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Autore: Hikary    09/11/2008    5 recensioni
[ Redwall di Brian Jacques]
- No Gonff. Le rose no. -
Il destino di un guerriero è segnato dalla spada che porta al suo fianco.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The Name of (the) Rose

Fandom: Saga di Redwall – Fiormuschiato/Martino il Guerriero

PG: Gonff, Martino

Avvertimenti: drammatico, introspettivo, romantico.

Parole: 701 ( =_=;; )

Note: una storia sulla saga che mi ha accompagnata per buona parte della mia infanzia è uno sfizio che non potevo non togliermi xD

*la storia mi è venuta in mente rileggendo “ Martino il Guerriero”, perché proprio nelle ultime due pagine Aubrezia e Gagliardo danno all'Abate Sesto una talea dell'arbusto di rose tardive piantate sulla tomba di Rosa. E, soprattutto, mi sono ispirata alla frase tristissima di Martino a Bello e Robinia, quando dice che non racconterà mai la sua storia ad anima viva. La trovo una cosa tristissima, anche perché ho letto prima “ Martino il Guerriero” di “ Fiormuschiato” e col senno di poi è strano vedere Martino alle prese con una nuova/vecchia battaglia senza che nemmeno un minimo accenno a quello che ha passato venga fuori.

* Il titolo è un allegro gioco di parole ( “ il nome della rosa/di Rosa” ) nonché omaggio all'omonimo libro. Io sono una Eco-Fanatica e una Guglielmo-Lover fino al midollo (L).

* la frase usata come citazione è presa a pag 285, dove Urran Voh predice alla figlia che morirà ben presto e Rosa definisce “ migliore amico” un povero diavolo che le sviene davanti dal terzo capitolo xD

* Io scherzo tanto, ma solo perché amo questi personaggi e li conosco come le mie tasche. In realtà piango come una pazza leggendo i libri ç_ç

Desclaimer: i personaggi e le varie storie appartengono al grande Brian Jacques *0*.



The name of (the) Rose


- Lo cambierò, vedrai!

Un giorno sarà la creatura più pacifica di Valmeridia! -


Rosa, “ Martino il Guerriero”.




[Gonff]


Di tutte le cose che amo a questo mondo, l'amicizia con Martino è forse quella che amo di più. A volte mi chiedo, osservandolo dedicarsi alla nuova vita che ha scelto con la sua solita inesauribile energia, se davvero durerà per sempre.


Può il cuore di un guerriero impavido e appassionato come solo lui fu battere per qualcosa che non sia la guerra? Saprà rinunciare alla furia delle battaglie ancora a lungo?


Se un giorno partisse, di certo non mi stupirei.

Dicono i topi venuti da Loamhedge che vi è un tempo per combattere ed uno per riposare. E' giunto quel tempo, per Martino.

Almeno così dice, Germana la badessa.


D'altronde, come darle torto? Quando vivi in un luogo come Redwall, quasi ti scordi che al mondo esiste la malvagità. Stamane, ad esempio, mi sono svegliato nella mia bella chiesetta di San Nicolò con un grande interrogativo che mi pesava sul cuore: quali fiori piantare nel giardino?

Ecco, queste sono le sfide quotidiane qui all' Abbazia. Questa è la pace, la serenità. E per quanto mi sforzi, non riesco ad immaginare per il guerriero un destino fatto di ciclamini e primule.


- Buondì Martino! - l'ho salutato, entrando dal portone principale, - Ho bisogno che tu metta l'esperienza accumulata in questi anni al sevizio della comunità . -


Ha sogghignato.


- Dimmi pure Gonff, amico mio. -

- Cosa pianterebbe un astuto guerriero, pardon, ex-guerriero, in un'aiuola così magnificamente vuota? -


Arricciando il naso, ha ostentato un'espressione attenta, quasi seria.


- Violette, senz'altro. Le violette non devono mai mancare. - mi ha ammonito.


Sono scattato sull'attenti e lui ha trattenuto a stento una riata.


- Signorsì! -

- E...margherite. Molte margherite. -

- Con permesso signore, ne è già pieno il prato! -

- Ah sì? Beh... Non discutere soldato! Gli ordini sono ordini! -


Siamo scoppiati a ridere entrambi, rotolandoci sull'erba come cuccioli. Ma è bastata un'occhiata amorevole della mia mogliettina per metterci in riga. Un attimo dopo, stavamo già dissodando il terriccio e delimitando le aiuole.


- Hey Martino, che ne dici di qualche bella rosa rossa? -


Si è fermato, guardandomi come se non capisse il significato di quella frase.


Ha smesso di sorridere.

Ha smesso di scherzare.

Per un attimo, ha smesso di essere il Martino che conoscevo.


Non avevo mai visto un simile sguardo nei suoi occhi, così lontano, assente.

Perso.


L'ho visto lottare, ricacciare indietro quell'infinito misterioso di vuoto e ricordi. E di colpo, eccolo lì, Martino il Guerriero, la spada sguainata più potente di un esercito e più rapida di una cometa*, a menare fendenti a destra e a manca per squarciare le tenebre.

Quando finalmente è riemerso, la sua voce era più cupa, più spenta.


- No Gonff. Le rose no. -

- Non ti piacciono le rose? - ho chiesto, mortificato.

- No, no...mi piacciano. Mi piacciono molto. Io amo le rose. -


Lo ammetto, non ho capito nulla. Ho lasciato che se ne andasse ripetendo quella frase a mezza voce.


Quale riposo, quale pace guerriero?

Quella spada appesa al chiodo, non fa che renderti più sola nella tua battaglia.



***



[Martino]


L'ho detto – l'avevo mai fatto, prima? -, l'ho detto davvero.

Amo le rose, sì.

Amavo te, Rosa.


Ho seguito la via del guerriero perché mi portasse lontano dal tuo ricordo. Ho lottato ancora e ancora,

perché quella guerra – Marshank, così dicevo – non mi aveva piegato.

Ma tutto ciò che cerco, da sempre, da te -il mio sempre, da quando ti ho incontrata – è la pace che volevi per me.

Valmeridia.

Valmeridia, ma senza tua madre.

Valmeridia, ma dove nessuno conosca il tuo nome.

Valmeridia, dove per tutti sarei stato un combattente senza nome.

Valmeridia – Redwall, forse? - per esaudire il tuo desiderio.


E questo che mi stai chiedendo, figlia di Urran Voh?

Vuoi che smetta di lottare, vuoi che il mondo conosca la nostro storia?


Posso deporre le armi, posso lasciarmi alle spalle il fragore delle battaglie.

Posso ogni cosa, se tu lo vuoi.


Rosa...la mia ragione, la mia speranza, la mia salvezza... non posso lasciarti entrare nel mio cuore.

Non ora, non di nuovo.

La mia unica battaglia, di qui all'eternità, che mai vincerò – sei tu - .


Sì, amo le rose.

Ma, Dio, che dolore straziante le loro spine!



[FINE]


* “ ...più rapida di una cometa” : la spada di Martino, la sacrosanta spada di Martino ( dicesi il motivo per cui finisce a Marshank, quello per cui muore Rosa e così via. Ovviamente scherzo, però quel coso porta sfiga xD ) viene forgiata una seconda volta, dopo che è stata spezzata da Zarminia, con un metallo che una delle Lepri, credo Vanna ( sì, sì, era lei, la moglie di Cuorcontento! ) ha trovato nel punto in cui è caduta una stella.

  
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