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Autore: ButterflySeven    30/12/2014    5 recensioni
Belle è una ragazza di 23 anni, iscritta al terzo anno di Beni Culturali all'accademia di Belle Arti.
I sui problemi iniziano quando il professor Hood la rimanda per la seconda volta all'esame di storia dell'arte contemporanea 2.
Cercherà disperatamente aiuto in qualcuno che ne sappia più di lei in fatto d'Arte ed il padre dell'amico Baelfire, famoso storico dell'arte, sembrerebbe il candidato ideale... Ma tutto ciò, a quale prezzo?
[Rumbelle - coppia principale] secondarie Baelfire/Emma ed Emma/Killian
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16
 
Sentì bussare alla porta e si mise a sedere di malavoglia.
- Avanti…- disse stropicciandosi il viso per riprendersi.
- Buongiorno, Emma…-
- Ciao Killian…- rispose alzandosi per cercare di svuotargli la poltrona e farlo sedere – scusa il disordine, ma non mi sono sentita bene ieri sera…-
- Ancora nausee? – le chiese aiutandola.
- Beh, diciamo di sì… Mi sento sempre così stanca! E faccio fatica anche ad alzarmi dal letto…-
- Il medico ti ha detto di riposare, quindi non dovresti alzarti dal letto…-
- Ah, lo so, lo so…- si sedette spazientita e Killian si appoggiò sul letto – oggi c’è anche la laurea di Belle ed io non riesco nemmeno a reggermi in piedi…-
- Tranquilla, sono le dieci del mattino, mancano un sacco di ore per le quattro. Inoltre tua madre ti sta preparando una tisana, così ti metti in forze…-
- Tu che mi dici? Com’è andato l’esame?-
- Mia cara, non ci crederai ma ho collezionato un altro 30 e lode-
Si sedette composta e lo guardò stupita.
- Sei serio? Come hai fatto? Hai sedotto la professoressa?-
- Veramente era un uomo…-
- Allora era gay-
- Ah!- sbruffò appena e lo vide rigirarsi nervoso – Ma perché non puoi semplicemente essere contenta per me? E poi potrei essermi impegnato davvero! Cosa ti fa credere il contrario?-
- Semplice, perché so quanto poco ami lo studio…-
- E se invece avessi messo la testa a posto?-
Emma lo osservò qualche secondo. Scrutò attentamente i suoi occhi intensi e si mise a ridere.
- Andiamo, stiamo parlando di te! Sono secoli che non fai che lamentarti dello studio…-
- Tu non mi prendi mai sul serio… Pensi davvero che io sia un povero fallito…- lo vide alzarsi e percorrere la stanza a grosse falcate.
- Dai, Killian, lo sai che scherzo… So benissimo che sei più responsabile di quanto tu voglia far credere… Solo non capisco cosa abbia potuto farti cambiare idea…-
- Emma, non è così difficile da capire… Ah, lascia stare- lo vide avvicinarsi alla porta – ti passo a prendere alle 15:30…-
Stava per uscire, ma lei si alzò in fretta e lo prese per mano.
- Ehi, non andare…-
L’alzarsi di botto le procurò un piccolo capogiro. Mollò la presa e le gambe le cedettero, ma per fortuna il ragazzo le strinse la vita prima che potesse cadere.
- Ehi, va tutto bene? Hai avuto un capogiro?-
- Sì… Mi sono solo alzata troppo in fretta, il medico mi ha detto di evitarlo…-
- Maledetta tu…- la sollevò da terra come fosse una principessa e si sorprese di quanto il suo tocco fosse delicato, poi la mise a letto e le rimboccò le coperte.
- Grazie…- disse imbarazzata – non sono ancora in grado di badare a me stessa…-
- Già… E devi stare attenta, non si tratta più solo di te, ma anche del piccolo marmocchio…-
Emma toccò il rigonfiamento all’addome e all’improvviso si rattristì.
- Sai, più mi avvicino ai nove mesi, più ho paura di cosa ne sarà di me e del piccolo… -
Killian si sedette al suo fianco e le afferrò le mani.
- Ehi, non sei sola ad affrontare tutto questo… I tuoi genitori stanno cercando di aiutarti in tutti i modi, le tue amiche ti vengono a trovare quasi ogni giorno ripetendoti che non ti abbandoneranno. Ashley ti sta anche aiutando con i corsi premaman e cerca di farti abituare all’essere mamma lasciandoti Alexandra per qualche ora, quindi non dovresti essere così spaventata… E poi hai tuo fratello Neal! Lo stai vedendo crescere, quindi non dovrebbe essere  così diverso con tuo figlio!-
Emma intrecciò le dita con quelle di Killian e una lacrima le scavò il volto.
- Lo so, è che non posso fare a meno di pensare che questo bambino non vedrà mai suo padre…-
- Ehi, a tempo debito spiegherai tutto al piccoletto… Non sarà solo, ma sarà circondato da tanti affetti… Inoltre ho promesso a Bae che avrei fatto di tutto per aiutarti e ti giuro che lo farò. Sarò un bravissimo zio, te lo prometto… Sto anche cercando di impegnarmi con lo studio per farti capire che anch’io, come gli altri, ho intenzione di starti vicino…-
Emma ebbe un tuffo al cuore.
- Tu… Tu stai davvero facendo tutto questo per me?-
Killian la fissò intensamente, poi distolse lo sguardo.
- Dovresti sapere che è così… - lo sentì sciogliere appena la presa tra le mani, ma lei le strinse più forte.
- Killian, non dovresti fare tutto questo per me… Insomma, ti sto tenendo in bilico da tanti mesi, dovresti sentirti libero di frequentare altre donne e non stare ad aspettarmi per sempre… Non sono pentita delle cose che ti ho detto quella sera, è solo…-
Killian si avvicinò appena e le depositò un bacio sulla guancia.
- Emma, non dovresti giustificarti per quello che fai… So benissimo che questi mesi sono stati dolorosi, perché anche per me non è stato semplice perdere un secondo fratello, che era anche il tuo ragazzo. Non devi sentirti in colpa e non devi nemmeno sforzarti di accelerare le cose tra di noi. E credimi, se fosse stato così semplice dimenticarti, stai pur certa che avrei fatto come dici tu tanti anni fa… Ma sai che c’è? Non m’importa doverti aspettare e non m’importa nemmeno se dovessi attendere altri cento anni per poi avere un rifiuto da parte tua… E’ la prima volta in vita mia che sento di dover lottare per qualcuno, quindi farò tutto ciò che posso per starti vicino, che sia come amico, come ragazzo o come un semplice estraneo, io non ti abbandonerò, te lo giuro, Emma Swan!E quando questo bambino crescerà, gli parlerò di Bae fino alla nausea. Conservo le vecchie spade di legno che usavamo per combattere e quando avrà l’età giusta gliele regalerò… Ho anche i filmini che ci aveva fatto mio fratello, gli mostrerò anche quelli per farlo sentire più vicino al padre che non ha… E gli insegnerò a navigare e a sapersi orientare nel mare facendosi guidare dalle stelle, proprio come facevamo io e Bae… So che è difficile accettare la morte della persona che ami, Emma… Questa è la seconda volta che perdo un fratello e sono stanco di soffrire così tanto e sentirmi una nullità. Sono stanco di essere solo il ragazzo che ci prova con tutte e che odia studiare, vorrei essere solo me stesso… Voglio crescere, voglio diventare una persona migliore, perché Liam e Bae si aspetterebbero questo da me, che cresca e mi assuma le mie responsabilità. Questo non significa cambiare, significa solo maturare. Non sarò mai un ragazzo serio, ma non posso nemmeno continuare a scappare dalle responsabilità. Ho perso tutti da ormai troppo tempo. Ho soffocato le mie paure, ma scappare non serve a niente. E ti giuro, mi piacerebbe davvero poter cancellare questo dolore, o far finta che non sia mai accaduto niente, ma non posso…-
- E cosa fai quando ti senti soffocare?- gli chiese con le lacrime agli occhi.
- Semplice, bevo un po’ di rum!- estrasse una piccola borraccia in plastica.
- Vorrei berne un po’…- disse prendendo la tazza vuota dal comodino.
- Non ti lascerò ubriacare…-
- Solo un goccio! Ho bisogno di bere, ti prego…-
Killian la osservò qualche secondo, poi stappò la borraccia e versò un po’ del liquido nella tazza.
- A Bae…-
- A Bae…- rispose facendo toccare i due oggetti.
Bevve un po’ e si sentì subito meglio. Il liquido si addentrò nella gola e provò un forte senso di calore.
- E’ davvero miracolosa come dici…- commentò sarcastica.
- Te l’avevo detto, Swan. Ma non prenderci la mano, non vogliamo che nasca un bimbo alcolizzato…-
- Ti giuro che è l’ultima volta, ma ne avevo bisogno… - si alzò piano e si sedette accanto a lui sul letto – Grazie Killian, potevi scappare dalle mie insicurezze, invece continui a rimanermi vicino nonostante tutto… Mi sento meno sola da quando ci sei tu…-
Killian le accarezzò le guance, rigate appena da piccole strisce di lacrime e poi la abbracciò delicatamente.
- Col tempo andrà meglio, vedrai…-
Emma si lasciò andare a un pianto liberatorio. Quelle braccia erano il suo porto di salvataggio.
Il cammino non sarebbe stato facile da affrontare, ma Killian aveva ragione: non era sola.
 
