Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |       
Autore: Prim_    31/12/2014    2 recensioni
Peeta Mellark si era innamorato di Katniss Everdeen quando cantava la Canzone della Valle in classe, a cinque anni.
Peeta Mellark si era fatto picchiare da sua madre pur di dare da mangiare a Katniss Everdeen, non sapeva di aver fatto qualcosa di più. Aveva donato speranza e voglia di vivere, ad undici anni.
Peeta Mellark è solo un ragazzino di sedici anni ma sa già di amare Katniss Everdeen da tutta la vita.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Madge Undersee, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A.A.A.: Storia pubblicata per la prima volta il 18 Agosto 2014 come prydewinn. Sono sempre io, perciò tranquilli, non c'è nessun plagio o roba del genere. Gli angoli autrice non hanno subito nessuna modifica, né tanto meno il testo. Ringrazio chi avesse recensito precedentemente! Buona lettura.
 

Per la gif grazie a falgspidyman

 

Katniss

 

CAPITOLO UNO

 

STORY OF  HIS LIFE.

 

Peeta Mellark si era innamorato di Katniss Everdeen quando la maestra di musica le fece cantare la Canzone della Valle davanti alla classe, ricorda che quel giorno i suoi capelli scuri erano raccolti in due trecce.
All’uscita da scuola, quel giorno, suo padre le indicò la bambina presentandola come “la figlia della donna che avrebbe voluto sposare”. 
Sarà un vizio di famiglia rimanere fregati da loro, pensò Peeta. 
Fu allora che il padre rivide sé stesso nel figlio, nel modo in cui gli stessi occhi azzurri guardavano la bimba, e sperò che almeno per suo figlio la scintilla si sarebbe trasformata in fiamma.
Da quel giorno Peeta non fece altro che guardarla tornare a casa.

Era passato molto tempo da quel giorno ma il bambino, ormai divenuto un ragazzo di sedici anni, lo ricordava come se fosse ieri. 
Però tutto è cambiato, sapete? 
Peeta era divenuto un giovane dalle spalle larghe molto carino, era forte per via dei pesanti sacchi di farina che lanciava quando lavorava in panetteria e poi era biondo con gli occhi azzurri ed aveva un sorriso d’angelo. Era il tipico ragazzo dolce e gentile, il principe azzurro che ogni ragazza ha sognato almeno una volta nella sua vita, l’unica differenza è che al posto di avere il cavallo bianco Peeta aveva il grembiule da fornaio.

Anche Katniss era cambiata molto da quel giorno. Aveva sempre i capelli castani scuri raccolti in una treccia, gli occhi grigi attenti e la pelle olivastra scavata e magra ma era diventata meno vivace e molto poco socievole. 
E non cantava più, se non per la sua sorellina.
Da quando suo padre è morto la vita, l’allegria e la musica sono scomparse lasciando che Katniss diventasse il capo-famiglia mentre sua madre si chiudeva in sé stessa, dimenticandosi di avere due figlie piccole da accudire.
La famiglia Everdeen viveva nel Giacimento, un quartiere molto povero del Distretto 12, dove un pasto caldo e del denaro si vedevano raramente.

Madge Undersee, la figlia del sindaco, è l’unica amica che aveva anche se non la considerava tale. Entrambe non erano molto loquaci, si sedevano insieme a pranzo e facevano coppia ai vari laboratori e lavori di gruppo. E poi c’era Gale Hawthorne il suo migliore amico, il suo compagno di caccia, il suo compagno di sopravvivenza. Quando i padri di entrambi morirono in miniera i due hanno portarono avanti la famiglia cacciando e barattando al Forno. 
Ma la cosa che a Peeta faceva più tristezza era il non sentire il suono della sua voce, così melodiosa e così argentina.

Katniss parlava poco e di certo quelle poche parole non le riservava al figlio del fornaio e non cantava più, non in pubblico. Ma a Peeta non sfuggiva niente di tutto quel che riguardava Katniss Everdeen, anche se alcune di queste caratteristiche coinvolgevano Primrose e sua madre. Ad esempio sapeva che alla piccola Prim piaceva sentire la voce della sorella cantare per lei e - cullata dalla sua ninna nanna - addormentarsi. Così, quando i compiti e la panetteria gli lasciavano del tempo libero, andava ad ascoltare la ninna nanna che Katniss cantava alla sorellina mentre le accarezzava la chioma bionda.

