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Autore: TheDoctor1002    17/12/2014    1 recensioni
Some legends are told/ Some turn to dust or to gold/ But you will remember me/ Remember me for centuries
Una ragazzina folle, la portatrice del caos. Compagna di Jinx, nei loro cuori arde una fiamma destinata a bruciare il mondo, se qualcuno non le fermerà. Caitlyn e Vi hanno intrapreso questa missione, ma è impossibile acciuffare un fantasma. Una colpa orribile grava sul cuore di Madness, un segreto che sta per essere svelato al mondo intero: è arrivato il momento che Valoran apra gli occhi e conosca la verità.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Jarvan IV, Jinx, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Gaea era una città prospera" raccontò Madness, seduta su una poltroncina "ma non è del suo culmine che voglio raccontarti, quanto più della sua caduta. Era estate, una di quelle torride e senza vento. In quel periodo Saelie era solita dormire con le finestre aperte e, quella notte in particolare, sembrava essere l'unica soluzione alla calura. Fu tutto condensato in un istante: il rumore distante delle armature in marcia, i soldati che passavano il fiume in secca con i loro cavalli, il bagliore di alcuni fuochi." Raccontò, fissando un punto lontano, imprecisato, quasi stesse scrutando quelle scene attraverso fessure nel tempo. Un brivido le percorse la schiena vertebra per vertebra, deciso come un colpo di frusta. "Ricordo che nelle nostre menti non ci fu nemmeno il tempo di trasmettere un impulso ai muscoli: stavamo già correndo. Le mura tremavano sotto i colpi dell'assedio, le armature dorate spingevano pesanti arieti sulle porte nord e ovest. Nessuno ebbe il tempo di provare a figurarsi cosa stava accadendo. Era come cercare di tappare uno squarcio nello scafo di una nave con dello scotch, ma allora persino le azioni più stupide e spregiudicate sembravano avere una valida giustificazione. Quando Saelie raggiunse la sala del trono era già il panico. I soldati che non si erano riversati nella corte antistante stavano cercando di proteggere il portone. Oltre di esso, si sentivano i rumori della battaglia: le armate nemiche erano già penetrate oltre la seconda cinta muraria. Tutti si chiedevano chi potesse guidare un'orda simile, chi potesse avere tanto potere, ma nessuno voleva accettare l'unica plausibile risposta. Non potevano essere armate demaciane, Jarvan III avrebbe dovuto firmare gli Accordi di lì a pochi giorni. I preparativi già fervevano, la guerra era finita."
"Un aggressione alle spalle?" Chiese Thresh dall'alto di un'altra poltrona foderata in velluto scuro, tornando a guardare le fiamme danzare in un camino. 
"Precisamente." ammise con tono mesto, quasi ne fosse la responsabile. "Saelie fu coraggiosa, anche senza il mio aiuto: quando vide che la situazione iniziava a farsi pericolosa non si tirò indietro. Afferrò una spada e decise di unirsi alle sue armate. Alcuni funzionari tentarono di dissuaderla, lei replicò che avrebbero dovuto scegliere tra il farla combattere o l'ucciderla in quel preciso istante. Tutti si fecero dunque indietro, lasciando che quella sottile camicia da notte si unisse alle armature argentee della guardia di Gaea. Quando le guardie entrarono nel palazzo, lei fu tra i primi a gettarsi nella mischia. Tuttavia i soldati dorati erano in troppi perchè il nostro esercito potesse fronteggiarli. Inoltre, sono sicura di aver intravisto alcuni mercenari da Noxus e Zaun. Ci travolsero. Non si vedeva altro che scintillii d'oro, argento e sangue. L'arma di Saelie era pesante, troppo perchè lei potesse usarla in un confronto prolungato. Scoprì chi stava a capo delle armate solo quando se lo trovò contro: il principe, Jarvan IV, la insediò con un attacco alle spalle. Nonostante la sua ira le desse forza, non potè che tentare un paio di assalti, ma la difesa blindata del suo avversario non le lasciò una breccia. Iniziava a sentire le ferite, la testa le girava. Tentò un ultimo disperato attacco, ma andò miseramente a vuoto e le prigioni mentali che Jayce aveva costruito per me anni addietro erano ancora troppo forti perchè potessi fare qualcosa." 
Prese un respiro, si fermò per un istante: quei flashback le facevano più male di quanto non volesse ammettere. 
