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Autore: FreDrachen    25/12/2014    3 recensioni
[Appendice di Forbidden Love]
Raccolta di one short con i momenti mancanti di Forbidden Love^_^ con rating variabili per ogni one(sarà indicato prima della storia mano a mano inserirò i vari titoli XD)
***
1#The first Apocalysse
2#La cosa più importante
3#Citizen erased
4#Bring me to life(parte 1)
5#Bring me to life(parte 2)
6#Bring me to life(parte 3)
7#Bring me to life(parte 4)
8#Il principe delle Tenebre
9#Buon Natale Betty
10#Fratello Perduto
11#
12#
Genere: Dark, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heaven & Hell'
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Titolo capitolo:Buon Natale Betty
Fandom:sovrannaturale
Personaggi:Beth-Leopold
Rating capitolo:giallo
Generi principali:commedia. generale,
Intro capitolo: Finalmente il giorno tanto atteso da Elisabeth è giunto:potrà passare una serata al Luna Rossa, il locale di proprietà di suo cugino Leopold. Riuscirà a divertirsi in questa notte di Natale?
 Avvertimenti:missing moment
 
 

Buon Natale Betty

 
 
Finalmente il giorno tanto atteso era arrivato.
Natale.
Beth si sporse alla finestra, emozionata. Pur non essendoci la neve, sostituita da un cielo plumbeo carico di pioggia, sentiva nell'aria un clima di gioia. Nella strada sotto il suo bancone scorse i bambini giocare spensierati con i doni ricevuti, donne messe in piega a braccetto dei loro mariti, di ogni età, si scambiavano gli auguri per le feste.
Beth si catapultò fuori dalla camera eccitata, e quasi travolse Calimero, il suo gattino tutto nero dagli occhi verdi e vispi, che scartó di lato con un miagolio di paura.La ragazza si giro un momento, con espressione di scuse sul viso.
Non appena mise piede in cucina fu investita dall'inconfondibile aroma dei muffin, i suoi dolcetti preferiti.
E sua madre era un vero e proprio asso nel cucinarli.
«'giorno ma'. Buon Natale».
Marta si giró verso la figlia che aveva stampato sul viso un sorriso a trentadue denti. Pur essendo madre e figlia, condividevano solo il colore degli occhi, azzurri come il cielo. A differenza della figlia era piuttosto bassina e aveva i capelli castano scuro avvolti in una morbida crocchia.
Si pulì le mani infarinate sul grembiule ricambiando lo sguardo della figlia con un'espressione dubbiosa.
 «Buongiorno anche a te Betty. A cosa devo tutta questa felicità?»
Sorvolando su quel nomignolo che detestava con tutto il cuore, il sorriso si fece se possibile ancora piú largo.
«Oggi é il grande giorno. Leo mi ha promesso di portarmi stasera con lui nel suo locale. Non é magnifico? É una vita che aspetto questo momento»disse, con gli occhi che le brillavano dall'emozione.
Marta sorrise furbescamente.«Una vita? Non esageriamo. Hai solo diciotto anni».
«Ma' tu non capisci. Sarà l'evento piú atteso in tutta Genova una serata al(). E poi non potrà negarmelo. L'ha promesso».
«E andrà a finire come il tuo compleanno?»
Beth ci pensò su. Già, anche il giorno del suo compleanno il cugino le aveva promesso che ce l'avrebbe portata. Era andata da lui animata di tutta l'eccitazione che poteva contenere nel corpo. Abitava un appartamento nel quartieredi Marassi, a fianco allo stadio Luigi Ferraris. Pur essendo piccolo e al terzo piano, era piuttosto luminoso, con un grazioso terrazzo che dava sul muraglione dietro al palazzo. Lo aveva trovato ad armeggiare con utensili diversi per mettere a posto la catena della sua bici.
