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Autore: besideboo    19/12/2014    0 recensioni
"People fall in love in mysterious ways, maybe it's all part of a plan." -Ed Sheeran
Harry Styles: 16 anni, distretto 12
Louis Tomlinson: 18 anni, distretto 2
Harry e Louis si ritrovano a dover partecipare agli Hunger Games, ma credo sia noto a tutti che alla fine ci può essere un solo vincitore.
It's Larry||
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II




HARRY

Nel distretto 12 si imparava a sopravvivere. A casa era quasi sempre Gemma che portava da mangiare, anche se qualche volta riuscivo a rendermi utile anche io: evitavo il più possibile di uccidere animali, per quello ci pensava mia sorella, ma conoscevo parecchie piante commestibili, sapevo orientarmi nei boschi e trovavo sempre dei corsi d’acqua, anche se erano molto brevi.
Però non sarebbe stato abbastanza, lo sapevamo sia io che mamma e Gemma, anche se, prima di uscire dalla camera dove i futuri tributi ricevono le loro ultime visite, mi avevano detto che potevo farcela, che contavano su di me, ma sapevamo benissimo che io non ero in grado di uccidere, quindi come sarei potuto uscire vincitore?
Forse era per quello che mia madre ha pianto da quando è entrata fino a quando mi ha salutato.
Il loro addio era stata la cosa più dura che avessi dovuto mai affrontare.
Oltre loro, solo Niall è venuto a trovarmi, gli altri miei amici sicuramente stavano già festeggiando perché anche quell’anno non sarebbe toccato a loro.
Dopo essere stato fatto uscire dal palazzo della giustizia –dove avvenivano le visite ai tributi- mi portarono in macchina fino ad un treno, una volta salito vi trovai Elizabeth intenta a sorteggiare un qualche drink a me sconosciuto e una donna abbastanza alta, robusta, con dei capelli neri legati da una semplice coda, esattamente l’opposto di Elizabeth. Come fare a non riconoscerla? Madison era una dei pochi sopravvissuti del distretto 12, agli Hunger Games, ancora in vita. Gli altri erano due uomini troppo anziani per poter essere mentori.
-Harry Styles!- mi accolse Elizabeth con euforia –fin troppo finta- mentre Madison si limitò a fissarmi.
-Mettiti pure comodo, giovanotto. Aspettiamo la ragazza e poi partiamo. Sarà un viaggio molto lungo.-
 



LOUIS

A salutarmi erano venute mia madre, tutte le mie sorelline e qualche amico di scuola. Tutti dicevano che sarei uscito vincitore, tutti se lo aspettavano da me e, sinceramente, credevo anche io di avere buone possibilità, ma il problema principale era Eleanor. Inutile dire che ero intenzionato a fare di tutto per tenerla in vita.
Appena la vidi salire sul treno che ci avrebbe portati agli Hunger Games mi fiondai su di lei e la abbracciai. Le sarei stato riconoscente a vita.
-Eleanor, tu sei un angelo.-
-Si, sono in tanti a dirmelo.-
Cavolo, riusciva a farmi sorridere anche con la consapevolezza che fra qualche giorno mi sarei ritrovato a uccidere persone –e solo per far divertire il pubblico.
-Bene, bene, bene. Ecco i due tributi di quest’anno.- disse una voce maschile dietro di me.
-Ecco i nostri mentori.- risposi.
Non era una persona che si faceva problemi a parlare con gli estranei anche se questi avevano un’autorità superiore alla mia, fu proprio per quello, forse, che mi beccai una gomitata nello stomaco da parte di Eleanor.
Ebbene, i mentori di quell’anno erano un uomo sulla trentina e una ragazza poco più grande di me, non ricordavo i loro nomi, erano parecchi i vincitori nel distretto 2.
-Non crediate che in questi giorni voi due possiate riposarvi.- continuò l’uomo –Siete stati preparati a combattere già da bambini, certo, ma noi pretendiamo il massimo come vostri mentori.-
-Max, inizieranno una volta arrivati a Capitol City, almeno in treno lasciali riposare.- lo interruppe la ragazza.
L’uomo, Max, grugnì e se ne andò. La ragazza lo seguì ed io e Eleanor fummo liberi di andare a dormire.
Inutile dire che la abbracciai per tutta la notte. Avevo paura che nell’arena mi sarei trasformato in una persona crudele, pronta a uccidere, un mostro. La mia migliore amica era l’unica speranza di restare me stesso.
Il giorno dopo arrivammo a Capitol City, ad accoglierci una folla di persone vestite con abiti non poco eccentrici.
Non appena entrammo nella struttura per i tributi, venni separato da Eleanor e mandato da quelli che sarebbero stati i miei truccatori.
 



