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Autore: AlexVause    16/12/2014    8 recensioni
Henry fece un passo indietro.
- Dove mi porti?
- Non ti farò del male, se questo è ciò che ti chiedi.
La donna tese una mano verso il ragazzino, che abbassò lo sguardo verso essa.
- Mi sarai d’aiuto, nel convincere tua madre a fare una cosa per me.
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Una storia ambientata a Storybrooke dopo l’attivazione della seconda maledizione.
Nessuno ha memoria di come abbia raggiunto nuovamente la cittadina nel Maine.
Non ci sono spoiler perché segue un filo logico proprio :D
SwanQueen.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Malefica, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
 
- Sicuro ci attenderà se andiamo nel suo rifugio adesso. Dobbiamo studiare un piano valido.
Propose Biancaneve mentre camminava dietro Malefica e Regina a passo svelto. Emma, Hook, David e Belle le seguivano guardandosi intorno.
- Credi sia così stolta da dirigermi in quel luogo? Senza poteri siamo vulnerabili ed io, di certo, non lascerò la mia vita nelle vostre mani.
Rispose l’Evil Queen, sguardo fisso davanti a lei.
- Conoscete un modo per riottenerli?
Domandò David affiancandosi alle due maghe. Il tono infastidito per l’affermazione della donna.
- Forse. Basta domande, siamo già un bersaglio facile, non serve che ci trovino seguendo il nostro blaterare.
Sbottò duramente Malefica. I presenti si ammutolirono nella speranza di arrivare nella cittadina di Storybrooke evitando ogni pericolo.
- Regina!
Gridò Emma buttandosi sulla mora. Entrambe caddero a terra rovinosamente. Una freccia si conficcò sul tronco di un albero.
- Ci attaccano! Correte!
Gridò Hook afferrando Emma perché si risollevasse velocemente da terra.
La bionda Swan si liberò dalla presa, aiutando Regina ad alzarsi.
Hook sembrò ingoiare un boccone assai amaro ma seguì gli altri nella fuga.
Mancava poco al confine con la cittadina di Storybrooke. Una volta giunti in paese avrebbero avuto più possibilità di salvezza.
Corsero finché in lontananza riuscirono a scorgere le prime case.
Dietro di loro gli alberi si estendevano a perdita d’occhio.
Quella in cui si trovavano era una stradina poco trafficata, non lontana dal confine con il mondo esterno.
Hook, David e Belle si sedettero a terra stremati.
- Non volevi mettere la vita nelle nostre mani, eh?
Sussurrò ironica Emma, alla mora davanti a se e ricevendo in risposta una smorfia.
- Non c’è di che.
Rise poi soddisfatta nonostante il fiatone.
- Non c’è un incantesimo in grado di separare il limitare del bosco da Storybrooke?
Chiese Biancaneve affaticata e piegata sulle ginocchia per riprendere fiato.
- Esiste ma Gold può spezzare qualsiasi magia…soprattutto se fatta da noi.
Rispose Regina voltandosi verso la figliastra. Entrambe le maghe erano a conoscenza delle loro limitate potenzialità, soprattutto se messe a confronto con quelle dell’Oscuro Signore.
Malefica annuì con un cenno del capo.
- Ti prego Regina non maledirmi per questa proposta ma…possiamo andare da te. La casa si può proteggere facilmente in quanto spazio ristretto...
Regina guardò l’amica malamente. Hook, Belle e i Charming in casa sua? Non esiste.
- …ma non… non così ristretto.
Si corresse poi.
- I libri di magia ci sono. Strumenti e ingredienti per rituali pure…
Lo sguardo della mora si fece ancor più intenso, torvo e contrariato. E magari dopo esser venuti a conoscenza di ciò, avrebbero pure pensato che nel tempo libero Regina si dilettasse a compiere riti strani su qualcuno o qualcosa.
- …a…almeno credo…
Si corresse di nuovo. L’Evil Queen la stava fulminando con gli occhi. Le braccia conserte.
- …e dai…non mi guardare così. Sai anche tu che non c’è diversa soluzione.
Terminò la bionda strega timidamente.
- Malefica ha ragione. Prometto che non saremo troppo un peso.
Sorrise Emma all’ex Sindaco che alzò un sopracciglio.
Regina sospirò rassegnata.
- Qualsiasi cosa accada alla mia casa, sarà colpa tua.
Sbottò la donna verso Malefica per poi incamminarsi.
