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Autore: DramioneGleek    30/12/2014    4 recensioni
Dal testo :
“Era molto cambiato, da quando avevamo 18 anni. I lineamenti del viso si erano fatti più maturi. Anche l'espressione, prima perennemente beffarda, era più seria. Ciò che non era cambiato erano la pelle pallida, i capelli platinati, adesso privi di gel, e...gli occhi. Quegli occhi grigi, che erano capaci di mettere in soggezione anche la professoressa McGrannit, se volevano. [...]
-Ti andrebbe, non so, di andare a prendere una Burrobirra?- propose lui, dopo un attimo di silenzio. Cosa? Draco Malfoy, quel Draco Malfoy, che mi chiedeva di andare a prendere una Burrobirra? Il mondo doveva aver iniziato a girare al contrario. Che Godric mi aiuti!
-Okay, andiamo.- accettai, dubbiosa.”
Un incontro inaspettato, un segreto da mantenere cambieranno la vita di Hermione...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Uscii dal San Mungo profondamente irritata a causa del comportamento della mia collega, Terry Steeval, come ormai avveniva da circa due mesi a quella parte. Io, con quella, non sarei mai andata d'accordo! Ogni giorno era un battibeccare continuo per ogni piccolo cavillo. Quello che lei di certo non capiva era che io stavo lì per lavorare e aiutare i miei pazienti, non per perdere tempo con lei!
Avevo iniziato a lavorare al San Mungo circa un anno prima, dopo essermi laureata con il massimo dei voti in Medimagia, a 20 anni. Erano passati circa cinque anni da quando con Harry e Ron ero partita alla ricerca degli Horcrux. Attualmente ero infatti una ventunenne, con un passato pesante come macigni sulle spalle. Dopo la fine della Seconda Guerra Magica, a 18 anni, ero tornata a scuola per completare la mia istruzione magica e ritirare i M.A.G.O., a differenza di Harry e Ron, i quali avevano iniziato subito il corso da Auror. Pochi miei coetanei era tornati a scuola come me, gli altri erano tutti troppo segnati dalla guerra per pensare a guardare avanti. Mi ritrovai così a frequentare il Settimo anno con pochi volti a me conosciuti, tra i quali quello di Ginny Weasley, Neville Paciock, Luna Lovegood, Hanna Abbott, Blaise Zabini e, incredibilmente, Draco Malfoy. Ricordo che fu un anno molto noioso. Noi che avevamo affrontato prematuramente la guerra, chi da una parte, chi dall'altra, tendevamo più che altro a stare per i fatti nostri. Io e Malfoy ci ignorammo per tutto l'anno, fingendo di non conoscerci. Anche i professori erano meno severi. La McGrannit sembrava addirittura invecchiata di dieci anni tutti insieme.
Per quanto riguarda ciò che c'era tra me e Ron, beh... siamo stati insieme per circa un anno, ma, quando ci siamo accorti che la scintilla era scomparsa, ci siamo lasciati di comune accordo. Penso che fu soprattutto la distanza (io a scuola, lui al corso Auror) a causare la fine della nostra storia. Nonostante ciò, eravamo troppo legati per perderci e, tuttora, abbiamo un splendido rapporto di amicizia.
Come stavo dicendo prima, uscii a passo di marcia dall'ospedale. Avevo i nervi a fior di pelle e un impellente bisogno di rilassarmi. Decisi, dunque, di andare a farmi una passeggiata a Diagon Alley. Mi smaterializzai davanti al Paiolo Magico e iniziai a camminare distrattamente per le vie del piccolo villaggio, posando di tanto in tanto lo sguardo sulle vetrine dei negozi. Mentre stavo camminando, persa nei miei pensieri, notai tra la folla una testa platinata a me nota. Malfoy. Non poteva essere altri che lui. Ma quando riportai gli occhi nella direzione in cui mi era sembrato di scorgerlo, non lo vidi. Non si è mai capito bene quale fosse stata la sorte del 'Giovane Rampollo dei Malfoy'. I giornalisti più impiccioni, come la Skeeter, avevano indagato molto su di lui. Non lo si vedeva più quasi mai durante gli eventi pubblici. Non lo si vedeva quasi mai in giro. Quelle poche volte che usciva dal Manor e si presentava in pubblico, dicono fosse in compagnia di Blaise Zabini o, tuttalpiù, di Theodore Nott. Per quanto mi riguarda, il nostro ultimo incontro risale al giorno del ritiro dei M.A.G.O.. Dopodiché, persi le sue traccie, troppo impegnata a completare gli studi da Medimaga per pensare a lui.
-Granger! Sei davvero tu?- sussurrò una voce alle mie spalle. Sussultai. Quella voce, che per tutta l'adolescenza mi aveva tormentato, l'avrei riconosciuta ovunque. Era lui.
Mi girai lentamente, gli occhi sgranati, il corpo rigido.
-Mal...Malfoy?- balbettai.
-In persona.- rispose.
Cosa avrei dovuto dire? Ero in un tremendo imbarazzo. E, da quanto vedevo, anche lui. Forse sarebbe stato meglio se si fosse stato zitto e mi avesse ignorato. Pensando a qualcosa di sensato da dire, presi ad osservarlo di sottecchi. Era molto cambiato, da quando avevamo 18 anni. I lineamenti del viso si erano fatti più maturi. Anche l'espressione, prima perennemente beffarda, era più seria. Ciò che non era cambiato erano la pelle pallida, i capelli platinati, adesso privi di gel, e...gli occhi. Quegli occhi grigi, che erano capaci di mettere in soggezione anche la professoressa McGrannit, se volevano.
Notai che anche lui mi stava studiando. Dovevo ammettere che anche io ero cambiata moltissimo. Il mio corpo era ormai quello di una donna adulta; i capelli, una volta crespi, erano stati domati e ricadevano sulle spalle in soffici boccoli; la postura, prima sempre rigida e severa, era più rilassata.
-Come va?- chiesi io, per rompere il silenzio.
“Come va?! COME VA?! Complementi, Hermione! Stai tre minuti in silenzio a pensare e tutto quello che riesci a dirgli è 'Come va'? E tu saresti quella intelligente?”, pensai.
-Ehm... bene, credo. Te?- domandò Malfoy.
-Ehm... anch'io bene.- risposi, incerta.
-Ti andrebbe, non so, di andare a prendere una Burrobirra?- propose lui, dopo un attimo di silenzio. Cosa? Draco Malfoy, quel Draco Malfoy, che mi chiedeva di andare a prendere una Burrobirra? Il mondo doveva aver iniziato a girare al contrario. Che Godric mi aiuti!
