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Autore: papavero radioattivo    02/01/2015    10 recensioni
DAL CAP. 1 «Teme…» lo chiamò picchiettando sul vetro con la punta dell’indice, «credo che Ramen abbia la febbre», ma l’altro non si scompose più di tanto, nemmeno si girò a guardarlo.
«Non credo che i pesci rossi abbiano la febbre» la voce di Sasuke era disinteressata e distante, così Naruto si alzò con il piccolo acquario e si diresse verso la porta chiusa della stanza accanto alla loro. «Shika, tu che sei intelligente e sai sempre tutto…» incominciò mentre il ragazzo, seduto davanti al computer, era intento a cliccare tasti in modo isterico con una concentrazione che di certo non aveva quando frequentava le lezioni. «Secondo te che cos’ha Ramen?» gli chiese, mostrandogli la boccia nella quale galleggiava il pesce, riverso a pancia in su
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!!! ATTENZIONE, la seguente storia contiene linguaggio volgare, scene forti e riferimenti sessuali dall'inizio alla fine. !!!
AU universitaria con gioie, dolori e perlopiù cavolate quotidiane. Per non creare troppo disordine, ambientata in una città dei giorni nostri del Giappone che prendere il nome di Konoha. Prevalentemente romantica ♥.
|| COPPIE CANON + NEJITEN; nuovi personaggi; non tiene in considerazione la morte di Neji e Itachi ||
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Gai, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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AGGIORNAMENTO (09/01/2015) – cambio dell’impaginazione.










C A P I T O L O

tre

 

 

 

 

 

Naruto sbatté la porta nel chiuderla, diversamente dalle altre notti, però, stavolta lo fece di proposito.

Sai, che guardava la televisione seduto sul divano, si girò a guardarlo, «c’è qualcosa che non va, Naruto?» gli chiese, mentre l’altro si liberava dalle scarpe usando solo i piedi e borbottava qualcosa. Tra le varie domande che frullavano nella testa di Naruto in quel momento, c’era anche che diavolo ci facesse Sai sveglio dopo la mezzanotte, quando il giorno dopo avrebbero avuto tutti lezione presto. Dormiva cinque ore a notte, quello?

«Dov’è il teme?» chiese a denti stretti, cercando di non urlare per riservare tutta la sua ira a quando lo avrebbe incontrato.

«Dorme… che hai fatto alla guancia?».

La domanda di Sai non ricevette risposta e, le lamentele di Shikamaru che metteva la testa fuori dalla sua stanza per chiedere il motivo di tutto quel casino, furono completamente ignorate. La porta della camera in cui Sasuke riposava si aprì con una violenza tale che Sai pensò davvero che quella volta sarebbe saltata giù dai cardini.

«Teme, svegliati! TEME!» sbraitò Naruto, arrampicandosi sulle scale e pizzicando il corpo di Sasuke per farlo svegliare. Gli mosse la gamba, cercò di fargli il solletico sotto i piedi, provò pure palpandogli il sedere, ma nulla. Solo dopo l’ennesimo urlo – seguito da un insulto – Sasuke si svegliò girandosi di colpo, facendo cadere Naruto dalle scale.

«Cosa. Vuoi» sibilò.

Definitivamente, la voce del diavolo lo perseguitava.

«Non hai chiamato Sakura-chan» gli disse, coinciso e chiaro, mentre si alzava massaggiandosi la testa, «e lei mi ha picchiato per questo! Mi ha picchiato per colpa tua!» continuò, andando ad accendere la luce, «non ti senti in colpa, teme? Potevo rimanere sfregiato per sempre».

«Imparerai cos’è il rispetto, e il dolore sarà il tuo maestro» cantilenò Shikamaru con voce profonda, citando il cartone animato che si erano guardati durante le prime mattine in cui si erano trasferiti in quella casa. Sai sorrise alla sua battuta e rimase lì a guardare la scena, mentre l’altro se ne tornava in camera a giocare a League of Legends.

Sasuke, nel frattempo, si era sotterrato sotto le coperte e girato dalla parte del muro.