Belle camminò avanti e indietro, ripetendosi in mente il discorso che aveva preparato.
- Ehi, stai tranquilla, andrà tutto bene…- le ripetè Robert abbracciandola forte – hai ripetuto il discorso per almeno ottanta volte, dovresti sentirti sicura…-
- Lo so, ma… Penso sia normale provare queste sensazioni… Sono nervosa! -
- Dai, vedrai che sarà molto meno faticoso che sostenere un esame…-
- Lo so benissimo che è solo una formalità, ma cerca di capire, quando sono ad un esame, anche se sbaglio o mi blocco, non ho nessuno che potrà ricordarmelo per tutta la vita… Ma stiamo parlando della tesi! Ci sarà mio padre e tutti i miei amici! E poi ci sei tu… Non voglio fare cattiva figura davanti a tutti, voglio rendervi orgogliosi…-
- E lo farai! C’è solo una cosa che devi fare: arrivare determinata! Devi dirti “dimostrerò a tutti quanto valgo, mi mangerò la commissione come fosse la migliore delle cene”…-
- Spero solo non vada indigesto…-
- Ma no… Vedrai che andrà bene, te lo assicuro…-
Belle si lasciò cullare dal suo abbraccio affettuoso, respirò con fatica e tentò di rilassarsi.
Il cuore batteva impazzito e le mani tremavano incontrollate.
In pochi minuti, si sarebbe deciso il suo destino universitario…
 
Stare seduta ad ascoltare Ariel mentre discuteva la sua tesi, le stava mettendo più ansia del dovuto.
Strinse forte la copia della tesi e si mordicchiò le labbra.
- Stai tranquilla, non essere così nervosa…- le sussurrò Robert all’orecchio.
- E’ una parola… E se sbagliassi tutto? E se avessi un blocco?-
- Il tuo peggior nemico sei tu, quindi smettila di entrare in paranoia-
Belle respirò a fondo e si voltò per osservare i suoi amici e il padre, che erano seduti due file indietro.
Papà piangeva già adesso e questo non le era d’aiuto.
- Come faccio a rimanere serena se mi osserveranno tutti?-
- Tu devi solo arrivare con lo spirito di una guerriera. Devi affrontare le tue paure e dire a te stessa “adesso ve la faccio vedere io quanto ne so di arte”. Capito?-
Belle annuì e quando Ariel si alzò per tornare al suo posto, il cuore prese a battere del tutto fuori controllo.
- Vai e fai vedere a tutti chi sei!- le disse Robert dandole una piccola pacca sulla spalla.
La lunga cattedra della commissione era sopraelevata rispetto al resto della stanza, così salì i gradini sentendo all’improvviso oscillare i tacchi alti. Sistemò la gonna e respirò profondamente.
Quando si sedette, si sentì un po’ meglio.
Poggiò la tesi e accavallò le gambe, alla ricerca di una posizione comoda.
Il presidente annunciò il titolo della sua tesi e diede la parola al relatore Archie Hopper, un noto psicologo che da sempre basava i suoi studi sui principi dell’arte e l’arte stessa come catarsi.
Belle sentiva i suoni come un eco lontano, poi le venne data la parola e tentò di ricomporsi.
Le mani le tremavano, ma la voce era stranamente priva di incrinature.
- Buongiorno membri della commissione- esordì timidamente – oggi vorrei discutere insieme a voi di uno dei temi più “caldi” del nostro tempo, ma partiamo con l’elencare i cinque punti cardine di questa discussione: Arte, cultura, morale, religione e società. Questi rappresentano una costante nella mia vita e in quella di ogni artista. Ognuna di queste è legata in modo indissolubile all’altra.
Come mai? Perché l’artista non può scindersi da queste costanti? Come possono la cultura, la morale e la religione mutare la società, gli artisti e l’arte? Ed al contrario, come possono l’arte e l’artista mutare la società, la cultura e la morale?
Infiniti rebus a cui ho voluto trovare, o almeno cercare una risposta.
Bisogna partire dall’origine di ogni cosa, cioè dalle prime età.  Percorrendo i fattori psicologico/scientifici del modo in cui il nostro cervello assorbe i dati provenienti dall’esterno, ho spostato la mia attenzione sui primi passi dell’artista, caratterizzati dalle prime esperienze con il segno ed i colori. Questo passaggio basilare, è in grado di mettere alla luce un fattore fondamentale: gli artisti non nascono artisti, ma semplicemente bambini che apprendono e sperimentano come qualsiasi altro. Come spiegherà Picasso stesso, il problema è continuare ad essere artisti.
L’artista ha dunque bisogno di crescere e per farlo sfrutta la sua personalità, il proprio pensiero.
Il labirinto è la metafora perfetta di ciò che accade nella mente di ogni artista, che dovrà cercare di superare ogni ostacolo e sforzarsi a trovare il cuore del labirinto, trovare la rubedo, la propria essenza rossa. E’ inutile negare che l’artista non può scindersi dal proprio contesto storico, perché in qualità di uomo, egli vive il suo tempo, decidendo di esprimere il suo pensiero ed il suo “modo di vita” attraverso l’Arte. Forti traumi infantili, piccole o grandi esperienze personali, rappresenteranno alcune tra le cause che aiutano l’artista a scegliere un determinato percorso piuttosto che un altro. La posizione geografica ed il contesto culturale, rientrano di diritto tra le “ragioni” delle scelte dell’artista, poiché l’artista traduce in Arte ciò che vive nel suo IO, tramuta in Arte il proprio pensiero ed i pensieri non sono che traduzioni di ciò che circonda l’artista, con una sorta di relazione causa/effetto.
Ecco dunque che a mio parere Giotto, Michelangelo, Matisse, Picasso e via dicendo, possono essere messi sullo stesso piano, quello della differenza: uomini che vivono a pieno ciò che li circonda, che approfondiscono tematiche diverse in epoche diverse. Differenti eppure simili, poiché uniti dalla stessa volontà di percorrere il proprio Labirinto, per gridare al mondo intero io ci sono, questo è il mio pensiero.
Di epoca in epoca, il mondo cambia, le generazioni si alternano, gli artisti esprimono se stessi e le opere vengono lasciate in eredità, come testimoni del mutamento del modo di pensare. Le opere e lo stile degli artisti, divengono il passato meravigliosamente grande da scavalcare ed affrontare, ma accade anche che essi vengano inglobati nelle epoche a seguire, assumendo i tratti spigolosi dell’Anacronismo: vivere in un’epoca non propria, ma farne parte in ogni caso, questo l’elisir della lunga vita dell’opera d’Arte.
E con la morte dell’Opera d’Arte (all’incirca dopo 50-60 anni dalla sua creazione), entra in scena un nuovo giocatore: il fruitore. In realtà il fruitore è una costante anche prima della morte dell’opera d’arte. Mi piace riprendere un’affermazione di Marcel Duchamp che in un’intervista sosteneva che l’opera d’arte può essere considerata tale solo dopo la sua morte e, quindi, associare la figura del fruitore da questo momento in poi, per esaltarne maggiormente la caratteristica di neutralità nel giudizio.
Le epoche si alternano, l’opera d’arte rivive nel tempo grazie all’Anacronismo e l’artista rivivrà con essi tramite il piccolo/grande tesoro racchiuso in ogni opera.
La storia si evolve, passato-presente e futuro continueranno a far parte del cammino di ogni artista. E la giostra della vita continuerà a girare…
E’ consigliabile ancora vivere in funzione del proprio presente, poiché chi vuol esser lieto sia: del doman non v’è certezza. Parola di Lorenzo De Medici-
Il pubblico applaudì forte e il presidente della commissione riprese la parola.
- Grazie per la sua esposizione, signorina French-
La congedarono e lei tornò a sedersi barcollante.
- Sei stata bravissima- le disse Robert afferrandole la mano per qualche secondo.
- Non mi hanno fatto domande, ma stavo morendo di crepacuore! Ho sudato tantissimo… Ed ero molto tesa…-
- Sei stata molto fluida nell’esposizione. Ti tremavano le mani, ma la voce era ferma e decisa. E’ andata bene! Devi essere fiera di te stessa…-
- Credimi, m’importa solo non aver fatto cattiva figura davanti agli altri…-
Si voltò per osservare le file dietro e suo padre la salutò mentre cercava di contenere le lacrime con un fazzoletto.
- Hai sciolto il cuore di tuo padre, direi che questa è una grande soddisfazione…- le fece notare Robert.
- Sì, hai ragione- rispose sorridendo e ricambiando il saluto del padre – Può sembrare un duro, ma è solo il suo carattere. Alla fine mi vuole bene e tenta di proteggermi. Anche se spesso esagera un po’-
Robert le sorrise, poi tornarono a concentrarsi sugli altri candidati e aspettarono il momento della proclamazione in silenzio.
La poca sicurezza che aveva recuperato, fu messa a dura prova quando la rettrice Mills entrò nella sala e andò a sedersi tra i membri della commissione. La vide scrutare la folla e sorridere appena quando notò lei e Robert.
Salutò con un cenno della mano e lei si voltò per osservare Robert, che si era irrigidito sulla sedia.
Tornò a scrutare la donna, così elegante in un tubino rosso e giacca nera, che metteva in risalto le sue forme sinuose e il seno prosperoso.
Si sentì una bambina nel suo delicato completo con gonna nera e camicia bianca raffinata.
Strinse la mano di Robert e pregò che andasse tutto bene.
 
