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Autore: Persefone3    15/12/2014    2 recensioni
Salve a tutti, ho deciso di mettere insieme una serie di One Shot che hanno per protagonisti i Capitan Swan perché secondo me spaccano davvero e sono senz'altro la migliore coppia di tutto lo Show. Sono essenzialmente dei Missing Moments tra i due che mi sono venute in mente, rielaborando anche parte della trama. Detto questo, bando alle ciance e allo spiegone, vi auguro buona lettura e spero vi piacciano.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Carissimi, a voi i pensieri del nostro amato Capitano. Come vi accennavo lo scorso capitolo, questo è speculare al precedente, per lo meno nelle mie intenzioni. Vi avverto, potrei essermi lasciata prendere la mano da un po' di angst, ma non ho ancora visto il finale di metà stagione, quindi dovete portare un po' di pazienza. Un grande ringraziamento a chi ha voluto farmi sapere cosa ne pensa (ho sempre le orecchie all'erta per le vostre osservazioni), a chi segue e a chi ha inserito la storia tra i preferiti, e a chi ha sempre la voglia di leggere. Un bacio Persefone. 


Lei
- Chi è?
- Walsh, Henry lo ha invitato.
- Posso sbarazzarmi di lui.
- No. I miei ricordi potranno non essere reali, ma lui sì e anche gli otto mesi passati insieme. Gli devo una spiegazione.
- Cosa gli direte?
- Non lo so, ma tengo troppo a lui per trascinarlo in questa storia. Aspetta qui.