- Immaginavo, Maestà.
Sorrise la bionda Strega.
- Dove stai andando?
Domandò Emma raggiungendo la mora.
- Al Granny’s. vado a prendere nostro figlio. Se Zelena attaccherà, voglio che sia al sicuro. Se lo lasciamo alla tavola calda, potrebbe usarlo per farci uscire allo scoperto.
Regina aveva ragione. Quella Strega avrebbe fatto di tutto pur di distruggerli.
- Noi veniamo con te.
Disse Snow avvicinandosi all’ex Sindaco, assieme a David e Belle.
- Io vado alla centrale a prendere alcune radio, nel caso dovessimo dividerci.
- Ti accompagno Swan.
Hook era già al fianco di Emma.
- Appena potete raggiungeteci. Ordineremo qualcosa al Granny’s anche per voi.
Sorrise Biancaneve verso la figlia per poi salutarla e allontanarsi.
Malefica poggiò una mano sulla spalla dell’Evil Queen che si voltò a guardare l’amica.
La bionda strega le sorrise per poi svanire in una nuvola porpora.
 
Emma ed Hook stavano camminando verso la centrale, nel silenzio più totale.
La strada era buia, illuminata da alcuni lampioni. Poche auto passavano accanto a loro.
- Perché mi eviti Swan?
A quella domanda, Emma si pietrificò.
- Dopo ciò che è successo a Neverland, credevo ci fosse qualcosa, anche solo un minimo d’interesse da parte tua nei miei confronti.
- Io…beh…è stato solo un episodio.
La bionda cercò in tutti i modi di mettere insieme una frase.
- Ciò non esclude che possano essercene altri.
Sorrise sornione il Capitano, circondando la vita della ragazza con un braccio.
Emma si scostò quasi imbarazzata.
- Io…non…io…
- Swan, non balbettare. Parlami.
I due erano fermi sul marciapiede. Hook guardava Emma mentre lei, sguardo fisso a terra, lo evitava.
La ragazza strinse un pugno lungo il fianco, come ad aggrapparsi a qualcosa che le desse il coraggio di affrontare l’argomento.
- Sono successe molte cose e molte altre ne stanno per accadere. Ciò che è stato a Neverland era voluto da entrambi…ma alla luce dei fatti, a essere onesta, sono confusa.
La giovane riuscì ad affrontare lo sguardo dell’uomo che la guardò senza comprendere.
- Cosa ti confonde?
Emma sospirò, riprendendo il cammino verso la centrale, poco distante da dove loro si trovavano.
- Tutto e niente.
Rispose in modo enigmatico la bionda. Il Pirata la guardò perplesso.
- Ora sono io a essere confuso.
- Devo riflettere su alcune cose.
Una nube porpora comparve accanto a uno degli edifici accanto ai due. Emma la notò con la coda dell’occhio, mentre il Pirata sembrò non averci fatto caso.
- Hook, tieni. Sono le chiavi della centrale. Per favore, puoi attendermi dentro?
- Ho detto qualcosa che ti ha offeso?
Chiese Hook visibilmente preoccupato.
- Ho solo bisogno di un istante.
Il Pirata accennò un assenso con il capo e si allontanò di qualche metro per raggiungere la centrale, aprire la porta principale ed entrare nell’edificio.
In realtà lo Sceriffo sapeva benissimo cosa sentiva dentro se ed era certa che chi l’aveva provocato le avrebbe fatto molto male. Era disposta a rischiare?
Emma scosse la testa come per mandar via il pensiero di lei dalla mente.
A passo svelto, si avvicinò verso il punto in cui aveva scorto la nube porpora.
- E tu che ci fai qui?
Chiese Emma a Malefica che, in quel momento, aveva incrociato sul suo cammino andandole in contro.
- Una passeggiata.
- Una passeggiata?
Domandò incredula la giovane. Non ne era molto convinta.
- È un’ottima cosa trascorrere del tempo con se stessi, passeggiando lentamente. Molte cose divengono più chiare.
La frase detta dalla maga le fece capire che stava alludendo a quando la ragazza si sentisse confusa.
 - Vado alla centrale.
Rispose Emma per porre fine a quella conversazione privata. Ci mancava solo Malefica a darle consigli sugli affari di cuore.
La ragazza s’incamminò passando oltre la bionda strega, ancora ferma sul marciapiede.
- Hai solo due strade.
