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Autore: Persefone3    13/12/2014    3 recensioni
Salve a tutti, ho deciso di mettere insieme una serie di One Shot che hanno per protagonisti i Capitan Swan perché secondo me spaccano davvero e sono senz'altro la migliore coppia di tutto lo Show. Sono essenzialmente dei Missing Moments tra i due che mi sono venute in mente, rielaborando anche parte della trama. Detto questo, bando alle ciance e allo spiegone, vi auguro buona lettura e spero vi piacciano.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Carissimi, eccoci qui ancora. Questa shot esplora un po' la testa di Emma e quindi ho deciso di scriverla dal suo punto di vista. Vi anticipo che è speculare alla prossima che caricherò che invece esplora un po' la testa del nostro (mio) amato Capitano. Altra incursione nella terza stagione, ma stavolta nella seconda parte. Come sempre un vivo ringraziamento a chi ha voluto farmi sapere cosa pensa (siete sempre un bellissimo spunto di riflessione), a chi segue e a chi legge. Un bacione
Persefone



Lui
- Se può essere rotto, significa che ancora funziona.

Le sue parole fanno eco nella mia mente e non riesco a farle tacere. è notte fonda nella stanza che Henry ed io abbiamo preso da Granny. Io non riesco a dormire e non faccio altro che girarmi nel letto. Con uno dei suoi mugugni Henry mi ha fatto capire che non gradisce tutto quel movimento. Poverino, non posso dargli torto. Per questo ho deciso di alzarmi e farmi una cioccolata calda con la cannella, cercando di fare il meno rumore possibile.
Una volta pronta, mi sono messa comoda sulla poltrona vicino alla finestra che da sul mare. Sul termosifone c’è una coperta: la prendo e mi ci avvolgo dentro. Fa abbastanza freddo per girare solo in pigiama. Guardo gli anelli di fumo della cioccolata, le parole che mi ha detto nel bosco invadono di nuovo la mia mente. C’è di più: non posso fare a meno di pensare al suo sguardo, mentre mi dice ciò. I suoi occhi blu mi guardano sempre in quel modo: a volte non importa quanti strati di vestiti possa avere addosso, mi fa sentire come se fossi nuda. E non solo fisicamente. Non so come faccia, ma quel modo di posare i suoi occhi su di me, mi da i brividi, come ora. E dannazione riesce sempre a farmi quell’effetto, anche quando sembra impossibile. Come a New York, per esempio, quando è piombato al mio tavolo mentre stavo cenando con Walsh. Non avevo ancora i miei ricordi, quindi per me era un perfetto sconosciuto. Uno sconosciuto che, proprio quella mattina, mi aveva baciata sulla soglia di casa, farneticando cose strane.

- La vostra famiglia è in grave pericolo.
- La mia famiglia è proprio qui, chi sei tu?
- Un vecchio amico … So che non potete ricordarvi di me, ma posso farvi ricordare.

Lo avevo steso con un colpo basso in tutti i sensi, ma quel bacio e quegli occhi me li ero portati dentro tutto il giorno. Mi sentivo colpevole verso Walsh per quello che avevo provato, ma allo stesso tempo mi fece sentire viva come non lo ero da un anno a quella parte. Ricordo bene il suo discorso al tavolo. Ho afferrato il coltello come per minacciarlo. In realtà era me stessa che stavo minacciando: non riuscivo a rimanere impassibili davanti ai suoi languidi sguardi.  Nel silenzio di questa stanza e di me stessa lo posso ammettere: il motivo per cui non ho subito risposto di sì alla proposta di  Walsh è legato a lui. Perché quel fantasma, lo avevo chiamato io così, era riapparso nella mia vita e mi aveva dato un’emozione incredibile, anche se ne ignoravo completamente il motivo.
Eppure anche quando ho recuperato la memoria, ho continuato ad usare Walsh come scudo: l’ho fatto quando ci siamo seduti al tavolo di casa mia, con del rhum davanti e lui mi stava spiegando cosa era successo e perché era a New York. Credevo di amare Walsh perdutamente fino a quella maledetta mattina, ma quando mi sono ritrovata davanti Killian (oddio, già siamo al punto che lo chiamo per nome?) qualcosa è cambiato. E poi Walsh si è rivelato essere, in realtà, una scimmia volante, una spia della perfida Strega dell’Ovest.   
Non so spiegare a parole cosa mi attiri verso di lui come una calamita. Mi ripeto che è l’uomo più sbagliato per me, è un pirata santo cielo, che tipo di stabilità ed equilibrio può dare a una donna come me, con un figlio per giunta?!
 Il fatto di essere così sbagliato, però, lo rende dannatamente perfetto ai miei occhi.
Sento un brivido attraversarmi il corpo, anche quando l’ho baciato la prima volta, ho provato la stessa cosa. Questo potere che ha su di me mi fa paura perché non posso difendermi. E lui lo ha capito.
Quando abbiamo lasciato New York per tornare a Storybrooke sul mio maggiolino, la gente avrebbe potuto scambiarci per una famiglia. Henry era rimasto un po’ perplesso quando si era trovato davanti quello strano tizio e quando gli ho detto che andavamo nel Maine per seguire il suo caso. Avevo paura che potesse fare domande che ci avrebbero messo in difficoltà e avevo paura delle risposte che Killian (e due) avrebbe potuto dare. Fortunatamente si era addormentato quasi subito e per gran parte del viaggio. Nonostante guardassi la strada, sentivo che mi stava frugando con gli occhi. Era avido, voleva sapere di quell’anno passato, di quell’uomo che mi era stato vicino, intimamente vicino. Non mi ha rivolto una singola domanda con la bocca, ma ho potuto sentire tutto. E più percepivo le sue domande e più mi sentivo in imbarazzo. Era chiaro che avevamo condiviso qualcosa di molto più profondo di un’avventura su Neverland, ma c’era il presente da affrontare. Lui non sapeva niente del mio ultimo anno e io del suo, ma una cosa me l’aveva fatto capire. E solo con una frase.