Eccolo il sole che sorge, finalmente i miei fantasmi si dissolvono con i primi raggi di luce che scaldano il mattino. Questa scena mi ha tormentato tutta la notte. Ne ricordo perfettamente ogni minimo particolare così come quello che è successo dopo.
Emma è appena uscita dall’appartamento ed io non posso fare altro che attaccarmi alla bottiglia di rhum che stavamo bevendo insieme. Oramai è rimasto solo lui a curare le mie ferite.
Provo dentro un misto di sensazioni contrastanti. Sono passato dall’eccitazione sfrenata al terrore più completo. Ero così ansioso ed impaziente di rivederla che non mi sono trattenuto dal baciarla quasi subito dopo che mi aveva aperto la porta. Il terrore l’ho provato quando l’ho vista a cena con un altro. Se avessi potuto, lo avrei preso a pugni quel tizio. Sono geloso di lei, perché so che tipo di fascino può esercitare sugli uomini.
L’idea che quel tipo ti abbia stretto a sé e ti abbia amato come avrei voluto fare io, mi manda fuori di testa. Non faccio altro che immaginarvi mano nella mano, le sue labbra sulle tue, le sue mani sul tuo corpo. Ero io quello che doveva fare tutte queste cose con te, non lui. Cosa avrei dato, in quell’anno in cui ci hanno separati, per amarti anche solo una notte intera, per perdermi dentro di te e con te. Se quel dannato demone di Pan fosse rimasto su Neverland probabilmente ora saremmo insieme: ti avrei amata selvaggiamente e dolcemente, ti avrei inondata col mio amore. Da quando ti conosco, anche il sesso ha cambiato sapore. Da quando ti conosco, non sono più riuscito a fare solo sesso, perché quel che voglio è amore. E lo voglio con te.
è buffo sentirmi pronunciare queste parole. Io, Capitan Hook, ho avuto le mogli di molti uomini e per me è sempre stato un vanto. Vederle soccombere al mio fascino nutriva il mio sfrenato ego che, come ben sai, reclama un suo spazio. Poi è arrivata Milah e le cose sono cominciate a cambiare. Ci siamo amati intensamente e questo non posso nascondertelo. Quando il Coccodrillo me l’ha strappata, ho iniziato a frequentare una bettola sul porto. All’inizio ci andavo solo per ubriacarmi, poi, piano piano, ho iniziato a stordirmi anche con le ragazze che lo frequentavano. In un primo momento non ho badato molto a chi mi portavo a letto. Una valeva l’altra purché mi facesse dimenticare per un paio d’ore il mio dolore. Poi, ad un certo punto, sono andato sempre con la stessa, Clorinda: non chiedeva spiegazioni e mi accontentava in tutto. Pensa, quando Cora è venuta a cercarmi per propormi il suo piano e la sua alleanza per scuoiare il mio Coccodrillo, è proprio lì che mi ha trovato. Tutto il porto sapeva che se Capitan Hook non era sulla Jolly Roger, sicuramente era nella stanza di Clorinda a leccarsi le ferite.
Dopo che sono partito per Storybrooke, la mia vita non è stata più la stessa. Ho incontrato te che mi hai strapazzato come una tempesta in alto mare. Mi sei entrata dentro e non mi hai voluto più lasciare. Tremotino e Regina sapranno come strappare un cuore dal petto, ma solo tu sai fare di meglio: impadronirtene lasciandolo al suo posto.
Perché ti racconto tutto ciò in questa maledetta notte insonne? Perché quest’ultimo anno per me è stato un inferno. Da quando ho rimesso piede nella Foresta Incantata, ho ripreso a ubriacarmi in quella stessa bettola, ma i miei occhi non si sono posati su nessun’altra donna, neanche su Clorinda. Nemmeno lei sarebbe riuscita a distogliermi da te. Sapere che eri viva e che respiravi la mia stessa aria, mi impediva di guardare le altre. Oramai per me ci sei solo tu.
Credevo che sarei impazzito per il dolore e la separazione forzata. Non sai quante notti in bianco ho passato pensando a te, ai tuoi espressivi occhi verdi, ai tuoi sensuali capelli biondi. Il profumo della tua pelle lo potrei riconoscere tra mille, mi accende il sangue nelle vene. Ero diventato più lunatico e irascibile che mai. Avevo una sola scusante: ti desideravo disperatamente. Questo è l’effetto che mi fai. Così quando ho ricevuto il gabbiano con quel messaggio per ritrovarti, non ho esitato un momento. Ero sfuggito alla nuova maledizione e sapevo che i viaggi tra i mondi erano possibili. Avevo una buona scusa per venirti a cercare e per farti ricordare, non me la sono fatta sfuggire.
Sto facendo di tutto per non pensare a quello che ho visto in quel ristorante, ma non c’è niente da fare. La mia mente non ne vuole sapere di disincagliarsi da quelle immagini.
Dopo che mi hai cacciato, sono rimasto tutto il giorno sotto al tuo portone. Pensavo che baciarti ti avrebbe fatto ricordare quello che tra noi stava nascendo. Mi sbagliavo, l’ho visto nei tuoi occhi che non avevi la più pallida idea di chi fossi. Ho provato un dolore lacerante. Sapevo dell’incantesimo di Regina, ma come si possono dimenticare dei sentimenti? I nostri sentimenti?
Quando sei uscita di casa, ti ho seguita. Avevo in mente un’altra cosa prima di darti la pozione. Di Neal ti ricordavi (maledizione quanto mi scoccia ammetterlo), e mandarti nel suo appartamento mi sembrava un buon passo intermedio per arrivare alla pozione. Come hai varcato la soglia del portone sono rimasto senza fiato. Mi hai fatto perdere la testa con dei pantaloni e una giacca di pelle, non ti avevo mai vista vestita con qualcosa di diverso. Dove vai, amore mio? Appena ti ho visto varcare la soglia del ristorante e dirigerti verso il tavolo di quello, il pirata ha preso il sopravvento sull’uomo per un attimo.
Per fortuna, poi, sono riuscito a convincerti a bere la pozione della memoria, ma non riesco a scordare le tue parole un attimo prima di farlo.