Era fin troppo semplice stare appollaiato sotto la finestra rotta di casa Everdeen ed ascoltare la sua splendida voce, bearsi di tutto ciò che un giorno – sperava – sarebbe diventata la sua quotidianità. Ogni sera nella sua stanza si immaginava in una bella casa con un grande giardino dove due bambini giocavano sereni, mentre sua moglie li sorvegliava amorevolmente dalla sedia a dondolo. Amava, soprattutto, quando quelle immagini scorrevano dalla sua mente alle sue dita, dalle dita alla matita e dalla matita al foglio.

Aveva passato tutti i suoi sedici anni di vita a dipingerla nei suoi disegni e ad ascoltarla cantare. A scuola la chiamavano tutti la ragazza in fiamme perché era nervosa e scorbutica e nessuno, tranne Madge e Gale, riusciva ad avvicinarsi a quella scintilla temendo il suo fuoco. 
Anche Peeta stesso non aveva il coraggio ma non per paura di Katniss, lui l’amava anche per quello. Era solo timido, quasi codardo. Allora si accontentava di ascoltare la sua ragazza di fuoco sotto ad una finestra.

Ma attento Peeta Mellark un giorno, presto o tardi, Katniss Everdeen potrebbe scoprire il tuo piccolo segreto e temo che non basterà il mare dei tuoi occhi per spegnere il suo incendio.

* * *

« Va tutto bene Katniss? » 
Era strano. 
A pranzo ne Katniss ne Madge parlavano molto, ma andava bene così ad entrambe. Però quel Lunedì era strano. Togliete il fatto che era il giorno della mietitura, il giorno in cui la scuola sorteggiava un attività di fine anno. Tipo balli, feste a tema e roba varia. Erano facoltative come attività perciò Katniss non partecipava mai anche se Madge le riservava occhiate di disapprovazione, ma non parlava perché le parole con la ragazza in fiamme non servivano a nulla. Ma andava bene così ad entrambe.

Katniss era sovrappensiero, era da un po’ che giocherellava con la forchetta e con i pezzettini tagliuzzati della carne buonissima che Sae La Zozza, la signora della mensa, cucinava insieme al delizioso brodo. Fu la domanda di Madge a farla tornare con i piedi per terra. « Eh? Sto bene. » 
Forse il periodo scolastico era quello che preferiva di più perché non doveva andare a caccia, il pranzo settimanale per lei e per Prim era assicurato. E a sua mamma bastavano i conigli e gli scoiattoli che cacciava nei weekend e qualche pomeriggio alla settimana.

Il vero problema era l’Estate, quando il cibo scarseggiava non aiutato dal sostegno della mensa scolastica. Ma anche grazie all’impegno, ai baratti con Gale al forno e ai prodotti di Lady, la capra di Prim, riuscivano a scamparla. E allora qual era il problema? Lei e Prim erano due delle poche ragazze istruite del Giacimento, pochi potevano permettersi i libri. Ma Madge aveva provveduto anche a quello, ricordando al padre della bimba del Giacimento che aveva perso il padre nell’incidente in miniera, anche se Katniss non lo sapeva.

In realtà a Katniss non piaceva quel periodo dell’anno. Feste, vestiti, ragazzi e tanti fronzoli. Non bastava che le ragazze non parlassero d’altro tutto l’anno? Ora era anche peggio ed il suo odio verso di loro aumentava. Loro non sapevano cosa significasse patire la fame, vivere di stenti. Loro erano abituati a trovare un pasto caldo pronto a tavola quando tornavano a casa. Lei invece quel pasto lo cacciava, niente divertimento, niente frivolezze se voleva sfamare Prim. Solo serietà e freddezza e alla fine un pasto a casa lo portava, forse non del tutto caldo ma l’importante era dar da mangiare alla sua famiglia. Loro si divertivano e si godevano la vita mentre quasi la sua famiglia moriva di stenti.

Alzò lo sguardo per cercare di rassicurare Madge ma incontrò gli occhi del ragazzo del pane, seduto al tavolo dietro l’amica. La guardava. 
Non era la prima volta: le era capitato di incontrare il suo sguardo, quando tornava a casa, che lui prontamente distoglieva. Ma quella volta non lo fece, solo le sorrise.
Era stato proprio lui a salvare la sua famiglia.

