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Autore: FoxFire    24/12/2014    3 recensioni
Cinque ragazzi, tutti con una loro storia, e con la stessa voglia di ricominciare a vivere.
Faranno un percorso, dove incontreranno molti amici, ma altrettanti nemici.
Tante amicizie si distruggeranno ed altre si rafforzeranno.
Una storia di odio e amore, cazzotti e lacrime, tradimento e passione.
Ma con la premessa che... Sopra Le Nuvole, (c'è sempre) Il Sole.
- Dalla storia:
'' Cos'hai li? ''
'' Questo? '' dice lei indicando la macchia nera che si intravedeva dai pantaloni a vita bassa
'' E' solo un tatuaggio. '' continua spostando i pantaloni un po' più giù scoprendo la scritta.
'' Sopra le nuvole, il sole ... Figo, mi piace! ''
'' Ce l'ha anche Nichi, è tipo il mantra della nostra vita. ''
Mentre si guardavano negli occhi, lui le fece un sorriso di quelli che scioglierebbero anche il Polo Nord.
Appoggiò la testa sopra la pancia di lei e rimasero sdraiati a guardare il mare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Right Now


Chiara’s Pov.
 
Mi svegliai stiracchiandomi, avevo così tanto sonno che avrei potuto dormire per giorni, ma decisi di alzarmi comunque (non che avessi altra scelta). Quella mattina, la prima lezione della giornata l’avevo con Louis e saremmo andati a fare colazione insieme dopo che me l’aveva proposto 2 giorni prima quando Liam e Giuly avevano dato il loro splendido annuncio. Dovevo ammettere che ero davvero felice per la mia migliore amica, così diversa per non dire il contrario di me. Era la prima volta che si interessava ad un ragazzo, e in così poco tempo era riuscita a trovarne uno solare, simpatico, molto bello ed estremamente dolce e premuroso nei suoi confronti. Aprii l’armadio sommersa nei miei pensieri e mentre sceglievo se legarmi i capelli o meno, presi un paio di pantaloncini bianchi ed una canotta color indaco, quella mattinata sembrava particolarmente calda. Mi osservai allo specchio: avevo due occhiaie molto visibili sotto gli occhi, ma non volevo comunque truccarmi troppo. Misi una singola passata di fondotinta ed una sottile riga di matita nera, in modo da rendere più intendo l’azzurro dei miei occhi. Sorrisi allo specchio facendo vedere quelle fossette che mi si formarono sulle guance, tutti da quando ero piccola continuavano a ripetere come fossero dolci, ma io non ci trovavo niente di particolare. Ogni tanto io e Gio ci toccavamo le guance a vicenda litigando per chi le avesse più morbide, risi pensando a quanto eravamo stupidi e sciolsi i capelli dalla coda decidendo finalmente come portarli. Andai al piano inferiore notando che non c’era nessuno, quel giorno io entravo un’ora dopo rispetto agli altri. Sentii bussare alla porta ed andai ad aprire. Vidi un paio di capelli scuri accompagnati da due occhi oceano, indossava una maglietta semplice e dei pantaloni che arrivavano sopra la caviglia. Presi la cartella e, chiudendo la porta dietro di me, lo seguii. Sentivo il suo sguardo attento scrutarmi e mi sentii stranamente impacciata. Era strana quella sensazione, non mi ero mai sentita a disagio con un ragazzo.
Ero da sempre stata una ragazza da comitiva e l’unico ragazzo per il quale sia mai stata presa mentalmente era Gio, ma se ci ripenso bene ora, era solo una fissazione: non ho mai avuto cose del tipo farfalle nello stomaco, fare sogni ad occhi aperti su di lui o pensare a lui prima di dormire. Niente di tutto questo. Invece con Louis era tutto diverso: quegli occhi che avevo bisogno di vedere, qualche battutina che adoravo ed i messaggi la sera dove mi faceva vedere il suo coniglietto di peluche. Iniziammo a camminare verso il bar dove eravamo soliti fare colazione in compagnia, spinsi la porta ed entrai sedendomi sul divanetto, Louis si lanciò schiacciandomi e facendomi malissimo alle gambe, nonostante ciò non riuscii a fare a meno di ridere. Rotolando si sedette composto accanto a me, aveva tutta la faccia rossa per lo sforzo e le risate. Si avvicinò verso di noi una ragazza magrissima dagli occhi verdi, guardava Lou come se volesse mangiarlo ed io non riuscii a non provare una morsa di gelosia allo stomaco:
<< Ciao Lou! >>
<< Kelly >> rispose lui squadrandola dalla testa ai piedi, mi mossi sul divanetto intervenendo:
<< Io prendo una cioccolata, grazie >> la ragazza mi guardò male, ma prese l’ordine senza dire una parola.
<< Io invece un cappuccino >> a quel punto se ne andò non prima di aver lanciato un lungo sguardo verso il moro accanto a me.
<< Ti sei svegliata di cattivo umore? >> mi sussurrò Louis
<< Eh? >> feci finta di non capire
<< Beh, non le hai parlato nel migliore dei modi >>
<< Lei mi ha guardato male e io tratto le persone nello stesso modo in cui mi trattano loro, sono sempre stata così ormai mi conosci >> risposi ridendo
<< Questa volta sembrava più gelosia >> continuò Louis
<< Gelosia? Di te? Ma figuriamoci… Quanto sei egocentrico >>
<< Sìsì, tanto lo so che sei ai miei piedi >>
<< Credici >> conclusi io prima di iniziare a bere la cioccolata che mi era appena stata portata
<< Non ho voglia di andare a scuola >> dissi finita la colazione buttando la testa sul tavolino del bar.
<< Allora non andiamoci >> rispose scambiandomi uno sguardo complice.
<< Cosa mi proponi? >>
<< Ti porto in un posto >> si alzò prendendomi per mano e trascinandomi verso la porta correndo all’esterno.
<< IL CONTO >> urlò Kelly alla cassa
<< Te li porto domani i soldi Kelly! >> replicò lui chiudendo la porta del bar verso di noi.
Arrivammo al parcheggio della scuola, Lou tirò fuori dalla tasca le chiavi della macchina, risi al solo pensiero di vederlo guidare.
<< Vedi, questa è la fortuna di essere più grande degli altri: io ho la macchina. La MIA macchina, non una fornita dalla scuola >>
<< Ok, ma non voglio morire giovane >>
<< Capitan Louis ha tutto sotto controllo >>
Alzai un sopracciglio prima di salire in macchina, era la stessa che avevo vista la sera in discoteca, molto spaziosa e di un nero lucido. Accesi la radio e partimmo per una meta a me sconosciuta. Dopo aver stonato tutte le nuove hit britanniche, arrivammo ad una spiaggia, la stessa della sera in cui andammo a ballare tutti insieme.
<< Che ci facciamo qui? >>
<< Il bagno >>
<< COSA?! >> mi fece l’occhiolino trascinandomi verso la riva.
<< Non se ne parla proprio >>
<< Non fare la puritana >> in quel momento si tolse la maglietta ed io non riuscii ad alzare lo sguardo. Lo sentii avvicinarsi a me:
<< Allora facciamo una cosa; prendi le chiavi della macchina che nel portabagagli ci sono dei vestiti di mia sorella: mettili e buttati con quelli >>
<< No, fa niente >> risposi, non ero sicuramente una di quelle che si facevano problemi, anzi, a me piaceva molto mettermi in mostra, ma dovevo ammettere che questa volta provavo davvero molto imbarazzo, cosa mai successa. Alzai lo sguardo e vidi che anche i suoi pantaloni avevano fatto la fine della maglietta. Ingoiai la saliva silenziosamente e sfilai la maglietta dalla testa, la spiaggia era deserta data la stagione non ideale per i bagni al mare. Le mie mani tremavano quando cercai di slacciare il bottone dai jeans. Diedi un’occhiata al bel ragazzo davanti a me e notai che mi stava osservando con uno sguardo perso e le labbra semiaperte.
Lasciai cadere i vestiti sulla sabbia seguendo Louis vicino all’acqua, mi fermai ad osservarlo: le gambe magrissime erano di un colore pallido, i boxer neri si aderivano perfettamente al suo corpo che dovetti togliere lo sguardo e posarlo sulle onde del mare non appena mi accorsi che le mie guance stavano andando a fuoco. Sentii uno schizzo d’acqua bagnarmi il corpo e non potei trattenermi dall’urlare come una bambina isterica: l’acqua era davvero gelida
<< TU! >> urlai puntandogli un dito contro, rise ed iniziò a correre.
Iniziai a seguirlo, si sentivano solo le nostre urla in quel luogo deserto, mi dimenticai della situazione in cui ci trovavamo, di chi poteva vederci, di ogni cosa tranne che di noi due.
Inciampò su un sasso finendo completamente nell’acqua, si resse con le mani alla sabbia bagnata del fondo. Lo guardai dall’alto mentre rideva come un matto intanto che i suoi capelli si bagnavano:
<< Mi piace questa angolazione >> pronunciò girando la testa, arrossii facendogli la linguaccia alzando gli occhi al cielo e poi mi guardai per essere sicura di non avere niente fuori posto. Le mie gambe erano abbastanza abbronzate, il mio corpo non era sicuramente paragonabile a quello di alcune modelle londinesi che si vedevano in televisione, ma semplicemente quello di una normale diciassettenne abbastanza magra e non troppo bassa. L’unica cosa di cui andavo veramente fiera era la mia terza abbondante di reggiseno che sul mio corpo risaltava molto, ma in quel momento mi sentivo per la prima volta strana ad essere coperta soltanto da quel materiale grigio del mio intimo in pizzo. Louis si alzò di scatto venendomi incontro, fu allora che sentii il mio cuore battere sempre più velocemente ad ogni passo che faceva; ad un certo punto, mentre si trovava veramente troppo vicino a me, mi prese il braccio ed insieme ci ritrovammo in una delle onde del Canale della Manica.
Uscii dall’acqua prendendo aria ridendo e tremando. Non vidi Louis salire ed iniziai quindi a guardare nell’acqua, ma a mia disdetta era troppo scura per riuscire a vedere qualcosa. Erano passati molti secondi quando qualcosa prese le mie gambe, ritrovandomi dopo seduta sulle spalle di Louis.
<< COGLIONE. Mi sono spaventata, mi stava per venire un infarto >> dissi dandogli un pugno in testa mentre mi teneva sollevata. Mi lanciò in acqua senza nemmeno avvertirmi, iniziai a tossire perché bevvi un po’ ed il bel ragazzo mi venne accanto. Mentre mi ripeteva di respirare piano, mi passò una mano fra i capelli e non appena tornai col respiro regolare mi accorsi della situazione che si era creata: le mie gambe erano chiuse intorno al suo bacino stretto, una sua mano era aggrappata alla mia schiena, mentre con l’altra portava le mie braccia a stringere il suo collo. Non sentivo più il freddo insistente ma al contrario sentivo il calore del suo corpo appiccicato al mio mentre il suo viso era sempre più vicino, tanto che fece incontrare le nostre fronti spiaccicando le sue iridi chiare davanti alle mie. Riuscivo a sentire il calore del suo fiato scaldarmi il viso. Chiusi gli occhi e, non appena le sue labbra toccarono le mie, ebbi la certezza che quel ragazzo mi avrebbe fatta del tutto impazzire.
 
