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Autore: _ Arya _    30/12/2014    7 recensioni
Emma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un paziente, ma le regole sono fatte per essere infrante...
"-Sono la dottoressa Swan. Emma. E le prometto che la tirerò fuori di qui- cercai di sorridergli incoraggiante.
-Lei è bellissima dottoressa- sorrise di rimando, e solo allora notai i suoi bellissimi occhi blu." [dal 1° capitolo]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Friends and little doubts


-Emma, dopo tre giorni ti sei decisa a tornare a casa!- mi accolse Anna, ancora prima che potessi posare la borsa e sedermi.
-Mh, avevo da fare. E Henry è in gita. Ci siamo solo noi?
-Regina ed Elsa sono di turno, e anche Neal. C'è Will, però sta dormendo.
-Aspetta, Scarlet? Il ragazzo di Elsa? Da quand'è che vive con noi anche lui?
-Sono due settimane che gli hai fatto firmare il contratto d'affitto Emma!
Mi buttai di peso sul divano, finalmente. In 80 ore ne avevo dormito 11, comprese le 8 sulla poltrona in camera del mio paziente. Era normale che mi fossi dimenticata di aver affittato una stanza al dottorando in chirurgia plastica, no?
-Regina ha ragione su te e Hook, vero? Ecco perché sei così tra le nuvole!- fece entusiasta, e mi spostò le gambe in modo da sedersi vicino a me.
-Anna, ti prego... voglio dormire, ho la nausea... non rompere... e Regina la ammazzo.
-Dai ti prego, raccontami e ti lascio in pace!
-Non c'è niente da dire. Ho fatto amicizia con un paziente ok... ed è... carino. Ma è anche irritante e pieno di sé.
-Ti piace.
-Se non vuoi che ti vomiti addosso, vai a chiedere a Regina del suo di paziente sexy, si chiama Robin! Così potrò dormire!- le lanciai addosso il cuscino convincendola finalmente a lasciarmi stare.
Era bello avere tanti colleghi coinquilini, comprese le mie sorelle... ma ciò voleva dire che per avere un po' di privacy dovevo salire in camera al primo piano, e odiavo fare le scale quando ero stanca.
Sarei rimasta a dormire in ospedale, ma mio padre aveva iniziato a insospettirsi e farsi idee sbagliate su me e Killian, quindi mi ero convinta a passare qualche ora a casa.

Ero stata ancora una volta da lui prima di andare, e come avevo previsto aveva adorato il mio presunto interesse sulle sue conquiste.
Proprio per questo ero rimasta del tutto sorpresa quando aveva ammesso che dopo Milah non aveva avuto più una relazione seria. C'erano state solo conquiste di una notte, ma niente di più.
“Sembrerò patetico, ma ho paura di innamorarmi ancora. Ho paura che la sfortuna continui a perseguitarmi e uccida qualche povera innocente... quindi preferisco divertirmi. Ma senza sentimenti e cose del genere, ho chiuso.” Aveva detto. Mi ero trattenuta dal dirgli che era una cosa dolce perché mi avrebbe liquidata con qualche battutina, dato che dolce non voleva esserlo.
Invece gli avevo detto di capirlo. Mi ero innamorata di Neal, ed era andata male. Poi c'era stato August a distanza di anni, ed era andata male un'altra volta. Probabilmente avrei dovuto seguire il suo esempio, trovare uomini con cui potermi divertire ogni tanto e basta.
Io avevo deciso di raccontargli della mia infanzia dato che era parecchio curioso delle mie parentele.
Ero la primogenita di Mary Margaret e David, e nei miei primi cinque anni di vita era stato tutto perfetto. Eravamo stati una normalissima famiglia felice, anche se coi miei che allora erano specializzandi avevo trascorso molte ore insieme a baby sitter varie. Ma non ce l'avevo mai avuta coi miei, anzi, li avevo sempre ammirati per quello che facevano.
Poi mio padre se n'era andato di casa, ed essendo troppo piccola per capirlo non mi era stato detto niente. Veniva a trovarmi e basta, fino a che, all'età di 8 anni, non aveva deciso di farmi conoscere la sua nuova famiglia.
Aveva lasciato mia madre per una sua collega, Ingrid. Ingrid mi aveva accolta calorosamente fin da subito, non era una cattiva persona, non ero neanche riuscita ad odiarla. In più, aveva due figlie: Elsa e Anna. Elsa aveva la mia età, mentre Anna aveva due anni in meno.
Ma nonostante fossi solo una bambina, mi ero resa conto che nella donna ci fosse qualcosa che non andava. Confondeva troppo spesso me e sua figlia, dimenticava le cose, o le ripeteva tante volte.
Così, mio padre mi aveva spiegato che era malata d'alzheimer. Una malattia orribile che le causava perdita della memoria, confusione, paranoia, sbalzi d'umore... in maniera molto grave.
Nei sei mesi a venire, avevo visto la mamma delle mie amiche peggiorare sempre di più, fino a che non aveva dimenticato una pentola sul forno, e io mi ero bruciata gravemente sul braccio per salvare la piccola Anna.
Ingrid aveva pianto, mi aveva chiesto scusa, e in un momento di lucidità aveva costretto mio padre a trasferirla in una casa di cura dove si sarebbero presi cura di lei e l'avrebbero tenuta sotto controllo costante.
Ma un giorno prima che la trasferissimo, aveva avuto un infarto e non ce l'aveva fatta.
I miei genitori avevano adottato le due sorelle senza pensarci due volte, e noi eravamo diventati una famiglia. Anche i miei col tempo erano tornati ad essere la coppia di sempre, mia madre aveva perdonato l'errore di mio padre, sapendo che in fondo la colpa era stata anche un po' sua avendolo spesso trascurato.