La commissione uscì dalla sala per discutere sui voti in una stanza a parte.
Belle era impaurita, la rettrice era uscita insieme a loro.
- Belle, scusami un momento, torno subito…-
Robert si alzò e corse via e lei ebbe paura, perché sapeva benissimo dove stava andando.
- Oh, signore….- sussurrò a se stessa.
Poggiò il volto sullo schienale della sedia vuota davanti a lei e sospirò. Sentì qualcuno sedersi accanto a lei e si voltò sperando che fosse Robert che ci aveva ripensato.
- Ehi, cos’è questa faccia lugubre?- le chiese Killian preoccupato.
- Credo che Robert sia andato dalla rettrice Mills. Sai meglio di me cosa c’è stato tra loro e adesso che sta con me, beh…-
- Credi che possa vendicarsi abbassandoti il voto di laurea?-
- Suppongo di sì, dato che è entrata giusto qualche istante prima che la commissione si riunisse-
- Oh, andiamo… Hai fatto una splendida esposizione. Parti da 106, ti bastano 4 punti su 10. Ce la farai sicuramente, considera che hai un punto in più per le tue quattro lodi, quindi sei apposto-
- Non credo sia così semplice… E poi non voglio che quei due rimangano da soli. Ho paura che Robert possa fare qualche sciocchezza-
- E allora cosa aspetti a raggiungerlo? La commissione deve comunque uscire da quella stanza-
- Hai ragione! Sto tornando!-
Si alzò di scatto e non badò a suo padre e i suoi amici che la stavano chiamando.
Svoltò a destra e si trovò nell’atrio. Poi imboccò un piccolo corridoio e fu lì che sentì le urla di Robert.
- Quello che c’è stato tra di noi non riguarda Belle! Lei non c’entra niente e deve restarne fuori!-
- Dimentichi il fatto che è stata lei ad allontanarti da me!-
- Sei stata tu ad allontanarti da me, tanti anni fa. Non puoi pretendere davvero che ti rimanga fedele per l’eternità, quando tu non fai mistero nel portarti a letto altri uomini!-
- Proprio non ci arrivi… Non m’importa chi ti porti a letto, io voglio solo avere il tuo cuore! Sei sempre stato mio e non permetto che una stupida ragazzina cambi questo-
- Decido io cosa farne del mio cuore-
- Ti sei forse dimenticato di quanto amavi i miei baci? Di quanto ti piaceva fare l’amore con me?-
-Era solo sesso, Cora!-
- Beh, credo sia meglio rinfrescarti le idee, così capirai che differenza c’è tra il baciare una ragazzina e il baciare una donna matura…-
Il cuore le scoppiò in petto e agì prima ancora di pensare.
Corse più veloce che potè ed osservò come al rallentatore le mani di Cora che afferravano il colletto della giacca di Robert e lo avvicinava a sé con prepotenza.
Vide l’uomo portare le mani in avanti per impedire l’attrito, ma Belle fu più veloce, perché si frappose tra i due, spintonò Cora e si aggrappò alla nuca di Robert spingendolo verso di sé.
Allacciò le braccia al suo collo e sentì l’uomo sollevarla da terra, mentre le labbra finalmente si incontrarono in un contatto quasi disperato.
Belle pianse e Robert la strinse a sé.
Per un attimo fu come se il mondo attorno a loro si fosse fermato ed esistevano solo loro.
La tensione accumulata si sciolse per magia e fu solo contenta di averlo tra le sue braccia, ancora insieme.
Quando Robert la poggiò a terra, permise alle labbra di rimanere unite per qualche altro secondo, poi si voltò fiera e strinse il braccio di Robert con entrambe le mani.
Cora li fissava esterrefatta e fu contenta di tale reazione.
- Signora Mills, chiariamoci subito- esordì decisa – Voi siete la mia rettrice per ancora qualche minuto, quindi non vi offenderò con toni sgarbati. Inoltre Voi siete una donna più grande ed io rispetto le persone anziane- diventò viola a tale affermazione – So benissimo i trascorsi che ci sono stati tra Voi e Robert, ma credo sia assurdo pensare che un uomo vi possa rimanere fedele se in cambio riceve solo rapporti occasionali. Se davvero amavate Robert, non avreste lasciato che si potesse allontanare così. Invece avete fatto in modo di tenervelo per voi, quando per prima non lo rispettavate andando con chiunque. Sapete qual è il punto? Che a differenza vostra, io lo amo davvero e non me lo lascerei scappare per nulla al mondo. Lo sanno tutti che bisogna tenersi strette le cose preziose ed io non permetterò che possa avvicinarsi ancora a voi solo per far sesso. Sono una ragazza giovane ed ho tante energie. Non abbiamo bisogno del vostro supporto per avere una vita sessuale appagata. Ci bastano le nostre performance, che ve l’assicuro, sono l’opposto di contatti delicati ed innocenti- Robert la osservò divertito, ma lei non aveva ancora finito – detto questo, trovo ridicolo che una persona matura come voi, ritenga opportuno vendicarsi sul mio voto di laurea. Con questo dimostrate poca maturità e a tal proposito, mi chiedo chi tra di noi possa essere considerata una “ragazzina”, se giudichiamo le azioni con cui operiamo. Non mi sono mai permessa di disturbarvi in casa vostra per ribadire il mio amore per Robert e la volontà che rimaniate fuori dalla nostra relazione, ma dato il vostro comportamento, mi vedo costretta a spiegare la situazione e chiarirci definitivamente. Robert non vi appartiene, così non mi appartiene. Le scelte su chi affiancarsi nella vita di tutti i giorni, spettano solo a lui. Io so cosa prova per me e so anche cosa ha provato per voi. Si dice che il treno passa una volta, mi dispiace abbiate perso il vostro treno, per quanto mi riguarda, sono felice di esserci salita con un biglietto di sola andata-
Cora la guardava senza battere ciglio e Robert le sorrideva sempre più divertito.
La porta dell’aula in fondo al corridoio si aprì e i membri della commissione si accinsero a tornare nell’aula magna per decretare i voti.
- Adesso chiedo scusa, ma desidero conoscere la mia valutazione. Buona giornata, rettrice Mills-
Si voltarono e seguirono la commissione lungo il corridoio.
- Uhau, non avevo ancora avuto modo di conoscere questo lato di te. Mi hai stupito! Sei stata così fiera e determinata! E quella parte sul sesso… -
- Smettila…- disse imbarazzata. Pian piano metabolizzava il peso delle cose che aveva detto.
- No, dico sul serio, sono rimasto profondamente colpito… Ed io che credevo fossi una ragazza ingenua e pacifica!-
- E’ proprio delle ragazze ingenue e pacifiche che devi aver paura…-
- Adesso capisco perché ti piace Game of Thrones! Io pensavo che la nostra storia si avvicinasse alla Bella e la Bestia, ma credo sia giunto il momento di trovarci degli alter ego in Game of Thrones!-
- Oh sì! Mi piacerebbe essere Brienne… E tu saresti il mio Jaime!-
- Ma Jaime e Brienne non stanno insieme….-
- Nella mia fantasia Jaime ha rubato la sua verginità. Stanno insieme ed hanno tanti figli!-
- Capisco. Sei fortunata che siano anche i miei personaggi preferiti. Ma vorrei avere la mente di Tyrion, se per te va bene-
- Mi sta benissimo! Perché mi piacerebbe avere entrambi i fratelli Lannister tutti per me…-
Robert sorrise e la baciò un’ultima volta prima di entrare in aula magna.
Suo padre la osservava preoccupato, ma lei gli sorrise per rassicurarlo e si andò a sedere con Robert tra le prime file.
- Sono di nuovo in tensione…- confessò, mentre si teneva impegnata mordicchiandosi le unghie.
- Andrà tutto bene…-
La commissione cominciò a chiamare i candidati e Belle fu contenta che Ariel avesse preso il massimo dei voti.
- La candidata Belle French- chiamò il presidente.
Belle si alzò con il cuore che martellava arrivandole in gola. I tacchi la facevano sentire ancora più insicura e ritenne un miracolo il riuscire a salire i gradini e rimanere in piedi davanti la commissione.
- La commissione, considerato il curriculum degli studi da Lei compiuto e valutata la tesi di laurea, attribuisce alla prova finale la votazione di 110/110 e lode. Per le autorità conferitomi dal rettore, la proclamo Dottoressa in Beni Culturali-
Un boato partì dal pubblico e lei si sentì felice come non mai. Non seppe nemmeno cosa fece dopo, riuscì solo a ringraziare i membri della commissione e sorridere felice.
Cora, per fortuna, non era più rientrata, così non ebbe alcun imbarazzo nel salutare i docenti e nello scendere i gradini felice, lasciando il posto agli altri colleghi in attesa del verdetto.
Suo padre la aspettava accanto a Robert, lo andò a stringere forte e lo sentì singhiozzare sulla sua spalla.
- Oh, Belle, hai fatto tanti sacrifici in tutti questi anni… Sono così fiero di te! Ce l’hai fatta!-
- Non ci sarei riuscita senza il tuo sostegno. Ti voglio bene, papà-
- Te ne voglio anch’io, figlia mia…-
Quando la lasciò andare, venne circondata dai suoi amici, che la trascinarono a forza fuori dall’edificio.
Stapparono lo spumante e bevvero allegramente, poi a turno si fecero delle foto ricordo e Belle si sentì talmente frastornata che a stento riuscì a mettersi in posa per non sembrare la solita stupida che faceva facce buffe.
- No Emma, aspetta un momento! Lo sai che vengo malissimo al naturale!- si lamentò con l’amica, che continuava a sorprenderla con scatti improvvisi mentre sorseggiava lo spumante o giocava con il piccolo Neal e con Alexandra.
- E vedrai stasera quanti scatti ti ruberò!- la minacciò strizzando l’occhio.
Belle sospirò, ma Robert la prese per mano e lei sentì la voglia di abbracciarlo davanti a tutti. Si voltò ad osservarlo e le regalò uno dei sorrisi più belli.
- Emma, ci faresti una foto?- chiese stringendolo appena.
Robert le allacciò la vita con un braccio e le fece leggermente il solletico. Questo la fece sorridere un po’ di più ed Emma ne approfittò per cogliere quell’attimo di tenerezza tra di loro.
- Belle, direi che ormai si sta facendo tardi. Ci ritroviamo tutti a cena?- le disse il padre, notando l’ora tarda.
- Ok. Quindi ragazzi, mi raccomando, siate puntuali. Ci vediamo tutti alle 20:30 al ristorante-
Tutti la salutarono e suo padre andò in macchina con i genitori di Emma.
Fu felice di potersi rilassare una volta entrata in macchina.
- Sono distrutta!- disse togliendosi le scarpe alte ed abbassando di poco il finestrino per prendere aria.
- E’ stata una giornata molto intensa e non è ancora finita…-
- Già… Mi ingozzerò come un tacchino a cena. Però sono contenta. Non mi è mai importato nulla dei compleanni, ho sempre desiderato di condividere questo giorno con le persone che amo e finalmente questo sogno si è realizzato…-
- Sono stati tutti molto fieri di te. I genitori di Emma sembrava si stesse laureando loro figlia per come si sono emozionati. Persino la nonna di Ruby ha pianto un po’…-
- Che dolci… Sono fortunata ad avere tutti loro. E ad avere te…-
Robert parcheggiò in quel momento davanti casa, si voltò e la osservò attentamente.
- Belle, sono io quello fortunato. Non dimenticherò mai il modo in cui ti sei difesa con Cora. Mi hai dimostrato così tante volte quanto ci tieni a me, che io mi sento sempre in debito-
- Non devi. Questa laurea la devo anche a te. Mi sei stato molto vicino e ti devo tutto…-
Robert le accarezzò piano il volto, si avvicinò dolcemente e sfiorò le sue labbra con un tocco delicato.
- Io ti amo, Belle- le soffiò tra le labbra.
- Ti amo anch’io… Tantissimo-
Belle schiuse appena le labbra e lasciò che i fiati si unissero in un contatto intenso e ricco di sentimenti. Sfiorarono i corpi senza desiderio, ma solo con un amore infinito.
Entrambi sapevano che non c’era tempo per dedicarsi a quel genere di attività, inoltre sentivano il bisogno di assaporarsi con lentezza subito dopo cena, proprio come il migliore dei dessert.
- Entriamo dai, dobbiamo ancora prepararci…- le ricordò scendendo dalla macchina, ma Belle faticò a mettersi le scarpe, a causa dei piedi ormai gonfi.
- Accidenti a me…- sussurrò imprecando.
- Cosa non va?- le chiese Robert tornando indietro non vedendola al suo fianco.
- Non mi entrano le scarpe. Dovevo toglierle a casa, adesso ho i piedi troppo gonfi per farmele rientrare-
- Oh, dai, non è questo il problema-
Robert lasciò cadere il suo inseparabile bastone, si avvicinò alla macchina e la prese in braccio.
- Ce la fai?- chiese preoccupata.
- Belle, dopo tutti questi mesi in cui ti ho sollevata di peso per portarti in camera da letto, mi chiedi davvero se riesco a portarti sino all’ingresso?-
Belle si imbarazzò e nascose il viso nell’incavo del collo.
- E’ che in quei momenti è l’ultimo dei miei pensieri…-
- Oggi è la giornata delle rivelazioni hot! Non ho ancora dimenticato cosa hai detto sulle nostre prestazioni sessuali… Ne sono davvero lusingato!-
- Sai benissimo che è la verità…-
- Ma ad un uomo fa sempre piacere sapere che la donna apprezzi… Anzi, se hai dei desideri “particolari” dimmi pure, possiamo continuare a sperimentare….-
- Questa discussione si sta facendo seriamente troppo imbarazzante…-
Robert le sorrise. Aprì la porta e la depositò nel divano del salotto.
- Ti adoro, Belle… Dico sul serio! – la baciò ancora e ancora, finchè non giunse l’ora di prepararsi per la festa.
Entrambi si misero a tiro: Belle indossò un vestitino bluette in pizzo, con scarpe bordò molto belle e Robert con un completo nero molto formale e cravatta bordò.
 
