Crossover
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Autore: Crybaby    17/12/2014    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Labirinto Della Follia – Quinta Parte

Petirol smise di vomitare, ma continuò a tossire pesantemente. La testa le faceva malissimo, e un forte ronzio che tuttavia andava spegnendosi le rimbombava nelle orecchie.
-Cough… Yuck… Cosa… Cosa mi…
-MERCURY, AQUA RHAPSODY!!!
L’attacco a tradimento di Sailor Mercury stava per investirla, ma uno sciame di nano-robot guidato da Viluy le fece da scudo e assimilò il colpo.
-Ma… Viluy!- strillò Petirol esasperata, dimentica del malessere -che ci fa qui questa?
-Mi è stato ordinato di portarla qui. Da Kaolinite in persona- rispose l’altra, senza staccare gli occhi da Ami -e tu, perché hai abbandonato i comandi? È successo qualcosa?
-C’è stata un’interferenza improvvisa, come se… Un momento, perché dovrei spiegarlo a te? Viluy, tu non sei altro che una schiava ora! Limitati a tenere la sailor lontana da me e non fare domande!
Detto ciò, Petirol si risedette stizzita e indossò di nuovo il casco.

...

-Maledetta… Piccola dannata… che il diavolo la trascini con sé all’inferno…
Rintanata in un angolo buio e nascosto del labirinto, con mano tremante Kaolinite stava cercando disperatamente di raccogliere in un calice le gocce del proprio sangue, colante a fiotti dalla ferita infertale. Nonostante la strega fosse riuscita a fuggire smaterializzandosi, la falce chiamata Silence Glave le aveva comunque aperto un profondo taglio trasversale dal petto fino all’ombelico, squarciandole l’abito e scavando nella carne. Riempito il calice fino all’orlo, Kaolinite lo portò velocemente alle labbra e ne bevve tutto il contenuto: in pochi istanti il suo corpo fu invaso da un benefico calore e del vapore cominciò a fuoriuscire dalla ferita, che a poco a poco si cicatrizzò, senza tuttavia rimarginarsi del tutto.
-Così… Così può bastare… Per ora…
Alla strega, non rimase che passare una mano sullo squarcio nell’abito, per ripararlo con la magia.
-Ecco… fatto…
<< KAOLINITE!!! MI SENTIII??? >>
La strega si portò una mano all’orecchio. Era tentata di spegnere l’auricolare, ma si limitò ad abbassarne il volume.
-Ti… Ti sento, Petirol… Anche troppo…
<< Oh, finalmente! Si può sapere dove sei stata tutto questo tempo? Per colpa della tua assenza ci siamo lasciate sfuggire un sacco di occasioni perfette! >>
-Potrei dire… Potrei dire lo stesso della tua mancanza di improvvisazione. Non sei stata capace di fare nulla senza il mio aiuto.
Petirol tardò a rispondere. Kaolinite abbozzò un sorriso, contenta di aver preso le redini della conversazione.
-Inoltre- aggiunse la strega più anziana, mentre tracciava con le dita dei cerchi per aprire dei buchi neri affacciati su diverse zone del labirinto -anche tu hai la tua buona dose di colpe, a quanto vedo. Dovunque nel labirinto le illusioni-ologrammi si sono bloccate o addirittura spente, come se tu avessi abbandonato i comandi. Hai una valida spiegazione per questo?
<< Se… se ti dico che ho avuto un attacco di vomito, ci credi? >>
-Speravo in qualcosa di meglio…
<< Te lo giuro, è la verità! A un certo punto ho avvertito una specie di… di energia oscura… un’aura che si è sprigionata di colpo ed è giunta fin dentro la mia testa, facendomi perdere il controllo… Davvero, non so con che altre parole posso spiegartelo… >>
-Te ne posso prestare due, se vuoi: Sailor Saturn.
In breve, Kaolinite riassunse a Petirol quanto era accaduto, dalla trappola spaziotemporale di Sailor Pluto fino all’arrivo della guerriera della distruzione.
<< Questa non ci voleva… Ero convinta che le guerriere sailor potessero teletrasportarsi solo unendo le forze… >>
-…ma evidente quella piccola guastafeste è talmente potente da riuscirci da sola. A questo punto, se vogliamo avere la meglio è opportuno cambiare strategia.
<< Vuoi sospendere la caccia ai cristalli e sfruttare il potere di quelli che abbiamo già per affrontare Sailor Saturn? >>
-Assolutamente no. La caccia proseguirà, ma per essere sicure di non fallire io e te concentreremo i nostri sforzi su un solo obiettivo alla volta. Ascolta attentamente il mio piano…

...