 
Nichi’s Pov.
 
Finalmente il giorno che avevo tanto atteso si era deciso ad arrivare. Oggi, dopo più di un mese d’attesa, iniziava il corso accademico di danza. La “Green Hill” era una delle pochissime scuole che proponeva come corso artistico quello della danza, oltre naturalmente agli altri corsi già esistenti in altre scuole come canto, recitazione o pittura.
La possibilità di poter lavorare ed imparare con un’insegnante laureata nella più prestigiosa accademia di Londra, la “Royal Accademi Of Dance”, era per me una fortuna inestimabile, avrei potuto migliorare ed apprendere molto di più rispetto a quanto avrei potuto fare in Italia. Sinceramente ero emozionata: solo l’idea di incontrare Darcy Bussel mi metteva molta ansia. Ed ancora di più il fatto che avrebbe dovuto giudicarmi, speravo almeno di dare un’idea plausibile di me dato che le altre ragazze studiavano lì da molto più tempo. Con tutti questi pensieri l’ansia si era trasformata in angoscia, o forse era di più paranoia, sta di fatto che ero molto nervosa. Presi tremante la maniglia dell’aula 206, una delle più grande dell’istituto. Appena entrai notai all’interno un enorme specchio da cui sporgeva una classica sbarra di danza bianca, un po’ consumata date le increspature marroni della ruggine. Il pavimento era cerato, bianco e molto liscio; faceva contrasto con le pareti azzurre. In un angolo erano appesi dentro dei quadri di vetro molti tutù con le foto d Darcy Bussel mentre li indossava nei suoi balletti. Sul pavimento erano sedute due ragazze a chiacchierare allegramente, salutai cordialmente presentandomi e mi diressi verso i camerini nascosti in una porta presente nella sala. Quel giorno avrei avuto la lezione di hip hop, estrassi dalla borsa dei pantaloni grigi della tuta ed una maglietta grigio sbiadito, feci una coda alta lasciando giù dei ciuffetti davanti e conclusi l’opera con delle Nike Air Force 1 bianche e stringhe nere ultra rovinate a causa dell’intenso uso ed una giacca giallo fluo che si adottava allo stile della danza. Scambiai quattro chiacchiere con le due ragazze presenti in aula, si chiamavano Nela ed Heather. Nela doveva avere origini marocchine o di qualche etnia simile data la sua pelle mulatta ed i lunghissimi capelli neri. Aveva un portamento impeccabile, la sua schiena sembrava quasi più dritta della sbarra, il suo fisico era a dir poco magrissimo e quel brillantino al naso ed il cappello della Obey si addicevano perfettamente al look per la lezione di hip hop. Heather, invece, era leggermente in carne, con dei capelli biondi chiarissimi, quasi bianchi (sicuramente tinti) e delle ciocche blu scuro, aveva anche un piercing al sopracciglio.
Sembravano simpatiche e all’apparenza un po’ peperine dato che stavano sparlando del “look bimbaminchia”, a loro parole, di una ragazza del primo anno. Dopo una decina di minuti passati a farmi un interrogatorio sui ragazzi italiani e su come cucinare la pizza, la porta si spalancò mostrandomi un volto già noto ai miei occhi.
<< Jack?! >> se non ricordavo male, aveva lo stesso nome dell’altro Jack, quello biondo che mi offrì i popcorn alla partita:
<< Si? >> si girò per vedere chi lo stava chiamando
<< Ah ciao! Sei la ragazza che c’era sabato sera al locale e alla partita, vero? >>
<< Esatto, cosa ci fai qui? >>
<< Frequento il corso di hip hop insieme a Jack Johnson >>
<< Davvero? In che sezione? >>
<< Livello avanzato da quest’anno >>
<< Allora siamo nello stesso corso! >> sorrisi, sembrava simpatico, mi sarebbe piaciuto farci amicizia.
<< Ahhh, un’altra ballerina prodigio allora, benvenuta! >>
<< Non proprio: io e Federica, la ragazza che era con me sabato sera, abbiamo vinto insieme ad un’altra nostra amica un concorso creativo in Italia, ed ora eccoci qui per approfondire i nostri studi individualmente >> risposi alzandomi e andando verso di lui per parlare più tranquillamente, iniziava a scocciarmi il modo in cui mi guardavano Nela ed Heather e non volevo che sentissero tutto
<< Ah ma siete voi quelle nuove italiane allora, ma non dovevate essere cinque?! >>
<< Si, potevamo portare altre due persone con noi >>
<< Capisco >>
La porta si aprì interrompendo la nostra conversazione, entrò dalla porta Jack Johnson con una tuta da allenamento.
<< Wè Bro! >>
<< J >>
Si scambiarono una specie di stretta di mano, a quanto pare erano molto amici.
<< No ragazzi, io finirò per impazzire a distinguervi con i nomi. Jack, oh non tu, quello moro, qual è il tuo cognome? >>
<< Gilinsky >> rispose ridendo inevitabilmente date le mie gesticolazioni per cercare di concentrarmi.
<< Bene, tu sarai Gili. Mentre tu biondino sarai Jacky! >> risposi scompigliandogli i capelli.
Faceva tenerezza, era alto quanto me.
<< No no e no! Non se ne parla! Trova un altro soprannome. >>
<< Jhonny? >>
<< Cosa centra Jhonny ora? >>
<< Boh, Johnson quindi Jhonny >> risposi facendo spallucce
<< Ma non ti va bene Jack? >>
<< No perché se vi chiamo vi girate tutti e due >>
<< Vada per Jhonny >> rispose roteando gli occhi.
 
 
***
 
 
La lezione era iniziata da mezz’oretta circa e mi stupii di vedere quanto fossero bravi i Jacks. Darcy sembrava a dir poco una dea del ballo, i suoi movimenti erano perfetti in ogni momento, era severa e pretenziosa, ma molto brava a spiegare come correggere gli errori. Le altre allieve del corso erano di gran lunga migliori di me, questo già si sapeva, ma vederlo con i miei stessi occhi mi demoralizzava. Non avevo dedicato abbastanza tempo agli allenamenti, avrei dovuto impegnarmi di più; alla fine ero a Londra per quello.
 