«EHI, TEME. Sto parlando con te!» continuò a urlare, afferrando la trapunta per strappargliela via.

Tutti in quella casa sapevano che a Sasuke piaceva dormire tanto quanto a Choji piaceva mangiare.

Il mondo si congelò, Sai si massaggiò la fronte mentre il corpo di Sasuke rimaneva immobile, sembrava quasi non respirare. Naruto, dal canto suo, non pareva rendersi conto della situazione. «Affronta i tuoi problemi da vero uomo, teme» continuò, lasciando cadere la trapunta per terra, «e inizia chiedendo scusa a Sakura-chan» disse, annuendo.

Sasuke finalmente si mosse, scendendo dalle scale e recuperando la trapunta da terra, avvolgendosi in questa e sedendosi sul letto di Sai.

Sembra un burrito, pensò Naruto, trattenendo a stento una risata.

«Dobbiamo parlare? Va bene, parliamo» disse, sbadigliando. Voleva finire tutta quella storia in fretta, era anche disposto ad assecondare Naruto in quel suo essere un giustiziere fallito e tutto il resto.

«Te l’ho già detto» iniziò il biondo, «hai passato gli ultimi quattro anni della tua vita lontano da qui, torni e non dici a Sakura-chan che sei tornato? Che razza di persona sei?» e si sedette per terra, confidando in una risposta.

«Ho perso i numeri» mentì, ma era abbastanza bravo a farlo, «e poi non capisco perché tu te la debba prendere tanto. Non sono fatti tuoi, dobe» continuò.

«Certo che sono fatti miei!».

«Oh sì» Sasuke aveva un’aria malefica, in quel momento, «infatti ti importa così tanto di lei che non hai pensato nemmeno di chiederle com’era andato il test di medicina e se aveva un posto dove stare per l’università». In verità, lui aveva solo supposto dal saggio che aveva comprato che lei frequentasse medicina – riguardo la sua sistemazione non ne aveva idea, ma dato che era in giro con la Yamanaka, aveva motivo di pensare che, forse, abitassero insieme.

Cosa abbastanza stupefacente, dato che qualche anno prima non facevano altro che litigare e prendersi ad insulti.

Naruto aggrottò le sopraciglia, come se si sentisse sfidato, «ma a lei non importa di me quanto le importa di te, teme».

«Non le ho chiesto io di interessarsi a me».

«Perché ti costa tanto chiedere scusa?!» gridò, mettendosi le mani nei capelli, esasperato. Voleva che Sakura si sentisse meglio, e perché succedesse Sasuke doveva per forza chiederle scusa, o comunque parlarci assieme.  

«Mi costa, va bene? Mi costa. E non sono tenuto a dirti il perché» ora parlava come se fosse stizzito e faticasse a mantenere la calma. Guardava in basso e si mordicchiava l’interno della guancia quasi nervosamente.

Invece di migliorare le cose, Naruto ebbe l’impressione di averle peggiorate.

«Non le vuoi nemmeno parlare?» chiese, più gentilmente, abbassando il tono della voce e addolcendo lo sguardo, «ci sta davvero male, Sasuke».

Sasuke lo sapeva, lo sapeva che ci era rimasta male. E per quanto provasse a fare il forte senza cuore, lo sguardo deluso e arrabbiato di Sakura alla libreria non lo aveva ancora abbandonato. Aveva i sensi di colpa che gli bruciavano la pelle e gli occhi – ma le scuse, anche se nascevano dal profondo del cuore, non sarebbero mai uscite. Fondamentalmente, non sapeva per cosa doversi scusare. Perché aveva mentito a Naruto dicendo che l’avrebbe chiamata?

Sasuke lanciò le trapunte sul letto a castello, iniziando a fare le scale, «chiedile a che ora ha una pausa, domani, dille che ci vediamo al bar dell’università» e cercò di ricomporre il letto.

