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Autore: Bored94    26/12/2014    0 recensioni
La storia di due amici dal giorno in cui si sono conosciuti. Com'è stata la loro vita in Accademia, in quali guai si sono cacciati, le amicizie che hanno stretto...
Chi erano il Dottore e il Maestro prima che le loro vite venissero completamente stravolte?
[Riferimento a Universo Esteso. Academy Era.]
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - Altro, Master - Altro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3.


Drax bussò alla porta, spazientito. - Theta, apri!
- Sono impegnato!
- Impegnato?! Si può sapere cosa stai facendo lì dentro?!

- Sto costruendo un cacciavite sonico.
- Un... - non terminò nemmeno la frase ma proruppe in un sospiro di esasperazione. - Esci da lì, vuole solo conoscerti.

Un suono indistinto arrivò dall'interno della stanza chiusa.

Magnus brontolò qualcosa sull'aver paura di una ragazza e quando Koschei gli fece notare che anche lui aveva paura di Ushas anche se gli piaceva, il ragazzino dai capelli rossi rispose: - Ok, ma non credo che lei, - disse indicando la ragazzina accanto a Koschei che lanciava occhiate furtive verso la porta della loro stanza, visibilmente imbarazzata - passi il suo tempo libero a modificare ratti in laboratorio o fare altri esperimenti di dubbia sicurezza per tutto il pianeta.
- Ratti che hanno morso il presidente. - aggiunse Drax e Magnus sottolineò la frase indicando l'amico con un gesto della mano.

Koschei si tastò involontariamente una natica, si diceva che uno di quei ratti ne avesse preso un pezzo al presidente.

- Già. - disse tornando alla realtà. - Scusa, è molto imbranato e stupido quando vuole. - spiegò alla ragazza sempre più a disagio. Lei annuì in silenzio e tenne lo sguardo fissò a terra.

- Guarda che ti ho sentito! - rispose l'amico dall'interno della stanza.
- Fo... forse è meglio che vada. - balbettò lei pentendosi di aver fatto trasparire il suo interesse per quel bizzarro ragazzino. Era sicura che ora i suoi amici l'avrebbero presa in giro perché si era fatta avanti facendo una figuraccia. Girò i tacchi e scappò via.

Fu solo a quel punto che Theta finalmente uscì.

I tre amici lo guardarono come se si stessero trovando davanti a un completo idiota. - Sei un deficiente, lo sai? - fu l'osservazione di Koschei.
Theta si limitò a tirare fuori dalla tasca il suo cacciavite sonico, a far partire la lucina e il suono e a tornare in camera.

Gli altri si scambiarono un'occhiata esasperata e lo seguirono all'interno.

 

Theta ebbe presto modo di abituarsi a questo genere di attenzioni. Lui e Koschei entrarono negli Hot 5, Theta suonava il perigosto e Koschei, paradossalmente, i tamburi.

Si venne a creare un gruppetto di ammiratrici che non mancavano mai di andare ai concerti, di salutarli in modo ammiccante nei corridoi e esibirsi in strani “versi da femmine”, come li aveva definiti Vansell, ogni volta che li vedevano.

Non che la faccenda non avesse degli aspetti positivi... per gli altri: il fatto di essere loro amici era diventata un'ottima scusa per rimorchiare, Magnus e Koschei avevano iniziato una vera e propria gara per vedere chi riusciva conquistarne di più, gara che portava a situazioni imbarazzanti e asciugamani sulla maniglia della porta della camera da letto, o anche solo per divertirsi un po' alle spalle di certe esagitate.

Una sera, trovandosi praticamente a pochi metri dal palco, avevano avuto modo di osservare alcune ragazze dimenarsi e cercare di attirare l'attenzione dei loro amici.

Magnus aveva dato di gomito a Drax che aveva poi attirato l'attenzione del resto del gruppo.
- Quando avranno finito, Theta e Kos dovranno decisamente offrirci da bere, che non credano di cavarsela solo perché sono “famosi”. - disse il ragazzino dai capelli rossi enfatizzando in modo ironico l'ultima parola.

Le ragazze si accorsero della battuta. - Li conoscete? - chiese una di loro.
- Certo che li conosciamo. - rispose Vansell mentre il resto del gruppo annuiva.
Degli strani suoni vennero emessi dal gruppetto e i ragazzi si scambiarono un'occhiata incredula mentre Ushas e Millennia alzavano gli occhi al cielo e cercavano di non scoppiare a ridere.

- Come? - si fece avanti un'altra.
- Sono nostri amici. - chiarì Mortimus.
- E i nostri compagni di stanza. - aggiunse Drax indicando Magnus e se stesso.

Le ragazze sgranarono gli occhi incredule. - Ma quindi voi... voi siete il Deca.
Ushas alzò gli occhi al cielo: a quanto pareva questa storia del Deca si era diffusa in tutta l'Accademia.