Quando arrivarono al ristorante, gli amici la accolsero con un grosso applauso.
- Questo è per te- le disse Ashley mettendole a forza la ghirlanda di alloro sul capo.
- Grazie. Ora sì che sono una vera dottoressa!- disse scherzando.
Andò a salutare tutti quanti e poi salutò i genitori di Ariel e i suoi parenti.
Dal momento che si laureavano lo stesso giorno, avevano deciso di fare un’unica festa, dato che comunque avevano molti amici in comune e non volevano creare l’imbarazzo di dover scegliere a quale festa andare. Inoltre l’università aveva rafforzato il loro rapporto e volevano condividere insieme quell’ultima gioia, dopo parecchi giorni di ansie dovuti agli esami.
- Ariel! Ce l’abbiamo fatta!- disse vittoriosa abbracciando l’amica.
- E chi l’avrebbe detto? Abbiamo passato tanti di quei giorni in preda alla disperazione, che sapermi laureata mi sembra quasi un miraggio!-
- Ahahahah, hai proprio ragione! Beh, direi che possiamo esser fiere di come abbiamo affrontato questo percorso. E sono contenta di averti avuto al mio fianco. Mi hai sempre sostenuto, ti devo tantissimo…- la ringraziò Belle.
- Anche tu ci sei sempre stata quando avevo i miei crolli emotivi. Le amiche fanno questo: si aiutano a vicenda!-
Si abbracciarono forte, poi si separarono per continuare i loro giri di saluti.
 
