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Autore: ButterflySeven    23/12/2014    5 recensioni
Belle è una ragazza di 23 anni, iscritta al terzo anno di Beni Culturali all'accademia di Belle Arti.
I sui problemi iniziano quando il professor Hood la rimanda per la seconda volta all'esame di storia dell'arte contemporanea 2.
Cercherà disperatamente aiuto in qualcuno che ne sappia più di lei in fatto d'Arte ed il padre dell'amico Baelfire, famoso storico dell'arte, sembrerebbe il candidato ideale... Ma tutto ciò, a quale prezzo?
[Rumbelle - coppia principale] secondarie Baelfire/Emma ed Emma/Killian
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15
 
Ogni oggetto, se colpito da una forte luminosa, crea un’ombra che si protrae indisturbata, senza che la luce possa mai raggiungerla.
Lui si sentiva come quell’oggetto.
La luce l’aveva accecato, aveva addirittura dovuto socchiudere gli occhi per quanto quella luce era intensa.
La sua luce era Baelfire, il suo unico figlio… E poi era arrivata Belle, che con la sua gioia di vivere, l’aveva costretto a spalancare le tende che con tanta fatica aveva inchiodato alle sue finestre, per impedire al chiarore di entrare…
 
Gold era sempre stato un codardo, per questo era scappato da Storybrooke quando era appena un ragazzo. Non ne poteva più di essere deriso dai suoi coetanei per il suo aspetto gracile o perché non riusciva a difendersi quando lo picchiavano.
Suo padre lo aveva abbandonato e non aveva mai potuto imparare come si affrontasse la vita senza scappare.
Era andato a New York per lasciarsi alle spalle la persona debole e corazzarsi di una barriera indistruttibile. Perché la vita ti insegna tante cose e lui aveva capito che per non essere sottomesso, doveva diventare il più forte.
Aveva studiato per tanti anni ed a poco a poco, il suo nome venne conosciuto in tutta la città.
Quando tornò a Storybrooke, si ripromise di farla pagare a tutti coloro che avevano osato importunarlo in quei tristi anni di gioventù.
Divenne temuto e odiato e questo lo rendeva vivo, lo rendeva… Potente!
Non gli importava di niente, solo di sua moglie e suo figlio.
Quando Milah lo lasciò, il senso d’odio per la società crebbe a dismisura, tanto da allontanarlo da ciò che gli era più caro: Baelfire.
Divenne un uomo solo e l’oscurità si insinuò nella sua pelle sino a coprire il cuore con spesse mura in cemento.
Dal provare odio, iniziò semplicemente a compatire il genere umano, ai suoi occhi così debole per quello che definivano “amore”…
Fare accordi lo divertiva, vedere la gente indebitarsi per gli affitti sempre più salati, lo divertiva.
Nulla sembrava scalfire il suo cuore ormai marcio di oscurità. Nemmeno la gente che lo feriva fisicamente riusciva a scalfire gli strati del muro attorno al cuore.
Non provava alcun sentimento, era diventato impassibile. Quasi non lo sconvolse nemmeno la morte dell’ex moglie.
Ma aveva ancora un punto debole. C’era una falla, nel muro. E quella falla, era Bae.
Quando l’infarto lo colpì, capì amaramente che ci sono mali che nemmeno il potere e il denaro possono sconfiggere.
In quegli attimi, la sua vita si riversò in un flashback fulminante e comprese, per la prima volta, che forse aveva sbagliato tutto, perché in quel momento avrebbe voluto suo figlio accanto a sé, potergli dire quanto gli voleva bene e chiedergli scusa per essersi comportato da vigliacco ed averlo abbandonato quando aveva più bisogno di lui.
Si arrese all’evidenza di dover morire in solitudine, ma contrariamente alle sue aspettative, non morì e Bae tornò a cercarlo, dicendogli che non aveva più intenzione di perdere suo padre.
Quell’istante fu il più bello della sua vita. Si presero per mano e piansero come due bambini…
Ritrovato Bae, comprese che non poteva più essere il vecchio oscuro signore, che si divertiva a far indebitare la gente e chiedeva somme di denaro sempre più alte. Così cercò un modo per rimanergli accanto e renderlo davvero orgoglioso.
L’idea per il negozio di antiquariato sorse spontanea tra una conversazione e l’altra con il figlio. Bae gli aveva detto che avrebbe dovuto trovare la sua voglia di vivere nel suo unico, vero amore: l’arte. E fu allora che Gold si rese conto di essere circondato di tanti, troppi oggetti di valore. Poteva disfarsene e poteva cercare di guadagnarci qualcosa: diventare una persona migliore.
Quando Bae gli organizzò la festa di compleanno, si stupì non poco…
A stento si ricordava quanti anni avesse, non pensava che suo figlio potesse star attento a un simile dettaglio.
Non poteva certo immaginare che quella sera gli avrebbe cambiato la vita. Perché appena vide Belle, così semplice, ma graziosa in un delicato vestito blu e panna, rimase colpito dalla sua purezza. I suoi occhi erano limpidi, non aveva mai visto uno sguardo di una tale intensità, ma allo stesso tempo sincero. Quando le dita si sfiorarono per una stretta di mano, fu invaso da emozioni inaspettate. Era un sentimento misterioso, ma percepì che quel semplice contatto, significasse qualcosa di più, qualcosa che momentaneamente gli sfuggiva, ma che avrebbe acquisito valore con lo scorrere del tempo.