-Okay, andiamo.- accettai, dubbiosa.
Entrati al Paiolo Magico, ordinammo due Burrobirre e ci sedemmo. Come prevedevo, il silenzio e l'imbarazzo la fecero da padroni per cinque minuti buoni, poi arrivò il cameriere con le ordinazioni e iniziammo a sorseggiare la bibita.
-È un po' che non ci si vede, Granger.- iniziò lui.
-Già...-
-Cosa hai fatto dopo...dopo la scuola?-
-Ecco, io... sono diventata Medimaga. Lavoro da un anno al San Mungo. Tu, invece che fine hai fatto?-.
Lo vidi irrigidirsi.
-Ehm...scusa, non volevo essere invadente.- dissi, in evidente disagio.
-No, non ti preoccupare. Una volta ritirati i M.A.G.O., sono andato in America, dove ho studiato Pozioni. Sono andato lì per... beh, perché lì nessuno sapeva chi sono e non mi hanno trattato nel modo in cui mi avrebbero di certo trattato se avessi studiato qui a Londra. Avevo bisogno di stare da solo e allontanarmi dalla mia famiglia. Mio...padre, dopo la guerra, fu arrestato e spedito ad Azkaban, dove meritava di stare. Fui processato anche io, per ovvi motivi, ma mi assolsero, attribuendo il mio comportamento nella guerra a cattive influenze. Mia madre, invece, si ritirò in una proprietà dei Black in Scozia, dove vive anche adesso. Dopo aver completato gli studi, sono tornato in Inghilterra, circa due anni fa. Attualmente lavoro presso il Ministero, ma pochi ne sono a conoscenza. Shackebolt è stato molto buono e indulgente con me.-
-Davvero? Non ne sapevo niente del tuo lavoro. Avevo sentito che tuo padre era stato arrestato.-.
Vidi il volto di Malfoy oscurarsi.
-Mio padre è morto l'anno scorso nella sua cella di Azkaban.- sussurrò.
-Oh...- fu tutto quello che riuscii a dire.
-Ho fatto in modo che la notizia non fosse divulgata.-
-Perchè?- chiesi, ingenuamente e sinceramente curiosa.
-Perché, Granger? Se ti avessero detto: “Lo hai saputo? È morto Lucius Malfoy!”, che avresti fatto? Saresti venuta al funerale? Avresti pianto sulla sua tomba? Non penso proprio. Chi piangerebbe sulla tomba di un Mangiamorte? Tu e i tuoi amichetti no di certo, anzi. Probabilmente avreste ringraziato Morgana per l'avvenimento. Non prendermi in giro, Granger.- disse, duramente. Sentii la stizza salirmi. Cosa Salazar pretendeva?! Suo padre non era certo uno stinco di Santo! Era un A-S-S-A-S-S-I-N-O.
-Per favore, Malfoy! Non prendermi in giro neanche tu! Avrei avuto tutti i motivi per non piangere per la sua morte! Devo forse ricordarti tutto quello che ho passato per colpa sua?! Sono stata torturata per colpa sua. Ginny al Secondo Anno è quasi morta per colpa sua. Tutti noi abbiamo rischiato per quelli come tuo padre.- ribattei, scocciata.
Davanti alla mia obiezione, lui non poté far altro che abbassare lo sguardo e stare zitto. Ma io non volevo avere la meglio in questo modo e su un argomento così delicato, perciò mi affrettai a scusarmi.
-Scusa, Malfoy. Non volevo aggredirti così.-
-Scusami tu, piuttosto. Anche io non volevo risponderti così- sospirò -Granger, non pensare che io abbia pianto sulla sua tomba. Era un uomo malvagio, mio padre. Ha avuto ciò che si meritava. Ma era pur sempre mio padre e una parte di me prova quell'irrazionale amore verso il proprio genitore.-
-Lo so.-.
Di nuovo il silenzio calò su di noi.
-E Potter e Weasley? Ho sentito che sono diventati Auror, come tutti prevedevano.-
-Mh. Sì, è così.-
-Tu, piuttosto? Tutti quanti avremmo scommesso che saresti diventata anche te un Auror o, al massimo, Ministro della Magia...-
-Oh, no. Lascio quel compito a Shackebolt. All'inizio avevo pensato di entrare anche io nel corso Auror, ma poi alla fine ho optato per la Medimagia. Non so neanche bene io il perché. Forse perché mi ha sempre affascinato come tipo di Magia. Inoltre, tutti mi hanno sempre detto che ho un irrimediabile “Sindrome da Crocerossina”.- dissi, ridacchiando. Anche Draco sogghignò.
-Più che altro lo chiamerei “Spirito suicida da Grifondoro”!- ribatté lui.
“Spiritoso...”, pensai, mentre sul mio volto compariva un finto broncio. Lo vidi fissarmi intensamente, per poi vederlo distogliere di scatto lo sguardo.
-E la Weasley, invece?- domandò, forse per spezzare l'imbarazzo.
-Ginny, intendi?-
-Sì, lei, Weasley Femmina.-. Lo fulminai con lo sguardo.
-Ginny è diventata una giornalista sportiva. In realtà subito dopo la scuola aveva firmato un contratto con le Holyhead Harpies, ma poi si è ritirata. Infatti, circa due anni dopo la fine della scuola, Harry e Ginny si sono sposati e lei ha preferito ritirarsi dalla carriera di Cercatrice, che la portava sempre in giro per il mondo e toglieva tempo al suo rapporto con Harry. Poco dopo, la Gazzetta del Profeta le ha proposto di scrivere articoli sulle partite di Quidditch per la sua rubrica dedicata allo sport.- risposi.
-Infatti, qualche giorno fa, avevo letto un articolo sull'ultima partita dei Cannon Chudley, firmato 'G.M.P.' e avevo pensato potesse essere lei, ma quella 'P.' non mi tornava. E...Weasley?- mi chiese. Capii che si riferiva alla storia tra me e Ronald.
-La nostra storia è finita già da parecchio. E poi da circa un anno, Ron sta frequentando Calì Patil.-
-La gemella? Sul serio?- disse, con espressione sbalordita. Feci un cenno di assenso con il capo.