Belle si sedette affamata a capotavola.
Avevano disposto il tavolo a U e lei ed Ariel occupavano i due capotavola.
Accanto a sé aveva Robert ed Emma, mentre suo padre si era andato a sedere nel blocco centrale insieme ai genitori di Ariel ed Emma, per far compagnia al resto dei parenti.
Belle non aveva nessuno, ma era contenta che molte persone poteva ritenerle parte della famiglia.
Mangiarono a sazietà, ma si preoccupò per Emma che non toccò cibo per tutta la sera.
- Emma, se non ce la fai non sei obbligata a rimanere seduta. Vuoi che ti accompagni un po’ fuori?- chiese vedendola boccheggiare davanti ai secondi.
- Un po’ d’aria mi farà bene, ma tu resta, vado da sola…- Emma si alzò, ma Belle fu felice di stare un po’ con lei.
- Aspettami…- le disse affrettando il passo per raggiungerla. Si voltò ad osservare Robert, scusandosi con lo sguardo per averlo lasciato solo, ma lui le sorrise e tornò a parlare animatamente con Killian. Aveva sempre il terrore di vederlo picchiare il ragazzo, uno di quei giorni. Non doveva essere facile per lui vedere suo figlio sostituito con un altro ragazzo nella vita di Emma.
- Come stai? – chiese nuovamente prendendola per mano, mentre si andavano a sedere in una panchina poco distante dall’ingresso della sala.
- Non tanto bene. Ho troppe nausee. Non ce la faccio più! Vorrei che questi mesi volassero e allo stesso tempo ho sempre questa paura infinita di non sapere come me la caverò. Te lo confesso, se non ci foste stati tutti voi, avrei sicuramente dato in adozione il piccolo. Non sono psicologicamente pronta ad affrontare la nascita di un neonato e prendermene cura. Insomma, non so come si fa! Sono stata sballottata da una famiglia all’altra per tanti anni, non so cosa sia l’affetto nei periodi di infanzia e continuo a temere che non sarò capace di amarlo abbastanza! Se ci fosse Bae sarebbe tutto diverso, ma sono sola! Ed ho paura di sbagliare tutto! E temo che possa odiarmi, perché non sarò una buona madre!-
- Queste paure sono normali! Hai dovuto affrontare tante cose da sola, senza nessuno al tuo fianco e quando avevi trovato una tua stabilità, hai dovuto di nuovo mettere in gioco tutte le tue certezze. Chiunque, al posto tuo, sarebbe terrorizzato nel dover crescere un bambino senza il padre. Non devi sentirti in colpa per come ti senti, è del tutto lecito avere paura! Ma le paure ci rendono più forti e vedrai che col tempo capirai come si fa da madre. E’ solo il tempo la soluzione. Nessuno nasce genitore, lo si diventa a poco a poco. Inoltre non sei sola, tanta gente si prenderà cura di te e del piccolo-
- Lo so, me lo dite tutti, però volevo solo una vita normale. O almeno speravo che mio figlio potesse avere una vita normale. Invece per il mio egoismo non sarà così… Sono stata io a lasciare Bae, per questo lui ha cercato un’altra donna…-
- Ancora con questa storia? Te l’ho ripetuto tante volte, è inutile fartene una colpa. C’erano dei problemi tra di voi, quindi avete pensato che lasciarvi potesse essere la soluzione. L’amore non è un sentimento che può essere comandato. Se entrambi avete preso la vostra strada, significa che era giunto il momento di separarvi. Siete stati insieme tanti anni, ma questo non significa che dovevate continuare a vivervi per l’abitudine. Spesso ci si sposa solo perché si è troppo affezionati l’un l’altro, ma la verità è che sono questi i primi matrimoni ad andare in pezzi. Eravate giovani e spesso le cose cambiano. Eravate innamorati, ma poi avete capito che non eravate fatti per stare insieme. Non potevi costringerti a stare con un uomo che non amavi più. Al cuore non si comanda, ricordatelo-
- Hai ragione, però vorrei solo che fosse qui… Potevamo non stare insieme, ma poteva essere un buon padre-
Emma singhiozzò appena e Belle la strinse forte.
- Non fare così…- le sussurrò.
Belle non sapeva più cosa poterle dire per farla star meglio, così continuò semplicemente ad abbracciarla finchè non si fosse calmata.
 