Dopo pochi giorni, Belle si presentò a casa sua e quello fu l’inizio della sua rinascita.
A poco a poco, rinacque dalle ceneri come una vera fenice e toccò l’apice della felicità nel poter vivere le sue giornate insieme a quei nuovi, intensi sentimenti.
L’oscurità si assopì, rinchiusa in angoli remoti dell’IO e lui credè davvero che l’amore potesse guarire i suoi mali.
Aveva sbagliato in passato, ma la vita gli aveva dato una seconda opportunità e non voleva sprecarla.
Però ci fu un attimo in cui ebbe davvero paura. Perché finchè a provare quei sentimenti era solo lui, aveva la possibilità di non far soffrire nessuno, ma quando capì che Belle ricambiava i suoi sentimenti (che a poco a poco si era trasformato in amore), ebbe timore che la ragazza non avesse compreso chi lui era davvero. Belle aveva conosciuto un Gold diverso, ma in una parte di sé, viveva sopita una malvagia bestia, che aspettava solo il momento opportuno per potersi risvegliare.
Nessuno l’aveva mai amato (eccetto suo figlio), perché una ragazza graziosa come lei avrebbe dovuto farlo? La allontanò, prima che lei capisse chi fosse davvero e lo avesse abbandonato, proprio come aveva fatto Milah.
Ma lui era sempre stato debole e i suoi buoni propositi fallirono con lo scorrere del tempo.
Bae era a New York e lui era nuovamente solo… Poteva lasciarsi avvolgere dalle tenebre, o poteva tornare da Belle e viversi quel calore che circondava il cuore ogni volta che pensava a lei.  E lei non ebbe timore, si concesse a lui senza riserve.
Toccò il cielo con un dito. Dimenticò le sue paure e visse il presente completamente avvolto dall’amore di Belle.
Ma la felicità, non è destinata a durare per sempre.
Proprio lui, che aveva sempre predicato quanto ogni azione avesse sempre un prezzo, fu raggirato.
La sua vita, le sue ricchezze, le sue proprietà, erano state la causa della morte di Bae. O forse, era stato l’amore a rivolere in cambio altro amore…
Non si sarebbe mai, mai perdonato per essere stato la causa della morte di suo figlio.
Se non avesse mai abbracciato l’oscurità, Bae non avrebbe avuto motivo di aver timore di una donna che lo avvicinasse solo per suoi i beni.
Era colpa sua. E per quanto l’amore per una donna possa essere la cura ai mali, per quel male non c’era terapia che potesse anche solo alleviare le sofferenze.
Capì che la luce che lo aveva investito, aveva procurato l’ombra più grande che avesse mai avuto.
Il mostro dentro di sé, tornò a poco a poco a fargli visita e il suo cuore venne trapassato da lame che cercavano di cacciare la luce e avvelenarlo piano, come il più subdolo dei veleni.
A quel punto la bontà non aveva più alcun senso, si sentiva avvolto dallo strazio e fu ancora peggio che essere totalmente oscuro. L’oscurità non ha rimorsi, non prova rimpianti, ma la luce in conflitto con l’ombra, squarcia in due l’anima, causando il dolore più forte, quello che difficilmente riesci a tenere a bada.
Non c’è cura, non c’è antidoto, non c’è soluzione… Sei tu, da solo, con il tuo dolore, con la tua battaglia… E se un giorno vince la luce, quello dopo sarà l’ombra a prevalere. Ad un giorno ricco di buone azioni e di amore, seguirà uno di malvagità e odio.
Si svegliava la mattina e vedeva Belle accanto a sé e aveva sempre il timore che durante la notte, le tenebre potessero avvolgere anche il suo corpo e distruggere quella luce che aveva conquistato con tanta fatica.
Fu in una di quelle notti che capì che l’unica cosa da fare, era salvaguardare la luce, allontanarla da sé, di modo che l’ombra alle sue spalle potesse offuscarsi e non essere così definita come quando la luce la colpisce.
Lasciare Belle, fu la scelta più dolorosa mai presa, quella che richiese un vero atto di coraggio, perché sarebbe stato facile convivere con Belle, sposarla, ma tradirla… Perché non poteva negare a se stesso quanto l’oscurità si fosse addentrata nella sua coscienza.
No. Avrebbe salvato l’unica cosa che gli era rimasta al mondo, anche a costo di soffrire per l’eternità.
 
 
Il tempo scorreva lento, estenuante… Ogni giorno il dolore straziava la sua anima e diventava impossibile anche solo alzarsi dal letto e aprire quel maledetto negozio.
Giorno dopo giorno, da semplice attività di vendita, diventò un luogo di scambi. Ben presto scoprì che la maggior parte degli oggetti in suo possesso, appartenevano alla gente di Storybrooke, venduti o andati dispersi per cause sconosciute (Gold credeva fossero utilizzati come merci di scambio nei periodi di carestia durante le guerre).
Ritorse la scoperta contro i cittadini, così si ritrovarono uno ad uno intrappolati nella sua rete: agli oggetti, bisognava pagare con altri dello stesso valore. Questo significava che spesso per riavere gli oggetti appartenuti ai genitori, o ai nonni, gli uomini di storybrooke rubavano gli oggetti di valore dei parenti stretti, o dei vicini che a stento tolleravano.
Altre volte, nei giorni in cui si sentiva più buono, il prezzo era il dover ripulire il negozio da cima a fondo per giorni interi.
Una volta, in cui sentiva particolarmente la mancanza di Bae,  pensò addirittura di chiedere il figlio ad una donna incinta, ma credeva che l’oggetto non valesse poi tutto quel prezzo.
 