 
***
 
 
Ormai la lezione era finita, così andai a parlare con la mia insegnante, come ci eravamo già accordate, per fare il punto della situazione.
<< Mi scusi… Miss? >>
<< Chiamami pure Darcy, sono la tua insegnante ora non c’è bisogno di lusingamenti >> rispose con un sorriso mentre toglieva il CD dallo stereo.
<< Allora, Nicole, giusto? >>
<< Si, meglio Nichi se non le dispiace… >>
<< Dammi pure del tu. Dunque, ti ho osservata molto oggi, ovviamente non sei da livello medio, però credo che ti sia accorta anche tu che non raggiungi pienamente il livello avanzato degli altri, ma questo lo sapevamo già da quando ti abbiamo visto nei video >>
<< Si, ne sono consapevole >>
<< Sei qui per apprendere perché secondo noi hai un ottimo potenziale o non saresti qui, questo era scontato, non potevi certo arrivare qui istruita come le mie alunne. Mentre ballavi ho notato che eri piuttosto tesa, prima di tutto cerca di essere più sciolta e rilassata: in questo modo i movimenti risulteranno più fluidi. Seconda cosa, la tenuta delle gambe è ottima per non dire impeccabile, neanche le altre mie alunne l’hanno così salda, ma non mai abbastanza presa nelle braccia e dovresti rafforzarle un po’. Per ultimo ho notato che fai fatica a ruotare le gambe di lato è sicuramente a causa delle tue ginocchia storte, me lo confermi? >>
<< Purtroppo si, ruotano verso l’interno >>
<< Ho visto che riesci ad alzare perfettamente le gambe negli slanci, prova a tenere i piedi più uniti e non aprirli troppo così ti risulterà più facile girare le gambe all’ampiezza giusta! Sono piccoli consigli, ma ti faranno migliorare decisamente. Mi raccomando: allenati! >>
<< Grazie mille, mi allenerò sicuramente! Posso rimanere qui? >>
<< Purtroppo devo chiudere per riportare le chiavi, non è permesso lasciarle agli allievi. La palestra è aperta e inoltre c’è lo stereo, lo specchio e tutto il resto necessario >>
<< Grazie tante. A giovedì >> salutai prima di dirigermi in palestra.
L’idea in sé non mi soddisfava perché avrei dovuto allenarmi con maschi che sudavano sotto i pesi ed avrei provato imbarazzo sapendo che sicuramente mi avrebbero guardata. Però alla fine decisi di fregarmene, a casa sicuramente non avrei avuto tutti gli attrezzi necessari. Entrai nella palestra, con mia sorpresa vidi solamente sette ragazzi all’interno e tre di loro dopo neanche un paio di minuti uscirono. Tolsi la giacca ed iniziai ad allenarmi, per lo meno senza la giacca sembravo vestita normale. La mia pace durò ben poco dato che sentii la porta aprirsi nuovamente; non mi girai però: rimasi concentrata a reggermi in verticale come mi aveva suggerito la mia insegnante per far prendere forza alle braccia.
Vidi un ricciolino che mi sorrideva capovolto data la mia posizione al contrario con la testa in giù:
<< Hey Harry >> salutai per prima
<< Ciao scimmia >>
<< Tutto bene? >>
<< In realtà ti dovrei parlare, però insomma, è inquietante se resti così >>
<< Mi sto allenando, Harrei >>
<< Si ma piuttosto fai i pesi. Non chiamarmi Harrei >>
<< Ok, Harrei >> risi di gusto mentre guardavo la sua faccia scocciata.
Scesi dalla verticale, andai a prendere dei pesi ed iniziai a tirarli su e giù col braccio: sembravo uno di quei lottatori professionisti.
<< Mi spieghi che cazzo stai facendo? >>
<< I pesi >>
<< No dai giura? Non ci ero arrivato. Grazie al cazzo. >> disse sarcastico
<< Devo prendere forza alle braccia per alcune figure di hip hop >> spiegai
<< Allora fai così, vieni qui >>.
Mi alzai ed andai verso di lui.
<< Prendi questa >> era una specie di tubo di metallo arrugginito.
Lo presi guardando male il ragazzo di fronte a me non capendo dove voleva arrivare, effettivamente pesava parecchio.
<< Alzalo sopra la testa e tienilo >>
<< No, poi sembro un babbuino appeso ad un ramo >>
<< Tu fallo e basta, è un esercizio migliore della verticale fidati >>
Alzai quell’arnese sopra la testa strizzando gli occhi per la sua pesantezza.
<< HARRY COS’ERA QUELLA LUCE?! >> chiesi aprendo di scatto gli occhi
<< Bella faccia Nichi, ho come l’impressione che questa foto finirà su qualche Social >> scoppiò poi a ridere.
<< CRETINO! Sai, non credo proprio che ci andrà, ameno che tu voglia che tutta la scuola venga a sapere che dormi con il pigiama di Bugs Bunny >>
<< Guarda che non è di Bugs Bunny ma di Daffy Duck, non è che se è un altro dei Looney Tunes lo puoi chiamare Bugs Bunny solo perché l’ultimo è più famoso. No ma aspetta un momento zio di quel cane COME CAZZO FAI A SAPERLO?? >>
<< Ma io ho solo sparato qualcosa a caso. Bene bene, ora ne ho la conferma però >> dissi scoppiando a ridere non riuscendo più a fermarmi
<< Vai a fare in culo. Troia. >>
<< Dai, cosa volevi raccontarmi? >> chiesi tornando seria
Si sedette sui materassini blu, così mi misi accanto a lui continuando con i miei pesi normalmente.
<< Ho un problema >>
<< Questo “problema” è per caso alto, moro e con gli occhi ambrati? >>
<< Ci sarà una volta in cui non indovinerai? Comunque, più o meno… vedi, Zayn è uno dei miei migliori amici, però boh, sembra quasi che ci voglia provare con Fede… >>
<< No ma ti svegli?! “sembra quasi”?! Tesoro bello, lui ci sta provando alla grande. E poi scusa, a te che interessa. Preferisci quella Taylor… >>
<< Nichi sai benissimo che Fede non mi è indifferente e che sono consapevole anche io stesso che Taylor fa un po’ la popolare di turno >>
<< Io sì che lo so, sono tutti gli altri a non saperlo, soprattutto Fede. Se davvero non ti è indifferente come dici, inizia a dimostrarlo. Cazzo Harry, hai 17 anni, non sei più alla scuola secondaria dove tutti i bambini di 12-13 anni fanno i fighi per trovarsi gli amici. È ora che inizi a prendere in mano la tua vita e a fare le decisioni giuste per te stesso, non quelle che ti rendono popolare. Chi se ne frega della tua reputazione a scuola, tra due anni non vedrai nemmeno più il “club popolari”, mentre i tuoi veri amici resteranno per sempre. È questo che tu non riesci a distinguere >>