Sailor Saturn terminò di curare Sailor Pluto con i suoi poteri. Solo quando fu certo che la guerriera di Plutone fosse fuori pericolo, le due si concessero di parlare.
La piccola Hotaru raccontò a Setsuna tutte le brutte esperienze che era stata costretta a vivere nelle ore precedenti: l’apparizione del daimon Oratanah, il ritorno di Kaolinite, il rapimento del padre Soichi, il messaggio di Petirol al mondo intero.
E, ultimo ma non meno grave, il tentativo di Sailor Teleport che rischiava di terminare in tragedia.
-…ho peccato di presunzione. Ero certa di riuscire a teletrasportarmi con le mie sole forze, ma la rabbia nei confronti di Kaolinite mi ha deconcentrato. Ho vagato, non so quanto, in una dimensione vuota e priva di luce. Temevo di dover restare prigioniera di quel luogo per sempre, ma la comparsa della tua smagliatura spaziotemporale mi ha mostrato una via di salvezza. Ti devo la vita, Setsuna.
-No… No, sono io che la devo a te… Ho…
Cogliendo Hotaru di sorpresa, Setsuna scoppiò a piangere e l’abbracciò forte.
-Mi dispiace!… è stata… colpa mia!…
-Colpa tua? Non capisco…
-Ho… ho chiesto io a tuo padre di portarti in vacanza… Volevo che tu fossi di nuovo felice… e invece… ho scatenato…
-Tu non hai scatenato proprio niente!
Dolcemente, Hotaru staccò da sé la sailor più anziana, per rivolgerle un sorriso.
-Gli ultimi giorni con papà sono stati bellissimi, di questo non potrò mai esserti grata abbastanza. Quello che è successo poi è stato colpa delle streghe, tu non c’entri nulla.
-Lo so… ma…
Questa volta, fu Hotaru ad abbracciare con affetto la sua mentore.
-Ora il peggio è passato. Sono qui, con te, sana e salva. Questo è ciò che conta di più adesso.
-È… è vero… Grazie, Hotaru.
Setsuna accarezzò la nuca della piccola sailor, senza dire nient’altro per un po’.
Quando si sentì pronta, la donna sciolse l’abbraccio, si alzò in piedi e riprese possesso dello scettro, mentre con la mano libera si asciugava gli occhi.
-Okay, adesso basta piangere. Finché non avremo ritrovato tuo padre e sconfitto le streghe, le emozioni dovranno aspettare.
-Così ti voglio, Sailor Pluto!
Setsuna abbozzò un sorriso, quindi si caricò in spalla Haruka e si guardò attorno, per analizzare la nuova situazione venutasi a creare. Con la scomparsa dei buchi neri di Kaolinite, le pareti e le porte della stanza che prima sembrava infinita ora si affacciavano su lunghi corridoi vuoti; lo squarcio nel pavimento aperto in precedenza da Sailor Uranus, invece, dava l’accesso ad uno scivolo scavato nella roccia, il cui fondo era immerso nell’oscurità. Le due sailor si sporsero per guardarci dentro.
-Non mi sembra una cavità naturale- osservò Hotaru -anzi, sembra sia stato creato di proposito.
-Una trappola alternativa per me ed Haruka, quindi. Chi lo sa, forse conduce direttamente al covo delle streghe. Ma come possiamo accertarcene?
-Un modo ci sarebbe, sciocche- squillò una voce alle loro spalle.
Le sailor si voltarono, ma solo per farsi accecare temporaneamente da una forte luce rossa. E farsi spingere di sotto.

