Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: CinderNella    17/12/2014    3 recensioni
Inizialmente si sentiva un po’ strana per il fatto che avrebbe condiviso una casa con un uomo.
Insomma, Colette aveva detto che quel Tom era simpatico e a modo, ma lei, Colette ed Elspeth erano sempre state con delle ragazze in casa… Tranne il modello. Ma lui non stava mai a casa. Laire era l’ultima aggiunta, una matricola alla loro stessa università e si trovavano benissimo, ma erano sempre state solo ragazze.
E ora Colette le mollava per tornare al suo paese natio e le lasciava in balìa di un tipo che nemmeno conoscevano. Era un po’ ingiusto.
"Ma se Colette lo conosce in qualche modo e dice che è alla mano, gentile e ha viaggiato molto, ci si potrà fidare..." pensò lei, rincuorata.
[...] Tom uscì dal portone, tirando un sospiro di sollievo: quell’Aneira era una tipa stramba. In positivo, ma lo era.
L’aveva convinto a prendere la camera sebbene non fosse la migliore opzione, ma nel suo essere strana gli aveva già fatto sentire la casa come sua, come se ne volesse fare parte.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Good evening!  Il banner è sempre stato fatto da _Lith_, lo stile del titolo è sempre ispirato a FRIENDS e la foto non è la mia assolutamente (magari ad averlo visto così vicino lui XD) ma è stata modificata da me. Buona lettura!














 
The Guy Who Turned Her Down

17. The One With The Awkward Checking-On-Eddie Visit










«Ciao!» Lara era ben conscia del fatto che a Toronto fossero le cinque del mattino e che molto probabilmente con quella chiamata avrebbe svegliato Tom: ne era pressoché sicura. Non per nulla premeditava di chiamarlo dalle nove di quella mattina, orario inglese.
«Lara, ma che ore—
«Le dieci inglesi, le cinque canadesi.» rispose prontamente lei, sorridendo al cellulare «Se non volevi essere svegliato da una mia chiamata potevi silenziare il telefono, no?»
Il verso poco regale che emise il gentleman anglo-scozzese avrebbe potuto riassumere tutta la stanchezza che l’uomo stava provando in quel momento dall’altra parte dell’oceano: ma pazientemente, dopo aver inspirato profondamente, si decise a risponderle «Per caso è successo qualcosa di particolare?»
«In realtà volevo solo chiederti se tornassi per i Lawrence Olivier Awards.»
«Il tredici aprile?» si passò una mano tra i capelli, riflettendoci su e sedendosi sul letto: ormai era sveglio, e se non lo fosse stato in quel momento sarebbe comunque dovuto esserlo in mezz’ora «Sì, arrivo quella mattina, Coriolanus è nominato. Perché?»
«Oh, per dirti che ci sarò anche io! Sono stata invitata. E non avendo nulla da fare...»
«E mi hai svegliato alle cinque di mattina per dirmi che supporterai me e Mark quel giorno?» chiese Tom, con un’intonazione che velava malamente l’istinto omicida che stava provando nei confronti dell’amica in quel momento «Per carità, ne sono onorato, ma un’altra mezz’ora di sonno mi sarebbe piaciuta...»
«Se vuoi ti lascio...»
«Sono già fuori a passeggiare.»
«Oooh! Alle cinque e cinque di mattina?»
«Che mi devono fare nel giardino dell’hotel? Al massimo mi rapisce un orso polare.»
«So che sono molto affabili con gli inglesi.» aggiunse lei, e Tom sorrise, scuotendo la testa: menomale che aveva indossato il cappotto pesante, a quell’ora faceva troppo freddo.
«Che stai combinando oggi?»
«Domani sera esco per una cena con Aneira...»
«Aneira esce con te?» chiese automaticamente l’attore, senza nemmeno nascondere o mitigare il suo interesse dopo essersi ormai smascherato: arrossì lievemente, ma soltanto gli orsi polari avrebbero potuto accorgersene a quell’ora del mattino.
«Sì, mi porta ad una cena di universitari. Mi ha detto che è gente che non sopporta, il compleanno di una che abita a Maida Vale e che ha una casa stratosferica e i soldi che le escono dal deretano. E non la regge proprio perché è una tipa strana all’università. Ma tipo... più di lei. E l’ha detto lei, non la sto insultando io!»
«Sei crollata così in basso che il sabato sera lo passi con la mia coinquilina ad una misera festa di compleanno di un’universitaria che per giunta ‘Nei odia?»
