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Autore: PoisonLover    28/12/2014    0 recensioni
[Lucky Luke/Cocco Bill]
[Lucky Luke/Cocco Bill]“Chi sei tu?”
Dopo eterni minuti d'attesa, delle mani gli cinsero le spalle, e il sangue gli si gelò nelle vene.
“....Io. Sono. Te.”
Storia ispirata al capolavoro di R. L. Stevenson, "Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde", ma che ha come protagonisti Lucky Luke e Cocco Bill.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Erano ormai al quinto giorno di investigazioni, e ancora nessun successo. Nessuna pista, nessun testimone. Zero.

Luke per qualche motivo era sempre più stanco; dormiva male, faceva incubi, aveva continui mal di testa.

Cocco pensò che tutto ciò fosse dovuto allo stress, e quindi non ci fece troppo caso; soprattutto perchè era deciso a trovare l'assassino ad ogni costo.

Ore e ore di indagini e inutili testimonianze più tardi, i due cowboy erano tornati stanchi e nervosi solo al tramonto. La leggendaria fortuna di Lucky Luke, e il grande fiuto di Cocco Bill, erano stati vani nel trovare qualsivoglia traccia.

“Ma mondopistola!!! Non è dannatamente possibile che non ci fosse uno straccio di indizio! Nessun testimone! Niente!! Ma porco mondo!!” Sbraitò Cocco buttando il cappello sul tavolo. Luke chiuse la porta di casa e sbuffò.

“Non credo che sbraitare in questo modo ci sarà utile...concentriamoci su quello che abbiamo.”

“Cioè nulla.” Disse sarcastico Bill.

Lucky lo guardò male: non aveva mai sopportato il sarcasmo di questo tipo.

“Ovvero il vice sindaco. Tra tutti è stato ucciso proprio lui, perchè?”

“Mah, non saprei...era una persona tanto amabile!” Un'altra battuta sarcastica.

Luke inspirò profondamente.

“Forse un rivale. Qualcuno che voleva il suo lavoro, o forse aveva qualche debito, oppure...”

“Gli alieni! Perchè no? Probabilmente sono stati loro!”

“Si può sapere che diavolo ti prende?!” Sbottò Lucky seccato.

“Nulla! Davvero! Forse mi secca il fatto che dopo giorni, ancora brancoliamo nel buio!”

“Ci vuole tempo per queste cose, non si può essere sempre fortunati.”

“Ecco, infatti la tua famosa fortuna non è servita a un tubo! Bella roba!”

“Adesso esageri...”

“Sul serio, la tua fortuna ti ha sempre dato manforte, e adesso ti molla così?? Ma checcavolo!” Un calcio alla sedia.

“BASTA!!” Luke mollò un pugno sul tavolo che riportò il silenzio immediato.

Innumerevoli istanti dopo, massaggiandosi gli occhi, sospirò.

“Sono stanco. Siamo stanchi e nervosi. Questa storia sta cominciando ad intromettersi persino nella nostra intimità...”

“Luke, io...”

“Io vado a dormire. Tu fai quel che vuoi.”

Nel vocabolario di Cocco quella frase voleva dire “l'hai fatta grossa, voglio stare solo”;

osservò Lucky salire lento le scale e chiudere la porta della camera.

Si lasciò cadere su una poltrona e si passò la mano sulla faccia.

“Bravo Cocco Bill, hai guadagnato appieno il diploma...di imbecille.” Si disse sottovoce.

Restare in quella casa, adesso, sembrava una tortura. Il solo rumore era il ticchettio dell'orologio. Era meglio uscire, magari andare in qualche pub.

Sellò Trottalemme, che si era intanto svegliato assieme a Jolly;

I due equini videro l'aspetto stanco e amareggiato di Bill, e capirono.

“Bipedi...tutti uguali.” Commentò Jolly sbadigliando.

“Già...e adesso a me tocca la passeggiata notturna.” Sbuffò Trottalemme.

“....I cavalli non parlano.”

Venti minuti dopo, aveva lasciato la sua cavalcatura in una stalla a pagamento, ed aveva proseguito a piedi per le vie quasi deserte. Con un po' di fortuna avrebbe trovato qualche indizio...se non addirittura il colpevole.

Un uomo del genere non poteva sparire così, nel nulla.

Un'ora più tardi, si dichiarò sconfitto, e prese la decisione di tornare a casa;

“Al massimo dormirò sul divano, meglio prendere Trottalemme e...uh?”