Approfittando del fatto che tutte le illusioni nemiche si fossero fermate, Trunks fece piazza pulita. I denti, le bocche, le lingue e la Petirol con coda di serpente: tutti quanti furono mutilati, distrutti, disintegrati dalla furia del saiyan. Terminata l’ecatombe, Trunks creò due sfere d’energia per illuminare la zona: scoprì quindi di trovarsi in un magazzino umido e abbandonato pieno soltanto di qualche scatolone, qualche porta chiusa e un paio di prese d’aria.
-Wow, dal giorno alla notte! Chissà che tipo di tecnologia hanno usato le streghe per trasformare questo posto in quel delirio… Beh, glielo chiederò di persona.
Trunks si svoltò deciso in una specifica direzione.
-Qualunque cosa abbia interrotto l’attacco di Petirol, mi ha fatto senz’altro un doppio favore. Per un attimo, sono riuscito a percepire distintamente le aure di Bra, Chichi e Majin Bu. Non essendo fra gli obiettivi delle streghe, forse sono stati rinchiusi da qualche parte per non essere d’intralcio… Oh, ma perché sono ancora qui a pensarci? Devo darmi una mossa!
Assestandosi due manate sulle guance per darsi la carica, Trunks sfondò una delle porte con un calcio e cominciò a correre verso l’aura di Bu.
Ignaro di essere spiato da Kaolinite, sospesa a testa in giù vicino al soffitto.
“Sta andando proprio dove voglio che vada. Che insperato risparmio di fatica.”

...

-Un’interferenza… cosa può averla causata… !
Nemmeno il tempo di ragionare ad alta voce, che Ami dovette schivare un calcio di Viluy tuffandosi a terra. Ciò permise alla strega-robot di saltarle addosso e inchiodarla al suolo bloccandole braccia e gambe.
-Così non farai altri scherzi, cara Ami.
-V-Viluy… Perché…
-Perché cosa? Cosa vuoi sapere ancora?!
-P-perché Kaolinite ti ha ordinato di portarmi qui, insieme a Telulu e Mimete?
-…ah. A questo credo di poter rispondere. Non mi ha spiegato il motivo, ma non è difficile da immaginare. Con la tua intelligenza e il tuo inseparabile pc avresti potuto scoprire l’esistenza dei proiettori e svelare il trucco dietro alle follie del labirinto. E in secondo luogo… forse Kaolinite voleva anche mettermi alla prova.
-P-prova?
-In parole povere, immagino volesse testare la mia immunità ai tuoi predicozzi da amica comprensiva. Cosa che ho ampiamente confermato. Arrenditi, Ami.
Per un lungo istante, le due ragazze si fissarono negli occhi: la strega con sguardo vuoto, la sailor con sguardo triste.
Poi, serio. Poi, determinato.
Con sforzo non indifferente, Sailor Mercury allungò un indice verso la propria tempia, riuscendo ad attivare il visore elettronico.
E a scatenare la rabbiosa reazione della nemica.
-…IO TI AVEVO AVVERTITA!!!
Viluy assestò un pugno pesantissimo al volto di Ami, frantumandole il visore sugli occhi. Quasi nello stesso istante, con la mano appena resa libera Ami scagliò una sfera d’acqua in faccia a Viluy, riuscendo ad allontanarla da sé.
-Non posso… Non posso crederci…- esclamò la strega, rialzandosi e pulendosi il viso -Ami Mizuno, tu sei completamente pazza! Ti sei lasciata colpire di proposito per poterti liberare! Ma… Guardati! Ne è valsa davvero la pena secondo te?
Anche se Ami tentava di nascondersi il volto con una mano, le gocce di sangue che colavano fra le dita erano ben evidenti. Così come evidenti erano le schegge del vetro del visore che il pugno di Viluy aveva fatto penetrare nella fronte e negli occhi.
-Rispondimi, dannazione! Ne è valsa la pena?!?
Sailor Mercury non rispose. La si sentiva solo respirare affannosamente.
-…sai che ti dico? Mi sono stufata di questo gioco! Se devo tenerti a bada come mi è stato ordinato, allora userò il metodo più facile e indolore! MOSAIC BUSTER, LIVELLO DUE!!!
Da ogni dove sciami di nano-robot si riversarono sulla guerriera sailor. La quale, all’ultimo istante, fece la sua mossa.
-Shine, Aqua Illusion… SABAO SPRAY, FREEZING!!!
Congelando l’acqua appena creata per farsi scudo, Sailor Mercury eresse intorno a sé una cupola di ghiaccio talmente solida e talmente spessa che nemmeno i nano-robot di Viluy riuscivano a scalfire.
La strega era rimasta senza parole.
-A-Ami… si è auto-ibernata…
-…no… sono ancora cosciente- rispose lei da dentro la cupola -d’altronde… non mi posso permettere di perdere i sensi… non ora che ho vinto…
-Vinto?! Ti sei intrappolata da sola in un blocco di ghiaccio, come puoi aver…
-No no no. Sei tu quella in trappola, mia cara!- ridacchiò Telulu dalla sua cella trasparente. Viluy sussultò: si era completamente scordata di lei e di Mimete.
-Tu non t’immischiare! E poi, che cosa ne puoi sapere di quello che sta architettando Ami?
-Davvero non ci arrivi? Eppure mi pare evidente. Trovandosi in quella cupola infrangibile, ora Sailor Mercury ha tutto il tempo di farti tutte le ramanzine che vuole. E tu non potrai impedirglielo!
-…n-no…
-Inoltre, dato che sei stata riprogrammata per difendere questo luogo ad ogni costo, non puoi nemmeno allontanarti. La piccola Ami ti ha incastrata, bella mia!