Un giorno, però, accadde un evento che non aveva previsto.
Il campanello suonò per avvisarlo dell’ingresso di un nuovo cliente, ma lui era di spalle, intento a spolverare la sua amata tazzina sbeccata.
- Come posso aiutarvi?- chiese senza voltarsi.
- Forse iniziando a spiegarmi cosa ti sta succedendo…-
Quella voce… Quella voce non la sentiva da così tanto tempo… Quanto tempo era passato da quando l’aveva lasciata volare libera? Non sapeva dirlo con certezza.
Si voltò lentamente, credendo che fosse l’ennesimo scherzo della sua mente ormai malata.
Eppure gli sembrava così reale, con i soliti capelli rossicci, leggermente mossi sulle punte, con il solito viso pulito e perfetto, forse leggermente appesantito da occhiaie che non ricordava avesse l’ultima volta che si erano visti. Indossava un giubbotto pesante e le sue forme erano nascoste, ma lui potè immaginare chiaramente cosa vi fosse sotto.
Una miccia scattò in lui.
Avrebbe voluto scavalcare il bancone, stringerla a sé, baciarla con passione e farle sapere quanto gli era mancata. Ma non poteva farlo.
- Belle…- sussurrò con voce tremante – cosa ci fai qui?-
- Cosa ci faccio? Con quale coraggio mi rivolgi una domanda simile?- disse aspra – Mi hai lasciata con la scusa “devo affrontare i miei demoni, non voglio ferirti”… “Devo farcela da solo”… E guarda come ti sei ridotto? Sei contento di essere tornato ad abbracciare l’oscurità? Ti rendi conto di cosa penserebbe Bae se ti vedesse? E questo negozio! – la vide guardarsi intorno afflitta – questo posto Bae l’ha voluto più di se stesso… TU lo hai voluto più di te stesso… Che ne è stato dei tuoi buoni propositi, eh? Che ne è stato di tutte quelle storie che mi raccontavi, sul voler aprire questa attività per “condividere” la tua passione con la comunità?! Mi hanno raccontato cosa fai e ne sono disgustata! Io sapevo che saresti ricaduto nell’oscurità, ma non pensavo potessi arrivare a tanto… Che ne è dell’uomo di cui mi sono innamorata? Che cosa ne hai fatto?- Belle si sporse appena e lo afferrò per la giacca – spiegami! Perché io non capisco!-
- Belle, io ce la sto mettendo tutta, devi credermi! Ma non è facile… Io… Io… Ogni giorno, ogni santo giorno ho come l’impressione di vedere Bae che dipinge quel muro…- le lacrime inondarono il viso indurito e Belle ammorbidì la presa – Io ci sto provando, Belle! Ma l’oscurità torna sempre a sopraffarmi! Non so che cosa fare! Sto provando di tutto, ma non ci riesco! La verità è che per tutto questo tempo, ho tentato di essere buono, ma io non sono buono! IO SONO UN MOSTRO!-
Scaraventò gli oggetti che erano sul tavolo, ad eccezione della piccola tazzina. Si ferì le mani, che chiuse a pugno nel petto. Poi si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
Scivolò sul pavimento e chinò il capo, sperando che Belle non lo vedesse, ma la ragazza si avvicinò lentamente dietro al bancone e si sedette accanto a lui.
- Robert, io lo so che non è semplice… E quello che ti volevo fare capire quella volta, è che da solo non riuscirai mai ad affrontare questa situazione…-
- Ma io non posso lasciarti cadere nelle tenebre insieme a me!-
- Ma io non ho mai detto che dovessimo cadere entrambi intrappolati nell’oscurità!- gli afferrò le mani e le tenne strette – tu hai solo bisogno di parlare con qualcuno, sfogarti! Lasciare che il dolore attraversi il corpo senza addentrarsi nell’anima! Non devi fingere che vada tutto bene, perché non è così! E non ho mai detto che avresti dovuto tenerti tutto dentro per farmi credere che stessi bene… In una relazione, ci si aiuta in ogni momento, specie in quelli tristi e dolorosi!-
- Io voglio solo proteggerti…- rispose con un filo di voce.
- Quello che devi capire, è che non sono una bambina, ma soprattutto, so proteggermi da sola. E posso proteggermi anche da te… Non mi sta bene averti lasciato e saperti ancora più incasinato di prima! Ti ho lasciato del tempo per riflettere, ma spero ti sia reso conto da solo, che hai bisogno di una mano… O no?-
- Non lo so… Non ho mai pensato di chiedere aiuto… Io… Sono solo stato abituato ad affrontare i problemi per conto mio…-
Belle gli baciò le mani e lui sentì un forte calore cospargersi per tutto il corpo.
- Ti capisco, sai? Anch’io per tanto tempo ho pensato che dovessi risolvere i miei problemi da sola… Ma poi ho capito che così non facevo altro che distruggermi dall’interno. L’unica cosa che devi fare, è prendere il dolore e buttarlo via. Chiedere aiuto non è sinonimo di debolezza, ma di forza! Chi chiede aiuto, capisce che c’è un problema ed ammette che non può risolverlo da solo… -
- E’ così che stai riuscendo a superare la morte di Bae? Cosa fai?-
- Beh, ne parlo… Parlo con Emma, parlo con Killian… E poi…- sospirò prima di continuare e strinse più forte la presa sulle mani, lasciando che il sangue intingesse anche lei – Poi mi aiuta parlare con Bae…-
- Davvero? Come… Come fai?- si voltò ad osservarla e notò il suo sguardo incupirsi.
- Ogni domenica vado a far visita alla sua tomba. Gli porto dei fiori e parliamo un po’… Gli racconto le mie giornate, gli dico a che punto è la mia tesi… Poi gli parlo anche di te… Gli dico che mi manchi molto, ma che sto cercando di resistere per rispettare le tue volontà… Però gli dico anche che non aspetterò così tanto, perché ho fatto una promessa e l’avrei mantenuta…- si voltò anche lei e gli asciugò le lacrime con le sue dita delicate – io gli ho promesso che ti avrei aiutato a superare questo periodo oscuro e dato che da solo non ci sei riuscito, adesso mi tocca intervenire…-
- E come farai?- le chiese accarezzando piano il fianco, cercando di trovare un po’ di calore in quel contatto.
- Ancora non lo so… Ma forse, potrei darti qualche ripetizione…-
- Ah si? E cosa mi insegnerai? Come si compone un centrotavola con i fiori?-
- Mmm, forse!- rise appena, ma poi tornò subito seria – In verità, pensavo di insegnarti ad amare… Amare nel modo più puro, amare senza riserve… E questo non significa amare solo una donna, ma amare ciò che ci circonda e soprattutto… Imparare ad amare se stessi… Perché tu non ti ami a sufficienza, tu hai paura di te stesso, ti temi più di quanto temi chiunque altro… Ti aiuterò a capire che puoi sconfiggere il tuo nemico, puoi sconfiggere i tuoi demoni, ma solo se impari ad accettarti per quello che sei, a prescindere dalle parti oscure… Tu hai tanti lati buoni, ma non devi nemmeno credere di poter essere solo una persona buona, perché tutti abbiamo le nostre luci e le nostre ombre, ma spetta solo a noi capire cosa vogliamo essere, se luce o se ombra… A poco a poco vedrai che troverai un tuo equilibrio. Non devi rinunciare a ciò che sei, devi solo eliminare quello che non ti sta bene…-
- Sembra semplice… Ma sappiamo entrambi che non lo è…-
- Ho imparato da tempo che il libro più interessante è quello con la copertina più polverosa. Quindi non lasciarti ingannare dalle apparenze. Inizia da qualcosa, ma inizia! Non lasciarti abbattere…-
Gold chinò il capo, osservò attentamente il liquido rosso che colava tra le loro dita intrecciate. Quello era un patto suggellato col sangue. Giurò a se stesso, che avrebbe tentato di trovare la strada per la risalita.
 
