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Autore: Clio93    29/12/2014    6 recensioni
Dal Prologo :"Quando incontro un paio di grandi e limpidi occhi azzurri, un volto dai lineamenti delicati, fanciulleschi e la fronte ampia su cui, elegantemente scomposti, ricadono boccoli bagnati e rivoli di pioggia, trattengo un singulto.
No, non può essere lui.
Non può essere…
Tom Hiddleston.
E non posso fare a meno di scoppiare nuovamente in lacrime.
Questa è stata, ed è, una giornata veramente di merda."
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15
Ritorno con stile
 
-Ma lui non è un segretario di partito?- Chiedo, entusiasta, indicando uno dei nomi della lista degli invitati della prima puntata. Lo sguardo, tra il disgustato e l’insofferente, che mi rivolge Richard Abbott mi fa sentire una scolaretta stupida e insignificante: non riesco proprio a capire che cosa abbia fatto di tanto grave per meritarmi un trattamento del genere.
Forse lo imbruttisci?
Io non imbruttisco nessuno! Lui mi dirai!
No, tesoro, lui ti tratta esattamente allo stesso modo in cui lo guardi
Secondo me sei fuori strada
- Lo è, e quell’altra è un’inviata speciale della BBC. Cosa pensavi, di condurre un varietà da quattro soldi?- Spiega, gelido, evitando accuratamente di guardarmi in viso, neanche fossi lontanamente degna di ricevere quel tipo di attenzioni.
Mi alzo di scatto dalla sedia, sbattendo di malagrazia i fogli che tenevo sulle ginocchia, inviperita – Senti tu, mi spieghi perché caz…-
- Dolcetti!-
Non so se l’intervento di Jack possa essere definito provvidenziale oppure se ho più voglia di urlargli contro o prenderlo a sberle per avermi interrotto, fatto sta che, a quanto pare, la sua voce ha effetti benefici su tutti noi, tanto che lo stesso Abbott (prontamente alzatosi per fronteggiarmi) non riesce a trattenere un sorriso.
- Niente di meglio di un po’ di serotonina per migliorare gli animi- Continua Jack, estraendo una busta di plastica dalla sua sacca, elargendo biscotti allo zenzero e alla cannella a destra e a manca, compresa me, a cui, letteralmente, ne ficca due in bocca, sussurrandomi con discrezione un – Vacci piano, coccodè. Ricordati che se lui decide che sei fuori sei fuori. Non puoi lasciarmi solo!-
Prima o poi quell’Abbott lo uccido, altro che, non mi interessa se è il mio capo, non me ne sbatte una sega che ha un culo che parla da solo né tanto meno che è una delle persone più dannatamente arrapanti mai conosciute, no, non mi interessa, se continua così gli farò rimpiangere di essere nato.
Ci sarebbe una soluzione a tutto questo…
Cornacchia, ti prego, falla star zitta!
Sì, dai Lolita, lascia perdere non è proprio cosa…
Oh, ma insomma! Questi problemi si risolvono solo con una bella scopata!
L’ha detto…
L’ha detto!
Che razza di Super-io sei se non riesci neanche a far tacere la tua controparte!?
E’ escluso! No, una storia sul luogo di lavoro è proprio l’ultima cosa che ci vuole, già sono uscita da una disastrosa relazione che ancora non mi dà pace, figurarsi mettermi nei casini con uno che si presuppone essere il mio capo e che, tra l’altro, mi odia e evita come la peste. Che razza di idee quelle due mi fanno venire in mente! Stanno proprio svalvolando di brutto, come del resto la sottoscritta che non riesce neanche più a dormire, causa urla animalesche da atti sessuali di stampo adolescenziale che si palesano con puntualità disarmante nel mio appartamento, colpevole un migliore amico che ha appena riacquisito la libertà e che ha deciso di superare il record di partner nell’arco di due mesi!
Era già preventivato il fatto che fosse più opportuno andarsene, ma negli ultimi tempi è diventata una certezza, tanto che sono già alla ricerca di un nuovo posticino, magari non sbattuto all’altro capo della città, pur non avendo, quasi sicuramente, altra scelta: cinque mesi e i prezzi si sono alzati in maniera esponenziale. Un incubo: mi sa tanto che mi toccherà andare a convivere con qualcun altro…
Un vero stramaledetto incubo!