 

Era una giornata di pioggia quando anche la sua ultima speranza di portare qualcosa da mangiare per Prim scomparve. Si era appoggiata ad un albero quando la signora Mellark aveva iniziato di nuovo a sbraitare dentro la panetteria. Poco dopo il figlio di undici anni, rosso in volto, uscì dal retro bottega ed iniziò a gettare le pagnotte bruciacchiate agli animali nel recinto gettando di tanto in tanto uno sguardo preoccupato alla ragazza al riparo sotto un albero. Le si avvicinò, controllando che la mamma non lo vedesse, e le porse le due pagnotte di pane rimaste, le sorrise leggermente poi tornò dentro. Fu quello stesso sorriso a farla innervosire quel Lunedì. 
Era strano, troppo strano. 

« Attenzione, attenzione! » esclamò Claudius Templesmith, il vice preside, dall’altoparlante. « Tutti gli studenti sono pregati di recarsi all’ingresso della scuola, dove la preside Trinket e il sindaco Undersee vi attendono per la mietitura. » Pian piano la mensa si svuotò. Anche Katniss, dopo aver rivolto un’occhiata esasperata a Madge, si recò all’ingresso trascinata dall’amica.  Effie Trinket, preside scolastico, era in piedi accanto al padre di Madge. « Benvenuti, benvenuti! Felice mietitura e possa la fortuna sempre essere a vostro favore. » esclamò. « Oggi sorteggeremo l’attività di fine anno. Quest’anno ci sono nuove regole e quindi il sindaco è qui per illustrarle. »

« Quest’anno è obbligatorio che tutti i ragazzi dai quindici anni in su partecipino, per gli altri è facoltativo. » Katniss sbuffò sonoramente, Gale nelle file dei diciottenni sorrise nella sua direzione. Peeta assisteva impotente e geloso, come ogni volta che qualche gesto del bel tenebroso faceva rilassare la ragazza. « Inoltre quest’anno estrarremo anche la regina ed il re delle attività. » Dopo di ché la preside si avvicinò alla boccia e estrasse un foglio. « Sembra che quest’anno anno si organizzerà un ballo. Ne approfitto per ringraziare il signor Haymitch Abernathy per la disponibilità di una delle ville del suo villaggio. Potete tornare alle vostre lezioni. » congedò la donna, velocemente.

 

* * *

Quel pomeriggio casa Undersee ospitava la più grande delle sorelle Everdeen. « No, no e no. Non ci andrò. » borbottava Katniss, camminando nervosamente avanti e indietro. 
« Devi farlo, è obbligatorio per i liceali. Solo i ragazzi dell’età di tua sorella non sono obbligati. » ribatté Madge. 
« Prim! » esclamò fermandosi. « Lei deve andarci, per forza. » 
« Ma non puoi obbligarla, lei può scegliere. » 
« Lei ci deve andare. Sai quanto cibo ci sarà? Con tutto quel cibo sfameremmo tutte le famiglie del Giacimento, Prim deve andarci. » 
« Conosci tua sorella, se non ci sarai anche tu non ci andrà nemmeno lei. »
« Ma io non ho un vestito adatto. »
« Lo troverai fra quelli di tua mamma, era una ragazza di città no? »
« Ma non ho un accompagnatore. »
« Non è obbligatorio e poi c’è sempre Gale. »
« Sai che lo chiederà a te. »
« Ohw. » arrossì Madge, distraendosi per un attimo. « Non importa. Dai, vieni.»
« Ho trovato! Tu baderai a Prim. Non dovrai far niente, lei starà con i fratelli e la sorella di Gale. Mi basta solo che ti assicuri che mangi. »
« Dai, Katniss. Ti aiuterò a scegliere un vestito fra quelli di tua madre. »
« Uff, va bene. »
« Sì! »

Qualche chilometro più in là, nella panetteria dei Mellark c’era un Peeta abbastanza distratto. Era letteralmente fra le nuvole dato che stava decorando su una torta nuvolosa da esporre in vetrina. 
« Peeta. » chiamò il padre. « Che ti sta succedendo? »
« Niente, papà. » rispose. 
« Sei parecchio distratto, ragazzo. È successo qualcosa a scuola? È per la mietitura? »
« Beh… A dire il vero c’è un ballo, quest’anno. » rispose. « In una delle case di Haymitch. »
« E…? »
« E c’è una ragazza che mi piacerebbe invitare. » disse il ragazzo del pane. « Lei… ecco, lei mi piace da sempre. »
« Katniss Everdeen. »
« Già. Un momento, come lo sai? »
« Peeta.» rise il padre. « Lo vedo il modo in cui la guardi quando lei è difronte alla vetrina con la sorella. »
« Credo di amarla, papà. »

Peeta iniziò a parlare di lei, dei suoi capelli, dei suoi occhi. Raccontò al padre di tutto ciò le piaceva e non, della sua passione per i boschi, del bene immenso che voleva alla sorella, di come si incantava a guardarla ogni volta che tornava a casa, di come era geloso di Gale. Ma non raccontò mai dei suoi disegni e delle sue scappatine serali. Quella era una cosa solo sua, nessun altro avrebbe dovuto scoprirla. 
La cosa più bella di Katniss era che lei non sapeva niente dei suoi sentimenti, a malapena sapeva della sua esistenza. All’inizio era la parte che preferiva di più ma poi è diventata la parte peggiore che ha fatto affievolire la sua speranza. Ma lei era Katniss Everdeen la ragazza in fiamme, perciò la fiamma della speranza non si spegneva mai.