«Sì, sarà divertente. Jules ha disdetto all’ultimo perché organizzeranno una cena romantica nel tuo letto.»
Il verso schifato che emise Tom subito dopo la fece scoppiare a ridere: «Già. E comunque se manca Aneira ed è con me avranno tutta casa libera. A parte Mycroft ovviamente, che son più che certa farà il guardone se non chiudono bene la porta della camera.»
«Non voglio che me lo traumatizzino!» esclamò Tom, sinceramente preoccupato per il suo cucciolo di felino.
«Spero anche io che non lo facciano.» convenne Lara, annuendo «Laire ed Elspeth sono più che certa che usciranno.»
«Fammi capire, conosci meglio di me le abitudini di casa mia
«Per capirle basta starci due giorni!»
«Probabilmente non hai tutti i torti.» gli diede ragione lui, camminando in cerchio per poi guardare l’orologio «Lara, devo lasciarti. Dovrò farmi almeno la doccia prima di presentarmi a colazione...»
«Assumo di sì, a meno che non vorrai stupire tutti con la tua puzza mattutina.»
«No, non mi sembra proprio il caso. Grazie della sveglia mattutina non desiderata, buona giornata!»
«Anche a te, buone riprese. Ci sentiamo, Tom!» e chiuse la chiamata.
Aveva avuto la certezza che voleva, e ora sarebbe bastato solo comunicare con Luke per sapere le opinioni di Tom. L’Operazione Neto era cominciata, e neanche il suo compagno di affari – o meglio crimini... Luke, insomma – lo sapeva.


Aneira si stiracchiò, ancora nel letto, con Mycroft che si appropriò del suo cuscino non appena lei spostò il capo da lì: com’era contenta di avere solo due lezioni nel pomeriggio di venerdì. Certo, pesavano, ma almeno non si sarebbe dovuta svegliare presto.
Prese il cuscino che era sotto al suo e lo posò lì accanto, spostandoci sopra Mycroft – che le rivolse un’occhiataccia magistrale – per poi rioccupare da sola il suo cuscino. Voleva dormire un altro po’ e il micino avrebbe dovuto imparare che, sebbene lei volesse la sua compagnia nel lettone in camera sua, ognuno aveva i propri spazi. Quindi non avrebbe condiviso il suo cuscino – dove voleva posare la testa comodamente – con tutto il corpo del micino: aveva l’altro cuscino che era solita usare da spessore tutto per lui. E dopo un po’ sembrò anche esserne contento: si voltò dall’altra parte e, porgendole la schiena, arrotolò la coda intorno al corpo, iniziando a ronfare.
Aneira sorrise, voltandosi anche lei dall’altra parte, chiudendo gli occhi e iniziando ad appisolarsi dolcemente... fin quando dei rumori di più che chiara natura interruppero la sua calma discesa nell’oblio per risvegliarla con orrore.
«Yack!»
Iniziò a sbattere ripetutamente la mano contro al muro «Almeno quando si portava le trombamiche, Tom lo faceva in silenzio! Qua una persona sta cercando di dormire!»
Dopo udì due risatine ben identificate e i rumori terminarono: non sapeva se perché avessero deciso di graziarla e smetterla di fare ininterrottamente sesso da tre giorni – beh, non proprio ininterrottamente... ma passavano sedici ore al giorno in un letto – o avessero semplicemente abbassato il volume dei loro versi e l’intensità dei loro movimenti – il solo pensiero le faceva venire il voltastomaco – ma almeno avevano finito di fare rumore.
Però ora lei aveva smesso di appisolarsi nel momento in cui era stata pronta a crollare nel sonno ed era più che sveglia: afferrò da un cassetto la confezione di Oreo e si trascinò in cucina, venendo seguita immediatamente da Mycroft che evidentemente aveva deciso di volere la pappa in quel momento con la padrona.
Con la vestaglia di pile – e a forma di Dalek – si trascinò fino alla credenza, prese il cibo per gatti e lo versò nella ciotolina vuota di Mycroft. Poi, con una lentezza strabiliante, versò il latte in una ciotola, che ficcò subito dopo nel microonde... e si sedette ad aspettare sulla poltrona, iniziando a controllare i messaggi e le notifiche sul cellulare.
Quando udì il trillo che segnava il termine del minuto necessario per riscaldare la ciotola, si trascinò fino al microonde, prese il latte da lì dentro e ritornò sulla poltrona. Si accovacciò su se stessa, lasciando penzolare i piedi dal lato sinistro e mangiucchiando liberamente dei biscotti, masticandoli e inzuppandoli nella tazza a turno.