Certo, ho avuto delle proposte, ma sinceramente l’idea di Emma di andare ad abitare nella sua stanza degli ospiti non mi pare proprio una delle trovate del secolo, ecco… come glielo si spiega al fratellino che la sua ex-ragazza abita con sua sorella e il compagno quando si supponeva fosse rimasta a New York? Oddio, sarebbe un modo simpatico per far sapere a Tom che sono a Londra, ma non voglio divenire colpevole dell’omicidio dell’idolo delle adolescenti (e non): altro che pogrom poi!
Insomma, sono nella vera merda!
- Bernie-
- Gesù mio, Jack! Perché diavolo bisbigli?- Esclamo a bassa voce (un po’ un controsenso ma vabbè, quel che è fatto è fatto), portandomi una mano al cuore e guardando in tralice il mio collega, avvicinatosi furtivamente.
- Perché ti devo parlare ma se Richard ci sente ti cazzia-
- Scusa, sei tu che disturbi, dovrebbe cazziare te, no?-
Jack mi guarda come si guardasse una principiante alle prime armi, pieno di paternalistico affetto e pietà (detta così sembra brutto, ma fa un sacco ridere) – Tesoro, quello ti si vuole portare a letto, se non peggio ma, con lui, sembra tu ti sia messa una cintura di castità con gli spuntoni, quindi, per evitare di scoprirsi, ti tratta di merda ma non perderebbe occasione per poterti guardare anche se, nei tuoi confronti, ha un sentimento ambivalente… certo, un po’ infantile, ma è uomo, che ci vuoi fare e…-
- Ne dici di stronzate!-
- Cara, sai che sembri proprio uno scaricatore di porto?-
- Jack!-
- Va bene, va bene… arrivo al punto- Continua lui, accomodandosi con eleganza sulla sedia e sospirando rassegnato.
-Allora, Bernie, so che stai cercando casa perché la vita sessuale del tuo amico sta facendo rimpiangere la tua, che non hai-
Dio, ma che è un tuo collega, Cornà?
Io non c’entro! M’ha tolto le parole di bocca
- Grazie!-
- Dovere. Ad ogni modo, dato che, ahimè, mi sono appena lasciato e lo stronzetto mi sta placidamente buttando fuori casa, ho pensato che potremmo unire le forze e andare a vivere assieme… Bernie! Così mi uccidi!-
Gli sono letteralmente saltata al collo e adesso lo sto stritolando come fossi un boa costrictor, incurante dei rimproveri e degli sguardi stralunati dei colleghi presenti nella stanza. Io amo quest’uomo, se solo non fosse maledettamente omosessuale, me lo sposerei seduta stante; insomma, è vero che delle volte sembra la Cornacchia versione umana, ma è anche vero che sembra leggermi nel pensiero, abbiamo gli stessi gusti e ci stanno pure sulle palle le stesse cose. E’ la mia anima gemella, più o meno.
- Deduco sia una sì- Dice Jack con fare bonario, mentre si massaggia il collo dolorante.
- Ma certo che lo è!-
- Ehm, ehm!-
Lasciammo entrambi la presa come se ci fossimo scottati. Abbott incute timore con le braccia incrociate al petto, il mento alzato con fare superbo e gli occhi glaciali: quell’uomo comincia seriamente a mettermi i brividi.
- Se voi scolaretti avete finito, c’è un’intervista da preparare-
- Ma manca…-
- Un giorno, signorina Minardi, oppure devo dedurre che ha dimenticato i quindici minuti a voi dedicati a scopo promozionale nella fascia di prima serata!?-
Cristo!
Gesù!
Cristo!
Un giorno? Ecco, sono nella merda. Deduce bene caro signor stronzo, deduce benissimo, ma non le darò mai la soddisfazione di ammettere di essere nel torto.
Con fare molto, ma molto professionale mi aggiusto le pieghe del vestitino, inforco meglio gli occhiali e mi risiedo al mio posto. Affondo il viso tra i fogli, cominciando a scribacchiare qualche brillante discorso per l’intervista che sicuramente non riuscirò mai a ricordarmi.
Deprimente, assolutamente deprimente.
 
Qualche tempo dopo, ormai sempre a Londra ma in un’altra casa
 
- Emma? Sono io!- Urlo appena entrato a casa di mia sorella, onde evitare mi prenda a ombrellate come la scorsa settimana, quando la signorina si era dimenticata di avermi dato lei stessa le chiavi della sua nuova dimora.