 
 
La prima cosa che fece, fu andare a trovare Bae.
In tutto quel tempo non si era recato alla sua tomba nemmeno una volta. Forse perché il giorno del funerale c’erano tante persone, ma soprattutto c’era Belle a sostenerlo.
Lei l’aveva convinto a fargli visita, ma lo stava aspettando in macchina per poterli lasciare da soli.
Quando si trovò davanti la tomba, ebbe un tuffo al cuore.
Era tutto così maledettamente freddo…
Poggiò delle bellissime rose blu su di essa, poi tornò ritto e fissò la sua foto con molta intensità.
- Ehi, Bae… Non vengo a trovarti da un po’… Immagino sarai molto arrabbiato con me e immagino sarai anche molto deluso dal mio comportamento. Ancora una volta, ho dimostrato di essere un codardo e di non saper affrontare le mie debolezze… Eppure mi sembra di essermi impegnato più che mai… Dove sbaglio, figlio mio? Come si riesce a sconfiggere la propria parte oscura? Tu cosa mi consiglieresti?- accarezzò la foto di Baelfire con i polpastrelli e poi sorrise – ma certo, lo so cosa mi diresti: smettila di fare il coglione e assumiti le tue responsabilità. E sai che ti dico? Hai ragione! Sono sempre scappato dalle responsabilità e la verità è che ogni mio dolore, è sempre stata una scusa per abbracciare le tenebre. Perché le mie soluzioni, le trovavo nelle tenebre…- respirò a pieni polmoni per impedire all’emozione di prendere il sopravvento – Sai, Bae, io non sono un uomo buono, non lo sono mai stato… Non so cosa sono adesso e cosa sarò un domani. Sono solo… Me! La primavera e l’inverno vanno mano nella mano, proprio come il mio amore e il mio dolore. Però so cosa non vorrei essere, non vorrei distruggere Belle e avrei sperato di non distruggere te! Ma ho fallito e non posso permettermi un secondo errore… Quindi ti giuro, Bae, tenterò di impegnarmi sul serio per essere chi tu speravi che fossi, non una persona buona, ma la parte migliore di me… Belle ha ragione, devo accettarmi per quello che sono e lei capirà che non sono nato per essere candidato come premio nobel per la pace. Non mi opporrò alle mie ombre, ma cercherò di eliminare ciò che non mi piace. Ti chiedo solo di proteggermi e di proteggere Belle… E magari anche quel mostriciattolo che sta crescendo in Emma, quella svitata della tua ex fidanzata… E sappi che avrei tanto voluto prendere a ceffoni quell’imbecille che sta sempre con lei, ma non l’ho fatto perché capisco che Belle ha bisogno anche di lui per star bene… Farò quanto è in mio potere per renderla felice, te lo prometto, figlio mio… E….- si avvicinò e si lasciò cadere davanti a lui. E le lacrime caddero come pioggia, di nuovo, giù dal suo viso. Si sfogò per la seconda volta nello stesso giorno – mi manchi così tanto, Bae! Mi manchi che potrei morirne! Non ho mai davvero capito quanto fossi importante per me, ma porterò sempre i ricordi dei nostri momenti felici sin nella tomba… Mi auguro solo che nel posto dove sei, stai finalmente riposando in pace…- baciò la tomba e accarezzò disperatamente il profilo di Bae – ciao, figliolo, tornerò a trovarti, è una promessa…-
Quel passo non era che l’inizio del suo percorso per ritrovare la pace, ma all’improvviso sentì il cuore più leggero, libero da quei pesi che gli straziavano il petto.
Tornò in macchina completamente devastato. Era da tanto che non parlava a suo figlio a quel modo…
- Com’è andata?- gli chiese Belle una volta chiuso lo sportello del lato guida.
Lui fece un profondo respiro, si voltò e prima che potesse opporsi, la abbracciò appigliandosi alla sua forza d’animo.
- Mi era mancato moltissimo, l’ho capito non appena ho visto la tomba… Non so cosa mi sia preso, ho solo confessato tutte le mie paure ed ho cercato di chiedergli perdono per quello che ho fatto… Temo di averlo deluso…-
- No, non dire così… Bae sapeva benissimo che avresti dovuto affrontare questo momento, per questo mi ha chiesto di starti vicino. E ti prometto che non ti abbandonerò più. Affronteremo questa cosa insieme, faremo di tutto per riportarti nel percorso che ti eri prestabilito. Ok?-
- Io non voglio essere abbandonato, non voglio rivivere quella vita… Ho gettato tanti anni nello scarico, perché l’amore non è sufficiente quando vuoi tutto. Ma la fine deve avere un inizio, devo ricominciare da capo, perché capisco solo adesso che avrei dovuto dare ascolto al mio cuore…-
- E lo farai! Ricomincerai da capo! E lo faremo insieme, non ti abbandonerò in quella vecchia strada…-
Gold la strinse ancora più forte, trattenendosi dall’impulso di catturare le sue labbra morbide.
Sciolse l’abbraccio e le accarezzò il volto.
– Però, Belle, io vorrei evitare per un po’ di tornare ad essere una coppia. Ho bisogno di tempo… Vorrei salvaguardarti il più possibile…-
- Ehi, non devi preoccuparti di questo. Il “noi” è dato dalla somma di un “io” e “tu”, se manca una delle due parti, la proporzione non funziona… Riportiamo il “te” e poi ci preoccuperemo del resto… Che ne dici?-
- Direi che può andare. Ed a proposito di te, direi sia proprio ora del nostro amato tè. Ti va di venire a prenderne un po’? Ho assaggiato un aroma davvero ottima…-
- Sì, perché no? Non bevo tè da parecchi giorni…-
- Non credevo saresti riuscita a smettere di bere tè…-
- Beh, immagino rientri nella parte di “eliminiamo le cose che ci ricordano la persona che amiamo per non soffrire”-
- Oh, capisco… Allora… Beh, cercheremo di ripristinare pian piano anche questo… Un tè è sempre ciò che ci vuole!-
Belle rise e fu felice di percorrere insieme a lui la strada che portava verso quella casa che aveva amato più di se stessa.
Non erano una coppia, ma non erano nemmeno due perfetti estranei…