<< Ma io lo so questo, è solo che… boh; non so come la prenderebbe Fede >>
<< La prenderebbe benissimo >>
<< Non ne sono sicuro… amerebbe mai uno sbaglio? >>
<< Se quello sbaglio ha le fossette, i riccioli e due grandi occhi verdi, sono sicura che lo amerebbe più di ogni altra cosa al mondo >>
Vidi i suoi occhi illuminarsi di speranza alle mie parole, un leggero sorriso comparve sulle sue labbra prima di fissarmi come un bambino in cerca di un ovetto Kinder:
<< E cosa devo fare io quindi? >>
<< Invitala ad uscire >> risposi pensando fosse scontato
<< Ma ci ho litigato prima a lezione di letteratura… >>
<< Invitala ad uscire >> replicai
<< Ma se… >>
<< Ma se niente. Invitala. Ad. uscire. >> risposi scandendo convinta le parole sperando fosse l’ultima volta
<< … Ci provo? >>
<< No non ci provi. LO FAI >>
<< Nichi sei una vera amica >> disse Harry dandomi un affettuoso abbraccio che non mi sarei mai aspettata
<< Perciò togliti sti pantaloni della tuta perché quei 4 ragazzi ti stanno fissando il culo e sono geloso. E lo sarebbe pure Niall. Giri sempre con le felpe che ti coprono e ora che devi allenarti ti scopri così? >>
<< HARRY! >>
<< Che vuoi? Sì, sono geloso. Non voglio che qualcuno che non sia Niall ci provi con te. E non voglio che diventi amica di qualcun altro. >>
<< Ma io ho già molti amici >>
<< Sì ma non sono come me, lo sai che abbiamo un legame diverso >> mi stupii delle sue parole. Insomma, era chiaro che il nostro legame era diverso da quello che potevo avere per dire con Liam o Louis, ma non capivo perché me lo stesse dicendo
<< Sì ma questo lo so Harry, ovvio che con te parlo di cose più profonde e con loro no, non ci ho legato in questo modo seppur li reputo amici importanti >> risposi quindi per capire dove voleva arrivare
<< Sì, ma sai perché? >>
<< Perché te mi chiedi consigli e loro no quindi con te parlo di cose più profonde? >>
<< Sì, ma c’è un motivo del perché li chiedo a te e ad altre amiche no >>
<< Perché sai che capisco bene le emozioni degli altri e ti do consigli giusti? >> avevo capito dove voleva arrivare, ma volevo che me lo dicesse lui solo per metterlo in imbarazzo
<< Sì, ma anche perché mi hai dato modo di fidarmi di te più delle altre amiche che ho già. Quindi, hai capito no? >>
<< Mmmh, no! >>
<< Bugiarda te hai capito benissimo cosa voglio dire, i migliori amici si capiscono al volo è impossibile che non ci sei arrivata, lo stai facendo solo perché te lo vuoi sentir dire dato che sai che è una cosa che mi imbarazza! >> continuò gesticolando con un’espressione arrabbiata.
Scoppiai quindi a ridere:
<< Harry l’hai detto e nemmeno te ne sei accorto. “I migliori amici si capiscono al volo” mamma mia, ci voleva tanto? >> sgranò gli occhi, evidentemente non si era davvero accorto che gli era sfuggita quella frase
<< Beh, sì. Te l’ho detto, contenta? >>
<< Fammi capire, volevi ammettere come ti avevo detto quando eravamo andati a far la spesa che sono la tua migliore amica ma avevi vergogna a dirmelo e non sapevi se per me valeva lo stesso? >>
<< Sì. E smettila di indovinare tutto hai rotto le palle >> continuò sempre infastidito
<< Bene, allora dimmelo te, hai 17 anni puoi dirmelo da solo >>
<< No tanto lo sai già >>
<< Un po’ di riconoscenza no? Hai vergogna di far sapere a tutti che mi reputi la tua migliore amica? >> lo stuzzicai, sapevo che non era così, a differenza di come faceva con gli altri miei amici italiani, con me parlava e mi salutava anche se era in presenza del “club popolare”
<< Ma cosa stai dicendo? Non farmi incazzare. Lo sai che non è così. E va bene: Nichi per me tu sei la mia migliore amica che non ho mai avuto e ti voglio un bene infinito, insomma, ti va che sia io il tuo migliore amico? >>
<< Certo Harrei! Anche io ti voglio bene. Hai fatto stra ridere sembrava quasi una proposta di fidanzamento. Guarda te comunque, 15 minuti per dirmi una cosa così semplice e ti sei pure inventato che quei ragazzi mi guardavano il culo ed eri geloso solo per introdurre l’argomento, che idiota >>
<< Nicole quella parte era vera, vatti a cambiare >> disse facendo lo sguardo più serio
<< Come no. E non mi chiamare Nicole >> risposi alzandomi e mettendomi di fronte a lui continuando a fare i pesi dando quindi la visuale della mia schiena a quei 4 ragazzi
<< Lo fai apposta? Girati! >>
<< No! Mi sto allenando! >>
<< NICOLE! >> disse alzandosi, stavolta veramente seccato
<< Dai rincorrimi allora! >> dissi ad alta voce mentre mi allontanavo svelta
<< La smetti? Ci stanno guardando tutti! >> rispose lui che intanto mi stava seguendo
<< “Oh sono Harry ed ho vergogna che le persone mi vedono mentre faccio una scenata di gelosia” >> dissi così forte da essere sentita dai ragazzi, che infatti iniziarono a ridere
<< Non è divertente! Basta. >> sussurrò Harry guardando i ragazzi e poi me con gli occhi fuori dalle orbite mentre vagava ancora per la stanza
<< Fai ciiiiis >> gli dissi mentre tirai fuori il cellulare scattando una foto della sua buffa espressione piena di vergogna
<< DAMMI QUEL TELEFONO >> urlò infine rincorrendomi fin fuori dalla palestra.
La nostra amicizia aveva raggiunto un legame così splendido in così poco tempo, e non potevo essere più felice di aver trovato finalmente il mio primo vero migliore amico, insomma, Gio non contava era come se fosse una ragazza, ma ero sicura che io ed Harry ci saremmo per sempre stati l’uno per l’altra, qualsiasi cosa sarebbe accaduta.
 