- Tom! Sono in cucina! Credo che ci converrà ordinare una pizza! Il pollo è andato-
In effetti, ora che me lo fa notare, la casa è immersa in un fastidioso fumo grigiastro, mentre l’odore forte di bruciato entra prepotentemente nelle narici, facendomi pentire di aver accettato così alla leggera l’invito di mia sorella per cena. Che mi è saltato per la mente? Emma non sa cucinare!
- Joseph non c’è?-
-No- Risponde Emma passandosi una mano sulla fronte imperlata di sudore – Turno di notte all’ospedale-
Faccio un cenno di assenso mentre mi spoglio della sciarpa e del cappotto, gettandomi di mala grazia sul divano immacolato, sprofondandoci e chiudendo gli occhi, sentendo la pressione sulle tempie diventare sempre più forte.
Sei ufficialmente stressato!
Ci credo: nel giro di un mese mi toccherà fare il giro del mondo. Tu non saresti stressato?
Ti serve una donna!
Io ce l’ho la donna!
Avanti Tom, siamo ancora alla fase “mento anche a me stesso” ?
Evidentemente sì, siamo in quella fase, però da qui a dire che sono solo come un cane ce ne passa. Estelle non è la donna della mia vita e chiacchiera come una zitella di mezza età in cerca di compagnia, però, alla fine, non mi lamento. Se solo la smettesse di parlare così tanto! Mi sono lasciato incantare dalle sue meravigliose foto, pensavo che una persona che riuscisse a dar vita a cose così vere e frizzanti dovesse essere, in qualche modo, simile alla sua arte…
Non potevo sbagliarmi di più! E’ proprio vero che l’abito non fa il monaco, ma, tant’è, che è partita per un mese, così, almeno, potrò rilassarmi, anche se mi toccherà iniziare a lavorare di nuovo come un mulo. I mesi di inattività non mi fanno bene, insomma, mi rendono apatico e abulico, mi tolgono ogni energia, stranamente potrei aggiungere, ma è così… stare lontano dalla recitazione e dall’attività mi rende malinconico e scontroso. Il fare è assolutamente sottovalutato; il sapere di star creando, di star dando vita a qualcosa mi appaga e mi rasserena. Ho bisogno di uno scopo, oltretutto, per un iper-attivo come me è di vitale importanza muoversi e agire, altrimenti l’inattività si ripercuote tutta sul movimento delle mie celluline grigie…
La pazzia è un pericolo palpabile!
Afferro il telecomando e accendo la tv, cominciando a fare zapping tra i vari canali, cercando di arrivare il più in fretta possibile al telegiornale (se magari mi ricordassi il numero sarebbe già un passo avanti). Appare tutto come un andirivieni di colori differenti, non rimango fermo sulla stessa stazione per più di sei secondi, quasi fosse un gioco che ha il potere di calmarmi all’istante. Un gioco un po’ alienante ad essere sinceri, ma svuota la mente e ha l’effetto sperato, perché il mal di testa comincia a scemare e sento i muscoli delle spalle sciogliersi: chi ha inventato la televisione doveva essere un genio della psicologia.
Mi blocco su Channel 4, malgrado le notizie siano quasi finite, posso comunque aggiornarmi sui fatti più minuti e meno impegnativi, dato che, alle volte, è bello poter non essere cosciente dei mali che ci circondano. Per quanto la campagna dell’UN mi abbia illuminato, per quanto vorrei, sinceramente, poter fare qualcosa con tutto me stesso, avendone la possibilità, adesso ho solo voglia di ascoltare battute e facezie…
Per esempio,stanno per intervistare i conduttori di un nuovo programma di costume, come i “late show” che vanno tanto di moda oltreoceano. Non dovrebbe essere male, magari, se avrò tempo, qualche volta lo guarderò: chissà, un giorno o l’altro inviteranno anche me!