-E te, invece? Ai tempi della scuola girava voce che dovessi sposare Astoria Greengrass. Eppure, non vedo nessun anello al tuo dito.-
-Già. È così. All'inizio le cose andavano bene tra noi, ma poi lei mi ha lasciato. O meglio, mi ha tradito con un Serpeverde del suo stesso anno ad Hogwarts e abbiamo rotto. Mio padre aveva anche stipulato un contratto matrimoniale con il Signor Greengrass, vedendo che stavamo bene insieme, ma è stato sciolto alla fine della guerra-.
Gettai uno sguardo all'orologio babbano che avevo al polso.
-Per la barba di Merlino! È tardissimo! Devo andare da mia madre o chi la sente!- esclamai. Poi, riportando l'attenzione sul ragazzo che avevo difronte, dissi:
-Grazie mille per il pomeriggio, Malfoy! Chi l'avrebbe mai detto?! Sono stata davvero bene! Ora, però, devo scappare!-.
Mi alzai di scatto, raccolsi le mie cose e feci per andare a pagare, ma una mano mi bloccò.
-Granger! Non ci pensare nemmeno! Pago io! Mi sembra il minimo!-
-Oh, no, Malfoy. Non ci pensare tu! Almeno dividiamoci la cifra!-
-Granger, non contestare! Pago io e basta!-.
Dicendo ciò, porse alcuni Galeoni alla cameriera e mi sospinse verso l'uscita.
Una volta fuori, mi disse:
-Consideralo una sorta di scuse per tutti gli anni passati!-.
-Non avresti dovuto pagare tutto tu! Avrei accettato anche un semplice 'Scusa'!- replicai. Fui bellamente ignorata.
-Sono stato bene anche io, Granger.- mi sussurrò. Poi si chinò a baciarmi la guancia. Arrossii furiosamente. Non mi diede tempo di dire o fare qualcosa, poiché voltò le spalle e iniziò a camminare.
Restai per cinque minuti buoni a fissare il punto dove era sparito e a toccarmi una guancia. Ma io non ero in ritardo? Oh, al diavolo il ritardo! Draco Mafoy, quello che da ragazzi cercava di starmi lontano per paura di essere contagiato da una Sangue Sporco, mi aveva appeno baciato. Certo, un bacio sulla guancia, ma pur sempre un bacio. La cosa che mi aveva più preoccupata era, però, il fatto che mi fosse piaciuto e non avessi provato ribrezzo, come avevo sempre pensato, anzi. Nel momento in cui le sue labbra si erano poggiate sulla mia guancia e avevo sentito il suo respiro infrangersi sulla mia nuca, le mie ginocchia avevano tremato. Stavo forse impazzendo?
Decisi che, per il momento, avrei ignorato tutto, o mia madre mi avrebbe ucciso per il ritardo.

La mattina seguente mi alzai come sempre di buon ora, pronta ad affrontare una nuova giornata di lavoro e Terry Steeval. Avevo passato tutta la notte a pensare a Malfoy. Merlino, per la prima volta avevamo avuto una conversazione civile senza insultarci! Era una data da segnare sul calendario, un avvenimento per cui passare la notte in bianco. Ma a chi la voglio dar a bere! Non avevo passato la notte a pensare alla conversazione, non solo. C'era il pensiero di quel dannato bacio sulla guancia che era entrato prepotentemente nella mia mente e non voleva uscirne.
Arrivai a lavoro puntuale. Non si dicesse in giro che io, Hermione Granger, abbia osato ritardare a lavoro! Entrai nel mio studio e, mentre sistemavo i miei strumenti, qualcuno bussò alla porta.
-Avanti!- urlai, infilandomi il camice.
Una infermiera fece capolino dalla porta e mi disse:
-Dottoressa Granger, in sala d'attesa c'è una persona ad aspettarla. Non è un paziente. Ha richiesto espressamente di voler parlare con lei.-.
Con le ipotesi che già giravano nella mia testa su chi potesse essere, replicai:
-La prego di far entrare questa persona, grazie.-.
Vidi l'infermiera sparire dietro la porta. Poco dopo ricomparve con alle sue spalle un uomo. Le mie labbra si distesero in un luminoso sorriso.
-Shackebolt! Qual buon vento?- salutai.
-Hermione, è sempre un piacere vederti! Sono venuto qui per parlarti di una questione...- disse, lanciando un occhiata veloce all'infermiera.
Capita l'antifona, congedai con un cenno del capo la ragazza, ringraziandola di avermi avvisato.
-Dimmi tutto.- affermai.
-Dunque, Hermione cara, tu sai quanta fiducia abbia io in te...- cominciò lui. Io lo bloccai.
-Niente salamelecchi, Shackebolt. Lo sai che non mi sono mai piaciuti. Arriva al nocciolo della questione.-.
Lui sorrise.
-Ebbene, Hermione, vedo che il tuo acume è rimasto lo stesso di una volta.-
-Sempre.- ribattei.
-Sarò diretto, ragazza: ho saputo che il Signor Malfoy ti ha raccontato del suo lavoro.-
-Sì. Ma come l'hai saputo?-
-Me l'ha raccontato lui. Fa parte del suo contratto: niente segreti, quando sono sull'esistenza del suo lavoro. A meno che non voglia essere licenziato. So che ti starai chiedendo il motivo di tanta riservatezza. Penso che tu ci possa arrivare da sola. Devi sapere che parecchi maghi e streghe non sarebbero contenti di sapere che un ex Mangiamorte, figlio del braccio destro di Voldermort, per quanto all'epoca potesse essere giovane, lavora per il Ministero della Magia. Si verrebbero a creare soltanto disagi e proteste. Confido, dunque, nel tuo silenzio, Hermione.-
-Contaci.-
-A presto, dottoressa. Ti lascio ai tuoi pazienti!-
-Alla prossima!- dissi, prima di vederlo sparire dietro la porta del mio studio.
Non appena fu uscito, sospirai. Quanti segreti aveva Draco Malfoy? Questa era la domanda che mi ronzava nella testa.

Passarono circa due settimane da quello strano incontro con Malfoy e il colloquio con Shackebolt. Non ne avevo più saputo niente di questa storia. E non potevo lamentarmi. Odiavo avere segreti con Harry e Ron.
Quella mattina mi trovavo nel mio ufficio. La mia odiosa collega mi aveva dato il cambio del turno e così adesso, mentre lei faceva le visite, io mi stavo sistemando alcuni documenti su un caso particolarmente complicato di Vaiolo di Drago. Ad un tratto, un gufo fece irruzione nel mio ufficio, entrando dalla finestra aperta. Slegai velocemente la lettera dalla zampa e del gufo e gli diedi come compenso un po' di molliche di pane.
