mentre guardava Kagome far giocare Jhonny con il proprio indice

“Chissà come sarà il mio nipotino…” pensò improvvisamente mentre, lavando i piatti, guardava sua figlia annunciarle che saliva in camera con il bambino.

 

Ore 10.35

Un lieve bussare, riscosse la giovane seduta alla propria scrivania, così assorta nei libri di scuola, che nemmeno sembrava vederli, quasi li trapassasse con lo sguardo.

La signora Kyoko, sposata due volte, separata dal primo marito e dal primo figlio, con un buon matrimonio di 20 anni alle spalle, era molto orgogliosa della propria unica figlia femmina: buoni voti, intelligente, ottimo comportamento… una ragazza e figlia modello. Purtroppo, la carriera da lei intrapresa, l’aveva tenuta lontana dalla figlia più di quanto avrebbe voluto, e per questo non aveva potuto seguirla molto nella sua vita privata.

Un grande rammarico per una madre.

E ora, alla veneranda età di 48 anni, aveva l’impressione di non avere fatto nulla per la sua bambina in tutti quegli anni, sentendola scivolare via dalle sue dita come neve al sole, allontanandola da lei.

Non era una bella sensazione, ed era lì per quello.

Da qualche tempo a quella parte sua figlia non era più la stessa. Sapeva che era triste poiché aveva litigato con una sua amica anni addietro, ma non era quello che la faceva stare in ansia sinceramente.

Era una sensazione più profonda, più terrificante.

Era sempre stata piuttosto intuitiva, e questa era una delle dote che l’aveva portata avanti con la carriera, ma questa volta un angolino di lei le stava dicendo che c’era qualche cosa che non quadrava, in tutti i sensi.

-Mamma? Cosa ci fai in camera mia?- domandò Sango stupita interrompendo il contatto visivo con i libri e posando una penna che, chissà se in quei 10 minuti, aveva scritto una sola parola.

La donna le sorrise e si sedette sul letto accavallando le gambe.

Kyoko era sempre stata una donna molto attraente e sinuosa, senza nemmeno ricordarlo era stata scelta tra decine di donne per diventare la moglie di Kazana, e anche in quella situazione, Sango si chiese come era possibile che lei fosse sua figlia visto che non possedeva praticamente nulla della madre.

Comunque il fatto che sua madre fosse venuta in camera sua era preoccupante, soprattutto se la donna avesse saputo che a meno di un metro da lei, sotto la coperta, era rivelato il suo più oscuro segreto.

Non andava affatto bene.

-Nulla tesoro… sono solo venuta a fare due chiacchiere, ti disturbo? Se vuoi parliamo un po’ dopo- disse semplicemente.

Sango si umettò le labbra mordendosele leggermente.

Sua madre che le chiedeva come stava? Oh Kami. Stava andando tutto a catafascio?

-Ma no mamma… resta pure. Tutto bene comunque- rispose.

Si vedevano tutti i giorni, eppure erano sempre di fretta per un impegno o l’altro, e le solite domande di routine che madre e figlia di scambiavano quotidianamente nelle altre famiglie, con loro succedeva raramente.

Non a dirlo, Sango aveva un rapporto decisamente migliore con il padre che con la madre, visto che quest’ultima non c’era mai nelle occasioni veramente importanti. Non era stata la madre a sentire il suo sfogo di quando aveva litigato con Kagome, non era stata lei a sentire con le proprie orecchie di quando aveva vinto la corsa alle medie, non era mai stata lei.

La donna sorrise

-Ne sono felice. Lo studio? Come procede?-

-Mamma, perché sei venuta in camera mia?- domandò Sango senza rispondere alla domanda della donna.

Ok, forse non era vero che non aveva preso proprio niente dalla madre… Era così stramaledettamente intuitiva!

-È che… Sango, noi due non abbiamo mai parlato a quattrocchi da donna a donna… Capisci che intendo?- tentennò la donna.

La figlia trattenne il respiro sconvolta.

Merda.

Merda merda merda!

Non intendeva forse quello, vero?

-Credo di si- rispose lei riprendendo a respirare

-Sango, hai 19 anni e credo tu sia sufficientemente matura per sostenere certi discorsi. Hai già avuto rapporti?-

-Mamma!- esclamò la ragazza scattando in piedi arrossendo –Ma che domande mi fai?-

-Calmati, non ti sto chiedendo di raccontarmi vita, morte e miracoli. Comunque dalla tua reazione immagino di si, vero?- chiese Kyoko mettendosi più comoda.