Fede’s Pov.
 
 
Posai il libro sul comodino e presi un respiro profondo. Le mani mi tremavano ed il mio respiro era irregolare. Appoggiai le mani alla scrivania cercando di calmare i nervi che rischiavano di farmi crollare. A quel punto aprii lo specchio guardando la mia immagine riflessa: le guance arrossate e due occhi spalancati, presi il kit di emergenza di Nichi. La mia migliore amica mi avrebbe ucciso se l’avesse saputo. Erano farmaci talmente potenti che andavano usati solo in casi specifici e solo sotto induzione medica, ma in quel momento non mi importava. Aprii tremante la scatola e ne presi una. Quella pillola lunga e blu mi dava tranquillità solo a guardarla; la inghiottii senza neanche prendere un goccio d’acqua. Chiusi gli occhi e respirai un’ultima volta ripensando a quello che mi era successo.
 
*Flashback*
 
Ero seduta nella seconda fila, con le gambe incrociate e girate verso il banco dietro dove un alterato Rob parlava di come era finita l’ultima partita. Dovevamo svolgere l’ultima ora della giornata e stavo aspettando il professore di letteratura, quel giorno avremmo parlato del “Ritratto di Dorian Grey” ed io mi ero preparata a dovere. Vidi la porta aprirsi ed alzai lo sguardo aspettandomi di vedere il corpo magro coperto dalla solita camicia azzurra, ma rimasi impietrita dalla figura che non mi sarei aspettata entrare. Si passò la mano sui capelli indomabili scompigliandoseli mentre faceva passare lo sguardo per ogni centimetro dell’aula.
Appena i suoi occhi incontrarono i miei, sorrise mostrando quelle bellissime fossette e dopo qualche passo Harry fu accanto a me. Si sedette e lo guardai con un sopracciglio alzato.
<< Non avevi detto che non ti piaceva questo corso? >> chiesi continuando a fissarlo mentre si stravaccò sulla sedia.
Mi guardò negli occhi come sapeva fare solo lui per poi rispondermi:
<< Ho solo detto che al Professore piacciono le ragazzine, io non lo sono quindi non c’è nessun problema >> risi sbuffando, e lui con me.
La porta si riaprì facendo entrare il Professor Fix, le gambe lunghe e la pelle abbronzata si vedevano da sotto i vestiti. I capelli erano rasati e rendevano gli occhi marroni sempre più espressivi. Appena tolse la giacca i muscoli tonici accompagnarono i movimenti. In quel momento mi girai verso Harry che fissava la ragazza davanti a noi mentre era intenta ad osservare ogni movimento del Prof tanto che di lì a poco le sarebbe caduta pure la bava. La guardai disgustata ed Harry fece lo stesso; appena ci fummo accorti della cosa, scoppiammo a ridere facendoci fissare da tutti i ragazzi presenti in classe. Il giovane Professore corrucciò le sopracciglia avvicinandosi alla cattedra ed iniziando a parlare.
<< Direi di iniziare analizzando il protagonista, che ne dite ragazzi? >>
Nessuno alzò la mani, così decisi di prendere io l’iniziativa:
<< Credo che Dorian sia un personaggio molto complicato poiché ha un’interiorità molto distinta >> mentre stavo per terminare la frase il mio insopportabile compagno di banco mi interruppe
<< Io credo sia solo uno stupido buffone senza alcuna ampiezza d’anima >> lo guardai male controbattendo:
<< E perché mai? Dai sentiamo >>
<< Perché non è abbastanza forte, fa tutto quello solo per piacere alle persone >>
<< Parli tu poi >>
<< Cosa vorresti dire? >>
<< Sei il primo che fa le cose o non le fa per essere giudicato positivamente dagli altri >> ci guardammo per quelle che sembravano ore, mentre la classe cadde in un profondo silenzio. Il professore cambiò allora personaggio, non prima però di aver detto:
<< Sarà un anno interessante quello che abbiamo davanti, benvenuto signor Styles >>.
Finita la lezione Harry non mi degnò di uno sguardo, era troppo intento a fissare una pagina bianca. Uscii dall’istituto il più velocemente possibile, ero da sola per tornare a casa ed il cielo era grigio e cupo. Mentre iniziai ad incamminarmi, scoppiò un tuono ed iniziò a piovere violentemente. Avevo sempre avuto paura dei temporali, da piccola mia madre mi cantava una canzoncina e mi ripeteva di respirare intensamente. L’ansia non era mai stata il mio punto di forza; quando le cose non erano sotto il mio controllo, mi sentivo come se i polmoni fossero bloccati e il cuore mi battesse all’impazzata. Il fulmine che cade subito dopo sicuramente non migliorava la situazione, iniziai a correre pur di arrivare a casa il più velocemente possibile. Avevo la vista appannata a causa dell'intensità della pioggia e gli schizzi mi avevano inzuppato la testa anche se avevo l'ombrello. Vidi due fari avvicinarsi ed io non sapevo cosa pensare, fatto sta che la luce si fece sempre più grossa fino a che non mi passò sfiancandomi l'ombrello e lanciando una quantità enorme di acqua. Senti essa entrarmi dentro il naso e iniziai a tossire convulsamente cercando di prendere aria. Chiusi gli occhi concentrandomi sul respiro e sentii i battiti piano piano diminuire, poco dopo li riaprii vedendo la porta di casa.
 