Lessi velocemente il messaggio. Era di Shackebolt e diceva:
"Hermione, corri subito qui al Ministero. C'è stata un'esplosione nel laboratorio di Pozioni. Draco è rimasto ferito. Solo tu tra i Medimaghi sei a conoscenza del suo lavoro. Corri subito e non preoccuparti dell'assenza sul lavoro. Ti giustificherò io. Corri.
Shackebolt".
Schizzai in piedi, come se sulla sedia fossero comparsi mille spilli. Il mio cervello era come in tilt. Continuavo a sentir rimbombare nella mia testa le parole "Esplosione-Malfoy-ferito-correre". Afferrai la mia borsa da Medimaga e mi smaterializzai davanti al Ministero. Corsi a perdifiato fino al laboratorio di Pozioni, che si trovava al sesto piano del palazzo. Quando arrivai alla mia meta, trovai un via vai di persone che correvano da una parte o dall'altra.
-Shackebolt!-, urlai quando lo avvistai, -Dov'è Lui?-.
Lui mi guardò e mimò con le labbra: "vai nel mio ufficio". Intesi al volo cosa voleva dire e perché me lo avesse detto in quel modo. Ricominciai la mia corsa senza sosta e spalancai le porte dell'ufficio del Ministro della Magia.
-Malfoy!- esclamai, allarmata.
Mi precipitai al capezzale del divano dove era sdraiato.
-Granger, meno male che sei arrivata! Ho dolori ovunque.- mi disse.
-Non sforzarti a parlare!- ordinai.
Mi avvicinai ancora di più per vedere che tipo di ferite avesse.
Non era particolarmente ferito. Mi aspettavo già di vederlo ustionato da capo a piedi. Aveva più che altro lividi e tagli, specialmente nella parte superiore del corpo e in volto.
-Se riesci a parlare senza sforzarti troppo, raccontami cosa è successo.- gli dissi.
-Ecco, stavo sperimentando una nuova pozione, quando ad un certo punto sono cominciati a provenire strani rumori dalla pozione, che aveva iniziato a emettere una tremenda puzza. Ho fatto giusto in tempo a gettarmi a terra che il calderone è esploso. Il problema è che, nel lanciarmi, ho sbattuto al mobile che avevo dietro e, inoltre, con l'esplosione sono partite alcune schegge che mi hanno graffiato.- mi spiegò.
-Capisco.- risposi.
Provai a tastare un po' il braccio sinistro, che sembrava il più malmesso, e, non appena lo sfiorai, Malfoy emise un gemito di dolore.
Doveva essersi rotto il braccio. Il mio sguardo cadde accidentalmente sul suo avambraccio, dove spiccava il Marchio Nero sulla pelle diafana. Repressi un brivido e lui parve accorgersene, ma fece finta di niente.
-Ti devo portare da qualche altra parte. Non posso lasciarti qui su questo divanetto. Devo curarti in un posto più comodo per entrambi.-. Per un attimo mi balenò nella mente l'idea di portarlo a casa mia, ma poi scossi la testa, come per voler scacciare quel pensiero. No, non era la soluzione migliore. Se per caso Harry e Ron fossero venuti a trovarmi, come avrei giustificato la sua presenza lì?
-Puoi smaterializzarci al Manor.- propose Draco.
Questa volta non tentai nemmeno di reprimerlo, il brivido. Malfoy Manor. L'ultima volta in cui vi avevo messo piede era stata quando Bellatrix mi aveva torturata.
-Okay.- accettai, incerta.
Presi la mano a Malfoy, ignorando la scossa elettrica scaturita dal contatto, e in tre secondi ci ritrovammo sulla soglia della porta del Manor. Draco, a stento in piedi accanto a me, chiamò un elfo, che subito accorse. Non appena vide le condizioni pietose del padrone, si affaccendò a sistemare la camera di Malfoy e a farci strada per i corridoi. Arrivati nella camera del ragazzo, lo aiutai a stendersi sul letto.
-Stai comodo?- domandai. Lui annuì.
Iniziai a frugare nella mia borsa, alla ricerca di una fiala di Ossofast.
Trovata, mi avvicinai a Malfoy e lo aiutai a bere la pozione. Emise un rantolo di dolore, quando lo aiutai ad alzare la testa dal cuscino.
-Scusa. Ti ho fatto male?-
-No. No, tranquilla.-
-Malfoy...dovresti...levarti la maglietta. Devo vedere se l'incantesimo che farò avrà effetto.-
-Okay.-.
Con movimenti impacciati, cercò di sfilarsi la camicia vanamente. Sapevo bene che non mi avrebbe mai chiesto aiuto. Per quanto potesse essere cambiato, il suo orgoglio rimaneva sempre quello di un tempo. Piuttosto, ci avrebbe impiegato ore. Quando decisi di averne abbastanza delle sue imprese, feci evanescere la camicia con un colpo di bacchetta e un incantesimo non verbale. Malfoy mi fulminò con lo sguardo, ma io lo ignorai.
-Epismenda!- esclamai, puntando la bacchetta verso il corpo di Malfoy. I tagli cominciarono a rimarginarsi e anche i lividi a schiarirsi. L'incantesimo avrebbe dovuto anche aggiustargli il braccio, ma io per sicurezza gli avevo somministrato l'Ossofast.
-Perfetto! Per questa settimana, e magari anche un po' di più, devi rimanere a letto. Le ferite non sono ancora scomparse del tutto, come è normale che sia vista la quantità, e il braccio ci metterà un po' per rimettersi completamente a posto. In questi giorni, il pomeriggio potrò venire io, ma per la mattina c'è per caso qualcuno che può venire?-
-Posso chiedere a Blaise.-
-Zabini?-
-Sì.-.
Feci un cenno di assenso con il capo.

La settimana trascorse veloce. Draco si rimetteva in sesto di giorno in giorno e non potevo che essere soddisfatta del mio lavoro. La routine di questi sette giorni era stata davvero sfiancante. La mattina andavo a lavorare o, per meglio dire, a litigare con la Steeval. Il pomeriggio lo passavo ad aiutare Malfoy: gli somministravo le medicine, lui si addormentava per circa un quarto d'ora, parlavamo del più e del meno o della sua guarigione, chiedevo gentilmente ad un Elfo di preparare la cena a Malfoy, lo aiutavo a mangiare e poi me ne andavo a casa. Per la notte confidavo nell'aiuto degli Elfi.