I ragazzi sorrisero con un'espressione ammiccante e Rallon si beccò una gomitata da parte di Millennia.

L'effetto di quella rivelazione fu inaspettato: le ragazze fecero capannello attorno a loro e iniziarono a parlare e squittire simultaneamente, commentando su chi fosse il più carino.

Quando il concerto fu terminato e Theta e Koschei riuscirono a raggiungere nuovamente i loro amici, li trovarono circondati.

- Ma che diavolo... - Theta non fece in tempo a terminare la frase che le ragazze si accorsero della loro presenza e iniziarono a produrre versi che non avevano mai sentito provenire da una ragazza.

Gli urletti entusiasti erano accompagnati dalle espressioni compiaciute dei ragazzi che si atteggiavano e approfittavano del momento di gloria.

Dopo l'ennesima battutina squallida, Ushas e Millennia presero in mano la situazione: colpirono velocemente i ragazzi sulla nuca, li afferrarono per le maniche e li portarono via, vero le loro stanze.

La situazione a lungo andare si dimostrò però impossibile da sostenere perché venivano seguiti ovunque: a lezione, in dormitorio, in mensa, in cortile... e per questo presto cercarono di eclissarsi e tornare nell'anonimato.

Troppo tardi: una volta passata la loro fama di musicisti, ci pensò la loro fama da combinaguai a tenerli, loro e il Deca, al centro dell'attenzione.

 

- Theta, ti ho detto che ci sto provando. Se continui a saltellarmi attorno come una rana impazzita non riesco a concentrarmi.

Theta si bloccò di colpo e rimase a fissarlo, mentre l'amico cercava di riparare Badger: l'avatroide aveva iniziato ad avere problemi e lui si era offerto di dare un'occhiata.

Si era offerto... aveva accettato di dare un'occhiata dopo che Theta aveva passato l'ultima ora sospirando, lamentandosi e con la faccia da cane bastonato.

L'aveva preso per sfinimento.

Drax continuò a brontolare per un po', stava andando per tentativi ma ancora non era riuscito a individuare il problema. All'improvviso ebbe un'illuminazione e si batté una mano sulla fronte. - Ma certo! Il mio cervello è stupido!

Non diede tempo agli altri di chiedere a cosa si stesse riferendo perché si rimise subito al lavoro, concentratissimo.

- È stato il mio primo e unico amico reale fino a quando non ho conosciuto Koschei. - aveva mormorato zittendo Magnus quando quest'ultimo gli aveva chiesto per quale motivo non si fosse ancora liberato di quel robot, era quel “reale” a turbare gli amici: sapevano che prima di conoscere Koschei e loro non aveva amici, ma non riuscivano a fare a meno di provare un moto di compassione quando sentivano nominare Binker e Mandrake, quelli che erano stati gli amici immaginari di Theta da bambino.

Quando finalmente Badger dimostrò qualche tipo di risposta agli stimoli, Theta iniziò girargli attorno, troppo eccitato per rimanere fermo.

- Theta! - si limitò a brontolare Drax, esasperato. L'amico cercò di rimanere fermo ma il suo stato di nervosismo era visibile dal modo in cui spostava il peso da un piede all'altro e si torceva le mani.

Dopo una decina di minuti, Badger riprese a muoversi e a guardasi attorno.

- Ci sei riuscito! - esclamò Theta lanciandosi sull'avatroide peloso e abbracciandolo.

- Sì, alla fine non era nulla di che... - abbozzò un sorrisetto soddisfatto. Non aveva mai messo le mani su un avatroide, era andata bene.

 

- Ma dove va tutte le volte? - chiese Mortimus perplesso.

- Non lo sappiamo, non ce lo ha mai detto. - rispose Koschei alzando le spalle. - Tutti i giorni a quest'ora da qualche tempo a questa parte sparisce e torna qualche ora dopo senza dirci dove è stato e perché.

Il gruppetto guardò il punto in cui Theta era sparito poco prima. Un unico pensiero frullava nella mente di tutti e nove i ragazzini.

- Quindi andiamo? - fu di nuovo Mortimus a parlare e tutti annuirono.

Si incamminarono nella direzione verso la quale avevano visto sparire l'amico e iniziarono a seguirne le tracce.

Dopo un po' di tempo passato a camminare, giunsero alle pendici del monte che si trovava poco lontano dall'Accademia, dietro alla casa del loro amico. Sul fianco della montagna scorsero una grotta e decisero di andare a dare un'occhiata... scoprirono che il loro istinto non aveva sbagliato: Theta era lì in compagnia di un vecchio Signore del Tempo che gli stava raccontando qualcosa che gli altri non riuscirono a sentire.