Uno speziato ritmo Blues lo attirò fino ad un locale nascosto dalle luci dei lampioni e lontano dalla strada principale. Era un vecchio edificio coloniale, fatto di mattoni e legno ormai scolorito; sull'insegna, c'era scritto in rosso “Sinners Pub”, e sembrava proprio che dentro ci si divertisse parecchio.

Cocco guardò l'orologio: le nove e un quarto.

“Massì, perchè no? Magari sono fortunato e trovo un informatore. Tutt'al più Luke potrebbe ancora essere sveglio...” Non aveva proprio voglia di un bis della discussione di prima.

Entrò, e non voleva o non poteva credere ai suoi occhi sgranati:

Il locale era spazioso, con un bancone, alcuni tavoli, un palco e una piccola pista da ballo; c'era gente ovunque...sulle scale, sugli sgabelli, in pista a ballare, attorno ai tavoli...e quasi tutti erano intenti a ubriacarsi, giocare d'azzardo, gettare soldi alle ballerine mezze nude... ma una cosa in particolare lo colpì. Alcune coppie, che si stavano baciando in fondo al locale poco illuminato, erano composte anche da due individui dello stesso sesso: donna con donna, uomo con uomo...a volte si scambiavano per poi tornare con il partner originale. E nessuno degli altri clienti diceva niente.

Si girò, coprendosi gli occhi imbarazzato.

“Uhm, forse ho sbagliato davvero locale...” Cercò con gli occhi coperti di aprire la porta, ma venne afferrato da un paio di ballerine.

“Ma dove vai, bello? Non ti piace qui?”

“Eh? Uh, no,no! E' che avrei un impegno...”

“E annullalo, l'impegno! Qua è meglio...”

“Sentite signorine,io...”

“Brenda, mi sa che il nostro amico è timido.”

“O forse è bigotto. Non ti piacciamo?”

“Non è questo, è che...”

“Ah, sei dell'altra sponda, e qual'è il problema?”

“Già, l'importante è il piacere...”

“Bevi una birra.”

“Sì,sì, bevi qualcosa.” Lo fecero sedere ad un tavolino davanti al palco, e gli portarono da bere.

“Preferirei una camomilla.” Aspettò che le solite risate iniziarono, ma nessuno sembrò farci caso.

“Oh, okay, anche se non è così divertente come bere assenzio.” La ballerina fece spallucce e andò verso il bancone.

L'altra sorrise a Cocco.

“Che c'è? Credevi che ridessimo? Qui ognuno fa quel che vuole, nessuno viene giudicato. Siamo tutti peccatori.” Gli fece l'occhiolino e raggiunse un altro cliente.

Bill cominciava ad apprezzare il locale: l'atmosfera, la musica, la camomilla...Mondo pistola la camomilla! Era come se gli angeli fossero scesi e gliene avessero preparato una tazza!

“Scusi signorina, ma come la fate questa camomilla?” Si rivolse ad una cameriera vestita alla francese che stava ritirando alcuni bicchieri.

“Il nostro barista ha creato un infuso di erbe naturali tutto suo, ma la ricetta è segreta.”

“Ah, capisco. E' davvero ottima! Portamene un'altra per favore.”

La ragazza annuì, e scattò verso il bancone.

Passò una mezz'ora molto rilassante, ad ascoltare ottima musica country/blues e a sorseggiare camomilla. Ad un certo punto, alcune luci vennero spente, la gente cominciò a bisbigliare e a ridacchiare, e parecchi uomini si avvicinarono al palcoscenico.

La band cominciò a suonare un ritmo decisamente più accattivante di quello precedente, mentre un faretto dalla luce verde venne puntato al centro della scena, mentre il sipario rosso s'apriva...rivelando un uomo di spalle. Le gambe, lunghe, sottili come quelle di un cervo...il bacino che si muoveva al tempo della musica, le braccia alzate sopra la testa, che lentamente scendevano ad accarezzare quel corpo che...che gli era in effetti familiare.

“...Luke?”

Ogni suo dubbio scomparve quando notò che i capelli del cantante erano biondi, tirati indietro, e gli occhi erano verdi...un verde smeraldo, freddi, acidi, profondi...

Scosse la testa distogliendo lo sguardo, cercando di concentrarsi sulla camomilla.

