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Autore: Postula Sblindo    15/12/2014    2 recensioni
Un "sì" o un "no", a volte, possono cambiarti la vita, e bisogna scegliere attentamente quale decisione prendere, quale via seguire... Io mi sono trovato i questa situazione, in uno di quei casi dove entrambe legheranno alla tua vita una persona facendone scomparire un'altra, il "sì" era la risposta giusta, ma non quella adeguata...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero lì, sulla mia decappottabile, a fissare quel portone chiuso. quello della chiesa che poche ore dopo sarei dovuto entrare, ricoperto dal mio smoking al fianco di quella che poi sarebbe dovuta diventare mia moglie.
Erano ancora le otto del mattino, e io sarei dovuto essere in quel luogo per le dieci e mezza per la cerimonia che mi avrebbe messo di fronte alla scelta più difficile della mia vita: -E tu, Marco, vuoi prendere Sara come tua legittima sposa?-.
Preferivo non pensarci.
Avevo sempre immaginato che a quella fatidica domanda avrei certamente risposto "sì", ma ogni volta dubitavo sul futuro... Sara ed io eravamo completamente diversi: lei, una giovane donna in carriera, appartenente ad una famiglia molto ricca e proprietaria di un'azienda importante; io invece ancora un "nessuno", qualche mese più tardi avrei dovuto discutere la mia tesi per laurearmi in lettere, antiche per essere precisi, e poi immettermi nel mondo dell'insegnamento con tutti i problemi che ne derivavano...
Ovviamente il mio futuro era senza speranze, o ce ne erano talmente poche da sembrare nulle, alla fine Sara era un po' la mia gallinella dalle uova d'oro, con lei avrei potuto avere un tenore di vita alto, ma per quanto? Fino a quando i suoi affari andranno bene ci saranno soldi, ma dopo? Pur amando il poker odiavo puntare tutto su qualcosa di cui avevo più incertezze che certezze, come questo matrimonio e il nostro amore, appunto...
Conoscevo Sara da circa quattro anni e stavamo insieme da circa due ma non convivevamo. Una persona normale direbbe che era troppo poco tempo e non ci conoscevamo abbastanza da sposarci, ma ai suoi genitori tutto ciò non importava, suo padre voleva un erede "maschio", cosa che la loro figlia non era.
Però il vero problema non era questo, qualcuno potrebbe non interessarsene, il vero problema ero io, io e il mio cervello che era lento a capire cosa volesse il mio cuore e quello di chi mi è sempre stato accanto... Anche quando mi misi con Sara furono i miei amici a dirmi che le interessavo. Perché le vere risposte arrivano sempre la sera prima di un grande evento?
Mentre pensavo a questa domanda continuavo a fissare quel portone, chiuso, fortunatamente, e più rimanevo a guardarlo più mi ricordavo della notte prima, di quando la mia migliore amica, Ilaria, si presentò in piena notte al mio appartamento per dirmi che non sarebbe venuta al mio matrimonio, e l'unica risposta che ottenni fu: «Perché?? Ti stai chiedendo il perché?! Perché ti amo idiota! Ti amo da anni ma tu non te ne sei mai accorto, e adesso ti sposi pure con una che adora solo il tuo aspetto e che tu sai di non amare!» La interruppi, aveva detto la verità alla fine, la guardai dritta negli occhi e lei ricambiò, i nostri volti si avvicinarono fino a toccarsi con le labbra, iniziò un gioco di lingue che culminò con una visita nel mio letto... Già, avevo tradito la mia ragazza ancora prima di sposarla, sono uno stronzo, lo so, ma io non amavo Sara, però i suoi soldi facevano gola anche se non li avevo mai tenuti in considerazione, io ero un signore. Un signore che non sapeva capire cosa provava...
Comunque Ilaria era la tipica ragazza che si comportava da maschiaccio solo per farsi accettare dal gruppo del suo migliore amico e ogni volta che lo faceva ridevo per ore, i miei amici non sono mai stati volgari, e lei riusciva a superarli tutti, uniti, da sola. Lo faceva solo per me ma io non lo avevo mai capito, ero proprio un idiota. La conoscevo dalle elementari, frequentammo le medie insieme ma non le superiori, lei preferiva le materie scientifiche e voleva fare la veterinaria, stava già facendo tirocinio a differenza mia...
Era già passato un quarto d'ora da quando avevo parcheggiato l'auto, ormai era troppo tempo che mi trovavo lì, tempo che mi era servito per capire che stavo per fare una cazzata, avrei perso una cosa molto importante che non avrei mai più potuto riavere, non dovevo far andare tutto come era stato programmato. Io non amavo Sara, perciò era inutile che questa farsa andasse avanti, quindi feci un giro di telefonate ai miei genitori e agli amici più stretti in modo da spiegargli la situazione e far girare la voce agli altri invitati da me; non obbiettarono, ma mi rassicurarono che tutto sarebbe andato per il meglio e che stavo facendo la scelta giusta per me...