I due si accorsero della presenza degli intrusi e Theta scattò in piedi. - Ragazzi! Che ci fate qui?

Rallon alzò le spalle. - Eravamo curiosi di vedere dove sparivi tutte le volte. - ammise candidamente.

Tutti annuirono e cominciarono a squadrare l'uomo davanti a loro. - Chi è? - chiese Ushas incuriosita dal bizzarro stile di vita della persona che aveva davanti.

- Lui è l'Eremita. Mi racconta un sacco di storie...

- K'anpo Rimpoche. - bisbigliò Jelpax attirando l'attenzione dei suoi amici.

- Come dici?
- K'anpo Rimpoche. - ripeté ad alta voce. - Era un membro dell'ordine religioso... è caduto in rovina.

L'Eremita sorrise e annuì. - Qualcuno è molto informato... ora mi limito a raccontare storie ai giovani Gallifreyani che hanno tempo e voglia di ascoltarle. Stavo giusto per iniziare a raccontare delle legioni di Sphinx, volete unirvi a noi? - chiese indicando lo spazio davanti a sé.

I ragazzi si scambiarono un'occhiata e si sedettero per terra incuriositi dalla storia che stava per essere narrata.

Avevano trovato un nuovo passatempo.
 

Drax entrò e iniziò a camminare nervosamente su e giù per la stanza. Sembrava fosse divorato da non si sa quale dubbio. Alla fine si bloccò e si decise a parlare. - Kos... è... è successa una cosa.
Stavo correggendo i parametri della Matrice in modo che non ricevesse più quei segnali dalla Terra, sai... e ho visto delle cose strane. Credo la Matrice si sia connessa ai satelliti di quel pianeta e ha registrato qualcosa che non appartiene al nostro presente ma al nostro futuro.
Theta si fa chiamare il Dottore e tu... tu stai sterminando la razza umana. Hai questi esseri... questi Toclafane. E hai fatto invecchiare il Dottore in modo che non potesse contrastarti.
Sei... sei completamente pazzo.
Non so cosa tu sia diventato... ma quello non era di certo il mio amico.

- Cosa? - sgranò gli occhi. - Ti devi essere sbagliato, probabilmente hai collegato male qualcosa o capito male, non potevo essere io. Non farei mai una cosa del genere, lo sai. Mai. Ci dev'essere un errore. - rispose nello stesso esatto momento in cui Magnus commentava il racconto con tono estremamente scettico. - Drax è impossibile che fosse Kos, dai. Impossibile.

- È quello che ho pensato anche io in un primo momento. - rispose l'altro. - Ho controllato e ricontrollato una decina di volte per essere sicuro di non aver sbagliato con gli allacciamenti e la programmazione... insomma, vuoi mettere farsi beccare perché sono stato così asino da non ricalibrare i parametri nel modo corretto? Sarebbe da novellini al primo anno di accademia! Ma ti giuro, Kos. L'uomo più vecchio veniva chiamato da tutti Dottore. Loro ti chiamavano Maestro ed eri molto diverso da ora ma... diavolo Kos, riconoscerei ognuno di voi tra mille. E faceva anche quella cosa del tamburellare le dita sul tavolo come fai tu quando i tamburi si fanno sentire di più. Avrei voluto scoprire di più, magari... magari... non lo so!
Magari nel frattempo è successo qualcosa o qualcun altro nell'universo si ritrovato con dei tamburi in testa ma il Dottore parlava con quel tipo come se lo conoscesse bene. Purtroppo non sono riuscito ad approfondire le mie ricerche perché per poco non venivo scoperto dal presidente. - annuì al commento di Magnus. - Lo so, vi sto solo dicendo ciò che ho visto... magari ha ragione Koschei e mi sono sbagliato.

Il ragazzo dai capelli scuri trattenne il respiro e deglutì. - Ok. D'accordo. E se volessi vederlo anche io? C'è un modo? Voglio vederei coi miei occhi di cosa parli. Non perché non mi fidi, è ovvio, ma... voglio vederlo. Per favore.

Theta annuì. - Anche io voglio vedere, Drax. Non ci credo. Kos non mi farebbe mai una cosa simile. Non importa cosa può succedere in futuro, è il mio migliore amico, lo conosco bene, non sterminerebbe mai un'intera razza. E se quello è un futuro anche solo lontanamente possibile farò tutto quello che posso per impedire che accada, siamo Signori del Tempo, piegheremo le leggi del tempo se questo sarà necessario.

Drax iniziò a non essere molto sicuro della sua decisione. Certo che poteva mostrare loro ciò che aveva visto, bastava instaurare un contatto telepatico, ma non credeva sarebbe stata una buona idea... non era stato affatto piacevole. - Ma magari sbaglio... non sarebbe male come esperienza, potrebbe essere divertente. - cercò di scherzare, nervoso.