Quando vide entrare in cucina Eddie e Jules che tubavano mano nella mano e iniziavano a cucinare la colazione insieme, emise un altro verso schifato che li fece voltare entrambi verso di lei per poi scuotere automaticamente la testa in un gesto sconfortato «Stiamo solo cucinando insieme!»
«Yack. Sento ancora il rumore di voi due che spostate il letto con la forza dell’amore!» li canzonò Aneira guardandoli torvamente e continuando a inzuppare i biscotti nel latte. I due ragazzi arrossirono e tacquero, ma continuarono a cucinare per loro insieme ed in silenzio.
Soltanto quando tutti e tre udirono il suono del citofono la situazione ritornò normale, Aneira lasciò la tazza sporca nel lavabo e si diresse ad aprire il portone e la porta di casa: dopo trenta secondi si trovò di fronte Luke Windsor che le sorrideva imbarazzato. O almeno, presumeva che fosse un sorriso: si limitò a dargli il buongiorno e lasciarlo passare, per poi seguirlo a ruota per vedere se effettivamente stesse per cazziare i comportamenti poco plausibili di Ed.
«Sono lietissimo del fatto che tu ti sia trovato una nuova compagna in così poco tempo, Redmayne, ma Just Jared inizia a parlare. E in generale internet.» Luke si fermò solo per dare il buongiorno a tutti «E buongiorno Aneira, Jules. Oh, Mycroft!»
Non appena il gattino gli premette una zampina sul piede, Luke mollò il cappotto a terra per prenderlo in braccio e fare nasino nasino con lui.
«Ma se sono stato praticamente chiuso in casa per quattro giorni!»
«Penso che Hannah abbia parlato. A proposito» mollò a terra Mycroft, che corse da Aneira per piazzarsi sulle sue cosce «Che ci fa Jules a quest’ora qui?»
La ragazza arrossì imbarazzata, mentre roteava gli occhi in direzione di Eddie, le cui guance si colorarono di rosso quanto i suoi capelli — ed era un rosso molto scuro, quasi castano, quindi si poteva capire quanto fosse cambiato il suo colorito.
«Non hai visto la foto che ha postato Lara sul gruppo?!»
«Beh ma non si vedeva la tua compagna nella foto! Credevo fosse soltanto del sesso vario post-rottura insignificante!» esclamò sconvolto Luke, facendo due più due non appena si rese conto di Jules con addosso solo una vestaglia di Eddie.
«Yack! Vedi?!» ne approfittò allora Aneira, indicando la neo-coppietta a Luke, che la imitò: «Davvero, yack
«Qualcuno che mi capisce, finalmente!» terminò alzando le braccia al cielo Aneira, per poi ritornare ad accarezzare Mycroft che richiedeva molte attenzioni.
Ripresosi dallo sconvolgimento – solo dopo aver scrollato la testa, come se volesse togliere brutte immagini dalla mente solo con quel movimento – Luke tornò all’attacco: «Penso che Hannah abbia detto qualcosa. Non chiaramente il suo nome, ma che è stata mollata... penso proprio di sì. E qualcuno ha scritto a Just Jared che ti ha sentito discutere con una ragazza per strada vicino alla LSE. Assumo sia stato con lei, circa tre giorni fa?»
Eddie annuì, passandosi una mano tra i capelli, mentre Jules macchinava con il bacon e le uova sulla padella grande alla cucina.
«La cosa positiva è che sanno che lei si trova ancora a casa tua, e hanno già immaginato che tu sia stato tanto gentile da lasciargliela per darle il tempo di risistemarsi: inoltre, vivendo con altre tre persone a casa di Tom non penseranno mai che sia Jules, vedendola uscire di qua. Insomma, ci escono tranquillamente altre tre ragazze...»
«Al massimo possono pensare che mi sia trovato altre quattro concubine, no?» esordì sarcastico lui – e fu l’unico motivo per cui non ricevette uno schiaffo sul braccio da Jules, che era già pronta a darglielo. In compenso, l’occhiataccia di Aneira la ricevette sul serio: «Lo sai che se trascinano Laire in questa cosa ti ammazza, vero?»
«Ma come, sembra la più tranquilla tra di voi! Mi aspetterei un omicidio da parte tua, piuttosto!» ribatté tagliente lui, facendo a fette del pane e mettendole nella tostiera.