Sango si risedette annuendo

-Si-

-Bene… immagino quindi che allora tu abbia un ragazzo- presuppose.

Sango abbassò gli occhi.

 

Mamma, sono fidanzata con mio fratello.

 

Mamma, ho fatto sesso la prima volta a 13 anni con mio fratello.

 

Mamma, vado tutt’ora a letto con mio fratello.

 

“Delle tre risposte per quale mi ammazza?” ironizzò a giovane ironica –No, nessun fidanzato per ora- rispose neutra.

La donna alzò il sopracciglio

-E quindi quando…?-

-Un anno fa. Mamma, ho molto da studiare e oggi devo uscire con degli amici-

Kyoko la fissò intensamente

-Certo- La donna si alzò e avvicinandosi le baciò la guancia –Buono studio- Si avvicinò alla porta e rimase qualche istante ferma, con la mano sulla maniglia –Tesoro?-

-Si?- Non le sembrava nemmeno la sua voce

-Hai usato vero…?-

-Si mamma. A dopo- La donna uscì richiudendo la porta alle proprie spalle e andò verso la cornetta del telefono

-A chi chiami amore?- domandò Mito uscendo dalla cucina dove Sota stava finendo i compiti

-A Miroku- gli rispose sorridendo –Voglio chiedergli se oggi vuole venire a fare un giro qui. Ti spiace?-

-Certo che no Kyoko. Che cos’hai? Mi sembri strana. È successo qualche cosa?-

-No, no, non ti preoccupare tesoro- rispose sfiorandogli la guancia per poi comporre il numero “O almeno lo spero” pensò

 

Ore 10.40

-Che ne pensi?- domandò Inuyasha dopo un po’.

Miroku sospirò tamburellando le dita sul tavolino davanti alla poltrona su cui si era riseduto per ascoltare la confessione di Inuyasha su ciò che era successo tre sere prima. Lo guardò

-Devo confessarti Inuyasha, che non so proprio cosa pensare adesso, dopo questo insomma- rispose

-Nemmeno io… insomma, se ha lasciato lì quella scatola vuol dire non mi ha dimenticato, ma se lo ha messo là, dove l’occhio fatica a vedere… forse se né solo dimenticata-

-Beh, mi hai detto che aveva un’espressione terrorizzata quando la scatola è caduta, vero?- Inuyasha annuì –Quindi possiamo presupporre che non se ne era dimenticata, se fosse stato così si sarebbe stupita, o sarebbe almeno stata confusa. Capisci?- Il ragazzo davanti a lui annuì –Possiamo fare solo ipotesi, ma immagino che lei sapesse che cosa contenesse quella scatola e che sapesse esattamente dove fosse. Non so perché l’abbia tenuta, ma sto cominciando a chiedermi… se quello che lei ci dice da tre anni non sia la verità, ma lo stia solo imponendo a se stessa-

Inuyasha lo fissò confuso

-Come?- chiese

-Oh, niente niente, pensavo a voce alta- rispose scrollando le spalle.

Una suoneria irruppe improvvisamente nella stanza e i due ragazzi si guardarono

-Non è il mio- rispose Inuyasha scrollando le spalle

-Lo so, è il mio- disse Miroku prendendo fuori il cellulare senza rispondere, guardandolo pensieroso

-Che ti prende? Rispondi!-

-Questa è la suoneria della casa di Sango- spiegò –Solo che per motivi pratici avevamo accordato che ci saremmo sempre chiamati con il cellulare, quindi perché con il numero di casa?- mormorò più a se stesso che all’amico

-Se non rispondi non lo saprai mai- Si guardarono

-Vero- accordò Miroku premendo il tasto verde, imponendosi la calma –Pronto?-

-Pronto tesoro? Sono la mamma- Il giovane sussultò –Scusami se ti disturbo… Miroku, ci sei?-

-Ah, si. Si, certo. Mi hai sorpreso. Come stai?-

-Bene, grazie. Tu?-

-Benino. A cosa devo la chiamata… mamma?-

Inuyasha guardò l’amico alzando il sopracciglio, ma Miroku lo ignorò

-È da qualche giorno che non ci vediamo, sono stata molto presa con il lavoro. Che ne dici oggi di venire qua a casa? Mi farebbe piacere parlare un po’ con te senza nessuna interruzione esterna- spiegò la voce della donna.

