Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Lexifer    28/12/2014    3 recensioni
Cercherò di scrivere 100 drabble/fleshfic o OneShot, principalmente SwanQueen, alternando i vari ratings, anche se la storia è segnata in rosso in quanto un solo capitolo basta a farle prendere questo colore, e cercherò di immergermi nelle più svariate avventure che potrebbero capitare, perchè con queste due, ogni giorno è guerra e pace
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Emma era in cucina, non la sua, bensì la cucina di casa Mills e teneva tra le mani una piccola ampolla, con dentro un liquido non troppo invitante, denso e maleodorante che per aggiunta, era di un fastidioso punto di rosa
Indosso, il solo intimo composto dai comodi boxer e la canottiera che usava sempre per dormire, sotto la camicia d’ordinanza sbottonata un po’ per il caldo, un po’ per i vari bottoni evidentemente saltati dopo un violento strattone.
“Brutto, bruttissimo presagio”.
Lo pensava da circa mezz’ora, quando si era svegliata nella camera degli ospiti  del Sindaco col completo buio riguardo come ci fosse finita li.
Era scesa di sotto in tutta fretta, badando bene a non far rumore e così sarebbe sparita, se non fosse stata mezza nuda.
Era estate, vero, ma lei era davvero troppo svestita e non era Ruby, inoltre era lo sceriffo, doveva dare un immagine anche minima di compostezza per la carica che ricopriva.
Pensava a chi avrebbe potuto incontrare e la sua espressione mutava a seconda di chi immaginava, pensò subito a ruby, appunto.
L’amica l’avrebbe sicuramente salutata e avrebbe commentato in modo sarcastico l’abbigliamento e con lei avrebbe potuto scherzare, conoscendo i capi di vestiario della rossa.
Fin li non ci sarebbero stati problemi, se solo avesse avuto le chiavi della stazione ci sarebbe andata, si sarebbe messa qualcosa di integro e avrebbe cominciato la giornata come una qualsiasi di quelle precedenti, ma ovviamente le chiavi erano nelle tasche dei suoi ora sperduti pantaloni e non poteva certamente tornare nell’appartamento dei suoi.
Snow e Charming seguirono a ruota il pensiero precedente di Ruby, ed Emma non potè che sorridere al pensare alla “madre”, la pura ed ingenua Snow White, con gli occhi sbarrati e la bocca aperta in un’espressione stupefatta nel vederla vestita a metà senza proferire parola, mentre immaginava suo padre più amichevole nel cercare di coprirla in qualche modo senza fare domande.
Il filo dei suoi pensieri fu spezzato dal leggerissimo rumore di passi alla fine delle scale e subito la preoccupazione la colpì : se fosse stato Henry?
Come spiegare al ragazzino perché sua madre si trovava nella cucina della sua altra madre, supponendo che le due non si sopportassero e avessero rapporti puramente professionali, col solo intimo addosso e senza un ricordo dopo il tramonto del giorno prima?
Nascose la boccetta dietro il tostapane e si appoggiò al bancone pregando di non risultare troppo nervosa e impacciata, e sperò anche che il tavolo la nascondesse abbastanza da non far intravedere al ragazzino i pochi abiti che aveva addosso…per altro poco consoni per la vista di un dodicenne.
Fissò lo sguardo al pavimento e aspettò pazientemente una sfuriata o qualcosa di simile, invece sentì un leggero bussare allo stipite della porta e alzò gli occhi, trovandosi davanti una confusa ed imbarazzata Regina, completamente diversa da come era abituata a vederla.
Non solo aveva uno sguardo perso almeno quanto il suo, ma era scalza, più bassa di Emma di circa cinque centimetri o poco più ed indossava dei semplicissimi shorts bianchi col cinturino in pelle chiara, in cui era infilata una camicetta bordeaux.
Era pur sempre Regina, sarebbe apparsa elegante in qualsiasi situazione, persino in questa.
Emma non si capacitava di come ci riuscisse, era strano che fosse quello il suo primo pensiero e non: “Ho lo sceriffo aka mio-acerrimo-nemico-stando-alla-favola in mutande, nella mia cucina, appoggiato tranquillamente al mio piano da lavoro e non so perché” Come si poteva pensare al proprio abb-
“Buongiorno”
Il tono pacato, quasi dolce e ancora con una punta di sonno nella voce della mora, riscosse Emma dal labirinto di tesi in cui era caduta, costringendola a mettere in moto i neuroni decisamente troppo presto quel mattino.