***
 
Fissai la mia immagine allo specchio sistemandomi i capelli. Il mio telefono squillò nello stesso momento in cui suonò il citofono, lasciai il telefono sul tavolo della cucina ed andai ad aprire.
Erano gli altri, mi feci da parte lasciandoli entrare anche se bagnarono tutto il pavimento e subito Giuli andò nella sua camera per poi lanciarsi sotto la doccia. Non era mai stata molto brava a gestire il freddo e quella era la prima volta che vedevamo una vera pioggia londinese. Tornai in cucina e finalmente guardai il telefono:
 
Da: Harry
“Stasera esci con me, non accetto un no baby!”
 
Guardai il nome e risucchiai un respiro. Sentii una mano toccarmi la spalla, Nichi mi disse:
<< Non vorrai mica farlo aspettare! >>
<< Ma hai visto in che modo me lo ha “chiesto”?! è... >>
<< Un coglione, si lo so, ma tanto ci esci comunque oppure stasera dormi in giardino >> replicò
<< Ipotesi interessante >> mi diede una pacca salendo al piano di sopra per asciugarsi capelli.
Andai in sala e mi sedetti sul tavolo pensierosa, buttai lo sguardo fuori dalla porta finestra, la pioggia cadeva forte, ma non mi fece la stessa inquietudine di quando ero fuori. Pensai alla pillola che avevo preso pochi minuti prima. Avevo sempre sofferto di ansia, la mia mania di vittoria e la mia ossessione di avere il controllo su tutto, ogni tanto di generava ed allora rubavo quelle pastiglie blu della mia migliore amica; il medico me le aveva sempre proibite dicendo che non si usavano per certi tipi di problemi, ma me ne sono sempre fregata, tanto non ne abusavo e mi capitava di prenderla molto molto molto raramente. Guardai verso la casa accanto e vidi una figura in piedi davanti alla finestra. Mi avvicinai alla porta finestra e vidi le gambe magre dentro dei pantaloncini da basket, il petto era scoperto lasciando in mostra i suoi tatuaggi. La farfalla era quella che più attirava la mia attenzione, forse per le linee nette e spigolose. La tenda tirata lasciava intravedere la stanza, mi sorrise vedendo che lo stavo fissando, facendo notare quelle delle fossette da angelo. Fece segno di guardare il cellulare ed io ridendo lo feci:
 
Da: Harry
“Non fare la stronza! XxH”
 
Mi passai una mano tra i capelli alzai lo sguardo guardandolo e gli sposi:
 
A: Harry
“Tu chiedilo in maniera più gentile e potrei prendere in considerazione la situazione XxFede”
 
Lo guardai leggere il messaggio, aveva la testa abbassata e i capelli cadevano in avanti coprendo la visuale. Poi tornò su di me, si morse il labbro e tornò a digitare:
 
Da: Harry
“Allora bellissima rossa, le piacerebbe uscire con me di grazia?! potrebbe anche iniziare a starmi simpatico Dorian ❤️”
 
Risi poi sapendo che mi stava osservando, appoggiai il telefonino sul tavolo; tenni lo sguardo basso e presi bicchiere d'acqua, tornai davanti alla finestra col bicchiere alla bocca mascherando le risate per la sua faccia irritata. Presi allora una sedia e la posizionai davanti alla porta finestra rigirando il cellulare nelle mani, infine mi sedetti accavallando le gambe.
Digitai:
 
A: Harry
“Iniziamo bene, non sai neanche di che colore sono i miei capelli. Comunque, che programma mi proponi?”
 
Si passò una mano sul viso, ed anche da quella distanza riusciva a togliermi il fiato. Avevo fatto tutto quel giochetto anche solo per cercare una risposta decente da inviargli.
 
Da: Harry
“Tu inizia a dirmi si ;)”
 
A: Harry
“Non saprei. P.S.: quello smile non si usa dai tempi delle medie. Poi sono io la sfigata!”
 
Risposi per stuzzicarlo, sapevo di star toccando un punto debole per lui. Vidi Harry continuare a digitare al telefono, ma non mi arrivava una risposta da circa 5 minuti, non riuscivo proprio a capire. Ad un certo punto vidi Nichi correre come un’assatanata giù per le scale, si nascose per qualche assurdo motivo sotto il tavolo e di punto in bianco urlò:
<< MA CHE CAZZO STAI FACENDO? Perché cazzo Harry mi ha scritto per messaggio che è inutile chiederti di uscire perché gli dici di no? Dopo che ho passato mezz’ora a sopportarlo poi! >> capii allora il perché digitava senza mai arrivarmi una risposta, così risposi
<< Ma io non gli ho detto di no! L’ho solo stuzzicato facendo una battuta su uno smile, leggi! >> risposi passandogli il telefono sotto al tavolo, capii che si era nascosta per non farsi vedere da Harry. Nichi lesse attentamente la risposta, scrisse immediatamente un messaggio a Hazza con il contenuto a me sconosciuto nonostante le mie pretese di volerlo leggere, e subito dopo, a detta di Nichi che teneva ancora il mio telefono, Harry mi rispose:

Da: Harry
“Ti prometto che ti divertirai!”
 