Quando Belle rientrò in sala, aveva forti fitte allo stomaco e smise di toccare cibo. Divenne triste all’improvviso ed anche se gli amici la coinvolsero in balli scatenati, dentro di se sentiva solo un grandissimo vuoto.
A fine serata la fecero accomodare al centro della sala insieme ad Ariel e quello che vide, fu un colpo al cuore.
Era uno di quei video realizzati dagli amici per festeggiare il traguardo della laurea, ma quel video per lei aveva un significato molto più profondo.
Il fiato si bloccava a ogni immagine di lei e Bae al mare, o in montagna, o in qualche museo, o che facevano facce buffe durante i loro momenti di svago. C’erano le foto del compleanno di Robert, con lei che abbracciava Bae ed Emma e Robert accanto al figlio. Poi c’erano le foto dell’inaugurazione del negozio e infine le foto dei suoi ultimi giorni di vita, nelle feste natalizie.
Erano stati carini a inserire anche lui.
Per giorni aveva cercato di impedirsi di essere triste per la sua mancanza. Bae non l’avrebbe mai perdonata per non essersi goduta quel giorno così importante. Eppure quel senso di disagio che la assaliva da parecchi giorni, non potè che sopraffarla, tanto che non riuscì più a respirare.
Le luci continuarono a rimanere soffuse anche dopo la fine del suo video, per dar spazio alla parte di Ariel.
Belle si voltò e cercò un’unica persona in tutta la sala e quando i loro sguardi si incontrarono, Belle potè leggere tra i suoi occhi la stessa tristezza che stava assalendo lei e non riuscì più a rimanere seduta, quando vide il suo volto rigato dalle lacrime.
Si alzò correndo, lo prese per mano e lo guidò fuori.
L’aria fresca le accarezzò le vesta sottili, ma non badò al freddo, o almeno non a quello esterno.
Era percossa da forti tremiti e il freddo la agghiacciava dall’interno.
Si fermò solo quando furono immersi dagli alberi e dai faretti di una fontana accanto a loro.
Le mani le tremavano e le labbra erano ormai secche, ma ebbe comunque il coraggio di voltarsi per poterlo osservare da vicino.
Robert si mordicchiava il labbro inferiore e teneva ancora gli occhi chiusi, ma questo non impedì alle lacrime di continuare a sgorgare indomate.
- Robert…- disse solo tra i singhiozzi.
Quando l’uomo aprì gli occhi, fu ancor peggio, perché li vide lucidi e tristi, proprio come li aveva visti il giorno della morte di Bae.
- Belle… Mi manca così tanto…-
Queste poche parole, furono capaci di farla crollare.
Si sporse in avanti e lo strinse come se fosse l’ultima cosa rimastagli al mondo.
Piansero insieme in una sorta di silenzio irreale, mentre gli uccellini canticchiavano allegramente nel sottofondo, ignari del dolore che aveva pervaso i due innamorati.
Belle aveva sempre vissuto ogni esperienza degli ultimi anni insieme a Bae e avevano fantasticato a lungo su cosa avrebbero fatto il giorno della sua laurea.
Lui le diceva sempre che avrebbe preparato di persona il video di auguri e l’avrebbe fatta vergognare davanti a tutti inserendo le loro foto più buffe.
Bae le diceva sempre che non avrebbe dovuto temere il voto di laurea, perché lui, da bravo avvocato, avrebbe fatto ricorso e le avrebbe fatto vincere la causa, se non le avessero dato un voto adeguato.
Bae rideva quando Belle si domandava cosa avrebbe dovuto indossare quel giorno e il ragazzo le diceva che non la immaginava in pantaloni e giacca, l’avrebbe preferita con un tubino, o comunque indossando un completo con gonna e camicia bianca. E lei gli promise che l’avrebbe fatto felice, a patto che avrebbe ascoltato il suo discorso nei giorni precedenti al grande giorno, per sentirsi più sicura nell’esposizione.
La verità attuale, era invece molto più cruda.
Era stata una giornata indimenticabile, ma non poteva scordare quell’amico che l’aveva sostenuta per tutti quegli anni.
Il ricordo di Bae, l’avrebbe accompagnata sino alla morte e non avrebbe potuto impedirsi di immaginare come sarebbe stata la sua vita, con lui ancora al suo fianco.
Si strinse più forte contro il petto di Robert e condivisero insieme quel dolore che si erano taciuti, ma che entrambi avevano percepito ci fosse nell’altro.
- Ho cercato di non pensarci, te lo giuro… Ho tentato di non farti pesare questo giorno, ma non ce l’ho fatta… Mi dispiace così tanto, Robert!-
- Ho sempre immaginato il giorno della laurea di mio figlio… Speravo di potergli stare accanto come ha fatto tuo padre, invece non proverò mai questa gioia…-
Belle gli accarezzò la schiena con amore e lasciò che stavolta fosse lui ad aggrapparsi e nascondere il volto pieno di lacrime sulla sua spalla.
Robert iniziò a giocare con alcune ciocche di capelli e piano entrambi si calmarono, tornando a respirare normalmente.
Belle affondò le dita tra i fili argento e cercò di farlo rilassare con piccoli grattini.
- Ehi, non sono un gatto…- le disse l’uomo ridacchiando.
- Oh, ma sì che lo sei…-
- Tu invece sei un cupcake -
- Ah si?- Belle si tirò leggermente indietro per guardarlo negli occhi.
Il viso sembrava scavato e gli occhi erano gonfi dal pianto.
- Non ho una bella cera, dico bene?- le chiese intuendo i suoi pensieri.
- Immagino abbia anch’io lo stesso aspetto…-
- Sì. Ma dobbiamo rientrare. Questo è il tuo giorno. Bae ci starà rimproverando, ovunque sia… Basta piangere. Abbiamo sofferto abbastanza e tu ti meriti di essere felice, almeno oggi…-
Belle si asciugò le lacrime e strofinò i polpastrelli sotto le occhiaie dell’uomo per togliere i residui d’acqua.
Si sporse leggermente e lo baciò, per cercare di risucchiare quel dolore e trasformarlo in sentimenti più dolci.
Robert la prese per mano e la guidò dentro, dove i suoi amici tornarono a coinvolgerli in assurdi balli di gruppo prima dell’apertura della torta di laurea (una fantastica sette veli con decorazioni in pasta di zucchero che raffiguravano un cappello di laurea, con sopra una coccinella e un quadrifoglio).
Scartò i regali ridendo di cuore ai bigliettini buffi degli amici.
Ruby aveva disegnato un biglietto che la ritraeva in atteggiamenti poco casti con Robert. Il titolo era “Cento modi per festeggiare una laurea…” e poi c’erano diverse vignette con lei con indosso solo il cappello della laurea e Robert con una cravatta rossa.
- Belle, non leggi questo biglietto?- chiese suo padre vedendola fissare il foglietto senza aprir bocca.
- Oh, no, in realtà è una lettera troppo lunga e Ruby si vergogna a sentirla letta ad alta voce…- fulminò la ragazza con lo sguardo, che in risposta le strizzò l’occhio.
Killian, che era seduto accanto a lei, non resistette e le tolse il biglietto dalle mani.
- No! Killian, ridammelo!- si sporse in avanti, ma il ragazzo si tirò indietro.
- Hai capito i bigliettini di Ruby…- si mise a ridere e passò il biglietto ad Emma – tesoro, guarda cosa fa la tua amica-
Belle fece finta di non ascoltare, mentre scartava gli altri regali.
- Non ci posso credere… Ruby!- la rimproverò Emma sconvolta – Il senso della decenza non sai proprio cosa sia…-
- Beh, ho solo voluto dare qualche spunto, niente di più…-
Belle sospirò e ringraziò il cielo che Robert in quel momento fosse seduto accanto ai genitori di Emma.
- Questa me la paghi, sappilo…- la minacciò a bassa voce. Ruby le sorrise, ma non rispose alla provocazione.
 
