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Autore: Meramadia94    24/12/2014    1 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~                                                           IL GRANDE VIAGGIO ( IV PARTE)
Se c'era una cosa che i moschettieri non sarebbero mai riusciti a spiegarsi sul conto di Lunette era proprio questa.
Com'era possibile che si svegliasse sempre prima di tutti gli altri e piena di energie?
All'inizio, nemmeno la stessa Lunette aveva saputo rispondere a questa domanda, ma con il passare del tempo la risposta venne da sè.
Fin da piccola era consapevole che se non si fosse affrettata a sbrigare le classiche faccende e doveri ''da serva'' l'uomo per cui lavorava l'avrebbe certamente massacrata di botte.
Anzi, l'aveva capito dopo una volta in particolare.
Era stata sveglia fino a tardi per pulire le stalle della locanda e la mattina dopo non era riuscita a svegliarsi all'ora che l'oste le aveva ordinato.
Non ricordava i dettagli ma furono botte.
Molte botte.
Tante da non riuscire a stare in piedi per una buona mezz'ora.
Con Aramis quei trattamenti erano diventati solo un ricordo, ma ormai i ritmi le erano entrati nel sangue e da allora li aveva rispettati alla regola.
Per questo non le era difficile alzarsi presto o prima degli altri per mettersi al lavoro.
Non si erano concessi molto tempo, giusto una ventina di minuti per svegliarsi del tutto, sellare i cavalli e fare una veloce colazione per poi rimettersi in viaggio verso Calais per assicurarsi che D'artagnan fosse giunto a destinazione sano e salvo.
''Aramis, la tua ferita?''- chiese Athos ad un certo punto del viaggio-:'' Ti fa male, vuoi che ci fermiamo un secondo?''
Aramis dissentì-:''No, non preoccuparti, adesso sto bene... meglio non attardarci ulteriolmente.''
In un certo senso non mentiva: grazie alle medicine che D'artagnan le aveva dato la ferita era guarita più in fretta ed ormai il dolore era diventato ovattato e appena percepibile.
''Secondo voi D'Artagnan sarà arrivato a Calais?''- chiese Lunette.
''A regola, dovrebbe essersi gia imbarcato a quest'ora.''- rispose Porthos.
''Speriamo..''- borbottò la ragazza.
''Ad ogni modo c'è ancora una cosa che dobbiamo fare...''- fece Athos con un sorriso accattivante-:''... propongo di abusare un po' del tempo per dare una bella lezione a Rochefort.''
''Ottima idea!''- fece Aramis entusiasta-:'' Lunette, tu sei dei nostri vero?''
''E me lo chiedete pure?'' - fece la ragazza.
Eccome se era dei loro.
Non gli era mai andato giù il fatto che Rochefort l'avesse rapita e malmenata quando era poco più di una ragazzina di quattordici anni, nonostante fosse riuscita a tenergli degnamente testa per un po'.
E forse adesso aveva l'occasione buona per fargliela pagare... e gia che c'era anche per far pagare a Rochefort il tentativo di coinvolgere Aramis nel caso di Bukingham.

''... quindi...''- fece Porthos dando ad un giovane una moneta d'oro-:'' metà adesso, e metà a lavoro finito.
Deve solo andare incontro ad un gruppo di cardinalisti e dire loro che un gruppo di moschettieri si sta comportando da barbari incivili.''
L'uomo annuì e corse via per adempiere al compito che i moschettieri gli avevano assegnato.
Lunette invece si occupò di portare Fabrice e i cavalli di Athos e Porthos nel fienile accanto al mulino che avrebbero usato come luogo del loro scherzo.
Probabilmente Rochefort dopo li avrebbe odiati a morte...
''Spero che D'Artagnan sia riuscito ad arrivare senza problemi...''- confidò ai moschettieri mentre sistemavano gli ultimi dettagli.
''Considerato che Rochefort sta addosso a noi direi che la messinscena del funerale ha funzionato, quindi a quest'ora o è gia su una nave per Londra o sta aspettando di partire.''- la tranquillizzò Athos.
''Non preoccuparti, il tempo di dare una lezione a Rochefort ed assicurarci che D'artagnan sia partito e ci rimettiamo in viaggio per Parigi.''- aggiunse Porthos.
''Ragazzi, arrivano.''- li avvertì la bionda.
''Molto bene...''- gioì silenziosamente Athos-:'' ai posti di combattimento, allora.''
Aramis si era piazzata dietro ad un albero al cui tronco aveva legato un capo di una fune, mentre l'altro lo aveva fissato alle sella del cavallo.
Athos e Porthos invece presero posto al tavolo che avevano portato fuori e iniziarono a fingere di far baldoria.
Lunette invece iniziò a battere un sasso contro alcuni fili d'erba che sembravano molto robusti al fine di sminuzzarli.
''Che stai combinando?''- chiese Aramis.
''Un piccolo tocco personale.''- spiegò la ragazza continuando a lavorare.
Nel frattempo, Rochefort era arrivato e con il suo cavallo si era lanciato contro i due moschettieri.
''Vai!!!''- fece la bionda dando un lieve colpetto sul suo cavallo bianco come la neve.
Il puledro partì di corsa facendo  tendere al massimo la corda.
Il cavallo del nobile inchiodò di colpo per evitare l'ostacolo e il suo cavaliere venne immediatamente disarcionato per poi essere immobilizzato da Athos.
''E adesso?''- chiese Porthos osservando il nemico a terra.
''Cosa ne facciamo?''
''Io propongo di rispedirlo a Parigi a piedi.''- propose Lunette con un' espressione furbetta dipinta sul viso.
Athos fissò molto attentamente il mulino ed ebbe un' idea tanto geniale quanto diabolica.
''Io avrei un' idea migliore...''- fece il bel moschettiere.
La ragazza fece cenno di aspettare con la mano e rovesciò il contenuto di un fazzoletto sul mantello e nell'interno del colletto degli abiti del cardinalista approfittando del fatto che questi era svenuto.
''Ecco fatto...''