A quelle parole lo Sceriffo si fermò immediatamente. Non si voltò verso chi le aveva pronunciate. Sguardo fisso davanti a sé.
- O Sali sul palcoscenico o scendi giù.
 
Il buio stava calando sulla silenziosa Storybrooke.
Dopo cena si erano tutti riuniti a casa di Regina, come d’accordo.
Malefica era in cucina, intenta a preparare una pozione per il recupero dei poteri.
Hook aveva subito trovato il mobiletto bar mentre David e Biancaneve, guardavano un album che racchiudeva le foto di Henry dall’adozione sino al decimo compleanno.
Regina era nel suo studio assieme a Belle, che la stava aiutando nella ricerca d’informazioni su Zelena e ad Emma, che sbirciava alcuni libri cercando nel frattempo di farsi forza per affrontare l’argomento “Bacio”.
- Malefica, a che punto sei con la pozione?
Chiese Regina all’amica di vecchia data appena apparsa nello studio.
- Mi manca solo…vediamo…
Rispose la donna guardandosi intorno.
- …questo!
Aggiunse poi raccogliendo dalla finestra dietro l’ex Sindaco, un mazzolino di erbe essiccate.
- Hai parlato con la biondina?
Bisbigliò dopo essersi accertata che Emma si fosse allontanata un pochino.
- No.
- Che aspetti?
- Fatti gli affari tuoi.
- Sai che sono un’estimatrice della terapia d’urto.
- Non osare.
Malefica fece un sorriso di sfida raggiungendo la Salvatrice.
Una nube viola comparve dietro la bionda strega.
Regina volle far comprendere ulteriormente il suo disappunto verso l’azione che stava per compiere l’amica. Con decisione la colpì di taglio con la mano sulla spalla per poi sorridere, come se nulla fosse accaduto, ad Emma che si voltò a guardare le due.
- La clavicola!
Esclamò la maga.
- Sarà la stanchezza. Forse dovresti tornare in cucina. La pozione ti aspetta.
Disse Regina indicando l’uscita.
Malefica si voltò verso la mora lanciandole uno sguardo truce prima di varcare la soglia della porta e andare in corridoio.
La ragazza guardò le due donne con un sopracciglio alzato ma decise di lasciare tutto al caso e far finta di nulla.
- Cos’è questo?
Chiese lo Sceriffo indicando una pietra minerale dai colori splendidi, con sopra scolpito una dicitura dai caratteri antichi.
L’Evil Queen alzò lo sguardo dal libro di rituali che stava studiando.
- È un cristallo utile per la purificazione dell’aura.
- Come si fa a capire che l’aura è sporca? Qualcuno passa e ci scrive sopra col dito “lavami”?
Quella domanda scatenò una risata da parte della mora.
- Come ti escono certe domande?
Chiese ancora ridendo l’Evil Queen. Persino Belle sogghignava di sottecchi.
- Regina…
Iniziò Emma avvicinandosi di più alla donna al suo fianco.
-…non credi che dovremo…che so…parlare?
Riuscì a chiedere poi…ma adesso non era certa di voler ricevere eventuali risposte. Ciò che Regina poteva dirle la spaventava molto più di Zelena.
- Non adesso.
Rispose duramente la mora tornando a sedersi dietro la scrivania.
Belle si era alzata per svignarsela dallo studio dell’ex Sindaco, quando Mary Margaret arrivò all’entrata di quella stanza con un tovagliolo bianco fra le mani.
Belle lo prese annusandolo.
- Uhm questo bel tovagliolo è soffice…ha l’odore delle valli in fiore. Vieni a dirmi con cosa l’hai lavato.
Disse trafelata la bibliotecaria a una Snow attonita, portandola lontana da quel luogo in modo che Regina ed Emma potessero stare sole.
- Perché sei così distante Regina?
La mora la ignorò proseguendo nello studio di quel libro…in realtà fingeva. Non era pronta per quel discorso, non lo era mai stata.
Emma sospirò tristemente andandosi a sedere su una delle poltrone dinnanzi la scrivania. Comprese che l’ex Sindaco aveva bisogno di spazio, così prese fra le mani un libro, nella speranza che prima o poi Regina le avrebbe parlato.
Il silenzio calò fra le due, che stettero così per svariati minuti. Fu l’Evil Queen a infrangerlo.
La mora si alzò dalla sedia dov’era seduta e si avvicinò ad Emma.