"Demacia è dimora di ricordi orribili per entrambe." Riprese subito dopo "Non voglio raccontare nulla di quegli interminabili giorni, sappi solo che non si risparmiò: Jarvan portò al patibolo l'intero governo, uccidendo i funzionari uno ad uno mentre Saelie era costretta a guardare impotente quel genocidio da dietro un teleschermo. Tra quelle persone, c'erano i suoi genitori. Per una qualche perversa congettura, il principe era convinto che, mostrandole che aveva perso tutto, Saelie sarebbe stata sua. Non fu l'unica tortura che le venne inflitta: sia la sua mente che il suo corpo pagarono il prezzo dei suoi rifiuti. Furono proprio queste sevizie a logorare le prigioni mentali, crepandole e permettendomi di filtrare. L'ho salvata, in fin dei conti. Avrei voluto poter agire prima. Quando lei mi permise di prendere il controllo, ci liberai. Aprii la serratura della nostra cella con uno dei trucchetti di Evelynn e sentii l'inebriante richiamo della libertà. Tentarono di fermarmi, la ferirono, ma nessuno di loro sopravvisse. Li uccisi tutti, dal primo all'ultimo. Lasciai vivere solo Jarvan, perchè potesse vedere. Non ne ho neppure il rimpianto."
Thresh restò in ascolto per tutto il tempo. Talvolta annuiva, altre volte guardava semplicemente il nuovo volto della sua vecchia compagna. 
"Poco dopo la nostra fuga, Saelie ricostruì le prigioni" continuò "è piuttosto difficile da gestire, una personalità tanto forte...dopotutto è forse l'unico essere umano in grado di sopportarmi. Mi sono liberata da poco, ma ancora non in via definitiva. Voglio mostrarle che non deve temermi, che posso davvero aiutarla. È per questo che voglio la testa di Jarvan." concluse Madness. "Mi aiuterai?" 
"Non amo la politica" commentò lui, noncurante "ad ogni modo, non posso ignorare il nostro vecchio legame e preferirei dovermi trovare a prendere accordi con te che non con il Principino. Inoltre" soggiunse con una risata "mi manca un po' di splatter vecchio stile, darei qualunque cosa per vedere il vostro confronto. Tornando a noi e stando a quanto mi riferiscono i miei informatori- i quali, per inciso, non sbagliano mai- Jarvan è entrato da poco a far parte della League of Legends. Immagino tu ne abbia sentito parlare." 
"Vagamente e molti anni fa" rispose lei "combattono ancora per spartirsi Valoran, dunque..." 
"Non esattamente. La guerra è finita con Gaea e, sebbene ogni tanto si metta in gioco qualche fazzoletto di terra, ora giocano molto di più sugli ostaggi. Oggi, ad esempio, si giocano lei." le spiegò Thresh passandole la foto di una donna dai capelli rossi "Katarina. Spia di Noxus. Molto abile ma non troppo furba: si è fatta denunciare per il furto di alcuni documenti da un soldato con cui aveva una relazione." 
"E se Noxus vince..."
"...lei sarà liberata. Ad ogni modo le conviene entrare nella Lega: impunità per ogni crimine, sia dentro che fuori le Arene della giustizia. Converrebbe anche a te, immagino siano già sulle tue tracce, esporti è il minimo dei tuoi problemi." 
"Sarebbe come permettere a Senna di spararmi da tre metri di distanza. Jarvan non è l'unico con cui ho un rapporto burrascoso."
"Senna?" Commentò ridendo Thresh "Davvero non hai saputo? Ti credevo informata." 
"Cos'è successo a quella dannata? Dovresti sapere che a Piltover non circolano certe voci."
"Si potrebbe dire che Lucian abbia un conto in sospeso con me...mentre io ho l'anima di sua moglie..." 
"L'hai presa?!" Chiese lei improvvisamente interessata da quella conversazione tanto noiosa. 
"Poco dopo la tua scomparsa. Dunque, entrerai?" 
Madness rifletté per qualche minuto, prima di rispondere. Aveva aspettato a lungo il momento di tornare al suo posto e vendicare Gaea, tuttavia voleva che ogni dettaglio fosse perfetto. Aveva alcuni conti da saldare e armi da riprendere e, sebbene non vedesse l'ora di calpestare la terra delle lane per dimostrare il suo valore, decise di attendere. 
"Ho alcune cose da fare, ma non è il genere di idea che rifiuterei. Piuttosto, qual'è il modo più veloce di raggiungere Piltover?" 
Thresh si alzò dalla sua poltrona, estraendo dal cassetto di una scrivania una manciata di minuscoli frammenti di gemma. Lanciò uno di questi a Madness, che lo afferrò al volo. La superficie piccola e fredda brillava di una luce interna e pulsante, di una tinta simile al viola. 
"È un cristallo di teleport" le comunicò Thresh "è sufficiente spezzarlo mentre si pensa alla destinazione. Semplice ed accurato." 
"Grazie" disse la ragazza, osservando incuriosita quel piccolo oggetto, soppesandolo con la mano e iniziando a pensare alla sua città d'adozione. In uno dei quartieri misti, dove intellettuali di tutta Valoran si riunivano in una comunità internazionale all'insegna della scienza, viveva uno yordle. Aveva avuto con lui già qualche trattativa per acquistare delle armi, ma ora la questione era diversa. 
"Piltover" sussurrò a mezza voce, rompendo il cristallo sul palmo della propria mano. Dopo aver pronunciato quelle parole, una spirale di fumo la avvolse, facendola scomparire in un battito di ciglia, con la stessa disarmante velocità con cui era arrivata. 
   
 
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