''CHE DIAVOLO AVETE FATTO?!?''- sbraitò il capitano dei cardinalisti appena si fu reso conto di dove i moschettieri lo avevano sistemato.
''Com'è la vista da lassù?''- chiese Lunette sforzandosi di non scoppiare a ridere portandosi una mano davanti alla bocca.
''Se solo vi metto le mani addosso...''- continuava ad urlare il conte.
In un coro di risate i moschettieri risalirono sui loro cavalli, allontanandosi in fretta.
''Non ci inseguiranno più per un po'.''- gioì la moschettiera.
''A proposito, Lunette cos'era quella roba che gli hai messo sul mantello e nei vestiti?''- chiese Porthos.
Lunette assunse l'espressione di una bambina che sorrideva alla mamma dopo essere stata colta sul fatto e spiegò con nochalance-:'' Niente di particolare.... solo ortica sminuzzata finemente.''
Aramis non tratenne un ulteriore risata nell'immaginarsi il povero Rochefort intento a cercare di stare a cavallo e grattarsi allo stesso tempo.
Altro che domestica personale.
In quegli anni aveva avuto in casa una potenziale minaccia e non se n'era mai accorta.
''Se l'è voluta. Così impara a rapire le fanciulle.''- la spalleggiò Athos.
Lunette annuì con decisione continuando a cavalcare.
Oramai erano quasi arrivati a Calais e almeno per loro quel grande viaggio stava per giungere alla fine.

Finalmente, al tramonto, giunsero a destinazione.
La loro attenzione fu attirata da tre figure in piedi davanti ad una nave che probabilmente stava sistemando gli ultimi dettagli prima della partenza.
''Jean? Costance?''- fece Lunette incredula nel vedere l'amica e il bambino-:'' JULA!!!''- urlò dopo euforica nel vedere che assieme al gruppetto c'era anche il suo fido cane.
Scese dal cavallo in fretta e corse da loro per riabbracciare il suo fido amico.
Inutile dire che l'animale la riempì subito di feste, felice come non mai di rivedere la padrona.
''Credo che sentisse la tua mancanza.''- fece Jean sorridendo.
''Lo credo anch'io...''- confermò al giovane carezzando le orecchie e la testa del cane-:'' ma voi due cosa ci fate qui?''
''Beh, a dire il vero è una storia un po' lunga...''- spiegò il bambino.
D'artagnan abbracciò i presenti uno ad uno, con la promessa di tornare presto non solo indenne ma anche vincitore da quell'impresa.
Ma a quanto pare per il suo fedele cavallo Ronzinante e per il pappagallo Copy, ciò non fu abbastanza per convicerli e decisero che avrebbero seguito il ragazzo fino alla penisola britannica per assicurarsi della sua incolumità.
E forse, tutto sommato, era un bene.
Avrebbe avuto bisogno di qualcuno di cui fidarsi nella lontana Inghilterra.
E non vi era fedeltà maggiore di quella dei propri animali.
Avevano deciso di fermarsi in una piccola locanda vicino a Calais per poi ripartire il mattino dopo alle prime luci dell'alba.
Jean e Costance ne approfittarono così per spiegare ai moschettieri e alla ragazza che li aveva seguiti il motivo della loro presenza.
Furono basiti nell'ascoltare l'ulteriore conferma della vigliaccheria del primo ministro.
''Roba da non credere...''- fece Aramis mentre la sua serva le porgeva una scodella di zuppa-:'' Richelieu aveva veramente impedito le partenze a chiunque non avesse il lasciapassare, solo per impedire a D'Artagnan di partire?''
Costance mandò giù un cucchiaio di zuppa e poi annuì.
''Per fortuna Jean ha trovato il documento che autorizzava Milady a partire. Così ci siamo subito messi in viaggio per raggiungervi e consegnarlo a D'Artagnan.''- spiegò Costance.
Porthos non riuscì a trattenersi dal non ringhiare contro il cardinale.
''Quel vile...''
''Non prendertela Porthos...''- fece Athos-:'' se Richelieu fosse stato un uomo che gioca pulito a quest'ora noi non saremmo qui e D'Artagnan sarebbe con noi.''
A quelle parole Costance abbassò il capo, preoccupata.
''Dite che starà bene?''
Lunette le sorrise e le prese una mano per cercare di confortare l'amica-:''Non devi preoccuparti, ha due valienti guardie del corpo al suo fianco.''
Il gruppo scoppiò a ridere.
Effettivamente, nessuno di loro era molto tranquillo nel sapere D'Artagnan completamente da solo in Inghilterra, dove non conosceva nessuno se non Lord Buckingham e dove loro non avrebbero potuto aiutarlo se avesse avuto bisogno di loro.
Motivo in più per essere in ansia era il fatto che Milady sospettava che il funerale fosse una messinscena.
Quella donna aveva sempre un piano e non si arrendeva facilmente.
Se avesse messo queste sue innegabili doti al servizio di una giusta causa, era certa che non ci sarebbe stata battaglia dalla quale non fossero usciti vincitori.
Invece Milady era la spia migliore del cardinale Richelieu... e non vi erano che loro a proteggere la regina e la nazione dai colpi bassi che assieme avrebbero certamente tirato.

  
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