Lentamente guardò lo Sceriffo. Emma abbassò il libro che in quel momento pure lei fingeva di leggere, incatenando il suo sguardo con quello oscuro e profondo della donna davanti a se.
L’ex Sindaco si chinò, portando le sue labbra vicinissime all’orecchio della bionda.
- Sono così distante perché ogni singola emozione, non è altro che il frutto di un gioco di luce.
Emma rimase pietrificata da quella frase. Fu come una coltellata al cuore.
Regina si scostò dalla bionda, avviandosi verso la porta che collegava lo studio alla biblioteca, per prendere un altro libro.
Sembrò come se in quel momento le avesse detto “Buon Giorno”, invece di rinnegare ogni sentimento che sentiva dentro se. Decise quindi, d’indossare la maschera da stronza ancora una volta, per allontanare Emma ad ogni costo.
Sarebbe stato tutto più facile, se solo fosse bastata una frase detta duramente.
La ragazza si alzò di scatto dalla poltrona in pelle, avvicinandosi alla mora e afferrandola ad un braccio.
- Come puoi sminuire ciò che abbiamo provato in quell’istante, spiegandolo solo come un semplice abbaglio?
Sbottò Emma furente. Si sentiva ferita nel profondo.
- Smetti di mentire a me e a te stessa!
Regina poggiò una mano su quella della Salvatrice, gesto che calmò la bionda all’istante.
La sua maschera cadde in quel preciso istante. Era inutile continuare con quell’atteggiamento che faceva soffrire se stessa in primis.
Per la prima volta, dopo la morte di Daniel e di suo padre, decise di dire la verità mostrandosi per ciò che era…Regina.
- Swan, ti sto per dire una cosa che non ripeterò.
L’Evil Queen sospirò. Esitò qualche attimo, come a raccogliere tutte le forze per affrontare un discorso per lei troppo duro.
- So benissimo ciò che è accaduto fra noi. L’ho sentito…
Prese un respiro profondo e continuò.
- …possiedi già una parte di me che nessun altro può toccare. In questi anni qualcosa dentro me è cresciuto sino a diventare inarrestabile. Non posso permettere che ciò mi travolga.
La mora abbassò lo sguardo.
- Tu mi hai già travolta da tempo.
La voce di Emma fu un delicato sussurro. Delicato ma che nascondeva l’agonia di quel momento. Sapeva cosa stava per dire Regina.
- Tutto ciò non può accadere. Desidero solo che mi lasci andare Emma. Scappa via prima che io me ne accorga. Il mio cuore è troppo oscuro per essere salvato e sicuramente, farò qualcosa prima o poi che ti allontanerà.
L’ex Sindaco abbassò lo sguardo come se il peso delle ultime parole fosse troppo pesante da sorreggere.
- Quando accadrà, non riuscirò a rialzarmi…non di nuovo.
Emma serrò la mascella. Un nodo le attanagliava la gola.
Prese il viso di Regina fra le sue mani, costringendo la donna a guardarla negli occhi.
- Credi che riuscirei così facilmente a rinunciare a te?
Chiese poi dolcemente.
- Dovresti.
L’Evil Queen si sentì morire dentro. Sapeva a cosa stava rinunciando, ma era anche a conoscenza che quella storia dovesse svanire nel nascere.
- Il mio sorriso si è spento molto tempo fa e mi accontento del lieve cambiamento che è bastato per farmi odiare di meno dalle persone.
Aggiunse la donna. Era meglio stare sola. Non voleva soffrire, non più, e di sicuro la storia con la Salvatrice in quanto figlia di Snow era a dir poco impossibile e sbagliata.
- Regina…so tante cose di te e probabilmente ne ignoro molte altre, ma ciò che ho visto ora e in questi mesi, mi basta. Il resto non conta, nemmeno se si trattasse della mia famiglia. L’amore che hai dato ad Henry è immenso. So che non sei la persona che dai a vedere a chi ti circonda. In te c’è molto di più e lo vedo…l’ho visto.
Gli occhi di Emma erano sinceri e riuscirono ad arrivare a quel cuore rimasto in frantumi per troppo tempo.
Un sorriso amaro nacque sul volto della mora che guardava la Salvatrice.
- Devi sempre salvare tutti, non è vero Swan?
Emma sapeva che le parole non sarebbero mai servite a nulla con Regina.
Rimase così in silenzio, abbassando lo sguardo a terra.
Relazionarsi con l’ex Sindaco era stata da sempre un’impresa assai ardua, ma ciò che la bionda fece in seguito riuscì ad abbassare ogni difesa di quella donna, che aveva ormai fatto breccia nel suo cuore.
