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Autore: lapoetastra    29/12/2014    1 recensioni
Elene e Calder.
Due valorosi combattenti.
Due potenti eserciti.
Una sola guerra.
Tra tradimenti, inganni, spionaggio, amicizie inaspettate e colpi di scena, una storia che si svolge nel magico mondo di Vahel.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All'urlo di Elene, Derek non si mise a correre con gli altri soldati, ma rimase indietro e si nascose dietro uno degli alti alberi della pianura.
Non aveva nessuna intenzione di combattere ed uccidere qualcuno dei suoi, nè tantomeno cadere per mano di uno di quelli, essendo riconosciuto come traditore.
Il suo piano era di restare nascosto ed aspettare che Calder fosse ucciso.
E, una volta che i suoi compagni fossero tutti morti, sarebbe tornato al suo campo, dicendo agli altri draconici che era l'unico sopravvissuto allo scontro contro gli umani.
A quel punto sarebbe stato per sempre un eroe tra il suo popolo, forse persino la Regina delle tenebre si sarebbe complimentata con lui.
Era convinto che ormai mancasse poco all'esercito di Calder.
Le truppe della Signora dei draghi erano effettivamente più organizzate e più forti.
Dal suo nascondiglio, Derek riusciva a vedere il secondo di Elene, gli sembrava si chiamasse Tavis, o forse Tanis, che roteava la lunga spada trafiggendo gli avversari come burro; un elfo biondo che tendeva in continuazione il suo arco e due uomini che combattevano affiancati: uno era un guerriero robusto e forte, l'altro era molto più magro, ma, dalle vesti rosse che indossava, Derek capì che era un mago.
Poco dopo infatti lo vide ridurre in cenere due draconici con una palla di fuoco partita dalle sue mani.
< Liberate i draghi! >, sentì urlare Elene.
"Adesso viene il bello", pensò Derek sogghignando.
Uscì dal suo nascondiglio per andare a vedere la disfatta di Calder Birghtblade.


Calder stava combattendo contro un elfo dai lunghi capelli biondi quando sentì un impovviso ruggito, seguito da uno spostamento d'aria che quasi gli fece perdere l'equilibrio.
Immediatamente capì: la Signora dei draghi aveva liberato le sue possenti creature.
Dovette spostarsi di corsa, perchè un enorme drago blu aveva lanciato una rovente fiammata che aveva ucciso in un batter d'occhio almeno una dozzina dei suoi uomini.
Si guardò intorno: ormai erano rimasti davvero in pochi, e quei pochi stavano già cadendo sotto la potenza dei tre feroci animali.
Avrebbe voluto scappare, ma l'onore che aveva gli impedì di farlo.
Cercò la Signora dei draghi e le si parò davanti.



Elene era tranquilla.
Il suo esercito stava combattendo bene e le perdite subite erano davvero poche.
< Bran, usa la palla di fuoco! >, disse al mago dalle vesti rosse.
Il giovane eseguì il suo ordine, carbonizzando i due draconici che gli stavano davanti, ma subito fu scosso da un forte attacco di tosse e dovette essere portato via dal gigantesco gemello che gli combatteva a fianco.
"Maledizione", pensò Elene.
Bran e Dow erano i più efficienti sul campo, uno con la magia, l'altro con la spada.
Era arrivato il momento.
< Liberate i draghi! >, urlò per sovrastare il frastuono della battaglia.
Quando vide le sue amate creature librarsi nel cielo per poco non si commosse.
Non sarebbe voluta arrivare a tanto: aveva sperato che i draconici, vedendo la loro superiorità numerica, si sarebbero ritirati spontaneamente dopo poco tempo, andandosene da Vahen e lasciando per sempre in pace il suo popolo, ma così non era stato e per questo si vide costretta a compiere una carneficina.
Mentre sentiva le urla dei nemici arsi vivi, gli si parò davanti quello che fin dal primo momento aveva capito essere il capo dei draconici.
Avanzava verso di lei con un'espressione di rassegnazione e sconfitta, ma, invece di arrendersi, alzò la spada per colpirla.


Derek aveva assistito in disparte alla morte di quasi tutti i suoi ex compagni a causa dei draghi, ma quando vide Calder Birghtblade che camminava con la spada in pugno verso Elene, si avvicinò per assistere alla sconfitta certa del suo più odiato nemico.
Era ora talmente vicino che se solo Calder si fosse voltato leggermente lo avrebbe visto, ma egli, impegnato come era nel suo ultimo scontro, non se ne accorse.
Ad un certo punto Derek seppe di aver vinto.



Calder cercò di colpire con la punta della spada la Signora dei draghi, ma ella non si fece cogliere impreparata.
Schivò il colpo e fu subito pronta a contrattaccare.
Calder sapeva che non sarebbe mai e poi mai riuscito ad ucciderla, addestrata com'era, ma in verità l'aveva attaccata soltanto come pretesto per farsi ammazzare.
Era stanco della sua vita, che non gli aveva mai portato alcuna soddisfazione, ed ora voleva solamente andarsene una volta per tutte, ucciso dalla donna più potente dell'intera Vahen.
Quando sentì la sua spada lacerargli la carne, non provò neppure a resistere e si accasciò al suolo.
La Signora dei draghi gli si avvicinò e gli disse qualcosa all'orecchio, sottovoce, ma lui non comprese le sue parole.
Aveva tanto sonno.
E freddo.



Derek aveva assistito alla scena: l'attacco di Calder, il suo breve e debole tentativo di difendersi, fino alla vista della spada di Elene che lo uccideva.
Aspettò che quest'ultima se ne andasse e si avvicinò al suo vecchio comandante.
Calder aprì gli occhi, velati, ma che, quando misero a fuoco il suo secondo e caro amico, si illuminarono.
< Derek... >, mormorò con un filo di voce. < Non ti hanno...non ti hanno ucciso... io pensavo... ma cosa è successo? >, gli chiese.
< Birghtblade, come sei stato stupido in tutti questi anni >, sibilò Derek. < Io ti ho sempre mentito, ti ho odiato dal primo momento in cui ti ho incontrato, così spavaldo, così forte, così invincibile. Ho sempre desiderato vederti cadere ed oggi finalmente è successo >.
< Derek... hai tradito il tuo popolo.. >, sussurrò Calder, incredulo.
< Ma sei proprio così idiota? A me non frega niente del mio popolo, non mi importa di averlo tradito pur di vederti sconfitto! E poi, adesso tornerò dalla nostra gente, dirò loro di essere l'unico sopravvissuto e tutti mi adoreranno. Sarò un eroe! >
Calder non replicò.
< Addio, Birghtblade, questa volta ho vinto io >, si congedò Derek .
Girò la schiena al suo ex comandante morente e si preparò per andarsene, felice come non era da tempo immemore.
< Non credo proprio >, disse una voce alle sue spalle.
 
   
 
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