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Autore: kikka 05    14/12/2014    2 recensioni
Chanel-una ragazza che ha avuto una grave perdita a soli 3 anni.
Maddison- la sua migliore amica che l'aiuterà ad andare avanti.
Il canto- per molte persone può essere solo una voce e delle parole, ma per lei no.
Un ragazzo- può entrare a far parte delle sua vita? Potrà ottenere la sua fiducia?
Infine? La Musica.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3
 
«Madonna Mad riprenditi questi tacchi» dissi lanciandoli nella sua direzione, mentre mi lasciavo cadere sul divano.
I Roberts stavano dormendo. Quando eravamo scese dall’auto avevamo
visto la macchina, ed entrando in casa, tutte le luci erano spente.
Sapevano che avremmo fatto tardi, così come le rare volte che uscivo con Mad, non ci aspettavano, andavano a dormire direttamente.
«Ehi stai attenta!» disse andando a recuperare le sue scarpe.
«Scusami» dissi alzando le mani.
Una volta appoggiati i tacchi al muro, Mad si mise sulla poltrona difronte a me.
«I miei poveri piedii» mi lamentai, «Saranno anche belli, ma non sono il massimo della comodità!» dissi togliendo le mani dagl’occhi che precedentemente avevo messo.
«Sei tu che non sei abituata» disse incrociando le gambe.
«Mmh, anche» dissi alzandomi dal divano, ma mi buttai subito dopo sopra.
«Non riesco ad alzarmi, sono troppo stanca» dissi sbadigliando.
«A chi lo dici» disse.
«Take me to church I'll worship like a dog at the shrine of your lies
I'll tell you my sins and you can sharpen your knife» cantai.
«E’ questa la canzone che devi  portare per lunedì?» mi chiese Mad.
«Yes… bella eh? E’ uscita da poco» gli dissi.
«Carina» disse alzandosi dalla poltrona e andando in cucina
«Portami una bottiglia d’acqua» dissi urlando leggermente.
« Offer me that deathless death good God, let me give you my life» continuai a cantare.
«Chan smettila di cantare, sveglierai i miei» disse Mad ritornando dalla cucina.
Mi buttò la bottiglietta d’acqua e si risedette sul poltrona.
Aprii la bottiglia e bevvi un sorso.
«Allora, che hai fatto con Enrico?» mi chiese maliziosa.
Per poco non mi affogavo con l’acqua che stavo bevendo.
«Non abbiamo fatto niente Mad, te l’ho già detto mi ha portato la borsa che avevo lasciato dentro, tutto qui, è stato gentile.» dissi richiudendo la bottiglia e posandola sul tavolino.
«Io ti ho visto ballare con lui» disse posando la bottiglia anche lei sul tavolo.
«Non stavo ballando con lui,era un’altro» gli dissi scocciata.
«Ah, e chi era?» mi chiese.
 Gli brillavano gli occhi, sapevo che si stava divertendo a farmi queste domande.
«Mad non lo so, non me lo ricordo, avevo bevuto» dissi alzandomi.
Si, mi ero alzata, meglio alzasi che continuare a farmi fare domande sui ragazzi da Mad.
Andai sopra cerando di fare il meno rumore possibile, seguita da Mad.
«No,tu ora mi devi raccontare che vi siete detti» disse parlando a bassa voce.
«Ma ti pare normale che alle 4 e mezzo del mattino, mi chiedi di dirti che ci siamo detti» gli risposi io sempre parlando sottovoce.
«Si,è normalissimo» disse facendo un sorriso a trentadue denti.
«Ok, allora visto che mi devi tormentare, vatti a mettere il pigiama e poi vieni da me, io faccio lo stesso»dissi. Non finii manco di parlare che Mad schizzò come una molla nella sua camera, poco distante da noi, sussurrando un “ok”.
Con tutta la tranquillità del mondo, andai nella mia camera.
Appena entrai, sentii l’odore alla vaniglia delle gocce profumate che avevo messo prima di andare alla festa, amo i profumi!.
Presi il pigiama e andai nel piccolo bagnetto nella mia camera.
