Film > Saw - L'enigmista
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Autore: Black Deer    14/12/2014    0 recensioni
"Contro il tuo cuore c'è un congegno esplosivo. Se decidi di andartene una volta raggiunta la distanza di 20 metri da questo posto la carica salterà, distruggendo tutto ciò che è presente nella tua cassa toracica.
Oppure, puoi decidere di vivere, rimanendo qui ed aiutandomi nella mia opera... Fa la tua scelta"
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Kramer, Nuovo Personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Chiusi gli occhi e pensai alla sua proposta: volevo davvero aiutarlo? Una cosa era certa: io non volevo morire.
L'uomo era ancora dietro di me, riuscivo a sentire il suo respiro. Lentamente aprii gli occhi ed incrociai subito il suo sguardo, riflesso nello specchio. "Tglimi l fascia" mugugnai. Con delicatezza la slacciò. "Chi sei e come fai a sapere chi sono ?" dissi adirata. "Mi chiamo John. Allora, hai preso una decisione ?" continuavo a fissarlo "Non hai risposto alla mia domanda" sorrise "Ogni cosa a suo tempo... Sai, credo che dovrò limitare i tempi della tua decisione". Dalla tasca estrasse un telecomando con un unico bottone: "Hai un minuto per decidere, poi farò saltare la carica". Cominciai a respirare a fatica ed iniziai a sudare freddo "Che cosa vuoi che faccia ??" urlai "Devi prendere una decisione !" "Che cosa significa 'aiutarti nella tua opera' ? Che cosa vuoi da me ??" Intanto continuavo a dimenarmi sulla sedia, cercando di rompere i lacci: fu tutto inutile, erano di cuoio e avevano delle spesse cinghie. "Prima decidi, poi avrai delle risposte". Girai la testa quanto potevo per guardarlo dritto negli occhi: "Per favore..." lo supplicai. Come risposta John mise un dito sul pulsante e chinò la testa per non guardarmi. Cominciai a piangere.
Io non voglio morire !! Ma non posso accettare di aiutarlo senza sapere di cosa si tratta...
Intanto il tempo continuava a scorrere, lento ed inesorabile. Vidi che John stava per far pressione sul bottone "Va bene !" urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni. Lui sollevò la testa, quasi sorpreso "Ti aiuterò !!". John sorrise impercettibilmente, si alzò dalla sedia, poggiò il telecomando su di essa e si pose davanti a me. "Hai fatto la scelta giusta, Lyn". Ero fortemente convinta che mi avrebbe liberato, ma con forza mi piantò una siringa dritta nella giugulare. Inizialmente sentii un forte bruciore che si sviluppò velocemente, poi mi si annebbiò e svenni.

Quando mi svegliai non avevo idea di quanto tempo fosse passato. Ero sdraiata su qualcosa di morbido, doveva essere un materasso. Faceva freddo ed era buio. Mi sfregai gli occhi con una mano, niente fascia, quindi non c’era luce. Rimasi seduta aspettando che la vista si abituasse al buio. La stanza in cui mi trovavo sembrava più ampia della precedente, guadai in alto: c’era una lieve luce che entrava da una finestra. Mi avvicinai. Purtroppo la finestra era quasi vicino al soffitto e non riuscivo ad arrivarci. Cominciai a muovermi per la stanza sperando di trovare qualcosa, ebbi fortuna e trovai una scala. La misi di fronte al muro e ci salii: c’era uno spesso strato di polvere sui vetri, lo pulii via. In lontananza si intravedevano dei gradini malconci di una scala esterna ed un cortile cementificato. Dovevo essere nella cantina di una vecchia casa abbandonata. Provai a forzare la maniglia della finestra, ma era bloccata. Scesi dalla scala e cercai di trovare un’altra via d’uscita. Doveva per forza esserci una porta. Poggiai le mani sul muro e cominciai a camminare lungo la parete. Arrivata sulla terza parete trovai la porta. Cercai la maniglia, ma non c’era: dove essere una di quelle porte apribili unicamente dall'esterno. Stavo cominciando a cercare un modo per forzarla quando la serratura scattò con un colpo secco. Feci un salto indietro per lo spavento. Mi preparai, convinta che avrei trovato John ad aspettarmi.
Aprii la porta, ma non c’era nessuno. Uscii dalla stanza e mi trovai in un corridoio. Dovevo decidere se andare a destra o a sinistra. Notai subito che il corridoio a sinistra era illuminato a differenza di quello a destra, quindi andai verso quello illuminato. Lentamente cominciai a camminare. Non sentivo nulla. Non un urlo, uno scricchiolio. Niente. L’unica cosa che rompeva il silenzio presente in quel corridoio era lo scricchiolio delle mie scarpe ed il mio respiro affannoso. Arrivai ad un altro bivio: dritto o a destra. Ancora uno solo dei due corridoi era illuminato: andai a destra. Mentre camminavo mi accorsi che c’erano diverse porte. Una profonda curiosità mi pervase.
Mi avvicinai ad una di esse: poggiai la mano sul pomello. Feci scattare la serratura. Stavo per aprire la porta quando un forte brivido mi percorse.
Potrebbe esserci qualcosa di terribile dietro quella porta… O anche nulla…
Comunque era meglio non rischiare. Richiusi la porta a chiave e andai avanti. Arrivata in fondo al labirinto di corridoi, mi trovai davanti ad un vicolo cieco con una porta.
Davanti ad essa c’era appesa una chiave legata con un filo di spago al soffitto. Cercai di slacciare il nodo ma era troppo stretto.
Sapevo che se l’avessi staccata tirandola per la corda sarebbe successo quacosa…
Tirai con forza la corda, sperando solo che non fosse un’altra prova. 
   
 
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