“Buongiorno Sindaco. Senta, io non so davvero  come spiegare perché sono qui, ma tolgo immediatamente il disturbo e lei non deve-“
“Emma.”
Cadde dalle nuvole. Da quando la chiamava per nome con quella voce così calma e confidenziale ? Ora Emma era sicura che fosse successo qualcosa di dannatamente equivocabile e che l’ex sovrana stesse facendo del suo meglio per cercare di nascondere l’imbarazzo e l’intera faccenda, come se nulla fosse realmente accaduto. Anche se di preciso, ancora non ricordava cosa, esattamente, era accaduto.
“Anche io, mi duole ammetterlo, non so cosa ci faccia lei qui, Miss Swan, ma ho notato l’ampolla che cerca inutilmente di nascondere dietro il mio tostapane e so perfettamente di che si tratta, quindi…”
Tirò fuori un’ampollina identica dalla tasca degli shorts, scuotendola un po’ ed Emma capì immediatamente
“Vedo che abbiamo lo stesso spacciatore, di buon gusto, Sua Maestà”
“Di pessimo gusto come sempre, principessa”
L’aver ricambiato la sua ironia lasciò piacevolmente sorpresa la bionda, che inarcò le sopracciglia e sorrise a labbra tirate, sicuramente non si aspettava tutta quella confidenza dalla Evil Queen, che di cattivo, al momento non aveva proprio nulla.
“Dicevo, gold ha propinato ad entrambe una pozione dei ricordi, ed entrambe siamo qui, quindi, vuole farmi l’onore di scoprire assieme a me cosa ci fa lei semi-nuda  nella mia cucina, di primo mattino o preferisce che le dia qualcosa da indossare e la spedisca a lavoro con un ora d’anticipo e le trovi dei documenti che ce la tengano fino alla fine del suo turno ?
Il tono continuava a non essere astioso, ma il super potere diceva a Emma che la mora non scherzasse per nulla e l’avrebbe spedita in centrale senza troppi convenevoli se lei avesse preferito e conoscendo storybrooke abbastanza, sapeva che ci si sarebbe annoiata terribilmente quindi decise di assecondare la proposta del Sindaco.
“Un onore tutto mio, Sindaco”.
Prese la boccetta, la studiò ancora un po’ e poi parlò :
“Al tre?”
“Al tre.”
“Uno”
“Due”
“…tre”
Lo dissero assieme e bevvero il liquido dolciastro delle ampolle, poi entrambe cominciarono a ricordare, una con gli occhi chiusi, l’altra con lo sguardo perso nel vuoto, gli eventi della serata precedente.

***********************************************

Il giorno prima, non era stato diverso da quelli che lo avevano preceduto. Emma come ogni mattina  si era alzata in ritardo e sempre in ritardo era arrivata a lavoro, trovandovi ad aspettarla una alquanto scocciata Regina, seduta a gambe incrociate sulla sua scrivania, impeccabile e con un plico di fogli che non avrebbe finito nemmeno di leggere in due vite e mezzo.
“Miss Swan, questi devono essere riconsegnati entro giovedì mattina al mio ufficio, non un giorno in più del previsto, o sarò costretta a farle una sollecitazione e prendere provvedimenti personalmente. Inoltre, sarebbe gradita la puntualità sul posto di lavoro.
“Regina lo sai benissimo che quelli prima di sabato prossimo neanche li avrò letti, e poi sono solo le nove e mezzo, non sono tanto in ritardo.
“E’ comunque un ritardo, potrebbe esser successo qualcosa in questa sua mezzora di assenza e potremo non saperlo mai. Quindi, ora, se non riceve alcuna importante chiamata le consiglio leggere e firmare questi documenti, magari, poi, da un’occhiata a quelli che invece deve restituirmi lunedì. Le auguro una buona giornata”
E detto ciò uscì con la sua andatura altezzosa che non aveva perso mai ed emma si permise di abbandonarsi sulla sedia e di lasciar andare un ringhio sommesso e frustrato.
Quella donna sapeva esattamente come farle saltare tutti i nervi insieme.
Eppure, fece esattamente quel che le aveva detto : prese i documenti e si mise a leggerli attentamente, a compilarli e fotocopiare quelli necessari.
Passò così la mattinata, senza interruzioni se non un paio di chiamate per dei gatti che non riuscivano più a scendere dagli alberi e altre piccole cose che le rubarono al massimo un’ora o poco più.