Gli altri capirono il senso delle sue parole ma ormai erano decisi a scoprire la verità.

- Fallo, Drax. Non importa se non è piacevole, voglio riuscire a capire. Per favore. - terminò in un sussurro con tono quasi di supplica, vedendo l'indecisione dell'altro.

I tre amici si avvicinarono a lui e tesero le mani per toccarlo e avviare il collegamento telepatico ma lui si ritrasse con una smorfia. - Non...

Il gesto venne mal interpretato.

- Cosa? Che succede? - chiese Koschei, per poi rendersi conto di quale potesse essere il problema e passarsi una mano tra i capelli, ridendo nervosamente. - Non riesci per via dei tamburi?

L'amico cercò di ribattere ma venne preceduto da Theta che propose di fare da tramite: avrebbe dovuto mostrare ciò che aveva visto a lui e Magnus, Koschei si sarebbe collegato a lui in modo da poter vedere, sfruttando così la propria telepatica debole come una specie di connettore.

Tutti si trovarono d'accordo e lui sbuffò contrariato. - Ma cosa avete capito? Come se fosse la prima volta che capita di sentire i tamburi di Koschei...

- E allora qual è il problema? Parla, per Rassilon! - sbottò il diretto interessato, sospirò. - Scusa.

L'altro alzò un sopracciglio e scosse la testa, per nulla impressionato. - È solo che non credo proprio che sia il caso... - si diede per vinto e tese le mani. - Ok, iniziate il contatto.

I tre amici si collegarono e attesero che le immagini invadessero le loro menti.

Theta restò ad occhi spalancati, lo sguardo fisso nel vuoto, mentre guardava il suo migliore amico catturarlo, farlo invecchiare e distruggere l'unico pianeta che amava quasi quanto la sua casa.

L'altro nel frattempo osservava tutto ad occhi chiusi, i denti conficcati nel labbro inferiore mentre realizzava ciò che sta vedendo: era tutto vero, Drax aveva detto la verità, quello che stava guardando era un se stesso futuro. Riusciva a capirlo dal modo in cui parlava dei tamburi, chi altro avrebbe potuto conoscerli così bene? E quello che stava facendo era orribile.

Fu Drax stesso a interrompere la comunicazione. - Basta così, direi che è più che sufficiente. - ora più di prima si pentiva di aver anche solo accennato a ciò che aveva visto.

Koschei si stava tenendo la testa tra le mani e piangeva silenziosamente. - Perché? Perché? Cosa sono diventato? - continuava a ripetere.

Theta era troppo sotto shock per riuscire a dire qualcosa, lo sguardo incollato al pavimento, cercava di non piangere e di non pensare che tutto fino a quel momento fosse stato solo uno scherzo del fato.

Drax cercò di guardare i due amici negli occhi senza successo, mentre sentiva Magnus balbettare sconvolto: - Possiamo fare qualcosa. Dobbiamo fare qualcosa. Il futuro non è scritto.

- Ovviamente. - si limitò a rispondere. - Non possiamo lasciare che...

Venne interrotto da Koschei che li guardò, gli occhi arrossati. - Lo sapete benissimo che non è così. L'abbiamo visto, quindi succederà. Non sappiamo cosa ha scatenato tutto ciò, ergo non possiamo sapere come fermarlo. - rise senza allegria. - Ma sarà sicuramente colpa mia. Ovviamente. Mi avete visto. Come può non esserlo! - urlò sbattendo un pugno contro lo stipite della porta.

- Non dire idiozie. - si intromise Drax nuovamente. - Questa volta sono stato io a combinarla grossa. Non avrei dovuto parlarvene. Se me lo fossi tenuto per me a questo punto non ci staremmo nemmeno ponendo il problema.

- Deve esserci un modo. - si impuntò Magnus. - Il tempo non è inciso su pietra.

- Kos, io mi fido di te. - disse finalmente Theta. - So che non succederà. Lo so e basta. - stava mentendo e lo sapeva benissimo, ma non riusciva ad accettare ciò che aveva visto e capiva che non poteva lasciare solo il suo amico. Nonostante ciò che avevano visto lui era lì ora e la sola idea che accadesse ciò che avevano visto lo stava facendo stare male... come poteva trattarsi della stessa persona? Non sapendo cosa fare, si limitò ad abbracciarlo e a ripetere ciò che aveva detto. L'altro rimase immobile e lasciò che Theta lo stringesse a sé, continuando a piangere. - Theta mi dispiace. Mi dispiace così tanto. Lo sai che non... - non riuscì a terminare la frase e ricambiò l'abbraccio dell'amico.

- Lo so, Kos, lo so. - rispose senza mollare la presa. - Hanno ragione i nostri amici, troveremo sicuramente un modo per cambiare le cose. Non importa nulla quello che abbiamo visto, io so chi sei e so che non mi faresti mai del male di proposito.