<< Non lasciargli troppe convinzioni, va beh tanto rispondo io ho io il tuo telefono >> disse, facendomi poi vedere la risposta:

A: Harry
“Oookey”


<< Oookey? Che razza di risposta dovrebbe essere? >> chiesi alla mia amica che mi restituì il telefono
<< Zitta e ringraziami >> disse Nichi tornando in camera sua.
Alzai lo sguardo: Harry mi fece l'occhiolino e poi si girò, qualcuno era entrato in camera sua. Effettivamente la risposta di Nichi, per quanto fosse assurda, andava bene. Mi alzai andando al piano di sopra per prepararmi. Aprii l'armadio pensando a cosa mettere, valutai se chiamare gli altri o meno, ma alla fine decisi di non farlo. Non riuscivo a non sorridere, era una cosa strana: sentivo lo stomaco pesante ma fuori ero così leggera. Guardai ancora una volta l'armadio e vidi qualcosa di interessante: la tutina bianca con un motivo a fiori gialli attirò subito la mia attenzione. Mi ricordai di avere due orecchini a cerchio giganti che si sarebbero abbinati perfettamente. Decisi di farmi una doccia rilassante, entrai nell'acqua velocemente mi diedi una pulita. Uscii con un asciugamano avvolto intorno al corpo e vidi Nichi seduta sul letto.
Mi sorrise e guardò il vestito che avevo scelto:
<< Come è? Adatto? >> chiesi
<< Perfetto >> stavo per farmi la treccia per dare un senso a quei capelli, ma Nichi mi fermò:
<< Falli lisci, dai >> io feci no con la testa e lei andò a prendere la piastra minacciando di chiamare Chiara. Sarei sembrata troppo strana: lui sta sempre vicino alla ragazza con capelli liscissimi e biondi, poi ci sono io che li ho mossi e neri, ma alla fine Nichi mi convinse a piastrarli lo stesso. Infondo, per quanto assurdo sia, lo conosceva meglio lei di me e decisi di ascoltare la sua osservazione. Mi vestii intanto che la bionda scese al piano di sotto ad avvertire gli altri che quella sera non ci sarei stata. Mi misi la tutina, ma non sapevo cosa metterci sopra visto che il tempo non era dei migliori. Spostai una piccola borsa a tracolla e notai sul fondo dell'armadio una giacca nera. L'avevo anche dimenticata, me l'aveva regalata mia nonna per Natale. Non la misi subito ma la cacciai nella borsa per evenienza dato che fuori era spuntato un sole splendente, cosa che non riuscivo per niente a capire dato il minaccioso temporale di qualche ora prima. Feci una coda alta nonostante ormai avevo piastrato i capelli disobbedendo alla mia amica. Scesi al piano di sotto e vidi che erano le 18:30 e di lì a poco sarebbe arrivato, mi continuavo a torturare le mani però gli altri fecero finta di niente. Giuli era da Liam e Chiara era tornata da poco. Diceva di essere stata a fare uno strano corso, ma la cosa mi puzzava, per quanto ne sapevo non aveva ancora iniziato il suo. Gio, invece, era steso sul divano a giocare con qualche stupido gioco sul telefono. Nichi spuntò proprio in quel momento, aveva una felpa larga come era solita fare prima di arrivare in Inghilterra. Mi fece l'occhiolino ed io le feci una linguaccia che fece eliminare un bel po' di ansia. Il citofono suonò. Mentre io stavo per aprire la porta, Nichi si posizionò davanti facendo al posto mio. Lui la guardò male, forse aspettandosi me al posto suo, ma poi l’abbracciò forte dandole anche un bacio sulla guancia. Giurai di aver sentito che le sussurrasse “grazie”. Appena mi vide sorrise come poche volte lo ebbi visto fare ed io non potei che seguirlo. Gio spostò il telefono dalla visuale per vedere chi fosse, ed appena lo vide, sulla sua faccia si formò un sorriso strano; dopo aver guardato me tornò alla sua occupazione. Io stranita decisi di dare un taglio a quella imbarazzante situazione. Lo presi per un braccio ed uscii nel portico.
<< fate i bravi >> sentimmo urlare da qualcuno all'interno.
Lo guardai per intero dato che il momento prima non avevo avuto modo di farlo: era una delle cose più belle che io ebbi mai visto prima, aveva soliti pantaloni neri stretti e sopra indossava una maglietta ed un maglione grigi che lasciavano comunque intravedere le ali degli uccelli che aveva sul petto. A completare l'opera fu un giubbotto verde bottiglia, che da quel momento sarebbe stato il vestito più bello nell'armadio di Harry secondo i miei gusti. Rendeva i suoi occhi più accesi e brillanti che mai e lo vidi squadrarmi anche lui mentre con una mano si toccava i capelli. Ad un certo punto, con molta visibile timidezza, mi prese a braccetto.
<< Sembriamo dei vecchietti >> disse mentre camminavamo
<< Scusa, ma sei te che mi hai preso a braccetto >> gli feci notare avvicinandomi ancora di più a lui
<< Questa è la bellezza di Londra, i ragazzi corteggiano in modo strano >>
<< Ora non fare l'uomo vissuto >> lo spinsi un attimo, lui scappò lasciandomi indietro da sola.
Spalancai la bocca urlando: 
<< Non fare lo stronzo >>
<< Sei buffa >>
<< Vaffanculo >>
<< Ed imprechi troppo, sta male su una donna >>
<< Stylesssss! >>
<< Sì, è il mio cognome >> continuò a punzecchiarmi.
Incrociai le braccia facendo il labbruccio. Si avvicinò chinandosi facendo in modo di avere il viso allo stesso mio livello. Sentivo il cuore in gola e le parole erano strozzate dentro di me, senza trovar modo di uscire. Per togliermi da quella situazione scappai come aveva fatto lui poco prima. Mentre giocavamo come due bambini, una vecchietta ci passò accanto sorridendo e parlando con sua figlia la quale sorrise e ci guardò curiosa. Guardai Hazza sempre fermo sul marciapiede con i ricci che iniziavano ad incollarsi alla fronte. Mi sorrise ed iniziò a correre ancora. Scappai e non sentendo più i suoi passi mi girai e lo vidi sotto una tettoia di un locale. Lo guardai male non capendo e lui mi fece segno di seguirlo. Entrammo in quello strano locale, corrugai le sopracciglia e mi parlò all'orecchio:
<< Questo posto scommetto che ti piacerà >>
Mi prese per il polso tirandomi ed io non riuscii a non ridere. Un ragazzo dai capelli rossicci era davanti alla cassa del locale, avrà avuto non molto più di vent'anni. Sorrise ad Harry che ancora non accennava a mollare la presa su di me.
<< Ehi amico >> salutò Harry
<< Bro >> rispose il cassiere, poi guardandomi continuò
<< Fede >>
<< Ed >> lessi a questo punto ad alta voce il nome sul cartellino della maglia del ragazzo, ma ancora non mi era chiaro come lui sapesse il mio. Harry chiese un tavolo per due ed il ragazzo ci accompagnò subito ad uno di quelli rotondi all'angolo. Girando lo sguardo notai che c'era un'enorme biblioteca sul muro laterale e l'insegna al neon fuori diceva “Cafè Letterario” avevo sempre sognato di vederne uno, ed Harry lo aveva intuito dalla sua espressione compiaciuta. Mi sedetti al tavolo davanti al riccio, il quale non aveva la minima intenzione di cancellare quel sorrisetto dalla faccia.
<< Wow, dove l'hai trovato questo posto? >> domandai cercando di intavolare una conversazione
<< Mi ha portato mia madre la prima volta quando ero molto piccolo, le piaceva portarmi in questi pub pieni di gente schizzata che raccontava poesie >>
<< Io adoro questi posti, si respira arte in ogni angolo. È come se la reprimessero per farla esplodere poi qui >>
<< Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto >>
<< Perché sono schizzata?! >> alzai le sopracciglia cercando di mantenere un'espressione risoluta, che il mio sorriso rovinava
<< No, perché sei diversa >>
<< Tutti dicono di essere diversi, ma poi si comportano esattamente come tutti gli altri >> affermai eliminando ogni traccia di sorriso dal mio viso; la conversazione stava prendendo una piega molto più pesante di quanto mi sarei aspettata, ma ero curiosa di sapere come avrebbe reagito alla mia istigazione. Lui senza staccare il contatto visivo disse:
<< Tu no, tu sei sincera con te stessa, non fa mai niente per omologarti, ma senza cadere nell'esagerazione sei sempre te stessa in qualunque momento, e non siamo tutti così >>.
In quel momento arrivò un uomo sulla quarantina d’anni con gli occhiali appoggiati sul naso ed una camicia azzurra con una giacca nera nella quale tasca era posizionato un fiore bianco.
<< Harry, da quanto tempo! >> disse dandogli una pacca sulla spalla 
<< Simon che piacere vederti, ma questo look?! >> Harry lo guardò sogghignando ed indicando la rosa bianca 
<< quando si è appena sposati, si fa di tutto per la persona che si ama. Comunque non mi presenti questa signorina? >>
<< Simon, lei e Fede, Fede, lui è Simon >>
<< Sei italiana? Io amo l'Italia ci vado sempre in vacanza >>
<< Abito ad un'ora da Milano >>risposi, ma Harry poi blocco la nostra discussione:
<< Va bene, se avete finito... >> 
<< È stato un piacere conoscerti >>
<< Anche per me >> il riccio lo bloccò per la manica allungando il braccio e prendendo il fiore dalla tasca, poi me lo porse.
<< Sta meglio in mano tua che addosso a lui >> io abbassai lo sguardo, era strano come riuscisse comunque ad essere dolce, questo comportamento mi destabilizzava. Non riuscivo mai a prevedere quale sarebbe stata la sua prossima mossa. In quel momento arrivarono le pizze che avevamo ordinato al cassiere e iniziammo a mangiare, non sapevo cosa dire, non ero abituata ad essere dolce in generale figuriamoci con lui. Il ragazzo con i capelli rossi che avevo visto all'inizio salì sul palco iniziando a parlare:
<< Ciao ragazzi, allora, voglio farvi sentire la mia nuova canzone >> Harry mise due dita tra le labbra fischiando e di scoppiai a ridere girandomi verso il parco.
<< Sono Ed, dedico questa canzone mio amico riccio lì seduto, adoro i tuoi capelli sappilo! >> Harry si passò una mano tra i ricci facendo l'occhiolino a Ed.
A quel punto iniziò cantare ed Harry mi prese per mano facendomi alzare avvicinandosi al palco, mi guardai in giro vedendo che tutti stavano facendo lo stesso. Mi sorrise ed io non riuscii che a fare lo stesso, avevo sempre desiderato andare in un posto del genere e non potevo credere che fosse stato Harry a portarmici. La gente ballava senza pensarci troppo e saliva a caso sul palco a cantare mentre tutti applaudivano, mi sentivo realmente a casa.

