I- Ice-Skating
[FrankenWolf]
La verità è che dopo quell’intensa chiacchierata “da mostro a
mostro”, tra Ruby e Whale non c’era stato alcun tipo di approccio; se si
escludono ovviamente le visite della cameriera allo studio medico per conto della
nonna, o quelle saltuarie del dottore alla locanda per un drink dopo l’orario
di lavoro. Ci era voluto quasi un anno, due maledizioni e il congelamento della
città, prima che finalmente Victor decidesse di invitarla ad uscire. Lei aveva
accettato senza pensarci troppo, ma inevitabilmente lo aveva fatto senza troppo
entusiasmo, anzi mostrando perfino un po’ di distacco.
Di certo, il ghiaccio tra loro che si era sgretolato con la
loro intima conversazione aveva avuto modo di ricomporsi interamente nel tempo
che era passato.
“Allora dove hai intenzione di portarmi?” chiese
ritrovandoselo davanti la sera dell’incontro, e c’era anche una vena di
irritazione nella voce.
Cappello, sciarpa, guanti: era costretta a muoversi come un
pupazzo di neve, per non parlare degli inguardabili scarponi da neve che Granny
l’aveva costretta ad indossare e che le facevano rimpiangere fortemente i suoi
soliti tacchi vertiginosi. Ma se questo cambio di outfit non piaceva affatto a
Ruby, il suo accompagnatore sembrò apprezzare molto, dato che restò a guardarla
per qualche secondo con un sorriso a metà tra il dolce e il divertito.
“Fidati di me, andiamo” la invitò lui semplicemente
afferrandole una mano guantata.
A dire il vero, lei non si fidava troppo, ma quali
alternative aveva? La porta fu aperta e un’ondata di gelo invase per un attimo
il locale, poi in quel gelo si ritrovarono immersi completamente. Un altro
sospiro un po’ irritato uscì dalle labbra immancabilmente laccate di rossetto
di Ruby. Certo amava la neve, ma c’erano a suo avviso periodi migliori di
quello natalizio con due regine del ghiaccio a piede libero per un primo
appuntamento. E davvero questo era il modo in cui doveva chiamare quell’uscita?
Ad ogni modo nel breve
tragitto che percorsero, si ritrovò a rischiare a perdere l’equilibrio più di
una volta e a ringraziare il cielo per gli scarponi della nonna. Finché non si
rese conto che doveva toglierseli in favore di un paio di pattini dall’aria
instabile, perché il posto in cui giunsero fu proprio la pista da pattinaggio
di Storybrooke.
E non erano neanche gli unici ad averci pensato. Tra i tanti
c’erano ad esempio Emma e la sua nuova amica che pattinavano allegramente
tenendosi per mano come se non avessero fatto altro per tutta la vita. Bè,
forse per Elsa era davvero così.
“Ho pensato che la cosa potesse piacerti… Dato che stai
sempre con quei pattini ai piedi per servire ai tavoli” le rivelò infilandosi a
sua volta i pattini.
La donna avrebbe voluto fargli notare che non era esattamente
la stessa cosa, ma scelse semplicemente di sorridere in risposta. Perché anche
se non aveva idea di come muoversi sul ghiaccio, aveva sempre voluto provare e
apprezzava tantissimo quell’idea. Dopo qualche minuto misero il primo piede
sulla pista e si cimentarono in un primo giro cauto e lento in cui per
controbilanciare l’insicurezza della ragazza, Whale mostrò di avere una
discreta esperienza.
“Direi che te la stai cavando egregiamente come prima volta”
si complimentò lui sorridendole incoraggiante “Che dici aumentiamo la velocità?”
La proposta fu accolta con un’espressione di scetticismo e
leggera paura, ma anche di curiosità; fu proprio quest’emozione alla fine a
vincere e così, ben presto, Ruby si ritrovò a staccarsi dal bordo e a seguirlo,
assecondando i suoi movimenti più decisi.
“Forse stiamo esagerando troppo Dottor Whale… Potremmo
ritrovarci con qualche ossa rotte…”
“E allora? Io sono un dottore ti ricordo…”
Stretta tra le sue braccia, Ruby sorrise divertita,
finalmente in modo aperto e sincero a quella battuta, ma proprio in quel
momento fu Whale – forse a colpa di quel sorriso – a perdere l’equilibrio.
Nonostante i tentativi di riprendere controllo del suo corpo, finì nel giro di
qualche secondo a terra e, come prevedibile, trascinò anche lei con lui.
Sorpresa, preoccupazione, una sgradevole sensazione di dolore
per la caduta, un velo di imbarazzo per la posizione in cui si trovavano in
quel momento.
E infine una bella, fresca risata.
Niente di rotto ma
almeno il ghiaccio tra di loro si era definitivamente
spezzato.
NDA:
A parte il fatto che non so quale problema io abbia perché
l’80% delle mie storie finisce con sorrisi e risate (O.O), eccovi con un po’ di
ritardo anche questa con un pairing che apprezzo molto ma su cui non ho mai
scritto prima. Mi è piaciuto molto scriverla e spero che sia piaciuta anche a
voi!
A presto (si spera xD) con
Santa Claus!