« C’è solo una cosa che puoi fare, a questo punto. » lo interruppe il padre. « Diventare suo amico, devi riuscire ad abbattere quel muro di protezione. Devi spingerti là dove quel Gale non riesce ad arrivare. E poi la potrai invitare al ballo. »
« Ma ho solo quattro giorni, non ce la farò mai. »
« Allora inizia subito. » ammiccò il padre in direzione della vetrina. Peeta voltò lo sguardo e sorrise, in un modo sincero. Katniss e Madge erano state trascinate da Prim a guardare la vetrina. La bambina doveva essere così eccitata, continuava ad indicare le varie torte. Una in particolare colpì la sua attenzione, era quella con le nuvole che il padre di Peeta aveva esposto in vetrina dopo che il figlio l’aveva decorata.

Peeta prese la torta dalla vetrina ammiccando alla bambina, sorprendendo la sorella. La incartò ed uscì fuori. Si fermò un attimo ad osservarle.
Madge era tra lo sconcertato e l’intrigato e, accanto a lei, Katniss cercava di prestare interesse a tutto ciò che Primrose le mostrava. « Guarda quella com’è bella. » saltellò. 
« Allora questa ti piacerà ancora di più. » esclamò Peeta. La bambina si avvicinò al ragazzo trascinando con sé la sorella, a sua volta seguita dall’amica. « Io sono Peeta e tu? »
« Primrose, piacere. » disse tendendo la mano. « Allora mi fai vedere? »
Peeta annuì. «Come siamo impazienti» rise, poi aprì la scatola e mostrò la torta alla bambina. 
« Ma.. ma.. era quella che c’era in vetrina poco fa. » esclamò lei. « Non è bellissima Katniss? » La ragazza annuì, continuando a guardare il ragazzo. Cos’hai in mente Mellark? « L’hai fatta tu? » 
« Sì. E visto che ti piace tanto è tua. » 
« Davvero? »

« No. » esclamò Katniss. « Non possiamo permettercela. »
« Tranquilla, è un regalo. » sorrise Peeta. Katniss rimase per un momento sconcertata. « Non abbiamo bisogno dei tuoi regali, Mellark. »
« Non c’è nulla di male nel chiedere aiuto. » ribatté. Katniss fece per parlare ma Madge fu più svelta di lei. « Oh, sta zitta Katniss. Prim ringrazia Peeta ed andiamo a casa. »
« Grazie Peeta. » esclamò, baciandogli la guancia. Poi prese la mano di Madge e si diresse verso il Giacimento. « Ti ripagherò appena mi sarà possibile e non mi farò dare il pane da tuo padre quan- » riprese Katniss.
« Proprio non capisci il significato della parola regalo. » la interruppe. 
« Non mi piace sentirmi in debito con qualcuno. » borbottò lei. 
« Con qualcuno o con me, Katniss?» chiese lui. 
« Ciao Mellark. » salutò, voltandosi, lei.
« C’è un modo in cui puoi ripagarmi, se proprio vuoi. » esclamò il figlio del fornaio, attirando la sua attenzione. « Ma sia chiaro: non voglio ne i tuoi soldi ne i tuoi scoiattoli. » Katniss lo guardò non riuscendo a capire. « Voglio solo la tua amicizia. » Katniss sbarrò gli occhi. « Voglio solo essere tuo amico, tutto qui. »

Katniss mostrò tutta la sua opposizione in un solo sguardo. « Prendere o lasciare. » sbuffò sonoramente. 
« Iniziamo domani, Mell- volevo dire.. Peeta. »
Peeta sorrise, vedendola mentre raggiungeva Madge e Prim. Katniss si girò verso di lui. Cercò di ricambiare il suo sorriso ma sapeva che le era uscita solo una smorfia. Ma a Peeta non importava, quella sera avrebbe avuto un nuovo disegno da fare e non vedeva l’ora.