Tornata in stazione, si mise a rivedere gli altri documenti, quelli più urgenti del lunedì, ma dopo poco si addormentò.
Si svegliò di soprassalto alle tre del pomeriggio e decise che era troppo tardi per passare dal granny’s avendo ancora troppo lavoro da fare.
“Stamani giusto un caffè e adesso salto anche il pranzo, dannata Regina dei miei stivali, se svengo me la paghi”
Pensò tra se, mentre si rimetteva a leggere, firmare e compilare documenti.
---------------------------------------------------------------------------------------------------
Poco prima del tramonto, ricevette una chiamata importante da Leroy, al Toll Bridge stava succedendo qualcosa di grosso che per telefono non si poteva spiegare, così Emma era corsa sul posto, trovandoci due giganti e una chimera spuntati dal nulla che venivano tenuti a bada da David e Leroy al meglio che potevano.
Capendo che non ce l’avrebbero mai fatta da soli, aveva chiesto aiuto all’unica persona in grado di aiutarli col la magia, unica arma efficace e sicura contro quelle bestie.
Una volta unite le forze, il combattimento con i tre mostri per Emma e Regina non fu difficile, ma come previsto quando l’adrenalina scemò, la prima svenne tra le braccia dell’altra per un improvviso calo di zuccheri.
Di li, in poi i ricordi erano confusi, sapeva solo che si era ritrovata sul letto di Regina con la testa che le girava e la mora accanto a lei che la guardava preoccupata.
Avevano cenato assieme e parlato, scherzato persino, per la prima volta senza che Henry fosse li con loro, perché quella sera sarebbe rimasto dai nonni, poi si erano trovate con un bicchiere di sidro a testa nel salotto a parlare del passato e inevitabilmente i muri di entrambe si erano rafforzati, troppo fragili e deboli per mostrarsi all’altra e Regina l’aveva invitata a restare per la notte, sostenendo che non fosse il caso dopo quella giornata di lasciarla guidare per tornare a casa.
Ricordava inoltre un bacio, dettato dal momento, dai loro sguardi rimasti legati troppo a lungo, dalle cose che non erano riuscite a dirsi prima  e dal susseguirsi di eventi, poi tutto si era intensificato e dei bottoni erano saltati, dei pantaloni erano stati sfilati e unghie e morsi si erano fatti strada sulle pelli delle due.
Ma proprio a quel punto si erano rese conto di quel che stava accadendo e si erano fermate, così, Emma era andata a dormire nell’altra stanza ritrovando la testa che le doleva e Regina aveva cercato di dimenticare con un incantesimo.


****************************************************************

Emma sgranò gli occhi ancora di più quando i ricordi finirono di passarle davanti, e istintivamente si portò la mano poco sotto il seno destro, mentre Regina poggiava la propria sopra l’inguine sinistro.
“Regina”
“Ms. Swan”
“Ci vai delicata con le unghie”
“ Quanto lei con i morsi”.
Calò il silenzio, il classico silenzio imbarazzante da situazione imbarazzante e fu Regina a romperlo, dopo qualche minuto:
“Sceriffo, ora sappiamo entrambe cosa è accaduto la scorsa notte e evidentemente eravamo, per motivi diversi, annebbiate dalle dosi d’alchool troppo alte che avevamo in circolo e dagli eventi della giornata, mi sembra quindi giusto precisare che una notte del genere non può avere significato alcuno, le darò dei vestiti per permetterle di uscire decentemente di qui e ci dimenticheremo dell’accaduto, non deve esser noto a nessuno perché-“
“REGINA”
La sovrana si zittì di colpo, lanciando un’occhiata torva alla bionda, che stava tornando a respirare solo adesso.
“Oh, grazie. Accetto volentieri i vestiti, vado a casa, recupero le chiavi e vado a lavoro. Domani li riavrai puliti e stirati e non preoccuparti, questo fatto non uscirà da queste mura”
“Non sono queste mura quelle che mi preoccupano, ma le sue labbra, Miss Swan”
Rispose acida Regina, per poi sparire a cercare qualcosa che sarebbe andato bene alla sua ospite e tornò in cucina circa dieci minuti dopo, trovandola a fissare il pavimento nello stesso punto di prima.
Le diede una camicetta blu e dei jeans, pensando che fossero quel che più si avvicinava al suo abbigliamento abituale e vide la bionda sparire nel bagno per 5 minuti, per poi riuscire perfettamente vestita e in ordine.