«Se invadono la sua privacy, sei finito.» spiegò lei, avvicinandosi a Jules per mettere il bollitore sull’acqua: poi spinse il fianco sinistro contro quello destro dell’amica, che sobbalzò sovrappensiero «Avresti bruciato il bacon. E andrà tutto bene.»
Jules annuì, distratta, per poi tornare a dedicare tutta la sua attenzione al bacon per girarlo.
«Tu... cerca di non farti vedere troppo spesso in giro con Jules, okay? Magari riusciamo a mantenere la sua identità segreta per un po’.»
«Non sto di certo pianificando di portarmela alla prossima premiazione o alla prossima premiére!»
«Non sto dicendo questo...» iniziò Luke, ma venne bloccato da una Jules che brandiva molto sicura la forchetta di legno verso Eddie: «Non farei mai la tua borsetta da passeggio ad una premiére, caro mio!»
«Perché in questa casa continuate a brandire impropriamente utensili domestici come armi...» iniziò a borbottare Luke, tirando un sospiro di sollievo non appena Jules allontanò l’arnese da lui per utilizzarlo per scrostare bacon e uova dalla padella e metterle nei piatti.
«Comunque, ricevuto: non usciamo insieme fuori, a meno che non sia in posti appartati e semi-sconosciuti, non la porto alle premiére o nulla...» venne interrotto da Jules che ribatteva borbottando “Tanto non ci sarei venuta comunque...” «Praticamente mi faccio vedere in giro solo da solo. Idem per lei, ma non avendola ancora identificata...»
«E se vi fate vedere insieme, niente smancerie in pubblico!» lo redarguì Luke, avvicinandosi ad Aneira per coccolare Mycroft.
«Senti un po’, ma perché sei qui tu e non i miei agenti?» chiese, sinceramente curioso, Eddie; lo guardò dritto negli occhi, accigliato.
«Probabilmente perché essendo tuo amico sto più attento a te...»
«Stalker!»
«Questa è bella!» esclamarono Jules e Aneira all’unisono, guardando direttamente in direzione di  Eddie – dopotutto fino a qualche giorno prima sarebbe stato lui lo stalker nella stanza – che arrossì impercettibilmente.
«E forse perché dovresti assumermi. Siccome sei mio amico, però, non ti accetto come cliente. Trovati un altro agente, magari posso chiedere a...»
«Grazie Luke, ma per ora vedo come se la vede D. In caso faccio uno squillo alla tua sede!» Eddie gli fece un occhiolino, ma Luke roteò gli occhi: diede un buffetto a Mycroft e anche ad Aneira – che si voltò sconvolta per guardarlo di traverso – per poi decidersi a salutare la strana combriccola «Sono venuto qui solo per avvisarti, comunque. Ci si vede!»
Eddie si alzò dalla sedia e lo seguì per accompagnarlo alla porta, mentre Aneira osservava basita l’ultimo punto della stanza in cui aveva visto Luke: «Dici che mi ha preso per l’estensione del gatto?»
«Potrebbe darsi. O magari ti dimostra il suo affetto così. Anche se penso sia la tua ipotesi la più accreditata.» terminò Jules, mettendosi in bocca un pezzo di bacon per poi prendere un sorso di aranciata e chiudere lì la conversazione.


Dopo la parentesi di Luke a casa – e i tanti messaggi di Lara durante la giornata, che le chiedeva costantemente se un tale outfit fosse buono per la loro serata del giorno dopo... nemmeno dovesse andare a una premiazione! – si era decisa ad occupare la scrivania per scrivere un saggio che avrebbe dovuto consegnare la settimana dopo e tra una cosa e l’altra era arrivato il pranzo, le lezioni, la spesa... solo quando fu a casa poté tirare un sospiro di sollievo e riabbracciare Mycroft. Finalmente quella settimana era finita, e avrebbe passato molto volentieri il weekend distesa nel letto. Se non fosse per quella minuscola festa a Maida Vale dove fortunatamente ci avrebbe trascinato Lara – non potrebbe sopportarla senza nessun viso amico, ora che Jules l’aveva mollata da sola per il suo rendez-vous con Eddie.
Infilò il pigiama e la vestaglia da Dalek – purtroppo gli onesie erano tutti sporchi... avrebbe decisamente dovuto fare qualche lavatrice nel weekend – e si trascinò fino alla cucina, dove vi trovò Laire con Mycroft sulla pancia – doveva esserle saltato su poco prima che arrivasse in cucina – ed Elspeth che fumava leggendo dei plichi molto spessi di fogli.