L'ottavo giorno riuscii a staccare un po' prima dal lavoro e, sebbene fossi stanchissima e avessi una tremenda voglia di dormire per ore, decisi di andare a fare compagnia a Malfoy, che, secondo i miei calcoli, a quest'ora doveva stare da solo. Mi sbagliavo. Quel giorno, quando entrai nella sua camera, sdraiato sul letto e con la schiena appoggiata alla parete, lo trovai intento a chiacchierare con un ragazzo alto e dalla pelle scura. Lo riconobbi all'istante. Non poteva essere altri che Blaise Zabini. Non appena entrai, mi ritrovai con due occhi grigi e due azzurri che mi fissavano. Le mie guance si tinsero di rosa.
-Ciao, Granger. Ben arrivata. Hai fatto preso oggi.- disse Malfoy.
-Sì. Ehm...oggi ho finito prima.- risposi.
Vidi Zabini alzarsi e venire verso di me. Quando mi arrivò davanti mi prese la mano e fece un perfetto baciamano. Io arrossii violentemente. Cercai velocemente Malfoy con lo sguardo e vidi che aveva uno scintillio divertito negli occhi.
-Granger, è da tempo che non ci si vede.- disse Zabini, galante. Era proprio come lo ricordavo.
-È vero, Zabini.- risposi.
-Oh, chiamami Blaise!- replicò lui.
-Va bene, Blaise.- ribattei, con un sopracciglio alzato.
-Ah, e grazie per ciò che stai facendo per quello zuccone del mio amico!-
-Figurati!- dissi, ridacchiando. -A proposito, fammi vedere come va il braccio, Malfoy.-.
Mi avvicinai a lui e lo controllai.
-Mmmh...- mugugnai.
-Che c'è?- chiese lui, allarmato.
-Niente in particolare. Ed è proprio questo che non capisco. Generalmente l'Ossofast e l'incantesimo Epismenda insieme dovrebbero avere un effetto quasi immediato. Eppure...eppure anche le ossa non si sono del tutto risaldate. E...non capisco. Devi prendere l'Ossofast tre volte al giorno: la mattina te lo da Zabini, giusto?-,il ragazzo, sentendosi chiamato in causa, annuì, -Il pomeriggio te lo do io e...la sera?-
-Ci pensa un'Elfa a darmelo, però mentre dormo.- rispose Malfoy.
-Me la puoi chiamare?-
-Certo. Twinky!-.
Un'Elfa comparve al centro della stanza.
-Padrone, cosa desidera?-
-Devi parlare con lei.- le ordinò, indicandomi.
-Vorrei, per favore, sapere se queste sere sta dando l'Ossofast a Malfoy-.
-Oh, sì, certo! Io lo da al Padron Draco tutte le sere quando dorme.-
-Bene. Grazie mille, Twinky, e scusa se abbiamo interrotto il tuo lavoro.- le dissi, gentilmente. Lei sgranò gli occhi, poi fece un inchino e in un 'Pop' scomparve.
-Granger, sei troppo gentile.- affermò Malfoy, ghignando.
-Mai sentito parlare del C.R.E.P.A.?- chiesi tutta rossa, ma, non dall'imbarazzo, dall'irritazione.
-Che?- domandò Zabini.
-C.R.E.P.A.: Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Poveri e Abbruttiti!- risposi, saccente.
-Ah, sì! Mi ricordo! Quella stupida associazione che avevi fondato a scuola!- esclamò Malfoy.
Mi limitai ad incenerirlo con lo sguardo. Se solo gli sguardi potessero uccidere, lui sarebbe morto.
-Ad ogni modo-, parlai, -non so la causa di questa lentezza nel guarire, per cui anche questa settimana continuerai a prendere l'Ossofast e continuerò a farti l'incantesimo. Se non sei troppo debole, puoi anche ricominciare ad uscire di casa, magari in compagnia di Blaise.-.
Il ragazzo moro annuì con il capo.
-Draco, Hermione, purtroppo devo salutarvi. Ho da fare e non posso trattenermi oltre.- disse Zabini, lanciando una veloce occhiata a Malfoy.
-Hermione, è stato un vero piacere, nonché onore, rincontrarti. Spero che ci rivedremo presto.- continuò, ammiccando nella mia direzione.
Una volta che fu uscito, Malfoy si girò verso di me e mi parlò:
-Granger, manca ancora molto prima che tu mi debba dare l'Ossofast. Hai delle occhiaie terribili. Perché non dormi per qualche minuto?-.
-Non serve, davvero. Sono apposto così.- risposi, tentando di essere convincente.
-Granger...- mi rimbeccò lui.
-Sul serio.- replicai.
-Almeno vieni qua a stenderti, così non devi stare su quella sediola scomoda.- propose lui.
-Emh... Ecco, io...- balbettai. La verità è che avevo un gran bisogno di riposare le mie povere membra affaticate, ma non mi andava di fare la sfacciata e, soprattutto, l'idea di sdraiarmi nel letto di Draco Malfoy con Draco Malfoy accanto mi imbarazzava tremendamente. Ma la sua era una proposta così invitante...
-E va bene!-, acconsentii, -Ma non posso comunque addormentarmi, devo assicurarmi che tu prenda la pozione nell'ora precisa.-.
Malfoy fece una smorfia simile ad un sorriso con la faccia.
Mi stesi accanto a lui. Il letto era ad una piazza e mezzo ed, essendo entrambi magri, ci stavamo assai comodi e distanti al punto giusto.
Rimanemmo a guardare il soffitto in silenzio per qualche minuto.
-Granger, non ti ho ancora ringraziato per quello che stai facendo.- parlò lui.
-È il mio lavoro.- risposi, professionale.
-Sì, lo so. Ma di solito non sei costretta ad andare a casa del paziente. Ti sto facendo faticare il doppio. In più sei anche costretta a non rivelare niente a nessuno. Quindi...grazie.- mi disse, guardandomi negli occhi. E quello fu l'inizio della fine per me. Mi persi in quell'oceano grigio in tempesta che erano gli occhi di Draco Malfoy. Morgana, mi ero completamente persa. Erano il mio Labirinto del Minotauro e non ero certa del fatto che sarei riuscita a ritrovare il Filo di Arianna. Anche lui, però, sembrava essersi incantato. Che diamine ci stava prendendo?
Con uno sforzo sovraumano distolsi lo sguardo dal suo. Di nuovo il silenzio calò si di noi.