...

Mamoru, con l’inerme Michiru saldamente caricata in spalla, stava ammirando col fiato sospeso la serie di esplosioni che ritmicamente agitavano le acque del lago sotterraneo.
Al termine dello spettacolo, Ub saltò fuori dall’acqua e atterrò di fronte al compagno.
-Tutti sconfitti?
-Tutti sconfitti- confermò il ragazzo di colore, sprigionando leggermente l’aura per asciugarsi -nessuno di quei mostri ha opposto resistenza. Anzi, mi è parso addirittura che non dessero segno di vita. Disintegrarli uno per uno è stato facilissimo.
-Nessun segno di vita? Quindi non stavano bluffando quando hanno smesso di attaccarti e sono caduti in acqua come sassi. Mi domando il perché… Ehi!
Senza avvertire, Ub aveva afferrato il polso di Mamoru e volando lo stava riportando nel tunnel da cui erano fuggiti in precedenza.
-Mi vuoi spiegare che ti prende?
-Per un istante ho percepito le aure di Trunks, Bu e delle sailor convergere tutte in un’unica direzione! Sta succedendo qualcosa di importante, me lo sento!…
Un forte sibilo giunse alle orecchie dei due. Mentre erano ancora in volo, un disco nero rotante apparso dal nulla saettò verso le loro mani giunte. Preso dal panico, per paura che l’oggetto potesse mutilarli Ub lasciò la presa e si rituffò subito in picchiata per riprendere l’amico: purtroppo il disco nero, più veloce, si spostò sotto Mamoru e Michiru e li inglobò.
“Un buco nero…” -Mamoru!!!
L’allievo di Goku si gettò al salvataggio, ma un secondo disco gli sbarrò la strada. Da questo nuovo portale uscì all’improvviso una mano di donna, che afferrò Ub per il volto e strinse con forza fino a penetrargli con le unghie affilate nelle tempie. Il ragazzo tentò di liberarsi da quella morsa, ma un pesante senso di spossatezza gli annebbiò il cervello. Quel tanto che bastava per lasciarsi trascinare all’interno del buco nero.