Pian piano le cose iniziarono leggermente a migliorare.
Gold non riuscì ancora ad abbandonare il suo lato oscuro, ma almeno era tornato a non barattare la merce con accordi stravaganti.
Per riuscire a lasciarsi alle spalle i cattivi pensieri, Belle lo convinse a uscire di casa e svagarsi, così andarono sempre più spesso a pranzare al Granny e assaggiare nuovi tipi di Hamburger.
- Anche cambiare modo di mangiare è una piccola rivoluzione! Prova cose nuove e vedrai che ti sentirai pronto per lasciarti alle spalle il passato e aprirti alle nuove esperienze…- gli disse.
Gold si ritrovò a mangiare Giapponese, messicano, indiano… Infine Belle lo convinse a guardare insieme il trono di spade, perché a detta sua…
- Le disgrazie di Westeros aiutano a dimenticare le proprie, te lo dico perché a me è successo così…-
- Se lo dici tu, ci credo…-
All’iniziò dovette ammettere che fu scettico, ma quando si incanalarono nelle varie stagioni, capì cosa volesse dire…
- E tu vuoi farmi credere che ti spaventi della body art, ma non provi ribrezzo per questo?- le chiese dopo aver visionato la 3X09, una delle puntate più agghiaccianti di tutta la serie (e forse anche di parecchie altre che aveva visto).
- Intanto l’ho prima letto e poi visto in telefilm… E seconda cosa, questa è finzione! Il sangue non è reale, quindi non c’è niente da temere… Anche se qualche volta cerco di non guardare…-
Infatti quando si apprestarono alla visione della quarta serie (che era inedita anche per Belle), in una puntata Belle diede spettacolo.
Era la 4X08, dove due personaggi si stavano scontrando in un duello, che sarebbe culminato con la morte di uno dei due.
Belle si aggrappò al suo braccio e nascose il volto nella sua spalla, mentre uno dei due personaggi urlava “L’hai uccisa, l’hai stuprata… Hai ucciso i suoi figli!” e continuava a colpire l’avversario con tutte le sue forze.
La lotta durò ancora e più continuava, più Belle lo stringeva con forza.
Il suo cuore iniziò a battere, non per la scena cruenta che si stava materializzando in tv, ma per ciò che stavano vivendo lui e Belle.
I ricordi tornarono prepotenti ed ebbe chiaro il momento in cui si trovavano in quella stessa situazione, parecchi mesi prima.
Quella volta Belle si era aggrappata per nascondersi dal dolore delle performance di body art, stavolta a stravolgerla era quella cruenta scena di lotta, ma le emozioni da lui provate, furono le medesime.
Quel semplice contatto, aveva la forza di sconvolgere il suo animo e spremergli il cuore come fosse un pomodoro. Una forte energia positiva si insinuò in lui e forse fu in quel momento che capì di essere sulla strada giusta.
L’oscurità tornò nella sua parte di ombra e la luce lo abbagliò proprio come era accaduto in quella fredda serata autunnale.
Stavolta, però, non riuscì a controllare gli impulsi, così si voltò e con dolcezza la strinse a sé.
La sentì sussultare e alzò il volto per capire le sue intenzioni.
- Cosa c’è? Ti sto solo proteggendo…- si giustificò, accarezzando dolcemente i lunghi capelli ondulati.
Sentiva il suo cuore battere quanto il suo e in quel momento seppe che davvero non avevano mai smesso di amarsi.
Quando l’episodio terminò qualche istante dopo, la stanza divenne totalmente buia e allora la sentì sussultare quando le accarezzò la schiena per sentirla più vicina.
- Robert, io…- aveva iniziato a dire, ma lui le strinse le spalle con affetto e le tolse i capelli dall’orecchio, per potersi far sentire meglio.
- Non dire niente, mia dolce Belle… Voglio solo godermi il momento… Mi era mancato il tuo profumo, così come mi era mancato abbracciarti… Facciamo finta di tornare a qualche mese fa, quando ancora non dovevamo affrontare tutto questo dolore, quando eravamo ancora liberi di poterci accarezzare senza remore…-
- Possiamo farlo ancora… Siamo liberi, Robert… Possiamo anche tornare insieme, basta solo desiderarlo davvero e impegnarci per farla funzionare…-
- E se ti mentissi? Se l’oscurità tornasse a tormentarmi?-
- Vorrà dire che torneremo ad affrontare le tenebre insieme, vedrai che ne usciremo vittoriosi, proprio come adesso… Nulla è più forte dell’amore… Ricordalo, quando la vita ci lascia ciechi, l’amore ci mantiene gentili… Quando hai sofferto abbastanza ed il tuo animo si sta abbattendo e stai diventando disperato dalla lotta, è allora che devi ricordarlo… Ricorda che sei amato e che lo sarai sempre. Ricorda queste parole ogni volta che ti sentirai oppresso dalla battaglia, ricorda queste parole… Saranno il tuo eco, che ti porterà di nuovo verso casa, di nuovo da me… Perché io ti amo, Robert… Ti amo e ti amerò sempre… Non m’importa cosa c’è nel tuo cuore, se l’inverno e la primavera camminano a braccetto, io voglio solo amarti liberamente…L’amore è la chiave di volta, solo l’amore…-
