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Autore: leila91    13/12/2014    16 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Preoccupazioni

 
 
“Sorellina, sto bene. Ѐ solo un graffio…”
“Non mi chiamare così, incosciente che non sei altro! Non sono più una bambina. E non osare dirmi che questo è solo un graffio, perché giuro-”
“Éowyn! Adesso basta, guardami. Guardami, maledizione!”
 
La giovane alzò gli occhi verso suo fratello, rilasciando un sospiro.
Stava trattenendo il fiato? Non se n’era nemmeno accorta…
Quando poco prima aveva sentito lo squillo dei corni, e avvistato in lontananza i destrieri di Thèodred ed Éomer, si era sentita il cuore incredibilmente più leggero.
Mano a mano che il gruppo di cavalieri andava avvicinandosi alla Città però, si era accorta che qualcosa non tornava.
 
Così pochi… È mai possibile che abbiano affrontato una simile missione con un numero così ridotto di uomini?
 
Fu solo poco dopo che scoprì, grazie alle parole di suo cugino, che in realtà erano partiti in circa il doppio.
Metà di loro non ce l’aveva fatta, trucidata dagli Orchi.
Thèodred se l’era cavata con qualche piccola escoriazione, Éomer invece, si era procurato un brutto taglio lungo tutto l’avambraccio sinistro.
Il giovane continuava a sanguinare.
Éowyn era sbiancata a quella vista, poi però si era fatta forza, e preso da parte il fratello, aveva iniziato a medicarlo.
Non si era mai sentita così spaesata in tutta la sua vita.
Quella era la prima volta, dopo la tragica scomparsa dei suoi genitori, in cui si era trovata così vicina a perdere nuovamente qualcuno di caro.
La prima volta, dopo tutti quegli anni, in cui la realtà della guerra l’aveva colpita improvvisamente, con tutta la sua crudezza.
La neo acquisita consapevolezza di come stessero davvero le cose, le fece tremare le ginocchia, mentre il fuoco caldo della rabbia si accendeva dentro di lei, mischiato alla frustrazione.
Sentirsi poi dire che quella brutta ferita, altro non era che un graffio, fu chiaramente la goccia che fece traboccare il vaso.
 
“Sono qui, davanti a te. Sto bene. Stiamo bene, anche Thèodred è qui”, le stava dicendo Éomer, lentamente, in una maniera che voleva essere rassicurante, ma lei faceva fatica a concentrarsi sulle sue parole.
“Metà…” la giovane deglutì prima di proseguire, “Metà di voi non ce l’ha fatta. Avrei… Oggi avrei potuto perdervi entrambi, senza riuscire a impedirlo, dannazione! E adesso anche zio Thèoden sta male, e io…”
Le ultime parole le erano sfuggite di bocca senza che intendesse davvero pronunciarle, e volarono dritte fino alle orecchie di Thèodred, che si trovava poco distante.
“Che cosa hai detto?” domandò il giovane incredulo, afferrandola per le spalle, “Che cos’ha mio padre?!”
“Io… Io non lo so! Oggi in città, mastro Arleon mi ha riferito che Grima-”
“Grima?!” la interruppe il cugino, sputando la parola con ferocia.
“Thèodred, lasciami, così mi fai male!”
 
Thèodred si allontanò di un passo liberando la cugina dalla sua stretta: “Io… Perdonami Éowyn, non volevo prendermela con te”.
Poi, con un sospiro, strinse la ragazza fra le sue braccia, questa volta in maniera completamente diversa: “Raccontaci tutto, piccola. Non tralasciare nulla”.
Éowyn fece una piccola smorfia nel sentire l’appellativo, poi una volta al riparo da sguardi e orecchie indiscrete, raccontò ai due giovani tutto quello che aveva sentito in città.

 
 * * *
                                                                 
                                                                               
Thèodred aprì con una mossa decisa le porte del grande salone principale.
Alle sue spalle, Éowyn ed Éomer lo seguivano col fiato mozzo.
 
“Mandate a chiamare mastro Grima, ho bisogno di vederlo immediatamente!” intimò ai primi vassalli che si fecero avanti per salutarlo.
Questi s’inchinarono rispondendo: “Subito, mio Signore”, ma appena prima che potessero allontanarsi una voce untuosa risuonò nell’aria: “Sire Thèodred! Ho sentito che mi stavate cercando”.
 
Éowyn sentì un brivido correrle lungo la schiena nel veder apparire la gobba figura di Grima, e cercò di non lasciar trapelare dagli occhi il disgusto che provava.
“Dov’è il tuo signore, mastro Grima?” chiese Éomer, con la sua solita irruenza, e con tono fin troppo accusatorio.
Thèodred gli posò una mano sul braccio, per zittirlo educatamente, e si rivolse all’uomo in maniera decisamente più pacata e diplomatica: “Sì, vi cercavo, mastro consigliere. Ho alcune domande da farvi, e questioni che desidero chiarire”.
La risposta di Grima lasciò i tre cugini spiazzati: “Ma certo, so perfettamente di cosa si tratta. Vi prego, vogliate seguirmi”.
 
Pochi minuti dopo, giunsero insieme nella camera privata del Re.
Thèoden era a letto ma non stava dormendo. Era seduto, appoggiato contro lo schienale, e stava leggendo alcune lettere.
Il suo colorito era decisamente più pallido rispetto al normale, e vi erano delle ombre scure sotto i suoi occhi.
A parte questo però, non sembrava diverso dal solito.
 