- Se quello che dici è vero … dovrei rinunciare a tutto quello che ho qui.
- Ma si basa tutto su delle bugie
- Ma sono reali e sono molto belle. Ho Henry, un lavoro, un uomo che amo.
- Magari ce ne sarà uno anche nella vita di cui non vi ricordate

In quel momento sarei voluto sprofondare, lo hai amato quell’uomo allora. E io dunque cosa sono per te? Ho sentito il cuore andare in frantumi. Ma nonostante questo, ti amo come prima e più di prima. Perché all’amore credo ancora, così come credo in te e in quello che abbiamo provato insieme.
Da quando ricordi, cerchi di schermirti davanti a quello che c’è tra noi, perché Swan? Perché non vuoi lasciarmi entrare? Saprò essere un uomo migliore per te. So che lui sembrava perfetto, ma non è tutto oro quello che luccica e te lo ha dimostrato.
Starti vicino così è una tortura. Ogni volta che mi respingi, mi viene voglia di mollare tutto, lasciarti libera di andare dove vuoi anche senza di me, con solo il mio amore ad accompagnarti. Ma poi torni con gli occhi spaventati a cercarmi, a chiedermi, a volermi vicino a te. Ed io non so resistere al tuo richiamo, anche se finisco inevitabilmente per strofinare le mie ferite col sale ogni volta che ti cedo. È una tortura lenta, dolce e violenta allo stesso tempo e so che potrei sopportarla per tutto il tempo del mondo.
Mi passo un dito sulla gola. Sotto la barba nascondo una piccola cicatrice. Me l’hai fatta tu la prima volta che ci siamo visti nella Foresta Incantata. Mi hai puntato un coltello alla gola intimandomi di rivelare la mia vera identità. Quando la tua assenza sta per distruggermi, ci passo sopra un dito e mi sembra di risentire le tue mani fra i miei capelli e stringerli, la tua presenza che mi avvolge.
Lo sto facendo anche ora, quando all’improvviso sento qualcosa suonare nella stanza. Sul comodino c’è quello strano aggeggio per parlare. Ho visto come lo usi. Incerto mi avvicino e sollevo la … me lo hai detto come si chiama, si aspetta … Cornetta! Chi può mai cercarmi a quest’ora del mattino?

- Hook? Sei tu?

La tua voce di prima mattina è il dono migliore che questo giorno che nasce poteva farmi.

- Swan? Si sono, io. Come hai fatto a trovarmi?
- Lo so che ti piace dormire col rumore del mare. Me lo hai detto tu. E poi sei nell’unico motel sul molo. Appena ho iniziato a descriverti, mi hanno subito passato il tuo interno.

Ti ricordi di quello che ti racconto o ti ho raccontato. Cosa ho combinato di buono per meritarmi tutte queste attenzioni?

- È l’alba Swan.
- Lo so. Dormivi? Che stupida forse ti ho anche svegliato. Scusami.

Ti preoccupi per me? Sì, preoccupati per me, solo un po’ per farmi capire che ci tieni. Mi sto crogiolando in questi pensieri, quando sento che stai per riattaccare. Non te lo permetterò.

- Emma, aspetta, ero sveglio.
- Davvero?
- Davvero.
- Lo so che l’orario non è urbano, ma mi chiedevo se potevamo vederci da Granny per prendere un caffè. E poi magari partiamo da lì per un’altra battuta di ricerche nei boschi. Voglio scoprire dove si nasconde Zelena.

Silenzio.

- Nottataccia?
- Abbastanza, come la tua del resto se sei sveglio.
- Ci vediamo lì tra mezz’ora al massimo.
- Killian, grazie. Ti aspetto.

Sentirle pronunciare il mio nome è stato come la prima boccata d’ossigeno dopo un’apnea forzata. Mi vesto in fretta ed esco. Ho capito che dietro al caffè c’è qualcosa in più. E io sono pronto a dartelo. A darti tutto.
  
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