- Oh, Belle… Come sono riuscito a farti innamorare di me? Me lo domando ogni giorno… E non trovo mai una risposta-
- Non c’è un perché all’amore. Succede e basta…-
Robert le accarezzò il volto cercando di imprimere ogni più piccolo dettaglio.
La strinse, la accarezzò e pianse, perché mai in vita sua avrebbe creduto di provare un sentimento tanto forte verso una donna, né di essere ricambiato in una maniera così intensa.
- Ti amo, Belle, e non desidero altro che stare con te… E sarò anche uno stupido egoista, ma non riesco a rinunciare al tuo amore…-
Belle si alzò appena e lo sovrastò con il suo corpo esile. Lo strinse a sé con forza e la sentì piangere disperata.
Entrambi avevano sofferto, ma adesso sarebbero tornati ad essere una cosa sola.
- Non lasciarmi mai più, ti prego…- lo supplicò accarezzandogli i capelli disperata e lui rispose muovendo frenetico le braccia su tutto il suo corpo.
Le accarezzò le spalle, la schiena, le gambe snelle e piccole, poi tornò su, spostò i capelli di lato e avvicinò il volto, con labbra schiuse pronte a ricongiungersi con le sue gemelle.
Belle si accostò alle sue labbra e respirò forte. Rimasero a fissarsi per parecchio tempo, ancora una volta intrappolati in un bacio intenso, che però non c’era fisicamente. Perché per potersi ricongiungere, volevano assaporare ogni piccolo istante.
I fiati si fusero, danzarono dolcemente, diventando un tutt’uno. E piano quel legame li intrecciò, poiché le labbra si avvicinarono con calma, senza fretta e quando finalmente si sfiorarono, fu come se nel paradiso fossero esplose infinite stelle.
La miccia innescò la passione, tenuta sopita per due lunghi mesi.
Gold la strinse a se, mentre si addentrava con dolcezza nella calda bocca della sua amata, che lo accolse intrecciando le lingue con dolcezza.
Si accarezzarono e con lentezza tolsero quegli inutili vestiti dai loro corpi.
Si ritrovarono nudi in quel divano testimone del loro amore, ma ricchi di nuove vesta per l’anima.
Non si erano mai sentiti così completi.
Le mani esploravano il corpo dell’altro come se fosse la prima volta, tentando di comprendere se quello che stava accadendo fosse reale o no…
Ma i cuori che battevano, erano la prova che quello non era un sogno, non era un’illusione…
- Ti amo, ti amo tantissimo…- continuava a sussurrargli Belle all’orecchio, mentre lo mordicchiava con fare suadente.
La passione divampò come le fiamme dell’antico altofuoco.
E le carezze, i baci, non bastarono più.
Unirono i corpi permettendo alle anime di potersi ricongiungere e tutto tornò ad essere perfetto come la prima volta.
- Ti amo, Belle…- le disse con gli ultimi respiri che aveva in corpo.
Raggiunsero il paradiso e si lasciarono cullare dai respiri affannati e da quel piccolo divano che sapeva di loro.
- Sai, ho pensato spesso che questo divano è un po’ il simbolo del nostro amore…- gli disse Belle mentre gli accarezzava il petto.
- Lo credo anch’io… Ne ha viste così tante… Forse dovremmo dargli una sorta di medaglia d’onore…-
- O una tessera fedeltà. E’ il nostro più caro alleato…-
- Insieme al lettore DVD…-
- Hai ragione! Facciamo uno strano effetto alla tecnologia…-
- per non parlare della tazzina da tè…-
- Forse è vero, ma ancor prima viene l’arte…-
- Va bene, nomineremo quindi l’arte come nostro testimonial ufficiale…-
Risero di quelle idee fantasiose e bizzarre.
- Sai, mi chiedevo una cosa, ma, ecco, non so se potrebbe farti piacere…- gli chiese Belle tornando seria.
Le accarezzò i capelli con dolcezza e vi depositò un piccolo bacio.
- Chiedimi pure, non aver timore…-
- Ecco, come sai la mia tesi si incentra sulla psicologia dell’arte. Vorrei far capire come l’origine geografica, la cultura e la morale, siano fondamentali per il percorso dell’artista, così come anche i traumi dell’infanzia ne segnano inevitabilmente il percorso…-
- Sì, me l’avevi detto…-
- Mi chiedevo se… Insomma, mi sarebbe piaciuto riportare una tua intervista nella tesi- disse tutto d’un fiato.
- Vorresti inserire “me” nella tua tesi? Veramente?!-