Operation Colossus l’hanno chiamato, mi sembra un’ottima trovata…
Ah, eccoli i giornalisti, non riesco a distinguerli bene, ma sembrano molto giovani, il ragazzo, almeno, non deve avere più di trent’anni…
Jack Morrison, certo, lo sentivo alla radio! Era bravo, sì, sono assolutamente curioso di vederlo in azione…
La ragazza sembra una bambina, così minuta e piccolina, mi fa un po’ tenerezza il modo in cui, ostinatamente, tiene il viso di profilo, coprendosi con un ciuffo ribelle…
Il collega la sta prendendo in giro e le guance le si sono imporporate, però ancora non riesco bene a distinguerla, è troppo incassata, quasi volesse scomparire nella poltrona. Però è orgogliosa, lo vedo dal modo in cui reagisce alla provocazione, perché alza subito le spalle, mostrando il petto generoso e un sorriso furbo si intravede dai capelli corti che le nascondono il profilo; fa un respiro, quindi si volta anche lei verso la telecamera e…
Non può essere!
-Ahhh-
Emma mi si getta addosso strillando prima ancora che a urlare sia io
 
 
Studio di Operation Colossus, stesso istante
 
- Molto spiritoso, Jack!-
Cinguetto, tirando fuori le palle che fino ad allora avevano giocato a nascondino. Mi raddrizzo sulla poltrona, voltandomi verso la telecamera, sentendomi, con mia immensa sorpresa, finalmente a mio agio.
- Ma vedi, caro, mi è stato insegnato che non si interrompe la gente mentre parla… e tu parli moltissimo-
In sottofondo avverto un coro di risate, mi giunge come di lontano, un suono ovattato proveniente da un sogno, ma un sogno è esattamente come mi sento in questo momento, dimentica di tutto e di tutti, ci sono solo io e la telecamera. E mi sento bene, mi sento bella, mi sento al centro del mondo.
- Che coppia deliziosa che siete! Ne vedremo delle belle tra le interviste e i vostri battibecchi. Ma ditemi: entrambi avete una carriera molto differente alle spalle, tu, Jack, vieni dalla radio e tu, Bernie, ti posso chiamare così, no? Vieni dal giornalismo cartaceo… come si conciliano queste vostre esperienze con il progetto che state contribuendo a creare?-
Il fatto che la mia intervistatrice non mi stia davanti e che la sua voce mi si pianti nell’orecchio da un auricolare non è una sensazione particolarmente piacevole, mi sembra quasi di parlare da sola, ma, tant’è, mi ci devo abituare e, per come ora mi sento, non credo mi ci vorrà molto. L’adrenalina prende a scorrermi nelle vene,la voglia di fare ed esserci si impadronisce di me: non vedo l’ora di essere dall’altra parte, di porre domande, di chiedere e di indagare.
Così, prima che Jack possa anche tentare di rispondere, intervengo io, uscendo finalmente dall’ombra
Operation Colossus è l’insieme delle nostre esperienze. Nasce per far sì che i protagonisti parlino e  raccontino le loro storie e il programma è come formato di due metà diverse che perfettamente si incontrano e combaciano: da una parte il divertimento, il gioco goliardico e lo scherzo, dall’altra l’informazione e la cultura. Ognuna di queste sfaccettature costituisce ciò che vogliamo proporre al pubblico, trattando di temi seri ma anche dando la possibilità di ridere e di godere di ciò che è bello. Vogliamo che le notizie e l’attualità arrivino a tutti e che tutti, attraverso le interviste, possano partecipare e sentire di partecipare a questa attualità. Insomma, Jack ci mette la bella faccia e io il cervello!-
La risata che segue è una risata autentica, di gusto e di cuore. E’ contagiosa, così mi unisco anche io a questa ondata di divertimento generale che ha il potere di mettere un freno alla pressione e di farci respirare tutti.
- La ragazza è un tipino tosto. Jack, hai due minuti per poter dire la tua!-
Jack mi guarda facendomi l’occhiolino, poi si volta di nuovo verso la telecamera, sfoggiando il suo sorriso più affascinante (so già che milioni di donne sono innamorate di lui) e inizia a parlare, con quella sua voce profonda e con quel suo accento così seducentemente british che un brivido mi percorre la schiena.