Naruto si alzò di scatto, andando a guardare gli orari di Sasuke attaccati al muro, vicino ai suoi e a quelli di Sai, «ma tu domani hai tutto il giorno pieno, teme! E se poi perdi qualche lezione?».

«Non sono fatti che ti riguardano, ora scrivi quel maledetto messaggio e lasciarmi dormire».

Naruto aveva vinto. Di nuovo.

 

― ♦ ―

 

Dopo cena Ino aveva riattaccato a parlare di Sai mentre limava le unghie ad Hinata, circondata da una fila di smalti di tutti le sfumature di colore che una persona era in grado di immaginare.

Momento manicure, lo chiamava, ed era stato istituito dal primo giorno in cui si erano trasferite.

«Dovevate vedere come mi guardava!» continuava a ripetere, e Sakura non era certa che Tenten ed Hinata la stessero ascoltando, ma di certo lei non lo stava facendo.

Si rigirò fra le dita una boccetta di smalto verde acqua, ma quando provò ad aprila Ino gliela strappò dalle mani, lasciando cadere la limetta sul tavolo.

«Sei pazza?!» le chiese, guardandola come se avesse appena dato fuoco ad un tempio urlando preghiere al contrario, «non è un colore autunnale, Sakura!» affermò palesemente sconvolta, sequestrandole lo smalto.

«Non sapevo esistessero smalti per diverse stagioni» provò a giustificarsi, prendendola un po' in giro.

Ino era fuori di testa, doveva darsi una calmata. Da quando vivevano assieme si era messa a fare la paladina della moda e, dopo averle buttato una decina di vestiti, l'aveva anche costretta a comprarne altri decisamente poco adatti a lei.

«Sakura!» l’espressione di Ino peggiorava di secondo in secondo, «come può la mia migliore amica dire una cosa così orribile?!» continuò con un fare melodrammatico che le si addiceva alla perfezione.

«Quale colore dovrei mettere, allora, sentiamo» le disse, rassegnata al fatto che non avrebbe mai più riavuto indietro quella boccetta.

«Il radiant orchid, per esempio, oppure l’argento, il lavanda, il verde scuro, o il rosso vinaccio…» le spiegò, elencando una serie infinita di colori.

«Allora dammi il verde scuro», la stava assecondando, anche se in realtà avrebbe voluto chiederle che diavolo di colore fosse il radiant orchid. 

Tenten ridacchiò sedendosi meglio sul divano, rassegnata al fatto che Ino non sarebbe mai cambiata, e che loro avrebbero dovuto sopportarla così per sempre. Ma era una bella persona, dopotutto, una buona amica, e come tutte lì dentro aveva i suoi difetti.

«Allora…» sorrise Ino, cercando qualcosa di cui parlare. Chiedere ad Hinata il perché si era chiusa in bagno all’arrivo di Naruto era fuori discussione, lo sapevano tutte che a lei Naruto piaceva dall’asilo, ed infierire sarebbe stato crudele – tralasciando che lei avrebbe solo mormorato e balbettato qualcosa che nessuno avrebbe capito. Parlare di Sasuke era escluso a prescindere, quindi restava solo una cosa. «Tenten, perché non ci dici chi è il ragazzo con cui stai uscendo?» domandò ammiccando, incominciando a mettere lo smalto sulle unghie di Hinata.

Tenten sorrise, cercando di sembrare convincente, «te l'ho detto, non lo conosci» le rispose, rubando la lima per le unghie, spostandosi sul tappeto a tema floreale.

Avrebbe voluto dirle che era Neji, almeno non avrebbe più dovuto fare nulla di nascosto, ma lui non voleva che si sapesse, quindi tanto valeva continuare a mentire.

Ino sorrise senza alzare lo sguardo dall'indice destro della mano di Hinata, «e questo ragazzo che non conosco lo sa che l'altra sera Neji ti ha riaccompagnata a casa?».

Tenten arrossì, tenendo lo sguardo chinato sul tappeto, cercando di capire come diavolo avesse fatto a vederli. Se ne stava appostata alla finestra a controllare che cosa facevano lei e le altre due?! Perché un comportamento del genere sarebbe stato davvero preoccupante.