Mi svestii, mi cambiai e mi struccai, mi lavai i denti e mi legai i capelli, una volta fatto tutto, ritornai nella stanza.
Come immaginavo Mad era arrivata e si era messa sul letto di una piazza e mezzo, della mia camera.
«Finalmente hai fatto!» disse battendo le mani. «Sei una lumaca Chan!» disse spegnendo il cellulare e posandolo sul comodino.
«Senti chi parla! Tanto ti sei mossa perché ti diverti a torturami, altrimenti stavi ancora nella tua camera» dissi sedendomi sulla sedia vicino alla scrivania.
«Si , hai ragione , torturarti è una delle mie più grandi passioni» disse con uno sguardo maligno e facendo toccare, una alla volta, le dita di entrambi le mani, molto velocemente.«Comunque bando alle ciance, che cos’è successo con Enrico?» mi chiese.
«Allora…» feci un giro con la sedia e poi ripresi a parlare, gli raccontai tutto, da quando mi aveva portato la borsa, a quando eravamo rimasti “casualmente” da soli nel parcheggio. Per non dire che nella parte in cui ho detto che avevo parlato di lei, aveva iniziato ad urlare, però menomale che si era fermata subito.«E poi siete arrivati voi con la macchina» dissi finendo il racconto.
«Uh che carino, non ti ha voluto lasciare da sola e si è preoccupato del fatto che tu avessi freddo.»disse sorridendo «E poi in macchina prima di scendere, ti ha dato un bacio sulla guanciaa » disse sorridendo.
«Uhh» dissi agitando le mani per prenderla in giro.«Perfetto, ora che ti ho detto tutto andiamo a dormire, ho sonno » dissi alzandomi dalla sedia e andando sull’letto.
«Noo» disse lamentandosi come una bambina.
«Mad, fai quello che vuoi, vai di sotto, resta a dormire qui, ma lasciami dormire che domani devo finire di imparare la canzone, perchè volendo Beth mi può anticipare la lezione a domani pomeriggio.» dissi mettendomi sotto le coperte.
«Wao di domenica pomeriggio, come mai?» mi chiese.
«Mmm, mi sembra che deve venire una band a provare, per farci sentire come sono bravi, per migliorare la tecnica e per farci aiutare da loro.
Già me l’immagino, “No, hai sbagliato nota, Devi fare così e colà” mamma mia!» dissi affondando la testa nel cuscino.
«Come si chiama questa band?» mi chiese Mad.
«Non me lo ricordo “One” qualcosa »gli risposi.
« E per quanto staranno?» disse alzandosi per andare a spegnere la luce.
«Non lo so, Bath ne è innamorata, quindi visto che si conoscono, finchè glielo chiederà lei, suppongo» dissi sbadigliando.
«E non hanno cose da fare,se sono così famosi come dici» disse vendendosi a mettere insieme a me nel letto.
«Per quanto ne so, hanno tre mesi di pausa. Se vuoi, puoi venire con me, così almeno se inizieranno a fare i preziosi, non li manderò a fan culo, o almeno,non ad alta voce» dissi.
«Ci sto» disse sistemandosi le coperte.
«Perfetto, notte Mad» dissi girandomi dall’altro lato.
«Notte Chan» disse lei.
  
 
 *Driiin,driiin*
Dannata sveglia!.
Presi il cellulare per vedere che ore erano. 6:30
Avevo dormito due ore, tutta colpa di Mad.
Senza fare rumore, presi i miei vestiti per la corsa, le scarpe, il cellulare con le cuffiette e andai nel bagno comune per non far svegliare Mad, anche se poteva passare un carro armato e distruggere la casa, ma lei non si  sarebbe sveglia lo stesso.
Mi lavai, mi vestii e mi legai i capelli. Mi misi giusto un filo di eye liner per rendermi presentabile, presi il cellulare e scesi di sotto.
In cucina la luce era accesa, così andai a vedere chi era.
«Chan» disse Bob seduto sullo sgabello, appoggiato con i gomiti sul banco da cucina.
«Buongiorno Bob» dissi andandogli vicino e dandogli un bacio sulla guancia.