- Ritengo che Operation Colossus possa davvero riuscire nell’intento che si prefigge. Non è un compito facile, questo è certo, ma credo che sia un modo originale per poter, sul serio, rendere la gente consapevole, soprattutto i giovani, perché il futuro è loro e hanno il diritto e il dovere di sapere e comprendere. Non potrei essere più d’accordo: il programma è un caleidoscopico crogiolo, contiene moltitudini e questo è uno dei suoi punti di forza…oltre me, ovviamente, che sono quello divertente della coppia: Berenice disquisisce, io mi occupo dei fatti. Due metà perfette di una storia comune che, spero, potrete apprezzare…-
- Sarà sicuramente così. Grazie, ragazzi, per il vostro tempo. Operation Colossus vi aspetta tutte le domeniche dalle 18 e 30 alle 19 e i venerdì per un quarto d’ora di sneek pick  dalla prima settimana di ottobre!-
 
 
Casa di Emma, qualche tempo dopo
 
Il cellulare mi vibra nella tasca, lo prendo e me lo porto all’orecchio, stringendo nell’altra il mio personalissimo e alquanto ridicolo ostaggio.
 - Pronto?-
- Tom! Tom! Per Dio, non fare nulla di avventato!-
Luke sembra molto agitato, forse sta correndo qui, non lo so e né mi interessa saperlo. Un ghigno solitario mi compare sul viso e, per la prima volta, seriamente, mi calo completamente nella parte del mio “antagonista preferito”, continuando a guardare la vittima designata.
- Luke! Quanto tempo… ecco la serpe che ho covato in seno! Tu sapevi, vero? Non osare negare, Emma mi ha già detto tutto-
- Dov’è tua sorella? Voglio parlare con lei!- Chiede accorato, addirittura spaventato.
Ma fanno sul serio? Pensano mi sia andato così di volta il cervello? In realtà, non so che cosa sia accaduto in questi mesi, la notizia del ritorno della “bisbetica pazza” è stata una doccia fredda: mi sono svegliato come da un coma profondo. Stranamente, per quanto incazzato possa essere, sono tornato a respirare, sono nuovamente in mezzo al mondo, ho smesso di fare da spettatore della mia vita. I colori, i suoni, le voci, le parole mi arrivano chiari e vivaci, veri e reali come non accadeva da molto, il tempo ha cominciato a scorrere con regolarità, senza vuoti, senza alienazioni. Ho smesso di perdermi nelle mie elucubrazioni e nella mia immensa interiorità e sono tornato al reale, con tutto ciò che comporta: mi ero dimenticato quanto fossero intense le emozioni, ero troppo occupato ad anestetizzarmi.
Ad ogni modo, dato che sono di nuovo qui e che sento perfettamente la rabbia assalirmi e togliermi il respiro, ho deciso che, se mi credono ancora impazzito, giocherò a fare il pazzo…
Mi piace questo gioco!
Davvero? Vuoi che ti faccia fare la stessa fine di Ted?
Non lo faresti mai…
Non tentarmi, allora
- Mia sorella, al momento, non può parlarti. Vedi, ha deciso di passare il resto dei suoi giorni dentro lo sgabuzzino delle scope, al buio…-
Sento Emma piagnucolare da dentro il suo nascondiglio e cerco di trattenere una risata perché la situazione è alquanto surreale, per non dire comica, sebbene ciò che senta nei confronti di lei e di tutto il genere umano in questo istante sia assolutamente vero. Se fossi un pazzo omicida avrei veramente la necessità di accoppare qualcuno, e nella maniera più crudele possibile.
- Luke, adesso non posso parlare, ma non preoccuparti… mi occuperò anche di te, presto- Aggancio il telefono, gettando l’I-Phone sul divano con fare stizzito e mi avvicino alla porta dietro cui è nascosta mia sorella, assumendo la voce più suadente e melliflua che riesco a fare.
- Devi solo dirmi dove abita e io lascerò andare te e Ted-
Avverto distintamente il cozzare delle scope tra loro, Emma deve essersi sollevata di scatto, pronta ad attaccare se necessario. Sono scene già vissute, sprazzi di vita infantile e di litigi tra due bambini biondi che lottavano per l’ultimo biscotto: adesso non è più così. Per quanto ami mia sorella e sia molto felice che lei cerchi di aiutarmi, questa volta lei e Luke non si sono regolati, insomma, sono la mia famiglia, dovrebbero quantomeno fare finta di essere dalla mia parte, invece che proteggere quella “tantecosepococarine” che torna e non avverte.
Beh, perché avrebbe dovuto farlo? L’hai mollata tu, ricordi?
Certo, ma adesso è qui, pensavo di non essere uno dei tanti…
Hai voluto tu essere gettato nel dimenticatoio, bello mio. E poi, scusa, perché la vorresti vedere? Non la volevi dimenticare?