Minako fu inizialmente sorpresa, quando Rei, Ino e Makoto si accasciarono a terra nel bel mezzo della lotta. Lo stupore però lasciò subito il posto alla risolutezza: la bionda ragazza non perse tempo a togliere dalle mani di Ino e Rei le stelle ispiratrici e a distruggerle, per poi trascinare le tre amiche il più lontano possibile dalla piscina di lava.
“Non capisco, è come se tutt’a un tratto le streghe avessero deciso di arrendersi. Oppure…” -Vuoi vedere che sono state già sconfitte?!
Sailor Venus sorrise raggiante. Era anche sul punto di saltare di gioia, ma si contenne.
-…no, meglio rimandare i festeggiamenti a dopo. Finché non avrò conferma di quanto spero sarà bene che rimanga seria e concentrata. E pronta a impedire che loro vengano ancora trattate come pupazzi.
Minako si premurò di distendere al meglio i corpi delle tre amiche, una di fianco all’altra, per meglio tenerle d’occhio.
“Mi dispiace, Ino. Non ho fatto in tempo a riferire a Makoto quello che mi hai detto. Ma rimedierò non appena questa brutta storia sarà finita, te lo prometto… !”
In quella, i manichini senza volto seduti sugli spalti, di cui Minako si era completamente scordata, presero vita e assaltarono il palcoscenico.
-Lo sapevo, era troppo bello per durare! CRESCENT BEAM SHOWER!!!
La pioggia di raggi di luce disintegrò gran parte dei nemici, ma i sopravvissuti non si lasciarono spaventare. Uno di essi riuscì a salire sul palco e con uno scatto felino placcò la sailor, spingendola verso la lava.
-No… NO!
Minako chiuse gli occhi, rassegnandosi al bollente impatto.
Impatto che invece si rivelò fresco e morbido. Riaperti gli occhi, la ragazza scoprì di essere caduta su un materasso di gelatina.
-Ma… cosa…
-Per fortuna siamo arrivati in tempo! Stai bene, Minako?
Un sorridente Majin Bu le porse la mano per aiutarla a rialzarsi. Alle sue spalle, Super C-17 si sbarazzava con facilità dei restanti nemici.
-Adesso sto bene, grazie! Da dove spuntate?
-Da una città capovolta che poi si è sgretolata come cartapesta- rispose spiccio il cyborg, mentre spaccava il cranio dell’ultimo automa con una gomitata -forse quella codarda di Petirol ha deciso di smetterla con le bambinate. Majin Bu, occupati delle ragazze. Ci sarebbero solo d’intralcio.
Annuendo, il demone rosa trasformò Ino, Rei e Makoto in caramelle e le ingoiò, per poi spiegare a un’agitata Minako che le sue tre amiche erano in realtà al sicuro nel suo corpo.
-Ah… Ah, meno male… Potevi anche dirmelo prima, però…
-Majin Bu, ti ho chiesto di occuparti delle ragazze. Tutte. Anche lei- sentenziò C-17.
-Cosa? No! Io ho ancora il mio cristallo! Posso ancora combattere!
-Certo, come no. Se non fosse stato per noi saresti morta bruciata. Quindi obbedisci da brava bambina e fatti mangiare anche tu.
Offesa, Minako si avvicinò al cyborg e lo fronteggiò a muso duro, per nulla intimorita dalla sua stazza.
-Diciassette o come ti chiami, se speri che io caschi ai tuoi piedi e ti obbedisca come una servetta caschi male! Lo ammetto, stavo per morire, ma questo non significa che io sia fuori dai giochi! Mi saprò far valere, dovrò solo stare più attenta! Segnati bene queste parole: non sottovalutare mai le guerriere sailo…
Sailor Venus non aveva ancora finito di parlare, che dal nulla precipitarono sul palco i corpi inermi di Sailor Uranus e Sailor Neptune.
-Allo stato attuale delle cose, non potrei nemmeno sopravvalutarvi. Majin Bu, c’è altro lavoro per te.
Il dito puntato di Minako si afflosciò depresso. Mentre Bu si preoccupava di mettere al sicuro anche Haruka e Michiru, quasi contemporaneamente giunsero sul posto anche Mamoru, Setsuna, Hotaru, e infine Trunks.

-Ragazzi siete tutti qui! Beh, quasi-Dov’è finita Haruka?-Trunks! Mi dispiace averti colpito, perdonami!-Me la sono mangiata-Non preoccuparti, in fondo me lo sono meritato-Che cosa? Mostro!-Non ci capisco più niente-Setsuna, calmati-Mi sta scoppiando la testa, quasi quasi me ne vado…-

-BASTAAA!!! FATE SILENZIOOO!!!