L'uomo, nel frattempo, iniziò a cantare e a passeggiare a tempo per il palco.

Don't go by the river

If you love your wife
'Cause you'll make that girl a widow
And you'll cause her pain and strife
If you go by the river side...”

Fece un passo veloce verso il pubblico, facendo scivolare l'altra gamba.

You'll lose your la-la-la-la-life!...”

“People by the river,
They know who's the boss
They'll get at fancy city folks
No matter what the cost
And if you go by the river side...”

Saltò su uno dei tavoli e accarezzò il volto di una ragazza, che quasi svenne per l'eccitazione.

“You'll end up la-la-la-la-lost!”

Piroettò una volta su se stesso, prima di balzare su di un altro tavolo.

“There's a bat they call Lestat
Who will sink his teeth in you...”

Si leccò le labbra suadente.

“You might meet a creature from a swampy black lagoon
And if the moon is full,
You might meet the loup-garou!
Don't go by the river side,
You'll be sorry if you dooooo!”

E nel frattempo la gente aveva cominciato a danzare frenetica in mezzo alla pista.

“A young man met a lady
And she made this fellow swoon
So they went on down to New Orleans
To elope under the moon
He took her by the river side...”

Saltò su un altro tavolo, e mosse il bacino seducente.

“To give her the heir la-la-la-loom!”

Fischi e complimenti.

Well the next day he got outta bed and

She wasn't by his side
He searched the quarter high and low
And the bayou far and wide
The locals say she ran away...”

Si mise le mani sui fianchi, guardando con sfida il pubblico.

“But you know they la-la-la-la-lied!”

“There's a bat they call Lestat
Who will sink his teeth in you
You might meet a creature from a swampy black lagoon
And if the moon is full,
You might meet the loup-garou!
Don't go by the river side,
You'll be sorry if you dooooo!”

Scese e passeggiò tra i tavoli, accarezzando volti diversi.

“Who shivers when they hear about voo-doo?”

Si voltò di scattò verso Cocco, afferrandolo alle spalle.

Il cowboy quasi versò la camomilla, mentre veniva girato di forza dal cantante.

“Don't lie to me, boy, I know you do!
You better tremble when you hear me call...”

Lo guardò dritto negli occhi, e Bill ebbe un fremito: Quel verde non era naturale...non era umano. Venne rapito da quegli occhi velenosi, e stavolta non distolse lo sguardo.

Il cantante sorrise e avvicinò le labbra al viso di Cocco.

“ 'Cause you'd make a lovely shrunken head...”

Ma non lo baciò.

“You'll be my favorite voo-doo doooooooooll!”

Con agilità il biondo salì sul tavolo di Cocco, e di tavolo in tavolo raggiunse il palco.

Sting went by the river,

Now he slays on Bourbon Street
And there's that song by Concrete Blonde about where it's warm and green
And if you go by the river side,
You'll never la-la-la-la-leeeeeave!”

“There's a bat they call Lestat
Who will sink his teeth in you
You might meet a creature from a swampy black lagoon
And if the moon is full,
You might meet the loup-garou!
Don't go by the river side”

Don't go by the river side!” Ripetè il pubblico

“I said don't go by that river side!”

He said don't go by that river side!” Stavolta Cocco si unì al coro

“Don't go by the river side!”

Why's that?!”

'Cause you might meet me if you dooooooooo!”

Il ritmo indemoniato finì, e uno scroscio di applausi riempirono la sala e forse anche il quartiere.L'affascinante uomo fece un paio di inchini, raccolse qualche fiore, e sparì dietro il sipario.

Bill era rimasto stregato dai suoi occhi, oltre che dallo spettacolo, e rimase lì fino a chiusura senza rendersene conto.

Nella sala erano rimasti lui, il barista e un paio di cameriere che stavano riordinando.

“Accidenti...meglio tornare subito a casa.” Disse tra sé e sé, e fece per alzarsi, ma una mano s'appoggiò sulla sua spalla.

“Và via così presto?”

Cocco voltò la testa e vide il biondo cantante che gli sorrideva .

“Beh, è quasi mezzanotte...”

“Appunto: quasi. Mi farebbe compagnia per un ultimo drink? Offre la casa.”

Dannato sguardo...dannata voce sensuale...perché si faceva sempre convincere?

“...e va bene, d'accordo.” Ricambiò il sorriso e si risedette.