Sakura sventolò la mano, sospirando nel silenzio, «Ino, ma tu non hai nulla di meglio da fare che sederti sul balcone e spiare la gente?!» domandò retorica mettendosi seduta in modo più composto, spostando una gamba sotto il sedere, «sei una pazza maniaca del controllo!».

«Ero fuori ad innaffiare le piante e li ho visti che si baciavano, tutto qui» rispose tranquillamente, ed Hinata sorrise poggiando la mano libera – quella non intrappolata fra le grinfie di Ino – sulla spalla di Tenten che, con un sospiro, si decise a confessare.

«Va bene, stiamo assieme, usciamo da questa estate, ma lui non voleva che lo sapesse nessuno e non ve l'ho detto» sputò, posando la limetta sul tavolino mentre Ino esultava.

«Lo sapevo!» gridò, stando attenta a non rovesciare lo smalto. «Neji ci accompagna, Neji ci porta, Neji di qua, Neji di là» borbottò facendole il verso, «era così chiaro che steste assieme!».

«Così chiaro che li hai scoperti per caso...» mormorò Sakura, strappando una risata ad Hinata che, ricomponendosi subito dopo, sfiorò la coda a Tempura, appollaiata sul bracciolo del divano.

«Beh...» disse a bassa voce, «è bello che tu sia fidanzata con mio cugino» ammise sorridendo, mentre Ino la fissava con gli occhi sbarrati. Hinata lo sapeva già. Lo sapeva e non aveva detto nulla – ma cosa più importante, era imparentata con Neji.

«NEJI È TUO CUGINO?!» strillò afferrando il braccio di Sakura, facendole tirare una lunga riga verde su tutto il mignolo.

«Bhè, sai, hanno lo stesso cognome, Ino» le rispose la sua migliore amica stringendo i denti per evitare di insultarla, recuperando poi l'acetone per porre rimedio a quel disastro.

«Pensavo fosse una coincidenza! Migliaia di persone hanno lo stesso cognome» si giustificò, mentre il telefono di Sakura vibrava sul tavolino, catturando la sua attenzione.

Si allungò in fretta, rapida come un ninja, afferrando il cellulare e sporgendosi verso la povera Hinata, «ti è arrivato un messaggio, fronte spaziosa» cantilenò dimenandosi, mentre l'altra cercava di riprendersi il suo telefono.

«INO, DAMMI IL TELEFONO!» sbraitò Sakura, cercando di strapparglielo dalle mani, ma l'altra scavalcò lo schienale del divano e scappò verso la porta dell'entrata, continuando a premere sullo schermo.

 «Bah...» sospirò delusa, «è solo Uzumaki».

«Non si è fatto sentire per mesi e mi scrive ora, quell'idiota» brontolò Sakura avvicinandosi con più calma alla bionda.

Ino arricciò il naso, mettendosi poi una mano davanti alla bocca mentre leggeva il messaggio. «Oh-oh-oh!» esordì girandosi, impedendo a Sakura di vedere lo schermo.

«"Sakura-chan, sono Naruto, il teme mi ha detto di chiederti a che ora hai una pausa domani, e di farti trovare al bar dell'uni. Buonanotte. PS. Mi hai sfregiato per sempre, spero che ti sentirai in colpa!"» lesse ad alta voce, cercando di imitare Naruto.

«Ah-ah! Dammi quel telefono!» ringhiò Sakura, sull'orlo di una crisi di nervi.

Ino la guardò qualche secondo, e poi le porse il cellulare, «tieni, carina» ribatté, tornando poi verso il divano, canticchiando come una scema. «C'è amore nell'aria!» commentò, recuperando lo smalto e facendo l'occhiolino ad Hinata che arrossì, spostando lo sguardo sul gatto che sbadigliava.

Sakura lesse più volte il messaggio, in piedi davanti all'entrata, come se stesse cercando di capire se quello fosse solo un sogno o un assurdo scherzo di quella testa quadra.