- Non c’era niente per me nella Foresta incantata, perché sarei dovuto rimanere?

Nella Foresta Incantata mancavo solo io.
Sono queste le frasi che mi destabilizzano emotivamente: la forza dei suoi sentimenti è talmente palese che a momenti mi vergogno della mia storia con Walsh come se fosse una scappatella …  
Qui a Storybrooke, il mio scudo è Neal e sapere che fine ha fatto. Da quando sono arrivata, mi ripeto che lo faccio per Henry, in realtà lo faccio anche per me. Se ho la testa occupata, non penso a lui, al fatto che ho desiderio di lui, delle sue mani su di me.
Mentre penso queste cose, sento le guance andare a fuoco. Provo a dirmi che cioè è dovuto alla vicinanza della tazza calda al mio viso, ma so benissimo che è una bugia: la tazza è sul tavolinetto e non vicino alla mia faccia.
Perché mi fa tanta paura provare desiderio per lui? Semplice. Risveglia in me la parte istintiva, quella irrazionale ed io non voglio assolutamente perdere il controllo. La prima e l’ultima volta che l’ho fatto, mi sono ritrovata in prigione ed incinta, direi che basta e avanza.  
Un merito devo riconoscerglielo però: non ha mai mollato con me. Avrebbe potuto farlo in moltissime occasioni, ma è sempre rimasto al mio fianco, defilato, ma sempre presente. A New York non aveva nessun motivo per insistere. Aveva i suoi ricordi.

- Sono tornato per salvare te.

Non sono abituata ad essere al centro dei pensieri di qualcuno, ma nei suoi sono lì e in fondo anche lui nei miei. E questo lo sa bene, anche se morirei prima di ammetterlo.
Non importa quanto lontano lo possa spingere, a gesti o a parole: se devo fare una battuta di ricerche nei boschi è lui che chiamo per primo; se devo prendere una decisione è con lui che parlo; se inciampassi per strada, so che sarebbe pronto a sorreggermi per non farmi finire faccia a terra; se dovessi lasciare Henry a qualcuno, probabilmente lo chiederei a lui.    
Dio, non mi sono mai resa conto, fino a stanotte, di quanto faccia affidamento su di lui e di quanto, nonostante la mia diffidenza, lui sia sempre pronto a venirmi incontro. Mi sembra di sentire le sue mani che mi sfiorano il viso e che mi sorreggono per non farmi cadere, così come le sue battutine, che vorrei odiare ma non ci riesco. Anzi.
La cioccolata è ormai fredda ed io non ne ho preso neanche un sorso. L’alba è bellissima ed io mi sento un po’ più leggera. Forse non sono ancora pronta ad ammettere con lui quello che provo, non me la sento ancora di scoprirmi, ma almeno con me stessa sono stata sincera.
So che mi stai aspettando, ma io non sono una donna semplice, le mie sovrastrutture hanno una sedimentazione lunga 28 anni.  E anche se percepisco la genuinità dei tuoi sentimenti, non ho ancora il tuo coraggio: mostrarmi per quella che sono. Questo mi fa letteralmente impazzire di te, la forza di manifestare quello che provi nonostante le batoste.
I miei occhi guardano il mare. So che hai passato la notte in una di quelle stanze sul molo. Niente ti calma come il mare. Me lo hai detto una sera su Neverland, mentre cercavamo legna per il fuoco dell’accampamento.
Istintivamente appoggio la fronte al vetro della finestra e sorrido. Magari ti sei appena svegliato e stai ammirando l’alba anche tu, o magari hai passato una notte insonne come me e saluti il mattino come se fosse una liberazione. Questo è l’ultimo momento in cui posso parlare a voce alta senza essere sentita da nessuno, quindi lascio che le mie corde vocali possano esprimersi liberamente.

- Buongiorno Killian, lo senti come è caldo il sole che sta sorgendo? Ti confido un segreto … È proprio come te … 
  
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