- Certo che lo troveremo. Per una volta Magnus parla in modo sensato. E Theta ha ragione. Non esiste in questo universo e in nessuna delle realtà parallele che noi ci arrenderemo così. E non dovrai affrontare questa storia da solo. Troveremo una soluzione. Hai capito? - si spostò per essere sicuro che Koschei lo guardasse in faccia.

L'amico lo guardò, prendendo un respiro profondo e cercando di calmarsi. - D'accordo. Va bene. Ma credo che dovrei provarci da solo

I tre amici lo guardarono come se avesse appena detto che voleva provare a far ricrescere la chiappa del presidente.

- Certo. Da solo. Come no. - lo canzonò Drax mentre Magnus commentava: - Sicuro. Ti lasciamo andare da solo. Con chi credi di parlare?

Koschei si allontanò da Theta. - I tamburi sono un problema mio e devo risolverlo da solo. Voi avete già fatto troppo.

Theta scosse la testa. - Non importa, siamo amici quindi lo affronteremo insieme, serviamo anche a questo, no?

- Abbiamo fatto anche tr... Kos, ma ti senti quando parli? - l'esasperazione di Magnus sarebbe stata esilarante se non fosse stato un momento così tragico. - Siamo tuoi amici. E gli amici si aiutano a vicenda. Quindi poche storie. Veniamo con te e vediamo di trovare una soluzione.

Il diretto interessato scosse la testa e cercò di abbozzare un sorriso. - È solo che... non voglio deludervi. Insomma... lo sapete, è praticamente impossibile che... - deglutì a vuoto - che funzioni.

- Chi se ne importa delle probabilità, Kos. Troveremo un modo.

- Non lo sapremo mai se non ci proviamo, giusto? - sorrise Drax. - E poi nel caso vedessimo che qualcosa sta andando storto riusciremmo a fermarti prima che la situazione degeneri. E no. Non intendo nel senso drastico del termine. Specifico prima che a qualcuno vengano strane idee.

Theta cercò di suonare rassicurante, nonostante il forte turbamento. - Non dirlo neanche per scherzo. Hanno sempre detto che io non avrei mai frequentato l'Accademia e che ero solo uno scarto, che non avrei mai avuto degli amici. E dicevano lo stesso di te. Guarda dove siamo ora. Nulla è impossibile per noi.

- D'accordo. - si arrese. - Va bene, accetto il vostro aiuto, anche perché non mi lasciate possibilità di rifiuto. Però dovete promettermi una cosa.

Il preambolo non prometteva niente di buono, tutti e tre iniziarono a protestare.

Koschei ignorò le loro lamentele e continuò imperterrito. - Dovete promettermi che, se non riesce, si farà a modo mio. Risolverò io la situazione e coi miei metodi. Metodi che non vi devono interessare. Chiaro?

- Non posso prometterti una cosa simile, lo sai. - rispose Theta, nessuno dei metodi che gli venivano in mente gli piaceva.

- Metodi che non ci devono interessare?! - sbottò Drax. - Ma che diavolo stai dicendo?! Abbiamo appena visto una cosa che ci ha sconvolti tutti. Qualcosa che dobbiamo cercare di cambiare a tutti i costi. Tu sembri uno che è sul punto di avere un attacco di panico e ci vieni a dire che non deve interessarci?!

Koschei rivolse loro uno sguardo di supplica. - Lo so che vi preoccupate e che volete aiutare, ma dovete fidarvi di me, per favore.

Le lamentele proseguirono, ma riuscì a strappare loro una promessa a patto che non facesse mosse da martire, mentre Drax continuava a brontolare qualcosa sul fatto di dover imparare a tacere.

- Almeno ora che lo sappiamo possiamo provare a porre rimedio, no? E prometto che non farò mosse da martire. Andiamo, amo troppo la mia vita per uccidermi, no? - tentò di scherzare.

- Sì, perché non ti conosciamo, vero? Mi stai dicendo che quello che ho avvertito poco prima che tu rompessi il contatto non era disgusto, giusto? E che quindi ora non ti stai odiando. - sibilò Drax e abbassò la voce. - Non avremo lo stesso legame stretto che c'è tra te e Theta, non sono il tuo migliore amico, ma ti conosco da quanto? Da quando avevamo otto anni? L'odio è una sensazione molto forte, Koschei. Lo posso sentire ugualmente, specialmente se il collegamento mentale appena concluso è stato con me.