Probabilmente Naruto era tornato a casa e aveva parlato con Sasuke, di certo non era una cosa casuale.

Ho un buco dalle 12.30 alle 14.30, scrisse, E mi dispiace per la tua guancia, ma te lo meritavi, razza di idiota!. Buonanotte, Naruto-kun.

«Comunque Sas'ke rimane uno svalvolato, Sakura» commentò Ino, finendo la manicure ad Hinata. «Direi che questa è l'ennesima dimostrazione, ma se ci tieni così tanto a farti trattare come uno zerbino, fai pure» aggiunse, concentrata al massimo sul pennellino che stringeva fra le dita. «Probabilmente Naruto l'avrà convinto ad uscire con te...» suppose, e al nome "Naruto" la mano di Hinata vibrò appena fra  le sue dita.

Sakura tornò a sedersi sul divano, in silenzio, senza aggiungere altro. Sapeva che Ino si comportava così solo perché teneva a lei, ma Ino non conosceva Sasuke abbastanza da poter sapere che nessuno, tanto meno Naruto, era in grado di costringerlo a fare qualcosa che non voleva fare.

«Dovevi dire di no, fiorellino», continuò imperterrita per la sua strada, concludendo – finalmente – la prima mano della sua povera coinquilina.

«Magari vuole davvero vedere Sakura-chan...» la voce di Hinata era sempre così dolce, Sakura non si era ancora abituata appieno al suo temperamento calmo e gentile, le sembrava così surreale, così diverso da ciò a cui era abituata di solito.

Le sorrise, schiudendo poi le labbra per ringraziarla del supporto e dell'ottimismo, ma non fece in tempo ad aprir bocca che Ino spalancò la sua, scoppiando in una sonora risata.

«Certo! Si è reso conto di quanto sei diventata carina e di certo vorrà chiederti scusa per non averti considerata quando avrebbe potuto farlo» sputò con un'acidità che Sakura trovava decisamente eccessiva.

Sapeva che Ino non voleva vederla soffrire, ma non era un appuntamento, Sasuke non le aveva chiesto di uscire, solo di vedersi per parlare, e in più lo aveva fatto tramite Naruto.

«Grazie del supporto, Ino!» le rispose ironica, finendo di mettersi lo smalto e alzandosi dal divano, «vado a preparare la borsa per domani» aggiunse, sparendo poi nella sua stanza.

«Quindi...» parlò di nuovo Ino, «Tenten si fa Neji sotto casa, Sakura ha un appuntamento con Sas'ke, e Hinata, tu quando esci con Naruto?» la frase le uscì di getto, senza prima passare per il filtro del cervello, con l'unico risultato di portare Hinata al quasi totale soffocamento.

Era stato un colpo basso, doveva ammetterlo.

Ma non lo aveva fatto apposta. 

 

― ♦ ―

 

«Sakura-chan dice che è  libera da mezzogiorno e mezza, fino alle due e mezza» gridò Naruto, tirando un colpo al materasso del ragazzo che dormiva sopra di lui.

Nessuna risposta.

«TEMEEE!» sbraitò tirandogli una scarpa, «almeno rispondimi!».

«Ho capito, dobe» il borbottio gli arrivò lontano, attutito dalle coperte che sommergevano Sasuke.

«È diventata più carina, lo sai?» continuò a parlare il biondo, «Sakura-chan, intendo».

«Non mi interessa, lasciami dormire» gli rispose l'amico, ma Naruto non si arrese, non ancora.

«Certo, e tu vuoi farmi credere che io ti abbia convinto solo perché eri stufo di sentirmi urlare?!» tornò all'attacco, cercando di fargli ammettere qualcosa di cui nemmeno lui era poi così certo.  Aveva sempre pensato che nel profondo, sebbene lui non avesse mai voluto ammetterlo, a Sasuke lei piacesse molto, ma in quattro anni le cose potevano essere cambiate, dopotutto. Magari lui aveva trovato una ragazza all'estero, e forse era lei che lo chiamava una volta al giorno.

