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Autore: Dihanabi    19/12/2014    8 recensioni
Breve fan fic che tratta di un futuro Monkey D Rufy che ripensa un po' a tutta la sua vita.
Da testo:
"Te lo ricordi, neh, Rufy? Quando eravate solo voi, con un unico sogno condiviso e mille speranze. Stavate ore sdraiati sull'erba fresca a ridere mentre immaginavate il vostro futuro, ricco di avventure, con lo sguardo fisso all'orizzonte. Guardavate il cielo tramontare, poi restavate fermi, a godervi le stelle e vi addormentavate con un sorriso."
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Spero vi piaccia e se volete lasciate una recensione, sarebbe davvero apprezzata, anche critica se costruttiva.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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And now, Rufy?

(e ora, Rufy?)



Lo aveva trovato.
Aveva trovato il One Piece.
Erano passati quasi vent’anni da quando aveva conosciuto Shanks.
La sua vita era corsa velocissima dal esatto momento in cui il pirata dai capelli rossi aveva posato il cappello di paglia sulla piccola testa di Rufy, che aveva solamente otto anni.
La sua vita al villaggio di Fusha gli era sembrata così noiosa e lenta, inizialmente.
Se ci pensava ora, come erano volati quegli anni!
Il momento così speciale condiviso con il rosso aveva segnato tutta la sua vita futura.
Ricorda ancora alla perfezione il giorno in cui incontro Ace per la prima volta. Quando ancora non si conoscevano e il giovane si rifiutava di portarsi un ragazzino dietro. Poi aveva incontrato anche Sabo.
Erano diventai fratelli, quei tre idioti, una cosa unica.
Ace, con i suoi modi scurrili e arroganti; suo fratello, gentile ed educato, e poi c’era lui.
Insieme erano completamente folli.
Te lo ricordi, neh, Rufy? Quando eravate solo voi, con un unico sogno condiviso e mille speranze. Stavate ore sdraiati sull’erba fresca a ridere mentre immaginavate il vostro futuro, ricco di avventure, con lo sguardo fisso all’orizzonte.  Guardavate il cielo tramontare, poi restavate fermi, a godervi le stelle e vi addormentavate con un sorriso.
Oh, i momenti passati con loro. Eppure sembravano così pochi ora.
I suoi fratelli sarebbero davvero fieri di lui, ora.
Era il re dei pirati. Aveva trovato il One Piece.
Eppure Ace non era lì, e non c’era nemmeno Sabo.
Loro non erano con lui, a sorridergli, a essere felici perché aveva realizzato il suo sogno.
Sarebbero stati fieri di lui.
Già.
Eppure non erano lì ad abbracciarlo. Semplicemente non c’erano.
E a lui non andava bene, non andava bene per niente.
 
Una lacrima scese dai suoi occhi, solcando il suo viso, non era la gioia, però, il sentimento che l‘aveva causata.
 
Neanche Zoro era lì, non sapeva nemmeno se era vivo, in realtà. Sanji e gli altri sembravano spariti. Non sapeva come stavano, ne dove.
No, lui non stava affatto bene.
Ci pensava ora, alla sua ciurma, e a tutti gli altri suoi amici.
Kobi era morto nell’ultima battaglia, così come tanti altri pirati e marines che lo avevano aiutato. Amici.
Ripensava a mr2 che si era sacrificato a Impel Down. Ripensava a Z, a barbabianca.
La sua mente vagò a Dragon, suo padre. Non aveva mai potuto conoscerlo davvero a fondo. Sua madre, invece, non l’aveva mai nemmeno vista in volto.
Tutta la sua vita gli passò davanti, come un fulmine che lo investì in pieno.
“Diventerò il re dei pirati perché è l’uomo più libero che ci sia al mondo” l’aveva detta lui stesso quella frase, circa un milione di volte a dirla tutta.
“Sei davvero disposto a passare sui corpi mori dei tuoi compagni per raggiungere il tuo scopo?” Era la frase di Z che risuonava nella sua mente. Ne valeva la pena farlo? Ma soprattutto era quello che voleva?
Ormai era troppo tardi.
Lo aveva fatto.
Ed ora?
Ci ragionò su, e la sua conclusione era stata che la sua libertà l’aveva trovata inseguendo il suo scopo. ”è il viaggio che conta non la destinazione” aveva sentito spesso quella frase, ma non gli aveva mai dato troppo peso.
Rievoco nella sua mente tutte le sue avventure, ogni momento, ogni risata, ogni lacrima.
Stava piangendo oramai. Lo faceva in un modo disperato, quasi bisognoso.
Poi sorrise.
Come fece Gol D Roger.
Come face Ace.
Come la sua ciurma si aspettava che facesse.
Come era giusto fare.
Ora era il re dei pirati.
Eppure, con chi avrebbe condiviso la sua libertà?
Era in piedi, macchie rosse, lame e proiettili a riempire il territorio. Un odore ferroso marchiava l’aria, invadendo le sue narici.
Era in piedi tra mille cadaveri.
 
Sorrise.
Sei il re dei pirati. E ora, Rufy?     
  
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