E’ tornata!
Troppo comodo adesso!
Smettila di essere così maledettamente e inopportunamente maturo, mi sfianchi…
Se sei un idiota qualcuno deve tirarti le orecchie…
Tse, presuntuoso!
- Cosa ne hai fatto di Ted?- La voce ovattata della mia sorellina giunge stridula e incrinata, evidentemente l’ho colpita nel punto giusto.
- E’ ancora integro…per ora…- Spiego, stringendo più forte la piccola zampa di pezza dell’orsacchiotto con il quale Emma, a quasi trent’anni, ancora dorme. E’ stato un regalo della nonna e lei non se ne separa mai, mai.
- Tu non oserai…-
- Oserò, invece. Dimmi dov’è, la mia pazienza ha un limite e voi lo avete già pericolosamente oltrepassato-
- Tom, ti prego. Non posso. Bernie ha detto chiaramente che non…-
-Uno-
- Mandale una mail, Tom…-
- Due-
- Non fargli del male, è fragile, è così piccolo. Guardalo Tom, con quel faccino…-
- Tre-
Lo strappo echeggia nell’aria nitido e ben definito, come uno sparo ed è allora che Emma spalanca la porta, inferocita, come una lupa che deve difendere il suo cucciolo. Mi si getta addosso prima ancora che riesca a prevedere le sue mosse, allungandosi per cercare di acciuffare il suo peluche preferito.
- Lascialo!- Strilla, iniziando a graffiare la mia pelle come capita.
- Dimmelo o gli tronco la zampa di netto- La minaccio, tirando ancora di più, lasciando in bella vista i fili e le cuciture che, pian piano, si stanno sfilacciando in maniera inesorabile.
Emma mi guarda disperata, poi guarda l’orsacchiotto, poi di nuovo me, indecisa sul da farsi: se le serve un ulteriore incentivo non ha che da chiedere.
Con una pressione più forte, asporto totalmente il piccolo braccio di pezza, mentre lei osserva inorridita la scena.
- Te lo dirò! Te lo dirò!-
 
 
Bernie, qualche ora più tardi
 
 
- EDO!!!- Lo chiamo, urlando felice ed ubriaca, entrando barcollante nella sua casetta a due piani, in mano una bottiglia di spumante mezza vuota.
L’intervista è stata un successone, l’indice di ascolti è schizzato alle stelle e, presto, avremo anche una pagina tweeter/facebook tutta per noi. Jack ed io siamo stati eccezionali, non potevamo non festeggiare, insomma, anche Richard Abbot, detto “il ghiacciolo” si è complimentato, si è anche offerto di riportarmi lui a casa…
Lolita bella, credo che Jack abbia ragione! Tesoro, il periodo di magra è quasi finito
Evvai! Brunilde, altro spumante…
Se quella beve un altro po’ vomita!
Tse, disfattista!
Il mio lavoro va alla grande, ho bevuto come non ci fosse un domani, presto andrò a vivere con Jack e, dulcis in fundo, mi sono concessa una gran bella pomiciata con uno che, malgrado sia uno stronzo acido di prima categoria, è anche un gran pezzo d’uomo (beh, il bacetto della buonanotte non si nega a nessuno, e a Richard questi tipi di saluti riescono molto bene).
Getto le scarpe sul pavimento dell’ingresso, aggrappandomi al corrimano della scala per non finire con il culo per terra. Mi rendo conto, tra i fumi dell’alcol, che la casa è illuminata a giorno, senza un apparente motivo: è tardi, Edoardo dovrebbe dormire, a meno che…
- EDOARDO! CAZZO, SPERA CHE NON TI TROVI CON UNA DELLE TUE TROIETTE! DOBBIAMO FESTEGGIARE, ADESSO!-
Vedo Edoardo scapicollarsi fuori dalla porta del soggiorno, osservandomi perplesso, con uno sguardo assolutamente e totalmente preoccupato, per non dire inorridito. Ma che vuole? Per una volta che la smetto di fare la musona composta deve pure fare storie? Che devo dire io dei suoi molesti quanto assolutamente inopportuni concertini notturni?
Voglio festeggiare ancora e bere ancora, tequila questa volta, lo spumante mi sta stomacando più del dovuto…
- Bernie, che hai fatto?- Domanda, allarmato, in inglese. Perché in inglese? Non mi va adesso di stare a pensare, mi rompe pensare continuamente.