Killian mi aveva guardata negli occhi, e avevo impiegato tutte le mie forze per non abbassare lo sguardo, per non cedere a quei suoi grandi occhi azzurri.
“Non hai avuto vita facile neanche tu, eh?” mi aveva detto, mentre mi accarezzava la guancia. Mi stavo abituando alle sue carezze, e non era un bene. “Comunque vorrei conoscerle le tue sorelle... sai, se sono carine come te ne varrà proprio la pena” aveva aggiunto, facendomi sorridere.
E mentre ripensavo al fatto che non vedessi l'ora di rivederlo e chiacchierare ancora, finalmente mi addormentai.

***

-Emma! Anna mi aveva detto che eri a casa perché stai male- mi venne incontro Regina, porgendomi il caffé che accettai volentieri.
-Ciao... lo sai com'è mia sorella, esagera sempre. Io sto bene!
-Io starei meglio se tu non l'avessi mandata a farmi un interrogatorio su Robin.- mi fulminò, e io scoppiai a ridere immaginando la scena. Regina non era una che amava aprirsi molto, e tanto meno amava mostrare i suoi sentimenti. Solo con me, col tempo, aveva imparato a farlo. A tanti poteva sembrare fredda, ma era una persona fantastica... solo poco incline ad aprirsi col mondo.
-Scusa, ma sei stata tu ad aizzarla per prima. Comunque come sta Robin?
-Mhh... diciamo che sta bene. Fisicamente. Si è svegliato, ormai è fuori pericolo anche se gli serve riposo per via del trauma cranico. Ma sai... ho dovuto dirgli della moglie. Non... non è stato facile, si incolpa per non essere riuscito a proteggerla... si odia.- sospirò.
-Mi dispiace... Killian mi ha raccontato qualcosa di loro e Marian.
-Ecco, a proposito. Stavo andando a vedere come sta Jones... perché Robin vorrebbe che lo portassi a vederlo. Dici che si può fare?
-Si può sicuramente fare, sarà contento... Elsa l'ha visitato un paio d'ore fa e mi ha detto che è sempre stabile.
-Bene. Puoi darmi una mano allora? Servirà una sedia a rotelle.