L'uomo si sedette con eleganza di fronte a lui e accavallò le gambe; indossava un vestaglia di seta nera con alcuni ghirigori verdi.

“Sono Absinthe. John Absinthe.” Tese la mano delicata.

“Un nome che le si addice...Bill, Cocco Bill.” Strinse piano la mano dell'altro.

“Oh? E come mai dice questo, signor Bill?”

“Preferisco che mi si dia del tu, non mi sento a mio agio a sentirmi chiamare signore.”

“Allora tu puoi chiamarmi John.” Lo disse con un tono leggermente lascivo, mettendosi le mani in grembo.

“Già, bene, ahem...dicevo, per via dei tuoi occhi. Verdi come l'assenzio.”

“Un modo fantasioso per abbordare qualcuno...”

“Eh?? No,no,no,no! Io sono rimasto perchè hai insistito, ma sono già fidanzato...”

Arrossì nel sentire la risatina di Absinthe, e si grattò la nuca.

“Stavo scherzando Bill, non mi permetterei mai di intromettermi nella vita di un uomo impegnato! Mi piace il fatto che tu abbia messo le mani avanti: fedele fino in fondo.”

Bill annuì, e rimase in silenzio.

“Allora, sei felicemente fidanzato...perchè sei al Sinners?”

“Uh? Oh....diciamo, così, per curiosità...”

“Avete litigato?”

Cocco sgranò gli occhi.

“Ma....tu...come?”

“Intuizione: si viene al Sinners solo per commettere peccato...specialmente quello della lussuria. Li vedevi quei due giovani che se la spassavano là in fondo, vero?”

“Già...immagino che ti abbiano disgustato...”

“Perché? Perchè erano due maschi?...e allora?”

Più John parlava più Cocco rimaneva incredulo.

“Sei al Sinners, bello, qui tutto è lecito...o quasi. Comunque, non ti preoccupare, le cose tra te e la tua ragazza si sistemeranno.”

“....è un uomo.” Non sapeva perchè gliel'aveva detto. Ma non ce la faceva più a tenerlo dentro, e lui poteva capirlo.

“Allora ci avevo azzeccato.”

“Sul serio?...”

“Si capiva da come mi guardavi.”

Un imbarazzante silenzio piombò sui due. O meglio, su Cocco, visto che invece il biondo continuava a sorridere tranquillo.

“Hey, non preoccuparti, uomini e donne vengono spesso apposta per guardarmi. Quando faccio il mio spettacolo, ho sempre il terrore di scivolare sulle pozze di bava che lasciano!”

Scoppiarono a ridere.

Chiacchierarono del più e del meno, fino all'arrivo della chiusura definitiva, che li costrinse a dividersi.

“Ascolta, una di queste sere mi farebbe piacere vederti ancora...vorrei farti assaggiare una cosa...” Disse malizioso.

“Uuuh....” Bill, visibilmente a disagio, cominciò a sudare un poco.

“Mai provato l'assenzio?”

“Aah..ehm, no, mai.”

“Bene, allora te lo farò provare. Buona notte, Cocco Bill...” Salì lieve le scale fino alla sua camera e chiuse la porta.

“ 'notte John...” Sospirò il cowboy, che ora che ci pensava doveva ancora riprendere Trottalemme.


Quando Bill se ne andò, Absinthe sorrise.

“Che attore che sono...dovrebbero darmi un premio.” Si cambiò velocemente nei suoi vecchi panni: un paio di jeans...una camicia gialla...un gilè in pelle nera...un bavero rosso...e un cappello bianco.

Veloce, sgattaiolò dalla finestra, per poi salire su un cavallo lasciato là da un cliente ubriaco; non c'era pericolo che il cowboy arrivasse prima di lui alla capanna.

Per riprendersi il suo ronzino, avrebbe dovuto farsi la strada a piedi fino al centro città, e ci volevano una trentina di minuti a piedi.

Galoppò di corsa fino al lago, dove diede una pacca al cavallo per farlo scappare via.

Entrò in casa, si cambiò e si lavò.

Guardandosi allo specchio sorrise nuovamente meschino.

“Prima l'orgoglio...poi l'amore...infine il tuo corpo, Luke. E' solo questione di tempo...”

Si sdraiò a letto, mentre già sentiva che la metamorfosi stava per avvenire, e la sua mente cadeva nel dolce oblìo.

(La canzone è "Don't Go By The River" di Aurelio Voltaire)

 

 

 

 

  
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