"Will your mouth still remember the taste of my love
Will your eyes still smile from your cheecks
"

Senti Harry fare pressione sul mio fianco avvicinandomi a lui, continuando però a guardare il palco.

"And I'm thinking 'bout how people fall in lovemysterious ways
Maybe just the touch of a hand
Oh me I fall in love with you every single day 
And I just wanna tell you I am
"

Mi prese il mento con le dita sussurrandomi all'orecchio le altre strofe della canzone:

"So honey now
Take me into your loving arms 
Kiss me under the light of a thousand stars
Place your head on my beating heart
I'm thinking out loud
"

Prese la mia mano facendomi fare una giravolta posando poi entrambe le mani sui miei fianchi

"Maybe we found love right where we are"

Si avvicinò al mio viso ed io smisi di respirare, le sue mani andarono sul mio collo, toccò poi l'elastico e lo fece scivolare via. Passò le lunghe dita tra i miei capelli districandoli e avvicinandosi all'orecchio mi disse:
<< Come sono belli così lisci. Molto meglio così >>.
 ___________________________________
SPAZIO AUTRICE
        
Hey ragazze, eccomi di nuovo.
Ci ho messo un po' a sistemare questo capitolo in quanto molto lungo a differenza del mio tempo libero molto corto.
Rispetto a quello precedente, ho aggiunto un po' di dialoghi, mi piaceva di più così, alla fine è comunque una storia col sottofondo comico.
Spero vi piaccia, è difficle stare dietro a così tanti personaggi con caratteri diversi da sola, per cui vi chiedo un po' di pieta e, qualcosa aveste delle accortezze da farmi, non esitate a farmelo sapere. Mi piace sempre migliorare.
Vi lascio come al solito al vecchio spazio autrice seguito dalle immagini!
Un bacione,
- Nichi.
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SPAZIO AUTRICI      

Heila ragazzuole c:
Eccoci qui con nuovo capitolo, speriamo vi piaccia :)
Eh si, Chiara  & Louis si sono baciati, per la gioia di Anna ahaha, l'abbiamo messo apposta per te ;)
Approposito, passate a leggere le sue storie, sono bellissime:

AnVe_96 : “You managed to make me fall in love”
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2523412&i=1
e anche "Do you wanna dance with me?", ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2889042&i=1

un’altra di ToInfinityAndBeyond_ : “SMILE AND IF YOU CAN'T FIND A REASON TO DO, DO IT FOR ME"
Ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2722722&i=1

Ed anche "TWO WORLDS COLLIDE" scritta da Gre di ToInfinityAndBeyond___ & da me, Fede di FoxFire:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2952914&i=1

Di questa storia, abbiamo creato il Trailer che potete trovare sul nostro canale YouTube:

https://www.youtube.com/channel/UCbXq9eQQ5frFfO3CYJMp9pQ
Ecco il link del Trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=j70Orat4VGU

Ed infine abbiamo il trailer della nostra storia, ecco il link:

http://youtu.be/nTEubql5afk
Vi lasciamo alle immagini, ciao un bacione.
Vostre
-FoxFire
-Nichi&Fede

 
 Chiara con Louis al mare
 Nichi ad hip hop
 Fede che esce con Harry
 
  
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