Finalmente potei conoscere il famigerato Robin Hood, e capii subito perché Regina ne fosse tanto abbagliata. Era attraente, muscoloso, con dei capelli sul biondo scuro e gli occhi azzurri. Un gran bell'uomo nel complesso.
-Grazie dottoressa Swan. Per essersi presa cura di lui. È come un fratello... ed è merito suo se il mio bambino sta bene.- sorrise, una volta che Regina lo ebbe aiutato a sistemarsi sulla sedia a rotelle.
-Lui ha... davvero? Non me l'ha detto. Eppure gli piace vantarsi.
-Beh... dipende, non su certe cose... non sulle cose serie.
Una cosa di cui poteva andare davvero fiero, e aveva deciso di non dirmi nulla. Proprio quando iniziavo a pensare di capire quell'uomo, ecco che venivo a sapere qualcos'altro che mi confondeva.
-Robin, se è tutto ok andiamo... sei comodo?
-Sì Regina... grazie- le sorrise, e non potei fare a meno di notare i loro sguardi dolci. Lanciai un'occhiatina a Regina, che mi guardò male e iniziò a spingere il suo bello verso la camera del mio paziente.
Entrai per prima io, chiedendogli di aspettare un secondo fuori. Fu la volta di Regina di lanciarmi un'occhiata maliziosa, che spudoratamente ignorai.
-Dolcezza, che bello rivederti- mi accolse Killian, rendendomi impossibile non sorridere. Maledetta me che non ero in grado resistere a due occhioni azzurri.
-Contento di aver conosciuto mia sorella?
-Oh sì, Elsa è deliziosa! Carine le sorelle bionde...- mi fece un occhiolino -Ah, e ha detto che le hai chiesto di tenermi d'occhio, dicevo io che non ce la fai a starmi lontano, tesoro.
-Sei un mio paziente e se schiatti la responsabilità è mia, tesoro. E ora, ci sarebbe una visita per te. Posso farlo entrare?
-Una visita? Non me l'aspettavo, ma va bene.
Annuii e andai ad aprire la porta, lasciando che Regina portasse dentro l'uomo, avvicinandolo al letto.
-Robin! Mi alzerei, ma non credo di poterlo fare ancora... che dici dolcezza?
-No, infatti. Ti ho ricucito troppo bene, rischieresti di rovinare il mio lavoro- sorrisi alzando gli occhi al cielo, e mi sedetti con Regina ai bordi del letto lasciando che i due amici si salutassero.
Restammo in silenzio, era bello vederli chiacchierare, vedere Killian sotto un'altra luce.
Le sue parole per consolare Robin per la perdita di Marian furono meravigliose, fece il discorso che aveva fatto a me per non rattristirlo ulteriormente. Era un buon amico, ero davvero felice di aver salvato la vita a un uomo così.
-... e poi hai salvato Roland. Hai rischiato di farti ammazzare... e non te ne sei neanche vantato con la tua dottoressa.
-Era... la cosa giusta da fare.- fece spallucce.
-Sai, se ti fossi vantato di questo, per una volta non ti avrei dato del cretino- intervenni, strappando un sorriso di approvazione a Robin.
-Non mi piace vincere facile tesoro, non sarebbe giusto.
-Oh, non dirmi che ora arrossirai- commentò Regina, prendendolo in giro.
-Io non arrossisco, bellezza. Ma qui le dottoresse sono tutte così sexy? Credevo di essere stato fortunato io con la Swan, ma anche te Robin non scherzi mica...
-... Emma aveva ragione nel dire che sei senza speranze.- fece la mia amica.
-Oh, quindi Emma parla di me. Che altro avrebbe detto?
Sia io che Regina ci guardammo scuotendo la testa e ridendo; per qualche minuto mi era sembrato di essere al bar tra amici, eravamo state fortunate coi pazienti che ci erano capitati. E forse era egoistico sapendo la tragedia che loro avevano vissuto, ma non potei fare a meno di godermi il momento.

La porta si aprì ed entrò Anna che si guardò intorno, probabilmente chiedendosi da quando in qua si facevano festini nelle camere d'ospedale.
-Anna, chiudi la porta!- esclamai, e lei obbedì velocemente -Ti serve qualcosa?
-Devo rapirti un attimo per un consulto, scusate il... disturbo. Mi serve mia sorella, cioé, volevo dire la dottoressa Swan... insomma, vieni?
-Oh quindi lei è la sorellina!- la interruppe Killian -neanche la terza si smentisce... non è bionda ma il fascino di famiglia è evidente- le fece l'occhiolino, e lei arrossì.
-Non fare il cretino con mia sorella, chiaro?- lo canzonai -Arrivo Anna, possono cavarsela senza di me per un po'... Regina saprà tenerli a bada.
-Ok! Ehm... ciao ragazzi allora. Ah Emma tu stai ancora male?
-Shhh è solo un po' di nausea Anna, non c'è bisogno che lo urli in giro. Comunque a questo proposito quando usciamo di qui ti devo parlare.
-Potevi dirmelo che stai male dolcezza- si intromise ancora Killian.
-Silenzio, sto bene, non c'era niente da dire.
-Quindi uhm, hai la nausea ma non mentre sei qui con me...
-Qualcosa del genere Jones. Ma non vuol dire che tu ti debba montare la testa. Andiamo Anna, a dopo gente!- mi alzai dal letto e seguii mia sorella fuori da lì, sembrava ancora così imbarazzata che mi venne da ridere.
-Oh smettila di prendermi in giro!- si lamentò -Piuttosto, che mi devi dire?
-Mi prometti di tenere la bocca chiusa?
-Promesso.
-Oltre alla nausea avrei un piccolo... ritardo. Voglio che tu mi faccia un prelievo, in modo da essere sicura di non dover uccidere August. Perché ti giuro che potrei farlo.
-Credi di essere incinta?!- esclamò, portandosi la mano alla bocca. Io invece ebbi la tentazione di strozzarla, e non la feci solo perché intorno non c'era nessuno che potesse aver sentito.
-Facciamolo e basta. Allora, non avevi bisogno di un consulto?




















Angolo dell'autrice.
Volevo solo augurare buon anno a quelli che stanno leggendo dato che probabilmente questo è l'ultimo capitolo del 2014. Quindi buone feste! :)
E grazie ancora una volta per aver deciso di leggere questa mia idea folle xD

   
 
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