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Autore: Fuuma    01/01/2015    1 recensioni
inizio # Inizia con un ritratto.
prosieguo # Va avanti a sguardi.
fine # Finisce con un bacio.
{ stucky }
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Character: James Buchanan Barnes; Steve Rogers;
Pairing: Steve x Bucky { stucky; post-tws }
Rating: PG-14
Genre: Introspettivo; Triste;
Warning: Slash; moviverse;
Prompt: Captain America, Steve/Winter Soldier, il soldato non ricorda nulla di una vita passata insieme
Word: 488
Disclaimers: I personaggi di Captain America appartengono a chi di diritto
Fic scritta per la Nottebianca #17 @maridichallenge

 


 

# prosieguo

 

Va avanti a sguardi. Sguardi del Winter Soldier lanciati di sottecchi intorno a sé, quando pensa che l'uomo dai capelli biondi - ha letto e sentito chiamarsi Steve, ma non ha ancora avuto il coraggio di chiamarlo per nome, Captain America è meglio; lo preferisce - non lo stia guardando; sguardi dagli occhi spalancati, in cui l'azzurro che un tempo era così cristallino e così intenso da mettere i brividi al Capitano, adesso è così liquido che potrebbe sciogliersi da un momento all'altro e non lasciare più niente dietro di sé. E già quello che rimane di Bucky è così poco, è solo un involucro che risponde ad un nome in codice inventato da chissà chi.
Va avanti a passi cauti, sentendo l'estraneità di quel luogo in cui lui è l'unica cosa fuori posto, anche se l'uomo biondo continua a tendergli una mano e sussurrargli che va tutto bene, che è al sicuro e nessuno potrà più fargli del male. Ma che ne sa lui di cosa gli faccia male? Non ci pensa, lui, che sono proprio le sue parole e i suoi sorrisi e i suoi "Bucky" gonfi di nostalgia a fargli male. A pretendere qualcosa che il Winter Soldier non può dargli - anche se vorrebbe, lo vorrebbe davvero e Dio solo sa quanto.
Va avanti a pensieri coltivati nei suoi lunghi silenzi { Non sono Bucky. Smettila di chiamarmi così. Smettila di guardarmi e aspettare che lui ritorni. E' morto ed ora ci sono solo io. }. A denti che mordono la lingua, ferendo parole che non ha ricevuto il permesso di pronunciare.
Va avanti a fotografie di ricordi, storie che Captain America gli racconta con pazienza (ci sono due ragazzi e sullo sfondo Brooklyn nei suoi anni '40, vecchie canzoni suonate alla radio e partite di baseball di una squadra che ha fatto in tempo a cambiare città e nome) e in cui il Soldato non si rispecchia - anche se vorrebbe, perché ogni volta che l'uomo biondo gli parla di Bucky ci sono sospiri dalle sue labbra, cuciti di un desiderio lungo settant'anni, e brividi caldi e dita strette tra loro che invece vorrebbero stringere altro: un corpo caldo, un corpo nudo, alto e tonico contro il proprio.

Il Winter Soldier indietreggia mestamente e tutti i passi fatti finora si rivelano inutili.
Quando Steve lo cerca, trovandolo fuori dalla porta di quello che aveva sperato potesse diventare il loro appartamento e un rifugio sicuro per l'amico, il soldato lo accoglie col capo chino, col braccio bionico nascosto dietro la schiena ad offrirgli soltanto la parte umana di sé (come se un pezzo di ferro attaccato alla spalla potesse renderlo meno umano) e una smorfia sofferente su labbra di un rosa pallido che un tempo erano piene di sorrisi.
«Voglio andarmene. Scusa.» è l'unica frase che gli abbia detto finora, con la voce rauca di chi non è abituato ad usarla e Steve non ha il coraggio, nè la forza, di fare nulla per trattenerlo.

   
 
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