“Zio!” Éowyn non riuscì a trattenersi e corse di slancio ad abbracciarlo.
“Éowyn! Figlia mia, che gioia vederti”
“Zio! Mi avete fatta così preoccupare, credevo che…”
“Su, su non è nulla! Solo un leggero malessere dovuto all’età. Non sono più giovane come una volta, sai?” provò a scherzare Thèoden, facendole l’occhiolino.
“Un leggero malessere che però vi ha costretto a letto diversi giorni, padre” ribattè Thèodred, guardando di sbieco Grima nel frattempo.
“Ero in buone mani, figlio mio, Grima si è preso cura di me. Dovrei piuttosto essere io quello preoccupato. Per te ed Éomer, specialmente. Il mio cuore ha gioito nel vedervi tornare incolumi così presto”.
“Padre, se permettete…”, cominciò Thèodred.
“Mio signore, il Re ha bisogno di riposare ora” s’intromise Grima.
“Senti tu, pompos-”
“Éomer! Basta così! Grima sta solo cercando di prendersi cura di me”, sbottò Thèoden.
“Andate ora figlioli”, aggiunse poi raddolcito, “Avete bisogno di riposare anche voi. Vi vedrò questa sera a cena”.
“Rimettetevi in fretta zio” sussurrò Éowyn, prima di richiudersi la porta alle spalle, “Il vostro popolo ha bisogno di voi”
Ed Edoras non mi è mai sembrata così spenta.
 

* * *
                                                                           

“Nasconde qualcosa, mi pare ovvio.” borbottò Éomer, con tono più preoccupato che polemico, quando i tre giovani furono di nuovo soli.
“Non nego che questa faccenda mi preoccupi alquanto. E ci sono alcune cose che mi rimangono tutt’ora oscure. Ma questa non è un’accusa leggera, amico mio” rispose Thèodred, “Grima è al servizio della nostra famiglia da molti anni, e ci ha sempre reso dei buoni servigi. Non intendo dubitare di lui senza un valido motivo”.
“Un valido motivo?” ringhiò suo cugino, “Cosa vorresti fare, aspettare che…”
“Éomer, calmati! Cosa credi, che la salute e la sicurezza di mio padre non siano importanti per me? Ma abbiamo solo sospetti, e per di più nemmeno fondati. Gli attacchi degli Orchi si fanno ogni giorno più frequenti e feroci, la nostra priorità è…”
“La mia priorità è la mia famiglia” sibilò Éomer, “Ancora prima del mio stesso popolo” concluse, allontanandosi.
 
“Éomer!” provò a richiamarlo sua sorella, ma fu tutto vano, il giovane la ignorò.
“Mi dispiace” cominciò Éowyn, voltandosi verso il cugino, “Se vuoi posso provare a…”
“No, in questo momento sarebbe inutile” sospirò Thèodred.
“Lui è fatto così” mormorò la giovane, come a volersi scusare.
“Lo so Éowyn, non preoccuparti. Tuo fratello ha un cuore sincero e uno spirito nobile, ma a volte il suo carattere impulsivo lo porta ad agire in maniera avventata, e pericolosa. Specialmente per se stesso. Io capisco perfettamente le sue ragioni. E non credere che non condivida in pieno le sue paure”.
“In questo momento però, ritengo sia più saggio adottare una diversa strategia” continuò, “Ed è per questo che vorrei chiederti di tenere gli occhi aperti, e di vegliare su mio padre, quando a me non sarà possibile. Puoi farlo, Éowyn?”
La ragazza annuì decisa: “Non hai bisogno di chiedermelo, cugino”
Ma una parte di lei, una parte piccola, eppure pericolosamente insistente, le sibilò: Pessima decisione, ragazza mia. Ti stai cacciando in una trappola, lo sai?
 
Quel fastidioso sussurro durò solo una manciata di secondi, tuttavia c’era stato, ed eliminarlo mai sarebbe stato possibile.
“Ora però vai da Éomer. Cercate di chiarirvi, ti prego.”
Thèodred annuì sorridendo, e dopo averle dato un bacio in fronte si allontanò.
 

* * *     
                                                       
 
“Mi dispiace aver reagito in quel modo, oggi pomeriggio”
“Hai parlato con Thèodred?”
 
Fratello e sorella erano seduti davanti al fuoco, nella loro vecchia ‘sala dei racconti’.
 
Éomer fece un cenno positivo col capo: “Ma le mie preoccupazioni ovviamente rimangono. Quando non saremo a palazzo…”
“Veglierò io su di lui” annunciò solennemente Éowyn.
“Ma fa' attenzione sorella, te ne prego. Se ti dovesse accadere qualcosa…”
“Non dire sciocchezze, sei tu quello che rischia la vita là fuori” ribattè lei, rabbrividendo al pensiero, “Non può succedermi nulla a palazzo”.
“Éowyn, parlo sul serio: promettimi che non farai nulla di avventato!”
“Solo se tu farai altrettanto,” rispose la giovane, sforzandosi di sorridere: “Torna da me.”
“Sempre,” annuì Éomer.
“Sempre.”
 

 




 



Angolino Benninico:
*devo smetterla di mangiare la pastafrolla o non ne rimarrà più per i biscotti >.<*
 
Saaalve!
Mentre aspetto che il forno si scaldi ne approfitto per postare il capitolo 10, enjoy!
 
Volevo solo dire che ho adorato descrivere Eomer ♥ lo amo ogni giorno di più.
Spero come sempre che vi piaccia!
Grazie infinite come sempre a tutti voi che leggete, alle recensiste ♥ e a chi mi segue e preferisce =D
Siete la mia gioia ♥
 
Un grande abbraccio, alla prossima!
Benni
   
 
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