- Sì, sono seria… E sei pregato di non ridere…-
- Non sto ridendo, sono solo stupito! La tesi è una cosa seria…-
- E tu sei un famosissimo storico dell’arte. Inserire una tua intervista mi darebbe un bonus di 3 punti… Dai, ti prego…-
La guardò negli occhi e non potè fare a meno di essere colpito dall’intensità del suo sguardo.
- E va bene, facciamolo… Ma solo se prometti di inserirmi tra i ringraziamenti!-
- Si!!! Sapevo che mi avresti detto di sì, grazie!- lo baciò appena, poi si alzò e scappò via.
- Ehi, dove vai?- le chiese voltandosi per cercarla nell’oscurità, ma non ci fu motivo di attendere, perché la ragazza accese la luce, riportandoli alla realtà.
- Sto cercando il quaderno degli appunti, non c’è tempo da perdere, devo consegnare la tesi a breve e il tempo è denaro…-
- Inizi a farmi paura- commentò sarcastico – questa battuta è un mio must!-
- Beh, direi che è una delle tante cose che possiamo condividere, no?-
Robert sorrise a quell’affermazione e si preparò a ricevere una valanga di domande.
Belle si sedette accanto a lui, munita di quaderno e la penna delle principesse Disney (ovviamente nel tappo c’era Belle). Si appuntava diligente tutto ciò che gli diceva e lui rimase rapito da quanto fosse splendida.
Entrambi non si erano rivestiti, ma misero una coperta sulle gambe per evitare che il freddo si addentrasse nelle ossa.
Eppure Robert sentì un calore all’altezza del cuore, che si propagava come uno splendido fiore per tutto il corpo.
Poggiò la mano su di esso e lo sentì battere più forte del dovuto.
Sorrise. Era quello il calore dell’amore…
- Qualcosa non va? Senti freddo? Posso prendere un’altra coperta…- gli disse Belle apprensiva.
- No…- rispose afferrandola per il polso impedendole di alzarsi – va tutto bene. Stavo solo pensando all’ultima domanda… Mi chiedevi come potesse un artista risollevarsi dal buio, come ad esempio le esperienze di guerra… C’è una bellissima lettera di Paul Klee che vorrei leggerti a tal proposito, aspetta solo un attimo, dovrei averla da qualche parte appuntata…- si alzò per cercare tra gli scaffali della libreria, poi estrasse un piccolo pezzo di carta – eccola! La conservavo per fartela leggere… Lui dice: “Il cuore che ha battuto per questo mondo è, in me, come colpito a morte. Come se non ci fossero che i ricordi a legarmi “a quelle cose là”…si abbandona la ragione di qui per andare a costruire in una regione al di là, che almeno può esistere intatta… astrazione. Il freddo romanticismo di questo stile senza pathos è inaudito. Più questo mondo si fa spaventoso, più l’arte vuole essere astratta, mentre un mondo felice produce un’arte rivolta verso la terra… per liberarmi dalle mie rovine mi servivano le ali. E volai.
In questo mondo sprofondato non mi attardo più altrimenti che nel ricordo, come a volte si pensa al passato… Così io sono astratto con dei ricordi… il mio ardore è piuttosto nell’ordine dei morti e dei non nati… Migliaia di domande cessano, come se fossero state risolte. Là né dottrina né eresia. Le possibilità sono infinite, e la fede in esse vive in me, creatrice”
…-
Belle lo osservò attentamente, poi prese il pezzo di carta e lo rilesse ad alta voce.
- E’ un pensiero molto profondo…-
- E’ la guerra, Belle… E’ solo il frutto della guerra. Questa lettera è stata scritta in seguito alla morte di un suo amico. Lui ci dice chiaramente “come posso rappresentare la realtà, se la realtà è piena di morte? Di cose che voglio dimenticare?”L’astrazione è la sua salvezza, doveva abbandonare la crudeltà di questo mondo e mentre tutti raffiguravano la realtà, la sua soluzione era astrarla, creare un mondo che non esiste, un mondo tutto suo… A modo suo capisce che ci sono dolori che non possono essere cancellati, ma solo superati appigliandosi a qualcosa. E’ questa la soluzione, Belle, trovare quel qualcosa per cui vivere… Trovare la propria catarsi nonostante attorno a te non ci siano che macerie… L’arte è la catarsi per moltissimi artisti. Oggi molta gente non comprende l’astrattismo, ma basta leggere queste poche righe per capire quanto sottile sia questo suo modo di affrontare i problemi della vita-
- Ognuno trova il suo modo…-
- Esatto. Non c’è una regola ben precisa, bisogna solo seguire se stessi…-
Quelle parole fecero riflettere entrambi.
Seguire se stessi e ciò che il cuore suggerisce. Entrambi avrebbero fatto tesoro di questa grande lezione di vita.
 