Dopo circa due ore, finalmente gli invitati svuotarono la sala e lei potè avviarsi con Robert verso casa (suo padre si era ormai rassegnato alla sua convivenza con Robert).
Era stata una giornata molto intensa ed era stanchissima.
- Hai ricevuto un mucchio di regali!- commentò Robert mentre sistemava i pacchi sopra il tavolo della cucina.
- Il più bello è sicuramente il nuovo pc portatile, desideravo tanto averne uno!- quello era il regalo di suo padre insieme ai genitori di Emma e alla nonna di Ruby.
- Hanno avuto un bel pensiero… Comunque, ti va un tè? Ho bisogno di rilassarmi-
- Sì, ti prego… Io vado un attimo a cambiarmi, non ce la faccio più a tenermi questi vestiti-
- Allora ti aspetto-
L’uomo iniziò a trafficare in cucina e lei ne approfittò per liberarsi da tutti quegli ingombri.
Indossò una sottana in seta molto leggera e allacciò la sua vestaglia a modello kimono.
Scese le scale con le ultime forze e quando entrò in cucina, rimase abbagliata.
Le luci della stanza erano spente, ma Robert aveva acceso delle candele per rendere l’atmosfera più rilassante.
Le tazzine erano già fumanti, segno che il tè era già versato e lui la stava aspettando già seduto.
Aveva tolto la giacca e le maniche della camicia erano arrotolate fin sotto il gomito. I primi bottoni del colletto erano slacciati e lasciavano intravedere la leggera peluria del petto.
Si sedette maldestramente e lui le sorrise in quel suo modo adorabilmente ambiguo.
- Vuoi un po’ di biscotti?- le chiese porgendole un piccolo cestino pieno di dolcetti.
- No, basta dolci, ne ho mangiati fin troppi stasera…-
Robert invece ne agguantò uno e lo mordicchiò suadente, senza mai distogliere lo sguardo da lei.
Inghiottì per non boccheggiare come una stupida, poi capì che l’unica soluzione fosse bere il tè, ma si ustionò bevendo un lungo sorso senza prima aver soffiato.
- Brucia!!!- commentò con le lacrime agli occhi. Uscì la lingua e tentò di farla raffreddare utilizzando la mano come se fosse un ventaglio.
A quel punto Robert la sorprese iniziando a ridere di cuore.
Belle si bloccò.
La sua risata era pura e cristallina.
Aveva portato una mano davanti al volto, quasi disperato, e continuava a ridere senza riuscire a trattenersi. Era una risata piena, una risata sincera e Belle fu certa di non averlo mai visto ridere a quel modo, forse solo quella volta che avevano giocato con le palle di neve nel giardino.
Si dice che l’accessorio più bello sia il sorriso e Belle fu d’accordo con quell’affermazione, perché ai suoi occhi, Robert non era mai stato così bello.
Si arrabbiò con tutte quelle persone che l’avevano reso un uomo triste, in primis suo padre, che lo aveva abbandonato nel momento del bisogno, ma anche con Milah, che non era stata capace di sollevarlo dall’oscurità. Bae aveva fatto di tutto per aiutarlo, ma adesso era morto…
Robert era rimasto solo, ma aveva trovato il coraggio di tornare a ridere.
Per lui poteva essere più semplice allontanarsi da tutti ed essere nuovamente la persona cattiva di un tempo, ma dopo un primo attimo di tentennamento, aveva deciso di tentare di viversi la vita, mettendo in gioco tutto se stesso.
Era un uomo coraggioso e Belle apprezzò questo suo lato.
Lei amava tutto di lui, anche la sua parte più oscura, ma amava soprattutto la sua forza d’animo e la sua sincerità. Perché lui non fingeva di essere ciò che non era.
Robert era solo Robert. E a lei piaceva così com’era.
- Cosa c’è?- chiese l’uomo strofinandosi gli occhi per asciugare le lacrime.
Poche ore prima avevano pianto insieme, in preda alla nostalgia per la mancanza di Bae. Belle si emozionò a vederlo piangere dalle troppe risate.
- Belle?- ripetè vedendola così seria.
Ma Belle non rispose.
Si alzò dalla sedia e lo raggiunse dall’altro lato del tavolo.
Lui la osservò ammaliato e lei continuò a studiare quegli occhi magnetici, che l’avevano fatta innamorare sin dalla prima volta che il suo sguardo si era posato su quello dell’uomo.
Si avvicinò piano e gli accarezzò il viso con dolcezza, portò una mano sul collo e le dita presero a muoversi dolcemente, regalandogli piccole carezze.
Robert socchiuse gli occhi, godendosi quei piccoli gesti, e Belle ne approfittò per chinarsi di poco e avvicinare le labbra a quelle schiuse di lui.
Rimase a fissarlo ancora per qualche secondo.
Lo vide così preso da ogni suo movimento, con quel sospirare un po’ affannato, le mani che si spostavano indecise se toccarla o no e le piccole gocce di sudore che dalla fronte scendevano piano per tutto il volto, per poi deviare sul collo e morire nel petto, lievemente scoperto dalla camicia leggermente sbottonata.
Qualcosa scattò in lei, perché era troppo bello, troppo tutto. Ed era suo.
Belle era una ragazza timida, che difficilmente prendeva l’iniziativa, ma stavolta non riuscì a sopprimere il fuoco che la mandò in fiamme.
Lo afferrò per la nuca con prepotenza, lui spalancò le palpebre sorpreso, ma non fece in tempo a dire nulla, poiché Belle gli catturò le labbra come se fosse la sua personale fonte d’ossigeno.
Schiuse le labbra quasi immediatamente e intrecciò le lingue con una passione che non credeva di possedere.
Robert le afferrò la vita e accarezzò i fianchi suadente, per poi spostare le mani in avanti e slacciarle piano il kimono.
Belle non resistette oltre, spostò la sedia facendola strisciare sul pavimento e si sedette a cavalcioni sulle sue gambe.
Tremò quando le sue dita affusolate le accarezzarono il petto con delicatezza.
Sospirò di piacere quando le mani si fermarono sui seni, ma si indispettì quando continuarono a salire, sino a sfiorarle le spalle.
La bocca, nel mentre, le stava torturando il collo e non potè trattenersi dall’urlare quando Robert le lasciò un  piccolo morso.
Robert fece scivolare la vestaglia lungo le braccia e ne approfittò per spostare appena una delle spalline della sottana.
Belle era in preda a un desiderio primordiale. Tentò di sbottonargli la camicia, ma la vista era offuscata dal piacere e le mani le tremavano indomate. Così fece l’ultima cosa che avrebbe mai pensato di fare.
Afferrò i lembi della camicia sotto il colletto, prese un profondo respiro e mentre l’uomo continuava a torturarle i seni con le labbra, con un unico gesto violento fece saltare i bottoni, che caddero a terra provocando un piacevole tintinnio.
Sorrise compiaciuta dell’ottima riuscita del progetto e prese a sfiorargli il petto imitando i gesti di lui.
Si guardarono negli occhi ed entrambi rimasero ammaliati nel leggervi lo stesso desiderio.
Belle gli sorrise e lui ricambiò, tornando a catturarle le labbra con impeto.
Belle non riuscì più a controllarsi, così lasciò che fosse il desiderio a guidarla.
Durante quei lunghi mesi, aveva sempre lasciato a Robert il via libera, ma stavolta fu lei a prendere il controllo di ogni cosa.
Fu Belle a spogliare entrambi e lei stessa lasciò che Robert potesse addentrarsi in lei con facilità.
Boccheggiò un attimo, non abituata a quella nuova posizione.
- Stai bene?- chiese lui accarezzandole le ciocche di capelli, ormai del tutto inzuppate di sudore.
- Sì… E’… E’ bellissimo…- disse sincera non riuscendo a trattenere le forti emozioni che stava provando.
Allacciò le braccia al suo collo e insieme si lasciarono avvolgere dalle rispettive essenze, in una danza forse un po’ più spinta del solito.
Belle guidò entrambi e lasciò che quelle sensazioni fantastiche potessero avvolgere ogni parte di loro.
Adorò quello strano abbraccio che sembrava più un groviglio di corpi, ma che le permetteva di sentire distintamente il cuore di Robert che pulsava quanto il suo.
I respiri si fecero corti e a stento riuscirono a rimanere ancora seduti, nonostante il piacere arrivato alla soglia del culmine.
Robert la fece spostare e insieme raggiunsero le cime del paradiso.
- O mio dio, mi hai ucciso…- fu il commento dell’uomo mentre tentava di riprendere fiato.
- Sono morta…- rispose Belle tornando a sedersi su di lui e abbracciarlo dolcemente – ma è stato fantastico…- non riuscì a trattenersi dal dire.
Robert rise un po’ a quella sua confessione e lei divenne viola, iniziando a metabolizzare cosa avesse fatto davvero.
- Sei una continua sorpresa, Belle… Forse avevi ragione sulla storia delle ragazze che sembrano caste e pure… Non c’è da fidarsi!-
- Che vergogna!- lo strinse forte e nascose il viso nell’incavo del collo, per evitare di osservarlo gongolare.
- Non c’è niente di male in ciò che abbiamo fatto. Ci amiamo ed è normale avere dei momenti più passionali di altri…-
- Lo so, però… Ecco, non mi credevo capace di cose così-
- E’ questo il bello dell’amore, ci fa fare cose folli! – Robert le accarezzò la nuca bagnata e le sollevò il viso con dolcezza – non vergognarti delle emozioni che provi, è bello lasciarsi avvolgere dall’istinto quando si è con la persona che si ama. Non ci devono essere barriere tra di noi, affronteremo tutto insieme, dal dolore, alla gioia, dagli attimi seri a quelli più folli! Sii te stessa, perché a me piaci così come sei- Belle si mise quasi a piangere, ma lui la riportò subito in terra – e poi un uomo non può lamentarsi se la donna prende simili iniziative… Oggi ti avevo chiesto quali fossero i tuoi desideri sessuali, in modo da poterli soddisfare, ma tu non mi hai dato nemmeno il tempo di stipulare la lista!-
Belle rise e gli diede qualche schiaffetto innocente sul petto.
- Sei tu che pensi solo ad una cosa…-
- Fino a prova contraria, non sono io quello che si è alzato dalla sedia per violentarti!-
- Come no… So benissimo che questo era il tuo piano fin dall’inizio. Altrimenti perché avresti acceso le candele e ti saresti fatto trovare con la camicia sbottonata?-
- Sono solo dei gesti romantici. E stavo soffocando dal caldo, avevo bisogno di mettermi più comodo…-
- Certo… Peccato tu sappia benissimo che la camicia sbottonata è da sempre il mio punto debole…-
Robert le sorrise ambiguo.
- Diciamo che forse, una parte remota di me, sperava in una tua reazione… Ma ti assicuro che non pensavo fosse “questo” genere di reazione. Non che mi lamenti, sia chiaro…-
- Quanto sei stupido…- Belle gli sorrise e tornò ad abbracciarlo – e sono stanchissima! Che ne diresti di una doccia veloce e di andare a dormire?-
- Mmm, che si possa fare. Ma prima fammi mangiare un biscotto, hai prosciugato tutte le mie energie…-
Belle divenne leggermente rossa, ma gli diede un ultimo bacio e gli porse un biscotto al cioccolato.
- Questo è il mio preferito- gli disse spensierata.
- Biscotti al cioccolato fondente… Lo sai che il cioccolato fondente è afrodisiaco?-
- Smettila Robert, per stasera abbiamo dato…-
- Veramente stavo spianando la strada per le prestazioni future-
Belle non gli rispose, agguantò un biscotto e lo divorò, sentendo all’improvviso una gran fame.
Forse Robert aveva ragione, avevano prosciugato tutte le loro energie.
 