Emma l’abbracciò. Nessuna parola. In silenzio fece un passo verso Regina per poi stringerla forte a se.
La mora si sentì disarmata e dopo qualche istante ricambiò l’abbraccio lasciando cadere quel muro spesso che aveva eretto da tempo in memore.
Rimasero chiuse in quel momento per svariati minuti prima che alcune voci nel corridoio le scuotesse facendole tornare alla realtà.
- Emma? Ovunque tu sia, puoi venire un attimo? In questa casa ci si perde.
David cercava la figlia per un’opinione su una discussione fra lui e la moglie.
- Emma?
La bionda sospirò.
- Ti raggiungo in cucina!
I passi del padre in corridoio indicarono che si stava allontanando.
Le mani dello sceriffo scivolarono dalle spalle della mora, delicatamente sino alle sue mani che strinse avvicinandosi per un’ultima carezza.
- Sarò sempre qui per te.
Bisbigliò poi senza ricevere alcuna risposta dalla mora.
La Salvatrice si soffermò ancora una volta a guardare Regina, prima di voltarsi per andarsene, ma all’ultimo istante l’Evil Queen strinse la presa sulla sua mano fermandola.
L’ex Sindaco attirò la bionda verso se, dandole un bacio a dir poco inaspettato.
Le sue labbra fresche si posarono su quelle calde dello Sceriffo.
Il cuore di Emma mancò di un battito mentre Regina sembrò persa in un alto mondo, un mondo in cui dimenticava ogni cosa includendovi solo quel presente…solo quel preciso istante.
La Salvatrice strinse la donna a se, sentendo in quel bacio tutte le emozioni che la mora provava: tristezza, preoccupazione, angoscia…amore.
Regina lentamente si allontanò.
- Dovresti andare.
La sua voce sembrava lontana.
Riluttante Emma accennò un assenso con il capo, accarezzando il viso dell’Evil Queen che chiuse gli occhi a quel tocco per poi guardare allontanarsi la figlia di Biancaneve.
Emma oltrepassò la porta della biblioteca per addentrarsi nel corridoio, quando notò Malefica poggiata allo stipite. Le mani dietro la schiena.
- Vedo che hai deciso di salire sul palcoscenico.
Bisbigliò la bionda strega.
- Sempre che lei non mi faccia scendere…sì.
Sorrise lo Sceriffo allontanandosi.
Il silenzio aveva circondato nuovamente Regina, che raccolse tutte le sue forze per tornare alla ricerca di una preparazione adeguata contro la sorellastra.
- Regina, sai che non sono mai stata una gran fan di…quella…ma in fondo non ha tutti i torti. Goditi l’attimo. Non lasciarti trascinare dai ricordi passati ed evita di guardare troppo al futuro. È inutile e controproducente. Il presente è ciò che conta.
Regina alzò un sopracciglio nell’udire la voce dell’amica e le andò in contro vedendola sorridere.
- Hai sentito tutto, vero?
- Abbastanza.
- Hai visto qualcosa?
- No.
A quella risposta gli occhi della mora si ridussero a due fessure.
- No no, te lo assicuro!
Rise poi. Regina mugugnò poco convinta.
- La pozione è ultimata.
L’avvisò Malefica mostrandole una fiala dal liquido rossastro.
 
- Vedo che hai trovato il mio mobile bar.
Disse Regina alquanto infastidita.
Hook aveva tra le mani un bicchiere con del liquore.
- Noto che ti tratti bene, vero Regina? Rum invecchiato venticinque anni.
Snow, incuriosita, tolse il tappo annusando il liquido ambrato.
- Uhm…in effetti sa un po’ di chiuso.
Disse poi attirando sguardi attoniti su di se. La donna, in risposta, fece spallucce per poi dirigersi in cucina.
Il pirata andò verso l’ex Sindaco con aria di sfida e, fermandosi proprio di fronte a lei, la fissò dritta negli occhi. Le loro labbra vicinissime.
Regina poteva sentire l’odore del rum nel respiro dell’uomo.
David era accanto alla porta del salone intento a intervenire qualora fosse accaduto qualcosa.
- Maestà…
Si limitò dire l’uomo facendo un passo indietro.
- Il mio buon cuore è come l’oceano: profondo e illimitato... per cui, se desideri riposare, puoi usare il divano…se invece desideri il riposo eterno, te lo posso dare in altro loco.