Miroku si morse le labbra

-Veramente oggi…-

-Oh, sei impegnato?- chiese la donna

-No, no assolutamente no- si affrettò a rispondere il ragazzo –Va bene, a che ora vuoi che venga?-

-Verso le 15.00 può andarti bene?-

-Certo-

-Benissimo, sono così contenta! Allora a dopo tesoro!-

-Certo, a dopo mamma- Il ragazzo chiuse la chiamata stringendo il cellulare tra le dita –Merda- ringhiò

-Miroku…?-

-Scusami Inuyasha, devo andare- disse alzandosi in piedi

-Va bene- Lo accompagnò alla porta ma prima di uscire l’amico si voltò a guardarlo

-Inuyasha?-

-Si?-

-Mi dovresti fare un piacere-

-Dimmi-

-Oggi pomeriggio dovevo vedermi con Sango, ma è sorto un imprevisto… Puoi portarla da qualche parte per distrarla? Con gli altri se hanno tempo ovviamente-

-Ma certo- concesse il ragazzo

-Grazie Inuyasha, sei un vero amico- disse tristemente Miroku andandosene subito dopo con già il numero del cellulare di Sango sul display del cellulare.

 

Ore 10.50

Merda.

Merda merda merda.

Accidenti!

Sango sbatté violentemente la testa contro la scrivania

-Non… è… possibile…- sussurrò.

Era andato tutto bene per tre anni, una meraviglia! Allora perché suo madre aveva deciso proprio in quel momento di cominciare ad avere dei dubbi?

Ok, non parlava mai di ragazzi. Ma come poteva aspettarsi che ne parlasse con lei quando non era mai in casa?

E poi fare tutte quelle domande… oddio, che avesse lasciato trapelare qualche cosa durante una cena? O una chiamata? O qualsiasi altra cosa?

No, non era possibile.

Però… forse quando è successo credeva di essere sola…

Oh mio Dio.

Il dubbio cominciò a farsi largo tra la viscere della giovane che sbarrò gli occhi stringendoli forti il secondo dopo. Sarebbe stato il colmo, la tragedia!

I suoi non dovevano scoprire nulla di lei e Miroku, ma come poteva fare?

Non lo voleva mollare, voleva continuarlo a vedere, voleva…

Si buttò sul letto arrossendo.

Maledizione, sembrava una quindicenne! Si imbarazzava ancora per certi pensieri… C’era qualche cosa di veramente sbagliato in lei…

La melodia di “Nine days” riempì la stanza e la giovane si riscosse.

Miroku…

Controllò che dietro la porta non ci fosse nessuno poi rispose

-Pronto?-

-Ciao amore…- La voce sconfortata del ragazzo dall’altra parte della cornetta la fece rizzare su se stessa

-Amore? Che succede?-

-Sango, non potremo vederci oggi- disse lui arrivando direttamente al sodo. La giovane si morse le labbra

-Perché?-

-Mi ha chiamata Kyoko-

-Oh santo cielo! Cosa ti ha detto?-

-Mi ha chiesto se oggi pomeriggio venivo a casa tua, dice che vuole parlare con me- spiegò. Sango sospirò

-Accidenti…-

-Amore? Che succede? Devo sapere qualche cosa?-

-Non credevo che arrivasse a tanto, davvero- disse e gli raccontò brevemente ciò che si erano dette lei e la madre pochi minuti prima. Dalla confessione seguì un lungo silenzio da ambo le parti e la giovane, agitata, cominciò a pensare che il ragazzo si fosse arrabbiato per ciò che aveva risposto alla madre –Miroku?- mormorò

-Scusa Sango. Sei costretta a mentire a tua madre-

-No, non dire così! È la strada che ho scelto!-

-Oh Sango…-

-Tu non devi preoccuparti di niente Miroku. Finché tu sarai con me io potrò sopportare tutto- disse lei.

Miroku sorrise fermandosi in mezzo al marciapiede

-Si Sango, finché saremo insieme…-

  
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