 
L’indomani Belle si svegliò grazie ad un buonissimo profumino.
- Che odore…- disse stropicciandosi gli occhi, prima di mettere a fuoco le immagini.
- Buongiorno…- la accolse Robert con un bacio leggero.
La vista faticò un attimo a tornare, ma appena vide il suo sorriso smagliante, non potè che ricambiare con affetto.
- Buongiorno! Che ci fai alzato? Oggi è il nostro giorno libero…-
- Lo so, ma volevo prepararti la colazione…-
Robert indicò un vassoio poggiato proprio ai piedi del letto.
- Grazie, è fantastico!- Belle adocchiò diversi biscotti da mangiare, ma l’uomo la sorprese porgendole una rosa.
- Per te…- disse solamente.
- Davvero? Grazie… Sai quanto adori le rose…- la annusò intensamente, poi si gettò sul cibo come se non ci fosse un domani.
- Mi hai distrutta ieri sera. Mi sento ancora affamata-
- Veramente hai fatto tutto tu, ma non ti preoccupare, c’è cibo in abbondanza-
Belle non si fece pregare e divorò quasi tutte le pietanze sul vassoio.
- Era tutto buonissimo!- commentò baciandolo appena, subito dopo aver sorseggiato il tè.
- E non è finita qui…- Robert aprì la giacca ed estrasse un piccolo cofanetto – non ti ho ancora dato il mio regalo di laurea. Auguri!-
Belle afferrò il cofanetto con mani tremanti. Non poteva averle regalato davvero un anello… Lo guardò un attimo esitante, poi si fece coraggio ed aprì.
Il contenuto, era ben diverso da ciò che si era immaginata.
- Ma cosa…?- iniziò confusa.
- Non temere. Cambiati, ti aspetto giù- le diede un piccolo bacio e scappò via, ma dopo un attimo fu di nuovo sulla soglia – Ah, volevo chiederti di ringraziare la tua amica Ruby da parte mia. Ho letto il suo biglietto di auguri per la tua laurea e l’ho trovato molto istruttivo. Inoltre ho capito da dove hai preso spunto per la magnifica prestazione di ieri sera…-
- Robert… Non ti ci mettere anche tu!- rispose diventando di mille sfumature di rosso.
- Ma io volevo solo ringraziare la tua amica, che ha preso così a cuore la nostra vita di coppia…-
- Sai, sono ancora indecisa tra chi sia più stupido tra te e lei…-
- Beh, non importa… Comunque, adesso cambiati, ti aspetta una bella sorpresa. E ti giuro che non riguarda il sesso, anche se…-
- Robert…- Belle era quasi spazientita, ma rise senza farsi vedere.
- Vado, a dopo-
Belle osservò ancora una volta il contenuto dell’astuccio e si sentì sempre più confusa.
Decise di dargli ascolto e andò a prepararsi.
 
 
- Eccoci arrivati- le disse Robert fermandosi davanti all’orologio di Storybrooke.
- L’orologio? Cosa ci facciamo qui?- chiese scendendo dalla macchina.
- Non è l’orologio, ma quello che c’è al pian terreno- si fermò davanti al portone in vetri – a te l’onore-
Belle afferrò la chiave che aveva trovato nell’astuccio e aprì la porta.
Era tutto buio, ma la luce esterna le permise di capire benissimo di cosa si trattasse.
Se avesse avuto qualche dubbio, Robert accese le luci e lei si sentì morire.
- Ma è la biblioteca!- disse entusiasta andando a curiosare tra gli scaffali.
- Sì. E da adesso sarà gestita da te-
Belle ebbe un mancamento, tanto che si lasciò cadere il libro che aveva estratto dallo scaffale.
- Cosa?- chiese sorpresa.
- Esatto. Ho parlato con il sindaco e dopo non poche difficoltà, ho avuto l’autorizzazione a riaprire la biblioteca e tu sei il responsabile di tutto. Da oggi tu deciderai ogni cosa. Inoltre c’è una piccola area che ho fatto bonificare per permettere l’allestimento di mostre temporanee, anche queste gestite da te. Così da oggi potrai unire le tue più grandi passioni: l’arte e i libri-
Belle era emozionata e non seppe cosa dire.
Lacrime di gioia la inondarono e non potè far altro che prendere la rincorsa e tuffarsi tra le sue braccia.
- Oh Robert! Nessuno ha mai fatto niente del genere per me! Non ho parole! Sono solo felicissima! Hai fatto tutto questo solo per rendermi felice… Come potrò mai sdebitarmi?-
- Non c’è niente che tu possa fare, se non continuare a sopportarmi. Rimani con me, perché sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Vederti felice mi rende felice. E questa biblioteca è niente, se paragonato a ciò che tu fai per me ogni giorno…-
- Lo faccio perché ti amo, non mi costa nulla…-
- E nulla è costata a me questa biblioteca. La città merita un po’ di cultura e so che tu gestirai questo posto egregiamente-
Belle lo strinse ancora un po’, fino quasi a fargli mancare il fiato.
- Grazie Robert, ti amo…-
- Ti amo anch’io…-
Belle si sentì completa come non mai.
Aveva sempre sognato poter contare su un uomo che la capisse davvero. Lei era stata molto fortunata, perché aveva trovato quell’uomo ed era diventato la cosa più preziosa che possedesse.
 
 

Continua…


 
Buonasera!! Come avete passato le feste? Tutto bene? Io mi sto preparando psicologicamente al cenone della vigilia e a quello del pranzo di giorno 1.
Ma veniamo a noi. Nello scorso capitolo ho preferito non dire che in questo capitolo ci sarebbe stata la laurea di Belle, anche se credo si sia intuito che stavamo arrivando a questo momento ;)
La discussione di laurea, non sono parole dette a caso, o cose che ho scritto nell’immediato, ma ho preso spunto da una relazione che ho scritto per una materia che ho frequentato in accademia. Quindi ci tenevo a dire che comunque sono cose vere, specie nella parte che riguarda l’infanzia, l’ho studiato in una materia di psicologia. Ovviamente ho sintetizzato tantissimo, però ho voluto farle dire qualcosa che possa essere tema di discussione di laurea ;)
In questo capitolo, mi sembrava carino inserire un po’ di cose agro-dolci, perché è un giorno di festa, ma è anche vero che certe cicatrici non scompaiono nel nulla. Anzi, credo sia proprio in questi giorni che il ricordo delle persone care perse, si fa ancora più vivo, perché le vorremmo accanto a noi, ma aimè non si può. Quindi ecco il dolore di Emma, così come quello di Robert e di Belle… E’ un momento di profonda riflessione, ma anche di incitamento a continuare a vivere.
E poi è tornata Cora!! Ma Belle le ha saputo tener testa…. Mica si lascia scappare così il caro Bobby!!!
E sì, in questo capitolo è presente anche tanto, ma tanto fluff e questa scena di sesso che non so da dove mi sia uscita *famolo strano MODE ON*. Spero di non essere caduta nel volgare, ho cercato comunque di essere soft nelle descrizioni………………….
E la biblioteca ç_ç beata Belle, dico solo questo…

 
I vestiti che indossano Belle e Robert per la festa sono questi:
Belle: http://i48.tinypic.com/54t0s5.jpg
Robert: http://24.media.tumblr.com/41fe86ffe9a72d9a89cf20cb2f81ce96/tumblr_n54x5iwLVF1rawb5do1_500.jpg
 
Nel prossimo capitolo, ci sarà spazio per tanto altro fluff e soprattutto, ci sarà spazio per quella povera Emma, che poveretta ne sta patendo una peggio dell’altra. Diamole la meritata pace…
Visto che martedì prossimo coincide con giorno 6, credo che posterò il capitolo il mercoledì, perché non credo di riuscire a ritagliarmi abbastanza tempo per correggere e postare.
 
Ringrazio di cuore tutte le persone che seguono la storia, in particolare
Cloris 84, Ariki, Dita di Polvere, loveplacido e RosePiaf per avermi lasciato una recensione.

Buon fine dell’anno! Ed esprimiamo tutti insieme tanti bei desideri per i Rumbelle!!!
 

PS. SPOILER SEASON 4
 
Sappiate che il motivo principale per cui ho voluto inserire Bae nei pensieri di tutti, è perché la totale mancanza di rispetto per la sua morte nella season 4, mi ha fatto girare le scatole. Nessuno sembra più ricordarsi che è morto, ma una morte non si cancella così all’improvviso. Anche se una persona non c’è più, rivive comunque nei nostri ricordi e ci accompagna in ogni momento. Ma sembra che gli autori si siano dimenticati questo “piccolo” dettaglio. Quindi niente, alcune cose le ho scritte come forma di protesta a questo atteggiamento. E stessa cosa vale per Liam, il fratello di Killian. Secondo me la morte di un fratello ti segna a vita, specie perché loro erano comunque soli… Molti comportamenti di Killian, per me, sono dovuti a questo trauma, quindi in una AU per me è più che normale riportarlo nei suoi pensieri quasi fino alla nausea, rende bene il tipo di legame che li univa.
E questo è quanto. Baci per tutti!!!
  
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