Forse quella scintilla si sarebbe potuta trasformare in fiamma e il padre di Peeta lo sapeva. Lui si era arreso ma non avrebbe permesso al figlio di farlo. Mai.

* * *

« Mhm. Che voleva Peeta? » chiese Madge seduta sul letto di Katniss intenta a contemplare i tre vestiti che la signora Everdeen aveva preparato sul letto di fronte. 
« Voleva dirmi che se voglio ripagarlo devo permettergli di essere mio amico. » rispose annoiata la cacciatrice. 
« Mhm. È carino, no? » 
« Carino? Io lo trovo solo irritante. »
« Peeta è fatto così, si chiama gentilezza. » 
« Non voglio la sua amicizia, sono già abbastanza in debito con lui. »
« Ancora Katniss? La torta era un regalo per Prim, perciò non sono affari tuoi. »
« Sì, la torta... » disse Katniss, pensando ad altro. Cinque anni prima Peeta non li aveva solo salvati, aveva offerto a lei una speranza per sopravvivere. Se era lì era solo grazie a Peeta Mellark e non sarebbe bastata una vita per ripagarlo. « Allora io eliminerei il primo, è troppo donna. Dobbiamo far in modo di sembrare sedicenni adulte. Perciò provateli. »
Katniss sbuffò ed andò a cambiarsi. Il primo abito non era male – era blu con uno scollo a V, stretto sulla vita e largo nella gonna - ma Madge voleva vedere anche il secondo. 
« Katniss sei bellissima. » disse Prim, appena si fu cambiata.
« Questo è perfetto. » decretò Madge. « A Peeta piacerà. »
« Madge! »
Dal piano di sotto la signora Everdeen non riusciva a sentire nient’altro che la risate delle sue due figlie, e pianse perché da quando era morto suo marito nessuna delle tre aveva mai riso così. 

 

 

 


Angolo autrice: Ho scritto questo testo un anno fa ed è rimasto nel mio computer senza un finale ben scritto. Oggi, spinta da non so neanch'io cosa, mi sono decisa a riaprire la cartella Incomplete e a cliccare su quel file che, l'estate scorsa, sconvolta dal finale di Mockingjay, avevo chiamato semplicemente Peeta. Ed, in effetti, questa prima os parla soprattutto di lui, della sua storia (da qui il titolo del capitolo che capitolo non è ma non so come altro chiamarlo lol).  Il titolo l'ho deciso poco fa e, essendo una frana nel sceglierli, ho deciso di chiamarla come la canzone del gruppo hard & heavy britannico - così dice Wiki - The Darkness. Ho letto il titolo su YouTube, mentre ascoltavo la cover di Naya Rivera di Don't Rain on My Parade, poiché Adam Lambert e Chris Colfer l'hanno coverizzata nell'espisodio Frenemies della quinta stagione di Glee. Mi è parso una mano dal cielo - o da Ryan Murphy - insomma. 
Anyway, mi sono incoraggiata da sola e, finalmente, questa mezza raccolta ha visto un finale degno di essere chiamato così. O almeno spero credo. Non sono sicura che i personaggi siano del tutto canon: Peeta sono quasi - dico quasi! - convinta che lo sia, di Madge non sappiamo moltissimo e beh, Katniss credo sia proprio OOC in certi punti. Se non qui, nella prossima os che poi sarà anche l'ultima. Un anno fa, ricordo benissimo di aver deciso di farla essere una mini long e, se avessi continuato sulla via di quell'idea, voi conoscereste solo fino all'annuncio del ballo. Ho deciso di accorciare i tempi perché poi i capitoli erano troppo corti e io non sono una tipa puntuale, anzi, sono piuttosto impegnata - faccio cinquatamila cose e.e - e aggiorno sempre anni/mesi/settimane/giorni dopo. Perciò non vi do' una data precisa per la conclusione. 
Niente, come al solito non so perché a quest'ora di notte faccio dei corner lunghi quanto i nomi e la barba di Albus Silente e i cognomi di Jace. Non so perché vedo molto di Peeta in Stiles (Teen Wolf), entrambi hanno la faccia tosta di andare dietro alla stessa ragazza da un bel po' di tempo. Speriamo che Stiles abbia la fortuna di Peeta e che si decida a lasciare Malia e a procreare con Lydia, come Hook e Emma Swan hanno deciso di fare. Speriamo anche di non scoprirlo quando scopriremo chi sia A, perché altrimenti siamo messi male. 
Detto - anzi, sclerato - questo, buona notte e sogni d'Horan e ciao.  
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Prim_