Così, dopo un'altra mezz'ora, lasciai quel posto che non mi avrebbe rivisto tanto presto e mi diressi verso il luogo indicato su un foglio che mi aveva lasciato Ilaria quella mattina. Quella zona per noi era un posto davvero speciale, lì abbiamo passato ore indimenticabili a studiare e scherzare, inoltre lì ci eravamo promessi amicizia eterna quando avevamo circa sette anni, ho sempre mantenuto fede a quel giuramento... Comunque questo posto per tutti è una comunissima panchina, sotto un albero, che si affaccia sul lago, niente di che, ma era il nostro piccolo segreto.
Mentre guidavo continuavo a pensare alla sera prima, ad altre parti del dialogo, a quando Ilaria, dopo il primo bacio, mi disse: «Sai, vero, che il tuo matrimonio durerà ben poco? Sai che se trovasse qualcun altro più bello e magari più ricco ti lascerebbe? Inoltre non stai neanche simpatico a sua madre, e suo padre ti accetta solo perché sei intelligente e ottieni sempre il massimo dei voti!». Queste parole continuavano a girarmi per la testa, erano anche quelle poche che mi ricordavo, e anche le ultime che disse visto che le tappai la bacca con la mia...
Nonostante tutto aveva ragione, era tutto vero, vero come il piacere che per la prima ho provato facendolo con lei, vero come quello che mi ero appena accorto di provare per la mia migliore amica, vero come la sensazione di mancanza che sentii quella mattina svegliandomi nel mio letto senza di lei, senza Ilaria...
Non avrei mai creduto che un "sì", un dannatissimo "sì" avrebbe potuto farla allontanare da me fino al punto da farla scomparire dalla mia vita senza la possibilità di rimediare e io non volevo questo, volevo stare con lei per "sempre".
Finalmente raggiunsi quel luogo, erano le nove e qualcosa, e c'era solo un parcheggio, esattamente dietro alla panchina indicata sul foglietto, e come c'era scritto sopra era occupata solo da una persona, una ragazza bionda e non troppo alta.
Scesi dall'auto e chiamai il suo nome, quella figura si alzò e si girò, era lei, era Ilaria, e molto probabilmente aveva appena smesso di piangere, o forse stava ancora piangendo, ma molto meno, non sapevo da quanto potesse essere lì dato che nonostante mi fossi alzato molto presto lei non era già più sdraiata sul mio letto a fianco a me. L'azzurro dei suoi occhi era ancora messo più in risalto dal rossore dovuto alle lacrime e il suo trucco era ormai tutto colato, però riuscii a dirmi singhiozzando leggermente: «Cosa ci fai qui?! Hai un matrimonio fra pochissimo! Ti rendi conto che casino succederebbe se ti presentassi in ritardo?? Non vorrai far aspettare la sposa...» «Io sono qui per te» le risposi timidamente «Ti ho detto che non sarei venuta! Cosa ci fai ancora qua?!» «Ho deciso che non mi sposerò, non posso fare questa scelta così sbagliata, non posso perderti per sempre, non posso...» non riuscii a finire la frase che Ilaria mi saltò al collo e mi baciò tenendo gli occhi chiusi; io invece li tenni aperti per qualche secondo, solo per ammirarla, per ammirare la sua bellezza, per ammirare la sua aria tranquilla e finalmente felice.
Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi con l'aria di volerne ancora, però lei arrossì e io le diedi un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, rise e mi disse che sono sempre il solito gentiluomo della situazione, in seguito mi chiese quando sarei andato a spiegare meglio e con lei la situazione ai miei genitori e ai suoi, le dissi che saremmo andati nel pomeriggio, ero stanco e volevo dormire, accettò sbadigliando e attaccandosi al mio braccio destro. La guardai e con la mano sinistra le alzai il mento, la baciai e lei ricambiò staccandosi poi con un sorriso, un sorriso che mi fece innamorare di più di lei, volevo che lo tenesse per sempre e avrei fatto di tutto purché ciò si avverasse, così le dissi: «Sei più bella quando sorridi!», Ilaria di risposta mi spintonò ma mi ritirò a se in fretta, non voleva lasciarmi.
Così salimmo in auto e ce ne andammo verso casa mia sulle note di Don't Cry che stavamo cantando a squarciagola.

Nota dell'autore: Ciao a tutti, spero che questo lunghissimo racconto vi sia piaciuto, nel caso fatemi sapere. Credo che sia la prima e l'ultima volta che scriverò racconti romantici, e non credo che ciò faccia dispiacere a qualcuno. Grazie comunque per averlo letto tutto e per essere arrivati fino a qui.
Postula Sblindo

   
 
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