HARRY

Capitol City era enorme. Enorme e colorata. Non c’erano altri aggettivi per descriverla. E la struttura dove venimmo fatti entrare –che capii solo dopo fosse quella dove avremmo dovuto alloggiare per un po’- non era da meno.
Sia io che Alexia –così si chiamava la ragazza insieme a me, che mi accorsi molto presto di non sopportare- rimanemmo sbalorditi da tutta quella maestosità.
Quando venimmo separati, mi portarono in una stanza dove alcuni ragazzi chiacchieravano fra loro, quando entrai tutti si fermarono e si voltarono a guardarmi, dopo alcuni secondi e qualche risolino tornarono a parlare fra di loro, mi avevano riconosciuto come il ragazzo del distretto 12 che sicuramente non durerà più di due giorni –lo sapevo perché in treno avevano mostrato le mietiture e si può dire che la mia faccia non fosse esattamente quella di una persona sicura di sé.
Decisi che non mi servivano amici –come sempre- e mi sedetti poco lontano da loro.
-Hey, 12- gridò un ragazzo, solo dopo qualche secondo capii che era riferito a me e mi voltai verso la voce.
La prima cosa che notai furono due occhi azzurro ghiaccio fermi sul mio volto, poi il suo sorriso sghembo, lo riconobbi come Louis Tomlinson, il ragazzo del distretto 2 la cui ragazza –credo- si era offerta volontaria al posto della sorella.
Notai anche la sua esitazione prima di dire –Quanti anni hai?-
Mi ero fermato ad osservare il suo volto, tutto di lui trasmetteva timore, ma c’era qualcosa nei suoi occhi che lo faceva sembrare diverso. Diverso da tutte le persone assetate di sangue del distretto 2. Così diverso che ti veniva voglia di sapere la sua storia.
-Cosa c’è? Non parli? Non credevo che nel distretto 12 foste così rigidi.- disse in tono canzonatorio, poi un insieme di risate si unì alla sua.
-Harry Styles?- entrò allora dalla porta una donna dai capelli viola che mi prese e mi portò in una stanza separata.
Mi aveva sicuramente salvato da una situazione imbarazzante.
-Ciao Harry, io sono Lou, la tua stilista.- mi sorrise.
-Ciao.- dissi. Era la prima cosa che mi permettevo di dire da quando ero lì.
-Allora Harry, voglio esserti amica. Ho assistito alla scena di prima e, mi dispiace che ti abbiano già preso di mira, ma succede a tutti quelli del 12, ma, se vuoi un consiglio, devi essere più sicuro di te. Loro ti analizzano come possibile alleato e devi cercare di dare la migliore impressione. Intesi?-
-Intesi.- risposi, poco convinto.
Lou era la prima persona che riusciva a sembrarmi quasi simpatica a Capitol City.
-Avanti, togliti la maglia.-
Obbedii, leggermente imbarazzato. Lei rimase a guardarmi per un po’.
-Quanti anni hai, Harry?
-Sedici.-
Lei tornò a fissarmi. –Sei muscoloso per essere un sedicenne del distretto 12.-
-Nel mio distretto l’attività fisica giornaliera non manca mai.-
Già, quando devi correre nei boschi perché un qualche animale feroce ti insegue e salire su qualche albero per sfuggirgli, ma questo evitai di dirglielo.
-Ah.. Okay. Ora ti prendo le misure per il vestito della parata dei tributi, sai come funziona vero?-
-Si, risposi.-
I vestiti migliori ottenevano più sponsor, e i vestiti del distretto 12 erano sempre pessimi o scadenti. E per accorgermene addirittura io, che ignoravo completamente quale fosse la moda di quell’anno, la situazione era grave.
-Hai un bel fisico Harry, credo che sarà meglio se lo mostri ai giudici, sicuramente gli piacerà.-


 
Ecco, la nudità non era proprio una delle mie cose preferite e speravo davvero che non piacesse neanche alla mia stilista, ma eccomi, alla parata coperto da dei jeans scuri e una camicia nera.
Dov’era la nudità?
Beh la camicia era stata creata perché una volta spinto un bottone sul polsino si sarebbe incendiata e volata via con una scia di coriandoli neri. Inquietante, ma almeno le fiamme erano finte, o almeno era quello che mi avevano detto.
Arrivato vicino al mio carro mi soffermai a guardare gli altri tributi e notai il gruppo  dell’altra volta venire verso di me.




LOUIS

Il ragazzo del distretto 12 era sicuramente uno sfigato e prenderlo in giro era divertentissimo, o almeno lo era per i miei “amici”, in realtà qualcosa mi spingeva a conoscerlo, ma preferivo mantenere quell’amicizia improvvisata con i ragazzi dei distretti Favoriti, che interessarmi dei problemi di un ragazzino.
Così dopo che lo insultai un po’ decisi che sarebbe stato meglio allontanarmi perché quegli occhi verdi e quei suoi capelli ricci mi stavano trasmettendo qualcosa che preferii ignorare.
Eleanor era splendente nel suo vestito pieno di brillantini, coordinato al mio, ero sicuro che un vestito del genere non sarebbe andato bene a qualsiasi ragazza l’avesse indossato. Eleanor, invece, era semplicemente perfetta.
La parata iniziò, il mio carro uscì per secondo e il fragoroso applauso del pubblico mi fece capire che anche quell’anno il mio distretto aveva fatto colpo.
Tutti i dodici carri si fermarono davanti al presidente Snow e dopo il suo discorso annuale, fummo liberi di riposarci per la prima volta nelle nostre stanze.


Il caso volle che ci trovammo in ascensore proprio con il 12.
Eleanor e la ragazza iniziarono a fare chiacchiere, mentre il mio sguardo si posò sul riccio, a petto nudo. E cavolo, qualcosa in quel momento mi stava obbligando a fissare quei suoi muscoli perfetti e in seguito il rossore sulle sue guance. Fu allora che i miei occhi si incatenarono ai suoi, per la prima volta, davvero, senza insulti.
-Purtroppo- l’ascensore arrivò al secondo piano, così decisi di ignorare ancora quel qualcosa in me che si era risvegliato e che di sicuro non avrebbe portato a nulla di buono, e mi diressi nella mia stanza con Eleanor.





 
  
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