Dopo averlo salutato, gliaveva chiesto a che ora sarebbe passato a prenderla per condurla nel suo locale, ilpiú in di Genova.
Lui le aveva gettato un'occhiata quasicolpevole, come se si fosse dimenticato la promessa fatta. Ma si riprese in fretta, liquidando il discorso con un:«Non é il caso di andarci oggi che é un giorno morto. Ebbe meglio la sera di Natale e Capodanno». E si era rimesso al lavoro.
«Mi prometti che mi ci porterai?»
«Mhm,mhm».
La madre l'osservó con estrema pazienza.«Era assolto nel suo lavoro Betty, é possibile che ti abbia risposto cosí senza rendersene conto».
Beth sbuffó. Spero con tutto il cuore che non fosse così.
Il campanello la strappo ai suoi pensieri.
 «Beth, vai tu ad aprire la porta per favore. Ho le maniancora tutte infarinate». Beth le rispose con una beffa amichevole, ubbidendo.
Nel pianerottolo ad attendere c'era un ragazzo sui venticinque anni. Dall'aspetto sarebbe potuto sembrare un poco di buono e un donnaiolo, e inparte la secondaera vera, ma Beth gli voleva comunque bene esi fidava di lui. Aveva i capelli biondi lisci sistemati a ciuffo che lo rendendevano fascinoso e misterioso, gli occhi azzurri magnetici erano in grado di intrappolare le ragazze con una semplice occhiata, la bocca piegata in una smorfia divertita e provocante. Sul braccio si attorcigliava un dragone di forma tribale, bellissimo e inquietante e sul sopraciglio brillava un piercing.
«Leopold Meyer. Ti fai ogni giorno piú alto figlio mio. Mi fai sentire sempre piú bassina»lo saluto Marta con un sorriso.
Leopold si chino per fare un buffo baciamano.«E tu zia ti fai ogni giorno piú bella»replicó di rimando.
Beth agitó le braccia per attirare l'attenzione.«Ehi, non per intromettermi nella vostra conversazione amichevolissima. Ma ci sono anch'io. E sono impazientissima di andare».
Leo le scoccó un'occhiata divertita.«Dov'é finita la tua santa pazienza Bettina?»
Beth mise su il broncio, ma fu solo per un attimo. Era per questo che detestava con tutto il cuore il suo nomignolo Betty e compagnia bella. Leo li usava per irritarla e questo non lo sopportava.
«Basta Leo. Allora, a che ora vieni a prendermi stasera?»
Leo fece una smorfia, che sembrava di dispiacere. «Temo cuginetta che dobbiamo rimandare».
Il sorriso si spense sul volto di Beth.«Perché?»
Leo gettó un'occhiata alla zia a disagio.«Oggi ho importanti clienti, e non vorrei rovinare tutto»
«Cioé mi consideri una zavorra Leopold Meyer?»
Il ragazzo fece una smorfia.«Non ho detto questo Betty. É solo che questi clienti dovranno decidere se appoggiarmi con le campagne per estendermi in altre parti d'Italia. Un'occasione unica, capisci?»
«Cos'hanno a che fare con me?»
«Nulla. É che il locale a volte é frequentato da gente non per bene, e non vorrei ti facessero qualcosa».
Beth ebbe un tuffo al cuore. E pensare che credeva che il cugino non la volesse tra i piedi, invece si preoccuoava per lei. Si avvicinó e lo strinse forte.«Non ti daró problemi Leo. Ti staró vicino, e quandodovrai parlare con i tuoi clienti illustri, me ne staró buona buonina al bancone di fianco al barista. Contento»
Leo le scompiglió affettuosamente i capelli.
«E va bene testona. Faremocome dici. Contenta?»
«Leo, lo sai che sei il cugino migliore del mondo?»
Leo sospiró soronamente.«Certo, e me ne compiaccio».
 