«Buongiorno, ieri siete tornate tardi?» mi chiese sorseggiando il suo caffè.
«Si,però ci ha riportato Jonathan» dissi prendendo un bicchiere e mettendo l’acqua dentro.
«Bene, vai a correre?» disse posando la tazza sul bancone.
«Si, ci vediamo dopo?» gli chiesi posando il bicchiere sulla cucina.
«Certo» disse sorridendomi.
Lo salutai con la mano e uscii dalla cucina, presi il cellulare e andai verso la porta di casa aprendola, per poi richiuderla subito dopo.
Infilai le cuffiette, misi la riproduzione casuale dal mio telefono e inizia a correre andando verso il parco vicino casa.
 
*Pov Enrico*
Stamattina mi ero svegliato presto, nonostante fossi andato a letto tardi la sera precedente.
Sbadigliando andai in cucina per fare colazione, mi preparai il caffè ,feci i pancake e mentre cuocevano, andai a svegliare Jonathan che , dopo aver accompagnato me e le ragazze, è ritornato a casa mia, ci siamo messi a giocare alla play fino a tardi e poi siamo andati a letto.
«Amico svegliati» dissi scuotendolo.
«Mmm» disse girandosi a pancia in su.
«Ti ho preparato i pancake, quindi non mi buttare la cucina sotto sopra, se vuoi il caffè è nel termos» dissi andando a prendere i vestiti per la corsa nell’armadio e le scarpe.
Mi vestii molto velocemente e andai in bagno a lavarmi i denti, dopo presi il cellulare con le cuffie e andai a spegnere la fiamma dei pancake, orami cotti.
«Jon io vado, ci vediamo dopo» dissi urlando dal piano di sotto per farmi senti.
Sicuramente si era rimesso a dormire.
Mi infilai le cuffiette scesi di casa e iniziai a corre.
Destinazione? Parco.
 
*Pov Chanel*
Ormai ero arrivata già da dieci minuti al parco, così, dopo aver fatto 5 giri, come mio solito, mi fermai a fare stretching.
Trasportata dalla canzone, inizia a cantare.
«Cause all of me loves all of you love your curves and all your edges
all your perfect imperfections, give your all to me, I’ll give my all to you
you’re my end and my beginning even when I lose, I’m winning».
Madonna oggi devo finire di imparare la canzone!, Se questa band del cavolo, per non dire un'altra parola, non fosse venuta, avrei avuto fino a lunedì di tempo, per impararla! Uff.
Iniziai di nuovo a correre, dovevo calmarmi, altrimenti appena li vedrò, li prenderò a brutte parole, con, o senza Mad.
Sesto giro!
Ero vicino al cancello d’entrata quando mi ritrovai per terra con un dolore alla spalla.
Cercai di orientarmi e mi trovai un ragazzo poco distante da me, evidentemente ci eravamo scontrati.
«Scusami, colpa mia, non ti avevo visto!» disse alzando la testa.
«Enrico?!» dissi io sorpresa.
«Chanel!» disse lui aggiustandosi i capelli.
«Anche tu vieni a correre la mattina?» mi chiese porgendomi una mano per aiutarmi ad alzare.
«Si» dissi  prendendo la sua mano.
Mi tirò su e mi toccò la spalla.
«Ti fa male?» mi chiese massaggiandola.
«Non molto, ma non è niente tranquillo» dissi sorridendo.
«Scusami ancora, non stavo guardando» disse togliendo la mano dalla spalla.
«No, non c’è problema, non mi sono fatta niente» dissi togliendomi la terra dal pantalone.
«Però, andiamo lo stesso al bar a mettere un po’ di ghiaccio» disse prendendomi la mano e trascinandomi verso il bar.
Arrossi leggermente.
«Ma non c’è problema, davvero non serve» dissi cercando di fermarmi.
«No dai, mi fai stare più tranquillo se metti il ghiaccio» disse girandosi verso di me e implorandomi con lo sguardo.
«Va bene» dissi.
Eravamo arrivati al bar poco distante da noi.
«Buongiorno, mi può dare un po’ di ghiaccio per piacere?» disse girandosi giusto un attimo,verso di me.