L’urlo esasperato di Petirol li zittì tutti.
-Ma bene, la principessina ci degna finalmente della sua presenza!- esultò speranzoso C-17.
-Ti piacerebbe, vero? Anche a me, onestamente… Purtroppo la sgradita e non richiesta presenza di una certa guerriera sailor ci ha costrette a rivedere i piani.
Un fascio di luce andò ad illuminare Sailor Saturn, provocando lo stupore di Sailor Venus e Tuxedo Kamen.
-Hotaru?! Ma… Tu non eri con noi quando siamo entrati! …se ricordo bene.
-Più tardi avremo tutto il tempo per le spiegazioni, Sailor Venus. Petirol!- alzò poi la voce Hotaru, puntando la falce verso l’alto -dove si è nascosta Kaolinite? E soprattutto, che ne avete fatto di mio padre?
-Perché fai domande se sai già che non avrai risposte, nanerottola? Piuttosto, ho io una domanda per tutti voi. Come ci si sente a fare la cavia da laboratorio?
Il palco si allungò ed allargò a dismisura, trasformandosi in un lucido pavimento a specchio dal quale emersero tante pareti trasparenti che divisero gli eroi. Un soffitto, pure questo a specchio, scese infine su di loro, intrappolandoli.
-Sei a corto di idee, Petirol?- la provocò Minako, senza però ricevere risposta -se n’è già andata… Beh, non importa. Ho superato un labirinto di siepi in fiamme, supererò anche questo. Ragazzi, innanzitutto la prima cosa da fare è riunirci, il resto verrà da sé! Non dev’essere… difficile?
Minako si guardò attorno. Era rimasta sola.
-M-ma… erano qui, un attimo fa… Trunks? Setsuna?? Majin Bu???

Dalla sua postazione, Petirol si sfregò le mani eccitata.
“Un labirinto le cui pareti sembrano trasparenti, ma in realtà si tratta di schermi piatti che trasmettono le immagini di un labirinto dalle pareti trasparenti. Un’illusione ottica semplice ma diabolica allo stesso tempo. Ci aggiungo una parete mobile lì, un’altra là… Qualche accorgimento per evitare che provino a far saltare in aria tutto… Ed ecco fatto, posso lasciarli incustoditi e aiutare Kaolinite col primo obiettivo della seconda manche del gioco. Non vedo l’ora!”

...

In preda a una furia incontrollata Viluy scaricò una serie di pugni e calci sulla cupola di ghiaccio. La quale vibrò, tremò violentemente, ma non crollò.
-Non può finire così! Non posso essere stata battuta! Mi rifiuto di accettarlo!
-…Viluy, per favore- sussurrò Ami -ti prego, calmati…
-Stai zitta! Ami Mizuno, stai zitta! Stai…
-Viluy, quello che ha detto Telulu è vero solo in parte. Io non ho intenzione di farti alcuna… ramanzina…
-Non ti credo! Chiudi quella bocca!
-Devi credermi, invece! Tutto quello che voglio farti… è una domanda.
-…domanda?
-Viluy… come avresti voluto usare il potere dei cristalli?

...

Poco alla volta, Ub sentì riacquisire lucidità.
La mente del ragazzo era ancora annebbiata, ma i cinque sensi sembravano funzionare abbastanza bene. Con le dita, le braccia e la nuca avvertì il contatto con dei bollenti granelli di sabbia. Con le orecchie, udì il rumore di onde che si infrangono contro gli scogli e il verso stridulo di gabbiani. Con gli occhi, vide un immenso cielo azzurro.
“Una… spiaggia?”
Molto lentamente, per evitare un possibile giramento di testa, Ub si mise prima a sedere e poi si alzò in piedi.
“Quel fumo… doveva essere allucinogeno… Sembra tutto così reale, eppure non so spiegare altrimenti come possa esistere un luogo simile sottoterra… A meno che… !”
Maledicendosi, Ub si schiaffeggiò entrambe le guance.
“Kaolinite mi ha stordito con il fumo e poi teletrasportato fuori dal labirinto! E io non sono riuscito a impedirglielo! Devo tornare là, subito!”
L’allievo di Goku si concentrò per localizzare l’aura dei suoi amici, ma senza successo.
“È inutile, non ci riuscirò mai così! Se solo sapessi dove mi trovo, potrei orientar…”
Guardandosi attorno, Ub capì che il luogo in cui Kaolinite lo aveva portato non era stato affatto scelto a caso.

  
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