Dopo qualche minuto, le palpebre cominciarono a farsi pesanti, la testa a ciondolare. Iniziai a sbadigliare. Forse, se avessi chiuso gli occhi per cinque minuti soltanto...

-Granger. Granger, svegliati.- sentii che mi diceva la voce di Draco.
Lentamente e a gran fatica, riaprii gli occhi. Sbattei più volte le palpebre e mi stiracchiai.
-Malfoy, quanto ho dormito?- chiesi.
-Un bel po'. Devi darmi l'Ossofast.- mi comunicò. Avevo dormito proprio tanto...
Dopo aver fatto ciò che dovevo fare, Draco mi disse:
-Granger, ti va di andare a fare una passeggiata nel giardino del Manor prima che faccia buio?-.
-Va bene.-, acconsentii, -ma appena inizia a far troppo freddo rientriamo-.
Erano otto giorni che non si alzava dal letto e temevo che, se non l'avessi aiutato, sarebbe cascato a terra come una pera.
Mi alzai così per prima e mi infilai il cappotto, poi andai verso di lui. Gli presi la mano, zittendolo con lo sguardo prima che potesse protestare, e lo di aiutai ad alzarsi. Non l'avessi mai fatto! Mentre si stava alzando, barcollò e per sorreggersi si aggrappò alle mie spalle. Eravamo talmente vicino che potevo sentire il suo respiro e viceversa. Arrossii di botto ed ebbi un fremito quando mi accorsi della sua mano sul mio collo. Il battito del mio cuore prese ad accelerare. Da quanto tempo era che non batteva così? Troppo tempo. Mi ero quasi scordata di quella sensazione. Purtroppo però, quando tornai con i piedi per terra, mi accorsi della situazione. Era sbagliato. Non potevo provare quella sensazione con lui, Malfoy. Non era giusto. Mi staccai velocemente, come scottata. Troppo velocemente. Infatti barcollammo tutti e due e, se non ci fosse stato un mobile dietro, saremmo finiti a terra entrambi. Cercando di non incontrare il suo sguardo, lo aiutai ad infilarsi il cappotto e a scendere le scale.
Quando arrivammo fuori in giardino, trassi un respiro profondo. Anche lui fece lo stesso.
Iniziammo a passeggiare per il giardino del Manor. Era bellissimo.
Io e Malfoy camminavamo molto vicini. Più che altro temevo che cadesse. Fissai un punto indistinto del giardino, persa nei miei pensieri. Non riuscivo a smettere di pensare alle emozioni che avevo provato stando vicino a Malfoy. Io le conoscevo bene. Ricordo, come fosse ieri, il periodo in cui avevo una cotta per Ronald. Ma allora era diverso. Ero solo una ragazzina e, soprattutto, il ragazzo che mi piaceva era il mio migliore amico, non quello che fino a pochi anni fa consideravo il mio miglior nemico e che avevo rincontrato solo circa un mese addietro. Ero attratta da lui, su questo non c'era dubbio. Anche un cieco lo avrebbe visto, ma la vera domanda era: 'Solo attrazione? O qualcosa di più?'.
Mi resi conto di pensare davvero troppo, quando vidi Malfoy che mi fissava accigliato.
-Granger! Ma ci sei? Sono cinque minuti che ti chiamo!- mi disse, evidentemente scocciato.
-Che c'è?- chiesi, cadendo dalle nuvole.
-Ti ho chiesto se ti va di sederti un attimo sotto quel capanno.- rispose lui.
-Okay!- accettai.
Ci accomodammo su delle sedie intorno al tavolo, sistemate vicino due lati adiacenti. Magicamente, apparvero due tazze di tè e alcuni biscotti non appena ci sedemmo.
-È incantato.-, mi disse Malfoy, con lo sguardo vacuo, -L'aveva incantato mia madre. Veniva sempre qui quando era nervosa. Ricordo che da bambino, quando papà non era in casa, mamma mi ci portava spesso. Aveva sempre uno sguardo triste, ma, chiaramente, a quei tempi non ne capivo il motivo. Adesso non vedo mia madre da quando la scuola è finita. Si ritirò in quel dannato cottage dei Black in Scozia e poi non la vide più nessuno, nemmeno io! Non so neanche come stia! All'inizio le mandavo continuamente lettere dall'America, a cui ovviamente non ricevevo mai risposta. Indi per cui, dopo un po' ho smesso. Per fortuna Blaise e Theodore mi sono stati vicini. E, a modo suo, anche Daphne.-. Rimasi ammutolita. Non mi aspettavo certo che si aprisse in questo modo con me. Decisi di ricambiare il gesto.
-Non vedo i miei genitori da cinque anni.- iniziai, incerta. Vidi Malfoy alzare la testa di scatto e piantare i suoi occhi nei miei. Ciò mi spinse ad andare avanti. -Li obliviai prima di partire alla ricerca degli Horcrux. La guerra era incombente e non volevo che fossero in pericolo a causa mia. Una sera, mentre erano sul divano, gli cancellai di nascosto la memoria. Quando si svegliarono avevo già preso tutte le mie cose e abbandonato la casa. Feci in modo che si trasferissero in Australia. Ora non si ricordano di avere una figlia. Di tanto in tanto, vado a Sidney per vedere come stanno. Sono felici, nonostante credano di non poter avere figli, e al sicuro, anche se ormai non esiste più nessun pericolo. Quindi, come vedi, capisco cosa si prova a non avere più i propri genitori.- gli raccontai, un sorriso amaro impresso sul mio volto.
-Mi dispiace... Non ne sapevo niente.-mi disse lui.
-Adesso siamo pari.- risposi, riferendosi a quando mi aveva raccontato di suo padre.
Restammo tutti e due in silenzio a fissare il sole che tramontava.
-Penso sia meglio rientrare.- mormorai. Lui annuì.
Mi alzai e andai verso di lui. Mi chinai su di lui per aiutarlo. In quell'istante, fu come se il tempo si fosse fermato. Draco, seduto sulla sedia, allungò una mano e la poggiò dietro la mia nuca, attirandomi vicino a sé. Le nostre bocche erano ad un centimetro di distanza, i nostri nasi si sfioravano. Il cuore sembrava volermi uscire dal petto e lasciarmi un enorme buco nel petto.
"Okay, Hermione, stai calma. Calma." tentai di dirmi mentalmente. Ma in quel momento il mio cervello era scollegato e non pensavo a niente che non fossero le labbra di quel ragazzo.