Il signore passò lo sguardo su entrambi per poi prendere, da un congelatore, una busta di ghiaccio.
«Grazie» disse Enrico sorridendo.
Era molto gentile, non me lo sarei aspettata, credevo che fosse uno dei quei ragazzi cupi e misteriosi.
Il signore si limitò ad alzare la testa.
Enrico invece si girò verso di me. Eravamo ancora per mano.
«Vieni ti aiuto a sederti» disse mettendomi una mano sul fianco.
«Guarda che ce la faccio a sedermi» dissi lasciando la sua mano e andando verso lo sgabello.
Appena appoggiai il braccio per aiutarmi ad alzare, sentii una fitta alla spalla.
«Ahi!» dissi toccandomi la spalla.
Nel togliere la mano dallo sgabello, persi l’equilibro e stavo per cadere, però, Enrico fu più veloce e mi prese per i fianchi.
Alzai lo sguardo, trovandomi i suoi occhi puntati nei miei.
Arrossii e abbassai lo sguardo.
«Non ce la fai a sederti» disse replicando le mie parole.
«Direi di no» dissi sorridendo.
Mi appoggiò sullo sgabello e mi posò il giaccio sulla spalla.
«Jonathan mi aveva detto che eri testarda» disse ridendo.
«A si?» gli chiesi guardandolo.
«Non ti offendere, anche io sono testardo alcune volte» disse togliendomi delle ciocche dagl’occhi, che mi erano cadute.
«No, non mi offendo, però, in mia difesa, posso dire che io e Jonathan, non abbiamo un buon rapporto» dissi facendo un veloce sorrisetto.
«Mi ha detto anche questo» disse togliendo il ghiaccio dalla spalla, notando la mia faccia contraria.
Ero sullo sgabello ma lui era ancora più alto di me, mi superava di qualche centimetro.
«C’è qualcosa che non ti ha detto?» gli chiesi alzando un sopracciglio.
«Che sei bella quando arrossisci» disse guardandomi dritto negl’occhi.
Per la terza volta arrossii e distolsi lo sguardo dai suoi occhi.
«Ah, ha detto anche, che non stai mai zitta, ma a quanto pare ci sono riuscito» disse sorridendo.
«Spiritoso» dissi.
Non sapevo ne che dire, ne cosa fare.
Si trovava vicinissimo a me e stava parlando di me, che dovrei fare?.
Mad avrebbe saputo cosa fare, lei è abituata ai ragazzi che gli fanno i complimenti, io no!.
Guardai l’orologio e vidi che erano le otto, di solito a quell’ora avevo fatto i miei dieci giri di corsa e stavo andando a prendere i coretti per la colazione.
«Grazie per il ghiaccio, ma credo che non serve più, mi è passato il dolore» dissi toccandomi la spalla.
«Aspetta ti aiuto a scendere» disse poggiando il ghiaccio sul tavolino lungo e rotondo e aiutandomi a scendere.
«Grazie» dissi.
Portò il ghiaccio al bar e ritorno da me.
«Scusami ancora per la spalla» disse dispiaciuto.
«Non fa niente, tranquillo» dissi sorridendo. «Io devo andare ora, è tardi, grazie per avermi aiutato con la spalla» dissi sorridendogli.
«E’ il minimo, non lo devi dire proprio» disse mettendosi le mani in tasca.
«Ci vediamo» dissi salutandolo con la mano.
Mi girai e andai verso il bar, quasi tutte le mattine vengo a prendere i cornetti qui, è il bar di famiglia, è del fratello di Bob, così non ci fa pagare mai nulla.
«Giorno Will » dissi entrando nel bar.
«Giorno Chan» disse sorridendo.
Era sempre di buono umore.
«Ecco i tuoi cornetti» disse porgendomeli.
«Grazie mille, buona giornata» dissi prendendo la busta.
«Anche a te» disse salutandomi con la mano.
Uscii da bar e ritornai a casa.
«Sono a casa!» dissi urlando.
Mad si precipitò dalle scale con la vestaglia rosa che sventolava.
«Coretti, cornetti, cornettii» disse strappandomi la busta da mano e correndo in cucina.