 

Continua…
 
WIKINOTE:
 

Questo capitolo, è stato in parte creato ascoltando queste due canzoni (di cui ho citato pezzi di testo in alcuni dialoghi)
1:  Dead by Sunrise “Let Down”

https://www.youtube.com/watch?v=jjSNbZQZLIM
2: Linkin Park “The Messenger”
https://www.youtube.com/watch?v=KDOkMSf-F14
 

Buonasera miei cari.
Eccoci giunti a questo momento così delicate per I Rumbelle. Questo capitolo mi piace com’è venuto. E’ un po’ più “poetico” del solito, ma credo che questo passaggio fosse indispensabile per aprire la mente a quel povero Robert.
Quello che ho scritto in questo capitolo, è quello che spero lui capisca un giorno. Deve imparare ad amarsi per poter amare e accettare di essere amato. E’ una situazione ingarbugliata, ma per me è importante che lui capisca tutte queste cose. Solo allora potrà vivere “davvero”!
E niente, da brava ho inserito Game of thrones senza però far spoiler, ma chi ha visto la serie capirà benissimo i riferimenti ;)
La lettera di Paul Klee non è una mia invenzione, l’ho citata per la tesi anch’io ed è una lettera che scrive in guerra subito dopo la morte di un amico. La chiave dell’astrattismo è tutta qui e leggere queste parole mi ha aiutato tantissimo a capire il perché delle sue scelte.
Ci tenevo tantissimo nel far coincidere il primo (e unico) capitolo dal punto di vista di Gold con le sue crisi di identità. Questa è la prima volta che entriamo nella sua mente e molte cose appaiono adesso molto più chiare.
 
Grazie infinite a chi continua a seguire la mia storia con costanza ed entusiasmo, non smetterò mai di esservi riconoscente.
Grazie ad
Ariki, loveplacido, Cloris84, Rumple_bumple, Dita di Polvere e Chrystal_93 per aver recensito lo scorso capitolo e mi farebbe tanto piacere sapere le opinioni di chi voglia essere così gentile di lasciarmi una recensione.
Tanti auguri di buon natale! E il prossimo capitolo arriverà puntuale martedì prossimo.
Il tema è una sorpresa, vi dico solo che si farà festa <3 e torneremo ad occuparci anche del dolore di Emma (non mi sono dimenticata di lei).
Al prossimo capitolo, kiss

 

ATTENZIONE, SPOILER SEASON 4
 
Come ulteriore note, ci tenevo a dire che questo capitolo, è scritto in post incazzatura 4x04. Ho scritto tutto molto di getto, basandomi su ciò che mi sarebbe piaciuto vedere, senza però tralasciare le parti socure di Gold. Sono contraria al ridurre Rumple a sola cattiveria, per me è mancata tutta questa parte di approfondimento della luce che va in contrasto con l’oscurità dentro di se.
Inoltre quando ho visto la 4x06, mi è preso un colpo nel vedere la scena tra Rumple e Belle, che, ancora una volta, era un po’ come quella che avevo scritto io, ma al contrario.


 
  
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