Prima che potessimo far qualcosa, sentimmo il tipico 'Pop' dovuto alla smaterializzazione.
-Ehi, Draco! Ho lasciato qui il mio mantello!- disse la voce di Blaise, non molto distante da dove stavamo noi. Evidentemente, non doveva essersi accorto di ciò che stava per succedere. Io e Malfoy ci distanziammo a velocità lampo. Che cosa stavo per fare? Stavo per BACIARE Draco Malfoy!
-Non saprei. Non ci ho fatto caso.-rispose il biondo a Blaise, lanciandomi un occhiata veloce. Come aveva fatto a darsi un contegno così velocemente, mentre io ero ancora tutta accaldata?
"Serpeverde! Chi li capisce è bravo!", pensai tra me e me.
-Allora vado a vedere!- disse l'altro.
-Veniamo con te. Stavamo giusto per rientrare.- mi affrettai a dire.
Una volta dentro, andammo in sala da pranzo. Con la scusa della stanchezza, mi congedai dai due ragazzi prima dell'ora di cena, dopo la quale solitamente me ne andavo. Feci giusto in tempo a vedere Blaise lanciare uno sguardo perplesso all'amico e Draco volgere lo sguardo altrove.
Dove era finito il mio coraggio? Ah, sì! Ora ricordo: a farsi un bel giro!

Arrivata a casa, la prima cosa che feci fu una doccia rilassante per schiarirmi le idee. Capii che non potevo tenermi tutto dentro e che avevo bisogno di confidare tutto a qualcuno, ma a chi? Mia madre? Meglio di no. Harry? Non sarebbe stata una scelta saggia. Ron? Decisamente no. Ma certo! Come avevo fatto a non pensarci subito?!
Mi precipitai dal mio gufo e scrissi veloce una lettera a Ginny, nella quale la pregavo di fare un salto a casa mia. Dovetti aspettare circa un quarto d'ora, prima di ricevere la risposta di Ginny.
"Arrivo subito.", era scritto nella lettera. Non era neppure firmato, ma avrei riconosciuto la sua calligrafia tra mille, tante le volte che l'aveva vista.
Adesso però il problema era un altro. Come raccontare tutto Ginny, senza dirle del lavoro di Draco? Sbiancai. Non ci avevo pensato.
"C***o!", esclamai nella mia testa, "E ora che mi invento?". Non c'era altra soluzione: avrei dovuto dirle la verità. Ma non potevo farlo! Sarebbe stato come tradire Shackebolt e... Draco!
Mentre rifletteva, il campanello suonò. Sobbalzai, ma andai comunque ad aprire.
-Ginny!- la salutai.
-Herm! Dimmi tutto! Qual è questo problemone?- disse Ginny, entrando e accomodandosi sul mio letto. Andai a sedermi anch'io, sospirai e cominciai a raccontare la storia dal nostro incontro, omettendo parti della conversazione che credevo inopportune e, in seguito, il lavoro di Draco e il motivo per cui era ferito. Le dissi che mi aveva contattato lui -tramite gufo- e che mi aveva chiesto di venire a casa sua per assisterlo. Al che, Ginny, giustamente, mi fermò e chiese: -Ma perché proprio tu devi fargli da dottoressa? Non potevi rifiutarti e mandare una collega, tipo la Steeval?-. Scossi la testa e le risposi che non sarebbe stato professionale. Odiavo mentire a Ginny, ma era necessario.
Proseguii con la narrazione, fino a che non arrivai al quasi-bacio di oggi pomeriggio. A quel punto Ginny spalancò la bocca.
-Non guardarmi così, Gin...!-
-No no. È che...-
-Ti prego, ti scongiuro: non dire niente a Ron ed Harry!- la interruppi.
-Figurati! Lo sai che non lo farei mai!- mi rassicurò.
Mi gettai a peso morto all'indietro sul letto e mi sdraiai. Mi presi il volto fra le mani.
-Che cosa devo fare, Ginny? Insomma, pensa a cosa sarebbe successo se non fosse arrivato Bla...Zabini! Che devo fare?-
-Bacialo!-
-Cosa?!- esclamai, sgranando gli occhi. Pensai -e forse sperai- di aver capito male.
-Ma sì! Insomma, tu dici che è cambiato, che non è più il solito Malferret...-, annuii, -e che è anche migliorato fisicamente.-, la guardai di traverso, -E, da quel che ho capito, ti piace anche.-, arrossii, -Bacialo! Più semplice di così! Almeno capirai se c'è la scintilla!- concluse lei, con fare ovvio.
-Ma...ma come? Ma, Ginny! Questa è la parte in cui tu mi dici che devo essere impazzita e cerchi di farmi ragionare! Non quella in cui mi sproni a baciare Draco Malfoy!- sbottai, confusa. Lei rise. Mi stizzii.
-Perché dovrei? Tesoro, a tutti bisogna dare una seconda possibilità...-
-Lo so! E, infatti, io glie l'ho data, però... Oh! Un conto è dargli una possibilità, un conto è baciarlo!-
-Herm, magari lui non è il miglior partito che potessi scegliere (nessuno ha detto che lo sia), ma lui ti piace, si vede, e, fidati, tanto basta. Prova a vedere come si comporta domani. Se vedi che è tranquillo, fai qualcosa. Altrimenti, nel caso sia imbarazzato o scontroso, fai acquietare le acque.-. Sospirai, stancamente.
-Grazie, Ginny. Sei una amica.- le dissi, abbracciandola. Lei ricambiò la stretta.
-Ricordati: sarò sempre dalla tua parte. Qualunque cosa succeda.-.
Dopo quella conversazione, appena Ginny se ne fu andata, caddi come un bambino nelle braccia di Morfeo.
Mi svegliai nel bel mezzo della notte, a causa di un incessante ticchettio.
Andai a guardare alla finestra. Un vezzoso gufo Reale picchiettava sul vetro con il becco. Sbadigliai. Che ore saranno state? Mezzanotte?
Andai ad aprire la finestra, feci entrare il gufo, slegai la lettera e lo ricompensai con una mollica di pane.
Lessi velocemente il contenuto della lettera:
"Granger, ti chiedo scusa per oggi. Ci siamo lasciati senza nemmeno salutarci. Perdonami per l'ora, ma ho appena finito di cenare con Blaise. Ho preso l'Ossofast, non ti preoccupare. Spero di non doverti scocciare ancora per molto e di poter tornare a lavorare al più presto.
Ci vediamo domani.