- Sono ubriaca, non si vede? E, poi, perché diamine parli la lingua del nemico? Sii patriottico- Sghignazzo, biascicando le parole, mentre arranco per le scale, rischiando di cadere più di una volta.
Quando arrivo, finalmente, in cima, con il mio stomaco che urla pietà e la testa che chiama vendetta a gran voce, mi getto, malamente, su Edo, in quella che sembra un’aggressione piuttosto che un abbraccio.
- Oh, Edo! Hai visto? Mi hai vista? Sono stata brava, vero? Diventerò la donna più scopabile del Regno Unito e vaffanculo a Tom “senza palle” Hiddleston!-
Non so perché, ma alle mie parole, vedo Edoardo sbiancare completamente, assumendo un colorito peggiore del mio in questo istante, che è tutto dire, mentre lancia occhiate spaventate verso il piccolo salotto, tornando poi a guardarmi ancora più apprensivo di prima.
- Bernie, questa, è meglio che la dai a me- Mi toglie dalle mani la bottiglia, sempre più vuota, sorreggendomi con il braccio stretto in vita. Non mi reggo quasi più in piedi.
- Va bene, te la puoi finire tu, però adesso mi va la tequila, perché dovrebbe essere il giorno più bello, invece quello stronzo continua a palesarsi nella mia testa… sai quanto soffro!? Io soffro, cazzo! HIDDLESTON, MUORI, CHE LE SETTE MALEDIZIONI DI GIOVE TI COLGANO, MI HAI SENTITO, HIDDLESTON?-
- Ehm, Bernie, è meglio se…-
- Vado a prendere la tequila! Spero di crepare, così quel maledetto inglesuccio e il suo bel culetto mi avranno sulla coscienza a vita!-
Mi poggio allo stipite della porta, decisa ad andare in coma etilico, perché, uffa, ero tanto euforica e felice, mentre adesso mi viene da piangere e da vomitare, perché lui non c’è, non mi ha voluta e non mi vorrà più. Io ci provo ad essere forte, anche il mio stomaco ci prova, ma Tom, dannato sia dove si trova, mi manca da impazzire e ho voglia di lui, della sua voce, di tutto…
Cerco di trattenere un conato, le lacrime, ormai, scendono da sole, non ho la forza per fare nulla. Non devo più bere, non così almeno. E’ da tempi immemori che non mi riduco in questo stato pietoso… ma io lo amo, lo amo e lui no, perché non sono abbastanza.
Ti odio, Hiddleston!
Entro nella stanza come una furia, dirigendomi, senza guardarmi attorno, al mobiletto dei liquori, rovistandoci dentro con molta poca grazia: devo trovare la tequila!
Quando intravedo il liquido trasparente, un ghigno malefico mi si disegna sulle labbra, devo essere totalmente impazzita, anche perché sento delle voci che confabulano alle mie spalle, ma ci sono solo io, ed Edo, certo.
Mi alzo di scatto, troppo direi, e con un’esclamazione di trionfo sollevo la bottiglia. Adesso mancano solo il sale e il limone, e Tom, naturalmente, ma lui m’ha lasciata e non tornerà più.
Mi volto e, per poco, non lascio cadere il contenuto della mia mano. Rimango congelata sul posto, guardando, basita, trattenendo il respiro, la figura di un uomo alto e slanciato elegantemente poggiato sulla parete opposta che mi sta osservando, sorridendo compiaciuto, con una crudeltà che non gli avevo mai visto addosso.
- Buonasera, Berenice-
Gli occhi glaciali di Tom, quel Tom, quello che ho appena mandato a quel paese (purtroppo, malgrado abbia usato l’italiano, il “vaffanculo” è alquanto internazionale), si puntano nei miei, perforandomi la carne…
Respira, Bernie!
Oddio, Brunilde, è andata in apnea, sta diventando cianotica!
Se fai così, mi agiti, zitta! Berenice, ascoltami, apri la bocca, apri la bocca e… che schifo!
In effetti, dato che stavo per morire per auto-soffocamento, ho ascoltato il sensatissimo consiglio della Cornacchia, ho aperto la bocca, sì, per respirare.
Peccato che, a tutt’ora, stia semplicemente vomitando l’anima.
Ti odio, Tom Hiddleston!
 
 
  
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