L'altro si irrigidì e lanciò un'occhiata a Theta prima di avvicinarsi a Drax. Parlò abbassando a sua volta la voce. - Lo so che l'hai sentito, e hai percepito benissimo. Tu non proveresti le stesse cose, al mio posto? Ho visto il me del futuro torturare il mio migliore amico, mentre lo implora di smettere, e sterminare un'intera razza aliena in nome dei tamburi. Mi sono visto completamente pazzo, ho visto praticamente il mio peggiore incubo avverarsi. E so che avverrà. E sento la paura di Theta, anche se non vuole. E ha ragione ad avere paura, lo so che si fida di me, ma quello che abbiamo visto? - deglutì e sospirò. - Drax, io mi fido di voi e seguirò i vostri consigli, ma se non funziona... ci penserò io. È il mio futuro, è un mio problema. Specie se comporta il far soffrire il mio migliore amico. - lo guardò, serio. - Capisci quello che voglio dire?

Drax annuì in silenzio sotto lo sguardo scrutatore di Theta. Non poteva sentire ciò di cui stavano parlando, ma non faticava ad immaginarlo e lo sguardo di Koschei non lo rassicurava affatto. - Mi dispiace. Ho i nervi a fior di pelle, non volevo perdere la calma, solo... ricordati che se avrai bisogno di noi, anche se avrai fatto cose che ti sembreranno irreparabili seguendo i "tuoi piani", - glie fece il verso - potrai comunque contare su di noi. Non sarà troppo tardi. Chiaro?

Koschei scosse la testa. - Siamo tutti nervosi. E grazie, spero solo che vada tutto e bene di non dover... arrivare all'estremo. Cioè... - si bloccò rendendosi conto di come potevano suonare le sue parole - di non dover utilizzare i miei piani. Ma non ce ne sarò bisogno. - sorrise.

- All'estremo, - scosse la testa l'altro - vediamo di non arrivarci proprio a quel punto.

Theta si avvicinò, interrompendo il discorso, lo sguardo basso, visibilmente turbato e a disagio da tutto ciò che era successo quella sera. - Lo so che non è il momento di chiedere, è già stata una serata... difficile per tutti, ma non posso fare a meno di domandarmi una cosa. Abbiamo visto tutti ciò che stava facendo Koschei nel futuro... ma voi dove eravate? Perché tu e Magnus non eravate lì ad aiutarci? Hai visto anche questo? Perché se è così devi dircelo...

Le parole dell'amico non volevano essere un'accusa, ma Drax non poté fare a meno di sentirsi a disagio: aveva ragione? Dove erano finiti loro due mentre succedeva il finimondo?

Scosse la testa. - Non lo so. Questo non l'ho visto... e sinceramente non ho nessuna voglia di tornare là per scoprirlo. Magari non avendolo visto non determineremo quella parte di futuro e in qualche modo riusciremo ad essere presenti.

Magnus storse il naso. - Oh gioia... non sono sicuro di voler sapere che fine abbiamo fatto.

Koschei cercò di essere positivo, proponendo che magari erano in missione per conto del presidente o qualcosa di simile, ma nessuno ne era davvero convinto, sapevano bene che non se ne sarebbero rimasti con le mani in mano se avessero saputo cosa stava succedendo.

Provarono però a convincersene, l'alternativa non era affatto confortante e non avevano bisogno di altre preoccupazioni quella sera. Inoltre, oltre alle proprie, erano in grado di sentire quelle degli altri presenti, a causa della mente alveare, e questo accresceva il senso di impotenza.

Theta espresse il desiderio di non aver mai scoperto tutto questo, non saper cosa fare e non essere in grado di condividere completamente ciò che provavano i suoi amici a causa della sua debole telepatia lo faceva sentire incredibilmente inutile.

Gli altri, percependo questo stato d'animo, cercarono di tirarlo su di morale con battute poco convinte sul fatto che, quando avrebbe recuperato il divario tra loro, avrebbe rimpianto i momenti di silenzio e isolamento dalla mente alveare.

- E a quel punto inizierai a invidiare i miei capelli rossi, li vorrai anche tu per essere in grado di isolarti. - cercò di scherzare Magnus poco convinto.

- Anche io lo vorrei. - aggiunse Koschei. - Non sai quanto. Non riesco nemmeno a pensare, a riflettere, come... - si bloccò, cercando di riprendere fiato e di trattenere le lacrime di nervosismo. Cercò di sorridere, non riusciva più a mantenere la facciata di tranquillità e decisione sbandierata poco prima, mentre difendeva la propria libertà di scelta. - Andrà tutto bene. Deve. Non posso permettere che accada... quello. Non voglio diventare così. - si scoprì a tremare, era terrorizzato ma cercò di darsi un contegno, si allontanò dal gruppetto di un paio di passi e prese un respiro profondo. - Va tutto bene.

- Kos, te lo abbiamo detto. Troveremo una soluzione, non ti preoccupare. - rispose Magnus. L'amico gli rivolse uno sguardo implorante. - Non puoi garantirlo. E lo sai. - trattenne un gemito di dolore, i tamburi cominciavano a farsi sentire. Si inginocchiò, prendendosi la testa tra le mani. - Non fate promesse che non potete mantenere.