“Non sapevo tenessi dei jeans nell’armadio. Come ci son finiti loro, poveri bimbi sperduti, tra tutte le gonne e i completi ?”
“Sono una donna dalle mille sorprese, se ancora non lo avesse notato”
“Non ne ho mai dubitato, sindaco”
Emma le rivolse un sorriso complice, che ovviamente Regina ignorò, ricordandole invece i suoi doveri.
“Bene sceriffo, questo pomeriggio dovrò passare a consegnarle delle pratiche molto urgenti, se sa cosa intendo, me le farà avere insieme a quelle del lunedì, al massimo”.
Tenga pure i vestiti, un minimo di eleganza nel suo, di armadio, non guasterà e sono più che sicura che le sue canotte non si azzufferanno con una povera camicia”.
“Si, credo possano convivere. E grazie ancora, per tutto”.
Emma fece per andare alla porta, seguita a ruota da Regina, ma all’ultimo si fermò di scatto e si giro, trovandosi a fronteggiare la mora.
“E va bene. Se non te lo dico adesso, lo rimpiangerò finchè campo, se invece te lo dico combinerò un disastro, ma non sapendo praticamente far altro, tanto vale che te lo dica.
Quella dannata pozione mi ha fatto ricordare la serata perfettamente e non nego che mi sia piaciuto ciò che ho visto, mostri  del ponte apparte, anzi, mi è piaciuto, dannazione! Mi sento terribilmente indolenzita e frastornata contando che non tocco cibo da ieri mattina e che sono tutta un graffio che cammina, ma ne è valsa la pena e lo rifarei mille volte.
Ok. L’ho detto e ora me ne vado, prima che tu mi incenerisca…e se mai ci ripensassi hai il mio numero.
Si, insomma, mi hai capito, a questo pomeriggio Sindaco.”
“Signorina Swan, non la incenerirò certamente nell’altrio di casa mia, rischiando che vada a fuoco e che si rovini per un suo parere personale.
Capisco l’emozione di un che di diverso per lei, ma non la condivido e la chiamerò solamente per ricordarle delle pratiche che mi consegna costantemente in ritardo.
Arrivederci”
Mentre parlava, aveva aperto la porta inducendo Emma ad uscire nel portico e stava per richiuderla quando si sentì chiamare :
“Regina”
Alzò gli occhi al cielo, quella biondina era persino peggio della madre, non sapeva mai quando era bene smetterla di importunarla.
“Si?”
“Quelli devi metterli più spesso, sul serio. Hai un culo che nemmeno Venere e ti ostini a nasconderlo in quelle gonne, prima o poi ti arresto per possedimento illegale di opera d’arte di pubblica appartenenza!”
“SCERIFFO SWAN, SUBITO FUORI DI QUI”
“S-si, a-arrivederci”
Regina rise, quando vide Emma scomparire a grandi falcate dalla sua vista dopo aver notato la palla di fuoco che aveva per le mani, diretta verso la centrale.
Quel pomeriggio sarebbe sicuramente passata da lei.






Lexifer's corner
Buonasera people (o forse sarebbe più appropriato buongiorno).
Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo, sono viva e vegeta e sono tornata per l’estrema gioia di tutti voi, immagino  a scrivere questa piccola enorme orribile  storiella per iniziare questa raccolta di Drabble/fleshfic/OneShot che ho in mente di fare da un po’.
Mi sembrava più carina quando l’ho pensata, ma inevitabilmente sono arrivata a stenderla ed è venuta fuori questa creaturina speciale, che come direbbe qualcuno è bella a modo suo che non mi convince per nulla, ma spero che almeno come inizio sia passabile.
(Capitemi, sono le due di notte e l’ho scritta passando da musica dubstep a musica depressa, non poteva venire una cosa sana)
Per chiarimenti, critiche, lancio di ortaggi e votazioni sulla mia umiliazione pubblica mi trovate qui, nella pagina autore, spero che almeno minimamente questa storia sia passabile, in ogni caso, se volete, una recensione fa piacere.
Non posso garantire nulla sulla frequenza di aggiornamento e su quale sarà il rating del prossimo capitolo, solo spero di trovare una regolarità e seguire il progetto originale che mi ero fissata.
Chiedo ancora perdono per eventuali errori, ma sinceramente non ho riletto la storia e ora non ne ho le forze, a me i pomodori se li trovate.
Ma senza perdersi troppo in chiacchere, ora vi saluto e vi do appuntamento alla prossima puntata, oltre alla buonanotte
Stay tuned!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lexifer