Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Shurq Elalle    30/12/2014    1 recensioni
Ormai giunto alla vecchiaia, Albus ripensa a quando incontrò Gellert per la prima volta e come, immancabilmente, si innamorò di lui.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dolore antico


 

A pensare che mi ero innamorato di te, sì di te dai capelli biondi e gli occhi vivaci. Di te dal sorriso sicuro e il portamento fiero. Di te e soltanto di te.
«Albus caro, guarda chi è venuto a trovarmi!» aveva esclamato la vecchia Bathilda prima di presentarti a me, quel maledetto bellissimo giorno.
Ricordo che, in quel momento, non avevo per nulla voglia di vedere nessuno: ero davvero troppo frustato e abbattuto dal corso stesso della mia vita per aver il desiderio di conoscere chissà chi. Se, poi, era qualche conoscente -di sicuro non tanto interessante- di Bathilda, ancora meno.
Invece eri fin troppo interessante con la tua mente sveglia e la freschezza dei tuoi anni. Non ho mai conosciuto uno come te e, credo, non ne conoscerò mai.
«Ti presento mio nipote Gellert» mi disse tua zia presentandomi al tuo cospetto. Avevi un fascino e un carisma che mi fanno arrossire tutt'ora, al solo pensiero.
«Albus» mi presentai dando la mia mano destra.
Tu non dicesti neppure il tuo nome.
Eri fatto così, dopotutto, eh Gellert? Sempre tra le tue, sempre troppo poco espansivo, sempre così tedesco nei modi. Almeno finché non venivano intaccati le tue più grandi passioni.
«Ma ti rendi conto, Al, che se li dovessimo trovare tutti, noi diventeremo assolutamente invincibili?»
Avevi uno sguardo febbrile, come ogni qual volta che si parlava dei Doni della Morte. Uno sguardo febbrile collegato ad una passione smisurata che mi invadevano il cuore ogni volta.
«Il vero problema» ero intervenuto io «È che di tre di quei Doni solo uno è almeno possibile rintracciare.»
Mi avevi guardato con quell'aria imbronciata. Eri bello, dannatamente bello anche così.
«Al, sei il solito guastafeste» avevi brontolato «Però, purtroppo, devo dar ragione a te e a quel tuo magnifico cervello. Solo la bacchetta è rintracciabile e, allora, la rintracceremo. Quanto
agli altri due... ci penseremo.»

Magnifico cervello... non avrei mai scordato quelle parole, sai?
Eppure io sapevo, io sapevo che vi era qualcosa di sbagliato di terribilmente sbagliato in questa ossessiva ricerca dei Doni. Ed io ti ho fermato? No. Ti dissi perché per me era tutto fin troppo sbagliato? No. Perché? Perché era fin troppo innamorato di te per dirtelo, fin troppo innamorato per vederti dispiaciuto e/o furioso con me per le mie parole.
Fin troppo innamorato per accorgermi che il mio amor per mi stava offuscando il giudizio.
«È l'unico Dono nominato dalla storia» avevi proseguito mentre camminavi avanti ed indietro nella mia camera. Dall'altra parte della stanza si sentivano strani rumori, probabilmente era Ariana (oh, Ariana!) che noi immancabilmente ignorammo.
«L'unico Dono... perché è quello più potente e più ambito. Pensaci, Al, quante grandi cose potremo fare solo con esso!»
E ci pensavo, io, alle grandi cose. Pensavo ad un mondo dove Babbani e maghi potessero convinvere, un mondo dove mia sorella potesse essere libera, un mondo dove non ci sarebbero state più guerre tra i due popoli...
«...un mondo dove i maghi possano praticare liberamente la loro magia» avevo sussurrato io.
«Esatto! Un mondo dove i maghi non sono costretti a nascondersi, un mondo dove i Babbani ci debbano accettare per come noi siamo: esseri a loro superiori. I maghi hanno il diritto di essere a loro superiori, il diritto... sì! Per il bene superiore di tutta la comunità magica i Babbani dovranno essere soggiogati... che c'è, Al?»
Cosa c'era. Non ero d'accordo con quelle parole, ma non te lo dissi. Il motivo lo sai già.
E fu quella follia che ci portò alla deriva. Fu quella follia che ci investì totalmente. Eravamo giovani, ma questa non può essere usata come scusa. Eravamo corrotti, Gellert, corrotti chi dall'amore per il potere e chi dal potere dell'amore.
Una follia che ci, anzi mi, è costata cara. Troppo cara.
Vidi il volto pallido di Ariana. Le sue membra erano immobili, non respirava più.
Vidi il volto pallido di Ariana e capii che il mio amore per te era troppo insano.
Io ho ucciso Ariana, l'ho uccisa già quando diventai tuo amico. Ho scavato la sua fossa quando mi sono innamorato di te.
Un tempo, avevo avuto paura di combatterti e, quindi, incontrarti a duello perché non volevo che tu mi dicessi che ero stato io ad uccidere la mia sorellina.
Oggi, mi rendo conto più che mai, che sono stato io, io solo io e non tramite uno stupido incantesimo.
Il mio amore per te ha ucciso Ariana, il tesoro più prezioso che avevo. Il mio amore per te ha ucciso mia sorella e mi dispero per questo.
«Io so...» avevi rantolato, mentre stramazzavi al suolo dopo il nostro feroce duello. Quelle due parole mandarono il mio cuore a mille per lo shock.
«Io so...»
«Sai cosa...?»
«Io so... di essere sempre stato innamorato di te, ma il mio amore per il potere ha prevalso, sempre. Perdonami Albus, perdonami».
Ti ho perdonato?
Non lo so... io ancora non riesco a perdonare me stesso perché, nonostante tutto, nonostante Ariana, io ti amo ancora.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shurq Elalle