- Oppure, - continuò il ragazzo dai capelli rossi - vedila così. Dovesse davvero succedere qualcosa e tu dovessi davvero impazzire fino a quel punto, io e Drax verremo a prenderti a sberle finché non ti sarai ripreso. Ti piace questo piano?

Koschei alzò lo sguardo su Magnus e cercò di sorridere, ma i tamburi aumentarono e lui chinò la testa, lasciandosi sfuggire un gemito di dolore.

Drax si inginocchiò accanto a lui, mettendogli un braccio attorno alle spalle, subito seguito da Magnus che gli sfiorò un braccio con una mano. - È tutto a posto, - disse l'amico - siamo qui. Vedrai che ne usciremo.

Theta, intanto, non staccava gli occhi di dosso dal suo migliore amico, non gli piaceva affatto vederlo in quello stato, avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarlo, per portare via il dolore... ma non poteva. Si limitò a rivolgergli parole di incoraggiamento e a cercare di calmarlo.

- Fanno male, - continuò l'altro - peggiorano sempre di più. Non voglio che mi facciano diventare un mostro. Non voglio fare del male a Theta, non voglio. - disse dondolando e continuando a piangere, cercando di ignorare i tamburi.

- Magnus. - si limitò a dire Drax rivolgendo uno sguardo d'intesa all'amico che si avvicinò ulteriormente a Koschei e gli prese il viso tra le mani, appoggiando la propria fronte contro la propria. - Ora li mandiamo via, ok? - disse più per abitudine che per vera informazione. Lo avevano fatte volte ormai, aveva imparato come isolarlo dalla mente alveare e attenuare i tamburi... la prima volta che aveva dovuto farlo avevano dodici anni, ormai non era più un procedimento così strano per loro, era capitato altre volte: durante le pause, durante la notte...

Theta fissava Magnus, speranzoso che anche questa volta avrebbe funzionato. Magari una volta che si fosse sentito meglio, l'amico si sarebbe tolto dalla testa certi propositi autodistruttivi...

Ci volle qualche minuto perché Magnus avesse la meglio, raramente li aveva sentiti così forti, non si stupiva che l'amico stesse male. Finalmente ebbe la meglio e lo lasciò andare. - Meglio?

Theta e Drax osservavano in silenzio, in attesa. Koschei riuscì a fare un sorriso sbiadito e si alzò in piedi, barcollando un po'. - Molto meglio, grazie. - chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, beandosi di quello che avrebbe potuto quasi definire silenzio. Li riaprì e guardò gli altri, sentendosi osservato. - Scusatemi, non volevo che assisteste a questo. Ora va meglio.

Theta sorrise e scosse la testa. - Come se fosse stata la prima volta. È da un po' che lo facciamo, no? - rispose felice, abbracciando l'amico all'improvviso che, spossato da ciò che era appena successo, non si mosse nemmeno e lo lasciò fare.

Anche Magnus si rialzò lentamente, affaticato dal procedimento. - Figurati. - rispose - Ormai ci abbiamo preso la mano. - ridacchiò. - E comunque non c'è bisogno di scusarsi, sappiamo che può succedere. Sono anni che usiamo questo trucchetto, no?
L'amico annuì, avevano ragione, da quando lo avevano trovato rannicchiato a letto anni prima e avevano scoperto il modo per attenuare i tamburi, lo avevano fatto tutte le volte che era stato necessario. Questo però gli permetteva comunque di avvertire un certo disagio, anche se era loro grato.

Drax rise sollevato per la prima volta dall'inizio di quella serata. - Ora proporrei di andarcene a dormire. Anche perché voi due, - disse indicando Magnus e Koschei - sembrata due stracci.

La proposta venne accolta senza obiezioni e con qualche battuta da parte dei ragazzi che, in parte sollevati e determinati a fingere almeno per pochi istanti che tutto fosse sotto controllo, si lasciarono cadere sui rispettivi letti. Collassarono tutti quanti pochi istanti dopo essersi scambiati la buonanotte.

 

I giorni seguenti sembrarono passare in tutta tranquillità, solo chi li avesse conosciuti davvero bene si sarebbe accorto che qualcosa non andava... e fu per questo che gli altri membri del Deca iniziarono a preoccuparsi.

Incuranti dei sospetti che stavano destando, i quattro amici continuarono apparentemente con la loro vita di tutti i giorni, ma le immagini di ciò che avevano visto non li abbandonavano mai... passavano intere giornate ad arrovellarsi per trovare una soluzione.

Un giorno Magnus e Drax si trovarono prima dell'arrivo di Theta e Koschei e iniziarono a discutere senza di loro.