«Giorno anche a te stronza» dissi urlando togliendomi le cuffie.
Mad ritornò in salotto e si attaccò a mo’ di coala dietro la mia schiena.
«Giorno e grazie per i cornetti» disse dandomi un bacio sulla schiena, per poi riscappare in cucina.
Andai anch’io in cucina.
«Il resto della famiglia?» chiesi andando verso il frigo per prendere l’acqua.
«Sono andati da nonna per decidere il menù di Natale e hanno fatto già colazione» disse frugando nella busta.
«Io non ho fame, appropriati pure del mio cornetto vortice» dissi bevendo l’acqua.
«Sii tutti mieii» disse con lo stesso tono della frase “Il mio tesssoro”.
Risi e posai il bicchiere sul lavandino.
«Ah, ha chiamato Bath, ha detto che devi andare oggi pomeriggio alle cinque» disse con la bocca piena.
«Come pensavo» dissi sbuffando.«Io vado a finire di imparare la canzone» dissi andando in salotto. «Ah,ho incontrato Enrico al parco» dissi scappando nella mia camera.
Con Mad avevamo stabilito che, quando dovevo imparare una canzone,non mi doveva disturbare per niente al mondo.
Soddisfatta di questa “regola” chiusi la porta e mi spogliai.
Andai a fare la doccia, sentendo Mad che urlava qualcosa su Enrico, ignorandola e ridendo, mi feci la doccia e tutto il resto.
Inizia a cantare,non scesi neanche a pranzare, quando ero in ritardo con una canzone, facevo così, mi rinchiudevo in camera finchè non finivo.
Ormai erano le tre del pomeriggio, ero stata sei ore a cantare, conosco la canzone benissimo, posso cantarla anche in un'altra lingua, così, quegli idioti non potranno dire niente.
Mi stiracchiai e chiusi gli occhi per rilassarmi un po’.
Dovevo mangiare qualcosa, altrimenti non mi sarei retta in piedi.
Scesi giù trovando Charlotte che lavava i piatti.
«Hei, sei scesa» disse girandosi verso di me.
«Si» dissi sorridendo.
Con Charlotte mi era trovata benissimo già da quando conobbi Mad, è sta sempre come una seconda mamma e non me lo sarei mai aspettata che lo sarebbe diventata per davvero.
«Hai fame tesoro?Vuoi che ti cucini qualcosa» disse togliendosi i guanti e venendo verso di me.
«Va benissimo quello che avete pranzato voi» dissi sedendomi per bene sullo sgabello.
Il dolore alla spalla era sparito, grazie ad Enrico.
Arrossi leggermente pensando a lui, però cercai di ritornare in me.
«La nonna ci ha fatto trovare le lasagne e ci teneva che, anche tu e Mad le mangiaste» disse impattando la lasagna e porgendomela.
«Mmm buone » dissi sentendo il mio stomaco brontolare.
«Mad mi ha detto che devi andare alla lezione di canto oggi» disse sedendosi sull’altro sgabello.
«Si, Bath ha chiamato una band per farci aiutare, così dobbiamo andare oggi» dissi mangiando le lasagne.
La nonna di Mad era italiana, così, molto spesso, cucinava piatti italiani.
«Capisco» disse sorridendo.
Parlammo per una buona mezz’oretta, fino a quando non andai da Mad.
«Posso?» dissi bussando ed entrando.
Appena aprii la porta mi trovai Mad, stesa a pancia in giù, sul letto, con un libro aperto.
E Jonathan seduto sulla sedia della scrivania. Appena mi vide, si girò completamente verso la mia direzione, mentre Mad  alzò la testa.
«Chan» disse lei chiudendo il libro.
«Ti volevo parlare di quella cosa» dissi facendo segno a Jonathan.
«Oh, non fa niente, me l’ha già detto Jonathan» disse alzandosi dal letto.
«Come?» gli chiesi io perplessa.
Ora mi spia anche?
«Enrico mi ha raccontato tutto» disse intromettendosi nella conversazione e sorridendo.