D.L.M.".
Nessun accenno al bacio. Se anche non avessi saputo chi fosse 'D.L.M.', avrei potuto riconoscere l'emittente dall'elegante grafia e dal gufo che la trasportava.
Presi una piuma e una pergamena.
"Malfoy, non ti preoccupare per non avermi salutato, sono stata io ad andarmene di fretta. Piuttosto, preoccupati di rimetterti in forma.
A domani.
H.J.G.".
Rilessi più volte la lettera. Sembrava più un telegramma, ma in fin dei conti, pensai, era meglio così. Rimandai indietro il gufo con la lettera e mi rimisi a dormire. Decisi che fino al pomeriggio seguente non avrei pensato a Draco. Mi venne quasi da ridere. Sette -otto- anni passati ad odiarci e adesso... Arrossii e per quella sera spensi il mio cervello iperattivo.
Per tutta la mattinata seguente, al lavoro, fui costantemente agitata. L'idea di rivederlo mi dava i brividi, ma ero una Grifondoro e avrei affrontato tutto a testa alta, non mi sarei lasciata intimorire nemmeno dalla più machiavellica delle Serpi, soprattutto dalla più machiavellica delle Serpi.
Il pomeriggio, quando andai al Manor, lo trovai in giardino sotto il capanno dove eravamo stato ieri. Per tutto il pomeriggio, Draco si comportò normalmente, come se non fosse quasi successo qualcosa.
Quando tornai a casa, la sera, mi sentii avvampare di rabbia. Che sciocca che ero stata a pensare che anche lui avesse provato qualcosa! Che stupida che ero stata ad illudermi! Ma che cosa pretendevo?! Che si gettasse in ginocchio ai miei piedi vestito da Principe Azzurro in calzamaglia e mi dichiarasse amore eterno?! Illusa!
Senza accorgermene, gli occhi mi divennero lucidi! No! Non avrei pianto, non per una cosa del genere.

Nel giro di una settimana, Draco si rimise in sesto. Il mio compito era finito, avevo fatto quello che dovevo. Ma allora perché, mentre gli comunicavo che stava bene e che non aveva più bisogno di me, mi ero sentita morire? Perché il solo pensiero di non rivederlo più mi aveva sconvolto all'improvviso e colpito come una secchiate di acqua gelida in faccia? Eppure sapevo che prima o poi sarebbe successo! Ma, purtroppo -o per fortuna?- sapevo bene anche il motivo di tutto ciò. Durante questa settimana avevo capito che, sì, io, Hermione Jean Granger, una Sanguesporco Grifondoro, avevo una cotta per lui, Draco Lucius Malfoy, un Serpeverde Purosangue. Dal suo canto, lui non aveva dato segni di ricambiare. Non un'emozione era trapelata dal suo sguardo, mentre ci salutavamo e attraversavo il cancello del Manor l'ultimo giorno, se non la gratitudine per averlo curato.
Quella notte piansi. Avevo promesso a me stessa che non lo avrei fatto, ma lo feci.

Passai due settimane schifose. Non lo avevo più rivisto da quel giorno. Il rimpianto per non aver fatto niente mi stava divorando.
Una mattina, mentre stavo seduta alla scrivania ad archiviare le informazioni sul quel particolare caso risolto di Vaiolo di Drago, bussò alla mia porta l'infermiera che mi assisteva, comunicandomi di una persona che mi aspettava in sala d'attesa. Mi sembrò di avere un dejà-vu. Visto che il mio turno era finito, mi infilai il giaccone e uscii, sorridendo.
Il sorriso mi morì sulle labbra, quando vidi che ad attendermi era Draco. Se ne stava lì, appoggiato allo stupide della porta del mio reparto e sorrideva.
-Dottoressa Granger!-, mi salutò, agitando la mano, -Le posso offrire un Firewiskey?-.
-Malfoy. Che ci fai qui?- chiesi, in un attimo di smarrimento. Prima che potesse rispondere dissi, sorridendo a mia volta: -Andiamo! Ma questa volta offro io!-
-Non ci sperare!- mi rispose, mentre ci avviavamo verso il bar. Cercai di non barcollare sui tacchi e di fermare il tremore alle ginocchia.
-Oh, sì!-
-Oh, no!-. Sbuffai.
-Allora? Come mai sei venuto? C'è qualche problema con il braccio?- gli domandai, quando arrivammo davanti al bar di Madama Rosmerta.
-No...-rispose, scuotendo la testa con un leggero sorriso ad increspargli le labbra.
Quando smise di muovere la testa, mi guardò negli occhi. In quel momento tutto mi fu più chiaro. 'O la va, o la spacca', dice un detto babbano. 'Carpe diem', dice un altro. Senza aspettare oltre, in uno slancio che non mi apparteneva, premetti le mie labbra sulle sue. Inizialmente, lui rimase rigido. Credetti di aver fatto una stupidaggine, ma poi ricambiò il bacio. Mi cinse i fianchi con le braccia e io gli allacciai le braccia al collo.
Senza saperlo, quel giorno iniziammo una danza, la danza più antica del mondo: l'Amore.
Quel Firewiskey poteva anche aspettare!

*********


Buonasera, popolo di Efp! Sono tornata qui per voi con una nuova One-Shot Dramione (come se non l'avessero capito!, NdMeStessa).
Cooomunque, ci tengo a specificare delle cose:
1)Non sono laureata in medicina, tanto meno in Medimagia, quindi chiedo subito scusa nel caso abbia scritto strafalcioni sulle cure di Draco! Mi sono dovuta improvvisare dottoressa! Si salvi chi può! XD
2)Chiaramente, le professioni dei nostri personaggi preferiti le ho immaginate io, adattandole alla storia. Nel caso a qualcuno dia fastidio questa licenza che mi sono presa, lo dica e cercherò di provvedere! :D

3)Ho preferito non dividere la storia in più capitoli, perché non ne sentivo la necessità e non volevo interrompere la narrazione. Lo so, è un po' lunga (12 pagine su Open Office)....
4) Chiedo scusa anticipatamente nel caso ci siano eventuali errori di scrittura e vi prego di farmeli notare, così che io possa correggerli e rendere la lettura più scorrevole per tutti!
Vorrei ringraziare anticipatamente tutti coloro che leggeranno questa storia (se potete, lasciare un commentino, giusto per farmi sapere che ne pensate!)!
Un bacione,
DramioneGleek.

PS: buon anno nuovo a tutti! :-*

  
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