Non riusciva sempre a capirlo, ma ci provava, si impegnava a cercare di decifrare le uniche tre espressioni facciali che Sasuke sapeva fare. Non era facile, ma era il suo migliore amico, lo aveva sempre visto come un fratello e, per quanto ci provasse, non riusciva a credere che quattro anni lontani da Konoha avessero potuto influire così  tanto sul loro rapporto.

«Teme...» lo chiamò di nuovo, ma l'altro non dava più segni di vita.

«BRUTTO STRONZO!» l'urlo arrivò dal soggiorno, e portava la voce di Shikamaru. «SouariTem di 'sto cazzo!» c'era un insulto ogni due parole nelle sue frasi, «mi ha ucciso di nuovo, Choji! DI NUOVO» gridò, seguito dallo sbattere di un'altra porta. L'ennesima.

La vecchietta del piano di sotto li avrebbe denunciati alla polizia, prima o poi, di questo Sai ne era quasi certo.

 

 

 

 

 

 

 

N O T E D ‘ A U T R I C I ; siamo in missione per conto del Signore.

 

 

Eccoci, puntuali nel nostro anticipo ♥

Tuttavia, sappiate che da settimana prossima in poi gli aggiornamenti si terranno di sabato nel primo pomeriggio (salvo alcune eccezioni che vanno fuori dal nostro controllo) a causa di impegni e cose varie, ma siamo esseri umani anche noi e dobbiamo andare, chi al liceo, chi all’università. Quindi noi ci rivediamo il 10 ♥

Ora, eccoci alle cose importanti, perché sì, queste note sono importanti!

Intanto ringraziamo tutte le persone che hanno messo la fan fiction tra le seguite/preferite/ricordate: siete tantissimi! Non pensavamo davvero di raggiungere tutto questo seguito in così poco tempo, e ci piace vedere che, chi più chi meno, dimostra un po’ di interesse per colla. A proposito di questo, volevamo rendervi nota l’esistenza di un gruppo gestito da noi e creato qualche giorno fa (ma ancora non è stato messo in moto) riguardo alla fan fiction (oh yes, siamo un po’ egocentriche, umilissime ma egocentrice): COLLA ▪ papavero radioattivo, dove potete trovare snippet di capitoli ancora inediti, curiosità e altre cianfrusaglie che non possiamo inserire nella storia per forza di cose ^u^ Inoltre è anche un’occasione per parlare tra di noi su Naruto e su altre tematiche (siamo sempre molto aperte uwu) e per scoprire alcuni nostri lavori futuri che potrebbero interessarvi~

L’altra cosa importante che volevamo dirvi, è più una richiesta (supplica?). Abbiamo notato, attraverso le recensioni e rispondendo a queste, che molte persone leggono colla per una coppia specifica o per un personaggio specifico. Ora, è ovvio che ognuno ha i propri gusti, noi stesse teniamo per due ship completamente diverse (e che fatica!). Tuttavia, vorremmo chiedervi di prestare attenzione a tutto ciò che succede nei capitoli, perché prima di essere una long che tratta delle varie coppie, è una long che tratta di tutti – e non vorremmo che vi ritrovaste a disprezzarla perché magari, temporaneamente, la vostra ship preferita non è contemplata nel capitolo. Inoltre, in colla ci sono tanti momenti di amicizia che sembrano un po’ trascurati… non vi piacciono? Non vi interessano? Vorremmo capire anche questo da voi lettori... senza contare che molti eventi tra personaggi diversi sono collegati, e magari non riuscite a capire alcune evoluzioni delle vostre coppie del cuore.

Inoltre, vi informiamo che questo capitolo, assieme al prossimo, saranno un po’ corti – forse, per alcuni, anche poveri. Tuttavia, vi anticipiamo già che il capitolo cinque avrà tante sorprese, e speriamo vi piaccia così come è piaciuto a noi scriverlo! (◕‿◕✿)

Bene, sembra che dobbiamo salutarci qui!

Alla prossima! ♥

 

papavero radioattivo





   
 
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