«Okay, senti Mad vestiti, che non voglio fare tardi» dissi sbuffando e cercando di trattenermi dal prendere Jonathan a brutte parole.
«Dove andate?» chiese lui.
«Fatti nostri?!» risposi io.«Già sai quello che faccio la mattina, adesso vuoi sapere cosa faccio il pomeriggio? Mettimi un GPS nella borsa, fai prima» dissi io perdendo le staffe.
«Okay, calmiamoci, Jonathan vado con Chan alla lezione di canto e Chan, faccio in un attimo, andiamo con la macchina di papà, gliel’ho già chiesto» disse lei intervenendo.
«Va bene» dissi io uscendo dalla stanza.
«Ciao zuccherino» disse Jonathan.
«Vaffanculo » dissi urlando dalla mia camera e sbattendo la porta.
Oddio, come si fa a stare con lui più di un minuto?.
Mi vestii molto velocemente, mi truccai e pettinai.
Misi il deodorante, il profumo e presi gli spartiti, per poi metterli nella borsa insieme al cellulare, una bottiglia d’acqua e le cuffiette.
«Mad vado in macchina, ti aspetto lì» dissi urlando e uscendo dalla stanza.
Scesi di corsa le scale, salutai Charlotte e Bob, che stavano in salotto, a guardare la TV e uscii di casa,andando in macchina sul sedile del passeggero, dopo due minuti vidi uscire Mad con Jonathan dalla porta. Lui diede un bacio a lei , si girò e andò nella sua auto, mentre Mad venne in macchina.
Erano le  cinque meno venti, eravamo in anticipo, però Bath ci teneva che arrivassimo prima.
Dopo dieci minuti arrivammo.
Appena Mad parcheggiò scesi immediatamente e mi diressi verso lo studio.
«Chan aspetta» disse chiudendo la macchina e correndo verso di me.
Sentivo il rumore dei tacchi sull’asfalto.
«Chan, dai aspettami» disse urlando.
Sbuffai , mi fermai e mi girai.
«Grazie» disse iniziando a camminare meno veloce.«Senti mi dispiace per quello che ha detto Jonathan» disse gesticolando.
Iniziai a camminare di nuovo,però, all’indietro, così potevo vedere Mad.
«Chan, stai attenta»disse lei urlando.
Non capii che stava dicendo, così mi girai, ma nel girarmi andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Era un ragazzo, con i capelli neri che erano legati con un codino dietro alla nuca. Occhi castano chiaro e labbra carnose.
Era più alto di me, però diciamocelo, chiunque è più alto di me.
Abbassai lo sguardo e vidi che le sue cose, erano a terra.
Mi abbassai per raccogliere i fogli.
«Scusami, colpa mia, no stavo guardando la strada» dissi porgendogli i fogli.
Nel frattempo, si era abbassato anche lui, a prendere le cose che avevo fatto cadere.
«No fa niente» disse prendendo i suoi fogli.
«Io sono Chanel Edwards » dissi allungando la mano.
«Zayn Malik» disse stringendola.

 
 
*Angolo Autrice*
Sale a tuttiiii!!!
Ecco il terzo capitolo.
Come potete vedere è più lungo degl’altri, questo perché, potevate chiedervi quando sarebbero entrati i One Direction, essendo una ff su di loro, così anche se li volevo far entrare nel quarto capitolo, alla fine ho deciso di scriverlo nel terzo.
Spero che la mia piccola “decisione” sia stata apprezzata, visto che sono stata tutto il giorno a scrivere la continuazione del terzo capitolo e perdonatemi se non ho aggiornato prima, ma come ho detto, dovevo scrivere la continuazione.
Anyway, che ne pensate del capitolo?
Che ne dite dell’incontro tra Enrico e Chanel?E lo scontro tra Chan e il nostro Zayn?.
Fatemi sapere se vi è piaciuto attraverso le recensioni,vi aspetto al prossimo capitolo.
P.S. Vorrei ringraziare:
-
ImLimitedEdition
Per aver recensito la storia e
-
lallala99
Per aver inserito la storia nelle “seguite”. E grazie soprattutto alle tante visite.
<3
 
 

 
   
 
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