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Autore: lapoetastra    14/12/2014    2 recensioni
< Andrea? >
< Sì, Amy? >
< Perchè... perchè stai piangendo? >
< Non è niente. E' solo che sono felice di essere qui, con te. >
Ma era una bugia.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Andrea
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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< Andrea? >
< Sì, Amy? >
< Perchè... perchè stai piangendo? >
< Non è niente. E' solo che sono felice di essere qui, con te. >
Le due sorelle erano per terra, sul prato, abbracciate, unite come non lo erano da tempo immemore.
Intorno a loro, gli altri mebri del gruppo di sopravvissuti cercavano disperatamente di salvare il salvabile.
L'attacco degli zombie li aveva colti completamente impreparati, e molti di loro erano stati uccisi e sbranati senza che neanche se ne accorgessero.
Ora i pochi superstiti avevano l'arduo compito di eliminare per la seconda volta, e definitivamente, i morti, per evitare che si trasformassero in orrende creature a loro volta.
Andra aveva invece preso la sorella minore Amy in braccio e l'aveva portata lontano da quell'atrocità, per non fargliela vedere, per non vedere lei stessa.
E adesso erano lì, distese sul prato.
Andrea non riusciva a smettere di piangere.
< Mi...mi fa male la pancia >, sussurrò improvvisamente Amy.
Andrea la cullò piano, dolcemente, cercando il fiato necessario per formulare una risposta coerente.
< Non ti preoccupare, è solo che.. che hai fame. Ma tra poco mangerai e starai bene, te lo prometto >, disse, quando lo trovò.
< Amy? >, chiese poi la maggiore dopo un po'.
< Sì? >, sibilò l'altra, con un verso stridulo, come se respirare le costasse una fatica estenuante.
< Ti chiedo scusa. Scusa per non esserci mai stata ai tuoi compleanni, per non esserti mai stata vicina nei momenti di difficoltà. Per non essere mai stata una buona sorella. >
Silenzio.
< No.. no, cosa dici, Dre? Tu sei.. sei la migliore sorella che io.. avrei mai potuto sce-scegliere > boccheggiò infine Amy.
< Ah! >, urlò poi, con voce roca, attraversata da una fitta straziante di dolore al ventre.  < Mi fa così male! >
< Adesso passa, vedrai, passa tutto >, mormorò Andrea, per calmarla.
Ma il tempo se ne andava, ed Amy continuava a soffrire.
La maggiore l'abbracciò ancora più forte, incurante del sangue che le imbrattava i vestiti.
Seppe che era arrivato il momento.
Non poteva lasciare che soffrisse in quel modo, doveva assolutamente agire.
Tanto ormai era finita.
< Che cos'hai... in mano? >, chiese Amy, senza più fiato.
< Niente, tesoro. Non ti preoccupare. Pensa a quando eravamo piccole e andavamo a cavallo con i nostri genitori. Ricordi quanto ti piaceva? >
< Sì... >
< Allora chiudi gli occhi, e fai finta di essere ancora lì, felice, contenta, in salute. >
Mentre parlava, Andrea strinse saldamente la pistola nella mano destra, con gli occhi offuscati dalle lacrime.
Aveva provato a curare la sorella, ma lo zombie l'aveva morsa troppo profondamente, nel ventre, e non si poteva fare nulla per impedire la mutazione, che stava già iniziando.
Per tale motivo doveva farlo, nonostante fosse difficilissimo.
Puntò la canna dell'arma alla tempia di Amy, ancora persa nella dolcezza di quel ricordo gioioso e ormai completamente lontano e perso per sempre.
< Ti voglio tanto bene, sorellina >, sussurrò Andrea, con la voce rotta dai singhiozzi.
< Anche... anche io, sorellona >, si sforzò di rispondere la minore.
Forse aveva capito quello che stava per succedere.
O forse no.
Non aveva più alcuna importanza, adesso.
Andrea l'abbracciò forte, premendola contro di sè, cercando di imprimere nella propria mente indelebilmente il calore vitale del suo corpo, la morbidezza della sua pelle, il profumo dei suoi capelli, nonostante fossero incrostati di sangue rappreso.
La baciò sulla testa.
E intanto piangeva, Andrea, ed Amy con lei.
Ormai aveva capito le intenzioni della sorella e ne era contenta.
Non voleva più soffrire, non voleva più stare così male, ed era consapevole del fatto che tanto non si sarebbe mai potuta salvare.
Aspettava solo che arrivasse il buio, e si scoprì quasi a desiderarlo disperatamente.
Ma Andrea non ci riusciva, era troppo difficile, ed il suo cervello non ce la faceva ad ordinare al dito di premere quel maledetto grilletto.
BUM!
Un colpo acuto, un boato assordante, ruppe il silenzio che era sceso nell'accampamento, con l'arrivo della sera.
La pistola ancora fumava.
Amy era morta, tra le sue braccia.
Andrea era incredula: non era stata lei a sparare quell'unico colpo.
Era stata Amy che, con un ultimo sforzo, aveva alzato il braccio e premuto il grilletto, ponendo fine alle proprie sofferenze.
Era stato l'ultimo gesto di amore di una ragazza che non voleva dare alla propria sorella il dispiacere ed il peso di averla uccisa, preferendo farlo, con estremo coraggio, lei stessa.
Se n'era andata con il sorriso sulle labbra.
E fu così che Andrea se la ricordò per tutta la vita.
   
 
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