Si preparó con cura, stando ben  attenta a lasciar nascosta la sua timidezza. Ebbene si, Beth aveva problemi a interagire con gli altri, per questo aveva pochi amici su cui contare.
Leopold aveva provvedutopersonalmente sul vestiario che avrebbe dovuto indossare quella sera:un top glitterato blu cobalto, una minigonna frangiata di jeans(chissà dove l'aveva trovata),collant in lana, scarpe col tacco alto che la rendevano particolarmente instabile.
Per il trucco optó qualcosa di piú leggero che la lasciasse se stessa. Quando si contempló allo specchio si sentí particolarmente soddifatta del suo risultato.
Soddisfatta sfruttó i mezzi pubblici per raggiungere la discoteca di Leo, a Sampierdarena.
Trepidante d'emozione si avvió verso la meta, stupendosi della quantità di ragazzi che stavano andando nella sua stessa direzione.
In effetti il Luna Rossa era proprio come se l'era immaginato:l'insegna fuori risplendeva rosea, in cui spiccava una luna dai riflessi rossi. Alla parete all'esternoc'era un cartello su cui c'era scritto a caratteri cubitali:
 
Stasera gratis l'ingresso,
e le prime tre bevande consumate.
 Buon Natale
 
 Dall'interno proveniva una musica assordante che riconobbe subito De André, il cantante preferito di suo cugino, ma che lei non sopportava.
Il buttafuori, un uomo grosso e abbastanza corpulento le svoccó solo una breve occhiata, lasciandole libeto il passaggio. Forse aveva rivonosciuto in lei la cugina del principale, pensó soddisfatta mentre varcó la porta.
Dentro era meraviglioso. Le pareti bianche erano illuminate dalla palla riflettente appesa al soffitto, i tavoli erano rosso fuoco e le sedie gialline.
«Tu devi essere Elisabeth, presumo»l'apostrofó una voce alle sue spalle.
Beth si voltó. Davanti a lei una donna, dell'età di suo cugino. Aveva capelli rosso amaranto certamententinti arricciolati in boccoli pressoché perfetti, occhi magnetici amaranto, resi ancora piú misteriosi dall'eyeliner nero e il mascara. Era abbigliata in un modo a sé provocante, la canotta lasciava scoperta pa pancia su cui spiccava un piercing all'ombelico, una mini gonna su calze a rete infilate su due zoccoloni.
«In persona»le rispose sgarbatamente. Non voleva sembrare insicura. Aveva un certo non so che, che gliela rendeva antipatica.
La donna la squadro con occhio critico. «Tesoro, come ti sei conciata? Vanno bene il top e la gonna. Ma quelle ridicole collant in lana chi te l'ha regalate, tua nonna?»
Aveva un tono beffardo che fece infuriareBeth.
 «E se anche fosse non vedo il problema. Perlomeno le mie gambe non congeleranno»le rinfacció provocatoriamente.
La donna la fissó storto.«Non ti conviene farmi arrabbiare ragazzina. Saró la tua balia per tutta la sera. E se te la vuoi godere dovrai fare ció che ti dico».
«Ma che stai dicendo? Leo non mi lascerebbe mai nelle mani di una...sgualdrina come te»ribatté Beth con disgusto.
«Attenta a quello che dici ragazzina»l'intimó la donna, che subito si addolcí quando notó una figura alle spalle di Beth.
Era Leopold. Aveva i capelli raccolti all'indietro in una morbida coda poggiata sulla spalla, e indossava una camicia bianca, pantaloniin raso e scarpe lucide.
«Betty, che ne pensi? É tutto come ti saresti  aspettata?»domandò alla cugina.
«Si tutto, a parte lei»disse indicando la donna con il pollice.
«Ne abbiamo discusso Betty. Di alcuni miei clienti non mi fido. Per questo ti ho affidato alla mia collaboratrice. Cosí so che sei in mani amiche ».
Ambra scoppió a ridere. «Puccino caro. Mi fai sembrare una brava persona. Cosa che assolutamente non sono».
«Non lo mettoin dubbio Ambra. Ma tu sei la mia cattiva ragazza». E la baciò. La donna si strusciavasul suo corpo come un gatto che faceva le fusa.
Che schifo, pensó Beth fissando il cugino e Ambra scambiarsi effusioni davanti a tutti. Tanto era solo una povera illusa che Leo avrebbe scaricato di lí a poco. Era questo il destino di tutte le ragazze di suo cugino. Le teneva con sé qualche mese, per poi lasciarle senza rimpianto. A volte sichiedeva se potesse provare amore. Il sentimento che provava per lei era a volte ambiguo. Senbrava tenere a lei,ne in alcunicasi, come in quel momento, si sentiva come una di quelle ragazze.
«Scusate se ci sono anch'io»borbottó Beth nera.
Ambra la fisso beffardamente staccandosi dalle labbra di Leo. «Gelosa Bettina?»
Beth alzò gli occhi alcielo. Anche leici si metteva con quel soprannome irritante.