- Ti è venuto in mente qualcosa? - chiese lo scienziato. L'amico scosse la testa scoraggiato. - Nulla, mi sembra di andare sempre a cacciarmi in un vicolo cieco... Jelpax ha detto di aver assistito a tutta la nostra conversazione dalla sua postazione in biblioteca, ha cancellato tutte le registrazioni in modo che non finissimo nei guai... e mi ha detto altro.

Magnus si guardò attorno sperando che non arrivasse nessuno. - Ricordi i dati di quel Tardis qualche giorno fa? Quello che si è collegato a quel paradosso nel futuro mentre ci stavamo lavorando?

L'altro annuì.

- Beh, riportava la data e il luogo di quel momento, no? Anche se Koschei non riesce a ricordare. Probabilmente il suo sé futuro gli ha cancellato la memoria per qualche motivo...

Drax annuì nuovamente, non capendo dove volesse andare a parare l'amico.

- Jelpax mi ha detto che ha visto dei filmati che ha già provveduto a cancellare... riprendevano Theta che parlava con un uomo uscito da un Tardis, aveva la forma di una strana cabina blu...

- Stai dicendo che ha incontrato il suo sé futuro? Anche Theta?
L'altro annuì con un cenno del capo. - Sì, dallo stesso periodo in cui è finito Koschei, a quanto pare. Lo stesso che abbiamo visto noi. Nemmeno lui ricorda.

- Stesso periodo? - Drax imprecò a mezza voce, passandosi una mano fra i capelli. - È assurdo. Troppe coincidenze. Ci deve essere qualcosa che non va...

- Il problema più immediato - lo interruppe l'amico prima che lui iniziasse a pontificare su cause improbabili di paradossi ancora più improbabili - è che ora, oltre ad averlo visto, loro hanno incontrato anche i loro corrispettivi e...

- E si è creato un punto fisso. Lo so. - concluse Drax mordendosi un labbro.

- Quindi è stato tutto inutile. - brontolò Magnus. - Siamo destinati a fallire.

L'altro alzò un sopracciglio e scrollò le spalle. - Vuoi darti per vinto?
- Cos... no! Certo che no!
L'amico sembrò meditarci un attimo su. - A questo punto, visto che evitarlo è quasi impossibile dal momento che hanno incontrato le loro versioni future, è inutile che continuino ad arrovellarsi e a passare notti insonni per cercare un'alternativa... sarebbe una perdita di tempo, nonché deleterio per tutti quanti.

Magnus annuì. - Potrebbero peggiorare la situazione. Cosa proponi di fare?

Drax deglutì, ciò che gli era venuto in mente non gli piaceva affatto, ma non vedeva altro modo per mettere fine alle preoccupazioni degli amici: se quello era davvero il destino, allora non era giusto che rovinassero la parte felice della loro vita pensando a cosa sarebbe potuto succedere. Dallo sguardo di Magnus capì che anche lui pensava lo stesso. - Ci sei arrivato anche tu, vero?

L'altro annuì. - Dobbiamo farlo.

 

Si misero all'opera quella notte stessa. Il lavoro fu semplificato dal fatto che i loro due amici, quella notte come altre notti precedenti dopo quella visione, si ritrovarono a fare incubi che li fecero agitare e gemere nel sonno. Doveva davvero finire.

Magnus e Drax si avvicinarono a loro due, cercando di non fare movimenti bruschi per non svegliarli, si collegarono alle loro menti e, con un colpo netto e preciso, cancellarono ogni ricordo di ciò che Drax aveva mostrato loro qualche giorno prima.

I due amici si scambiarono uno sguardo carico di senso di colpa, ma ormai lo avevano fatto e vedere i volti di Theta e Koschei finalmente tranquilli dopo giorni e giorni fu un incentivo sufficiente a mettere da parte gli scrupoli residui.

 

- E ora? - chiese Drax.

- Ce ne torniamo a dormire. - rispose l'altro. - Mettiamo a tacere la nostra coscienza, nascondiamo i ricordi nell'angolo più remoto della nostra mente e li teniamo d'occhio.

- E cerchiamo di non morire. - concluse l'amico.

- E cerchiamo di non morire. - confermò lui. - Anche perché non saremmo molto utili da morti.

Il giorno dopo ebbero la conferma che il loro intervento aveva funzionato. L'unico commento semiserio che ci fu in tutta la giornata fu qualcosa riguardo al voler soffocare un professore con un cuscino.





Nota.
- Gli Hot 5 erano effettivamente un gruppo di cui il Dottore e il Maestro hanno fatto parte: il racconto di altre avventure del Deca potete trovarlo qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2944717&i=1
- Il Perigosto è una specie di bastone con una pallina su una sommità... non chiedetemi come sia possibile suonarlo.
- K'anpo Rimpoche è presente anche in alcuni episodi classici.

  
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