«Buonasera!» dichiarò lei, stropicciandosi gli occhi.
«Come te la stai cavando col ninfomane al posto di Tom?» chiese Laire, muovendo il capo in direzione della camera che ora occupava Eddie.
«Penso sia orribile, soprattutto perché so che si sta facendo ripetutamente la mia amica.» dichiarò con stoicismo Aneira, infilando dei totani fritti surgelati nel forno assieme a delle patatine fritte: poi fece partire il timer e si sedette al tavolo, posandoci la fronte subito dopo.
«Stanca?» chiese Elspeth, non alzando gli occhi dal foglio.
«Voglio solo che arrivi il weekend – e non la festa di domani sera.»
«Ci vai con l’amica di Tom... Lara, vero?» continuò Elspeth, dato che Laire era troppo assorta nella sua lettura e nelle coccole a Mycroft per continuare quella discussione.
«Sì, ed è l’unica nota positiva.» dichiarò Aneira, sbattendo le palpebre e guardando attentamente i fogli della coinquilina «Che stai studiando?»
«Qualcosa di tremendamente scocciante dopo che arrivi alla settantesima pagina sui rapporti segreti della guerra fredda.»
«Che cosa diavolo è?!»
«Sarebbe storia, ma in realtà sono giusto robe in più sulle quali il professore pretende che stendiamo un saggio... in due giorni. Altro che weekend di relax, dovrò stare chiusa in casa a scrivere questa roba...» si passò una mano tra i capelli, per poi ritirarli su nella coda di cavallo prima di sbuffare sonoramente.
«Non ti invidio per nulla.»
«Nemmeno io.» le fece eco Laire, che ricevette un’occhiataccia dalla diretta interessata, la quale tornò a leggere quei fogli.
Aneira invece attese altri dieci minuti, poi prese i totani e le patatine, li riversò in un piatto e salutò le due ragazze con un cenno della mano.
«Vieni per il tè dopo?» chiese Laire, sobbalzando non appena Mycroft saltò giù per seguire Aneira.
«Se non muoio prima nel letto, sì!»
Inutile dire che per la fame buttò giù totani e patatine prima che si intravedessero i titoli iniziali dell’episodio di Grey’s Anatomy della sera prima in streaming, tanto che passò il resto del tempo a spiluccare Oreo.
Quando terminò Grey’s Anatomy passò a The Big Bang Theory, ma alla fine di quell’episodio mise il computer da parte e si lasciò cadere ancora più sotto le coperte, tirando un sospiro di sollievo: Mycroft si accucciò contro il suo braccio e iniziò a fare le fusa, mentre lei controllava il cellulare per l’ultima volta prima di lasciarlo definitivamente sul comodino.
“Niente tè stasera?” Aneira guardò l’orario e poi sorrise.
“Sono troppo stanca per alzarmi dal letto e raggiungere la cucina”
“Avrei dovuto immaginare una risposta del genere”
“Stai forse implicando qualcosa, Hiddleston?”
“Assolutamente nulla che tu non sappia già, Hier. Quei due mi hanno già sfondato il letto?”
“Spero di no. Fossi in te non riuscirei a dormirci, DOPO...”
“E infatti ho già deciso che ora che se ne va da casa lo cambio, il letto. E quello se lo porta lui...”
“Yack.”
“Ti ho immaginata mentre lo dicevi, con tanto di espressione oltraggiata in viso!” Aneira sorrise nuovamente, tornando a digitare qualcosa.
“Ed è proprio così che ho fatto. Come va lì, Tom?”
“Tutto normale, giriamo, mangiamo, dormiamo... qualche volta usciamo. Per esempio, ora sono a passeggio...”
“C’è Jessica lì con te?”
“No, solo come un cane. Perché?”
“Vorrei chiederle come l’è mai venuto in mente di seguirmi su Instagram e mettere mi piace a tutte le mie foto. Con Mycroft. E senza.”
“Oh, le ho parlato di te e Mycroft ed è uscita pazza.”
“Avrei dovuto immaginarlo. Niente di nuovo all’orizzonte?”
“Torno tra un mese per i Lawrence Olivier. Ti trovo a casa?”
“Sempre.”
“E allora ti lascio a Morfeo, so quanto sia tardi a Londra. ‘Notte, ‘Nei!”
“Buona serata e buonanotte, Tom!”
E uscì da Whatsapp con il sorriso sulle labbra.

 
  
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