«Bene»disse Leo battendosi le mani sui pantaloni.«I miei illustri ospiti sono arrivati. Ambra non perdere d'occhio Elisabeth mi raccomando».
Ambra sorrise.«Farà la brava. Vero ciccina della cugina Ambra»domandó pizzicandole le guance violentemente.
Fare la brava. Ma cosa pensasse che fosse, il suo barboncino da compagnia?
«Mi fido Ambra. A dopo Betty». E scomparí tra la foloa.
Beth fissó l'espressione imbambolata di Ambra che seguiva ogni mossa del giovane, che si muoveva sinuoso tra la folla come un serpente.
«Finirai con il cuore spezzato»le disse con cattiveria.
Ambra portó lo sguardo su di lei improvvisamente spazientita.«Che cos'haidetto?»
 «Hai sentito perfettamente»rispose Beth assaporando il momento. Voleva umiliarla, renderla vulnerabile, debole...
Beth scrollò la testa. Quei pensieri venivano da lei, ma dal suo inconscio più nero e oscuro.Eppure continuò, perché si sentiva meglio e soddisfatta. Si, esatto soddisfatta.
«Non conosci la reputazione di Leo? Sta con una donna per diciamo, tre quatrro mesi se tutto va bene e poi la scarica. E tu finirai come le altre credimi».
«Piccola viscida vipera. Io ti...»
«Non puoi farmi niente tesoro»disse Beth scimmiottando la sua voce stridula.«sono la cugina del tuo principale e non hai il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare».
Ambra a grandi falcate si allontanó funerea. Beth soddisfatta si buttó nella mischia a ballare. Pur essendo di de andré, si lasció trasportare dal ritmo.
Dopo innumerevoli canzoni(sempre di de andré) si avvicinó al bancone per ordinare da bere. Al bancone un ragazzino dai capelliramati, gli occhi azzurri, il viso pieno di lentigini e un orecchio pieno di piercing. In testa aveva un buffo cappellino da elfo.
Beth si sedette sullo sbabello davanti a lui.«Mmm...cos'hai da propormi barista?»
Il ragazzo alzò lo sguardo dal bicchiere che stava asciugando. «Vodka, o preferisci un superalcolico?»
«Perché Bettina non bevi questo?»disse la voce di Ambra, che la raggiunse in quel momento. In mano reggeva un bicchiere contenente del liquido trasparente.
Beth lo prese in mano dubbiosa.
Sul viso di Ambra si aprì un sorriso di scherno. «Se non te la senti di berlo, che razza di donna sei?» E se ne andò via ridendo.
Beth l'annusó. Solo un bicchiere, cosa le avrebbe potuto fare?
«Un cocktail del genere ti ammazza»la mise in guardia il barista.
«Perché? Cosa contiene?»
 «Pastigliedi marijuana tritturate e disciolte in acqua. Micidiale»
Beth intimorita lo poggió con scarsa grazia sul bancone ritraendosi un poco. Il barista sorrise, riempendo un altro bicchiere con acqua e glielo porse.
La ragazza sospettosa lo squadró.«Acqua e basta spero»
Il ragazzo scoppió a ridere.«Ci tengo al mio posto di lavoro. E poi sembri una ragazza affascinante»aggiunse facendole l'occhiolino.
Beth lo bevve fidandosi delle parole barista fdacendo volkare lo sguardo sui presenti. A catturare la sua attenzione fu una figura che entró in quel momento. Il suo cuore perse un battito di fronte a quei capelli d'oro e occhi amaranto.
La sua espressione imbambolata si spense quando vide Ambra avvicinarsi e ridere civettuola con il nuovo arrivato, che annuiva di sfratto. Poi come se percepisse chissà cosa, volto di scatto la testa incrociando i suoi occhi.
Le sorrise con aria provocante, ma Beth rimase a fianco del barista senza muovere un solo muscolo. Lo sconosciuto deluso chiamò il cameriere a gran voce.
Mentre il ragazzo si mosse a servire il cliente , Leo si avvicinò alla cugina.
 «Eccomi Betty. Ho finito la riunione. Che mi sono perso?»Si guardò attorno.«E Ambra?»
Beth scrolló le spalle.«Nulla di che Leo. Si sta facendo un altro».
«Cosa?»scattó Leo, che trovò la sua presunta fidanzata e collaboratrice avvinghiata a un altro.
Beth soddisfatta tornòal suo bicchiere d'acqua.
Leo tornó dalla cuina rosso in viso.«Tutto sistemato. Non credo che la vedremo di nuovo qui».
La prese per mano.«Vieni con me Betty. C'é una sorpresa sul retro».
Beth lo seguí emozionata.
Quando aprí la porticina che dava nel mini cortiletto, trovarono uno dei buttafuori con in mano dei fuochi d'artificio e una scatola di fiammiferi.
Leopold la strinse a sé.«Buon Natale Betty».
Beth alzó lo sguardo verso il cielo che si era aperto, e che ora era punteggiato da una miriade di stelle.
«Buon Natale Leo».
 
 
Angolo dell'autrice:
Ciau a tutti, eccomi con il mio regalo per voi per Natale XD
Non so quanto possa essere natalizia, però spero di piaccia comunque ^^
Auguri a tutti <3
 
Drachen :)
   
 
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