Informò Regina, sogghignando.
- Non risponderò a questa vostra freddura. Preferisco congedarmi. Con il vostro permesso…
L’uomo fece un inchino sbeffeggiando la mora per poi andare verso il divano che si trovava poco distante. Si stese chiudendo gli occhi.
Regina scosse il capo incredula, per poi dirigersi verso David.
Il genero la guardava incuriosito.
- Cosa c’è Charming?
Chiese infastidita.
David sorrise.
- Nulla.
Regina alzò un sopracciglio incuriosita dal probabile seguito che avrebbe avuto quella frase.
- Riposo eterno eh?
Disse trattenendo una risata.
Regina ricambiò sorridendo con un’alzata di spalle, per poi allontanarsi e dirigersi in cucina, seguita dal genero e dalla figliastra.
- Snow, David, andate a riposare nella stanza degli ospiti. Henry sta già dormendo nella mia camera. Emma tu puoi unirti a lui.
A quelle parole da parte di Regina, il cervello di Emma andò in tilt. Dormire nella sua camera da letto, sentire il suo profumo sul cuscino e fra le lenzuola. Improvvisamente quel pensiero la fece arrossire. Arretrando per appoggiarsi al bancone della cucina, urtò con il gomito una caraffa piena d’acqua che prontamente Regina bloccò a mezz’aria impedendo il disastro.
- Hai…hai ancora i tuoi poteri.
Constatò Emma.
- Grazie a Malefica, sì.
Sorrise l’Evil Queen.
- Scusami per la caraffa.
Disse timidamente la bionda.
- Non importa.
- Grazie Regina, credo che accetteremo la proposta e andremo a riposare.
Disse Snow White prima di congedarsi assieme al marito.
- Belle, tu puoi accomodarti nella camera di Henry. Io e Malefica abbiamo ancora molto su cui lavorare.
Anche la bibliotecaria ringraziò della gentile offerta e si diresse nella stanza del piccolo, accompagnata da Emma.
 
Passò ancora qualche ora prima che Malefica si alzasse dalla poltrona su cui era seduta e si congedasse, troppo stanca per proseguire nello studio.
Non trovarono molte informazioni su Zelena. Sconfortata e stanca, Regina si diresse nella sua camera, dove dormivano Henry ed Emma.
- Che ore sono?
Chiese Emma. Voce impastata dal sonno. Si era destata sentendo dei passi sul parquet.
La luce bianca dei lampioni illuminava la stanza, seppur lievemente.
- Le quattro.
Disse in un bisbiglio la mora.
- Se vuoi riposare, devi per forza venire accanto a me. Henry si è preso quasi tutto il letto.
Bofonchiò poi la bionda, con un grande sorriso. Gli occhi chiusi.
- Tutto escogitato a tavolino, Miss Swan?
Un mugugno divertito si udì da Emma.
Regina si tolse gli stivali e si mise sotto le coperte, fin troppo stanca per cambiarsi d’abito e mettersi un qualsivoglia pigiama.
Chiuse gli occhi e con un sospiro stanco abbracciò la ragazza davanti a se, che sperava in un simile gesto ma non se lo sarebbe mai aspettato.
- Grazie.
Di nuovo un lieve sussurro. Il tono dolce e allo stesso tempo sofferto.
- Per cosa?
Chiese Emma incuriosita.
- Per avermi salvata…nel bosco.
La Salvatrice si strinse di più in quell’affettuoso abbraccio.
- Siamo pari.
L’Evil Queen sospirò pensierosa. Tentò di sciogliere l’abbraccio ma Emma la fermò.
Si voltò verso Regina che guardò incuriosita la madre di suo figlio.
Emma chiuse gli occhi e poggiando il capo nell’incavo del collo della mora, rafforzò quell’abbraccio a cui non voleva porre fine.
Regina si pietrificò. Non era abituata a simili dimostrazioni d’affetto.
- Non mordo.
Sussurrò Emma ormai in dormiveglia.
L’Evil Queen sospirò decidendo così di lasciarsi andare e addormentarsi fra le braccia di colei che non avrebbe mai pensato di riuscire ad amare.
 
 
 
 
 
 
Nota di Alex: Bentornati :)
Finalmente un momento SwanQueen cuore a cuore.
Ora che le nostre maghe hanno riacquistato i poteri saranno più agguerrite di prima.
Alla prox :)
  
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